008 una notte al cimitero
⸻ capitolo otto ⸻
( una notte al cimitero )
Come d'abitudine, soprattutto negli ultimi giorni, i Pogues si trovavano a bordo del Twinkie diretti verso solo Dio sapeva dove. John B, infatti, continuava a guidare indisturbato, non preoccupandosi di riferire ai suoi amici quale fosse la loro nuova missione, nonostante avesse detto che ne avrebbe parlato una volta recuperata anche Kiara.
Ophelia scosse la testa, esausta, e allungò le gambe, osservando il paesaggio dal finestrino. In qualunque posto li stesse portando John B, sperava solo che non arrivassero né la polizia e nemmeno quei due uomini. Ne aveva fin sopra i capelli.
Ad interrompere quel silenzio, fu JJ. «Vi dispiace se mi rilasso un po' con questa? È stata una giornataccia, sono successe molte cose strane e devo calmarmi» tirò fuori lo spinello, accendendolo subito dopo. «Oh, vuoi fare un tiro?» chiese, avvicinandolo al volto di Pope.
Quest'ultimo lo scacciò. «Io voglio restare lucido».
«Kie? No? — la riccia scosse la testa — Andiamo, Lia, sii più creativa di loro e fa' un tiro. Uno solo» quasi la supplicò, e lei mise su un sorriso divertito.
«In altre circostanze accetterei, ma non quando siamo in missione. Bisogna restare lucidi, Pope ha ragione» annuì, ricevendo un "grazie" dal ragazzo.
JJ ruotò gli occhi al cielo, continuando a fumare indisturbato. «Sapete? Siete davvero noiosi. Sì, se solo non lo foste e accettaste un tiro di—»
Le sue parole vennero fermate da John B. «Sentite, io so che mi sbagliavo sul faro, d'accordo? E che mi sbagliavo su molte altre cose. Ma su una avevo ragione, ok? Mio padre sta cercando di dirmi qualcosa» disse sicuro. Fin troppo sicuro.
Nessuno rispose. Si limitarono a lanciarsi un'occhiata e a chiedersi se quello sarebbe stato l'ennesimo buco nell'acqua. A dirla tutta, il loro migliore amico sembrava star impazzendo, il che era anche giustificabile per quanto riguardava Ophelia. Di certo non stava vivendo dei bei momenti, soprattutto nell'ultimo periodo.
Poco dopo, arrivarono finalmente a destinazione e abbandonarono il van.
«Un cimitero?» quasi strillò Ophelia, guardandosi attorno e chiedendosi se fosse uno scherzo o meno.
«Amico, sul serio?» JJ lo guardò stralunato.
«Oh merda» mormorò Kiara, mettendo su un'espressione terrorizzata.
Pope scosse la testa. «Che ci facciamo qui?» chiese.
Ophelia assunse una smorfia. Nonostante guardasse film horror a bizzeffe, di certo non desiderava essere la protagonista di uno di essi, e, fidatevi, quello sembrava davvero l'inizio di un film horror: insomma, erano al cimitero di notte con torce e lanterne, e se ripensavano alle ultime vicende, era ancora peggio.
John B però non rispose e si limitò a camminare con loro al suo seguito, iniziando a fare slalom tra le numerose lapidi. A Ophelia quasi si strinse il cuore se pensava al fatto che in una di esse ci fosse sua madre, ma, fortunatamente, si trovava al lato opposto rispetto a quello che avevano imboccato.
«Questo posto è spaventoso».
«Andiamo, forza!»
«Ti stiamo seguendo!»
«John B, che stai facendo?»
«Zitta, zitta».
«Io aspetto solo di vedere Lia e Kie piangere dalla paura».
«Va' al diavolo, JJ».
Ophelia sbuffò rumorosamente, affiancando il suo amico. «Cos'è? Hai forse intenzione di fare il remake di qualche film horror al cimitero? Sul serio, che ci facciamo qui, John B?» chiese, stanca del fatto che ancora non avesse detto nulla e che pretendesse anche di essere seguito.
Il minimo era dire loro cosa volesse fare.
John B annuì, continuando a camminare e illuminando il perimetro. «Bene, avete presente quando cercate di ricordare una canzone e non ricordate chi la canta?» domandò.
«Sì, e quindi?»
