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Capitolo 68


L'universo non è eterno, forse può sembrare ma prima del Big Ben non c'era nulla. Qualsiasi cosa ha un inizio, qualsiasi entità, qualsiasi certezza. La morte non ci sarebbe senza la vita, la storia non sarebbe stata scritta se non fosse stata prima vissuta.
Eppure l'universo non sappiamo ancora contenerlo, non immaginiamo quanto sia vasto, chi c'è oltre noi e siamo alla disperata ricerca di risposte tra le stelle.
Guardiamo il cielo e non ci rendiamo conto di quanto pesi davvero, di come potrebbe schiacciarci come ha fatto con Atlante.
L'universo ha avuto un inizio, si è evoluto e questa è la più grande bellezza tra tutte, perché senza una esplosione noi non saremmo mai esistiti. Senza l'inizio e senza una fine noi non ci saremmo, i dinosauri sono un esempio, hanno avuto una fine e non dovremmo dare per scontato che non potrebbe ricadere.
L'universo può essere tutto ciò che scegli, può essere una forza cosmica che ha già scelto come andrà a finire per te, può essere un mucchio di galassie con sistemi solari diversi, può essere qualcosa di troppo lontano per poterlo anche solo desiderare.
Ma alla fine del giorno tutti noi sospiriamo, pronti a dormire come miliardi di altri individui e ci sentiamo come se fossimo noi ad essere l'universo, non vi succede? Non pensate che nello stesso modo in cui voi vivete lo ha fatto anche qualcosa di più grande? Siamo puntini per la nostra galassia, temporanei e forse il segno che lasciamo è quasi nullo, trasparente ma non per questo siamo differenti. 
L'universo è nato, come noi, è cresciuto, ha creato nuove vite e ha fatto degli errori e sempre come noi è certo che avrà una fine. Ci sono varie teorie su come accadrà e potrebbe accadere tra miliardi di anni ma accadrà, perché tutto ha una data di scadenza.
Il nostro dovere è vivere ogni momento che abbiamo, crescere, evolverci, migliorare e peggiorare finché non sarà il momento della grande fine, sperando che sia il più tardi possibile.
Josie doveva fare proprio questo, doveva compiere il suo compito e si domandava davvero se il cosmo fosse ancora sicuro di averla scelta, perché le sue certezze vacillavano come se avessero il mal di mare.
I gruppi che si divisero avevano una missione, così come lei e si sarebbero rivisti alla battaglia, non era affatto nervosa per quello ma lo era nel salire sull'Helion con la sua ex squadra. Josie non aveva scelto chi andare con chi, era stato quasi meccanico, ognuno conosceva il suo posto.
Il gruppo di Shang.-Chi era composto da Scott, Hope, Fury, Monica, Maria, Darcy, Melina e Alexei.
L'ultimo si era rifiutato di stare vicino a Steve, non che Rogers se lo ricordasse minimamente. La squadra per Hala era formata Visione, Strange, Wong, Yon-Rogg, Korath con la Starforce,  Valchiaria e Wanda, che per quanto volesse chiarire con Josie non poteva lasciare Visione.
In Wakanda, oltre l'esercito di Ross, ci andò T'Challa, Okaye, Shuri, Sam, Parker e Rodney. Thor guidava coloro che dovevano raggiungere Asgard : Carol, Quill, Gamora, Groot, Rocket, Drax, Nebula e Mantis.
Insieme a Josie potete immagine : Natasha, Yelena, Bucky, Steve, Tony, Banner, Clint , Loki e Pietro.
Quest'ultimo si era rifatto vivo prima di partire, aveva abbracciato la sorella e aveva detto che non poteva andare con lei su Hala, doveva seguire la gemma. Non sembrava distrutto come lo era realmente ma appena tutti salirono sull'Helion si sentì una grande tensione. 
Josie diede degli ordini a Korath, che parve preoccupato per lei e poi prese le coordinate da Quill, egli le fece l'occhiolino dicendole di fare attenzione, quel tipo le piaceva. Shang-Chi l'abbracciò persino, dicendo che avrebbe chiamato sua sorella e un'amica, sarebbero stati in molti. Il portellone si chiuse e Clint notò come ella non degnasse nessuno di uno sguardo.

<<Allora, sai pilotarla?>>

<<Vi conviene sedervi se non siete mai stati nello spazio. Oppure rimanete in piedi, così non mi annoierò>>alzò le spalle  avvicinandosi ai comandi. 

Bucky sapeva che diceva il vero, perciò si affrettò a sedersi nei sedili posteriori attaccati alle pareti, lasciavano un corridoio lungo.
Gli altri lo seguirono, persino Loki, si allacciarono più forte che poterono.
Ella era ancora in piedi, toccò vari pulsanti, poi andò indietro, guardò un pannello. Appoggiò la mano<<Conferma dati e coordinate, nome: Capitano Jo-Rogg>>

<<Jo- Rogg? Sei seria?!>>domandò Tony<<Sembra il nome di uno spacciatore>>

Ella alzò gli occhi al cielo, tutti la fissavano mentre scoperchiava un pannello nel pavimento. Banner era curioso<<Questa tecnologia è strepitosa>>

<<Non è umana, Mister Verde. Abbiamo poca potenza per arrivare ad Ovunque, la stazione spaziale ci farà rifornimento ma arrivare fino a qui ci ha scaricato.>>spiegò, c'era del fumo ma ella mise dentro le mani. Pietro le stava per dire di non farlo ma si obbligò a zittirsi quando vide che ella lo stava già premendo, le sue dita iniziarono a brillare e anche le luci si fecero più forti.
I comandi avvisarono che l'energia era al massimo<<Brava la mia bimba. Possiamo andare>>

Ella si alzò rimettendo a posto, pareva essere molto concentrata.
Loki la guardò ammirato <<Come sei divenuta Capitano in un anno?>>

<<Non ero in vacanza. Sono stata addestrata secondo schemi di combattimento kree, che non sono molto diversi da quelli asgardiani e papà mi ha insegnato a pilotare una nave. Questa è mia, porto il suo nome dopotutto. Ho preso vari brevetti, fino a quello di Capitano, mio padre ne è il Comandante.>>

<<E ora sei la loro Regina, è piuttosto affascinante. Come ci sei riuscita?>>

<<Non dirglielo, lui ha già fallito una volta>>commentò Clint, che si prese un'occhiataccia dal dio.

