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002 il relitto sommerso

capitolo due
( il relitto sommerso )





Agatha si stava preparando ad arrivare, e no, Agatha non era una persona, ma un uragano che avrebbe attraversato tutta l'isola e avrebbe provocato la devastazione sulla sua scia. Come avevano fatto a capirlo? Beh, la pioggia scendeva ininterrottamente e violentemente da ore, e le onde del mare avevano iniziato ad agitarsi, sintomi di un'imminente tempesta. Per chi era nato e cresciuto nelle Outer Banks, era certamente facile riconoscere quei segnali.

Ovviamente, nessuno sano di mente avrebbe anche solo pensato di uscire di casa con quelle condizioni meteorologiche al dir poco avverse. Anzi, si erano già tutti rintanati nella propria abitazione, chiudendo gli infissi e pregando affinché Agatha non distruggesse tutto.

Beh, nessuno sano di mente a parte John B e Ophelia, che si erano svegliati allo Chateau con un desiderio ardente di cavalcare quelle onde al dir poco maestose — oltre che per il fatto che non avessero alcuna voglia di sentire JJ durante il suo amplesso con una ragazza di cui probabilmente non conosceva neppure il nome.

Avevano trascinato con sé il povero Pope, che li seguiva mentre stringeva la tavola da surf sotto il braccio. Inutile dire che non fosse per nulla convinto di ciò che stessero per fare.

Ophelia si fermò, osservando il mare agitato. Ad una persona normale avrebbe senza dubbio spaventato un mare del genere, ma per chi aveva assistito a numerosi uragani, quello era solo uno dei tanti.

«Quelle onde sono enormi. Almeno quattro metri» prese parola la ragazza, ignorando la fastidiosa pioggia che le cadeva addosso.

«Quattro metri?» ripetette Pope, spalancando gli occhi e assumendo un'espressione tipica di chi avrebbe solo desiderato girare i tacchi e tornare a casa.

I suoi occhi, poi, si poggiarono sul cartello che era stato affisso:

"Spiaggia chiusa. Causa uragano"

Successivamente, scosse la testa vigorosamente. «No, ragazzi. Quelle non sono onde cavalcabili. Torniamo indietro» disse categorico, guardando i suoi due amici nella speranza che lo ascoltassero.

Ovviamente, non lo ascoltarono — era uno dei motivi per cui spesso finivano nei guai — e, ridendo elettrizzati, corsero verso il mare agitato e in tempesta, tuffandosi nell'acqua gelida e venendo immediatamente travolti da una violenta onda.

Quando risalirono in superficie, i due si lanciarono una complice occhiata prima di allontanarsi con le tavole, cercando, poi, di domare quelle onde maestose e per nulla cavalcabili. Per quel motivo, infatti, furono nuovamente travolti.

«Merda!» imprecò John B, riemergendo e cercando Ophelia con lo sguardo per assicurarsi che stesse bene. «Lia!» urlò preoccupato nel momento in cui non la vide.

Poco dopo, ecco che anche lei tornò in superficie. «Dovremmo imparare ad ascoltare Pope. Per quanto sia divertente, non sono per nulla onde cavalcabili» ridacchiò, aggrappandosi alla sua tavola.

«Eviteremmo la metà dei problemi» concordò il castano.

Successivamente, decisero di avvicinarsi alla riva e di rimanere seduti sulle tavole, osservando il mare agitato.

«Sai che Agatha distruggerà tutto e probabilmente ci costringerà a lavorare per l'intera estate?» chiese retoricamente la ragazza, giocherellando con l'acqua.

John B arricciò il naso. «Già. È così che funziona la vita dei Pogues, no?» fece una risatina.

«Decisamente — annuì prima di sospirare — Beh, almeno c'è una cosa positiva» sorrise.

«Sì? Quale?» chiese curioso e divertito.

«Che i servizi sociali non ti faranno visita domani grazie ad Agatha!» esclamò con ovvietà, battendo le mani come una bambina allegra.

Il castano la guardò con un sorriso prima di annuire. «Sai? Sì, credo che sia una cosa piuttosto positiva non finire in affidamento» concordò. Poco dopo, riprese parola. «Hai mai desiderato essere una Kook?» le domandò.

