Capitolo 52
Che cos'è l'armonia? Insomma se cerchi il significato troverai mille spiegazioni in base ad un contesto ma in effetti tutti vogliono dire la stessa cosa, cioè qualcosa che funziona bene solo se insieme.
Armonia vuol dire andare d'accordo, completarsi, avere un equilibrio e creare qualcosa in simbiosi.
Beh, dei comuni mortali penserebbero subito al mito delle anime gemelle, un concetto terreste fin troppo fiducioso, ossia che ognuno ha una persona destinata a lei, una su milioni e che arriva una sola volta nella vita.
Ho sempre pensato che ci avrei creduto solo quando mi sarei innamorata, sperimentare è il miglior modo per realizzare i propri concetti.
Jo non ricordava di aver mai sentito parlare di armonia, a malapena di equilibrio. Quando usava i suoi poteri non sentiva sempre di fare la cosa giusta ma provava qualcosa di indecifrabile, di reale e quando era nell'Hydra era meglio di non provare alcunché.
Aveva salvato un'intera razza, doveva essere su di giri, doveva sentirsi come se avesse fatto qualcosa di buono ma ormai le cose erano cambiate troppo.
Anche se fai una cosa giusta non vuol dire che cancelli tutte quelle brutte; continuava a ripensare che per salvare delle vite aveva dovuto spezzarne delle altre.
Una volta si sarebbe giustificata, ci avrebbe dormito su ma all'epoca era un Avengers, ora era una kree.
Nelle tante settimane che passarono suo padre le ripeté quanto fosse fiero e comprendeva perché non volesse mostrarsi in pubblico, la nazione si stava ricostruendo e la gente parlava sempre di Jo, non come un mostro ma neanche come il Messia. Aveva sperato di ricominciare su Hala, però aveva rovinato tutto, ora non sarebbe stata più una persona comune.
Il Consiglio dei Kree si era riunito dopo la battaglia, correva voce che volessero rinchiuderla o venerarla ma la Suprema Intelligenza ci mise poco a chiarire le cose, cioè che Jo era una di loro e non doveva essere sfiorata.
Ma era questo che la ragazza voleva?
Essere intoccabile?
Quella notte si era allenata nella palestra, alcune cose erano rimaste illese, da sola. Aveva urlato e tirato pugni fino a farsi sanguinare le mani, però si arrabbiava quando guariva subito, pochi secondi dopo. Essere sopravvissuta a cinque mesi di depressione non è da tutti, non era riuscita ancora a superarlo a dire il vero, la strada era ancora lunga e tortuosa.
Dopo l'allenamento si era vestita e lavata, aveva un appuntamento alle cinque del mattino nel palazzo dell'SI.
Era un orario perfetto, c'era poca gente e preferiva così ; il Consiglio le aveva detto che dovevano essere sicuri che la sua mente fosse equilibrata, cioè fare delle sedute con la Suprema Intelligenza.
Se era felice? Per niente, non le piaceva ma lo faceva per non dare problemi a suo padre ed era meglio di dormire, i suoi incubi erano tornati ma erano diversi, non erano ricordi, era il suo potere che la chiamava.
Salì le scalinata mentre le guardie a fissavano, tutti sapevano chi era. Ella indossava dei pantaloni a vita alta e una maglia bianca del padre, non aveva mai freddo. Teneva i capelli rossi sparsi ed arrivò nella stanza del collegamento.
Entrò nella forma e i fili si attaccarono alla sua pelle, era una sensazione da brividi.
Quando Jo-Rogg riaprì gli occhi non vi era il paesaggio che ricordava, nessun tipo di cascata dal cielo o colori pastello a specchio, niente pace. Era davanti ad una grande casa, la tipica americana ma il vialetto non aveva la solita parte di prato perfetto, c'erano piante alte a creare dei muretti, c'era qualcosa di confortante e tropicale, le piacque. C'era anche un altro sentiero, ma portava ad un garage ampio, quasi una dependance.
