Capitolo 8
Tutti i bambini ricordano il momento in cui hanno iniziato a capire che i sogni possono diventare realtà. Il lavoro che vogliono fare da grande è un sogno e si augurano che si realizzeranno ma i genitori, gli insegnanti, chiunque si scorda il fatto che anche gli incubi possono diventare reali.
A volte sono attimi che abbiamo vissuto ma mascherati in cose che non capiamo, uno squalo può essere una persona di cui si ha paura, i sogni hanno un linguaggio tutto loro.
Quando Natasha era giovane le avevano spiegato che una buona spia non ha paure, perciò non può fare incubi.
Di incubi ne aveva avuti tanti, li nascondeva ma li aveva.
Qualcosa intorno a lei, dopo una caduta, divenne rosso e rimase lì, immobile.
Non vide più il ponte su cui sua sorella combatteva da sola, improvvisamente era in un posto che conosceva a memoria.
Scese le scale piano e arrivò di fianco ad una donna bionda, sapeva bene chi era ma guardò oltre la porta, dove vi era una stanza con della ballerine.
<<Non sopravvivranno >>disse.
<<Solo quelle molto fragili ma lei è forte>>rispose e improvvisamente nella stanza non vi erano più tante ragazze ma solo una bambina. <<Josephine è forte quanto te>>
Josie aveva solo una decina di anni, aveva i capelli rossi raccolti in due trecce, le lentiggini chiare sul viso e gli occhi azzurri attenti. Sembrava più grande delle sue coetanee, cresceva ed imparava molto in fretta.
La piccola aveva tra le dita una pistola, quando Nat guardò meglio nella stanza vide Yelena incoraggiarla, anche lei era molto giovane e portava i capelli biondi raccolti in una coda alta.
<<Dovrà ucciderlo>>
<<Lo farà. Festeggeremo anche lei dopo la tua festa di laurea>>
<<Ma se fallisse? >>
<<Lei non fallisce mai>>aggiunse <<Tu le hai insegnato a farlo, tu le stai dicendo di essere forte>>
Natasha mise una mano sulle labbra e vide finalmente se stessa, aveva ancora la frangetta e, di fianco a lei, vi era un uomo incappucciato. Si ritrovò ad un tratto dentro l'aula fredda, come per magia e questo la scosse, per quanto doveva essere irreale, sembrava vero.
<<Sarà veloce>>parlava la sua vecchia sé con dolcezza<<Lui è un nemico e noi vinciamo sempre>>
<<Vinciamo sempre>>annuì la piccola.
<<Perché siamo Vedove Nere>>dissero a voce alta le tre.
La bambina sparò alla nuca dell'uomo, fu il primo omicidio di Josie e fu lei a incitarla, si sentì un vero mostro, lo aveva dimenticato, aveva dimenticato ciò che aveva fatto.
La scena cambiò ancora, Natasha si stava allenando con due uomini muscolosi e la stessa donna bionda era lì, vestita con un abito blu. Nat si arrese, gli occhi pieni di lacrime e piegata in avanti, le mani sulle ginocchia. Era esausta.
<<Mai fatto, fingere di fallire. La cerimonia è necessaria per prendere il tuo posto nel mondo>>
<<Ma io non ho un posto nel mondo>>
<<Esatto>>
Le immagini parvero veloci, vide se stessa su un tavolo operatorio, due bambine senza bocca, una siringa e poi tutto si fermò, finalmente.
Era nella sua camera, Yelena bussava dall'altra parte della porta mentre Natasha da giovane si accasciava sulla porta a piangere disperata. Non doveva dimostrare le sue emozioni e quindi non voleva farsi vedere ma tutto il suo mondo era appena crollato.
<<È morta>>singhiozzava<<È colpa mia, l'ho uccisa io>>
Intanto, durante il combattimento Josie aveva abbattuto vari robot ma si era resa conto di essere sola se non per Clint, l'unico a parlare ancora con l'auricolare.
Stark era fuori con Ultron ma gli altri? Si sentì allarmata.
Si guardò in giro e finalmente la vide, Natasha era sdraiata con il viso perso nel vuoto su una scala, quasi fosse in trans.
Senza pensarci, d'istinto, abbandonò la postazione e si mise a correre da lei, si lanciò a terra e le prese il volto fra le dita. Questo non era affatto dall'Agente Molov ma la vecchia sé lo avrebbe fatto.
<<Natalia, Natalia!>>
<<Che succede?>>domandò Clint all'auricolare.
