005 la prima morte sfiorata
⸻ capitolo cinque ⸻
( la prima morte sfiorata )
Dormire quella notte era stato davvero difficile per Ophelia, che non aveva fatto altro che rivedere in loop la scena di Topper che affogava John B. Una parte di lei aveva davvero temuto il peggio, e credeva realmente che quel Kook sarebbe stato in grado di fare fuori il suo migliore amico. Negli anni c'erano stati numerosi litigi tra le due bande, e Ophelia era abituata a situazioni del genere, ma quella volta era stato diverso perché era stato John B a rischiare di morire, e se JJ non avesse tirato fuori la pistola, probabilmente Topper avrebbe finito ciò che aveva iniziato.
Non giustificava le azioni di JJ. Non avrebbe dovuto di certo sparare due colpi in aria, e tantomeno avrebbe dovuto portare e usare quella pistola, ma non se la sentiva di attaccarlo. Era evidente che fosse andato nel pallone e che il suo unico pensiero fosse stato quello di voler proteggere il suo migliore amico ad ogni costo. La rabbia aveva così preso il sopravvento e aveva agito senza pensare — come faceva sempre, comunque.
In ogni caso, dopo le vicende della sera precedente, tutti i ragazzi erano andati a dormire a casa propria, forse troppo provati e desiderosi di stare da soli. Sfortunatamente, il padre di Ophelia era a casa — in estate era solito trascorrere la maggior parte delle giornate con i suoi compagni di pesca, e spesso dormiva in barca con loro — e la ragazza si era sorbita la ramanzina sul fatto che non si facesse viva da prima dell'uragano, e che un comportamento del genere fosse inaccettabile.
Ophelia lo comprendeva, sul serio. Avrebbe potuto dare la colpa all'assenza della connessione, ma sapeva che anche se ci fosse stata, non si sarebbe fatta viva in egual modo. La verità era che quando si trovava con i suoi amici, dimenticava ogni cosa. Inoltre, le ultime vicende l'avevano tenuta più occupata del previsto. Si era quindi limitata a scusarsi e a dirgli che non l'avrebbe più fatto, il che era una bugia e ne erano consapevoli entrambi.
Eddie avrebbe voluto che ci fossero più regole e che sua figlia non fosse così tanto libera, prendendosi la briga di scomparire improvvisamente e tornare come se niente fosse. Ma una parte di lui si sentiva in colpa al solo pensiero di poterla "ingabbiare", anche perché era certo del fatto che la sua amata e defunta moglie non l'avrebbe mai fatto. Ophelia era uno spirito libero come lo era stata sua madre in passato, ed era stato quello che aveva fatto innamorare il giovane Eddie di lei. Si era messo nei guai tante volte a causa di quella ragazza dai capelli rossi, ed oggi erano i momenti a cui maggiormente si ritrovava a pensare con il sorriso. Quella donna lo aveva cambiato, reso migliore e libero, e i Pogues facevano sentire sua figlia nello stesso modo in cui Evelyn aveva fatto sentire lui in passato.
Oltretutto, era consapevole del fatto che Ophelia fosse in grado di badare a se stessa. Aveva cresciuto una bambina spigliata, furba, acuta e dal buon cuore, con dei sani principi e ideali, e che, soprattutto, non si sarebbe mai fatta mettere i piedi in testa.
E poi, in ogni caso, per quanto la preoccupazione lo mangiasse vivo ogni volta che lei spariva, Eddie era consapevole che lei e i Pogues si sarebbero sempre protetti vicendevolmente. Era l'unica cosa in grado di tranquillizzarlo.
Ma cosa potevano mai fare dei ragazzini oltre che scappare dalle guardie tra le risate, divertirsi insieme, bere e surfare?
Beh, Eddie Martin non aveva la minima idea di ciò che stessero combinando e cosa fosse realmente accaduto al birra party, e Ophelia era stata ben attenta a non dire nulla. Si era scusata, aveva fatto la doccia in modo da distendere i suoi nervi tesi e si era addormentata nel suo amato letto.
Quella mattina, poi, ignorando i postumi della sbornia, era corsa a casa Routledge, e ora tutti i Pogues si trovavano in giardino nel silenzio più totale. Kie batteva le mani sul bongo, Pope leggeva un libro, JJ tirava delle pietre, John B aveva lo sguardo rivolto verso un punto fisso e pensava alle parole che la Peterkin gli aveva detto quella mattina dopo essere andata a trovarlo, e Ophelia si distraeva con i suoi capelli, facendo un piccola treccia a una ciocca.