Toccò il legno della porta e l'aprì con la mente, l'intero era caloroso e dava subito sfondo ad una scala, a sinistra c'era un bel salotto mentre a destro una sala di pranza preceduta da una cucina.
<<Ti piace?>>
La Suprema Intelligenza apparve seduta sotto il bancone della cucina a penisola, indossava un abito aderente nero e dei tacchi, i capelli platino erano lisci sulle spalle, era incredibile che potesse vedere il suo reale aspetto.<<Dov'è il paesaggio inquietante da strizza cervelli?>>
<<Josie Helion Molov è tornata con il suo sarcasmo, ti basta pensare di essere sulla Terra>>
<<Primo: Noi non siamo su C-53, secondo : Quello non è più il mio nome>>
Ella sbuffò<<Volevo farti un piacere, guastafeste>>
Jo si era accorta del cambiamento dell'S.I, improvvisamente si comportava come qualcuno e non una cosa, diciamo così. Cercava di sembrare umana, voleva catturare la fiducia della ragazza ma quel treno era già passato.<<Farmi fare queste sedute non mi pare un buon ringraziamento per avervi salvato il culo>>
<<Deve essere stato orribile per te, sì, rivedere tutta quella morte d'innocenti. Volevi uscirne e invece ci sei dentro ancora di più. Hai scatenato i tuoi poteri come ti avevo detto.>>
<<Possiamo saltare la parte in cui io dico che cosa non va, che faccio incubi e tu mi dai la cura? Non mi sono mai drogata, almeno non spontaneamente, ma se vuoi..>>
L'altra sospirò<<Nah, niente salti, facciamo le cose bene. La tua depressione non è del tutto sparita, non l'hai davvero affrontata solo perché ti sei alzata dal letto. Tuo padre? E' spaventato, non da te, per te>>
Ella avanzò e sollevò le spalle, pronta a cambiare argomento<<Quindi facciamo alla Freud? Mi devo sdraiare e lamentarmi dell'universo?>>
Il sarcasmo era semplicemente una difesa, entrambe lo sapevano<<Sei di cattivo umore, lo comprendo ma assecondami. Ne sarai compiaciuta>>
Jo andò vicino a lei e si sedette, apparvero due shottini di vodka ghiacciati ma ovviamente non erano da bere. Non si può fare una cosa simile in quella dimensione astrale. <<Che vuol dire?>>
<<Che cosa vedi?>>
Incrociò le braccia<<Immagino in modo metaforico, beh, l'Unione Sovietica. >>
<<Vai più infondo, siamo nella tua testa. Cosa ti ricorda?>>
<<La Stanza Rossa e l'Hydra. Dopo aver perso la memoria l'unica consolazione era uccidere, perché provavo qualcosa, ma quando bevevo mi sentivo in famiglia. Non ricordavo ma almeno mi dimenticavo che cosa volessi ricordare>>
Essa annuì, fiera della sua alunna<<Allora usiamola. Usa la Vodka come appiglio, lascia che ti faccia dimenticare>>
<<Perché?>>
<<La vodka non ti piace perché credevi di essere russa, ti piace perché il sapore arriva dopo, è come una fiammata fredda e tu vuoi il ghiaccio. Come Bucky, non chiamiamolo J>>
<<Lascia lui fuori da questo argomento>>si irrigidì, avrebbe ucciso per avere davvero della vodka. Cercò di tenere lontano lui dalla sua mente, così che l'altra non avesse scoperto altro.
<<E' comprensibile, nessuno è mai riuscito a comprenderti ma lascia che lo faccia io>>
<<Tu? Tu non puoi minimamente capirmi>>rispose guardando il liquido.
<<Non hai fede, i kree ne hanno da vendere.>>
La ragazza pensò che si sarebbe pentita ma ormai, dopo quello che aveva fatto, non c'era più un segreto da proteggere. Perciò accettò<<Fede? Credere non è mai stato un mio forte.>>
L'altra alzò le sopracciglia chiare<<Lo so ma provaci, questo ti rende una guerriera. Visualizza la vodka e permettimi di entrare, di mostrarti come sarebbe andata>>
Una cosa che persino la nuova Jo non poteva nascondere era che era curiosa, così come la vecchia Josephine. Bucky aveva cercato di reprimere quella curiosità ma aveva fallito, annuì come suo padre di concepimento le aveva insegnato, ubbidendo.