<<Sono spariti tutti ma lei..Cristo! Wanda è entrata nella sua testa, torna qui!>>
<<Arrivo!>>
Josie accarezzava il viso della sorella quando due mani le toccarono la testa, aveva abbasso la guardia e ne stava pagando il prezzo, si sentì prosciugata ma quel contatto durò poco.
Pietro corse e spostò di peso la sorella, facendo così cadere a terra Molov.
<<Che stai facendo?!>>sbraitò la gemella.
<<Lei no, Wanda!>>
<<È una di loro!>>
Quando si voltarono notarono che Josie era inerme, svenuta, gli occhi chiusi e il corpo girato sulla destra, stava avendo uno dei giochi mentali, ma qualcosa era decisamente diverso.
Pietro andò vicino a lei e la scosse per le spalle, chiamandola ma poi sentì un urlo improvviso, lampante.
Wanda aveva sulla fronte una freccia elettrica e dietro di lei c'era Clint, che sembrava decisamente fiero di avercela fatta.
Pietro guardò un'ultima volta Josie e poi colpì Barton, facendolo cadere, staccò la freccia e prese in braccio la sorella per poi mettersi a correre. Svanì.
<<Corri, corri>>sbuffò Occhio di Falco. <<Sorelle, state bene?>>
La risposta era ovvia, no. Non stavano bene, per niente.
Josie era ancora una bambina e davanti a sé c'era una luce fredda, bianca, dietro ad essa le cose iniziarono ad avere una forma.
Vi erano dei dottori, dall'aspetto serio.
Ella aveva il corpo chiuso in una teca di vibranio, solo sopra era trasparente.
C'era dell'acqua bollente sotto la sua schiena e aveva mille fili attaccati al corpo, sulla bocca portava come una maschera di ferro che le dava ossigeno ma che anche la teneva zitta.
C'era un uomo che pensò di conoscere, il suo mentore, gli occhi azzurri sembravano dirle di avere coraggio ma era anche confuso, nervoso.
La piccola Josie voleva solo che le sue sorelle fossero lì.
Improvvisamente i tedeschi iniziarono a fare un conto alla rovescia, durante la prima somministrazione sarebbe stata sveglia, avrebbe sentito tutto.
Dai tubi trasparenti vi era un liquido, era come un'energia rossa e arancio, rosa e viola.
La bambina volle gridare ma non ci riusciva. Il dolore era viscerale, sordo, paralizzante.
Poi la scena cambiò come per magia, tutto divenne sfuocato e apparve Natalia, erano ricordi che lei non rammentava. La piccola Josephine era seduta a terra, davanti alla sorella.
<<Se non ce la facessi? Yelena dice che devo vincere, o mi uccideranno>>
<<Nessuno ti ucciderà, Josie>>
<<Stai mentendo, riconosco quando menti>>
Nat rise mentre stringeva delle garze intorno alle sue mani<<Due mesi fa hai superato la prova della pistola, perché ora non dovresti riuscire a lottare contro sei uomini? Tu sei addestrata, sei la seconda miglior Vedova Nera nel registro>>
<<Dopo di te>>sorrise ella.<<Non voglio avere paura>>
<<Ma tu non ne hai, la paura è una debolezza e ti distrae dal tuo obiettivo.>>citò, poi le accarezzò il volto<<Sii coraggiosa>>
<<Come te?>>
<<Non sono così perfetta come credi, sorella>>
<<Non ho mai parlato di perfezione, sarai lì con me?>>
<<Io sarò sempre con te>>
Quello che apparve dopo, davanti agli occhi della ragazza era molto diverso da quello che ormai pensava di se stessa. Aveva sedici anni e la sua bellezza sembrava quasi extraterrestre, i lineamenti paradisiaci, pareva più grande e aveva una sicurezza innata per le proprie missioni. Era diventata questa persona per non deludere gli altri, i suoi superiori, le sue sorelle.
Aveva diciassette anni quando entrò a fare parte totalmente dell'Hydra, quello era l'ultimo anno in cui fu ancora una vera e propria Vedova Nera. Fu l'anno in cui tutto cambiò, dove iniziò a vedere le cose per quello che erano, dove iniziò ad avere paura delle sue abilità, di coloro che aveva intorno.
<<Come ti senti?>>domandò l'uomo davanti a lei, il suo mentore aveva i capelli castani raccolti in un codino. Con gli anni non era più insensibile, era come se si fosse abituato alla sua segreta allieva.