Quel fastidioso silenzio venne rotto proprio dal castano, che si rivolse ai suoi compagni. «Io mi chiamo fuori, ok? — disse — Peterkin dice che se sto alla larga dalla palude, mi aiuterà con i servizi sociali».
JJ mise su un sorriso divertito. «E tu le credi?»
«Sì, le credo, JJ» rispose con ovvietà.
«Quella è una poliziotta, John B» gli ricordò, assumendo un'espressione sconvolta. «Andiamo, credi ad una poliziotta?» domandò.
«Se sto lontano dalla palude per un paio di giorni, lei mi aiuterà. Di certo non mi aiuta il fatto che tu abbia sparato!» ribatté John B, visibilmente irritato.
«Tecnicamente l'ha fatto perché Topper ti stava... beh, uccidendo. Questo non giustifica il fatto che abbia sparato, ma credo che se non ti avesse salvato lui in quel modo, probabilmente ora non staresti parlando con noi» prese parola Ophelia, spezzando una lancia a favore del biondo.
Quest'ultimo la guardò. «Grazie, Lia! Almeno c'è qualcuno che ragiona qui» borbottò.
«Fai sul serio? Gli stai dando davvero corda?» John B assunse un'espressione incredula.
«Sto solo dicendo—»
JJ la interruppe. «Sta solo dicendo che forse avrei dovuto lasciare che Topper ti affogasse».
«Perché? Mi avrebbe affogato?» chiese il castano, che, per qualche strana ragione, credeva che Topper si sarebbe fermato.
«Decisamente» annuì immediatamente Ophelia.
«Già, sembrava proprio che lo avrebbe fatto. Ti sei visto allo specchio?» infierì JJ, indicando il volto ancora provato del loro amico, e, in particolare, l'ematoma all'occhio sinistro.
«Sì, vai, avanti, continua così» scosse la testa John B, guardando con fastidio il biondo.
Quest'ultimo si avvicinò a tutti loro. «Vincono sempre loro. I Kooks contro i Pogues. Sempre. Vincono sempre, maledizione!» ringhiò, dando un pugno ad una delle boe attaccate alla tettoia dello Chateau.
«Va tutto bene!» intervenne Kie.
«No, non va affatto bene! Per niente! Non vogliono che ci immergiamo nella palude perché lì sotto c'è qualcosa di valore, e tu lo sai bene, John B! So che lo sai!» JJ guardò il suo migliore amico prima di rivolgersi a Pope. «E capisco perché tu non vuoi andarci: sei il ragazzo prodigio, non vuoi rischiare. E tu... — disse a Kiara — insomma, tu sei già ricca. Perché dovresti farlo?» i suoi occhi si poggiarono su Ophelia. «Tu non vuoi far preoccupare tuo padre, lo capisco... Ma io e te, John, noi non abbiamo niente da perdere. Nessuno che si preoccupi per noi» gli si avvicinò, guardandolo con attenzione.
«A parte noi, intendi?» prese parola Ophelia, inarcando un sopracciglio. «Non vi manderò verso una probabile morte solo perché non avete nulla da perdere. Non da soli» chiarì.
JJ alzò l'angolo destro della bocca. «Sei dentro, quindi?» le domandò.
«Come lo sono da otto anni, a quanto pare» disse, lasciandosi andare ad un sospiro.
Onestamente, le metteva non poca ansia il solo pensiero di tuffarsi in quell'avventura senza dubbio pericolosa, ma il ragionamento di JJ sul fatto che loro perdessero sempre, non faceva affatto una piega. Inoltre, non avrebbe mai permesso che affrontassero qualcosa del genere da soli. Se dovevano farlo, dovevano farlo tutti insieme.
Il biondo tornò a guardare il suo migliore amico. «Bene... e tu John B? Niente da perdere! Niente di niente!» ripetette, cercando ancora di convincerlo.
«JJ...» sospirò il castano, probabilmente iniziando a cedere.
«E io so che un tempo non eri affatto così».
«Non ne voglio parlare. Non mi va».
«Quindi è tutto?» domandò deluso JJ, mettendosi davanti al suo migliore amico.
«Togliti di mezzo, JJ!» sbottò John B, spingendolo per toglierselo dai piedi.