Lei inarcò un sopracciglio. «Scherzi? Decisamente sì — rise — Abitare in una villa lussuosa, avere una cassaforte piena di soldi, trascorrere i giorni estivi su uno yacht senza dover lavorare. Insomma, mi piacerebbe avere una vita da Kook ma con l'animo da Pogue, capisci? Non cambierei il modo in cui sono fatta» lo guardò.

Ophelia era un'orgogliosa Pogue e amava la sua vita, questo era risaputo. Ma quale persone sana di mente avrebbe scelto la povertà alla ricchezza? Insomma, sarebbe stata una gran bugiarda se avesse detto di non voler condurre una vita da Kook. Certo che lo voleva, ma rimanendo comunque una Pogue con sani ideali, principi e con l'animo da ribelle. Semplicemente una Pogue ricca, ecco.

John B incurvò le labbra all'insù. «Certo che— Ma che cazzo...» spalancò gli occhi, guardando un punto esatto nel mare.

La rossa aggrottò le sopracciglia, seguendo la traiettoria del suo sguardo e rimanendo incredula nel momento in cui vide una barca che veniva mossa violentemente dal mare agitato.

«Chiunque si trovi lì dentro, sta rischiando grosso» mormorò la ragazza, assumendo un'espressione preoccupata.

A quelle parole, il castano poggiò gli occhi su Pope, che in lontananza li guardava con un cipiglio. «Anche noi che stiamo surfando — fece presente — Dai, andiamo».

La ragazza annuì prima di voltarsi per raggiungere Pope, che era già pronto a fare loro la paternale.

━━━━━

Come avevano ipotizzato, Agatha non era stata per nulla gentile, e quella notte Ophelia aveva davvero temuto che lo Chateau venisse fatto in mille pezzi dall'uragano, dal vento e dai lampi. Fortunatamente, nonostante la preoccupazione, era riuscita ad addormentarsi, abbracciando con forza il cuscino di John B, che invece aveva dormito in salotto con JJ.

Senza dubbio, i due erano quelli che trascorrevano più tempo a casa del loro amico. Maybank perché avrebbe dormito perfino sotto un ponte se questo avesse significato non tornare a casa. Ophelia, invece, era semplicemente abituata a farlo, e anche suo padre oramai non si arrabbiava più per il fatto che trascorresse tutto quel tempo con quei due ragazzi, dormendoci anche insieme la maggior parte delle sere — dopotutto, erano otto anni che conosceva John B e JJ.

O forse si era solo arreso, consapevole che non l'avrebbe ascoltato.

Quando Ophelia si svegliò quella mattina, si mise seduta sul letto e si stiracchiò. Prima di abbandonare la stanza, infilò i pantaloncini di jeans, e, dopodiché, raggiunse il salotto, trovando JJ ancora intento a dormire sul divano in una posizione che lo faceva sembrare quasi tenero e innocente — almeno per chi non lo conosceva.

«Nessun segnale e zero corrente» sentì dire da John B, che uscì dalla cucina con una smorfia in volto.

In risposta, Ophelia andò alla ricerca del suo cellulare, arricciando il naso quando si rese conto del fatto che non ci fosse connessione.

«Nessun segnale e zero corrente qui, vuoi dire — lo corresse — A Figure Eight hanno i generatori di emergenza» fece presente, stringendosi nelle spalle.

«Già» annuì John B prima di dare una pacca sul sedere a JJ. «Ehi, amico, sveglia».

Lui, in risposta, seppellì la testa sotto il cuscino. «Ho la polio, non posso camminare» disse con la voce impastata dal sonno.

Ophelia scosse la testa divertita, poggiando poi gli occhi su John B. «C'è qualcosa di commestibile in questa casa?» domandò, desiderosa di mettere qualcosa sotto i denti.

Il castano assunse una finta espressione pensierosa prima di scuotere la testa. «Sai? No, non credo».

«Certo, immaginavo — ridacchiò — Sei già uscito a controllare i disastri di Agatha?» chiese ancora.

John B negò nuovamente prima di farle cenno di seguirlo. Aprì la porta dello Chateau e insieme uscirono dall'abitazione, assumendo un'espressione esasperata nel momento in cui videro un albero praticamente sradicato ai loro piedi.