<<Operativa, insomma.. a parte che non dormo, che vomito e che ho questa rabbia dentro di me che non riesco a fermare>>
<<Ieri hai quasi ucciso Arina, è molto grave in infermeria. E' questo che ti succede, ti sfoghi come un cane rognoso?>>
<<Non hai il diritto di giudicarmi, vuoi che non provi niente ora che so cosa mi aspetta? Dovrei accettare come Yelena e Natalia la mia vita? Nascondendo comunque il fatto degli esperimenti?>>
<<Questa è la causa in cui credi>>
<<No, ti sbagli>>si strinse sul letto duro<<Io non ci credo, tu si?>>
<<Io sono un soldato, non faccio domande>>
<<E ti basta, immagino. Non voglio fare del male al persone innocenti, non voglio essere un mostro>>
<<Nessuno ha parlato di innocenti, Josephine>>
Ella si voltò<<Yelena è tornata da una missione settimana scorsa, in un club notturno. Ha dovuto spogliarsi, ballare sui tavoli e quando ha cercato di uccidere l'obiettivo è apparsa la barista, ha ucciso entrambi. Lei era un innocente>>
<<Gli effetti collaterali ci sono sempre>>
<<E tu lo accetti!>>urlò alzandosi con gli occhi pieni di lacrime, era terrorizzata<<Ogni volta che combatto, che contro attacco peggioro le cose. Io uccido le persone, ogni cosa che tocco e nessuno mi dice mai niente! Io non voglio essere un mostro!>>
Andò verso la porta ma egli si alzò e la prese in tempo fino a spingerla contro un muro, i loro corpi erano attaccati e il bellissimo allenatore, che sembrava essersi fermato a poco più di venticinque anni, la guardava negli occhi. Il fiato le si fermò.
<<Non dobbiamo accettarlo, dobbiamo eseguire gli ordini. Siamo tutti dei mostri. Questo è il nostro compito e avere una coscienza non ti renderà come vogliono, sei importante per il nostro futuro e così stai rovinando tutto>>
<<E a proposito di me stessa?>>sussurrò con voce rotta<<Che ne sarà di me? Non importa se mi rovinerò io?>>
<<Josephine..>>
<<Cazzo, cosa vuoi che faccia? Che durante gli scontri sia la migliore? Che durante le simulazioni di seduzione mi conceda a uomini solo per avere da loro informazioni? Vuoi questo da me?>> domandò con forza.
<<Voglio che tu...>>si fermò, improvvisamente senza alcuna parola.
<<Cosa?>>lo sfidò.
<<Il vero problema non è l'uccidere gli innocenti, ti ha scombussolato Yelena, vederla seminuda e sapere che dovranno toccarti come hanno fatto con lei>>
<<Non ho paura di questo>>mentì spingendolo in avanti ma era più forte di lei, egli sorrise divertito nel vederla fare il broncio.
<<Ti conosco bene, Josephine. Non mentirmi, mai>>commentò<<Hai solo bisogno di fidarti di te stessa, del tuo corpo, ignora quello che accadrà>>
Le mani del ragazzo si posarono sulle sue spalle, una, la sinistra, scese delicata fino alle dita e le prese, Josie ebbe i brividi e trattenne il respiro ancora e ancora.
L'immagine scomparve, iniziò a vedere delle scene veloci, ballerine, una scala, Natasha che uccideva una donna, Yelena che rideva, una donna bionda, un dottore svizzero, una mano di metallo sulla sua pelle, due occhi rossi pieni di lacrime e da quest'ultima si allargò la visuale.
Josie stava sopra un tavolo operatorio, c'erano degli strani arnesi e quando stavano per iniziare ella urlò. Il suo urlo spinse tutti per terra creando delle fiamme per terra, si tirò in piedi in una veste blu e una donna bionda alzò le mani.
<<Josephine, va tutto bene, è necessario>>
<<No, non voglio. Non fatemi questo>>piangeva la ragazza.
<<Dovrai farlo, è un ordine>>
Quando ancora si avvicinò ella allungò una mano e la signora iniziò a urlare, del fuoco si alzò dal pavimento colpendola in pieno e in pochi istanti allargo quell'incendio nella sala operatoria, i dottori sarebbero morti carbonizzati. Poi, sapendo che l'impianto anti-incendio si stava per accendere fece alzare più fumo, si concentrò sul muro alla sua destra, dove c'era una finestra. Era inverno fuori ed erano in mezzo a una foresta, usò tutta la sua forza, gridò come una pazza e quello esplose, quando le macerie si fermarono corse fuori. Lo fece a piedi nudi, nella neve e non si girò mai, scappò lontano nel bosco per poi crollare a terra solo qualche km più in là, il bianco l'abbracciò e infine si addormentò.