Ma JJ non era intenzionato ad arrendersi e tornò all'attacco. «John B, ascoltami. Ho un piano. Hai le chiavi della barca dei Cameron, vero?».
«JJ, no—»
Lo fermò. «Lì c'è l'attrezzatura da sub. La prendiamo in prestito e scendiamo al relitto oggi pomeriggio. È lì la tua salvezza, capisci? I ragazzi ricchi non vanno mai in affidamento, giusto?» gli circondò le spalle con il braccio sinistro e lo guardò con un sorriso, consapevole di aver toccato il tasto giusto: la sua paura di andare in affidamento, o, peggio, in riformatorio.
JJ Maybank era la persona più persuasiva che Ophelia avesse mai conosciuto.
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Detto fatto e quel pomeriggio i Pogues si ritrovarono a bordo dell'HMS Pogue nella palude, dove, per inciso, era assolutamente vietato andare. John B aveva recuperato l'attrezzatura da sub dalla barca dei Cameron, e i ragazzi la stavano ispezionando mentre pensavano al fatto che di lì a poco avrebbero recuperato la merce di contrabbando che si trovava in quello stupido relitto — e, tra l'altro, non era neanche sicuro che ci fosse.
Ophelia afferrò una bombola, scuotendola lievemente. «Ti sei reso almeno conto che è vuota?» assunse un cipiglio, guardando John B.
«Cavolo, hai preso delle bombole vuote?» si allarmò Kiara.
Il ragazzo si grattò la nuca con imbarazzo. «Io... si» mormorò.
«Fantastico. Adoro quando un piano viene creato nei minimi dettagli ed è sicuro» ironizzò la rossa, passando una bombola alla sua amica. «Che dici?»
Kiara l'afferrò. «È piena per un quarto. Basterà per uno di noi» mise su un'espressione incerta.
«Ottimo» disse sarcasticamente Pope, scuotendo la testa.
«Sapete immergervi?» domandò la castana, ma nessuno di loro rispose. «Sul serio? Nessuno di voi?» continuò allibita.
«Non è una cosa da Kook?» chiese Ophelia, arricciando il naso.
«È decisamente uno sport da Kook» annuì JJ, confermando le parole della sua migliore amica.
«Beh, io ho letto qualcosa» disse poco dopo Pope.
La rossa lo guardò. «Hai letto qualcosa?» sperò che stesse scherzando.
«Perfetto! Qualcuno morirà» rise nervosamente Kiara.
JJ guardò la bombola mezza piena. «Insomma, si mette quel coso in bocca e si respira. Quanto potrà essere difficile?»
«Beh, vediamo... — Ophelia fece finta di pensarci — Considerando che si può morire, direi che non è proprio facile, non credi?»
Pope annuì. «Già, se risali troppo in fretta, l'azoto entra nel sangue e rischi un'embolia».
«Embolia come quando ti esce del gas dal...» JJ si piegò a novanta e ridacchiò sotto lo sguardo perplesso dei suoi amici.
«No, più come quando muori» rispose seccamente la rossa.
Smise di ridere. «Oh, ok» si risedette.
«D'accordo — John B prese parola — Posso farlo io».
«Sì, immergiti tu. Per me va bene» rispose immediatamente JJ, annuendo.
«E da quando esattamente sai immergerti?» chiese sarcasticamente Ophelia.
Lui scosse la testa. «Da mai, ma lo farò io, tranquilla» si limitò a dire, sicuro della sua decisione.
«Sul serio?» chiese Kie, visibilmente contrariata.
«Fammi fare qualche rapido calcolo — mormorò Pope — La barca si trova ad una decina di metri, giusto? Resterai venticinque minuti al massimo a quella profondità. Questo significa che dovrai fare tappa di decompressione a circa tre metri, chiaro? Per due minuti» lo guardò, serio in volto.
John B annuì. «Sì. Tre metri, due minuti» ripetette.
Kiara ruotò gli occhi al cielo prima di sfilarsi la maglia e gettarsi nel canale sotto lo sguardo confuso dei suoi amici.
«Beh, quando arrivi giù al relitto, guarda nella stiva. Infila questa dentro, gira e tira, ok?» JJ passò una specie di chiavetta a John B. «Mio padre tempo fa trafficava merce» aggiunse.
«Non è vero» scosse la testa il moro.
Kiara riemerse, prendendo parola. «Ehi, ho legato la maglietta alla catena dell'ancora a circa tre metri di profondità. Lì farai la tappa di decompressione» spiegò, risalendo sulla barca.