Agatha l'aveva combinata grossa, quella volta.

«Non mi piace. Non mi piace per niente» mormorò John B, stringendosi nervosamente una mano fra i capelli e scuotendo la testa.

Ophelia sospirò. «Bene, quest'estate si lavorerà, a quanto pare» mise su un sorriso quasi isterico.

I due si allontanarono dalla veranda, camminando in direzione dell'HMS Pogue, seppellita da erbe, piante e ramoscelli.

«Che dici? Possiamo provare a rimettere a posto, ma non ci vorrà poco» disse la rossa, inclinando il capo.

Prima che John B potesse risponderle e concordare, fece la sua comparsa JJ. «Agatha si è data da fare, eh?» domandò retoricamente, fermo in veranda a bere della birra.

«Eccome» rispose l'amico, frustrato.

«Happy hour?» chiese Ophelia, indicando la birra con un cenno del capo prima di lanciare una veloce occhiata al suo petto nudo e ben palestrato, conseguenza dei tanti lavori che quotidianamente svolgeva.

JJ alzò l'angolo destro della bocca. «Da qualche parte nel mondo è di certo l'happy hour» abbandonò la veranda e camminò verso di loro. Poi si rivolse a John B, che ancora toglieva le erbacce dalla barca. «Allora? Che ne pensi?» domandò.

«Penso che l'onda di tempesta abbia spinto tutti i granchi verso le paludi, e che i pesci andranno a caccia di granchi» rispose, mettendo su l'espressione di chi la sapeva lunga.

«L'incontro con i servizi sociali non era oggi?» chiese ancora il biondo.

«Beh, non prenderanno mai il traghetto dopo tutto questo — fece presente Ophelia, indicando i disastri attorno a loro Ragazzo fortunato» scherzò.

John B accennò un sorriso. «Sapete cosa ci sta dicendo Dio?» domandò furbamente.

La rossa inarcò un sopracciglio. «Che hai forse fumato erba?»

«Senza di noi?» JJ assunse una finta espressione indignata.

«Ci sta dicendo di pescare!» ignorò entrambi, battendo poi la mano sulla barca. «Che ne dite?» chiese, nonostante sapesse che la domanda fosse inutile e che la risposta fosse scontata.

JJ e Ophelia si scambiarono un'occhiata complice, e dopo pochi minuti, il trio era già riunito sull'HMS Pogue, intenzionato a raggiungere i moli in cui avrebbero recuperato Pope e Kiara. Dopo che Agatha aveva messo tutto sottosopra, perché non andare a pescare nella palude?

«Salve, buongiorno!»

«Buongiorno, come va?»

Ophelia amava con tutta se stessa gli abitanti del Cut, sul serio. Persone che nonostante avessero perso quel poco che avevano a causa di Agatha, continuavano a sorridere, a mostrarsi felici e a salutare con allegria i tre ragazzi sulla barca, che ricambiavano mentre osservavano i disastri causati dall'uragano.

«La barca di Guffy è affondata. Neanche lui è assicurato» disse JJ nel momento in cui passarono di fianco ad una serie di barche.

Ophelia alzò gli occhiali da sole che aveva indossato poco prima, poggiandoli sui capelli e individuando il gruppo di donne ferme sul molo davanti al quale stavano passato.

«Salve, signorina Amy. Avete resistito?» le domandò John B, salutando la donna con un sorriso.

Lei annuì. «Siamo ancora qui, ragazzi».

«Avete visto come mi ha guardato?» chiese con orgoglio JJ, lanciando una veloce occhiata alla donna prima che la superassero con la barca.

«Ho visto» gli diede corda il castano.

La rossa soppresse una risata. «Vi fate per caso entrambi di allucinogeni, ragazzi? chiese divertita, guardando poi JJ Mi dispiace, Amy non ti avrà neanche notato» mise su una finta espressione triste.

«Oh, non fare la guastafeste, Lia» poi sorrise maliziosamente. «O forse dovrei dire "non fare la gelosa?". Insomma, c'è abbastanza JJ per tutte» disse con lo stesso tono di chi voleva tranquillizzare qualcuno.