«Bene. Redfield. Ho sempre pensato che fosse un posto, ma non è un posto! — si fermò dinnanzi ad una tomba. La illuminò con la torcia e, scolpita nella pietra, c'era la parola "Redfield" — È una persona. È la mia trisavola Olivia. Redfield era il suo cognome da nubile» spiegò.
A quelle parole, i ragazzi si zittirono per qualche secondo, continuando ad osservare la scritta a caratteri cubitali in alto. Era decisamente un horror inquietante in piena regola.
«Coraggio, datemi una mano» disse improvvisamente John B, guardando i suoi due amici.
Kiara e Ophelia fecero un passo indietro mentre guardavano i ragazzi tentare — e fallire — di spostare la porta di pietra posta davanti alla tomba.
«Stai spingendo?»
«Sì, sto spingendo!»
«Andiamo!»
«Aspetta, ci sono!»
«Peserà trecento chili. Non si muove!»
«Non siamo arrivati fin qui per rinunciare!»
Ophelia e Kiara si lanciarono uno sguardo davanti a quella scena al dir poco imbarazzante, almeno fin quando la rossa non vide qualcosa uscire dalla cavità della tomba.
Spalancò gli occhi. «Oh cazzo, è un serpente!» emise un grido acuto, e, spaventati, tutti i ragazzi fecero un passo indietro.
Il serpente prese a strisciare tra le erbacce ai loro piedi.
«Merda» mormorò Kiara, osservandolo.
«Questo è un Mocassino Acquatico, detto bocca di cotone» spiegò JJ, iniziando poi ad abbaiare contro il serpente. «Woof, Wo— Woof».
Ophelia inarcò un sopracciglio. «Ma che diavolo stai facendo?» chiese, non sapendo se fosse più perplessa o divertita.
«JJ, sta' zitto! Sta' zitto!» ringhiò Kie.
«Sveglierai tutti i cazzo di morti» lo fermò Pope.
«Hanno paura dei cani, è risaputo — disse JJ con tono ovvio, indicando il serpente. Dopodiché, si girò verso il castano — Aspetta un attimo, John B» gli mise una mano sulla spalla.
«Che c'è?» domandò.
«Se ce n'è uno, ce ne saranno decine» fece presente con ovvietà.
«Oh mio Dio, vuoi smetterla? Mi stai spaventando!» sbuffò Kiara, lanciando un'occhiataccia al biondo, che ricominciò ad abbaiare.
Ophelia gli portò la mano sulla bocca, facendolo zittire. «Diamine, ne hai fatte di cose strane, ma abbaiare ai serpenti in un cimitero?» disse a denti stretti.
JJ mugugnò qualcosa di incomprensibile, cercando di scrollarsi di dosso la mano della sua amica.
«La smetti?» domandò, e lui annuì, arrendendosi.
Quando la ragazza gli tolse la mano dalla bocca, la guardò. «Mi stavo solo assicurando che se ne andassero» si giustificò.
«John B, senti, non riusciremo a entrare, ok? Non si apre. Sarà meglio andare» disse Pope, spostando l'attenzione sul motivo principale del loro trovarsi al cimitero di notte.
Ophelia illuminò la tomba, poggiando gli occhi sulla piccola apertura in alto. «Beh, oppure posso entrare lì» propose.
«Cosa? — John B la guardò come se fosse pazza — Sul serio, Lia, pensi di riuscire a passare dal buco? Quel buco?» indicò, scuotendo la testa.
Lei si strinse nelle spalle. «È l'unico modo».
«O possiamo trovarne un altro senza ricorrere a tutto questo!» si intromise Pope.
«Senti, tornare a casa a mani vuote è fuori discussione!» ribatté JJ.
Il moro ruotò gli occhi al cielo. «Mandare Lia in quel buco è fuori discussione» lo corresse. «Non sappiamo nemmeno cosa ci sia lì dentro!»
La ragazza poggiò la mano sulla sua spalla, sorridendogli dolcemente. «Lo apprezzo, Pope, ma voglio farlo, sul serio — poi guardò John B — Voglio aiutarti» disse.
A quelle parole, il ragazzo sorrise dolcemente. Gli occhi intrisi di gratitudine.
«John B merita di sapere la verità» annuì Kiara, concordando con la sua migliore amica.
«Grazie, ragazze» sussurrò il castano, guardando entrambe.
