Capitolo 54
Hai mai rubato qualcosa? Non parlo dei furti ai cavò stile film o di un libro in biblioteca, anche se le due cose sono ai poli opposti. Rubare qualcosa non riguarda soltanto il materiale, un oggetto, a volte è qualcosa di astratto, morale, interiore.
Tutti noi nella vita veniamo influenzati dal periodo storico e della nostre conoscenze, spesso imitiamo qualcuno ma non viene definito rubare, giusto? Oggi si parla di seguire la massa ma in effetti è comunque un furto, rubare l'originalità di qualcuno, perché non creiamo da soli la nostra originalità? Semplice, perché non tutti sanno riuscirci, esistono le pecore e i pastori. E' così che va il mondo ma è così che tu lo assecondi.
Sono piuttosto sicura che anche copiare un'idea sia un furto, ma non viene giudicato se non sei "famoso". Quindi se nessuno nota che non hai rubato, copiato è come se non lo avessi fatto? Le leggende servono a questo dopotutto, sono una linea guida, non la vera storia.
Ti sto confondendo? E' così che operano quelli che rubano, mostrano quello che vuoi vedere e cambiano le parole per farlo.
Era così che Yon-Rogg aveva trovato la vera storia di Fire Death ed era così che altri, nello spazio infinito, cercavano risposte di un furto. Ma ci arriveremo dopo.
Prima voglio parlavi del primo tipo di sottrazione, quello famoso, rubare qualcosa, un oggetto di valore o meno. In questo il valore era inestimabile.
Bucky Barnes aveva ragione sul Cerchio Interrotto, se si stava così tanto propagando sulla Terra voleva dire che c'era una fase che non aveva letto sul diario, non una Fase della Cenere. Per ideare il piano ci avevano messo dei giorni interi, avevano convocato Stark e parlato a lungo di come era la struttura, senza fare nessuna chiamata a Wanda. Visione non poteva collaborare, era un pessimo bugiardo, anche se era il potere di Josie ad avergli dato la vita.
Era in quel momento che con Edith, il nuovo programma di Tony, avevano trovato qualcuno di totalmente estraneo. Qualcuno che chi viveva nella base non conosceva, fu un colpo di genio e inizialmente Steve ne fu contrario per l'età del ragazzo. Tony andò nel Queens tutto da solo e bussò alla porta giusta, conobbe la famiglia Parker, formata da una donna attraente che era la zia di colui con cui voleva parlare. Stark usò una borsa di studio come scusa per parlare con Peter Parker, il quale era stato così nervoso davanti al suo eroe da provare a nascondere la sua vera identità. Ma andiamo, quello era Iron-man, poteva fare qualsiasi cosa con internet ed era riuscito a risalire a lui, anche se era stato difficile, ma non lo avrebbe ammesso. Gli piacque davvero il ragazzo di sedici anni, c'era una luce in lui e le sue capacità erano interessanti, adeguate alla missione. Si faceva chiamare Spiderman, poteva arrampicarsi dappertutto, era straordinariamente agile, camminava sui muri e aveva prodotto un dispositivo per sparare ragnatele. Era un bell'affare per la squadra e il compito era proprio il più importante, ora che avevano rintracciato Fury e le due vedove erano andate a prelevarlo, mancava solo questo. Ovviamente Peter aveva accettato di entrare negli Avengers ed aveva avuto quasi un attacco di panico quando Stark era arrivato con una tuta tutta nuova, epica.
Il perimetro della base fuori NY era sorvegliato ma c'era un piccolo punto ceco che Tony aveva usato per le sue scappatelle, aveva detto alla moglie che non si sarebbe messo nei guai ma ci finiva comunque alla fine. Steve, Sam, Bucky, Tony e Peter erano nascosti proprio lì, con indosso le loro armature, in caso di problemi.
