Capitolo 56
Non sono mai stata brava con i compleanni degli altri, non so mai che regalo fare e la cosa mi innervosisce per giorni, ne rimango frustata perché mi chiedo quanto conosco quella persona per non sapere neanche che cosa desidera.
Si presuppone che quando conosci qualcuno sai che cosa ama, che cosa vuole ma, al loro compleanno, ho come una perdita di memoria progressiva.
Però, quando è il mio compleanno, sono l'opposto, mi aspetto chissà cosa e spesso ne rimango delusa. Ma che dico, non spesso, puntualmente.
Mi viene in mente che cosa desideravo come regalo solo dopo aver soffiato sulle candeline, non prima, quando me l'avevano chiesto. E forse è meglio così, perché amo quell'istante in cui il mondo sembra andare a rallentatore, il fuoco sulle candeline è ancora lì e tu devi solo chiudere gli occhi per esprimere qualcosa di così importante da non poterlo nominare.
E' bello da impazzire, anche se mi sono sempre chiesta chi possa ascoltare i nostri desideri, dopotutto a Babbo Natale i bambini mandano una lettera cartacea, noi crediamo davvero alla telepatia?
Quindi, alla fine, sono una frana nei compleanni degli altri ma faccio sempre del mio meglio per esprimere i loro desideri, provo a leggere nelle loro menti e mi domando se qualcuno lo abbia mai fatto con me, sanno quello che voglio? Forse no.
Jo se ne stava sdraiata sul suo tappeto d'allenamento nella palestra di addestramento kree, da sola e alle prime luci dell'alba. Sapeva bene che giorno fosse, il suo compleanno, per la seconda volta in vita sua sapeva che era quello il giorno in cui era nata, l'anno prima era in coma, il suo cervello si era spento ma ora era sveglia, più di quanto volesse essere. Aveva avuto tre lunghe ore con la Suprema Intelligenza e in quelle settimane le aveva insegnato di più sul suo potere ma Jo non si fidava di lei, se prima aveva solo dei dubbi, ora era certa che aveva provato a distruggere il rapporto tra lei e Yon-Rogg. Fingeva di esserne allo scuro, così da poter apprendere ancora di più ma S.I. sapeva torturarla con i suoi ricordi.
<<Qualcuno vuole farmi preoccupare?>>
Jo si girò a pancia in su, indossava dei leggins bianchi aderenti e un top verde petrolio che le fasciava i seni. Era sudata e i capelli erano sparsi dappertutto, il viso arrossato.
<<Quel qualcuno non voleva farlo, solo non voleva tornare a letto>>
Yon-Rogg inclinò la testa come la figlia faceva sempre, si staccò dal cornicione della porta e avanzò nella sua tuta sportiva, mise le mani nelle tasche.<<Ti aspettavo ma non sei tornata. Che succede? Altri incubi?>>
Da quando aveva iniziato a usare i suoi poteri rubandoli dall'universo stesso aveva iniziato a fare degli incubi terrificanti, non sognava chi aveva ucciso o i ricordi con chi aveva perso, vedeva la fine di ogni cosa. Fuoco e morte ovunque. Anche un'assassina poteva sbarellare vedendo certe cose ma no, dopo qualche urlo si calmava e riprendeva a respirare.