Ophelia tornò ad illuminare la tomba. «Solo... potete togliere tutti quei rami e le possibili ragnatele?» li supplicò, mettendo su un'espressione disgustata.
«Incredibile — mormorò Pope, ancora visibilmente contrariato. Poi afferrò i rami assieme ai due ragazzi — Ci siete?» domandò.
«Forza!»
«JJ, tirala su» disse John B.
Una volta spostati i rami, JJ si mise con le spalle contro la tomba di pietra e guardò la sua amica. «Andiamo, ti do una spinta, ok? L'ho visto fare diverse volte nei film» mise le mani a coppa in modo che la ragazza potesse darsi una spinta e infilarsi nel buco.
Ophelia annuì prima di guardare John B. «Esattamente cosa dovrei cercare?» domandò.
Rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere. «Lo saprai quando lo vedrai».
«Ottimo — ironizzò, porgendo poi la torcia a Kie — Tienimela, per favore» le disse, e la riccia l'afferrò immediatamente.
JJ la guardò. «Mantieniti sulle mie spalle, datti la spinta sulle mie mani ed entra».
«Sì, so farlo, Jay» gli disse, trattenendo una risatina.
«Beh, sentirselo ripetere non fa mai male» rispose, e la ragazza poggiò le mani sulle sue spalle. «Al mio tre puoi— D'accordo, dimentica il tre. Senza tre» mormorò nell'esatto momento in cui la ragazza si diede la spinta senza attendere il suo "uno, due, tre".
Ophelia si aggrappò all'apertura, infilando prima le gambe e ricadendo con un tonfo. Arricciò il naso nel momento in cui si rese effettivamente conto di trovarsi al buio in una tomba con i resti della trisavola di John B, ma cercò si rimuovere quel pensiero.
«Ehi, ci sei?» sentì chiamarsi da Pope.
«Sì. La torcia, per favore» chiese, odiando il fatto di essere avvolta dal buio più totale.
«Eccola, tieni» disse immediatamente Kiara, passandogliela attraverso il buco.
Ophelia l'afferrò, accendendola subito dopo e iniziando a guardarsi attorno. Assunse un'espressione disgustata alla vista di ossa umane e ragnatele, e si voltò al lato opposto, speranzosa che non ci fossero serpenti o topi. Dio, sarebbe morta di infarto, in quel caso.
«Lia, parlaci. Sei viva?»
«Per il momento sì» rispose.
«Ricorda, se vedi un Mocassino Acquatico, devi abbaiare. Hanno paura dei cani, e non scherzo».
Ruotò gli occhi al cielo. «Sì, JJ, grazie».
«Bene. Hai trovato qualcosa? Oro, forse?»
La ragazza non rispose. Piuttosto, si ritrovò aggrottare le sopracciglia nel momento in cui i suoi occhi caddero su una fessura, o meglio, su ciò che si trovava in quella fessura.
«Cazzo» mormorò.
Infilò la mano nel buco, tirando fuori una busta della FedEx con su scritto "For Bird" con un pennarello nero.
Deglutì rumorosamente, avvertendo un brivido attraversarle la spina dorsale. John B non scherzava affatto: suo padre stava davvero cercando di dirgli qualcosa. Quel pensiero fu in grado di farle provare una serie di emozioni contrastanti: da un lato era felice per il suo migliore amico, dall'altro era spaventata dalla situazione al dir poco inquietante.
Se quella busta era davvero di Big John, cosa significava esattamente? Che avesse previsto tutto? Che fosse morto? O che fosse vivo? Quando aveva messo lì quella busta? Ma, soprattutto, era da parte di Big John oppure no?
«Lia, ehi, ci sei?»
La voce di Kiara la destò dai suoi pensieri, e tornò con i piedi per terra. Rispose affermativamente prima di far passare la busta attraverso la fessura, e farsi, poi, aiutare dai suoi amici ad uscire dal quel posto inquietante.
Pope poggiò gli occhi sulla busta. «Beh, quello non è affatto oro» fece notare.
John B deglutì, osservando la scritta dal pennarello nero. «Oh cazzo...» mormorò poco dopo.
«Che succede?» domandò Kiara, confusa.
«È da parte di mio padre» rispose il ragazzo con un dolce sorriso e con gli occhi lucidi. Erano intrisi di entusiasmo, ma anche di una velata confusione.