Sentì uno strano rumore nella propria mente, poi il silenzio fino ad uno scricchiolio.
Jo si voltò di scatto e vide una se stessa, intorno apparve un luogo che abbiamo già visto. Non erano più esattamente in quella casa.
Erano alla base Avengers, in salotto e la vecchia Fiamma era sola sul divano. Indossava dei jeans aderenti e una maglia grigia larga, con un nodo sotto il seno e la spalla nuda.
Improvvisamente si sentì un tonfo e dei vetri esplosero, Josie si lanciò giù e attivò i propri occhi rossi.
Erano ancora rossi, come un anno prima.
Fece comparire del fuoco sulle sue mani e si preparò a combattere.
Uscì dalla copertura quando sentì dei passi schiacciare i vetri, ma nello stesso momento in cui i suoi occhi si posarono sulla figura, davanti al cielo nero, il fuoco si spense.
<<Josephine>>
Solo una persona la chiamava così e con quel tono. Bucky, o secondo lei J, era in piedi. I capelli lunghi ancora presenti ma nessuna maschera, indossava abiti comuni eppure era amato e il braccio di vibranio era in bella vista.
<<J?>>la voce le tremò.
<<Josie!>>
Improvvisamente arrivò dal nulla lo scudo di Captain America ma Bucky lo prese in tempo, Steve comparve dopo e quando lo riconobbe si paralizzò.
Non era solo, arrivò Nat e Yelena, Sam, Tony e Wanda. Pietro giunse alla spalle del presunto nemico e lo spinse fuori dal vetro con la sua velocità.
<<No!>>urlò Molov.
La ragazza corse fuori, sotto gli sguardi increduli dei suoi amici. Rogers era come sotto shock, lo notò Jo-Rogg, vederli dopo tanti mesi le fece male.
L'altra sé, quella giovane, si buttò al suo fianco e mise una mano sul suo petto.
<<Che stai facendo?!>>domandò Wanda.
<<Sono qui>>sussurrò lei con voce rotta<<Sei tornato da me>>
J si mise seduto e la guardò negli occhi<<Te lo avevo promesso, no?>>
<<Voi due vi conoscete?>>avanzò Steve.<<Tu sai chi sono?>>
Barnes sospirò ma rimase a terra<<Ho letto di te in un museo, sei Steve. Ho ricuperato la mia memoria più recente ma non la più vecchia>>
<<Non capisco>>scosse la testa Josie.<<Pensavo fossi morto>>
<<Sono fuggito>>
Josie si alzò di scatto scuotendo il capo, gli occhi lucidi e tutti notarono come si guardavano.
Jo si avvicinò alla scena tenendosi lo stomaco.<<Questo non è accaduto ma sembra reale>>
<<Lo è>
<<No, vorrebbe dire che è una dimensione parallela!>>
La bionda fece un ghigno, non sapeva sorridere<<Sei sveglia, sì, posso vedere tra le altre dimensioni ma non raggiungerle. Il Multiverso è infinito. In questa dimensione il tuo Bucky ti trova>>
<<Mia madre è morta in quella che stiamo vedendo?>>domandò esitante.
<<No, ha tradito tuo padre e vi ha abbandonato. A quanto pare la sua natura non cambia tra le dimensioni.>>
"Meglio traditrice che morta a causa mia" pensò e continuò a guardare.<<Mi hai abbandonata>>
<<No, non avevo ricordi di te a Washington. Ma appena ho ricordato ti ho vista al notiziario..>>
<<Eccoti qui>>finì Tony la frase per lui.