<<Stanno peggiorando, è come se stesse arrivando qualcosa, percepisco del potere ma non so perché io lo veda muoversi nello spazio.>>
Lui si avvicinò ancora e allungò le mano, così l'aiuto ad alzarsi. <<La Suprema Intelligenza che dice?>>
<<Niente, parla perlopiù del simbolo. Da quando c'è stato l'attacco dei Sovereign mi ha mostrato il Cerchio Interrotto nei vari mondi, viene inciso per le strade, su Xandar, anche in stazioni spaziali. Sanno chi sono o sanno chi volevi che io fossi>>
<<Sei esattamente chi volevo che fossi, sei mia figlia>>
<<Non parlo di quello. Quando prendo il treno o mi sposto devo stare attenta a non farmi vedere, i kree fanno domande e io vorrei aiutare a ricostruire la città ma non posso.>>
<<Devi dare loro del tempo, Jo. I kree ti hanno aspettata per innumerevole tempo, fino a quando si sono arresi all'arrivo dell'eletta. Loro credono in te e ti hanno vista, quello che hai fatto per salvarci ha donato speranza a tutti noi, quel marchio sta bruciando nell'universo ed è un bene, sanno che non sei una leggenda ma sei vera>>
<<E' questo il punto, a chiunque piace un mito, fino a quando quello non nasce davvero e non è come te lo aspettavi>>alzò le spalle, era un grande peso dover essere all'altezza delle aspettative dell'universo.
Lui sorrise scuotendo la testa, poi allungò la mano per sfiorarle una guancia<<So che ne abbiamo già parlato ma io voglio festeggiare il giorno della tua nascita>>
Lei sbuffò indietreggiando, non era una cosa che desiderava, per lei quel giorno era il giorno in cui sua madre aveva visto l'orrore di ciò che aveva vissuto. Sapeva che Ivan non era del tutto suo padre ma questo non voleva dire che avesse dimenticato ciò che aveva fatto a Victoria per farla nascere. Ci pensava sempre prima di dormire, si sentiva violata, sporca.
<<Ma non ne vedo il motivo. Non ho mai festeggiato. Nella Stanza Rossa abbiamo inventato il giorno del mio compleanno e come regalo mi sono fatta una cicatrice. Non ho mai festeggiato e non voglio farlo in futuro>>
<<I kree credono nei compleanni, Jo. Per noi sono un traguardo ma soprattutto sono giorni di gioia, dove si è felici che quella persona esista. Forse tu non sei felice di vivere ma gli altri, noi tutti, sì e non perché sei la Prescelta. Hai fatto tante cose brutte, le abbiamo fatte entrambi e forse in modi diversi ma da quello che so hai fatto tante cose buone.>>
<<Non abbastanza, papà>>rispose togliendosi le fasce dalle mani, era fin troppo dura con se stessa.
<<Hai salvato C -53 quando Ultron voleva distruggerla, quello è stato un atto di grande onore, da vero nobile guerriero. E parliamo di come hai salvato Hala, hai salvato due mondi e non è una cosa da sottovalutare, non è una cosa da tutti. Credi di avere una pena da scontare e lo comprendo, credi che in vita hai fatto più danni che atti di pura bontà ma io non credo che bisogni contare le vittime per saperlo. Quello che ha fatto Ivan...>>
<<No>>
<<So che non ne vuoi parlare ma devi farlo. Non so cosa ti dica la Suprema Intelligenza ma so che mia figlia non è uscita da quel tunnel. Ciò che ha fatto Ivan è orribile e sì, è così che sei nata ed è terribile, traumatico, spaventoso ma non vuol dire che ti definisca come il frutto del male. Tesoro, tu non puoi definirti in base ai tuoi genitori, a tua madre e a quello che ti ha fatto. Non meritava il peso che l'universo le ha dato ma è stata lei a non sorreggerlo, poteva farlo ma non ci è riuscita. Puoi punirti quanto desideri, puoi odiarti e provare a convincerti che sei tu quella sbagliata ma tutto questo sarà opera tua, sarà una tua scelta, non degli altri. Ivan, Adelaida, tutti gli uomini che hai ucciso prima di venire qui meritavano l'inferno e il tuo potere voleva cenere, non sei stata cattiva ma ti sei fatta guidare da esso e dal dolore. Chi non capisce non sa cosa vuol dire perdere ogni certezza, non sa cosa significa soffrire per davvero ed è un loro problema, sono deboli. Tutti gli innocenti che hai ucciso vanno onorati con speranza, non puoi chiedere scusa ai morti evitando i vivi, l'unico modo per avere il loro perdono è perdonati a tua volta.>>
Aveva ragione, Dio se aveva ragione! Ci costruiamo noi il nostro inferno personale, un inferno fatto non di sbarre ma di ricordi.
