Capitolo 65
C'è una frase che ho amato tremendamente scrivere in questo libro, una frase che parla del valore femminile, in quello in cui credo con tutta me stessa.
"Donna non significa Debole, ma vuol dire che può essere il Diavolo."
Per quanto mi riguarda sono sempre stata molto fiera di essere donna, ogni persona può essere straordinariamente forte ma le donne, sin da quando è nato il mondo, lo sono state un po' di più. Non perché siano più forti fisicamente, come se la forza stesse in quanti kg si possono sostenere, ma parlo della forza più vera, più profonda e commovente.
Quella di non arrendersi, quella di ragionare, quella di avere il coraggio di osare, di provare delle emozioni senza chiedere scusa o il permesso.
Essere donne è sempre stata vista come una condanna, io lo vedo come un premio, è vero che dovrai impegnarti di più ma almeno vorrà dire che ce l'avrai fatta per davvero.
Josephine si era data la colpa fin da sempre per il suo sesso, l'avevano umiliata, picchiata, usata, le avevano tolto ogni cosa solo perché non era un uomo, nessuno aveva mai neanche immagino di inginocchiarsi dinanzi a qualcuno di diverso. Ma lei era diversa, lo era nel profondo, perché il dolore di essere donna si era trasformato in qualcosa di nuovo, finalmente amava esserlo, lo aveva accettato e ne era estremamente fiera.
Forse anche grazie, non solo a Bucky o Natasha, ma anche ad Hela. Aveva finalmente compreso che se per essere idolatrata doveva essere un uomo allora, come donna, avrebbe fatto sì che fosse temuta e rispettata, forse un giorno amata.
Era bellissima nella sua potenza eterna, l'immortalità le stava d'incanto, le dava una luce splendente. Dopo aver combattuto contro Hela si era sentita, certo, risucchiata ma era durato poco, perché avendo richiamato altro potere esso l'aveva rafforzata.
Più potere assorbiva dalla galassia più la schiena le doleva, non aveva osato guardare il perché, il dolore le piaceva visto il risultato.
Sapeva benissimo chi aveva alle spalle, così come davanti a sé, una parte di lei avrebbe voluto girarsi ma resistette alla tentazione, voleva rimanere lucida. Doveva prendere suo padre ma non prima di aver dimostrato cosa poteva fare se fatta arrabbiare.
Non era sola, questa fu un informazione che Ross apprese sotto shock, c'erano delle navi, che accerchiavano il campo e non era difficile capire che erano sotto il comando della ragazza che aveva sottovalutato.
<<Agente Molov, finalmente>>
Era passato un anno da quando qualcuno la chiamava così, e le fece un effetto spiacevole quanto una lama nel petto, attribuiva quel nome alla sua seconda personalità. Ella fece un passo in avanti alzando il mento<<Generale, chiamami con il mio nome>>
<<Dovrei chiamarti forse Morte di Fuoco?>>
Sapeva che Hela non era ancora arrivata, o non ci sarebbe stata alcuna conversazione ma aveva sempre detestato quell'uomo, sapeva che c'era qualcosa sotto.<<No, non oggi, non ancora. Suprema Regina basterà. I miei guerrieri sono intorno al pianeta, una discreta quantità le stanno puntando i loro cannoni addosso.>>
<<Perché non attacchi, allora?>>
<<Perché su C-53 c'è qualcosa che è mio e poi, anche se ho un esercito, amo fare le cose da sola. Mi diverto di più ma stia certo che potrei chiamarli, così da farvi trucidare>>rispose<<Da dove vengo io i generali non si nascondono dietro dei muri con i loro soldati, si fanno avanti per salvarli, sono combattenti leali. Lei, mi dica, che cos'è? Un codardo o un generale?>>
Lui avanzò e fece un cenno ai carri armati, gli Avengers erano troppo sorpresi per potersi muovere o per potere dire qualcosa, persino Yon-Rogg per la sua recente affermazione. Pietro capì che non era mai stata prigioniera di alcuna bugia, era lei la carceriera.
I carri distrussero i pezzi di metallo e Josie ne pareva quasi sollevata, l'uomo camminò senza timore.