<<Ripassiamo il piano. Tony entra e presenta Peter a Banner, Rhodes. Ormai sono gli unici Avengers che ci vivono davvero, evitate il terzo piano delle reclute. Tony li ammalia e il ragazzo trova una scusa per allontanarsi, va in camera di Pietro al primo piano e prende da dietro il muro il diario. Comunichiamo con le cimici nascoste mentre Sam allude la sicurezza delle telecamere. Apre una finestra, Redwing prende il libro e ce lo porta, poi uscite da qui ed è fatta>>
Dopo che Steve disse tutto questo Tony fece una smorfia dietro i suoi occhiali, lui faceva il lavoro sporco e gli altri se ne stavano a prendere il sole, pensò divertito. Redwing, comunque, era il drone di Falcon ed era abbastanza veloce da non essere visto.
Bucky era nervoso e il Bimbo Ragno lo notò, anche se onestamente per quanto fosse fan degli Avengers era spaventato dal Soldato D'Inverno, non perché si fosse lasciato condizionare dai telegiornali ma per quello che aveva fatto, uccidere innocenti.
<<Dopo questo tutti sapranno la verità e sarete liberi? Per questo lo faccio?>>
Non gli avevano detto davvero il fine di tutto, credevano fosse troppo per lui ma avrebbero dovuto avere fede. Sam sospirò<<Un mio amico una volta mi ha detto che il prezzo della libertà è alto, lo sarà sempre. >>
Steve fece un sorrisetto, non portava più il casco ma strinse il suo amato scudo<<Mi dispiace, ragazzo ma no. La causa è molto più grande di tutti noi>>
<<Signor Stark, ma io vorrei sapere>>lo pregò. Iron-man scosse la testa al suo nuovo pupillo.
<<Siete tutti così curiosi nel Queens?>>
Rogers sollevò le sopracciglia e toccò la spalla di Barnes<<Noi siamo di Brooklyn>>
<<Va bene, ora basta. Ascolta, ragazzo>>iniziò dire Bucky<<Non so cosa tu sappia di Josephine ma non è affatto il mostro di cui parla il Segretario, se lo fosse nessuno dei tuoi eroi sarebbe diventato un criminale per proteggerla. Vuoi sapere a cosa serve? Serve per capire cosa succede e se vorrai venire con noi dopo, sarai ben accetto>>
Peter aveva il costume sotto i vestiti ma in quel momento il suo timore per il Soldato scomparve, aveva letto milioni di volte del miglior amico di Captain America, era nei libri di storia come tutti gli Avengers e in quei libri ormai da un anno compariva anche Josie. L'aveva ammirata per aver salvato Sokovia e forse l'aveva ispirato, perciò annuì. Voleva essere un Vendicatore.
Tony sbuffò in modo infantile, fin troppo. Peter e lui andarono verso la Lamborghini arancione e salirono, li videro sgommare via. Rimasero in silenzio nella vegetazione, avevano la visuale sulla parte ovest della base e Bucky alzò gli occhi sul tetto piano. Dentro di lui si aprì qualcosa, un ricordo e senza volerlo ci finì dentro.
C'era un tetto che era nello stesso modo piano, ma non era fatto di metallo, era davvero vecchio ma impenetrabile. Da lì si vedeva l'immensità della foresta innevata bolscevica, c'era pace al contrario di cosa c'era sotto, così tanto dolore.
Josephine era seduta in piena notte sul cornicione, indossava dei pantaloncini aderenti blu e un body bianco. Si gelava ma non per lei, non sentiva mai freddo e le sarebbe piaciuto sentire cosa si provasse. Era la prima volta che sgattaiolava lì, le dispiacque non averlo fatto prima ma se l'avessero beccata avrebbero fatto domande su come ci fosse arrivata.
<<Che cosa guardi?>>
La voce russa che sentì la conosceva meglio di chiunque altro, era l'unica che voleva davvero sentire. Si girò appena, tirando indietro la lunga chioma mossa rossa. J era in piedi, indossava dei pantaloni neri robusti, scarpe invernali e una giacca che aveva una sola manica per il braccio ancora di carne. Portava i capelli all'indietro, raccolti in un codino e non aveva la barba.