Pietro e lei non stavano insieme<<Questo vorrebbe dire che lui è il famoso mentore e anche Bucky Barnes?>>
<<Josephine, mi dispiace tanto per averti lasciati sola e per..>>
<<Sei qui ora>>realizzò alzando il viso<<Sei venuto a prendermi>>
Questa poteva essere considerata una tortura psicologica per lei, non avrebbe mai smesso di odiarsi per quello che aveva fatto alla madre e perché si sentiva in colpa di non sentirsi in colpa a provare dei sentimenti. Perché il modo in cui, in quella dimensione, stava perdonano Bucky la terrorizzava.
Almeno quando lavorava per l'Hydra non si sentiva così, anzi, non sentiva niente.
<<In questa dimensione finiamo insieme?>>
<<Non solo in questa>>
<<In altre?>>
La bionda, che usava tutto questo per studiare di più Josie si sentì compiaciuta<<Guarda te stessa>>
Ora il luogo scomparì e al suo posto apparve un corridoio, la sua sé fissava la porta dell'appartamento. Sembrava tormenta.
Vestiva di nero e aveva i capelli lisci, era in difficoltà, agitata ed era armata.
Bussò tre volte e sentì dei passi sul legno, qualcuno stava aspettando dall'altra parte.
Alla fine appoggiò una mano e trattenne il fiato. Rilasciò calore e il legno dall'altra parte si mostrò nello stesso modo, bruciacchiato.
La porta si aprì di scatto ed eccolo.
Josie pensò che non potesse essere vero, era lì, lo aveva trovato.
<<Josephine, sei tu?>>
Per quanto fosse felice di vederlo vivo si ritrovò ad essere anche arrabbiata. Lui l'aveva abbandonata agli Avengers, all'Hydra e sapeva anche che il suo vero nome era Bucky Barnes.
Lo colpì con un calcio facendolo indietreggiare, ne fu sorpreso ed indietreggiò.
Josie iniziò a colpirlo ma lui non attaccò, cercò solo di non essere preso. Poi riuscì a sopraffarla prendendole un braccio e girandola, ella aveva la schiena aderita al suo petto. Non poteva liberarsi da quella stretta o, forse, non voleva.
<<Lasciami!>>
<<Va tutto bene>>le sussurrò.
<<No! Tu mi hai lasciata!>>
Per la rabbia iniziò a perdere il controllo e finì per piangere. Persino lui non si aspettava tanto dolore, caddero insieme e Bucky continuò a stringerla sul suo corpo, gli era mancata. Tutto di lei gli era mancato, il suo profumo, la sua forza, il suo sorriso, i suoi capelli, tutto .
<<Non avevo scelta e poi ti ho vista con gli Avengers, sapevo che saresti stata meglio!>>
<<Eri tu il mio meglio!>>
Lui alzò una mano e le accarezzò i capelli, si stava calmando ma era esausta, sfinita dopo tutti questi anni da sola. Sentì il suo profumo unico, avrebbe voluto farla sua in quel momento, avrebbe voluto che i loro corpi fossero uniti senza alcuno strato, avrebbe voluto baciare ogni angolo del suo corpo e sentirla sussultare ed urlare.
<<Mi dispiace, hai ragione. Dovevo venire da te>>
<<Mi hai mentito, mi hai manipolata..>>
<<Era l'unico modo che conoscevo per proteggerti>>
Jo si avvicinò ai due, sapeva che Bucky aveva ragione, all'epoca faceva ciò che conosceva <<Lo sto perdonando?>>
<<Lo fai sempre, ci sono delle realtà dove non accade ma per altre ragioni>>
<<Non è da me, sì, insomma, l'amore e quelle stronzate. Che versione è di me?>>
<<Una più sincera con se stessa >>
Mise le mani sulla fronte<<Tutto questo non ha senso>>
<<Jo...Hai vissuto un intenso trauma dopo aver scoperto di Ivan, qualcosa di estremamente orribile e vile ma non è colpa tua. Non lo è di nessuno, se non di chi ha scelto di farlo, perché quella decisione, seppur terribile, ti ha portato a vivere. Quella è stata la bomba, la goccia che ha fatto straboccare il vaso, eri stanca e sei scoppiata. Ma ora puoi scegliere, scegliere di sprecare una vita che non volevi o al contrario, decidere di vivere e usare questa opportunità per fare del bene.>>
<<Non voglio parlare di Ivan>>disse fredda.