<<Non ti temo, qualunque nome tu voglia usare, io so bene chi sei. Sei un'assassina e sei un mostro>>
<<E sono una donna, questo ti reca davvero così tanto fastidio?>>
<<Solo una donna può essere tanto spietata, sei crudele quanto Satana>>
Ella sbuffò quasi annoiata, un anno prima non avrebbe perso un secondo per ucciderlo<<Vorrei dissentire...ma è così, sono tutto ciò che dici ma hai avuto la bella faccia tosta di sottovalutarmi. Lo avete fatto tutti. In ginocchio, Generale Ross o non sarò clemente, brucerò le vostre anime così che non abbiate mai pace>>
Già, direi che non era una minaccia leggera, farebbe tremare chiunque, lo fece con quei soldati ma Ross non viveva altro che per la sua vendetta. Aveva perso tutto, era consumato.<<Non avrò comunque pace finché non ti avrò uccisa per ciò che mi hai fatto>>
<<Cosa ti avrei fatto? Sentiamo>>
Natasha strinse la mandibola per non urlare, per non chiamarla e averla così vicina le faceva sentire caldo, un caldo che non percepiva da molto tempo.<<Madripoor, il ragazzo che hai ucciso, quello era mio nipote. Mia sorella si è tolta la vita per aver perso suo figlio e suo marito si è dato all'alcol, ho giurato loro che lo avrei vendicato. E' ciò che farò>>
Neanche gli Avengers sapevano le conseguenze di quell'uccisione e Bucky chiuse gli occhi, si odiava moltissimo. Quando li riaprì pensò che Josie si sarebbe voltata per guardarlo, che magari non si sarebbe neanche ricordata ma non fece neanche una piega, rimase immobile.
Dall'esterno potremmo dire che stava cercando di ricordare ma noi possiamo sapere altro, posso raccontarvi di ciò che provava. Lo ricordava, ricordava tutti quelli che aveva ucciso e per un secondo vide se stessa girarsi, chiedere spiegazioni e magari chiedere scusa.
Ma la Suprema Intelligenza ed Hela le avevano dato lezioni troppo dure, l'avevano colpita con troppa facilità vedendo un punto debole nel suo cuore.
Non sarebbe più capitato, non poteva permetterselo, in ballo c'era il destino dell'universo.
L'unica cosa che poteva fare, e spero che comprendiate, era farsene una ragione e andare avanti.
Era una vita tra le altre centinaia che aveva spezzato come agente Hydra e in quel caso per nascondere più che la sua esistenza ma chi amava.
Non avrebbe chiesto venia, anche se le dispiaceva.
<<Me lo ricordo, sì. Era un comune ladro d'arte, vero?>>
Il fatto che nemmeno la sua voce tradisse alcuna emozione colpì tutti, persino il padre, credevano che non se ne pentisse ma, ripeto, recitava una parte.
<<Come osi infangare la sua memoria?!>> ruggì.
<<Non sono io a farlo, lo stai facendo tu con le tue azioni.>>rispose con tutta la calma dell'universo<<Qualunque cosa tu desideri farmi, lo stai facendo a te stesso. Non ho alcuna paura di un uomo>>
<<E se ha un esercito?>>
<<Niente e nessuno può fermarmi, sono la tua religione e il tuo destino. Ciò che ti spetta, se non una resa incondizionata, sarà la morte. In ginocchio davanti al mio potere, ora>>la sua serietà divenne persino spaventosa.
<<Tu non sei il mio Dio, sei il male>>
Josie capì che parlare non sarebbe servito, era troppo tardi per salvarlo. Il suo potere era affamato di cenere, voleva punire, cancellare<<E così sia, mortale. Morirai e con te coloro che lo sceglieranno>>
Strange si mosse in aria un passo per fermarla ma Loki allungò un braccio, i suoi occhi verdi brillavano di eccitazione, lo fermò scuotendo il capo.
Ross avanzò con tutto l'odio e la disperazione del mondo, credo che conoscesse ciò che sarebbe accaduto ma non poteva più vivere così, non era più un uomo, era un fantasma.
E quel fantasma non era solo, quando se ne accorse non si fermò, non si girò, era pronto.
Josie provò pena per lui, sapeva cosa voleva dire finire nell'abisso della sofferenza ma lei ci era uscita, lui no. Gli uomini armati iniziarono a correre puntando le armi, i carri su di lei. Ella non poteva permettere che altri si facessero male.
I suoi occhi presero fuoco e si alzò da terra, fluttuò e poi mosse le mani in modo sciolto, i mezzi furono i primi a volare via, finirono indietro, sulla strada e presero fuoco con chi c'era all'interno. Poi iniziarono gli spari ed ella allungò le braccia, Steve alzò lo scudo ma non servì affatto, perché Josie paralizzò ogni proiettile, non era affatto stanca come lo sarebbe stata un anno prima.
<<Tutto qui? Mi offendete!>>
Pietro fece un cenno a sua sorella, ma ella non acconsentì, non era un bene immischiarsi in quel potere e onestamente non aveva bisogno di aiuto.
La Regina atterrò e poi si diede la spinta, era tutto nuovo per lei, quella potenza ma allo stesso tempo si sentiva come facesse parte di lei.