 <<Non è stato difficile, non ho affrontato l'esercito, ma la loro matrice. In realtà non era ciò che volevo, ma Hela mi ha fatto capire che avevano bisogno di una guida e che ero l'unica che avrebbero seguito. Mi temono, mi venerano da millenni, erano già in ginocchio quando sono arrivata. Vedi, io non sono solita fallire, non uso mezze misure>>

<<È inquietante, basta consigli su come conquistare una razza!>>sbuffò Tony.

Josie represse una risata e si sedette, allacciò la cintura e si alzò in volo con Helion.
Per nessuno quella sensazione era nuova, volarono fino all'atmosfera in totale silenzio. Poi la superarono, lo spazio era tranquillo, sembrava fossero in pace.
Bucky si tenne stretto<<Cristo Santo>>

<<Bene. Prima informazione sul volo: I salti spaziali non sono mai divertenti, vi sentirete soffocare, ogni cosa si amplificherà, potreste avere la nausea o sentirvi in estasi. Il vostro stomaco e la vostra testa peserà, in confronto scappare da una prigione sotto l'oceano vi sembrerà un gioco da ragazzi. Seconda informazione : Se vomitate nella mia nave vi faccio pulire tutto con la lingua, è pulita come non lo era da mesi! Terza informazione sul volo : A parte Loki, quando arriveremo non dovrete fare niente di affrettato, non sono come gli umani, la loro mente ragiona diversamente. Ci sono miliardi di razze, l'aria sarà diversa proprio come loro. Non fermatevi a parlare, non guardate nessuno negli occhi, non fate gli strani. Dovete avere confidenza solo con il vostro corpo. Quarto : State dietro di me, sempre, tutti voi e magari sopravvivrete>>

<<Come sai che ti riconosceranno?>> domandò Steve.

<<Lo fanno sempre>>Josie fece un respiro profondo, toccò i comandi<<Salto spaziale tra tre, due, uno!>>

Si sentirono tutti travolti, risucchiati da una forza interiore.
Immaginate di essere in aereo e si sale, ti manca il fiato, le orecchie si tappano e lo stomaco è in disordine, be', moltiplicate questo per cento e avrete lo stesso risultato.
Pietro vide chiaramente delle figure comparire dal nulla e poi aprirsi, poi la nave venne attirata in una spirale, come un tunnel di energia e un secondo dopo erano fermi, nello spazio cosmico, davanti a un enorme stazione spaziale.
Quello che videro era Ovunque, la galassia non era solo oscurità tra stelle, era di diverse sfumature di verde e in mezzo ad essa c'era una forma che ricordava un cranio, forse perché era davvero la testa di un celestiale.
Josie si alzò per nulla impressionata, Loki anche mentre gli umani avevano le labbra spalancate. 
Banner tenne una mano sulla bocca per evitare di vomitare, Clint si alzò a fatica per via dei giramenti ma poi si aggrappò al sedile e guardò la base<<Mio Dio, è proprio una testa>>

Yelena sorrise<<È troppo forte!>>

Josie ignorò le loro espressioni, anche quelle di Bucky e Pietro, doveva concentrarsi e non poteva farlo se pensava ai due. Andò verso una scaletta e Natasha la guardò<<Dove vai? Non dobbiamo atterrare?>>

Si girò appena<<Devo cambiarmi, non posso presentarmi in pantaloncini. Ho ancora quella cosa chiamata dignità>>

<<Possiamo venire con te, io e Yelena?>>

Tutti rimasero in silenzio, persino Tony, che moriva dalla voglia di fare qualche battuta ma alla fine Josie, completamente a disagio, annuì<<Certo>>

Jo provava ancora dolore alla schiena ma sopportava come aveva sopportato tutto nella vita, scese al piano di sotto, c'era un lungo tavolo dove c'erano carte di strategia, un muro pieno di armi e un bagno chiuso. Ella tirò fuori da sotto la superficie un baule, lo mise sopra due sedie di metallo verde.
Era molto vecchio e Nat si avvicinò sorpresa, sopra c'era incisa in bronzo la runa del Cerchio Interrotto. 

<<È bellissimo, come lo hai avuto?>>

Ella lo aprì, c'era un piano di tessuto dove c'erano dei coltelli, guanti elettrici, dischi a stella, armi automatiche e poi lo sollevò, sotto c'erano vari bracciali, orecchini, collane e anelli. Infine li aprì dividendoli in due contenitori differenti e sul fondo dal baule c'erano diversi abiti, tutti avevano a che fare con il rosso.

<<Era di mia nonna. Lei mi ha lasciato parecchie cose in una base per il Cerchio Interrotto su Hala. C'erano un mucchio di roba, ricerche, libri e poi un'armeria segreta. Ho trovato l'armatura che ha fatto per me>>

<<La metterai?>>domandò, appoggiata alla porta, Yelena.