Dopo le parole di John B, cadde un grande silenzio attorno a loro. Era ovvio che la situazione fosse molto ambigua, ma nel profondo erano tutti felici per il fatto che John B avesse ragione e che avesse trovato qualcosa da parte di suo padre.
Improvvisamente, tra un tiro di sigaretta e l'altra, JJ interruppe bruscamente il silenzio. «Codice rosso, codice rosso! Trafficanti! Trafficanti!»
Voltandosi, i ragazzi notarono un faro puntato nella loro direzione, e, agitati, iniziarono a correre in modo da allontanarsi da quel posto. Non rientrava nella loro lista dei desideri rischiare nuovamente di morire, e non era nemmeno difficile per loro credere che fossero ancora quei due uomini — o addirittura qualcun altro.
«Via, via, via!»
«Sono quelli che hanno rubato a casa tua» disse con assoluta certezza JJ nel momento in cui si nascosero dietro un muro e spensero le torce.
Ophelia aggrottò le sopracciglia. «Non li hai neanche guardati!» fece presente.
«Oh, dimmi, chi potrebbe mai entrare nel cimitero di notte oltre noi?» le chiese retoricamente.
«Magari è il custode?» fece presente.
Scosse la testa. «Custode? Quel tipo è armato!»
John B li interruppe. «Custode o trafficanti, non devono trovarci qui. Andiamo!»
«Vai!»
«Sbrigatevi!»
Successivamente e velocemente, corsero tutti verso il muretto, arrampicandosi su di esso e scavalcandolo con agilità. O meglio, tutti tranne Pope, che aveva deciso si arrampicarsi al cancello. Conclusione? Il suo pantalone rimase incastrato in uno degli spuntoni.
«Ragazzi! Ragazzi! Sono incastrato! Sono incastrato!» iniziò ad urlare, e Ophelia fece del suo meglio per non scoppiare a ridere.
Insomma, il pantalone di Pope che si incastrava al cancello durante una fuga era sicuramente divertente. Ciononostante, non le sembrava il momento giusto per ridere.
«Pope, forza!» mormorò JJ quando vide i fari dell'auto avanzare verso di loro.
«Ragazzi!» ripeté Pope.
Ophelia lo guardò. «Ci siamo io e Kie. Ti teniamo noi. Forza!» lo incitò, ansiosa che potessero essere scoperti — o peggio, uccisi.
«Senti, non ti muovere, ok?» ed ecco che improvvisamente JJ tirò fuori la pistola, puntandola verso il cancello.
«Smettila!» ringhiò John B, facendogli abbassare l'arma.
Le due ragazze, intanto, presero a tirare Pope per le gambe.
«Aspettate! Mi state strappando i pantaloni!» strillò.
«Ti stai davvero preoccupando del pantalone quando potrebbero scoprirci e spararci?!» gli chiese retoricamente Ophelia, continuando a tirarlo giù.
Ed ecco che, poco dopo, i pantaloni di Pope si strapparono e lui cadde a peso morto sull'asfalto prima di rimettersi velocemente in piedi.
«Sì, perfetto, muoviti! — disse JJ, poggiando poi gli occhi sul moro e ridacchiando — È un Mini Mars!» lo additò, strappando una risata a tutti i suoi amici.
Mentre Pope tentava, invano, di coprirsi i boxer, salirono tutti nel van.
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Nonostante la paura di essere nuovamente scoperti — a dire il vero, ci stavano facendo l'abitudine — i ragazzi avevano trascorso tutta la durata del viaggio a ridere a causa di JJ e del fatto che continuasse a chiamare Pope con il termine Mini Mars. Nonostante l'iniziale fastidio, poi, anche il ragazzo si era unito alle loro risate.
Una volta tornati allo Chateau, avevano illuminato il salotto con le torce e le lanterne a causa della mancanza di elettricità, e, in quel momento, si stavano prendendo del tempo prima di scoprire il contenuto della busta. John B e Kie erano insieme ad osservarla, Pope era intento a trovare un pantalone che gli stesse bene, e Ophelia e JJ si trovavano in cucina.
La rossa mandò giù l'ennesimo sorso d'acqua, poggiando poi gli occhi azzurri su JJ, intento a preparare un sandwich col burro di arachidi.
Sentendosi osservato, JJ alzò il capo. «Cosa? Ne vuoi un morso? Ne preparo un—»
«JJ, quel pane non è buono» lo fermò, ridacchiando.