«Bene — annuì Pope — Tieni d'occhio questo. Controlla che ci sia abbastanza aria per decomprimere» si rivolse a John B, dandogli un monitor per la decompressione dell'aria.
«Ok, quanta ne serve?» domandò il castano.
«Non è chiaro. Respira meno che puoi» rispose.
«Zen» intervenne JJ. «Pensa zen, ok?» e John B annuì.
Ophelia smise di mordicchiarsi il labbro inferiore, ansiosa, e si guardò attorno. «Non per metterti pressione, ma non rimanere troppo lì sotto, d'accordo? In teoria non potremmo stare qua, e se ci beccano siamo—»
«Spacciati, esatto» concluse Pope per lei.
«Ricevuto».
Sotto lo sguardo di tutti, Kiara si avvicinò al ragazzo, schioccandogli un bacio sulla guancia. Nonostante la sorpresa iniziale, John B sorrise mentre i restanti tre si lanciarono una veloce occhiata.
«In culo alla balena?»
«In culo alla balena».
John B si gettò in acqua, e immediatamente i ragazzi presero posto. Nonostante avessero accettato di prendere parte a quel folle piano, era evidente che tutti loro fossero piuttosto agitati, anche JJ che lo aveva proposto. Dopotutto, il suo migliore amico si era appena gettato nel canale con una bombola mezza piena, e se non avesse rispettato i tempi di decompressione, avrebbe rischiato di rimanerci secco.
Nessuno di loro spiccicò parola sull'HMS Pogue, tutti con il pensiero rivolto al loro amico. Onestamente, speravano di non dovergli organizzare un ipotetico funerale — per un attimo si chiesero anche se avessero i soldi per farlo.
Ophelia prese a battere il piede sul fondo della barca, giocherellando con i bracciali che teneva al polso, almeno fin quando la sua attenzione non venne catturata da un rumore di sirene, che portò i ragazzi a sobbalzare spaventati.
«Cazzo, la polizia!» sussurrò Pope, agitato.
La ragazza sospirò. «Ditemi che è fottuto scherzo» si lamentò, e per un attimo credette che si stessero avverando le parole di Kiara sul pessimo Karma.
«Nessuno scherzo. È la polizia» annuì JJ, osservando la barca che, pian piano, si avvicinava a loro.
«Comportatevi normalmente» mormorò Kie, e, in risposta, Ophelia si infilò gli occhi da sole, cercando di mostrarsi il più disinvolta possibile.
«Salve, agenti».
«Salve».
«Tieni» Plumb passò una fune a Pope in modo che potesse legare le due barche affinché non si allontanassero a causa della corrente.
«Che state facendo qui? Lo sapete che la palude è chiusa?»
«Cavolo. Non lo sapevamo» mentirono Pope e JJ, scuotendo la testa.
«Già. Perché è chiusa?» domandò innocentemente Ophelia.
Shoupe la guardò. «Perché stiamo cercando una barca affondata. Avete visto niente?»
«No» risposero tutti insieme, e Ophelia lanciò un veloce sguardo all'acqua, sperando che John B non risalisse proprio in quel momento.
L'agente si guardò attorno. «Dov'è il vostro amico che è sempre con voi? È qui?» chiese ancora.
«È a lavoro» si affrettò a rispondere Kie.
Ophelia annuì. «Lavora tanto, lui. Dovrebbe imparare a riposare, ma è un ragazzo molto dedito al lavoro, sa'? Davvero tanto» sorrise.
«Mh... do un'occhiata alla vostra barchetta» disse improvvisamente Shoupe, salendo sulla loro barca.
Pope si spostò di lato. «Si, certo, prego. Se vuole controllare, controlli pure».
La rossa, nel frattempo, prese a mangiucchiarsi il labbro inferiore, certa del fatto che John B avesse terminato l'ossigeno. Fantastico.
Shoupe afferrò il giubbotto salvagente. «Di questo ne avete un altro?» domandò, guardandoli.
«Si, certo. È nella stiva» annuì JJ.
«Faglielo vedere, JJ» disse Kie, e il ragazzo fece come richiesto.
«Ecco qua» glielo mostrò, facendolo annuire.