«Sai quanto poco siano interessanti le cose che possono avere tutti?» lo prese giocosamente in giro, e JJ fece finta di ricevere un proiettile al petto.

«Colpito e affondato. Colpito e affondato» ripetette, scuotendo la testa con indignazione e strappando una risatina alla sua migliore amica.

«Ehi, ragazzi John B li richiamò, interrompendo il loro momento di ilarità Guardate qui...» mormorò, indicando la serie di rifiuti al centro del canale.

JJ, in risposta, fischiò. «Agatha, cos'hai combinato?» chiese retoricamente.

«Un'onda di tempesta mai vista prima» commentò Ophelia. Avevano assistito a numerosi uragani, ma quello era stato diverso, peggiore.

«Già» annuì John B, concordando.

«Beh, passeremo tutta l'estate a pulire» borbottò JJ, passandosi una mano fra i capelli dorati, che quasi brillavano sotto la luce del sole.

«È il mio incubo» sospirò il suo amico.

Improvvisamente, sul volto di Ophelia nacque un sorriso spontaneo. «Oh, ma cos'abbiamo qui? È Pope Heyward quello che vedo?» alzò il tono della voce, attirando l'attenzione del ragazzo intento a pulire il molo dove si trovava la pescheria di suo padre.

John B fermò la barca e mise le mani attorno alla bocca. «Abbiamo una riunione sulla sicurezza! La partecipazione è obbligatoria!» gridò, incitandolo a raggiungerli.

«Non posso scosse la testa il moro, assumendo un'espressione afflitta Mio padre mi ha messo in isolamento» spiegò.

«Dai, andiamo Pope» Ophelia sporse il labbro inferiore, supplicandolo.

«Lia...» sospirò il ragazzo, incerto. «Mio padre—»

«Tuo padre è una femminuccia. Passo» lo interruppe JJ, facendo finta di star comunicando con un walkie-talkie.

Fece la sua comparsa proprio Bobby Heyward. «Ti ho sentito, piccolo bastardo!» gli puntò contro l'indice, lanciandogli un'occhiataccia.

«Heyward! esclamò Ophelia, sventolando la mano nella sua direzione con un sorriso in volto Come va? L'uragano ha fatto danni, vero?»

L'uomo, in risposta, annuì. «Fin troppi danni, Ophelia» concordò con espressione esausta. «Ancora mi chiedo come tu sia finita a girare con quei due piantagrane» aggiunse poco dopo, indicando JJ e John B.

Lei si strinse nelle spalle. «Non chiedertelo. Io ho smesso di domandarmelo» scherzò lei.

Heyward ruotò gli occhi al cielo. Nonostante mostrasse fastidio nei confronti dei due ragazzi per il fatto che coinvolgessero Pope nelle loro idee folli, era felice che avesse dei buoni amici. Potevano anche essere dei piantagrane e dei combina guai, ma sarebbero sempre stati in prima linea per aiutare suo figlio in qualsiasi circostanza.

«Ci serve tuo figlio!» prese parola John B.

JJ annuì. «Insomma, sono le regole: dopo l'uragano si ha un giorno libero» disse. Se non lo avessero conosciuto, avrebbero pensato che realmente esistesse una regola del genere invece inventata di sana pianta da lui in quel momento.

«E chi diavolo te l'ha detto?» domandò l'uomo.

«Il Pentagono? Abbiamo il nulla osta di sicurezza. Ho la tessera» finse di frugare all'interno delle tasche del suo costume verde militare.

Heyward assunse un'espressione ancora più rabbiosa. «Ti sembro forse un idiota?»

Pope si voltò verso suo padre. «Dai papà, lo farò domani disse Promesso» aggiunse subito dopo.

«No. Col cavolo. Lo fai adesso!» ribatté.

Ophelia incrociò gli occhi del suo amico sul molo. «Sali a bordo» mimò, indicandogli l'HMS Pogue.

«Scappa, scappa!» concordò JJ.

In risposta, Pope, in un momento di distrazione di suo padre, corse lungo il molo, saltando e salendo sulla barca.

«Torna qui immediatamente!» gridò Heyward.