Yon-Rogg abbracciò sua figlia, la ragazza mise la testa nella sua spalle e chiuse gli occhi, lui le accarezzò le ciocche<<Non mi hai organizzato una festa, vero?>>
<<Nah, una cerimonia>>
Ella si staccò appena, alzò solo viso ma tenendosi ancora abbracciata al padre<<Ti prego, no. Sarò qui da quasi qui un anno ma non conosco così tanti kree per una festa, loro conoscono me>>
<<Gli invitati sono amici di tua nonna e i loro discendenti, la Starforce. Faremo solo la cerimonia e festeggeremo>>
<<La cosa? Ti confido che non sono battezzata, potrei andare all'inferno o fare la guida turistica per Dante 2.0 per questo. Anche se il mio posto è insieme a Satana>>
Lui ridacchiò<<Non so chi sia questo Dante ma non è rito religioso come su C-53. Sei una guerriera, è la Cerimonia Del Guerriero e della rinascita come esso.>>
<<Perché ho la sensazione che gli antenati dei kree fossero tutti in una setta? Avete delle tradizioni davvero inquietanti>>sbuffò con ironia.
Lui si voltò e mise un braccio sulle spalle<<Tu parli, parli ma queste cose ti piacciono. Prima dobbiamo andare in un posto, poi deciderai liberamente se dare buca a tutti noi o venire per consacrare il tuo legame di sangue>>
Alzò gli occhi al cielo e dopo aver preso le sue cose lo seguì all'esterno, quella zona non era ancora stata del tutto costruita. Se ci si avvicinava al castello della S.I. la situazione peggiorava ma i kree lavoravano da settimane senza mai stancarsi. Le cliniche erano ancora piene di persone e i morti erano stati comunque molti, era un po' che stavano iniziando a fare i censimenti ed erano terribili. Mentre camminavano verso la stazione entrambi vedevano il simbolo del Cerchio Interrotto sui muri, se lì era così, figuratevi nel resto delle Province Kree.
<<Stavo pensando ad una cosa, se vuoi parlarne ovviamente. Abbiamo parlato a lungo di cosa ci è successo durante la distanza ma fai molta fatica a parlare di quel J, non di Pietro. Come mai?>>
Ella alzò le spalle<<Non lo so, è complicato>>
<<Se per te è ancora complicato con J allora vuol dire che non è mai finita e questo renderebbe te e Pietro..>>
<<Se potessi smettere di pensare a J, no, a Bucky, lo farai. Tra la pillola rossa per dimenticare tutta la Terra e quella blu per continuare questa tragedia, sceglierei quella rossa. Altro che Matrix>>
<<Non so di cosa tu stia parlando, di nuovo. Ma hai già dimenticato due volte, il tuo amico Visione ti ha dato i ricordi che ti sono stati tolti recentemente. Hai mai pensato che forse ci sono delle ragioni per cui fai così fatica a parlare di Bucky, come vuole che lo chiami la S.I, eh?>> domandò scompigliandole i capelli.
<<Lei dice delle stronzate, dico davvero. Dice che ho lasciato che Pietro mi amasse perché così avrei colmato il vuoto di Bucky. Dio, la odio>>
<<Perché credi che dica il vero?>>
<<Non fare il vecchio saggio del villaggio, papà. Non sei mago Merlino! Da che parte stai?!>>
Lui ridacchiò<<Dalla tua, sempre, bambina mia>>
Camminarono per un po' fino a quando arrivarono più lontano del raggio di distruzione, dove la città era ancora se stessa. C'era un palazzo molto vecchio, aveva qualcosa di umano a dire il vero, ella lo notò tanto da stringere i pugni.
Yo-Rogg salì le scale e aprì la porta con un codice, 31-12-95. La sua data di nascita.