I quattro si lanciarono una breve occhiata mentre Shoupe li osservò come un segugio, quasi come se, guardandoli così insistentemente, potesse scoprire qualcosa — forse, probabilmente, credeva fosse assurdo che loro, i combina guai per eccellenza, stessero facendo una semplice uscita in barca proprio nella palude.
Ciononostante, non aveva alcuna prova contro di loro, motivo per cui si voltò e tornò sulla sua barca.
«Stia attento. Potrebbe scivolare» disse Pope.
Ophelia aggrottò le sopracciglia nel momento in cui vide Shoupe osservare con attenzione l'acqua, e per un attimo si chiese se avesse visto John B — e se John B fosse vivo, soprattutto.
«Bella giornata, eh?» chiese improvvisamente, tornando a guardarli.
«Eccome, molto bella» risposero i ragazzi.
«Se mentre rientrate trovate qualcosa, fatecelo sapere».
«Lo faremo».
«Ce ne andremo presto, signore».
«D'accordo» concluse Shoupe prima di allontanarsi insieme a Plumb.
Quando fu abbastanza lontano, i quattro si sporsero immediatamente dalla barca, guardandosi attorno alla ricerca di John B — e non del suo cadavere.
«È rimasto sotto per un'infinità di tempo» disse Ophelia, ansiosa.
Pope annuì. «Avrà finito l'aria».
Proprio in quell'istante, John B riemerse, iniziando a tossicchiare. Nonostante fosse vivo, era evidente che si fosse allo stremo delle sue forze, e, lentamente, si avvicinò all'HMS Pogue.
«Eccolo!»
«Oh Dio, Cristo!»
«Non devi spaventarci così!»
JJ allungò la mano, aiutandolo a salire sulla barca. «Com'è andata laggiù?» domandò.
«Hai trovato qualcosa?» continuò Ophelia.
«Ho trovato qualcosa?» ripetette John B, guardandola con un sorriso prima di tirare fuori un borsone nero.
«Sì, evvai!» esultò JJ, battendo le mani.
Quando il castano riprese a tossire, Kie lo guardò. «Ehi, tutto ok?»
«Sì, ho finito l'aria» rispose.
«L'avevamo immaginato» sospirò Ophelia.
«Sì, è passata la polizia ma li ho sistemati» si vantò Pope.
«Ti sei perso lo spettacolo!» ridacchiò JJ.
«Ehi, ragazzi» disse improvvisamente Kiara, attirando la loro attenzione. «Barca a ore due» li informò.
«Cosa?» mormorò JJ.
Tutti si voltarono, osservando in lontananza la barca che, pian piano, si avvicinava a loro.
«La riconoscete?» chiese Pope.
Ophelia scosse la testa. «Mai vista prima, e non sembrano dei poliziotti — assunse un'espressione stranita — Ma la palude è chiusa. Che ci fanno qui?»
«Non lo so, ma non ho alcuna intenzione di scoprirlo» rispose John B. «JJ, sciogli la cima di prua» disse, e il ragazzo fece come richiesto.
«Non li aspettiamo?» domandò Pope, confuso.
Ophelia lo guardò come se fosse un cane a tre teste. «Aspettarli? Sei impazzito? Se la palude è chiusa, probabilmente sono qui per il nostro stesso motivo».
«Già, quindi no, non li aspettiamo» concordò John B.
«Andiamo via!»
«JJ, muoviti».
«Ragazzi non aspettatemi» disse JJ, tirando l'ancora a bordo.
John B lanciò un'occhiata alla barca. «C'è qualcosa che non mi piace» mormorò.
«Via, via, via! Ci vengono addosso!» gridò il biondo.
«Vai nella palude, John B!» esordì Ophelia, invitandolo a muoversi.
«Ci sto andando! Fate finta di niente!» rispose il castano, sterzando sulla sinistra.
«Ehi ragazzi, ci stanno seguendo» disse Kie dopo un po', assumendo un'espressione spaventata.
«Questa cosa non mi piace!»
«Forza, va' più in fretta».
«Ci sto provando!»
Ophelia spalancò gli occhi. «Hanno un fucile, ragazzi. Hanno un fucile!» strepitò, e una parte di lei si pentì profondamente di aver preso parte al piano di JJ — avrebbero seriamente dovuto imparare a dirgli di no, di tanto in tanto.
Improvvisamente, uno sparò squarciò il silenzio.
«Merda, ci stanno sparando!» urlò Kie, sull'orlo di una crisi isterica.