<<Perché non mi raggiungi e lo scopri?>> sorrise maliziosa.
La loro storia, che era durata due mesi, era ancora all'inizio qui, per lui era ancora difficile lasciarsi andare e riconoscere quanto in realtà l'amasse. Sapeva solo che non poteva dirle di no, era bellissima sotto la luna e il suo unico desiderio era starle vicino, toccarla e sentirsi ancora un essere umano.
Ubbidì e si mise dietro di lei, allargò le gambe per farla entrare ed ella appoggiò la schiena al petto di lui. Josephine gli prese entrambe le mani, non le era mai interessato se avesse un braccio di vibranio. <<Sto guardando>>
<<E cosa vedi, Soldato?>>
<<Vedo te, poco vestita e non nella tua stanza ad aspettarmi>>
Ella rise e lasciò andare la testa sulla sua spalla<<Sapevo che mi avresti trovata, è il tuo dono, sai sempre dove sono>>
<<In effetti>>
<<Non hai risposto alla mia domanda, cosa vedi?>>
<<Non so cosa ti abbia detto Ivan sulla mia missione della settimana scorsa ma l'arte non fa per me>>Ella smise di sorridere e si irrigidì, tanto che lo notò persino l'uomo<<Cosa c'è?>>
<<J, è vero che c'era un civile? Un innocente in quell'hotel?>>
Quando si trasformava nel Soldato d'Inverno per l'Hydra, nome che lei non conosceva, perdeva tutta la sua umanità, dicevano delle parole e lui si trasformava. Accadeva dopo l'ibernamento. Ma quando tornava in Russia Ivan faceva l'opposto procedimento, Josie non lo aveva mai visto così e lui non avrebbe mai permesso che lo vedesse come un mostro.<<Un innocente?>>
<<Ho rubato il rapporto. Ero curiosa e si parlava di un giovane orientale, era in quell'hotel per una conferenza, c'era anche una mostra d'arte e si è trovato nel posto sbagliato>>
<<Perché hai dovuto farlo?! Non ti riguardava>>serrò la mascella perfetta.
Lei si girò e lo guardò in quei due occhi ghiaccio, dentro di sé sapeva che lo avrebbe sempre amato, nonostante questo<<L'Hydra fa questo? Lo farà fare anche a me?>>
Avrebbe voluto dirle la verità, dirle di sì ma aveva un ordine, mentirle. Farle credere che lei non avrebbe mai fatto una cosa simile e la verità era anche che credeva che così sarebbero stati insieme per sempre<<Certo che no>>
Lei fece un sospiro di sollievo, nella sua mente gli crebbe, avrebbe ucciso solo i nemici<<Scusa, non farò più una cosa simile ma dovevo chiedertelo>>
Continuarono a guardarsi negli occhi e lui annuì, tanto che poi sorrise, ormai sorrideva spesso<<Tu non mi hai detto che cosa vedi>>
<<Le stelle>>disse tornando nella precedente posa<<Da bambina, alla baita, uscivo di nascosto per guardarle. Sono così lontane ma lo spazio, quello che c'è la fuori, mi affascina. Le stelle sono calore puro, fuoco celeste>>
Lui le strinse fra le sue braccia, conosceva la vera identità su suo padre, un alieno ma non poteva dirglielo. Le baciò i capelli<<Non mi serve guardare in su per vedere una cosa simile>>
Lei si voltò e lo guardò con un sorrisetto sexy, compiaciuto.
Lo spinse indietro con una mano, senza essere troppo brusca.
Bucky rise mentre la ragazza si alzava sulle ginocchia tra le sue gambe e si metteva a cavalcioni sopra di lui, l'unica cosa che egli riusciva a pensare era a quanto quei pantaloncini fossero aderenti. Il suo corpo era perfetto, non in generale ma per lui.