<<Una volta in questo santuario viveva uno Stregone, è morto prima che tu nascesti>>
Uscì un forte odore di chiuso ma anche di calore, ella si sentì di nuovo a casa, sulla Terra.<<Come è crepato?>>lui la guardò male per la scelta del verbo usato<<Morto, meglio?>>
<<Meglio. Questo Stregone era importante per tutti noi, ci ha protetti e salvati, era un eroe quando ero piccolo. Tutti coloro che lo seguivano morirono con lui, nessuno sa come>>
<<Non sapevo ti piacesse Harry Potter>>egli scosse la testa mentre si avvicinavano ad un muro di metallo<<Lascia stare. Continua>>
Lui appoggiò la mano e improvvisamente si sentì un rumore, come dei meccanismi e comparve una porta, si aprì una visuale su una lunga scalinata buia.<<Ho aspettato il tuo compleanno per portarti qui, ora sei pronta>>
Scesero insieme e i muri non erano di metallo ma di roccia, un posto estremamente antico, da far venire i brividi.
Quando toccavano la terra dei vassoi con della cenere scatenarono una fiammata improvvisamente, illuminando il tutto.
<<Cazzo, te lo avevo detto! È una setta!>>
<<Jo, porta rispetto, questo luogo è sacro e segreto>>ella alzò gli occhi al cielo e annuì.<<È qui che tua nonna è morta, tutti loro sono morti qui>>
Tutto il velo di sarcasmo scomparve e si tinse il viso di una smorfia amareggiata. Era una stanza rotonda, vi erano dei simboli sui muri ma a terra ci vera il Cerchio Interrotto. Le librerie erano colme di libri, c'era una scrivania di legno molto grande e tante sedie sparse tra tavoli, pergamene, tecnologie e armi.
<<Questo posto è un tempio per me?>>
<<Sì, Jo. Quando loro morirono i kree persero la speranza di poter cambiare il destino, credevano che se ti avessimo mostrato la bellezza dell'universo allora lo avresti risparmiato. Per loro non eri un mostro, né il male, solo la punizione o la ricompensa per quello che abbiamo seminato dalla nostra creazione>>spiegò <<Tua nonna sapeva che ci sarei riuscito, l'ho capitolo solo quando sei arrivata qui. Se Hermann sapeva che il tuo potere protegge chi ti avrebbe fatta nascere doveva sapere che saresti stata sua nipote>>
<<Non ne possiamo essere certi>>
<<Certo che sì. Sono venuto qui prima, per vedere se potevo donarti qualcosa di lei ma mia madre, come te, era troppo sveglia. Ti ha già fatto il suo regalo ma un po' in anticipo>>Ella inclinò la testa confusa<<Resta qui, controlla ogni posto e troverai ciò che ha preparato per te. Quando sarai pronta ti aspetterò alla cerimonia alla Sorgente del Guerriero>>
Si guardarono negli occhi e poi le passò accanto, dandole un bacio sulla fronte. Salì le scale, dopo, lasciandola sola, di fronte al lavoro di una vita.
Le metteva a disagio pensare che delle persone avevano lavorato per chissà quanto tempo, pensò dovessero essere molto deluse dal risultato, come lo era lei. Quei kree avrebbero festeggiato la sua nascita, ma lei no.
Per un'ora abbondante osservò e guardò le carte, i libri, erano in molte lingue spaziali ed usò il traduttore che possedeva sul braccio per capirli. Erano le storie contorte su di lei, così diverse ma così unite. Senza quel luogo lei non sarebbe esistita.
Vi erano delle foto, quando accese gli ologrammi. Ma una la colpì, una ventina di persone che sorridevano e in mezzo a loro vi era uno stregone, lo si capiva del suo modo di vestire e al suo fianco c'era una bellissima donna dagli occhi gialli e i capelli rossi, come i suoi.
Dunque aveva i capelli così non solo per la madre, a questo sorrise commossa, era davvero bellissima e sul polso aveva un tatuaggio, sempre quel marchio, lo avevano tutti.