<<Ammesso ma non concesso.>>
<<Lui è morto adesso, così come tutti tutti altri>>scosse il capo alzando le spalle<<Quindi..>>
<<Quindi non sono più traumi?>>la fermò e Jo si morse le labbra<<Lo sono. Rivedere Strucker, Rumlow, Adelaida e tutti questi posti sono stati una catena di colpi, di traumi profondi. Ti hanno ricordato ciò che hai vissuto, quello che ti hanno fatto e che hai fatto. Non hai mai potuto soffrire ed è normale ciò che è accaduto>>
<<Questo è il tuo modo di giustificare il fatto che li ho uccisi? Ho lasciato una fottuta scia di sangue e ho minacciato le mie sorelle, le persone che amavo>>
<<Non ti giustifico. Credi di non aver mai avuto una scelta ed è così, non ti è mai stato chiesto di scegliere ma potevi fermarti o potevi andare avanti con la tua vita ma non lo hai fatto, volevi il loro sangue e di quelli che ti avrebbero fermato>>spiegò<<Credo che tu abbia solo scelto di non provare niente perché alla fine tutte le volte ne sei uscita senza niente. Senza famiglia, senza sorelle, senza Pietro o Bucky>>mormorò lentamente, fu una frase tagliente come una lama.
<<Forse non avrei dovuto volere una famiglia>>
<<Ti stai incolpando ancora, Jo. Per questo fai fatica a dire a tuo padre quanto lui conti per te, non vuoi che sia temporaneo come lo sono stati gli Avengers>>
<<Dimmi una cosa che è per sempre>>
<<Non devo dirtela io, devi dirlo tu. Credi che ti sentirai così per sempre?>>
<<Riguardo a quale delle mille cose?>>
S.I. abbassò la voce<<Voglio che tu dica almeno una frase per farmi capire come ti sei sentita quando Strucker ti ha detto tutto>>
Ella continuò a fissare il bancone, assecondando quella strana terapia<<Io...mi sono sentita, non lo so, violata. Indegna, sporca>>
L'altra annuì, come una psicologa<<E come ti sei sentita quando hai visto tua madre?>>
Jo sbuffò e si spostò<<Non lo so>>
<<Lo sai>>
<<Basta! Non voglio parlare di lei o di quello che è successo in aeroporto!>>alzò la voce.
<<Ma devi!>>
<<Perché?!>>gridò aprendo le braccia.
<<Perché devi dirlo ad alta voce, non immagini quanto questo ti aiuterà!>>
La ragazza guardò Bucky, si calmò tanto da respirare piano<<È una cosa che non so spiegare, lei era lì, davanti a me. Non sembrava cambiata per niente, neanche il suo sguardo, il suo disappunto, il suo odio ed io? Io ero cambiata e poi sono tornata di nuovo quella bambina di otto anni, la debole dolce Phine>>
<<Ti sei sentita abbandonata>>Comprese<<Anche se lei era lì con te, eri più sola che mai nonostante fossero tutti li>>
Jo cercò di non piangere, annuì soltanto ma stava male. Guardò in aria quasi vergognandosi di avere un cuore<<Aveva ragione su di me>>
<<No, certo che no. Lei non è stata una madre>>scosse il capo dolcemente<<Quella percezione ti ha fatta esplodere, non solo le sue parole. Il tuo inconscio ha cercato di oscurare il ricordo di quando lei ti ha dato a Ivan ma era lì, lo aveva quindi ignorato, non ci hai più pensato. Il tuo corpo però, dall'altro canto, ha fatto l'opposto, ricordava quel momento. In quell'aeroporto ti sei sentita nello stesso identico modo di quando eri bambina, ti sei sentita di nuovo sola, come se ti stesse lasciando di nuovo>>
Aveva ragione, completamente.
Il corpo ricorda più della mente, purtroppo.