<<Josie!>>urlava Clint scuotendola.
Ella aprì gli occhi e si tirò su di scatto, aveva una mano sulla pancia ed era su una navicella a terra, Natasha era sdraiata poco dietro di lei, in trans, mentre Thor e Steve erano seduti sotto shock. Non sembravano neanche loro, Wanda era davvero molto potente.
<<Che sta succedendo? Dove sono?>>
<<Respira, Fiamma. Ho bisogno di te, ti prego>>
<<Dove sono Banner e Stark?>>
<<In città, Tony non riesce a fermare Hulk. Devi farlo tu, ti prego>>
<<Loro..>>
<<Me ne occupo io, promesso.>>Annuì mentre la faceva scendere.
<<Pietro? Wanda?>>
<<Mi dispiace, sono scappati>>
Sentirono un ruggito, era Hulk. Clint notò che dalla faccia di Josie era accaduto qualcosa e sembrava fingere di non essere sconvolta ma l'ammirò per la prima volta, era a pezzi ma si rialzò e camminò tenendosi un fianco.
La guardò andare via verso la luce, poi mettersi a volare e scomparire tra la polvere, tra le urla lontane, esattamente come un eroe avrebbe potuto fare.
Sì, ora si fidava di lei.
Josie usò l'auricolare<<Stark, sto arrivando.>>
<<Finalmente un soccorso! Qualcuno che si unisce alla festa, a proposito, io sono quello grosso rosso e oro, nell'armatura di Veronica>>
<<Ma il tuo amico verde doveva uscire proprio adesso per abbronzarsi?>> sbuffò sorvolando la città.
<<E' stata la strega stronza, tu...Ahia! Banner!>>imprecò dopo un colpo<<Stai bene, Peperoncino?>>
<<Niente di grave, ma avrei bisogno di sfogarmi>>
<<Ti vedo! E' tutto tuo, dolcezza!>>urlò il grande Iron man, mezzo distrutto, alzandosi da terra.
Josie alzò gli occhi al cielo e poi atterrò in un tonfo, creando un buco, le persone la videro e iniziarono a filmare.
Non avevano mai visto una ragazza così letale, ora sarebbe diventata famosa.
Hulk la notò e ringhiò furioso, ricordava quello che aveva fatto a Sokovia ma per la rossa non sarebbe stato facile come allora, perché non lo stava prendendo alla sprovvista ed era anche molto meno oggettiva.
<<Ci risiamo, Mister. Verde, lo so che non ti sto molto a genio ma avrei davvero bisogno di farmi una doccia>>
Bruce corse verso di lei e le lanciò tutte le auto che trovava, le schivava con i poteri o le inceneriva, ma una la prese appena facendola cadere a terra. Fu piuttosto doloroso, aveva un bel taglio sulla fronte e odiava sanguinare, diciamo così.
<<Josie, non dovresti sfogarti?>>mormorò sbuffando Stark.
<<Mossa del cazzo, Banner! Mossa del cazzo!>> si alzò in piedi lei.
Cercò di colpirlo senza ucciderlo ma la creatura sapeva come muoversi, era arrabbiato ma era anche sveglio. Finirono dentro una banca, poi distrussero parecchi furgoni, caddero in un centro commerciale dove lei dovette farsi aiutare da Stark, che nel frattempo faceva scappare i civili numerosi.
Poi ella puntò le mani contro il nemico, usò una fonte di energia rossa, simile al fuoco per imprigionarlo contro una parete e lo colpì più volte con dei pezzi di metallo.
<<Dormi, dormi, dormi, dormi!>>
<<Non sta funzionando!>>sbuffò Stark.
Hulk si liberò dopo un urlo e la guardò con gli occhi venati di rosso, lei fece una smorfia<<Scusa>>
<<Che cazzo facciamo ora?!>>gridò dopo aver liberato la zona.
<<Mali estremi..>>
<<Estremi rimedi>>finì la frase l'altro.