Infine, dopo aver provato a dare un senso a tutto quello si sentì nuovamente sconfitta, come in quei mesi a letto, quanti erano morti in suo nome o per mano sua?
Odiò quella runa e odiò se stessa, odiava il fatto di essere nata e le immagini di Ivan e di sua madre tornarono immediatamente.
Mise le mani sulla testa, stava bene un momento prima e poi era bastato questo per eliminare quella maschera di menzogne.
La Suprema Intelligenza le faceva rivivere non solo gli Avengers o Pietro, ma anche la Stanza Rossa e tutti i suoi omicidi all'Hydra, le mostrava il suo J. Ma Jo non aveva ceduto, non si era permessa di piangere o di gridare, si era mostrata impassibile.
Non voleva festeggiare la sua nascita perché era nata da uno stupro e questo è un trauma da cui non riusciva a scampare, pensava di esserne fuori ma non lo era, no, ci era dentro tutta. Le crepe dorate comparvero e i suoi capelli si mossero, gli occhi divennero arancioni.
Riusciva a sentire la morte di quegli innocenti sulla sua pelle, sentiva di morire, come un attacco di panico.
Josephine crollò a terra e una forte luce rossa si aprì dal suo petto, il dolore divenne non solo interiore ma anche fisico. Sentiva come se qualcuno le stesse lacerando la pelle sulla schiena, urlò per il dolore, non aveva mai sentito niente del genere.
Pianse per il dolore, fino a quando la terra, sotto di lei, tremò e poi si illuminò. Il simbolo inciso si accese con la sua luce bianca e poi le mancò il contatto con essa. Il cerchiò in cui era si aprì e volò di sotto, fu una brutta botta e tossì per questo.
La vista si appannò e svenne ma non so dire per quanto rimase priva di sensi, so che quando si risvegliò il dolore era svanito ma la schiena le pareva bollire.
Si guardò intorno, toccandosi le labbra sporche di sangue verde, da quanto non sanguinava? Che cosa era in grado di farle davvero del male? Pareva impossibile.
Si alzò con fatica e cercando di mettere a fuoco le cose illuminate dai bracieri. Sappiamo tutti che Josie era una vera e propria spia, conosceva e apprezzava qualsiasi tipo d'arma, anche quelle extraterrestri e sapeva di essere all'interno di un'armeria. Un'armeria per lei.
Smise di respirare mentre guardava tutto ciò, essa era rotonda e sopra ogni armadietto vi era una lettera kree. Tutto insieme formavano un nome, un nome che lei non sentiva da tempo immemorabile, Fire Death, la Morte di Fuoco.
Tutto questo era surreale, non era mai stato il soprannome del suo progetto, era il nome che nessuno osava pronunciare, neanche Yo-Rogg. Si pulì le guance dalle lacrime e guardò le lance dorate, le spade, la fuste, le pistole, i coltelli e tutte le altre armi bianche, come i dischi a forma di stella, uno scudo.
Avanzò verso l'unica vetrina chiusa da dei pannelli e appoggiò la propria mano, sporca di sangue, il destino volle che servì quello ad aprire ciò che l'avrebbe resa colei in cui tutti loro credevano. Il simbolo riapparve come frutto, non di tecnologia kree, ma di arti mistiche.
Da essa si sentì un rumore, proveniva da dietro di lei. Si voltò piano, con il cuore in gola, non per paura ma per commozione.
Ebbene, questa non è affatto la Josephine che abbiamo conosciuto a Sokovia, è qualcuno che ha sperato di sentirsi di avere tutte le risposte e non più domande.
Qualcuno aleggiava con leggerezza davanti a lei, non sembrava essere un'ologramma ma qualcosa che non conosceva ma che noi definiremmo grazie a Doctor Strange.