Ella si pulì le lacrime vaganti e cercò di cambiare argomento indicando Bucky<<Perché qui è stato facile perdonarlo? Non ha fatto le stesse cose?>>
<<Le ha fatto, magari in modi differenti ma quello che vi lega, nelle altre dimensione, è più forte di quello che vi separa>>
<<Che cosa succederà ora?>>
<<Non lo so>>rispose Bucky.<<Hai detto che mi avresti aspettato.. >>
Josie si spostò da quella stretta, il suo petto andava ancora a fuoco per quel contatto.<<Ci ho provato>>
A questo fu Bucky a spostarsi, si morse la lingua per la rabbia, la gelosia<<Che cosa vuol dire?>>
<<Stavo con Pietro?>>chiese alla S.I, non ne sarebbe stata dispiaciuta.
<<No, non con Pietro>>
<<È stato Steve a mostrarmi una tua foto, ho collegato le cose e abbiamo litigato. Ero sotto-shock, ho iniziato a cercarti. Ti ricordi di lui?>>
Bucky si alzò dal pavimento ed ella lo imitò piano, pulendosi il viso<<Poco, eravamo amici ma..non capisco. Tu stai con lui?>>
<<Pensavo fossi morto ma lui ha detto che sei il Soldato d'Inverno>>
<<Rispondimi cazzo!>>
Josie abbassò il viso, non se ne vergognava davvero<<Lui mi ama davvero, J>>
Questa fu come un'accoltellata per lui, il suo migliore amico era innamorato della donna che amava. Era irreale, era doloroso.<<Non sono mai stata con Pietro ma con Steve?>>
<<Pietro è morto, Jo. Durante la battaglia di Ultron ha salvato Barton>>
La ragazza si voltò a guardarla e scosse il capo, sapeva che non aveva conosciuto quella versione di Pietro ma non volesse dire che non amasse quella che conosceva. Le mancò il respiro, pensò a Wanda e pensò a che mondo freddo fosse quello senza di lui.
<<E tu? Lo ami come amavi me?>>sussurrò Bucky.
<<In questa dimensione Bucky non ti ha mai proibito di dire quelle parole>>le spiego S.I.<<Vi siete detti di amarvi poco prima che fosse portato via dalla Stanza Rossa>>
<<Non amerò mai nessuno come amo te>>
Per quanto ella volesse guardarli si girò e si appoggiò al bancone, cercò aria. Non era tanto stupita che quella versione stesse con Steve, si era trovata affascinata da lui molte volte, anche durante la situazione di Ultron. Non era così strano.
<<Lui ti manca, non è vero? Bucky>>
<<Non è mai stato mio>>
<<Bugia, perché mi menti? Io ti ho detto che cosa sei e mi ringrazi così?>>borbottò<<O forse neghi la verità a te stessa?>>
<<Non c'è niente da negare, mi ha tradita, drogata e tramortita. Mi ha trasformata in una stronza assetata di sangue>>
<<Sono nelle tua testa, non dimenticarlo. Tu non lo odi affatto, non ci riesci perché per tutta la tua vita è stato l'unica cosa buona, vero? Le tue sorelle non sapevano cos'eri ma lui sì, e ti amava. Lo fa ancora come una volta>>
<<Amarmi? L'amore è un illusione! Me lo ha detto proprio lui!>> esclamò ferita.<<A che cosa mi ha portato l'amore?>>
<<Il bacio, quello a Berlino.>>disse scavando nella sua mente<<Perché gli hai permesso di farlo? Se stavi con Pietro e lo amavi come hai etto, se volevi lui perché farlo?>>
<<Questo che, Cristo Santo, c'entra?>>
<<Si dice che non ci si innamora di una seconda persone se si amava la prima ma tu, anche quando ricordavi J, eri certa fosse morto. Perché hai detto ai tuoi amici che era scomparso invece? Perché hai mentito?>>
<<Ma che cazzo vuoi da me?! Si può sapere?!>>
<<Rispondi, Jo!>>urlò.
<<Dovevano pensare che stessi andando avanti senza di lui, va bene?! Dovevano credere alla mia bugia, tutti loro! Le mie sorelle dovevano essere felici, non pensare che io fossi un problema!>>ammise con una mano sul cuore, quanta verità.
<<Sei andata avanti con Pietro perché l'amore della tua vita lo credevi morto. Chi è ora la bugiarda? Perché mai Bucky ti avrebbe lasciata sennò o avrebbe lasciato l'Hydra? No, tu sapevi che J ti amava e che non ti voleva lasciare. Era la tua stella, la tua casa ed è per questo che sei arrabbiata con lui. Perché non ti ha cercata e lo credevi diverso>>
Sbuffò furiosa<<Se stai dicendo che ho usato Pietro come ripiego ti stai sbagliando di grosso, è una stronzata enorme. Era reale da parte mia>>
<<Non l'ho detto io, lo hai fatto tu>>inclinò la testa compiaciuta. Cambiò strategia<<Hai la minima idea di quanto tuo padre ti ami? Quello ti sembra irreale, senza di lui non avresti alcuna armonia>>
<<Cosa?>>
<<L'armonia, è il motivo per cui sei qui. Senza armonia non controlli i tuoi poteri e se non li controlli ti risucchieranno. Tu non hai scelto il fuoco, è quella fiamma che ha scelto te. Le tue emozioni rendono i tuoi poteri instabili, ma li rendono anche incredibilmente potenti. Quindi devi solo scegliere chi essere, qui, ora>>
<<Non posso più scegliere chi essere, ho rovinato tutto e una parte di me ne è felice, perché non avrei saputo come fare. Non ho mai preso davvero delle decisioni e questo quindi non mi ha formata. Non ho formato il mio essere, lo hanno fatto gli altri. >> ammise, era sorpresa delle sue stesse parole.
S.I annuì e le passò dietro<<Questa Jo che ho davanti a me, credi sia totalmente umana perché prova emozioni. Ho spesso detto che le emozioni sono una distrazione ma puoi usarle, puoi canalizzarle in un obiettivo. Non è il dovere a darti il potere, sei tu, così per come sei. Devi lasciare che l'armonia ti penetri>>
<<Non so come fare, per chi mi prendi? Un jedi?>>
<<Smettila di mentire, è più facile ma non per questo è la cosa giusta. Devi affidarti alla verità, perché ti darà più potere su te stessa, la verità potrebbe farti male ma almeno, come è giusto, ti formerà. Accetta cosa ti è capitato, accetta che tua madre era un mostro, accetta che sei stata concepita da un atto di male assoluto, ammetti che sei sempre stata sola, che sei stata tradita, usata, ferita e creata come strumento. Ma facendo tutto questo ammetti anche che il tuo potere non è il male, non rappresenti il Diavolo ma la punizione per la mancanza di armonia. Devi solo accettare il tuo compito e sarai in grado di fare cose straordinarie>>
Jo tornò a guardare la sua sé camminare piano verso Bucky, toccargli il viso. Vedendo ciò si sentì sconfitta, sconfitta dalla vita. L'agente Molov le avrebbe detto che era ridicola, una debole nel pensarlo.<<Sai.. Ho amato due uomini e può essere una fortuna piuttosto che non aver mai amato nessuno, per un po' ho creduto che questo mi rendesse debole. Dopotutto entrambi mi avevano mentito, mi avevano ferita dopo che io mi ero donata a loro. Ma quando stavo con loro almeno sentivo qualcosa. Il primo mi ha insegnato ad amare, a mio rischio e pericolo, ma il secondo l'ho amato come si fa quando sai che non devi sprecare un secondo. Ma l'ho fatto, ho sprecato il nostro tempo. J era diventata la mia ragione di vita e Pietro l'unica cosa che mi faceva sopportare il fatto di essere viva. Però era sbagliato, il mio modo di amarli così incondizionato>>
<<Perché?>>domandò stranita, l'Intelligenza Suprema non sapeva cosa fosse l'amore e ne era incuriosita, per modo di dire.
<<Perché ho speso tutta la mia vita ad odiarmi, li ho resi immortali nella mia mente. Ho fatto la stessa cosa con le mie sorelle, le ho messe al primo posto. Se devo vivere non dovrei farlo per qualcun altro>>disse, l'altra alzò il mento fiera, stava funzionando.