Sospirò mettendo le mani dentro, prese il primo vestito che c'era sopra, di fianco c'era qualche paio di scarpe. <<No, l'ho lasciata lì>>

Le due si scambiarono una sguardo d'intesa, la guardarono prendere ciò che voleva e chiudersi in bagno.
La porta era socchiusa e con lo specchio si poteva vedere la ragazza svestirsi, Nat ebbe i brividi quando vide il grande marchio sulla schiena.

<<Non sei felice che siamo venuti con te ad Ovunque, non è vero? Lo capiamo, è colpa nostra se tua madre è morta>>

Videro la sagoma di Jo paralizzarsi<<Non è stata colpa vostra>>

<<Sì invece, l'abbiamo portata da te e non avevamo idea di cosa ti avesse fatto. Pensavamo che la rivolessi ma ci siamo sbagliate, tu non hai nessuna colpa, sei esplosa dopo anni di tortura. È stato normale>>

<<Niente di questo mi sembra normale a dire il vero. Oggi ho parlato con un procione>>rispose sarcastica.

Yelena fece un piccolo sorriso rilassandosi<<So che hai parlato un secondo con Melina e Alexei, sono terribili, si preoccupano troppo, sono bugiardi e logorroici ma vorrebbero conoscerti. Sanno quanto sei importante per noi. Voglio dire che non devi dare una risposta subito, potremmo crepare tra poco ma io voglio solo sistemare le cose. Ci dispiace, per tutto e faremo qualsiasi cosa per farci perdonare. Dovevamo essere al tuo fianco, non contro di te con Ivan. Meritava di morire, lo abbiamo capito e...>>

Vedendo che Yelena stava per piangere Nat le prese una mano e continuò<<E non ti chiederemo niente finché non sarai pronta, noi abbiamo sbagliato e non siamo le uniche a riconoscerlo. Lassù ci sono delle persone che si odiano per ciò che ti hanno fatto, per come hanno reagito alla paura, hai due ragazzi che ti amano e che hanno il cuore spezzato, degli amici che cercano ancora di aggiustare le cose. La tua rabbia, la tua indifferenza ha del tutto senso, è giusto ma credo che tu sappia che hai fatto degli errori nel nostro rapporto anche tu! Non ci hai detto niente quando hai trovato il diario, questo ha fatto male, perché sembrava preferissi Pietro a noi. Ecco, volevamo solo dirti che ti vogliamo bene, noi ti vorremmo sempre bene e non perché siamo costrette. Non è stata una scelta, se ho imparato una cosa da Steve è che l'amore non puoi controllarlo.>>

Josie aprì la porta lentamente e quando la videro non solo era bellissima ma aveva il volto rigato dalle lacrime. Poteva fare l'insensibile con J, con Pietro e con suo padre, con chiunque ma mai con le sue sorelle. Se solo avessero saputo quando ella soffriva per la loro mancanza.

Yelena aprì la bocca<<Josie..>>

Ella abbassò il viso sull'abito, ne indossava uno di un rosso sangue scuro, era molto sottile, aderente sulla vita con i pizzo neri intorno ai fianchi e al seno, persino sulle spalle. Era a manica lunga, la gonna possedeva uno spacco sensuale piuttosto alto e una cintura girava il suo corpo con fierezza.  Portava degli stivaletti alti, neri e il tacco era rivestito da foglie di metallo kree, esso era anche nella collana e nell'orecchino con la forma di un'ala. 

<<Non potevo dirvelo, pensavo che sareste scappate. Ma Pietro, era troppo presto per sentire qualcosa per lui e se ne fosse andato non sarebbe stato come perdere voi>>

Nat attraversò la stanza sino a lei<<Ehy, no, noi non saremmo mai fuggite da te. Non ci importa se sei la nipote di Teschio Rosso, la quasi figlia di Ivan, sono cose che non dipendono a te. Quella rabbia aveva del tutto ragione a voler esplodere, noi non ce ne siamo neanche accorte>>

<<Dovevo essere migliore per voi ma non riuscivo a fermarmi. Non riesco a controllare quella parte di me, non fa che chiedere di essere sfamata, vuole vendetta. Non ho pensato allo conseguenze, non ho pensato che poteste essere rinchiuse ed ero così arrabbiata perché mi avevate sparato che...>>si fermò, la voce le tremava tanto che anche Yel arrivò alla sua sinistra. <<È stata tutta colpa mia>>

<<No, non dire così. Tu non sei un mostro, hai una seconda personalità fuori di testa>>fece una smorfia la bionda<<Mi è uscita male! Dico solo che tutti abbiamo dei lati oscuri e abbiamo promesso che saremmo state insieme per sempre, non abbiamo mantenuto quella promessa>>

Natasha si lasciò andare alle lacrime, come le altre due, mise le mani nei capelli di Jo. Le era mancato sentire quanto fossero morbidi e mossi<<Sarei dovuta tornare, per entrambe. Niente di questo sarebbe accaduto se dopo Dreykov fossi tornata, se vi avessi cercate. Sentivo che eri viva, Josie, ma avevo paura di cosa avrei trovato. Ero io che dovevo prendermi cura di voi>>

Yelena faceva sempre la dura ma finì per allargare le braccia e stringere Josie, che ricambiò in mezzo secondo. Mise la testa sulla sua spalla per sentire il suo profumo e anche Nat si unì dando dei dolci baci sulle fronti delle sorelle minori. Piangevano ma il loro cuore era più leggero. Jo strinse gli occhi<<Era reale, lo è ancora>>

Dopo qualche minuto si decisero a staccarsi ma non era comunque abbastanza, tutti e tre si pulirono gli occhi nello stesso modo, le guance erano arrossate e anche i loro nasi. Natasha sorrise piuttosto soddisfatta<<Saliamo o Tony inizierà a parlare di salvare l'universo e di come siamo degli eroi ritardatari>>

Jo annuì richiudendo il baule<<Ehy, cos'era quella frase su come Steve ti ha insegnato cos'è l'amore?>>

<<Oh, stanno insieme da qualche mese ma ora sono in crisi>>

<<Yelena!>>la riprese Natasha sbuffando.