Quella spinta la fece arriva ad una distanza sorprendente, proprio in mezzo ai soldati ; Yelena prese la mano della sorella.
Jo alzò le braccia e i soldati vennero sollevati dal calore, tutti urlavano terrorizzati sopra di lei, Ross era l'unico a terra che fissava la scena.
Il Generale iniziò a sparare, ma le pallottole non le si avvicinavano neanche, al contrario, salivano verso gli uomini.
Ad un tratto alcuni, che erano ancora davanti al cancello si fermarono, una soldatessa lanciò la propria arma. Tra tutto quel caos Jo la vide comunque, era come se vedesse ogni cosa.
L'ufficiale aveva i capelli neri, era ispanica e con gli occhi bagnati si inginocchiò.
Tutto tacque, persino le urla, perché Josie smise di bruciarli ma li fece rimanere in aria.
Ross si girò verso colei che si era inginocchiata, le labbra strette sotto i baffi grigi.
<<Mia Regina, ti prego.>>disse ella guardando un soldato sospeso. Jo capì che l'afroamericano era il suo innamorato.<<Non apparteniamo più a nessun governo. Saremo il tuo esercito se ci risparmierai, ti seguiremo in battaglia lealmente, in ogni dove e fino alla morte>>
Una parte di sé era ancora furiosamente affamata, ma poi, mentre la guardava, sentiva quella rabbia sparire. Il suo potere sapeva che diceva il vero, riconosceva un innocente.
Gli altri del battaglione si arresero nello stesso modo, sotto gli occhi del generale che li aveva obbligati ad essere lì.
Quella donna avrebbe salvato centinaia di vite.<<Accetto la tua resa, tenete Tiana Aliagrez, verrai ricompensata>>
La soldatessa era scioccata che sapesse il suo nome ma in un certo senso si sentì anche onorata, era una sensazione strana.
<<No!>>gridò Ross.
Josie fece cadere gli uomini, che rimasero a terra stremati. Il Generale corse nella sua divisa con gli occhi venati di sangue, ringhiava come un animale selvatico, non c'era gloria, né grandezza.
<<Sei stato giudicato colpevole dal potere dell'universo. Addio, Generale Ross.>>
Lui correva ancora ed ella allungò una mano, l'aria iniziò a divenire bollente e si spinse come nebbia verso l'uomo. Quel vento infernale lo attraversava e iniziò a rallentarlo, era uno spettacolo terrificante quanto intimidatorio.
Le fiamme dell'inferno sarebbero state meno dolorose, le sue urla da guerra si trasformarono in urla di dolore. La pelle divenne nera fino a staccarsi come carta da regalo, i vestiti nello stesso modo, le medaglie si sciolsero nel terreno con l'arma. In una manciata di secondi lo scheletro pareva ancora vivo, allungò le dita verso di lei e poi esplose in polvere nera.
Era finita, Ross era morto.
Gli uomini a terra si inginocchiarono come poterono ed ella tornò con il suo aspetto normale, gli occhi azzurri vagarono mentre le navicelle atterravano.
Era ora, si disse, "Coraggio, girati."
Mise le mani sul vestito, lo tirò su appena e fece un respiro lungo, doveva rimanere concentrata sulla missione, prendere suo padre e fermare Hela.
Josephine si voltò senza alcuna fretta, quasi volesse che durasse il più possibile.
I suoi occhi si incatenarono subito su Natasha e Yelena, le sue sorelle, erano cambiate poco, per lo più i capelli di Nat erano molto più lunghi ma le loro espressione erano commosse come l'ultima volta.
Poi passò a Bucky, il suo J aveva le labbra schiuse, non lo aveva mai visto con i capelli tanto corti e quasi non riconobbe neanche Pietro, era cambiato molto ma non l'amore nel suo sguardo.
Poi osservò Steve, Tony, Wanda, Thor, Clint, il nuovo Banner, Visione, Fury, Rhodney e anche le nuove reclute. Se possiamo chiamarle così.
Alcuni non li conosceva davvero ma li riconosceva da Berlino e la sua mente sapeva già i loro nomi.
Josie, la loro Fiamma, avrebbe sorriso con le lacrime, si sarebbe mostrata sollevata che non fossero in prigione ma non era più così. E soprattutto riconobbe Vers.
Persino la sua bellezza si piegò in una smorfia dura, perché dietro di lei c'era legato suo padre.
Il suo amato padre era stretto in dei lacci arancio di Strange e Wong, lui aveva gli occhi sbarrati quanto compassionevoli.
La Regina Suprema tornò.
Alla sua destra da entrambe le navi scesero i passeggeri, Peter Quill aveva i brividi, non tornava sulla Terra da quando era bambino ed ora era lì. Dopo aver visto cosa poteva fare Hela aveva compreso che dovevano fermarla, non aveva davvero pensato a dove l'avrebbe portato.
