003 laboratorio di metanfetamina
⸻ capitolo tre ⸻
( laboratorio di metanfetamina )
I Pogues giunsero poco dopo al motel di cui avevano recuperato le chiavi. Man mano che si avvicinavano al molo con la barca, assumevano sempre di più un cipiglio e un'espressione stranita alla realizzazione che quel motel fosse probabilmente il posto più sporco, orribile e nauseante mai visto prima. Aveva tutto l'aspetto di essere un covo di drogati, un ritrovo di persone per nulla raccomandabili, e sembrava piuttosto impossibile a tutti loro che lì potesse vivere qualcuno con un Grady-White. Si aspettavano un motel di lusso, non una catapecchia.
«Sembra l'inizio di un film horror» mormorò Ophelia, assumendo un'espressione disgustata.
JJ concordò. «È peggio dello Chateau» e, per intenderci, ce ne voleva per essere peggio dello Chateau.
«Questo posto fa schifo» disse Pope, ancora dubbioso circa ciò che avrebbero fatto di lì a poco.
«Più che un motel, sembra un laboratorio di metanfetamina» aggiunse anche Kiara, guardando la catapecchia.
«A me non sembra il posto adatto a qualcuno che ha un Grady-White» esordì John B.
Ophelia annuì. «Già, sembra più il posto che ospita qualcuno che ha intenzione di uccidere uno che ha un Grady-White».
«Arrivati! — esclamò improvvisamente JJ — È il capitano che vi parla. HMS Pogue pronta all'attacco!» urlò, raggiungendo la terraferma con un salto e ancorando la barca al suolo.
«Cosa non capisci della frase "dobbiamo essere discreti"?» Kiara gli lanciò un'occhiataccia.
«Già. Urlare in questo posto non è il massimo dell'intelligenza» concordò la rossa, abbandonando la barca e sgranchiendosi le gambe.
John B si avvicinò a loro. «Ok, ragazzi. O la va o la spacca» li guardò attentamente, facendoli annuire.
«Io e Kie facciamo il palo — disse Pope prima di poggiare gli occhi su Ophelia — E Lia, ti prego, tieni d'occhio JJ. Assicurati che non combini guai e non faccia stupidaggini» quasi la supplicò.
Lei sospirò. «Ci posso provare, ma—»
«Ma JJ è imprevedibile» conclusero all'unisono con una risatina.
Era vero. JJ Maybank era la persona meno prevedibile che esistesse. A volte Ophelia avrebbe tanto voluto entrare nella sua mente per vedere se ci fosse un minimo di buonsenso e di serietà, ma probabilmente conosceva già la risposta. Quel ragazzo era una bomba ad orologeria, una mina vagante pronta ad esplodere da un momento all'altro. Di conseguenza, tenerlo a bada era davvero impossibile soprattutto per un motivo: difficilmente dava retta a qualcuno.
«Ehi, chiariamo una cosa: non ho bisogno di una babysitter o di una balia» disse infastidito il biondo, guardando entrambi con un cipiglio.
«Come no, andiamo, dai» Ophelia rise, dandogli una pacca sulla spalla.
Prima che potessero incamminarsi verso il motel, la voce di Kiara li fermò. «Sta' attento — disse a John B, passandogli le chiavi del motel — Dico sul serio» aggiunse con l'espressione di chi non accettava repliche. Un'espressione che non aveva mai avuto prima.
JJ e Ophelia si lanciarono un'occhiata di chi aveva capito tutto. John B, invece, la guardò quasi sorpreso e perplesso allo stesso tempo, non comprendendo il motivo di tutta quella preoccupazione. Ciononostante, lievemente imbarazzato, annuì.
Poi si girò verso i suoi due amici di missione. «Forza, andiamo».
Loro si limitarono ad annuire e camminarono verso il motel, imboccando le scale che li avrebbero portati alle varie stanze. Quella che cercavano era la ventinove.