«Vai, vai, vai! disse il moro a John B, girandosi poi verso suo padre Lo farò domani, te lo prometto!»

«Appena torni sgusci i gamberetti, pulisci il pesce e riordini la tua lurida stanza!»

«Lo riportiamo tutto intero, promesso!»

«E non mi piacciono i tuoi amici!» fu l'ultima cosa che sentirono prima che si allontanassero dal molo definitivamente.

«Wow, è stato pazzesco» mormorò Pope, strappando una risata ai suoi amici.

Pope odiava spesso le idee folli dei suoi amici, e nonostante non le appoggiasse praticamente mai, si ritrovava ad essere sempre coinvolto. Una cosa, però, era certa: situazioni del genere gli facevano provare una grande adrenalina, e non poteva ignorare quella sensazione piacevole.

«Anche se probabilmente ti ammazzerà?» scherzò Ophelia, guardandolo divertita.

Il ragazzo annuì. «Beh, basta non pensarci».

«Esatto, amico, stai imparando» JJ gli diede una pacca sulla spalla. Sembrava un padre orgoglioso del proprio figlio.

Dopo pochi minuti, arrivarono al molo in cui si trovava Kiara intenta ad aspettarli. Sorrise quando li vide, sventolando la borsa frigo nella loro direzione.

«Ciao ragazzi» disse nel momento in cui John B fermò la barca.

Ophelia le porse la mano, aiutandola a salire. «Principessa hippy» la salutò, strappandole una risatina.

«Beh, siamo tutti a bordo? — John B li guardò — Bene. Direzione palude» sorrise prima di rimettere in moto.

«Ehi, che hai portato? Succhi di frutta?» chiese JJ, indicando la borsa frigo rossa.

Kie gli lanciò una veloce occhiata. «Beh, banane, qualche yogurt, bastoncini di carote...» rispose.

«Oh, non hai portato i succhi di frutta?» sbuffò il biondo, assumendo un'espressione afflitta.

Cinque minuti dopo, stringevano tutti una bottiglia di vetro di birra, mandando giù il liquido a piccoli sorsi.

JJ si mise improvvisamente in piedi. «Ehi, vi mostro una magia divertente» e si andò a posizionare sulla prua della barca.

«No, ti prego, non di nuovo» si lamentò Ophelia, scuotendo la testa.

Il biondo la ignorò. «Ehi, Pope — lo guardò — Puoi andare un po' più veloce?» gli chiese.

«Oddio, ci risiamo» mormorò John B, annoiato.

«Sì, d'accordo» si arrese Pope, accontentando JJ.

«Beh, almeno non si può dire che non sia determinato e tenace» lo prese in giro la rossa, ricevendo un'occhiataccia in risposta.

«Ce la farò! Funzionerà!» disse JJ con convinzione. Subito dopo, gettò la testa all'indietro e allontanò la bottiglia dalle sue labbra. Il vento, di conseguenza, fece sì che l'alcol andasse dritto nella sua bocca. Già, ecco la magia.

Kiara arricciò il naso, mettendo su una smorfia. «Ehi, sta' attento! Mi stai versando la birra sui capelli» si lamentò, spostandosi per evitare di essere colpita dalla birra.

«D'accordo, ora basta» anche Pope si portò una mano davanti al volto.

«JJ, piantala!» concordò John B.

«Dai, ci sei riuscito. Torna a sederti qui» disse Ophelia, lanciandogli una veloce occhiata.

Prima che potesse tornare a sedersi, però, improvvisamente la loro barca andò a sbattere violentemente contro qualcosa. Ci fu un forte tonfo e tutti loro si ritrovarono a balzare in avanti a causa dell'impatto.

«Cristo, Pope!» esclamò Kiara, impaurita.

Ophelia assunse un'espressione dolorante, massaggiandosi il gomito e guardandosi attorno per assicurarsi che tutti fossero interi. Si ritrovò però a spalancare gli occhi non appena notò l'assenza di JJ.

Istintivamente, si spose dalla barca, rilasciando un sospiro di sollievo quando lo vide in acqua. Sembrava tutto intero nonostante fosse lievemente stordito. «Ehi, JJ, tutto ok?» gli domandò.