<<Cosa?! Voi due...Cazzo! È fantastico, quante cose mi sono persa?!>>

<<Tony è diventato padre, sua figlia si chiama Morgan>>

Josie inclinò la testa<<Chissà perché non sono neanche sorpresa. Basta con le sorprese e comunque continuerò a fare la stronza con loro, lo sapete, vero? Non sono le mie sorelle>>

<<Non ho problemi a riguardo, fai pure la stronza con Bruce>>

Yelena sorrise<<Sarà divertente>>

La guardarono salire le scale entusiasta, Natasha diede un bacio sulla fronte di Jo dopo essersi avvicinata<<Ti voglio bene, piccola>>

Josie rimase ferma mentre anche lei saliva, con l'umore migliorato.
Fece un bel respiro e le seguì, quando salì al piano superiore vide chiaramente come la guardavano gli altri, erano confusi e sicuramente avevano notato un cambiamento nelle due vedove.
Jo però continuò ad ignorarli, a parte Loki, che fece un commento positivo sull'abito. 
La Regina si mise al posto del pilota e toccò vari pulsanti, Clint la guardò con un mezzo sorriso, ricordando i vecchi tempi.<<Nave Helion, provenienza Hala, razza Kree. Chiedo permesso di atterrare>>

La radio rispose subito  con una voce registrata<<Nome capitano?>>

<<Che ne dici di Regina Suprema dei Kree? O Morte di Fuoco?>>

Una voce vera e propria rispose ma essa tremava<<Permesso concordato, mia signora. Atterraggio previsto per la piazza 33 12>>

Yelena scosse la testa<<Mia sorella è un'esibizionista>>

Josie provò a non sorridere ma fallì.
Prese il comando della nave e gli altri si riallacciarono le cinture, si avvicinarono nella grande base spaziale e tutti gli Avengers avevano la bocca aperta per la sorpresa. Non avevano mai visto niente di simile, non lo avevano neanche mai immaginato ed era straordinario.
C'erano piccole navicelle, molti lavoratori, razze di ogni genere e per gli scienziati quella era una gita alla scoperta di nuove idee.
Atterrarono nella piazza assegnata, quella più vicina al centro e Pietro fremeva dalla voglia di correre in giro per vedere ogni angolo di quel posto.
Josie si alzò, così come gli altri e ubbidirono all'ordine che ella aveva dato, stare sempre dietro di lei. 
Ella non aveva una corona, in realtà non le erano mai piaciute, le facevano uno strano effetto e direi che non le serviva affatto, si capiva già chi era.
Il portellone si aprì ed ella scese per prima, erano su dei pezzi incastrati di metallo, Steve strinse il suo scudo e guardò come tutti fossero tranquilli nel fare ciò che facevano, si sentì stupido e non così tanto evoluto.

<<Qui non esistono regole, non ci sono leggi. Se ammazzi qualcuno sono affari tuoi, qualcuno ammazzerà te se ne ha voglia. È il caos ma funziona in modo perfetto>>

Quando iniziarono a camminare dopo la pedana notarono come tutti si spostavano, si giravano a guardarli, ops, a guardarla. Pietro si sentì a disagio ma notò come ella non lo era, era abituata o forse semplicemente le piaceva esercitare potere. 
Josie camminava elegantemente, il mento alto, gli occhi fissi in avanti, era straordinaria.
Alcuni iniziarono ad inginocchiarsi, altri giungevano le mani, aveva il controllo su di loro.
Poi sbucò un gruppo di bambini, correvano dappertutto e quando la videro scapparono urlando, tranne una bambina.
Ella aveva la pelle violacea, due occhi grandi e gialli, i capelli erano viscidi e simili agli spaghetti di soia. Rimase ferma e poi si inginocchiò, toccò un bracciale sul polso.

<<Sei la Morte di Fuoco, vero?>>

Banner pensò che non era una bella idea, non l'aveva mai vista con una bambina, a parte che con quella di Clint. Josie li sorprese, si accovacciò e le tirò il viso in su<<Tu come ti chiami?>>

<<Jiranot>>rivelò in tono più sicuro.

<<Jinanot, possiedi un traduttore molto costoso. Fai la ladra, immagino>>

<<Solo nel tempo libero, mia signora>>

<<E sei brava, mi piace>>sorrise furba, la bambina spalancò la bocca in modo teatrale<<Sto cercando qualcuno che è nei guai, non come te. Lo chiamano il Collezionista>>

<<Non ci permette di avvicinarsi alla sua piattaforma, dice che ci farà mangiare>>

Loki alzò le sopracciglia<<Ma sai dove si trova>>

<<C'è poco che io non sappia, Asgardiano>>

Josie ridacchiò divertita dall'astio visto<<Vediamo, facciamo un patto, Jinanot. Tu mi farai entrare lì entro un'ora e io ti darò qualsiasi cosa tu voglia, scegli saggiamente>>

Clint stava per dire che non era una buona idea mettere in pericolo una bambina ma quella non era praticamente più una bambina<<È vero che allenate le mie coetanee per diventare guerriere su Hala?>>

<<Oh si, io e mio padre ci occupiamo delle più forti. La nostra è una razza militare>>

<<Io sono forte. Voglio questo, voglio essere una guerriera kree, in nome della Morte di Fuoco, per sempre.>>

Banner stava per dire un no assoluto ma venne interrotto<<Sarai la guerriera kree più temeraria della nuova era, ma solo se mi darai ciò che voglio. Sono stata chiara?>>

