Capitolo 62
La disperazione cambia le persone, una volta che si è stati davvero disperati si vede tutto in modo diverso.
La disperazione è più che una sensazione, brucia i tuoi nervi, toglie ogni freno inibitore, ti senti come se il tuo intero corpo fosse una bomba, come se si stesse sciogliendo dal calore che emana.
La disperazione non ha niente a che fare con la ragione, in quell'istante faresti qualsiasi cosa, persino cose completamente diverse dal tuo essere, dalla tua personalità.
Essa può ucciderti o uccidere altri, può farti saltare da una torre, può farti urlare fino a perdere la voce, può distruggerti.
Ma la parte peggiore, a parer mio, non è la disperazione in sé, non è la mancanza di controllo, né le lacrime, il calore o il buco al petto. È quello che viene dopo.
Se sopravvivi ad essa arriva un esatto momento in cui tutto il mondo si ferma, non senti più niente, il silenzio e il dolore non ti fa male, ti culla raffreddandoti.
Assapori ciò che è accaduto, ti penti, ti odi o smetti di pensarci.
È quella la parte peggiore, è sopravvivere dopo un dolore tanto folle, tanto grande da aver creato un buco grande con duemila ricordi. È il ricordare.
So esattamente cosa significa sentirsi in colpa per essere sopravvissuti dopo che stavi annegando, soprattutto se nessuno se n'è reso davvero conto.
Josie si era sentita così, per tanto tempo, come se si sentisse in colpa per essere viva.
Ed è un dolore che ti porti dietro e dentro.
La donna che aveva davanti aveva l'aspetto umano, pensò ma sapeva anche che non lo era, l'apparenza inganna.
La sua risposta su chi fosse era sofisticata, detta con una certa eleganza che riconosceva molto bene anche in se stessa.
Era seduta sul cemento dei gradini davanti al palazzo, lo guardò confusa e poi vide il fuoco su esso, il fumo usciva da un buco.
I ricordi di ciò che aveva fatto alla Suprema Intelligenza si fecero vividi.
Non provò nulla, solo il vuoto totale nella certezza che aveva punito la colpevole.
La guardie si fecero avanti sui gradini, puntando le loro armi, erano sbigottiti ed erano in molti, persino delle navicelle volevano sopra di loro.
<<Identificazione>>disse uno di loro nella lingua kree.
Josie avrebbe dovuto essere morta o almeno ferita ma non era niente di tutto ciò. Si alzò in piedi nel vestito bianco, ormai sporco e sgualcito, che aveva per la cerimonia del Guerriero.
Ciò che comprese era che le armi non erano rivolte a lei ma alla sconosciuta, questo la sorprese sul serio. Forse perché nessuno sapeva di cosa fosse responsabile, non ancora.
<<Tu chi sei? Non hai risposto davvero>>tornò a guardarla.
La donna fece un mezzo sorriso, era molto bella, di una bellezza che poteva mandarti all'inferno.
Ella fece un inchino ma senza abbassare troppo la testa, continuò a guardarla con una certa espressione soddisfatta.
<<Sono Hela, Dea della Morte>>mormorò piano, quasi stesse gustando le proprie parole<<Mia Eletta, sono venuta da molto lontano>>
Asgard, pensò subito a Thor e non ricordò più l'ultima volta che l'aveva visto, se n'era andato prima che ella sapesse la verità.<<Che cosa vuoi?>>
<<Per me? Niente che non debba avere di diritto. Per te? Tutto ciò che meriti>>
Josie alzò il mento, cercando di darsi forza, di essere la stessa Jo di sempre ma ora tutte le sue certezze stavano crollando di nuovo.
Suo padre era stato rapito da Captain Marvel, la S.I. non aveva fatto altro che manovrarla e non sapevo che cosa fare, da dove cominciare per vendicarsi.
Questo non era mai capitato, lei aveva sempre un piano, una strategia che richiedeva un sacrificio.
<<Che cosa è successo, Jo?>>
Ella si voltò nel sentire questa voce, Korath fece un passo in avanti abbassando il fucile energetico blu.
Avrebbe potuto dire mille cose, inventare una scusa o forse non dare spiegazioni. Ma adesso aveva solo bisogno di una spinta per divenire ciò che l'universo chiedeva con insistenza.