In risposta, chiuse gli occhi. «Uhm... mi sono toccato la nuca con i talloni» mormorò.

«Ok, stai bene...» annuì con un lieve sorriso.

«Lia, Kie, state bene?» chiese poco dopo John B con fare preoccupato, osservando con attenzione le due ragazze, che annuirono.

«Pope, cos'hai fatto?» chiese poi JJ, ancora in acqua.

«Una secca. Il canale è cambiato» rispose il ragazzo.

«Ah davvero?» replicò sarcasticamente il biondo, iniziando a nuotare verso la barca.

«L'uragano avrà messo tutto sottosopra» si lamentò John B, guardando di fronte a sé.

«Comunque ho salvato la birra» sorrise JJ, alzando la bottiglia di vetro intatta.

Ophelia ridacchiò. «Effettivamente, mi sembrava impossibile che potessi spreca—» si fermò e perse il suo sorriso quando notò qualcosa di tremendamente strano sott'acqua. «Ma che diavolo è? Pope?» lo richiamò, invitandolo ad avvicinarsi.

Il moro l'affiancò, assottigliando lo sguardo. «Penso che ci sia una barca qui sotto» mormorò.

«Ma smettetela» ridacchiò John B.

«Figuratevi» concordò Kiara.

La rossa scosse la testa. «No, sul serio. C'è una barca, ragazzi» si piegò sulle ginocchia in modo da poter osservare meglio.

A quelle parola, Kiara e John B li raggiunsero, seguendo la traiettoria dei loro sguardi.

«Guardate! Avete visto?»

«Cazzo, hanno ragione!»

«Ci sarà un morto là sotto?»

Senza nemmeno parlarne, i ragazzi, contemporaneamente, si tolsero gli indumenti. Una volta rimasti in costume, si tuffarono nel canale, pronti a guardare da vicino la barca.

«Ragazzi, aspettatemi!» urlò Pope, che si trovava ancora sull'HMS Pogue a spogliarsi.

«Muoviti, Pope!» disse JJ.

Quando anche lui si tuffò, si immersero insieme nel canale. Tenendo gli occhi aperti e ignorando il bruciore, perlustrarono quello che sembrava essere un vero e proprio relitto. Un Grady-White nuovo di zecca. Poco dopo, tornarono in superficie.

«Ragazzi, l'avete visto, vero?» urlò JJ, eccitato.

Ophelia annuì col sorriso. «Sì, è l'ultimo modello!»

«Non ci credo» rise John B.

«Quello è un Grady-White. Costerà almeno cinquecentomila dollari» disse il biondo mentre risalivano sulla barca.

«Io e Lia l'abbiamo vista quando abbiamo surfato con l'uragano» ricordò il castano.

La ragazza spalancò gli occhi. «È vero!» quasi urlò. «Sì, è quella la barca. Dovevate vederla. Ci avrei scommesso che avrebbe fatto una fine del genere».

«Forse ha sbattuto contro il molo» ipotizzò John B.

Kiara fece balzare lo sguardo fra i due, osservandoli come una mamma preoccupata. «Aspe— Cosa? Durante la tempesta?» chiese, sperando di aver capito male.

JJ, invece, sorrise. «Bravi. In pieno stile Pogue» batté il cinque ad entrambi.

«Oh cavolo» la castana scosse la testa, visibilmente allibita.

Ophelia mise su un sorrisino. «Dai, Kie, stiamo bene entrambi. E poi siamo risaliti quando ci siamo resi conto della situazione» cercò di tranquillizzarla almeno in parte.

«Quindi sappiamo di chi è la barca?» si intromise Pope, guardando John B e Ophelia.

John B scosse la testa. «No, ma lo scopriremo» e tirò fuori l'ancora.

«Forse è troppo profondo» disse JJ, guardando il relitto.

Ophelia concordò. «È vero, John B. Sei sicuro?» gli chiese con preoccupazione. Spericolati sì, ma stupidi no.

«Beh, per un debole pappamolle, JJ» rispose il ragazzo prima di rivolgersi alla sua amica. «Sì, Lia, sono sicuro. Sta' tranquilla» le disse con un sorriso.

JJ alzò le mani a mo' di difesa. «Non ho intenzione di rianimarti. Volevo solo chiarire questo».