Era una donna bellissima, i capelli erano mossi e lunghi, ramati come i suoi e quelli di sua madre. Aveva un sorriso amorevole e bianco, delle belle fossette e i lineamenti dolci, i suoi occhi grandi gialli erano colmi di luce e di speranza. Indossava un abito come armatura, lasciava le spalle nude e scendeva in un corpetto bordeaux con dei pantaloni aderenti. Nessuna delle due fiatò, ma parve quasi che ella fosse viva in qualche modo.
Sua nonna pareva commossa.
<<Oh, ti ho aspettata per un tempo che è parso infinito, bambina mia. Non sei affatto una bambina, però, sei una donna incredibile e bellissima, con l'universo ai suoi piedi.>>
Josie indietreggiò<<Tu sei morta>>
<<Il mio corpo lo è, ma ciò che vedi è la mia proiezione astrale. Il mio caro amico Stregone mi ha salvata così, avrei voluto salvare tutti loro>>abbassò il viso addolorata<<E' stato così veloce, siamo stati attaccati da una luce bianca, hanno colpito prima lui e poi tutto è diventato nero. Ma non mi pento affatto di aver sacrificato il mio corpo, ho trovato la tua profezia e questo ti ha portato fino a qui. Come vorrei abbracciarti>>
<<Non capisco, perché non sei andata come un fantasma da papà? Lui ti piange ancora, potevi aiutarlo a trovarmi sulla Terra, potevi avvisarlo e saremmo stati insieme molto prima>>
<<Solo tu potevi liberarmi dalle dimensione astrale in cui mi trovavo, questa stanza l'ho creata per te. Per farti vincere contro la Morte, solo tu potevi svegliarmi, perché abbiamo lo stesso sangue, ci ho messo tanto a capirlo ma tuo padre non sa che l'ho condizionato a credere di averlo capito da solo. Come sta il mio coraggioso ometto?>>
<<E' sempre coraggioso ma non è affatto un ometto, è un Capitano e ha vissuto la sua vita alla mia ricerca, perdendo tutto e facendo cose terribili. Lo zio, il nonno, sono morti e io sono l'unica cosa che gli rimane, come lui è l'unica cosa che ho>>
La donna chiuse gli occhi, ferita di aver perso due uomini ma ella aveva speranza, perché credeva in qualcosa di più grande, era guidata dalla fede<<Quando tu prenderai la tua scelta io mi riunirò a loro e staremo tutti insieme, lo so.>>
<<Perché confidi tanto in me? Da quello che papà ha detto io sceglierò il destino della nostra dimensione, se cancellarla o meno. Se io odiassi ciò che ho visto?>>
<<Lo comprenderei>>giunse le mani<<In ogni cosa vi è l'oscurità ma non vuol dire che non esista la luce. Forse nessuno di noi è degno di una seconda possibilità, abbiamo fatto errori, logorato anime e fatto pessime cose ma ci abbiamo provato. Abbiamo provato a lottare contro quel male e a volte abbiamo lasciato che vincesse ma non tutti, alcuni eroi non hanno un'arma ma solo la loro fede>>
<<Io non sono affatto quella che credi, nonna>>
Ella sorrise con gentilezza, lei era il bene, era la persona più buona che in vita sua aveva mai incontrato e allungò una mano ma prese solo aria. <<C'è una cosa che voglio dirti, tu puoi arrivare ovunque. Si, la vita è test crudele ma il punto non è superarlo ma sapergli tenere testa. Io non ho venerato affatto il tuo potere, ma l'eletta, ho sempre saputo che saresti stata donna, una nonna certe cose le sa. Tu non ti arrendi, tu cresci, ce lo hai nel sangue e usi quel dolore, anche se ti terrorizza, perché ti rende viva. Senza sofferenza saremmo morti e sepolti, non sapremmo che cos'è la felicità o l'onore. So che non è lo stesso, se le cose fossero andate come volevo? No, volevo crescerti ad Hala, volevo insegnarti a combattere ma tu esisti e questo è il mio miracolo. Tu hai avuto una vita chissà dove e ce l'hai ancora davanti a te, e vivere vuol dire rialzarsi, vuol dire sollevare il mento e dire no, vuol dire che nessuno può avere il diritto di dirti chi sei!>>