<<Sì, mia Regina. So già come fare, aspettatemi al locale delle scommesse>>

Ella corse via sotto gli occhi di tutti, Jo si rialzò e Tony la guardò accigliato<<Hai appena dato un compito del genere ad una bambina o forse ho avuto un'altra allucinazione di come distruggeremo l'universo? >>

Lo ignorò<<Seconda cosa da sapere su Ovunque, si chiama così perché non è in un posto preciso. I viaggiatori vengono da qualsiasi specie ed epoca. Quella bambina potrebbe essere qui da cento anni ma il fisico ne registra tredici, la sua mente è più evoluta in base agli stimoli che ha ricevuto. Ora, andiamo a bere>>

Banner era affascinato da questa rivelazione, era pronto a fare mille domande ma lo sguardo che gli mandò Natasha gli fece capire che era meglio evitare di farla innervosire.
Arrivarono ad una piazza, c'era un gruppo di alieni ubriachi e che li notarono, se fossero stati lucidi si sarebbero inginocchiati.
Steve sospirò ed entrò con gli altri, Tony ne era compiaciuto e Pietro anche, Bucky si sentì come in un déjà-vu di Madripoor.
Josie arrivò al bancone, attivò il suo traduttore  e prese uno shottino dorato, Loki un calice e gli altri li fissarono straniti.
Jo mandò giù tutto e poi scosse la testa per il sapore forte.

<<Che cosa bevete?>>chiese Clint.

<<Roba che non ha che fare con stomaci umani.>>mormorò Loki per poi rompere il bicchiere<<Le scommesse sono aperte! Mi dispiace, mia signora ma devo andare a giocare>>

Natasha e Barton si guardarono<<Andiamo a tenerlo d'occhio!>>

Josie prese un altro shottino dal barista con due nasi, ella sospirò e lo mandò giù sotto gli occhi dei presenti.
Yelena guardò Banner e gli prese un polso<<Dottor Spinacio, che ne dici di farci un giro? E non è una domanda, forza>>

La ragazza si ritrovò con Steve, Tony, Bucky e Pietro a fissarla.
Non fu piacevole, tanto che ne prese un terzo di bicchiere, l'alcol non aveva effetto su di lei, ormai il suo corpo non lo percepiva neanche.
Quell'imbarazzo la innervosì tanto che cambiò strategia<<Allora, Rogers, sembra che tu vada a letto con mia sorella e per sorella intendo Natasha>>

Per poco Steve non si strozzò, Tony scoppiò a ridere, Bucky e Pietro si trattennero, forse perché quest'ultimo si pentiva di aver scelto di non andare con la gemella.
Era protettivo con Jo, voleva seguirla per proteggerla e voleva chiarire, voleva ancora che lei gli dicessi che lo amava. Diciamo che non si era del tutto arreso.

<<Io...te lo ha detto lei?>>

<<E so anche che hai fatto un casino.>>

Si grattò il capo e poi si appoggiò al bancone, parlare con lei era sempre stato facile come respirare ma si sentiva dannatamente in colpa, odiava che fosse così complicato<<L'ho fatto, ho detto una cosa che l'ha ferita e non era mia intenzione. Non era mia intenzione neanche tradire la tua fiducia, combatterti e comportarmi in quel modo, non farei mai nulla per farti del male, Josie.>>

<<Non dovrei intromettermi, lo so ma è lo stesso. Non per Natasha, non ci sono andato a letto! Ma ho una figlia>>mormorò Tony.

<<Lo so, Morgan è un bel nome.>>

Stark schiuse la bocca sorpreso, stava accadendo spesso.<<Mi dispiace per aver studiato quei file senza dirti niente, volevamo proteggerti dal dolore ma  sappiamo che sei la più forte tra di noi, non perché potresti sputare fuoco ma perché non molli mai. Potevi abbandonarci ma ci hai salvato il culo, sia con Ross che con Hela. Lo stai facendo anche adesso. Puoi dire di odiarci, Peperoncino ma le tue azioni dicono tutto il contrario>>

Ella lo guardò con la coda degli occhi<<Non essere sfacciato con me, Tony. Solo perché mi avete tradita, imbrogliata e dato la caccia non vuol dire che vi voglia vedere morti. Cioè, per adesso.>>

<<Mi sei mancata da impazzire, Peperoncino>>sorrise.

Josie non seppe che dire, lo guardò nella sua armatura andare verso Loki, che urlava tutto contento guardando un tavolo.
C'era un gran casino.
Steve la fissò ancora<<Sai, Josie, forse abbiamo fatto tutti dei grandi errori e ci odiamo per questo ma gli Avengers erano il nostro modo di perdonarci l'un l'altro. Siamo qui, ti seguiamo senza obbiettare, non perché ti temiamo ma perché crediamo in te. Io ho creduto in te dal primo momento in cui ti ho vista in quella scala, hai detto che ti stavo annoiando ma so che non volevi mostrare che avessi ragione. Dico la verità anche adesso, così come dico il vero sul fatto che mi sono innamorato di Natasha, lei è pazza ed è l'opposto di Peggy ma quando sorride sento di essere l'uomo più fortunato al mondo e non credevo di potermi sentire ancora così. Non ti chiederò più scusa, so bene di non esserne degno, io ti ho ferita di più nella squadra>>ella abbassò gli occhi sul bicchierino<<Perché ti avevo promesso che sarebbe stato fino alla fine>>

Detto questo diede una pacca sulla spalla di Bucky e andò da Natasha, la quale vedendolo non si allontanò subito, sembrava meno arrabbiata. Li guardò, non aveva mai visto sua sorella arrossire.
Solo in quel momento si rese di essere al bancone con entrambi i suoi ex.
Si irrigidì, allungò la mano e prese la bottiglia, il barman vedendola non protestò neanche.