«John B!» esclamò Kiara, in totale disaccordo con ciò che il ragazzo aveva intenzione di fare.

Lui la guardò. «Che c'è?» chiese con un sorriso da angioletto innocente.

«Immergiti, avanti» prese inaspettatamente parola Pope.

Si voltarono tutti verso di lui, chiedendosi cosa gli fosse successo e se nella birra di Kiara ci fosse qualche strana sostanza. Insomma, era colui che tentava sempre di fermare le idee dei suoi amici, e non quello che le proponeva.

«Chi sei e cosa ne hai fatto di Pope?» mormorò Ophelia, guardandolo come se fosse un cane a tre teste.

«Sicuro di stare bene, amico?» domandò anche JJ, non riuscendo a trattenere il solito sorriso orgoglioso.

John B interruppe quel momento. «Beh, mi immergo» imitò il saluto militare prima di essere spinto da JJ in acqua.

Ophelia si sedette a prua e attese impaziente il ritorno del suo amico. Nonostante amasse la vita che conduceva con i Pogues, non poteva negare di provare sempre una certa ansia quando rischiavano di rimanerci secchi. Ansia che poi veniva sostituita da eccitazione ed adrenalina nel momento in cui ne uscivano vivi.

Sospirò, poggiando gli occhi su una Kiara piuttosto preoccupata. Sebbene non ne avessero parlato — e sebbene la castana, probabilmente, non lo avrebbe mai ammesso a causa della regola — era evidente, per Ophelia, che si fosse presa una lieve sbandata per John B, ma credeva che fosse più dovuto alle circostanze che ad una reale cotta.

«Andiamo a recuperarlo?» la voce di Pope la destò dai suoi pensieri, e solo in quel momento Ophelia si rese conto del fatto che John B ci stesse mettendo davvero troppo tempo.

Proprio in quell'esatto momento, però, riemerse dall'acqua, e tutti rilasciarono un sospiro di sollievo nel saperlo vivo.

«Oh mio Dio, ci hai messo una vita!» disse Kiara, ancora preoccupata.

«Ci sono cadaveri?» chiese Pope.

«Qualcosa da saccheggiare?» domandò, invece, JJ.

«Un tesoro? Qualcosa di costoso?» si aggiunse Ophelia.

John B scosse la testa. «No, ho trovato solo la chiave di un motel» borbottò.

«Una chiave?»

«Sì, una chiave, Pope».

«Fantastico, hai recuperato la chiave di un motel» disse JJ in modo sarcastico mentre John B risaliva sulla barca.

Subito dopo, rimisero in moto l'HMS Pogue e si allontanarono dal canale.

«Ragazzi — prese parola Kiara, attirando l'attenzione dei suoi amici — Dovremmo segnalare il relitto alla Guardia Costiera» propose.

La rossa annuì. «Magari ci daranno una ricompensa» ipotizzò.

«E non dovremo lavorare per tutta l'estate» concordò JJ, rilasciando un sospiro.

Durante il viaggio verso la Guardia Costiera, nessuno di loro spiccicò parola, probabilmente ancora tutti intenti a pensare al relitto trovato e ad una stupida chiave recuperata. Quando giunsero a destinazione, entrarono in un edificio bianco di modeste dimensioni, che era piuttosto affollato a causa di Agatha e dei disastri che aveva causato sull'isola.

A farsi spazio fra la folla furono John B e JJ, che tornarono poco con un cipiglio e con ancora la chiave.

«Allora, qual è il piano?» domandò Pope quando li vide avvicinarsi.

«So come trovare il proprietario della barca» John B sventolò le chiavi del motel.

Il ragazzo scosse la testa, per nulla d'accordo. «Non sappiamo di chi è quella stanza. Potrebbe essere di chiunque» protestò.

«Ci sto!» esclamarono all'unisono Ophelia e JJ, facendo sorridere John B e lamentare Pope.

Kiara sospirò, arrendendosi. «Andiamo, io farò il palo» diede una pacca sulla spalla ai suoi amici, e tutti girarono i tacchi per raggiungere la barca.

Quello sarebbe stato solo l'inizio di una serie di avventure.

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