<<Sembra facile detto da te ma non è così, io ho fatto cose terribili e la parte peggiore è che mi piaceva davvero farle. Avere una doppia personalità dovrebbe essere un'ottima scusa ma...>>
<<Ma non lo è, perché entrambe quelle parti sono te.>>finì la frase per lei, si avvicinò e le girò intorno fino a farla voltare verso la vetrina chiusa<<Vedi? Io lo so. Quello che stai facendo è focalizzarti su ciò che hai perso o che non hai mai avuto ma dovresti guardare quello che guadagnerai!>>
<<Che cosa? Un potere da sociopatica? Io non sono il fratellastro di mia madre, non voglio essere una sterminatrice e onestamente? Non sono nata da un miracolo, tutto l'opposto ed è per questo che sono fuggita dalla Terra per venire qui>>
L'altra sospirò affranta, non poteva immaginare quanto Josie dicesse il vero<<Va bene, allora perché non guardi quei demoni negli occhi? Perché lasci che ti offuschino?! Hai così paura delle tue emozioni che hai creduto davvero che provenissero da un solo pianeta? No, cara, quel dolore che ti invade e che non conoscevi viene solo da dentro di te. Ed è buono, provare qualcosa, soffrire e trovare la forza per uscirne. Hai fatto del tuo meglio o forse no ma allora riprovaci! La vita è un continuo tentativo, è questo che ti fa prendere una reale scelta. Vorresti tornare indietro e fare cose diverse? Troveresti anche il modo ma sarebbe la cosa giusta? No. Ciò che vivi ti forma, ma i cambiamenti arrivano quando sei tu a voler vivere.>>
<<Sono stanca che si tratti sempre di una scelta, non le ho mai prese dopotutto>>
<<E quindi? Cosa fai? Ti arrendi? Rimani in ginocchio? Credi che io lo abbia fatto?! Il mio sacrificio non è stato un atto di codardia, il contrario, ho sacrificato la mia vita per qualcosa di straordinario, per te, così che tu potessi vedere che tutto ciò che sei, lo devo a te. Sono nata e cresciuta con la convinzione che un giorno ti avrei avuta davanti, proprio come adesso, se sapevo che ci sarebbero state altre battaglia? Sì, in preparazione alla più grande guerra che l'universo abbia mai visto. La guerra che avrebbe unito tutti i mondi, tutte le stelle, solo dimostrarti che noi non siamo altro che lotta. Lottiamo, perdiamo ma c'è una bellezza in tutto questo, perché è in questo che consiste la tua scelta. Credi di non averne presa una ma ti sbagli, ti sei rialzata ancora e ancora, lo hai voluto tu. Ora devi farlo ancora.>>
<<Non so se ne ho la forza, non sono più come prima, non so neanche chi io sia.>>
<<Certo che non lo sai, devi ancora diventare ciò che sei. Devi rinascere prima ed io sarò sempre con te>>
Il mobile chiuso si aprì lentamente e una luce intensa apparve, quando si abituò ad essa ciò che vide le fece mancare il respiro. Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per lei e si sentì così onorata, amata, felice e quella felicità era vera dopo tanto tempo. Sapeva che era il momento di fare quella cerimonia, ci sarebbe andata. Ora iniziava la lunga scalata per essere non solo una leggenda ma per essere se stessa e quel dono, che ella aveva fatto per lei, la rendeva solo d'aspetto la Morte di Fuoco.
Doveva ancora trasformarsi in essa.
ANGOLO AUTRICE.
Finalmente abbiamo un altro pezzo del puzzle, ne sono molto contenta e volevo che si parlasse dell'ordine della creazione di Josie.
Cosa accadrà ora? Tutto è possibile.
Seguitemi su Instagram, THE STORIES OF HOPE, per degli aggiornamenti!
Un bacio, miei Peperoncini.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro