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[ 11 - Summer Tides ]



Summer Tides
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Stagione uno, Episodio sei. Parte due.


Le ragazze stavano giocando a "non ho mai" sulla barca del padre di Nicole. Si erano fatte le nove, e Penelope era già piuttosto stanca. Aveva tre dita della mano destra abbassate. "Abbassate un dito se avete mai limonato due persone diverse a distanza di meno di ventiquattr'ore." Rise Taylor.

La Laurier abbassò un dito lentamente facendo spalancare la bocca a Belly. "Perchè non me l'hai mai detto?"

Ridacchiò. "Sinceramente me n'ero dimenticata, è successo a una festa un sacco di tempo fa."

"Okay, ora abbassate un dito se avete mai usato un pupazzo per fare... sapete cosa." Disse una delle ragazza con uno sguardo d'intesa.

Taylor abbassò un dito e questa volta fu il turno di Penelope di fare una smorfia. La bionda fece spallucce. "Si chiamava tipo Harry Orsetto Styles, nel senso."

Lila sussultò. "Taylor, che schifo! Povero Harry!"

"Tu il tuo come lo chiamavi, scusa?"

"Va bene, ora abbassate un dito se avete mai fatto sesso."

Penelope si guardò attorno, a disagio, notando che praticamente tutte avevano abbassato un dito. Lei non lo fece, e neppure Belly, ovviamente. Anzi, la Conklin sembrava essere l'unica ad avere solo un dito in basso, e questo lo notarono anche le altre, guardandola. "Se siete mai arrivate alla terza fase?"

"O se siete mai arrivate alla seconda?" Chiese qualcun'altra, facendo un ultimo tentativo. Belly però non si mosse.

Taylor allora decise di intervenire. "Abbassate un dito se avete mai limonato con un ragazzo di nome Cameron." Disse, ridendo.

La Conklin abbassò un dito e le altre si unirono alla risata. Nicole si sporse verso di lei. "Ora, Belly, ci devi raccontare i dettagli."

La castana puntò gli occhi sul terreno. "Um, nel senso, non c'è molto da dire. Lui è- è come se fosse un mio amico."

"Non stavate uscendo insieme?" Chiese Gigi con la bocca spalancata.

"Um, beh, non lo so. Non l'abbiamo mai reso ufficiale." Fece spallucce.

"Sai, ho sempre avuto questa strana sensazione che stesse succedendo qualcosa tra te e Conrad." Disse Nicole, lo sguardo improvvisamente serio. "Ma immagino che mi stessi sbagliando."

Belly sorrise, scambiandosi un'occhiata con le tre amiche che sapevano la verità. "Uh, certo. No, è che, uhm, ecco, non lo so."

Taylor s'intromise prima che l'amica rivelasse di nuovo qualcosa di troppo. "Okay, lasciamo perdere! Basta parlare di Cameron." Disse, alzando le mani al cielo fingendosi scocciata.

"Uh, abbassate un dito se avete mai nuotato nude."

Nicole sorrise. "Abbassate un dito se avete mai nuotato nude a Hopper's Cove."

Taylor sbuffò. "Ci stai sfidando?"

La riccia si guardò le unghie. "Assolutamente sì." Disse, facendo ridere tutte.

*

Quindici minuti dopo le ragazze erano tutte in acqua, senza vestiti, che si schizzavano a vicenda. Ridevano, giocando a diversi giochi tra loro. "Taylor!" Urlò Belly, quando l'amica per poco non la fece affogare a furia di schizzi.

Penelope intanto aveva iniziato a fare la stessa cosa con Lila, che sbuffò. "Penelope, ti giuro-" Provò, ma vedendo che l'amica non smetteva, passò al contrattacco anche lei.

Gigi arrivò al molo in quel momento. "Hey, ragazze, state attente alle meduse!" Posò le mani sui fianchi per prendere fiato. "Non ho intenzione di pisciare su nessuna di voi."

"Tranquilla. Ah, le altre due ragazze non sono venute." Disse Lila, sorridendole.

Nicole, al suo fianco, sospirò. "Lo so! Immaginavo che Daria l'avrebbe fatto, ma anche Marissa?"

Penelope sentì un cellulare vibrare mentre tutte riprendevano a chiacchierare. Si girò sentendo Gigi che richiamava Nicole. "Nic! Conrad ti ha scritto."

La Laurier alzò e abbassò velocemente le sopracciglia in direzione dell'amica, che la schizzò piano mentre andava a recuperare il telefono.

Poi calò il silenzio e la ragazza si lasciò galleggiare a morto nell'acqua, finchè Belly non parlò. "Sono così belle."

Penelope si voltò, notò che l'amica stava osservando le stelle e fece un borbottio d'assenso in risposta.

"Ragazze, devo ammetterlo, mi piacciono le vostre amiche." Confessò Taylor.

"Già, sono più gentili di quanto credessi." Concordò Lila, annuendo.

"Sapevo che vi sarebbero piaciute!" Esultò la Laurier, puntando due dita contro le nuove arrivate.

Però, quasi a farlo apposta, in quel preciso istante si sentì il rumore di un'auto che partiva. "Merda. Merda. Merda." Penelope raggiunse il molo e fece per alzarsi, prima di accorgersi che i suoi vestiti erano spariti. "Cazzo! Ci hanno fregato i vestiti."

Taylor la raggiunse, una smorfia sul volto. "Lo sapevo che erano delle stronze."

"Che facciamo?" Chiese Lila, a metà tra l'impanicato e il nervoso. Avevano quindici anni, ed erano completamente nude. Di notte. Come ne sarebbero uscite?

"Ma cosa le abbiamo fatto?" Si domandò Belly vedendo la macchina allontanarsi.

Taylor guardò i cellulari, l'unica cosa che le altre non avevano preso. "Belly, sul tuo telefono c'è un messaggio di Conrad piuttosto fraintendibile."

"Aspetta, cosa intendi?" Chiese la Conklin raggiungendola, con Lila al seguito.

Penelope posò il mento sulla spalla della bionda per leggere il fatidico messaggio. Quasi sbiancò, scambiandosi poi un'occhiata con Taylor. Entrambe si girarono verso le altre due, una specie di sorriso barra smorfia sul volto, e mostrarono la chat aperta. "Mia madre mi ha detto davvero di accompagnarti al ballo, ma io non te l'ho chiesto per questo. Te l'ho chiesto perchè era quello che volevo."

"Oh, merda. Questo non è affatto un bene." Si lasciò uscire Lila.

Belly si rabbuiò. "Oh, mio dio."

Taylor posò il cellulare e si passò una mano tra i capelli. Penelope guardò la Conklin, che ora stava sorridendo. "Bells, rimani concentrata."

"Cosa?" Chiese lei, guardandola.

"Belly!"

La castana cominciò a balbettare. "Cosa? Okay, va bene, okay." Alzò le mani. "B-beh, ora- ora cosa facciamo?"

"È quello che stiamo provando a capire, Belly!" Lila, frustrata, posò la testa contro il muretto. Non avrebbero dovuto farlo.

"Non cammineremo fino a casa nude!" Strillò la Conklin, sbattendo le mani sulla passerella.

Taylor cercò di pensare in positivo. "Potrebbe- sarebbe potuta andarci peggio."

"Come potrebbe essere peggio di così, Tay?" Chiese Penelope, la voce che tremava dalla frustrazione e dal panico.

Belly rimase a soppesare una pila di teli con lo sguardo. Poi, decisa, li indicò con un sorriso in volto. "E se usassimo quelli?"

Taylor sospirò, iniziando a protestrare. "No."

*

Ovviamente alla fine vinse Belly e le quattro ragazze si ritrovarono a camminare per la strada con addosso solo una coperta. Penelope condivideva la sua con Lila e Belly con Taylor. Sentendo dei cani abbaiare, la Laurier si strinse di più alla sua amica, spaventata.

"Sapevo che quelle ragazze erano solo dei pezzi di merda!" Sospirò Taylor.

Belly però si era stancata dell'amica che insultava le altre Debuttanti, dato che poteva odiarle quanto voleva, ma questo non avrebbe comunque portato a nulla. "Va bene, adesso basta!" Sospirò a sua volta. "Okay, ho capito. Avevi ragione tu." Lila si schiarì la gola e la Conklin si corresse. "Avevate ragione entrambe." La messicana sorrise.

Taylor allora si voltò verso Penelope. "Non potresti chiamare Jeremiah e basta? Qui rischiamo di farci uccidere, o cose del genere."

"Tay, non dire così!" La rimproverò l'altra. "E praticamente non ho parlato con Jere da quando ci siamo baciati. Effettivamente, è da un po' troppo che non gli rivolgo la parola."

La bionda continuò a lamentarsi. "Non ce la faccio a camminare per altri quattro chilometri. P, ti prego."

Belly sbuffò. "Beh, devi." Taylor sbuffò per l'ennesima volta e iniziò a imitare il verso dei gufi del bosco alla loro sinistra. Le altre scoppiarono a ridere. "State zitte."

"Per questo dico che Conrad non è nient'altro apparte un disastro." Continuò poi. "Cioè, è sexy e misterioso. Nel senso, lo so. Lo capisco." Sospirò. "Ma trasforma in merda ogni cosa che tocca!"

A quel punto Penelope si fermò, di botto, e fece un profondo sbuffo. "Chiamo Jeremiah."

"Grazie a dio!" Esultò Taylor.

E mentre le due amiche finivano il loro battibecco, Penelope si faceva coraggio e accostava il cellulare all'orecchio, pronta a sentire di nuovo la voce del ragazzo che amava.

*

Le giovani erano sedute sul ciglio della strada, in attesa di Jeremiah e della sua macchina. Nessuna diceva una parola. A interrompere il silenzio fu il suono di un'auto che si avvicinava e che fece scattare Penelope in piedi.

I veicoli erano due, in realtà, e da essi uscirono sia Conrad che Jeremiah. "Oh, mio dio. Ragazze, tutto bene?" Disse il più piccolo, raggiungendole quasi di corsa. O meglio, raggiungendola quasi di corsa.

Penelope corrugò le sopracciglia. "Ti sembra che vada tutto bene?"

Prima che potesse dire altro, però, il ragazzo l'aveva già raggiunta e la stava stritolando tra le sue braccia. All'inizio la Laurier fece per ritrarsi, dato che a separare il suo corpo nudo dal ragazzo per cui aveva perso la testa c'era solo un misero asciugamano, ma poi si lasciò andare alla stretta e avvolse le braccia attorno al collo del biondo.

Non sapeva neanche perchè, ma aveva le lacrime agli occhi mentre si chinava verso il suo orecchio per sussurrargli un rapido "grazie". Lui in risposta la strinse più forte, una mano che le avvolgeva la schiena e l'altra immersa tra i suoi capelli color cioccolato.

Poi Jeremiah prese un profondo respiro e abbassò la testa per poter puntare i suoi occhi color del mare in quelli della ragazza che amava. "Non devi ringraziarmi. Proteggerti, o venire a salvarti, è l'unica cosa che mi fa sentire come se avessi una ragione di esistere. Come se il centro, l'ancora della mia esistenza stessa fosse questo semplice compito. P, sei tu- sei tu ad essere il centro della mia esistenza. Senti, so che è un pessimo momento ma io..."

"Ragazzi, andiamo!" Esclamò Conrad, che venne interrotto bruscamente da Taylor.

"Sta zitto! E poi cosa ci fai anche tu qui?" Sbuffò.

Il Fisher maggiore le mostrò dei vestiti che teneva in mano. "Nicole... mi ha detto di, uhm..." Disse, indicandole.

"Spero che tu le abbia detto di guardarsi le spalle." La bionda ruotò gli occhi. Conrad annuì, porgendole dei pantaloni e una maglietta.

Intanto Penelope e Jeremiah erano rimasti a fissarsi, in completo silenzio, i corpi a pochissimi centimetri di distanza e gli occhi incastonati fra loro in un modo che sembrava semplicemente perfetto. La Laurier non sapeva cosa il biondo aveva intenzione di dirle, poco prima, ma non aveva bisogno di saperlo. Non più. Non voleva sapere se Jeremiah aveva intenzione di interrompere qualsiasi cosa ci fosse mai stata tra loro o se invece voleva confessarle qualcosa di davvero importante. Lui l'aveva definita "il centro della sua esistenza", e lei non aveva bisogno di sapere altro.

Lo amava, da sempre e per sempre, con tutto il cuore. E quelle cinque semplici parole avevano interrotto l'imbarazzo che aveva regnato tra loro per giorni.

"Potete...?" Chiese Taylor tendendo l'asciugamano a Conrad, che richiamò il fratello. Quest'ultimo si riscosse e si avvicinò al maggiore, non prima di aver regalato a Penelope un altro dei suoi sorrisi mozzafiato. Poi, assieme, i due Fisher tennero il telo per permettere alle amiche di cambiarsi, stando sempre girati dall'altra parte.

Taylor scambiò un'occhiata d'intesa con Penelope. "Tu vai con Jere." Fece l'occhiolino, e l'amica arrossì leggermente. "Per parlare!" Specificò la bionda, a bassa voce.

La Laurier si girò verso Lila e fece per dirle qualcosa, ma la messicana la interruppe immediatamente, annuendo con un sorriso in volto. La castana allora sospirò. "E va bene."

*

Penelope entrò nell'auto di Jeremiah mentre le altre tre ragazze andavano con Conrad. "Nessun altro voleva farsi accompagnare da me?" Chiese, alzando un sopracciglio.

"Taylor ha detto che noi due 'dovevamo parlare'." Spiegò la ragazza ruotando gli occhi.

Il biondo ridacchiò. "Ovviamente."

Rimasero in silenzio per un po', finchè lui non prese la parola. "Allora, uhm, ho sentito che non hai ancora un accompagnatore per il ballo?"

La castana sospirò. "Già."

"Devi assolutamente trovarne uno, Pen. Non manca molto al ballo." Le sorrise, prima di tornare a guardare la strada.

Penelope annuì. "Sì lo so." Posò lo sguardo fuori dal finestrino.

Cadde il silenzio di nuovo. Era strano, pensò la ragazza, che con un semplice abbraccio loro due erano riusciti a dirsi di più di quanto avrebbero potuto fare con milioni di parole.

Anche questa, Lila la chiamava "una cosa da anime gemelle". Capirsi tramite semplici gesti, senza aver mai bisogno di spiegazioni, era una cosa rara. O almeno, così diceva lei.

Penelope tornò a guardare il biondo. "Puoi accostare?"

Lui annuì all'istante, confuso. "Certo." Fermò l'auto a lato della strada e si girò a guardarla.

La ragazza si tolse la cintura. "Grazie per essere venuto a prenderci." Sorrise dolcemente.

Jeremiah ricambiò il sorriso. "Verrò sempre a prenderti, P. Ovunque tu sia, puoi contare su di me. Lo sai."

Penelope annuì, abbassando lo sguardo. Il suo sorriso si allargò. "Riesci a sentirlo?"

"Che cosa?"

"Il battito del mio cuore."

Gli afferrò debolmente la mano e se la posò sul petto, all'altezza dell'organo di cui stava parlando. Il volto di Jeremiah fu illuminato da un altro sorriso. Gli occhi gli brillavano. "Sì, beh... Sta battendo molto forte."

Poi abbassò lo sguardo verso le sue labbra, e Penelope fece lo stesso. Si avvicinarono lentamente l'uno verso l'altra, lui senza più alcun timore, lei senza pensieri. Le loro labbra si scontrarono e la Laurier capì finalmente cosa intendevano i protagonisti dei libri quando sentivano i "fuochi d'artificio". Infatti, era così che si sentiva Penelope.

Come un fuoco d'artificio appena esploso.

Non era mai stata una ragazza di quelle che si rinchiudevano in casa e preferivano stare con indosso felpe lunghe e maglioni al posto di uscire e vivere ogni giorno avventure diverse. Perchè lei era fatta così, viveva sempre un'avventura, ogni giorno della sua vita. Solo che c'era qualcosa a trattenerla. Come un fuoco d'artificio appena sparato, sapeva di starsi dirigendo verso il cielo, perchè sicuro a terra lei non era rimasta, ma allo stesso tempo sapeva di non essere esplosa, di non essersi goduta appieno la felicità che quelle "avventure" avrebbero potuto regalarle. In fondo, non aveva mai creduto di meritarsela, e per questo non poteva viverla del tutto. Ma con Jeremiah era diverso. Con lui si sentiva bene, al sicuro, protetta. E lui la faceva sempre sentire come se lei se lo meritasse. Anzi, a volte Penelope aveva la sensazione che fosse lui a credere di non meritarsi lei.

Per questo la Laurier con lui era un fuoco d'artificio appena esploso. Perchè Jeremiah Fisher la faceva sentire felice e amata e, soprattutto, la faceva sentire degna di quella felicità e di quell'amore.

Il biondo si staccò dal bacio. "Sei sicura?"

Penelope annuì, il cuore pieno di gioia per la sua preoccupazione. Riavvicinò le loro labbra solo per allontanarsi qualche secondo dopo. "Um, verresti con me al ballo?"

Lui la baciò per l'ennesima volta. "Mi piacerebbe moltissimo, P." Poi i due si sorrisero prima di riavviarsi verso casa.












SPAZIO AUTRICE
amatemi sono riuscita a postare questo capitolo oggi sono la migliore;)
il prossimo capitolo arriverà a settembre, mi spiace, ma tranquilli che ormai mancano due parti alla fine e (mi dispiace dirlo) nn ci sarà un secondo atto per la stagione due. l'autrice ha deciso di interrompere la storia così e io ovviamente nn posso farci nulla.
in ogni caso, se ne avete voglia, passate sul mio profilo e date pure un'occhiata alla mia nuova storia su jeremiah, vorrei sapere cosa ne pensate:)
ci si vede a settembree<3

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