Le labbra di Josie aderirono alle sue, solo così, insieme, si sentivano vivi. Egli si alzò sulla schiena, tenendogli i fianchi fino ad abbassare le dita sul suo sedere e stringerlo con forza.
Tra di loro non era solo sesso, neanche se lo facevano da così poco tempo. Poi si staccarono da quel bacio, ella si fece spogliare senza nessun tipo di imbarazzo e poi toccò a lui perdere la parte superiore.
Gli occhi azzurri di lei vagarono affamati sul suo petto, mentre J si sfilava di colpo gli scarponi, essi caddero dal tetto e risero per questo, pensando di andare a prenderli dopo.
<<Perché non ti fai una stella su questo braccio? Sussurralo ad uno scienziato e fingi che sia stata una sua idea>>domandò indicando il metallo.<<Vorrà dire che ogni volta che la guarderai io sarò con te, sì, quando te ne andrai>>
Lui alzò la mano di vibranio sul suo viso, per farsi guardare<<Non ho bisogno di farlo, Josephine. Non ho intenzione di andarmene prima, abbiamo tempo e non lo sprecheremo>>
<<Siamo io e te, contro l'universo?>> chiese dolcemente, J si dimenticò di comportarsi come lo avevano addestrato. Per un secondo era solo Bucky e amava la sua ragazza.
<<Nessuno ci porterà via quello che abbiamo, te lo giuro>>
<<Bucky! Stai bene?>>
Steve aveva dovuto alzare la voce per risvegliare il suo migliore amico, il quale mise una mano nei capelli corti e sospirò affranto.<<Sì, scusa. A che punto siamo?>>
Sam rispose per Cap, il quale era visibilmente preoccupato per Buck<<Il bimbo è entrato con Stark, per adesso Banner e Rhodes non hanno notato niente di strano.>>
In effetti era così, Barnes tornò ad ascoltare la conversazione all'interno della sede e cercò di scacciare via brutta sensazione di quando aveva notato che sul braccio non vi era alcuna stella ormai.
Tony camminava nel salotto davanti ai due "amici", perché tra virgolette? Perché la verità, anche se recitava la sua parte davvero bene, era che era incazzato da morire con Bruce e Rhodey per aver tradito l'intera squadra, perché avevano paura di Josie. Pensava che almeno Rhodes avrebbe potuto dare a lui il beneficio del dubbio, erano amici da moltissimo tempo ma non aveva voluto saperne. Peter era davvero gentile e fece una bella impressione, sembrava un fan.
<<E' bello che tu sia qui, è quasi un anno che vieni sempre meno. Non ci hai invitati neanche al matrimonio o alla nascita di Morgan>>incrociò le braccia al petto il Colonello.
<<Non prendetevela, non abbiamo invitato nessuno. Ma c'era Happy, come sempre ed è stato carino ad avervi mandato qualche foto di mia figlia>>
<<Siamo felici per te, è solo strano come ti comporti>>alzò le spalle Banner, tirò via i suoi occhiali. Sam, sentendo questo imprecò.
<<Parli tu? Ora sei sia verde che dottore>>
Ecco la novità su Bruce, aveva fatto altri esperimenti su di sé e ora esisteva davvero Mister Verde. Era fisicamente Hulk ma aveva il controllo come Banner ed era vestito.
<<Mi sembrava strano che non avessi detto niente. Tu non c'eri quel giorno, Tony, in aeroporto. E' per questo che non capisci>>
<<No, proprio non c'ero. Ma almeno non dico stronzate come Ross sul pericolo Fiamma, la terrorista che se la spassa con il Soldato d'Inverno, ghiaccio e fuoco insieme ancora!>>
<<Loro stavano insieme davvero? Pensavo si fossero lasciati, no?>>chiese ad un tratto Peter, Barnes nascosto alzò gli occhi al cielo.
<<Non ci siamo lasciati, siamo stai separati>>puntualizzò Buck all'auricolare, Steve ridacchiò.