<<La Suprema Intelligenza ha tradito la sua razza collaborando con i Sovereign, era la responsabile della morte di migliaia di innocenti. Ma ora è finita>>rispose in kree, senza alcun tipo di insicurezza.<<Non ci sarà più nessuna Suprema Intelligenza, mai più>>
I guerrieri rimasero sbigottiti tanto da paralizzarsi, Korath fu il primo ad aprire le labbra quanto era sconvolto. Avevano vissuto comandati in quel modo per cinque mila anni, che cosa sarebbe accaduto a tutti loro senza una guida? E come potevano affrontare il fatto di essersi fidati di qualcuno di tanto mostruoso?
Negli occhi di Josie c'era sincerità o in parte, visto che non aveva detto il perché S.I. avesse fatto tutto quello.
<<Tutto ciò che accadrà a questa nazione da adesso sarà nelle tue mani, so quanto sia impegnativo. Per noi donne lo è due volte di più>>
Si voltò verso Hela, di nuovo, non riusciva a decifrarla. Il suo stile le piaceva ma non si sarebbe più fidata di nessuno, tanto meno di una donna che pareva tutto a parte che una brava persona.
<<Lo è sempre.>>disse.<<Dimmi, che cosa credi che io meriti e perché venire fino a qui per darmelo?>>
Sorrise ancora<<Tu necessiti di potere, di forza per essere invulnerabile ai traditori. Troppi traditori vi sono stati ma questo posso cambiarlo, posso far sì che nessuno metta più in dubbio ciò che sei o meglio, che te lo venga a dire. Tu sei ciò che ho aspettato per migliaia di anni, sei la Morte di Fuoco, l'essere più potente mai creato e ciò che voglio è essere dietro di te quando ascenderai, al sicuro>>
<<C'è solo una cosa che voglio ora ma tu non me lo puoi dare, quindi grazie ma addio>>rispose per girarsi verso il palazzo scurito. Non si sentiva stanca, solo confusa.
<<Tuo padre>>Ella si voltò di scatto a questa affermazione. Josie promise a se stessa che niente l'avrebbe più fermata, niente l'avrebbe intrappolata e avrebbe fatto qualsiasi cosa per riaverlo. Questa mentalità appartiene a qualcuno che conosciamo molto bene, a qualcuno che aveva ucciso centinaia di obiettivi, l'agente Molov, la sua seconda personalità.
<<Parliamo da sole, ora>>
I guerrieri kree erano ancora sotto shock, se si può dire così, la scomparsa dal loro stato era un duro colpo. Riuscivano a sentire la differenza nelle loro menti e se Josie non fosse stata la Morte di Fuoco allora l'avrebbe attaccata, ma quando conosci chi hai davanti sai se dice la verità e loro lo sapevano. Si spostarono, le navicelle rimasero sospese dov'erano mentre le due salivano i gradini scuri, entrarono nella base a pari passo, quasi fossero la stessa persona. Jo aspettò a parlare, guardò il punto in cui il cielo si mostrava dal soffitto e per la prima volta notò che da esso c'era un altro piano.<<Seguimi>>
La ragazza si alzò in volo fino ad essa ed atterrò in una grande sala, l'entrata era sigillata infondo, le pareti erano divenute di un trasparente nero e le finestre erano archi imponenti, senza alcuna protezione per evitare la caduta. Alla fine del piano c'era un trono, o meglio un altare, c'erano candele di un materiale simile al metallo spente che avevano migliaia di anni. Il trono era come le mura, divenuta così dopo la scomparsa di chi dava energia al castello con al propria tecnologia. Dietro c'era un muro di cemento, nascondeva qualcosa, così come il soffitto che era rimasto in piedi.
<<Hela, Dea della Morte, chi altro sei?>> mormorò fissando la grande sedia.
<<Primogenita del padre degli dei, comandate delle legioni asgardiane, legittima erede al trono e carnefice di Odino, tutto questo>>ammise<<Non mi aspetto che tu conosca il mio nome, le nostre storie sono state insabbiate nelle sabbie del tempo e della paura. L'universo teme il nostro potere, le nostre ambizioni e il fatto che siamo donne, non vogliono riconoscerci ma noi esistiamo, ci rialziamo sempre.>>
<<Le nostre?>>
Hela alzò l'angolo destro delle labbra e poi sollevò le mani, degli spuntoni neri uscirono da essi colpendo il soffitto e poi la parete dietro il trono. Il cemento non cadde addosso a loro, solo intorno e quando le polveri si assestarono videro cosa nascondevano. Josie fece un passo in avanti, quella sala era vecchia di migliaia di anni e la Suprema Intelligenza l'aveva nascosta.