<<Aspetto fuori>>

Pietro e Buck si guardarono, un po' in cagnesco, ma anche sorpresi di come stesse scappando.
Poi Maximoff si morse un labbro<<Vai da lei, io ho avuto qualche risposta e non me n'è piaciuta mezza ma tu non hai avuto nemmeno quello. Quindi, anche se ti odio, vai dalla donna che amo>>

James si sentì dispiaciuto per lui, perché sapeva che Jo non era stata molto delicata con lui alla base ma sentiva anche che lei aveva avuto ragione, non era ancora pronta per parlare di questioni di cuore e Pietro era esploso troppo presto.
Annuì e la seguì fuori con passo spedito. Yelena si mise di fianco al velocista con Hulk<<È la prima cosa sensata che fai nei confronti di mia sorella>>

<<Piantala, vorrei già non averlo fatto>>sbuffò alzando gli occhi al cielo, ella rise.

Bucky arrivò fuori ma non vide da nessuna parte Josie, poi sentì un imprecazione russa e sorrise.
Girò l'angolo ed eccola, Josephine era su una specie di balconcino riservato.
Non c'era nessuno a infastidirla o a notarla, da lì la vista era mozzafiato.
Le si avvicinò cauto ma Josie riusciva a sentirlo, non solo per i suoi poteri ma perché lo riconosceva.<<Ricordo ancora quando da bambina ripetevi tutte le costellazioni a memoria, hai sempre amato le stelle>>

Ella fece ondeggiare la bottiglia metallica verde e si girò appena, i suoi occhi finirono sul braccio. Vide che non c'era più nessun simbolo.

<<Non come te, a quanto pare>>

<<Shuri lo ha fatto, sì, il braccio. Non ha pensato alla stella, ma la sistemerò>>

<<Sempre se Hela non ci ucciderà tutti>>

<<Ci hanno provato un sacco di altre persone, corna o no.>>alzò le spalle appoggiandosi alla ringhiera<<Ormai tutto può accadere, mi trovo nello spazio. Ho conosciuto un procione che voleva comprare il mio braccio>>

<<Cerchi di fare il sarcastico per ammorbidirmi?>>

Fece una smorfia<<Già, ma sto fallendo miseramente. È solo che non so come avere una conversazione di nuovo con te. Mi sembra di non vederti o toccarti da mille anni>>

In quei giorni era pazzesco ma si era ritrovata senza parole più volte di quanto le fosse mai accaduto. Odiava non essere pronta <<Non c'è niente di cui io voglia parlare con te, J..No, il tuo nome è Bucky.>>

<<Josie...>>mormorò prendendole un polso.

La sua mano era fredda contro quella calda di lei, rimasero in silenzio per qualche secondo ma poi ella si scostò da quel contatto e fece un passo indietro<<Non riesci a capire? Non c'è futuro, non per me. Esisto per scegliere se siete degni di vivere, tutto qua e tu, come Pietro, siete in pericolo con me. Morirete se prendo una decisione, se scelgo uno di voi sceglierò anche il resto. Non so cosa voglio, non so neanche se ho un cuore ormai. Io non ti odio, non odio nessuno di voi ma Hela ha ragione. Siamo donne di potere, siamo destinate a combatterci anche se non lo vorremmo, voi siete solo delle pedine per questo stupido universo. Mi rifiuto di inchinarmi a ciò che vuole per voi, non sarò io la vostra fine>>

Era buffo, perché quando Tony, due anni prima, le rubò il DNA ella disse che sarebbe stata davvero la loro fine ; forse alcune persone cambiano dopotutto.
Josie gli diede la bottiglia e andò da sola verso l'entrata, almeno finché non sentì qualcuno prenderle una mano e poi tirarle il vestito.
Si voltò e vide la bambina di prima, Jinanot sorrise mostrando i denti un po' storti<<Ho trovato il modo di entrare>>

Josie ricambiò quel sorriso un po' tirato e le fece l'occhiolino<<Sono fiera di te, andiamo>>

Bucky corse dentro per avvisare gli altri, avendo sentito la conversazione, essi tornarono e furono sorpresi della riuscita. Seguirono Jinanot per qualche minuto, in effetti il quartiere sembrava più malfamato, lo si notava dal comportamento.
Non si inginocchiavano davanti alla Morte di Fuoco ma di sicuro si spostavano rapidamente.
Pietro moriva dalla voglia di sapere cosa si erano detti Barnes e Josephine ma da come il primo pareva afflitto capì che non avevano risolto nulla.
Arrivarono davanti ad un gran cancello argentato, dietro c'era un imponente struttura con un tetto di vetro. La bambina confessò di aver visto la servitrice del Collezionista usare un codice, di averlo memorizzato e anche provato. Così ella si avvicinò e premette i simboli, esso si aprì meccanicamente. Josie non osservò il posto, sentiva già il suo potere lì.
Percorsero un tunnel di vetro e poi si aprì uno scenario da brividi, terrificante. C'era un enorme stanza, quasi come un magazzino e c'erano migliaia di teche. Erano appese, sdraiate, appoggiate, alcune creavano corridoi interi, quasi fosse un vero e proprio labirinto.
In quelle scatole c'era qualsiasi cosa, viva o meno. 
Ella camminò trattenendo la rabbia, la sua mente le urlava di distruggere ogni cosa e trattenersi era difficile. La seguirono guardandosi intorno, erano sconvolti, poi arrivarono nel centro dell'intero posto, un museo spaventoso.
Josie avrebbe voluto che Wanda fosse lì ma capiva perché fosse rimasta con Visione, in più doveva esser nervosa di starle vicino.
C'era una griglia più alta, un tavolo con vari comandi. Loki le si avvicinò e si guardarono, Josie fece cenno e lui comprese il piano. 