Tony ignorò l'ultimo commento<<Ne riparliamo dopo, ragazzo. Il punto è che sappiamo tutti che Peperoncino è fuori dalla Terra, è con suo padre, al sicuro ma Ross fa il coglione con questa propaganda di terrore>>
<<Non diciamo che siamo d'accordo con lui ma sappiamo tutti che era troppo pericolosa>>alzò un braccio Rhodey.<<Le vogliamo bene ma siamo gli Avengers>>
<<Quali Avengers?! Non esistono più, si sono sciolti e se credi che verrò con voi due in missione ve lo potete scordare.>>ribatté contrariato.<<Se le avreste voluto bene avreste visto che era a pezzi, non non meritava di essere presa da mira come un animale>>
<<Tony, sii gentile>>commentò Steve all'auricolare.
<<Ma non voglio parlare di questo!>>rise improvvisamente, Banner pensò fosse impazzito<<Sono qui per il mio pupillo, non per voi due.>>
<<A proposito, Signor Stark, devo proprio andare in bagno!>>disse con un sorriso il giovane.<<C'è un bagno vicino? Faccio in un secondo>>
<<Sì, infondo al corridoio>>annuì Bruce.
<<No, vai al piano di sotto. E' disabitato tanto, c'erano le stanze degli altri>>si affrettò a dire Stark<<Muovi le chiappe, abbiamo da fare>>
Rhodey guardò male il suo migliore amico e il ragazzo lasciò sul divano lo zaino rosso. Fece un sorriso emozionato, perché lo era davvero e corse verso le scale. Prima di attraversarlo si toccò l'auricolare <<Ci sono, Signor Wilson.>>
<<Non chiamarmi così, ragazzino>>rise Sam, poi toccò Redwing e lo fece partire. Dopodiché fermò le telecamere, così che non mostrassero altro. Sarebbe durato tutto tre minuti.<<Ora!>>
Peter, che si era tolto i vestiti nel mentre e messo la sua maschera corse verso le indicazioni avute dal Capitano. Potevano vederlo grazie alla telecamera della tuta Stark, il quale era su ancora a parlare. Parker arrivò davanti alla stanza di Pietro e fece piano per entrare, i muri erano grigi e niente era cambiato, era come se qualcuno dovesse tornare da un minuto all'altro, le lenzuola non erano neanche state cambiate. Si avvicinò al letto e vide un porta foto, c'era proprio Josie, rideva indossando solo una maglietta nera.
<<Ehy, non guardare certe cose>>tossì Bucky.<<Anzi, portamela...>>
<<Buck, direi che è meglio lasciarla lì. Peter, vai a prendere il diario>>fece una smorfia Steve, Sam ridacchiò.
Parker riappoggiò la foto<<Scusate, ho trovato strano che QuickSilever avesse una foto di Fiamma in camera sua>>
Nessuno risposte anche se Tony, sentendo ciò avrebbe amato fare un certo commentino ma si fermò per non farsi beccare. Entrò nella cabina armadio e usò la maschera per vedere oltre le pareti, trovò lo scompartimento segreto e in fretta lo aprì, trovò il quaderno di cuoio. Poi corse alla finestra dopo aver sistemato, l'aprì e apparve come magia Redwing.
Wilson sembrò un bambino divertito<<Va bene, ora appoggialo sopra il piano e ringrazia Redwing>>
<<Non lo fare, è una macchina>>scosse il capo Bucky.
<<Ragazzi! Basta, manca un minuto>>disse Rogers sollevando le sopracciglia, come dargli torto? Quei due erano come cane e gatto.
Peter riuscì a fare come detto, tirò un urletto di pura felicità ma si sentiva un po' in colpa per aver fregato due Avengers, dentro di sé si sentiva come se ora fosse comunque uno di loro. A Josie sarebbe piaciuto, pensò Stark. Poi il ragazzo corse velocemente nel corridoio e le telecamere ripresero a funzionare, ce l'avevano fatta. Si rimise i vestiti e nascose la maschera, era stato un vero successo.