Gamora lo guardò con tenerezza per un secondo e poi si avvicinarono, così come il gruppo fidato della Regina che era arrivato sull'Helion. Le altri navi erano quasi visibili nel cielo, erano molto lontane.
Jo aveva il cuore che fremeva, scalpitava nel vedere tutti loro insieme.
Si era detta pronta ma forse non lo era così tanto, si concentrò, strinse i denti e scacciò via tutti i ricordi, anche vedere la base, il posto che aveva chiamato casa, sembrava fare male. La verità è che da quando aveva ritrovato Natasha a Sokovia tutto aveva iniziato a fare troppo male.
Korath alzò il grande lanciagranate blu soprattutto su Vers, anche gli altri alzarono le loro armi di ogni genere e provenienza. Persino i Guardiani, che erano un bel po' confusi sul perché stessero seguendo la sconosciuta senza fiatare.
Wanda tornò a terra e tra le lacrime c'era un sorriso, stava per aprire bocca quando Josie ebbe un attacco violento contro Carol.
In un istante, quasi fosse più veloce di Pietro, prese per la gola Capitain Marvel e la lanciò dietro di sé, sul campo dove i soldati umani erano fermi. Nel farlo, furono proprio loro a riprendere le armi e mirarle sulle bionda. Fury ebbe i brividi.
<<Josie!>>gridarono diversi.
Non saprei dire con esattezza chi, sembrava un coro ma provarono a fermarla e si ritrovarono ancora più sotto tiro. Thor e Loki non ci provarono neanche, loro padre aveva detto di non fermarla, di non fare niente per farla arrabbiare.
Carol si alzò nella sua divisa<<Forse questo me lo sono meritato>>
<<Questo non era niente, Vers. Soffrirai in modi che neanche immagini >>
E' buffo, non trovate? Josie aveva ucciso Ross per il fatto che lui cercasse vendetta, gli aveva detto che era stata una cosa inutile e ora voleva fare la stessa cosa. <<Calmati, ragazzina. Non chiamarmi così, poi. Non voglio sculacciarti davanti al tuo paparino>>
Jo fece un ghigno un po' divertito<<Non ti preoccupare per me, io non sento niente ma tu sentirai tutto. Anche le urla di qualsiasi umano che abbia avuto la sfiga di aiutarti>>
<<Mi odi così tanto?>>Ora Carol non era più ironica, era confusa.
<<Basta, lasciala stare!>>urlò qualcuno alle sue spalle.
Monica corse verso Josie con in mano una pistola, gliela puntò sulla schiena<<Monica, vero? O sei molto coraggiosa o molto stupida.>>
Vers sapeva che Josie avrebbe potuto ucciderla, non che lo avrebbe fatto davvero ma ne aveva la capacità. Mosse il pugno e emanò una scarica di luce, Jo si abbassò in tempo e prese l'agente dietro. Tutti si aspettarono che volasse via, che morisse ma Monica era diventata quasi trasparente, l'energia colpì degli alberi lontani.
Ovviamente era sconcertante, aveva dei poteri ed era successo sicuramente a causa di Wanda ma Josephine non era interessata, le era stato insegnato a non fermarsi mai, a usare i momenti di caos o silenzio per colpire. E lei voleva colpire.
Una fiammata possente uscì dalla sua mano sinistra e trafisse Captain Marvel, ella volò con un urlo e a fatica riuscì a frenare la caduta. Jo stava per attaccare ancora quando qualcuno urlò :
<<Jo, fermati!>>
Suo padre parlava in kree, gli Avengers si guardarono senza capire. Il corpo della giovane si fermò come ad ordine, si voltò verso di lui, ancora legato e nel notarlo non fu felice.
Strange atterrò<<Signorina Josephine, non mi sono potuto presentare prima>>
<<Non lo fare neanche adesso. Lascia andare mio padre, Stregone>>
<<C'è molto di cui dobbiamo parlare, Josie. Devi ascoltarci e poi lo lasceremo andare>>si fece avanti Thor.
Gli altri? Non avevano il coraggio di parlare, si sentivano colpevoli quanto Ross e il fatto che lei non li degnasse di uno sguardo non aiutava.
<<Io non devo fare niente. Liberatelo...>>ella vide un medaglione attorno al collo di Strange<<E' lei, la gemma del Tempo>>
<<Sì, Hela arriverà presto. E' la Dea ...>>Visione si accostò a lei.
<<Della Morte. Lo so>>
<<Come?!>>chiese Loki.