Dietro alla grande seduta c'era il simbolo del Cerchio Interrotto inciso in modo eterno, quasi fosse stato forgiato con il fuoco. E sopra le loro teste c'erano degli affreschi indelebili, c'era l'universo, pianeti di tutte le dimensioni, stelle e una foschia dorata vagava tra essi, tutta si dirigeva verso il centro del dipinto. C'era una schiera di creature inginocchiate, non tutti kree, persino Hela riconobbe suo padre inginocchiato tra altri, quella scia di luce finiva davanti a loro e si univa per formare una figura indistinta, che poteva essere sia donna che uomo, poiché i colori sfumavano per ingrandirsi dall'oro al rosso. Era straordinario.
<<Ti hanno tenuta nascosta, ti hanno imprigionata e usata. Ma io so cosa significa, mio padre mi ha impiegata nella grande guerra per conquistare i nove regni, io gli diedi ognuno di loro ma poi volle fermarsi, non voleva che avessi voce in capitolo. Volevo che Asgard avesse ciò che meritava, un dominio potente e splendente, ma ormai non gli servivo, non voleva più lottare ed io sono una guerriera. Mi ha rinchiusa, imprigionata per migliaia di anni tenendo celata la mia identità, mi ha cancellata dall'universo per dare il suo trono ad un figlio maschio.>>
Erano punti di vista ma Hela non stava veramente mentendo, è così che vedeva le cose.<<Tu odi tuo padre, io non odio il mio>>
<<Ormai Odino è morto, ma io voglio ancora avere ciò per cui sono nata e lo avrò, anche se dovessi lottare contro tutto l'universo>>disse<<E tu? Intendi nasconderti come altri mediocri maschi volevano?>>
Josie camminò tra le macerie<<Non credo tu sappia davvero chi sono, non parlo del mio ruolo nella storia. Parlo di cosa mi ha fatto diventare questa persona, tu hai detto la tua storia. La mia parla di abbandono, di due padri e una madre che non mi ha mai amata, parla di tradimento e violenza. Non mi piace quando altri usano questo per manovrarmi, la Suprema Intelligenza ora lo sa>>
<<Immagino che non ti senti neanche in colpa per averla distrutta>>
<<Ultimante mi pento di poche cose o persone che ho ucciso, uccidere non mi ha mai dato problemi, questo è vero ma tu parli di piegare ogni galassia e so che vuoi che io ti dia la possibilità di farlo>>
<<Ogni cosa a suo tempo, Eletta. Ti ho aspettata per migliaia di anni e non hai deluso alcuna mia aspettativa>>fece un passo per seguirla.
Josie stava andando dal trono, ricordò quando Bucky le insegnò che anche una comune sedia può essere un podio. <<Saresti la prima persona allora>>
<<Dimmi, non sei logorata, svigorita di cercare di dare agli altri ciò che proclamano come loro? Non vorresti per una volta toccasse a te avere tutto ciò che desideri?>>
Salì un gradino senza voltarsi dall'altra<<Non è così semplice>>
<<Perché credi di non meritarlo?>>
<<Perché so che è così>>rispose<<Sarò sincera, credo che il diritto di nascita come discendenza sia una stronzata. Non meriti di governare solo perché il tuo sangue è prefissato, si parla di esserne degni>>
<<Ho distrutto il martello di mio fratello tenendolo fra le dita, perciò..>>alzò le spalle con tono un po' sarcastico.
Josie fece un mezzo sorriso a questo, in effetti ne era divertita<<Mi sarebbe piaciuto vedere la sua faccia>>
<<Mi ha sottovalutata, è stato questo il suo sbaglio. Non permettere che accada anche a te, non trovi che sia ora di smettere di uccidere solo chi usa il tuo potere per averne di più? La Suprema Intelligenza è solo l'ultima, vero? Se invece fossi tu a governare? Se fossi tu a far muovere i fili del destino? Nessuno potrebbe controllarti e nessuno ne è più degno di te, in questo modo non dovrai chiedere né perdono che permesso>>
Le piaceva come suonava ed Hela, anche se non dovrei dirlo, aveva ragione. Josie aveva speso la sua vita a uccidere uomini che stavano al potere ma che in realtà lo avevano grazie a lei. La dea non la stava manipolando, la stava aiutando a diventare qualcuno e nel frattempo cercava di trovare ciò che cercava. Ciò che sapeva era quello che sapeva la Suprema Intelligenza, cioè, che più energia chiamava a sé e più diventava potente, quindi Hela avrebbe potuto averne di più.