«E chi lo dice? A me sembra perfetto» rispose, aggrottando le sopracciglia e osservandolo. «Sì, perfetto» annuì.
Ophelia ruotò gli occhi al cielo. «È pieno di muffa» gli fece notare.
«Oh, intendi per la muffa?» capì, e lei annuì. «Sì, sì, lo so, ma vedi, basta togliere le parti andate a male. E poi la muffa è buona, Lia. È un organismo... naturale. Sì, esatto, naturale» continuò, e sembrava anche piuttosto convinto delle sue parole mentre gettava nel cestino le parti che, secondo lui, erano andate a male.
Lei ridacchiò, scuotendo la testa. «Poi non dire che non te l'avevo detto — rispose prima di lanciare un'occhiata al salotto — Dai, andiamo. È il momento di aprire la busta» disse.
Quando raggiunsero gli altri, Ophelia si accomodò sul divano di fianco a Kiara, mentre JJ, dopo aver dato un morso al suo panino, si precipitò a gettarlo e a sputare ciò che aveva in bocca. Nonostante la rossa volesse esordire con un 'te l'avevo detto', decise di rimanere in silenzio.
John B guardò ognuno dei suoi amici, visibilmente ansioso e agitato, e quando loro annuirono, trovò finalmente il coraggio di aprire la busta. All'interno c'era un foglio piegato, che si rivelò essere una mappa della costa americana.
«Oh cazzo...» mormorò il castano, osservandola con incredulità.
«La X indica il tesoro» disse Pope, puntando il dito su di essa.
«Latitudine e longitudine» sussurrò John B, sfiorando la mappa con i polpastrelli.
Gli occhi di Ophelia, poi, si poggiarono sulla busta della FedEx nel momento in cui notò un rigonfiamento. Mettendo la mano dentro, ne tirò fuori un registratore. Beh, merda.
«Ehi, John B, c'è anche questo» attirò la sua attenzione, passandogli l'oggetto.
«Cos'è?» domandò JJ mentre il castano prese a rigirarselo tra le mani.
«Un registratore, idiota» rispose Kie con ovvietà.
Improvvisamente, John B premette il pulsante di avvio, e Ophelia rabbrividì nel momento in cui sentì una voce. Non era però una voce qualunque. Era la voce di Big John.
«Caro passero...»
«Chi è passero?» chiese JJ, confuso.
«Mio padre mi chiamava così» rispose John B, visibilmente commosso.
«Odio dire "te l'avevo detto", ma te l'avevo detto e tu hai dubitato del tuo vecchio. Ho il sospetto che ora tu ti senta oppresso dal senso di colpa a causa della nostra ultima litigata, ma non suicidarti ancora. Neanch'io mi aspettavo di trovare la Merchant».
A quelle parole, tutti i ragazzi si guardarono sconvolti mentre JJ pareva trattenersi dall'urlare di felicità. Big John ce l'aveva davvero fatta.
«Probabilmente avevi le tue ragione per insultarmi. Non sono stato il miglior padre del mondo, ma cosa posso dirti? Io fiuto le occasioni. Spero che ora stiamo ascoltando questa registrazione in una capanna in Costa Rica, vivendo di investimenti passivi in attesa di permessi. Se, invece, l'hai trovata in circostanze tutt'altro che ottimali... la mappa serve a questo. Eccolo lì, il relitto della Royal Merchant. Se mi succedesse qualcosa, porta a termine quello che ho iniziato. Cerca l'oro, ragazzo. Ti voglio bene, passero, anche se non sempre te l'ho dimostrato. Ci vediamo dall'altra parte».
Quando la registrazione si interruppe, Ophelia non sapeva cosa dire. Brividi le invasero il corpo e gli occhi iniziarono ad inumidirsi mentre l'eccitazione iniziale venne immediatamente sostituita dalla tristezza per la morte di Big John.
Finisci ciò che ho iniziato. Ci vediamo dall'altra parte.
Big John era morto e suo figlio, dopo mesi ad aver creduto il contrario, in particolare nell'ultimo periodo, era venuto a conoscenza della verità tramite una registrazione. Suo padre era davvero morto da nove mesi, e lui doveva accettarlo.