<<Sono migliori amiche>>parlò Rocket, Tony lo guardò con gli occhi spalancati.<<Ma hanno avuto una brutta lite su Hala>>
<<Stregone, lascia mio padre>>
Yo-Rogg sospirò<<Ascoltali un momento, tesoro e ...>>
<<Salirai su quella nave ora, non perché te lo dico come tua figlia ma come tua Regina Suprema. Insieme a te verranno le mie due gemme, fine della conversazione>>
<<Regina Suprema?>>disse qualcuno dietro di lei, Vers si reggeva in piedi ma non aveva più voglia di lottare contro la Morte di Fuoco.
Ella lo fissò intensamente come a cercare di restare concentrata su di lui, ignorando la nemica come aveva detto suo padre.<<Ho preso ciò che mi appartiene, il mio posto. Ne parleremo quando saremo arrivata ad Hala, capirai. La Dea della Morte arriverà molto presto, per allora saremo molto lontani>>
<<Che cosa hai fatto?!>>esclamò il padre sotto gli occhi di tutti.
Josie fece un passo indietro e questa volta abbassò gli occhi sulle proprie mani, Natasha tremava per la loro vicinanza, così vicina che non poteva toccarla e Steve lo notò ma non fece niente, perché non era lui la cosa di cui aveva bisogno.
Maria mise le dita sulle spalle di Pietro, che respirava lentamente, era lui che stava peggio, perché si sentiva come se ella non fosse affatto tornata.
Strange comprese per un secondo e lasciò andare il prigioniero, Jo neanche se ne accorse, almeno sino a quando il padre non la prese per spalle alzandole il volto.<<Non importa>>
<<Jo! Maledizione, dimmelo. Che cosa hai fatto? Perché i kree ti seguono come se tu fossi...>>
<<Perché lo sono.>>lo fermò, non era certo fiera del suo comportamento ma non vedeva altra via<<Lei mi ha torturata, sono esplosa e l'ho uccisa>>
<<Lei chi?>>chiese in un sussurro Scott.
<<La Suprema Intelligenza>>disse Yon-Rogg<<Questo è impossibile, non può essere distrutta>>
<<Ci ha traditi, vi ha traditi. L'attacco non è mai stata opera di Vers, era sua. Ha ucciso migliaia di kree, bambini, donne, guerrieri coi Sovereign! Solo per farmi usare i miei poteri.>>
I kree a terra, che facevano parte della Starforce si guardarono, questo non lo sapevano ma erano troppo fedeli a lei per potersi farsi influenzare da questo.<<No..>>
<<Lei ha ucciso la nonna.>>ammise e gli occhi gialli dell'uomo divennero lucidi<<Scoprì che c'era un gruppo che venerava il Cerchio Interrotto, usò dei kree parlando di skrull, li uccise tutti per fermare la mia esistenza. Ma eri tu la chiave, non la nonna. Quando ha capito che era troppo tardi ha fatto di tutto per influenzare la mia vita, ha alimentato il tuo odio per Vers per tenerti lontano da me. E' sempre stata lei e non potevo sopportarlo, non dopo...>>
Non disse che la nonna era ancora nell'armatura su Hala, che non aveva indossato perché sentiva infondo di non meritarla.<<Che cosa, Jo?>>
<<Lei non voleva salvarti, l'ho pregata di trovarti ma non ha voluto e poi mi ha imprigionata nella mia mente. Sapeva che l'avrei uccisa, lo voleva affinché io..>>
<<Avverassi la profezia>>
<<Ma non lo farò. Non compirò la sua grande fottuta scelta ma farò l'opposto, deciderò chi vive e chi muore nel tempo. Nessuno mi dirà più cosa merita l'universo, ora governo su ogni legione kree e questo significa che ormai sotto di me ho centinaia di razze. Si inginocchieranno tutti e così manterrò la pace.>>
<<Ma ti senti?! Questo non è da te. Tu non hai mai voluto governare o avere il potere!>>
<<Ho dovuto farlo, sono l'unica che può farlo. Non ho tempo per questo, papà. Dobbiamo tornare al castello, sarai al sicuro mentre cerco l'ultima gemma che Hela non trova>>
<<No, che ti è successo davvero? Sei diversa>>
<<Il tempo è relativo, una persona può non cambiare mai, può farlo dopo anni e solo in un secondo.>>dichiarò Korath<<Non sei stato tu a dirlo, Comandante? Lei ci ha salvati sia dalla Suprema Intelligenza, dai Sovereign e da Hela. >>
<<Questo non giustifica il modo in cui agisce. Dovevamo essere migliori di chi siamo stati, stai facendo le stesse cose di chi ci ha comandati. Non accetti nessun aiuto, nessuna opinione>>
<<Sto facendo tutto questo per noi! Posso cambiare le cose finalmente ma non posso farlo finché non fermo Hela, lei è più potente di un gruppo di persone>>cercò di convincerlo<<Sei mio padre, non è più abbastanza?>>
<<Non dirlo neanche.>>
<<Quindi tu hai sempre saputo della scelta, del tuo potere, della profezia?>>chiese Thor<<Me ne sono andato per aiutarti e a te non interessa che potresti causare il Ragnarok? Non vogliamo fermarti ma aiutarti>>
<<Non voglio il vostro aiuto, avete già fatto abbastanza!>>
<<Jo, ho visto chi sono loro davvero! Sono stato qui e so che ti amano, hanno sbagliato ma saranno dei fedeli compagni in battaglia...>>
<<Ti basta un giorno per conoscerli? Questo pensi? Tu non li conosci!>>
<<Possiamo andare?>>sbuffò Drax, Vachiria lo fissò sbigottita.