<<Il potere mi ridarà mio padre?>>
<<Non ti darà solo lui, nessuno potrà più farti del male. >>
Suonava come una promessa, vero? Ma in effetti era solo la cosa di cui Josie aveva bisogno, un mezzo per arrivare al fine. Non voleva governare per sottomettere, voleva solo usare tutti i modi possibili per trovare suo padre ed allora avrebbe trovato una scusa per sottrarsi a ciò. Allungò le dita ancora e questa volta però lo toccò, chiuse gli occhi e il palazzo si illuminò da quel contatto, le pareti nere divennero brillanti, ogni buco sparì e sentì un altro fastidio sulla schiena ma lo ignorò. Stava creando come se fosse un artista, percepì una strana calma in questo, come se avesse il controllo.
<<Regina Suprema suona bene, non trovi?>>domandò Hela.
Jo non aveva mai pensato di essere la leader di un qualsiasi cosa ma sentì nel petto una sensazione eccitante, non aveva paura come pensava, al contrario sentiva un brivido di piacere. Si sentirono dei passi, qualcuno correva e improvvisamente di due portoni di spalancarono. Korath apparve con gli altri due uomini delle Star Force, le labbra spalancate, non avevano mai visto un posto del genere e neanche la porta, l'avevano trovata per caso.<<Ma che cos'è questo luogo?>>
Josie si voltò e fece qualcosa che fu chiaro a tutti, si sedette rilasciando un respiro profondo, è strano come una sedia possa farti sentire onnipotente. <<E' dove Il mio regno inizia>>
Att-lass notò l'espressione compiaciuta di Hela ed avanzò<<Non comprendo ciò che dici ma tu comprenderai ciò che vedrai. Fuori al palazzo c'è una nave ben armata, minacciano una battaglia finché non vedranno chi ha compiuto un colpo di stato, così hanno detto>>
<<Jo, potrebbero volerti uccidere se non sanno del tradimento della Suprema Intelligenza, credono che tu voglia sottomettere i kree o chissà quale altra specie>>spiegò Korath.
<<Non intendo sottomettere ma sì, voglio governare così che nulla del genere accada di nuovo. Se vogliono sfidarmi avranno ciò che vogliono>>
<<Questo posto parla di te? Perché questo vorrebbe dire che tu...>>
<<Io sono la vostra Regina Suprema, i vostri antenati mi hanno disegnata come essa e mi aspetto che vi inginocchiate e che mi seguite>>
Non lo disse con arroganza, né come se fosse una dittatrice ma neanche come se fosse un consiglio. Si fidava di loro e voleva che comprendessero che aveva una missione, come sappiamo niente può fermare Josephine se ha un obiettivo. Ella si alzò nel suo abito bianco sporco e camminò verso le grandi arcate a finestra aperta, gli altri le andarono dietro.
Fu lì che Josie vide una nave bianca, lineamenti blu e arancio. Non apparteneva ai kree e non era terrestre, fece un passo sul cornicione, sotto c'erano le scale dell'entrata con un centinaio di guerrieri kree giunti per la notizia della caduta ma essi avevano le armi puntate verso i nemici. Hela si mise alla sua destra, quasi dovesse consigliarla o influenzarla.
<<Chi siete voi?>>parlò la nuova Regina.
Come se si fosse accesso un auto-parlante qualcuno rispose, era una voce femminile<<Siamo i Guardiani della Galassia>>
<<Maledizione, hanno distrutto loro Ronan>>sussurrò Korath.
Jo lo sentì ma comunque non li conosceva sul serio, supper sapesse chi fosse il dittatore<<Spiacente, mai sentiti, potete tornare a casa>>
<<Cosa?! Ma come! Star-Lord? Abbiamo salvato l'universo? Niente?>>disse un'altra maschile, essa era davvero sconvolta ma la rossa scosse il capo<<Non può essere!>>
<<Che cosa volete? E cosa ci fate nel mio regno?>>
<<Non è affatto tuo e chiunque tu sia verrai con noi per ciò che hai fatto>>
Torniamo indietro, vi chiederete come i Guardiani della Galassia sapessero di ciò che era capitato con la Suprema Intelligenza, semplice, non lo sapevano. Erano lì per un altro motivo e che non aveva niente a che fare con Jo ma con qualcuno che già si trovava lì. A parlare era stato Peter Quill, il leader della squadra galattica, nonché umano e insieme anche una certa Gamora, una grande combattente.