Il ragazzo si alzò di scatto dal divano, avvicinandosi allo stipite della porta e scoppiando a piangere. Ophelia lo guardò rammaricata. Avrebbe voluto fare qualcosa, sul serio, ma cosa? Non poteva fare nulla.
«Cazzo, ce l'ha fatta! Cercava la Merchant e l'ha trovata!» esultò improvvisamente JJ, attirando gli sguardo increduli dei suoi amici.
«Ti dispiace, JJ?» disse bruscamente Kiara, facendolo zittire immediatamente.
Subito dopo, la castana si mise in piedi e andò ad abbracciare John B, stringendolo forte a sé.
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Era trascorsa un'ora da quando avevano ascoltato quella registrazione e avevano scoperto la verità. In quel momento, avvolti dal buio, si trovavano tutti seduti al pontile vicino allo Chateau, che avevano abbandonato a causa del fatto che fosse diventato improvvisamente claustrofobico dopo ciò che avevano ascoltato.
Kiara accarezzava delicatamente le corde dell'ukulele, John B osservava un punto a caso con occhi vacui, Pope si torturava le mani, JJ giocherellava col suo accendino, e Ophelia si limitava a tenere gli occhi chiusi nel tentativo di distendere i nervi.
Aveva avuto un'ora per pensarci, e nonostante la situazione e il dispiacere per ciò che avevano scoperto, era sollevata per il fatto che John B ora sapesse la verità. In quel modo, forse, avrebbe smesso di fantasticare sul possibile ritorno di suo padre.
Improvvisamente, dopo lunghi attimi di silenzio, JJ si schiarì la gola. «Potete ricordarmi di quanto parliamo?» domandò cautamente, riferendosi alla Merchant.
«Quattrocentomilioni» rispose John B.
«Bene, ora parliamo di spartizione — li guardò uno ad uno — Prima di dire "in parti uguali", vi ricordo che sono l'unico che può difenderci da quei contrabbandieri che ci stanno dando la caccia. La protezione non costa poco» continuò, sventolando in aria la pistola.
Ophelia lo guardò. «Bisogna saperla usare, JJ. Non basta tenerla in mano e sparare colpi a caso» gli fece presente.
«Già, non sei preparato. Non hai fatto addestramento» concordò Pope.
«Youtube! Questo basta per meritarmi un 5% in più. Qualche obiezione? Io non credo — chiese, non ottenendo alcuna risposta — Sì, non sento niente, quindi...» si strinse nelle spalle.
«Che farai con i tuoi ottantamilioni, Pope?» chiese improvvisamente Kiara, curiosa.
Mise su un mezzo sorriso. «Ci pago un anticipo per il College. E anche i libri di testo. Costano molto» le rispose con sguardo sognante.
«Tu, Kie?» domandò Ophelia, guardandola.
«Sì. Cosa fa un socialista quando è ricco?» concordò il moro, strappandole una risatina.
«Voglio registrare un demo — si strinse nelle spalle con un dolce sorriso — Un demo reggae sulle Outer Banks. Sapete, vado pazza per Kingston. Lo registro nel mio studio, produzione Peter Tosh...» continuò.
«Peter Tosh è morto» le ricordò Pope.
«Questo lo so, Pope. Ma lo spirito di Peter Tosh non morirà mai» sorrise, alzando una lattina di birra in aria.
«Io so cosa farò — prese parola JJ, catturando l'attenzione — Mi comprerò una mega casa a Figure Eight e diventerò un Kook» annuì certo.
«Diventerai un Kook?» domandò Ophelia con un sorriso.
«Kook al 100%?» le diede corda Pope.
«Sì. Mi faccio fare una mia statua in marmo in un laghetto. Ci metto un sacco di pesci» continuò, strappando una risatina ai suoi amici.
«Tu che farai, Lia?» le domandò dolcemente Kie.
La rossa sospirò, incurvando le labbra all'insù. «Sapete che amo viaggiare. Probabilmente girerò il mondo e non farò che spedirvi cartoline» poi poggiò gli occhi su John B. «E tu, John Booker Routledge?» chiese, attirando l'attenzione del ragazzo che, per tutto il tempo, era rimasto in silenzio ad ascoltarli.
La guardò per qualche secondo prima di sorridere flebilmente. «A un futuro da Kook».
Tutti risero prima di alzare la propria birra in aria.
«A un futuro da Kook!»
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