<<Grazie per esserti scomodato a crearmi, papà! È stata un'idea geniale, tanto geniale che ora mi fai passare come la cattiva. Parleremo dalla mia arroganza in battaglia e della tua ingenuità quando avrò fermato Hela, ma sognati che io resti qui con loro>>
Tra tutti coloro che potevano farlo fu Hulk a farlo<<Josie, abbiamo fatto degli errori giganteschi ma se Hela ti spaventa tanto forse...>>
Ella si voltò di scatto staccandosi da Yo-Rogg, con più fermezza e rabbia di quanta immaginiate. Lui era in mezzo agli altri, vide l'espressione di coloro con cui aveva combattuto a Sokovia, non la riconoscevano ed era meglio così, si disse. Non voleva farsi del male di nuovo fidandosi di loro.
<<Io ho inventato la paura! Non osare dirmi mai più una cosa simile, anzi, non osare parlarmi mai più. Hai davvero le palle per provarci, dopo quello che hai fatto>>
<<Ehy! Abbiamo capito che ci odi e non stiamo dicendo che non ce lo meritiamo, abbiamo fatto rapire tuo padre per riportarti qui e ammetto che non è un bel modo per chiedere scusa ma ci stiamo tutti provando. E' colpa nostra, è così, per tutto ciò che è successo ma, Peperoncino, io so che questa è ancora casa tua. Il potere non ti darà ciò che potremmo darti noi, una famiglia>>sappiamo tutti chi parlò: Tony.
Per un secondo ella vacillò, Steve lo notò da come sbatté gli occhi, talvolta aveva visto troppi errori per cedere. Tutti loro immaginavano la minaccia di Hela ma non la vedevano come lei, sì, la verità è che era terrorizzata dopo ciò che le aveva fatto.
<<Il potere almeno non ti spezza il cuore.>>rispose senza respirare.
Si girò e prese il polso di suo padre con più forza di quanto pensasse, non aveva il controllo come credeva<<Jo..>>
<<Sali su quella nave o ci porto a peso>>lo minacciò<<Stregone, dammi la gemma. Visione, sai cosa fare>>
<<Su Hala? Visione non verrà con te!>> esclamò Wanda avanzando.
Ella si voltò verso quella che dentro di sé definiva come migliore amica<<Lo farà, perché mi appartiene. Le gemme sono mie di diritto, sono l'unico modo che Hela ha per rubarmi il potere e se non posso ucciderla posso toglierle tutto ciò che brama>>
<<Per avere la gemma del tempo dovrai uccidermi>>parlò Strange, Parker indietreggiò nel sentire ciò.
La donna tirò indietro i capelli mossi e mostrò un sorriso sensuale quanto divertito, i kree alle sue spalle alzarono le armi ancora di più. Steve aggrottò le sopracciglia, sorpreso di come i suoi nuovi soldati umani fossero pronti ad uccidere un Avengers per lei.
<<Speravo che volessi giocare con me, Stregone>>
Ella fece un passo in avanti lasciando il padre, gli Avengers rimasero immobili. Improvvisamente Pietro apparve davanti a lui, come a fargli scudo e la guardò negli occhi tanto da fermarla. Il respiro le si fermò e nei suoi occhi grigi ci lesse una tempesta, anche lui non sembrava più il Pietro di cui si era innamorata, non per l'aspetto ma per quello che trasmetteva.
<<Tu non sei così, non hai mai voluto il potere, volevi solo essere amata. Ricordi quando mi parlavi di come volessi essere una pattinatrice? Quella era normalità, eravamo felici insieme. Questo potere non ti porterà ad essere completa come credi, finirai solo per sentirti molto più a pezzi. Ma possiamo ancora aiutarti, tutti noi siamo disposti a prendere le nostre responsabilità...>>
<<Responsabilità? Pietro, quand'è l'ultima volta in cui tu ti sia mai preso le tue responsabilità? Tu hai preso le tue decisioni e hai scelto di essere quello che sei, io no, perciò non fare l'ipocrita per farmi la ramanzina da brava persona. Nessuno di noi è una brava persona, fingete solo di esserlo>>mormorò<<Ed io sono l'unica che può vederlo chiaramente, perché sono stata creata per distruggere e purificare.>>
<<Allora che cosa ti ferma dal distruggerci proprio ora?>>
Loki parlò guardandola senza timore, né era affascinato. Ella sollevò il mento compiaciuta, Thor scosse il capo vedendola così<<Potrei farlo, sì, ma non odi qualcuno di cui neanche ti importa. Ora, ho molte cose da conquistare e aggiustare >>
<<Hai ragione, siamo bugiardi>>commentò Natasha alla sua sinistra, Jo non si girò questa volta. Aveva dimenticato la sua voce.<<Anche se le nostre bugie sono diverse sono pur sempre menzogne. Esse ti hanno portata via da qui ma ti hanno anche fatta tornare, quindi metto le carte in tavola e non me ne vergogno. Mentre tu eri via e cercavi di conoscere la tua famiglia anche io ed Yelena lo abbiamo fatto>>
<<Abbiano distrutto la Stanza Rossa>>concordò Belova con voce passa.
Josie si voltò di scatto a guardarle, faceva un gran male<<Sono stata io a farlo>>
<<No, hai distrutto la base di Ivan, il braccio destro del vero creatore. L'uomo che credevo di aver ucciso per te, tanto tempo fa, insieme a sua figlia. Volevo vendetta, volevo il suo sangue e di coloro che amava, perché ti aveva portata via da me.>>spiegò con le lacrime Nat. Steve non ne sapeva niente, nessuno lo sapeva tranne Barton<<Pensavo di esserci riuscita con Clint ma entrambi sono sopravvissuti. Due basi, una così segreta che neanche la conoscevamo, in cielo ed era terrificante. Centinaia di ragazze come noi, non avevano il controllo>>
Yelena annuì<<Erano macchine senza ricordi, senza opinioni, erano coscienti ma non veramente sveglie. Lo sono stata anch'io prima che mi trovasse Natalia, sono scappata. Volevamo ucciderlo, volevamo distruggere una volta per tutte la Stanza Rossa e abbiamo rintracciato le due persone che rappresentavano i nostri genitori, con cui stemmo prima del 1995 in Ohio.>>
<<Che state cercando di dirmi?>>mormorò e questa volta si tradì, perfino Pietro vide che le tremavano le mani.
<<Io e Yelena non siamo diventata Vedove perché eravamo state abbandonate. Ci fu una grande selezione in Russia, test per capire quali bambine potevano aderire al progetto di Ivan, al progetto della Morte di Fuoco. Ecco, noi fummo quelle con più elevato punteggio psicologico, eravamo perfette per essere manipolate e divenire più forti, per rappresentare per te una sorta di famiglia. Siamo state portare in Ohio, io e Yelena dovevamo sentirci sorelle così da poterlo essere anche per te. Siamo state inserite quell'anno, quando tua madre era ancora sotto le mani di Ivan, poco prima che tu nascessi. Eravamo molto piccole, i ricordi sono vaghi. Fummo inviate prima per essere controllate, per diventare esattamente ciò che avevano bisogno, delle macchine capaci di spiarti inconsciamente>>
Josie assorbì quella notizia come una mazzata in testa, di quelle forti e che ti fanno mancare il respiro. Non riusciva a respirare, fissò le due come se le sue promesse fossero svanite, non ricordava neppure più cosa significasse avere il totale controllo, vivere senza traumi o segreti.
James fece un passo in avanti ed ella di voltò di scatto<<Lo sapevi?>>
<<Josephine, ti prego>>
<<Tu lo sapevi?!>>gridò, i vetri della base esplosero e, nonostante gli altri si spaventarono, ella rimase ferma.
Lo sguardo che i due si stavano rivolgendo fece quasi infuriare Pietro, ella lo guardava cercando di capire se potesse ancora fidarsi, come a cercare di convincerlo a mentire, perché la verità era diventata estenuante. Gli occhi ghiaccio di J erano chiari da leggere, per lei lo erano sempre stati e sapeva già la risposta che avrebbe dato.
<<Non sapevo nulla su di loro e su Ross. Sapevo solo di doverti allenare e portare all'Hydra, era tutto ciò che sapevo, te lo giuro>>
Gli crebbe così tanto da sentirsi annientata, Yelena si fece avanti con il viso contratto in una smorfia sofferente. Come se fosse stata lei ad essere stata colpita da un proiettile questa volta. Avrebbe preferito non parlare di quell'argomento davanti a tutti ma ormai non si poteva tornare indietro, lo pensò anche Steve, che era estraneo alla confessione. Capì perché Nat fosse tanto diversa negli ultimi mesi quando si parlava della sorella, capì il suo senso di colpa e la conversazione dell'ora prima.
Si toccò la cicatrice che si erano tutte e tre fatte<<Non importa se ci hanno costrette a conoscerci, noi tre siamo sorelle. Siamo sempre state una famiglia e lo capirai quando consocerai i nostri genitori, li ho avvisati e arriveranno, ti racconteranno tutto in modo più chiaro e..>>
<<Stai scherzando?>>alzò le sopracciglia con un espressione amara. Jo non pianse, ormai non piangeva da parecchio<<Non era reale, niente di noi tre era reale>>
Reale. Era lo stesso termine che aveva usato Natasha, ricordate? Vi fa capire quanto fossero connesse, simili e di quanto lo ignorassero. So che è difficile essere nei panni di Josie ma tutto in lei stava crollando, la sua famiglia, le persone di cui si era fidata e ora, l'unica certezza che aveva sempre avuto era il suo potere, e volevano toglierle anche quello.
<<Non essere ingiusta, sai che non è vero>>
<<È la verità!>>
<<Era reale per me!>>urlò Yelena con la voce tremante<<Tu e Natalia eravate le mie sorelle, tu la mia piccola sorellina ribelle e Nat quella che seguiva sempre gli ordini, il nostro modello. So che hai trovato tuo padre ed è fantastico che ti ami ma non dire che quello che abbiamo noi tre non è vero. Possiamo ancora essere una famiglia, perché per me non è cambiato niente>>
<<Per me è cambiato tutto invece>>aggiunse con voce ferita.<<E' passato un anno, non sono più la stessa ed è stato anche a causa vostra.>>
<<Volevamo solo proteggerti dal dolore!>>
<<Non avevo bisogno che lo faceste! Dovevate dirmi, tutti voi, la verità, dovevate avere il fegato di provarci almeno ma avete preferito mentirmi. Avete preferito portarmi mia madre e ora rapire mi padre. Questa non è una famiglia! Non fai questo alle persone che ami!>>
<<Abbiamo agito in modo sbagliato ma davvero, Josie, non ti avremo mai fatto del male.>>parlò finalmente Steve.
Nat sospirò, lasciò andare una lacrima. Si vergognava ma almeno aveva capito cosa voleva dire Yelena<<Ci hanno costrette ad avvicinarci a te, lo so, per proteggerti e controllarti ma, Josephine, nessuno ci ha mai obbligate ad amarti.>>
Ed era vero, nessuno le aveva obbligate, perché l'amore non nasce sotto sforzo, sboccia senza che tu possa contenerlo.
Però Josie si sentì per l'ennesima volta tradita, sola. Disse no, no ai sentimenti, no al dolore.
Non sarebbe esplosa, non sarebbe crollata, non avrebbe pianto o si sarebbe odiata ulteriormente. Questa volta non si sarebbe inginocchiata ad una ferita sul suo cuore, perché nessuno l'avrebbe più controllata, niente l'avrebbe più trattenuta.
Si era definirà una proiettile vagante per anni e anni, ora voleva essere un proiettile che sa esattamente dove colpire, quella che il cecchino spara con precisione.
<<Io so che sei ancora tu, la nostra Josie>> si asciugò le guance Nat<<Sei ancora nostra sorella>>
Le sue iridi esplosero in una fiammata potente, eterna che fece indietreggiare tutti, anche i suoi soldati e suo padre.
Scelse di non degnare neanche di uno sguardo nessuno e si girò, si mostrò esattamente per come una regina è, sopra a chiunque e a qualunque cosa.
Camminò verso i vetri rotti che erano giunti dall'esplosione, nessuno si mosse di un millimetro, i suoi tacchi rompevano le schegge quasi fosse il cuore di qualcuno ed ella non se ne curò. Voleva rimanere sola ma senza dimostrarne il vero motivo, voleva solo riprendere a respirare. Capire cosa fare, se doveva combattere di nuovo con Hela allora andava bene, ora niente contava.
Girò solo il volto, non il corpo verso Nat<<La povera, piccola Josie che amavate tanto è morta e sepolta. L'avete uccisa un anno fa, ed ora pensi che io possa inginocchiarmi a qualcosa di irreale? L'amore non è reale, ma il potere lo è>>
ANGOLO AUTRICE
Lo so, un capitolo molto lungo e pieno d'azione! Quello dopo sarà uguale carico e tenebroso, le battaglie sono inevitabili.
Manca pochissimo alla fine del libro e sono super agitata, un po' dispiaciuta.
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Grazie di aver letto, miei Peperoncini.
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