<<Morte di Fuoco>>

Quella voce apparve prima di mostrare il proprietario, egli era dietro la teca di un cane con una divisa d'astronauta, si chiamava Cosmo.
Natasha si chiese quante follie avrebbe visto ancora e anche Steve, non c'era mai fine.
L'uomo sembrava umano, aveva dei capelli bianchi tirati all'indietro, sopracciglia nere, occhi scuri e piccoli, le labbra sottili avevano impresso il tatuaggio di una linea su essi. Vestiva di solo due colori, il nero e il bianco. Erano abiti stravaganti, delle specie di pellicce e pantaloni di pelle.
La sua voce era però calda e calma, quasi avesse tutto il tempo dell'universo. Si fece avanti, da solo, la sua nuova serva era nascosta da qualche parte.

<<Il Collezionista, deduco>>

Egli fece un ambiguo inchino, muovendo le mani e le ginocchia verso l'esterno<<Sono onorato che la mia fama sia arrivata fino a te, mia signora>>

<<La mia sembra aver raggiunto ogni angolo del cosmo>>

Salì sulla pedana<<È così, certo. Dal momento in cui hai distrutto l'esercito dei Sovereign tutti sanno della tua vera esistenza, non sei più un mito, una leggenda. Sei reale>>

<<Spero di non aver deluso troppa gente>>

<<Dinnanzi al tuo potere e alla tua bellezza non si può rimanere delusi, mai visto un essere tanto spettacolare>>rispose, Pietro alzò gli occhi al cielo.

Stark fece un passo in avanti<<Mmm, sì, salve. Siamo qui per prendere una piccola gemma, è rossa, luccica, fa paura e ha posseduto l'ex ragazza di Thor>>

Josie stava per chiedere perché ex ma si trattenne, doveva essere seria. Il Collezionista sospirò<<Taneleer Tivan, questo è il mio vero nome. So che siete qui per la Gemma della Realtà>>

<<Bene, impacchettala come un regalo di Natale e daccela. Abbiamo fretta>>concordò Clint.

Josie fece un passo in avanti, era seria e cercava di concentrarsi, sentiva il suo potere sussurrarle di ucciderlo.

<<Volevi la Gemma del Potere ma l'hai persa ancora prima di averla, non avrai tutte le mie gemme. Hela ne possiede tre, io due e per salvarvi devo tenerle tutte lontane da lei. Devi darmi la mia gemma, so che è qui, la percepisco tra tutto questo caos. Sif te l'ha data perché si sarebbe nascosta bene con le altre energie, ora il tuo compito è finito>>

Bucky notò la tensione, fece cenno a Steve di stare pronti. Tivan camminò lentamente verso di lei<<È il momento, basta recitare. Tu non sei Josephine Helion Molov, non sei solo Jo-Rogg o una Regina, così come un Avengers. Tu sei la Morte di Fuoco, sei il potere stesso e stai solo ritardando l'inevitabile. Nascondi te stessa con vigore, così che loro non vedano la tua vera forma, la tua essenza. Tu sei un miracolo.>>

Diciamo che aveva fatto i compiti a casa e questo la fece innervosire <<Non osare, pessima imitazione di Crudelia De Mon. L'ultimo che mi ha detto di essere un miracolo l'ho dissanguato.>>ringhiò. Intendeva Struker.

<<Deve essere davvero complicato per te, cerchi di comportarti come loro ma non sei affatto come noi. Tu sei ultra-celestiale, la tua coscienza si sta amplificando, sai cose che prima non sapevi, i tuoi sentimenti si confondono, non senti il peso del tuo corpo ma solo della tua anima. Vorresti evolverti, perché ti piace il potere ma ti tieni aggrappata a ciò che eri, a queste persone e al dolore che ti hanno causato. Se perdonassi loro o te stessa allora avresti la pace. Il dolore ti fa sentire viva, il potere ti porta a far sì che niente abbia un valore, neanche la vita di quelli che ami. Come puoi sopportarlo? Non sei stanca, cara?>>

Abbassò il viso sulle proprie mani<<Sono stata scelta, solo io posso sopportare di essere me. Non è una punizione, è un onore ma il potere che tanto veneri desidera solo cenere, desidera cambiarmi e ciò che intende fare non mi renderebbe qualcuno degno di amore. Agli occhi di altri sarei un mostro, più di quanto lo sia già, il potere non è fatto per l'amore, ma solo per la solitudine. E io non voglio più essere sola>>

<<E la dea della Morte? Perché desideri salvarla? Corre voce che tu le abbia dato una possibilità sul tuo pianeta. Hela è il vero mostro>>

<<Non lo è. Per lei nutro rispetto come guerriera e donna. Hela ha sofferto per millenni a causa di un uomo che ha desiderato usarla, plasmarla così che fosse ciò che voleva. Un padre che avrebbe dovuto amarla per farle comprendere cosa è giusto e sbagliato, ma non ha saputo gestirla, contenerla. Ciò che accade oggi accade per la solita storia. Voi non imparate mai dal passato.>>

Bruce notò quel voi, capiva che il Collezionista, come Strange, aveva ragione. La sua mente si stava elevando, si sentiva già diversa, superiore alla vita<<Lo sai cosa accadrà alla fine? Morirai in ogni caso>>

Tutti gli Avengers trattennero il fiato a ciò, era il loro incubo: perderla<<La morte non mi ha mai fatto alcuna paura ma sono certo che ne faccia a te, così come perdere tutto ciò che ti fa avere un nome. E un nome rende immortali, non è così?>>

<<Lo sai meglio di tutti, Morte di Fuoco>>ridacchiò.

<<Sì, è il mio vero nome ma ho tanti nomi. Josephine, Agente Molov, Helion, Jo-Rogg, Regina Suprema, Fiamma e il mio preferito: Diavolo. Sai cosa hanno in comune tutti loro? Mi vengono dati in base a come gli altri mi vedono, non per come mi vedo io allo specchio. Mi chiamano per giudicarmi ma si dimenticano che è il mio ruolo quello di giudicare. Scappi dal destino e quello ti prende comunque, io dico che il fato può andare a farsi fottere, dico che non mi interessa essere immortale o invulnerabile! Ciò che voglio è essere chi sono, mi piace avere il potere di bruciare un uomo con il pensiero, è divertente. E sai cos'altro è divertente? Guardarli mentre tolgo loro tutto, perché nessuno mi toglierà di nuovo quello che ho>>

Josie, dicendo questo alzò lo sguardo e Loki scomparve dalle sue spalle in una luce verde, comparve su un cornicione, attaccato ad un pannello. Tagliò i fili e improvvisamente dal tavolo di controllo ci furono delle scintille. Ogni teca si spalancò, migliaia.

<<No!>>urlò il Collezionista alzando le braccia.<<Mi hai ingannato, squaldrina intergalattica!>>

Alcune creature iniziarono ad uscire, alcune corsero distruggendo ciò che vedevano, altre avevano paura ma erano libere. Loki atterrò ridendo<<Ti avevo detto che potevi fidarti di me>>

Gli Avengers si guardarono esterrefatti, tutti loro erano estranei al piano ed era per questo che aveva funzionato.
Alle loro spalle ci fu un fracassano allucinante, Josie non ci fece caso. Si alzò in volo fino ad arrivare sulla pedana.
Tivan era furibondo, gli occhi venati di sangue e cercò di tirare fuori dalla pelliccia un ciondolo.
Ma ella arrivò prima, lo sollevò per il collo dopo avergli rotto la mano, egli urlò per il dolore.
Gli occhi della ragazza divennero di un arancione forte, ineluttabile.
Pietro sapeva cosa sarebbe successo e questo lo spaventava, dopo due anni aveva ancora paura di quella parte di Josie e non credeva che sarebbe mai riuscito a superarla.
La bambina comparve, chissà dov'era rimasta e tirò il polso di Clint<<La collana è la gemma!>>

Si girarono a guardare Josie, che sapeva già la risposta ovviamente.
Con la mano libera strinse il medaglione rosso e improvvisamente esso si ruppe. Sentì qualcosa aprirsi in lei.
Ella lo mollò, facendolo finire a terra e poi si sentì sollevarsi. Tutti indietreggiarono confusi, aveva ancora il ciondolo in mano e splendeva in una luce magenta.
Gli Avengers si lanciarono verso le teche quando il bagliore aumentò, fu qualcosa di qualche secondo.
Josie ebbe una visione: vide una sagoma con un'armatura di bronzo, vide che aveva delle ali. Poi essa si spense all'improvviso e così anche il bagliore.
Cadde sul pavimento ma in posa, proprio come una Vedova Nera.
Si sentì forte, sveglia ma anche colma d'ira e nella sua mano non vi era più alcuna gemma, l'aveva assorbita.
Si rialzò guardandosi le mani, quando le muoveva sentiva come se il tessuto non fosse fatto di carne ma di materia celestiale.
Sollevò gli occhi fiammeggianti sul Collezionista, che la fissava con orrore.

<<Credevi che fossi qui per prendere solo la gemma? Dal primo momento in cui ti ho visto avevo già un piano.>>mormorò<<Sento chi è degno di vivere, sono nata per questo e avevi ragione, resistere è la cosa più ardua dell'universo. Non fa che spingermi verso la morte, direi che è ora di dargli quello che vuole. Ho sempre saputo che ti avrei ucciso, Tivan.>>

Nat si alzò con un labbro sporco di sangue, non sapeva neanche come si fosse ferita e gli occhi le si appannarono.
Tutti loro avevano fatto voto che non l'avrebbero mai fermata, Loki non sembrava avere problemi al contrario ma un uomo sarebbe morto. Non era innocente, però era sempre una vita.
Clint prese la bambina per le spalle e le fece nascondere il viso nel suo petto.

<<No! Non puoi farlo! Ti prego, ti darò ogni cosa tu voglia! Prenditi la mia collezione!>>

<<Io non voglio possedere altro che me stessa>>Josie alzò delicatamente una mano, egli si inginocchiò obbligatoriamente. Poi gli si avvicinò<<Scelgo io il mio nome, non gli altri, perché il nostro nome ha un potere che neanche l'universo può controllare>>

Detto questo Josie fece un piccolo sorriso, mise una mano sul suo mento e da lì l'uomo si sentì soffocare.
Ma non come se gli mancasse l'aria, ma come se essa fosse così calda da potergli sciogliere ogni organo.
Si paralizzò contro il dolore, poi una luce rossa gli colorò le vene.
Tony pensò che fosse fuoco, ed era così.
Le vene visibili si estesero per tutto il corpo e iniziarono ad annerirsi, come quando la lava si solidifica diventano massi di rocce effusive, immaginate il cemento.
Tivan crollò a terra e nello stesso istante, quanto toccò il pavimento, diventò interamente cenere.
Quasi egli non ci fosse mai stato.
Natasha avanzò tra gli altri, tremava e mise una mano sul cuore, quasi volesse scapparle dal petto.

<<Che cos'hai fatto?>>

ANGOLO AUTRICE

È un capitolo infinito ma mancano solo due capitoli, quindi sono stata persino concisa.
Cos'è successo?
Mille cose! Lo so!
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Vi amo 3000, Peperoncini.

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