Quando il diario arrivò Bucky lo prese al volo e sorrise, comunicò ai due la ritirata. Peter arrivò nel salone in quel momento e finse di prendere il telefono <<Sì, zia! Arrivo subito, non ti preoccupare! Sono con dei tipi forti, va bene, mi preparo e torno a casa!>>
Stark soffocò una risata<<Tua zia vuole già far finire la festa?>>
<<Proprio così, Signor Stark! Mi dispiace tanto ma lei non sa delle mie abilità>>alzò le spalle prendendo lo zaino.
<<Allora ti riporto a casa! E' stato quasi delizioso vedervi, ragazzi>>mentì guardando i due, che ancora si sentivano straniti dall'intera situazione<<A proposito, Banner, dovrebbero arrivare altri dolcetti al cioccolato, sai, quelli che ti fanno diventare pazzerello, non mangiarli>>
Parker ovviamente non capì la battuta ma Bruce sì, finse di ridere mentre si voltavano per andarsene. Intanto Steve prese il telefono, era il momento di chiamare le sorelle e vedere a che punto fossero della missione.
<<Nat, noi ce l'abbiamo fatta. Voi avete preso Fury?>>
Dall'altra parte del campo si sentì un frastuono<<Maledizione, Rogers, stavo bene a Malibù>>
La voce di Fury era nitida quanto nervosa, a quanto pare si era reso irraggiungibile ma il piano di Barnes aveva funzionato alla grande. Ora avevano due cose importanti, dentro di sé Buck si disse che Pietro doveva essere davvero lento nelle cose che contano, si sentì decisamente meglio.
<<Non è molto contento, tesoro>>rise con furbizia Romanoff<<Avete un piano ora?>>
<<Scoprire come hanno trovato la Runa e dove sono gli alieni che lo sanno>>sorrise Bucky, aveva decisamente molta speranza.
Ora parliamo di qualcosa di molto diverso, di qualcuno di cui non parlavo da svariato tempo, qualcuno che sa qualcosa sul rubare e anche sull'avere un fratello.
Thor e Loki non erano affatto contenti di trovarsi insieme e gli ultimi mesi per loro erano stati molto più che orribili, non hanno ancora trovato una parola per descriverli. Ma ci arriverò dopo, prima devo dire per forza dove si trovavano.
Loki vestiva con un completo nero e camminava frettolosamente dietro il fratello biondo, odiava dovergli correre dietro come un folle ma questa volta un po' si sentiva in colpa. Dopo le loro avventure e la sua finta dipartita aveva preso il posto del Re, aveva finto cambiando aspetto e aveva spedito Odino sulla Terra per un intero anno. Thor stava cercando per avere delle risposte a delle nuove domande, doveva sapere di più sul Cerchio Interrotto che veniva dipinto in tutto l'universo.
<<Hai perso nostro padre! Ma come si fa a perdere il Padre degli Dei?!>>sbraitò Thor.
<<Non è colpa mia se hanno demolito quel posto, sarà da qualche parte a bere>>sbuffò.
Il biondo spalancò gli occhi e fece retro front, a questo Loki indietreggiò spaventato come un bambino<<Siamo davanti al Ragnarok e tu mi dici una cosa simile?! Nostro padre è l'unico che sa la vera Leggenda del Cerchio Interrotto, se negli ultimi due mesi non fossimo stati rinchiusi in quel maledetto mondo prigione ora avremmo sistemato tutto>>
<<Perché dai sempre a me la colpa? Non sai neanche se la tua mortale è colei che scatenerà il Ragnarok!>>
Improvvisamente sotto i piedi di Loki apparve un portale arancio, Thor inclinò la testa e il fratello venne risucchiato. Poi, prima che esso si chiudesse si lanciò con il suo ombrello.