<<Aggrediscilo e portalo verso il centro della città, c'è un palazzo in costruzione. Ho bisogno che lo compri e poi buttalo sotto, mentre scenderà userò la mia forza psichica per calmarlo>>
<<A quella sokoviana vedi cosa succede se la incontro>>disse un attimo prima di correre verso Hulk.
Con fatica gli afferrò il braccio, lo chiuse in una gabbia e usò i propulsori per alzarsi in aria, volarono con fatica visto che l'altro non si calmava. Josie li seguì velocemente volando, cercando di evitare che cadesse e raggiunto il palazzo urlò<<Ora!>>
Tony mollò la presa incerto, dopo aver comprato la struttura, Banner cadde ruggendo e poi ella si lanciò in giù, posò le mani bollenti sul petto verde e lo spinse per i piani che si distruggevano. Stark vedeva tutto da fuori sperando che funzionasse e che non si facessero male.
Josie lasciò andare la sua rabbia, gridò disperata e attivò le pupille rosse usando i suoi poteri per entrare nel sistema organico. Gli abbassò i battiti del cuore e Hulk si sentì pervaso da una calma dolorosa, bollente ma la vera sofferenza la sentiva lei.
Le immagini del suo passato erano diventate lame, i suoi occhi rossi erano pieni di lacrime, si sentiva come se avesse sempre cercato di nascondere chi era davvero. Non era quello che l'Hydra le aveva detto di essere, le avevano mentito.
Quando atterrarono crearono un cratere, Banner iniziò a tornare umano ma vide quello che aveva fatto, la gente che urlava, la cenere, la polvere alta, i militari, i feriti.
Josie rimase sdraiata a terra, Bruce tornò come prima e si coprì con i larghi pantaloni mentre Stark si lanciò dalla sua armatura e corse dai due.
La ragazza era sporca di sangue e di polvere chiara, i poliziotti abbassarono le armi.
<<Dobbiamo andarcene da qui, ora>>commentò Stark offrendo la mano a Bruce<<Sali su Veronica, forza>>
Tremando, sconvolto e odiandosi entrò nell'armatura che volò in aria per tornare alla navicella, poi egli si girò verso la ragazza sdraiata, il volto paralizzato e gli occhi azzurri bagnati. Chiamò la sua solita armatura e una volta indossata si inginocchiò, mise una mano sotto la sua schiena e una sotto le sue ginocchia.<<Ce la faccio..>>
<<No, non è vero. Lasciati aiutare, Peperoncino>>
Nessuno glielo aveva mai fatto o detto, si lasciò prendere stringendo il collo di metallo e si alzarono in volto, cercando di non guardare cos'era capitato, che cosa avevano fatto. Ora il mondo avrebbe conosciuto Fire Death.
La portò fino alla navicella, Steve si alzò tenendosi ancora la fronte e vide i tre arrivare, Banner tremava e cadde a terra, nascondendosi di fianco ad un tavolo. Poi vide arrivare Tony, senza armatura, che teneva Josie per un fianco, ora camminava a fatica.
Nat cercò di concentrarsi e si sedette sul posto, guardando com'erano messi tutti. Clint partì e Stark diede uno straccio alla ragazza, pulì il sangue e lo sporco in silenzio. Poi prese un respiro e si trascinò dolorante verso la sorella, che la guardava ancora interdetta, si sedette al suo fianco e poi si sdraiò per terra, la più grande la imitò confusa. Josie prese la sua mano, la strinse imbarazzata e anche gli Avengers notarono che quel gesto significava molto, voleva dire che era lì per lei, per loro.
<<Ho parlato con Hill>>disse Clint dopo qualche ora di silenzio, Natasha si era addormentata sulla spalla della sorella<<Dobbiamo stare nell'ombra per un paio di giorni. Nell'aria c'è una richiesta di arresto per Banner e delle domande per Josie.>>
<<Lo so. Vuoi fare cambio? Guido io>>propose Tony.
<<No, mancano diverse ore tanto>>
<<Diverse ore per dove?>>
<<Una casa sicura>>
ANGOLO AUTRICE.
Un nuovo capitolo per un nuovo cambiamento di Josie, ho amato scrivere questo di lei, raccontare i suoi pochi e confusi ricordi e parlare del rapporto con Nat e Yelena. Non vedo l'ora di presentarvi la Yelena Belova che ho creato, visto che non è ancora uscito il film e so poco su di lei, a parte ciò si legge nei fumetti. Il fatto che Clint la stia portando nel suo luogo sicuro dimostra che vede questo cambiamento, voi la pensate come lui?
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