«John B, a terra!» gridò JJ prima di tuffarsi sul fondo della barca, seguito a ruota dai suoi amici.
Un altro sparo li fece sobbalzare.
«Oh mio Dio, moriremo!» gridò Pope.
Ophelia, schiacciata tra Kiara e JJ, mandò giù il groppo che le si era formato in gola, chiedendosi se realmente sarebbero morti a causa di quei due uomini che neanche conoscevano ma che, improvvisamente, avevano iniziato a sparare. Era evidente che il motivo fosse il relitto, e, più precisamente, il borsone che John B aveva recuperato, ma cos'aveva di così importante all'interno?
Onestamente, se scoprirlo significava morire, la ragazza preferiva non conoscere la verità. In ogni caso, in quel momento, con quei due alle calcagna, non poteva che andare alla ricerca di un modo che potesse fermarli. Se non li avessero quantomeno rallentati, sarebbero morti di lì a poco.
I suoi occhi azzurri si poggiarono sulla rete da pesca che si trovava a prua. Gattonando e tenendosi bassa per non farsi colpire dai continui spari, la raggiunse.
«Che diavolo vuoi fare?»
«Stai giù, Lia!»
«Non fare niente di stupido!»
Velocemente — e con la speranza che nessun proiettile la trafiggesse — si mise in piedi, afferrò la rete e la lanciò in acqua. Subito dopo, tornò ad abbassarsi, complice anche Pope che la tirò verso il basso.
La rete, come previsto, si infilò nel motore della barca dei due, facendolo inceppare. Si fermarono e smisero di sparare. L'HMS Pogue, invece, continuò ad allontanarsi, e i ragazzi si guardarono, chiedendosi se fosse realmente accaduto tutto quello.
Kiara, con gli occhi lucidi, guardò la sua amica. «Pensavo ti avrebbero sparato!» mormorò con voce tremante.
«La prossima volta che hai un'idea del genere, parlane prima con noi!» disse JJ, scuotendo la testa.
Improvvisamente, si guardarono tutti negli occhi e scoppiarono a ridere.
«È stato pazzesco!»
━━━━━
I ragazzi, fermi fuori lo Chateau, presero a guardare con insistenza il borsone nero che ancora non avevano aperto. In tutti loro era ancora ben presente la paura che avevano provato quando erano stati sparati da quegli uomini, e oramai avevano la certezza di essere finiti in qualcosa di grande, enorme.
Una parte di loro voleva abbandonare tutto e tirarsene fuori, in particolare perché non era per nulla piacevole essere sparati, ed erano certi che avrebbero provato quella sensazione altre volte se avessero continuato a percorrere quella strada. Ciononostante, ora avevano recuperato quel borsone nero, rischiando di essere scoperti dalla polizia e rischiando di morire, e il minimo era scoprirne il contenuto.
«Beh, cosa pensate che contenga?» Kiara ruppe quel silenzio, guardandoli.
John B si strinse nelle spalle. «Non lo so, forse soldi» ipotizzò.
«O un paio di chili di droga che valgono quanto un'automobile» ridacchiò JJ, contagiando tutti loro.
«Possiamo aprire il borsone?!» disse agitato Pope, ricevendo uno sguardo sorpreso dai suoi amici.
Ophelia sorrise. «Un rarissimo scoppio emotivo. Complimenti, amico» gli diede una pacca sulla spalla.
«È che mi state uccidendo con le vostre supposizioni. Aprite quel borsone e basta» si giustificò il ragazzo.
«Ok, ok» annuì John B.
Subito dopo, sotto lo sguardo impaziente di tutti, aprì il borsone. Ne tirò fuori una strana capsula del tempo che, una volta svitata, rivelò... una bussola?
I ragazzi si guardarono sconvolti, chiedendosi se davvero avessero rischiato di morire per una dannata bussola.
«Oh, wow, ma certo. Bel lavoro ragazzi» commentò sarcasticamente Pope.
«Abbiamo trovato una bussola» mormorò Ophelia, perplessa.
JJ, esasperato, si sfilò il berretto, stringendolo con forza. «E allora? Non vale niente!» ringhiò.
John B continuò a stringere quell'oggetto fra le mani, rigirandoselo e sorridendo lievemente. Quando i suoi occhi presero a inumidirsi, Ophelia aggrottò le sopracciglia.
«Ehi, che ti prende?» domandò confusa, avvicinandosi al ragazzo.
«Era di mio padre».
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