Entrambi gli asgardiani finirono su un pavimento di marmo freddo, fu una brutta caduta ma non si lamentarono. Alzarono il viso e apparve qualcun altro, Loki sbuffò <<Che cosa vuole questo mortale buffone?>>
Essi si alzarono in piedi e guardarono lo sconosciuto vestito di blu, aveva un lungo mantello rosso e uno strano contenitore al collo. Thor si guardò in giro, sembrava accogliente ma non c'era mai stato. <<Thor, figlio di Odino, Dio del tuono e Loki, Dio degli Inganni>>
Ad un tratto lo scenario cambiò, tutti e tre si trovarono al piano superiore e Loki ammise a sé stesso che non era un buffone ma lo odiò comunque <<Da quando la Terra ha degli Stregoni?>>
<<Il termine corretto sarebbe Maestro delle Arti Mistiche>>
<<Va bene, Stregone. Chi sei e perché dovrebbe interessarci?>>domandò Thor mettendo il suo ombrello, che in realtà era il suo martello, nel portaombrelli.
<<Sono il Dottor Stephen Strange e ho delle domande da farvi>>commentò<<Sedetevi>>
Per la seconda volta tutto cambiò e si trovarono tutti seduti, Loki incrociò le gambe. Di fianco a Thor vi era persino una caraffa di birra, che onestamente apprezzò.<<Che cosa vuoi?>>
<<Dove sei stato negli ultimi dieci mesi? Sei stato convocato ma non hai risposto, quindi perché torni qui ora, con tuo fratello?>>
I due fratelli si guardarono confusi<<Non sono passati dieci mesi, solo due>>
<<Maledizione, lo sapevo che a Sakaar il tempo passa più lentamente, te lo avevo detto!>>ribatté Loki alzando gli occhi al cielo<<Asgard è senza un Re da dieci mesi per colpa tua!>>
Thor lasciò la birra sul tavolino<<Zitto, Loki! Non ho ricevuto un vostro segnale. Quando sono partito volevo risposte per una mia compagna di squadra ed amica, voi terrestri la chiamate Fiamma. Josie era scomparsa e si parlava di Frassino Immenso. Sono tornato ad Asgard ma nostro padre, Odino, era stato mandato qui da Loki. Abbiamo lottato per divergenze familiari e durante il trasporto di Heimdall siamo finiti su Sakaar, un mondo prigione per gladiatori e divertimento. Non potevamo fuggire poiché eravamo prigionieri e quel mondo è circondato da decine di Wormhole. Siamo riusciti a fuggire solo due giorni fa con una fedele compagna che ci sta aspettando, fine della storia>>
<<Hai avuto quelle risposte?>>
<<Sì ma ne sono arrivate nuove di domande, quindi. Ora faccio io le domande, Stregone. Cos'è successo? Lei sta bene? I miei amici stanno bene?>>
Stephen non rispose e Loki comprese una seconda verità<<Gli Avengers hanno avuto dei piccoli problemi con il Cerchio Interrotto?>>
<<Mi dispiace dirtelo, Thor. Ma tuo fratello ha ragione, non esistono più gli Avengers, sono stati sciolti e Fiamma è fuggita da questo pianeta con il padre biologico, un alieno. Cos'è un Cerchio Interrotto?>>
Egli rise tirando indietro i capelli biondi<<Nah, questo è impossibile>>
<<Facciamo così, io ti do le tue risposte e tu mi dici che cosa hai scoperto su Fiamma. Tutto>>
<<Per tutti gli Dei>>spalancò le labbra Loki, era serio e anche Thor lo divenne. Si sentì preoccupato e amareggiato<<La leggenda è vera, lei è viva e ci porterà al Ragnarok>>
ANGOLO AUTRICE
Eccoci, siete contenti di rivedere un po' d'azione e di personaggi come Thor e Loki? Adoro Loki e volevo inserirlo al momento giusto, così come Peter.
Cosa ne pensate del ricordo di Josie e Bucky? Romantico o comunque pensate ancora a Pietro?
Commentate, votate e condividete la mia storia con altri. Per altre anticipazioni seguite la mia pagina instagram THE STORIES OF HOPE.
Un bacio, peperoncini!
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