<<Vi conviene andare, non voglio farvi del male ma lo farò se non lasciate il mio pianeta>>
<<Mi dispiace, sei focosa e tutto il resto ma ciò che hai fatto non può essere perdonato. Sei tu che devi arrenderti>>
Ricordate mai una volta in cui la nostra ragazza si sia mai arresa? Io no. Josie guardò Hela, che annuì e pensò alle sue parole, non sarebbe successa un'altra strage. Gli occhi celesti si infiammarono improvvisamente, la dea della morte non aveva mai visto nulla di tanto straordinario. Muovendo solo la testa fece bruciare la coda della nave, essi urlarono perdendo quota.
<<Non è il mio stile inginocchiarmi>>
Tutti fissavano la scena, sempre più soldati arrivavano dalle vie principali e videro la ragazza lanciarsi per più metri di quanti possa contarne. Atterrò creando un piccolo cratere sotto i propri piedi, i kree si spostarono mentre ella camminava con il mento alzato. La Milano era atterrata in mal modo sotto il ponte in cui Jo aveva scatenato i suoi poteri contro i Sovereign, li raggiunse senza fretta. Improvvisamente un uomo uscì, Star-Lord provò a colpirla con un fucile che rilasciava scariche di elettricità ma ella lo parò muovendo la mano. Era solo un diversivo perché un omone dalla pelle lilla colpa di righe rosse la colpì con una fune ugualmente elettrica, ella la prese fra le dita attorcigliandole il polso per poi tirarla verso di sé. Drax volò dalla parte opposta mentre Gamora correva con un'arma bianca lunga gridando, Josie fece una capriola per schivare il colpo, le due combatterono a pari quando la spada cadde. Nebula, dalla carnagione blu e con varie parti del corpo meccaniche provò ad aggredirla da dietro ma la Regina Suprema si spostò in tempo per far crollare una sull'altra. Mantis, dall'aspetto simile ad un'insetto, provò a toccarla ma ella le tirò un calcio al petto per farla volare indietro. Una creatura simile ad un procione, di nome Rocket, sparò dei colpi e insieme a lui un albero, Groot.
<<Questo è per Xander!>>
Josie non capiva cosa fosse e così mosse una mano intorno a sé come protezione, il fuoco si innalzò alto. Gli altri si alzarono e i kree si avvicinarono ben armati<<Chi è Xander?>>
<<Ho una domanda migliore : Perché proprio Xander?!>>esclamò Peter Quill.
<<No, cos'è Xander?!>>disse senza senso Drax.
<<La capitale che ha distrutto!>>
<<Ascoltami bene, Procione, non ho distrutto nessuna città!>>esclamò lei come risposta.
<<Certo che lo hai fatto!>>urlò Nebula.
<<Ti dico di no! Ero occupata a distruggere la Suprema Intelligenza per prenderne il posto!>>
<<Ma ci è stato detto che il responsabile è una donna che è venuta qui per l'altra gemma!>>sbraitò Gamora alzando la spada.
Peter abbassò l'arma davanti al fuoco invece<<Ma se non è stata lei allora chi?>>
Jo si zittì e si girò lentamente verso il palazzo, ma al grande arco da cui si era lanciata non c'era più nessuno, tanto meno Hela.
ANGOLO AUTRICE.
Non vedevo l'ora di inserire i Guardiani della Galassia, ho dovuto un po' improvvisare dato che ho avuto poco tempo ma penso che non sia troppo male.
L'università e molte cose non mi danno molto tempo per scrivere ma sto facendo del mio meglio, perciò spero solo di non deludervi.
Cosa ne pensate di Hela?
In realtà io adoro il suo rapporto con Josie, perché in molto sono simili. Ora la mia bimba focosa è la Regina Suprema, spero che vi piaccia la cosa perché ora vedrete un atteggiamento diverso, deve proteggere molte più persone.
Nei prossimi capitoli ci concentreremo su di lei fino al ritrovo dei nostri eroi, non voglio spoilerare niente.
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Vi amo 3000, miei Peroncini.
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