Improvvisamente JJ si aggrappò alle spalle di John B e gli accarezzò il volto. «"Stai attento, John"» cercò di imitare malamente la voce di Kie.
«Sei inquietante!» il castano lo spinse via, scrollandoselo di dosso.
«Inquietante sì, ma diamine, ha fottutamente ragione!» esclamò Ophelia, ripensando alla scena a cui avevano assistito poco prima.
«Già. Che cos'era esattamente?» domandò JJ.
John B si strinse nelle spalle. «Non lo so. Magari vuole che stiamo attenti» rispose semplicemente.
«O sei stupido o sei sei stupidamente ingenuo» lo guardò Ophelia. «Quello significava altro, e, inoltre, a me e a JJ non ha detto nulla» fece presente.
«Era implicito, no?» domandò ingenuamente.
Lei inarcò un sopracciglio. «Fai sul serio?»
«Da quando ha saputo che hanno minacciato di esiliarti, è tutto un "sta' attento, John B, promettimi solo questo" — JJ riprese parola, tornando a prenderlo in giro — Ma quando ti decidi a provarci?» aggiunse, guardandolo come se fosse uno sciocco.
«Conosci le regole. Niente accoppiamenti tra Pogues» ricordò John B, facendo ruotare loro gli occhi al cielo. «E poi non ci provi sempre tu con lei?» continuò.
«JJ non conta. Lui ci prova con tutte. Ci proverebbe anche con i sassi se fossero dotati di un apparato riproduttivo femminile» fece presente Ophelia, scuotendo la testa.
«Certo che ci ho provato — annuì come se fosse la cosa più ovvia del mondo — È uno schianto, ricca e hippy che perde tempo con noi. Perché? Non lo so, non lo capisco, ma chi se ne frega. So che quella porta è chiusa perché ci ho provato, e tu?»
Il castano scosse la testa. «Ti serve aiuto. Non un piccolo aiuto. Te ne serve molto. Perché per te va bene ogni ragazza, basta che respiri e tu ci provi» gli rispose. «Anche con Lia. L'hai portata così tanto allo sfinimento che è alla fine è venuta a letto con te».
«Due volte» sorrise orgoglioso JJ.
«Prima cosa, sono qui» fece presente la rossa. «E seconda cosa, ero consenziente nonostante fossi ubriaca. Di certo non ci sono finita a letto perché ero stufa del fatto che ci provasse» chiarì.
Il biondo concordò. «Non vedo quale sia il problema. Insomma, Lia è super sexy, è folle, e siamo praticamente cresciuti insieme. Sai, zero imbarazzo tra di noi» si strinse nelle spalle.
«Sì. E poi so che la regola serve a non compromettere il nostro rapporto, ma posso esprimere tutto il mio disaccordo per il fatto che esista?»
«No, non puoi perché è essenzi— Ventinove!» John B fermò le sue stesse parole nel momento in cui individuò la porta che cercavano.
«Bene, entriamo direttamente oppure—»
«Sono la cameriera!» disse stridulamente JJ, bloccando la domanda di Ophelia e battendo le nocche sulla porta.
La rossa annuì. «Beh si, va bene anche questo, suppongo» mormorò fra sé e sé.
Nel momento in cui nessuno rispose, John B guardò i suoi amici. «Allora? Ci proviamo?» chiese conferma in loro.
«Proviamoci» annuirono.
Subito dopo, aprì la porta con le chiavi recuperate dal relitto.
«Non c'è nessuno. Niente corrente o telecamere. Non lo saprà nessuno» disse il biondo.
Quando entrarono nella camera, si guardarono attorno. Era vuota, proprio come avevano ipotizzato. C'erano due letti da una piazza e un borsone nero poggiato sul primo.
«Mh ok... — mormorò John B prima di rivolgersi ad Ophelia — Controlla il borsone e vedi se c'è un nome» le disse.
La ragazza annuì, facendo come richiesto e iniziando a frugare all'interno del borsone. A quanto pareva, non c'era alcun nome e niente di realmente essenziale. «Ci sono solo delle ciabatte, dei jeans... Oh, e delle New Balance. Probabilmente ha sopra i cinquanta».
«Qui c'è una giacca. Nessun nome, ma è carina» disse JJ prima di avvicinarsi al comodino, sul quale c'erano numerosi fogli sparsi. «Venite a vedere. Forse sono andati a pesca qui» indicò un post-it giallo sul quale erano state scritte delle coordinate.
John B scosse la testa. «No, è fuori dalla piattaforma continentale. Le onde sono alte. Nessuno pesca lì».
Ophelia continuò ad osservare quei fogli nel tentativo di scorgere qualche particolare: un nome, un numero di telefono... ma tutto ciò che vide fu un foglio con su scritti cinque numeri a caso: 6,1,6,6,6.
Scosse la testa, rimettendo il foglio al suo posto e continuando a guardarsi attorno con l'aiuto della torcia che stringeva nella mano.
«Caffè... — mormorò JJ — Fazzoletti di carta per quando ti senti solo» disse ancora.
Ophelia si lasciò sfuggire una risata. «Sembra tu sia molto informato a riguardo» lo prese in giro.
«Ah-ah, divertente» borbottò.
«Hai trovato qualcosa?» domandò John B nel momento in cui JJ entrò nel bagno.
«Una fantastico kit ormeggio che non mi lascerai rubare».
«Sì, perché non ruberemo un cazzo».
Ophelia, che conosceva JJ come le sue tasche, lo illuminò con la torcia, guardandolo mentre infilava qualcosa nella tasca del costume. Il ragazzo, sentendosi osservato, si voltò, chiedendole con lo sguardo di non dire nulla a John B. Lei, in risposta, ruotò gli occhi al cielo, ma decise di stare in silenzio.
«Che hai trovato?» chiese poco dopo la rossa, osservando John B accovacciato a un mobile che, a quando pareva, conteneva una cassaforte.
«Beh, tirare numeri a caso funzionerà di sicuro» disse ironicamente JJ nel momento in cui lo vide tentare varie combinazioni.
Improvvisamente, Ophelia spalancò gli occhi. «Aspetta! — esclamò — Sei, uno, sei, sei, sei. Prova questi» disse agitata, ricordandosi del foglio che aveva trovato poco prima.
Forse non erano proprio numeri a caso.
Mentre ignoravano JJ, che diceva qualcosa sul fatto che sua cugina andasse a pesca di pesci spada, ecco che la cassaforte si aprì. I due amici si scambiarono uno sguardo e un sorriso, rimanendo al dir poco allibiti nel momento in cui trovarono alcuni malloppi di soldi e una fottuta pistola.
«Oh cazzo» mormorò John B, afferrando uno dei tanti mazzi di soldi presenti.
«... insomma, avete presente le secche?» continuò JJ, che non si era reso conto della situazione.
«Ehi — lo richiamò Ophelia — Smettila di parlare di tua cugina e guarda quanti soldi ci sono qui».
A quelle parole, JJ si precipitò da loro, ma anziché prestare attenzione ai soldi, prestò attenzione alla pistola. I suoi occhi brillarono prima che l'afferrasse e la stringesse. «È una Sig Sauer!» esclamò felice.
«JJ, avevo detto i soldi, non la pistola!» disse a denti stretti Ophelia, guardandolo come se fosse un cane a tre teste.
John B assunse un'espressione seria. «Ehi, mettila giù, JJ. Ora».
Lui, in risposta, continuò a muovere l'arma come se fosse un innocuo giocattolo. «Guardate quanto è figa! Un ferro costosissimo!» iniziò a puntarla in giro per la stanza, facendo dei versi con la bocca come se stesse sparando.
«Ti ha dato forse di volta in cervello?» chiese la rossa, perplessa.
«Senti, basta! Non ruberemo niente!» John B lo afferrò per la maglia, facendolo fermare.
JJ se lo scrollò di dosso. «Fatemi una foto. Così» si mise in posa mentre i suoi amici si lanciarono uno sguardo sconvolto.
«Oh, vuoi una foto?» chiese il castano, sperando di aver sentito male.
«Sì, sì, dai» annuì vigorosamente, continuando a cambiare posa.
«Smettila di fare il cazzone, JJ. Non è un giocattolo, e di certo non è nostra» cercò di fargli capire Ophelia.
Non solo si trovavano nella camera di uno sconosciuto, ma il peggio che potessero fare era rubare qualcosa, addirittura una pistola. Non sapevano chi fosse quel tizio, ma il fatto che possedesse un'arma non era di certo da ignorare.
«Ti serve una prova incriminante? È questo che vuoi?» riprese parola John B.
Improvvisamente, l'attenzione di Ophelia fu attirata da un rumore che le fece spalancare gli occhi.
«Ehi, avete sentito?» chiese preoccupata prima di avvicinarsi alla finestra e spostare di poco la tenda. «Cazzo, c'è la polizia!» disse agitata, voltandosi di nuovo verso i suoi amici.
I due si zittirono e si bloccarono, e per un attimo furono tutti e tre incapaci di muoversi. Furono poi travolti dall'ansia nel momento in cui sentirono bussare forte alla porta. «Polizia! Contea di Kildare!»
«Merda, se non ci arrestano oggi—»
«Lia, ehi» John B si avvicinò alla ragazza, indicandole la finestra. «Va' per prima, ok? Non ci arresteranno. Non abbiamo fatto nulla» le disse dolcemente.
Ophelia avrebbe voluto ribattere e dire che anche se non avevano fatto nulla, non giocava di certo a loro favore trovarsi nella stanza di una persona che non conoscevano. Persona che, tra l'altro, probabilmente era anche morta dato che la sua barca si trovava nella palude — a meno che le chiavi non fossero state di qualcun altro.
In ogni caso, se la polizia li avesse trovati, di certo non avrebbe stretto loro la mano.
Ciononostante, decise di non rispondere e si limitò ad annuire prima di uscire dalla finestra e ritrovarsi sulla tettoia. Si spostò verso sinistra, nascondendosi dietro il muro. Subito dopo, fu raggiunta da JJ, che si mise al suo fianco mentre John B si nascose dietro il muro a destra.
Tutti si zittirono nel momento in cui sentirono la porta della camera aprirsi, e si appiattirono contro il muro. Istintivamente, Ophelia afferrò il braccio di JJ, quasi conficcando le unghie nella sua carne a causa dell'ansia. Il ragazzo, in risposta, le lanciò una veloce occhiataccia, ma lasciò che lo stringesse.
La rossa sospirò, abbassando lo sguardo e rimanendo sconvolta nel momento in cui vide l'impugnatura della pistola uscire dalla tasca del costume di JJ.
«Ma che diavolo hai fatto?» disse a denti stretti, dandogli una gomitata e indicando la pistola.
Lui seguì la traiettoria del suo sguardo, decidendo poi di non rispondere sia perché non sapeva come giustificarsi, sia perché nella stanza c'erano ancora i poliziotti.
Dopo qualche secondo, John B allungò di poco il collo per controllare la situazione, ritornando immediatamente a nascondersi nel momento in cui si sentì un forte tonfo. Un tonfo provocato dalla pistola che cadeva e che sbatteva violentemente sulla tettoia di ferro prima di precipitare a terra.
Ophelia spalancò gli occhi, certa al cento per cento che sarebbero stati catturati, e anche certa che avrebbe ammazzato JJ — e sicuramente John B l'avrebbe aiutata.
La tapparella venne alzata, e la rossa sentì il respiro quasi mancarle, almeno fin quando non venne richiusa.
«Bene, andiamo. Non c'è nessuno».
La ragazza rilasciò un sospiro di sollievo prima di dare uno scappellotto a JJ.
C'era mancato davvero poco.
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«Posso dire che è stato divertente?» domandò JJ con un sorrisetto nel momento in cui salirono tutti sull'HMS Pogue.
Ophelia inarcò un sopracciglio. «No, non puoi dirlo, JJ. Stavamo per essere visti. Se fosse successo—»
«Ma non è successo, Lia. Non è successo» il biondo le passò un braccio attorno alle spalle. Poi guardò Kie e Pope. «In ogni caso, potevate avvertirci un po' prima» disse.
«Volevamo, ma Pope era nella squadra di matematica» rispose la ragazza.
«Squadra di matematica?» domandò il biondo, confuso.
John B, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, prese parola. «Hanno preso tutto come se fosse la scena di un crimine» rifletté.
«Forse è una scena del crimine — disse Ophelia — Insomma, se il possessore del Grady-White è davvero quello che vive qui... beh, di certo non è positivo il fatto che la sua barca si trovi sott'acqua».
«Dici che è... morto?» mormorò il castano.
Lei si strinse nelle spalle. «Non lo so, forse» si mordicchiò il labbro inferiore.
«Beh, avete trovato qualcosa?» domandò Pope, intromettendosi.
«Abbiamo trovato qualcosa? No, non credo — JJ tirò fuori la pistola e un mazzo di soldi — Oh, aspetta, sì!» sghignazzò felice.
«Ma che diavolo!» sbottò il moro alla vista dell'arma. «Non avresti dovuto controllarlo, Lia?» le puntò l'indice contro, ancora sconvolto.
«Non avevo idea che avesse preso la pistola. Me ne sono resa conto dopo» si giustificò, alzando le mani a mo' di difesa.
Pope sospirò esausto, indicando poi i soldi. «E perché hai preso quello dalla scena di un crimine?» chiese ancora.
«Beh, meglio a noi che agli sbirri» rispose il biondo con nonchalance, rimettendoli in tasca.
«Perderò la borsa di studio» scosse la testa con angoscia, abbassando il capo.
«Ehi, ehi... sh, sh, sh — JJ gli andò vicino, passandogli il braccio attorno alle spalle — Hai sempre noi, giusto?» continuò, guardandolo con un sorriso.
«Sto vivendo un incubo!» rispose Pope, allontanandosi da JJ e certamente vicino ad una crisi isterica.
Ophelia scosse la testa, divertita. Spesso Pope era davvero molto drammatico, ma riusciva a comprenderlo. Essendo un Pogue, avrebbe perso la borsa di studio al primo errore, ma era sicura di una cosa: non avrebbero mai permesso che ciò accadesse.
Erano i primi a fare il tifo per lui.
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Poche ore dopo, i ragazzi scoprirono che il Grady-White trovato nel canale apparteneva a Scooter Grubbs, che era stato trovato morto da un uomo che, immediatamente, aveva avvisato la Guardia Costiera e la polizia. In quel momento i ragazzi si trovavano sotto un tendone, intenti a osservare il cadavere di Scooter che veniva portato via su una barella.
«È uscito in barca durante la tempesta. Ho fatto una foto, guardate — prese parola una ragazza che si trovava lì con loro, girando il telefono verso i cinque Pogues — È il cadavere» disse ancora, con un tono che sembrava essere anche divertito.
«Sei pazza» mormorò Kie, guardando la foto.
«Porca troia» sussurrò Pope.
«Stanno cercando tutti la sua barca. Un Grady-White nuovo di zecca» continuò la ragazza, e i Pogues si lanciarono un'occhiata a quella risposta.
«Beh, speriamo lo trovino, allora» disse Ophelia con un sorriso falso.
Sospirò. Stavano senza dubbio entrando in qualcosa di più grande di loro.
Nel prossimo capitolo c'è il primo incontro tra Rafe e Ophelia 😭😭
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