Stava rendendo Josephine quello che voleva che fosse.
<<Molto bene. Il tuo potere non è mai stato il fuoco, è una metafora. Basta una scintilla per far accendere il fuoco e tu sei quello, sei qualcosa ha bisogno di aiuto per aprirsi, perché c'è molto di più. Ora voglio che ti concentri su questa scena e amplifica i tuoi sensi, come hai fatto durante la battaglia ma non per distruggere, per vedere. Entra nell'altra dimensione, controlla quel mondo>>
<<No, non voglio ucciderli>>
<<Sarebbe tanto male fidarti?>>le passò indietro ancora, era forte il suo condizionamento ma era ancora più forte la giovane donna.
La ragazza tirò indietro i capelli<< Lo sarebbe per gli altri>>
Jo sentì le dita della donna sulla propria spalla, erano fredde<<Armonia, ricordi? Affronta la vita non con determinazione ma con fede. Non fede negli altri, neanche in te stessa per come ti vedi, ma in quello per cui sei nata>>
Josie chiuse gli occhi, respirò a fondo e sentì una sensazione nascerle nel petto, come una fiammata potente ed ineluttabile. Quando li riaprì essi erano del colore dell'inferno, le crepe dorate erano giunte e i capelli fluttuavano delicatamente. Alzò le mani dai fianchi e le girò, sentì come un fruscio e la sua mente mostrò un'energia attraversare i mondi, riusciva a percepirlo. Il suo potere non proveniva dal suo corpo ma dalla sua mente. Improvvisamente si sentì come se fosse agganciata alla stessa scena. <<Brava, trattieni quel legame. Ora fai una piccola azione, niente di troppo pesante>>
Ubbidì, si concentrò su un quadernino appoggiato al frigo, inclinò la testa e ad un tratto esso cadde.
C'era una foto, Captain America.
Entrambi si voltarono a Bucky si avvicinò, prese la foto che aveva preso al museo e sospirò.
<<Ti rende felice?>>
<<Non so cosa sia felicità>>
Si scollegò e il suo aspetto tornò normale, senza preavviso sentì un dolore sulla schiena. Ma quando si toccò non ci trovò niente. <<Ci sono riuscita>>
<<Certo che ci sei riuscita, stai trovando l'equilibrio. Tuo padre non è proprio tuo pari>>
I due scomparvero e anche l'appartamento, riapparve solo lo stesso scenario di sempre. Jo non riuscì a comprendere le sue parole o il suo tono, teneva sul serio a suo padre, era l'unico a non averla tradita, comprendeva i suoi errori perché li aveva fatti anche lei. Perdonare non era facile ma non impossibile.
<<Di che stai parlando?>>
<<Tu non servi te stessa, servi l'universo. Lui no, per niente. Chi credi vede quando parla con me?>>domandò con un sorrisetto, la stava manipolando<<Vede se stesso>>
Josie stava per ribattere quando venne scaraventata fuori dal colloquio, spalancò gli occhi e guardò il palazzo. I fili si ritrassero e il dolore al collo continuò ma la sua rabbia non ne voleva sapere, era come colma di adrenalina. Camminò fuori dal tempio, le guardie la fissavano e lei riaccese i suoi occhi, rilasciò una scarica e si alzò in volo, diretta verso l'appartamento.
Dieci minuti dopo arrivò sul balcone e aprì la porta con la mente, l'uomo era intento a leggere delle notizie proiettate come ologrammi. Quando la vide fece una smorfia confusa<<Sei un fottuto bugiardo>>
<<Buon giorno anche a te, tesoro>>disse sarcastico.
<<Sei un egoista e un'ipocrita!>>
<<Che cos'è successo?!>>
Ella fece un sorriso amaro<<Credevo servissi la causa della Morte di Fuoco, credevo che la persone che ammirassi di più fosse la nonna ma è una stronzata. L'unica persona che ammiri sei tu!>>
<<Non è come pensi>>abbassò il capo sospirando, era un colpo basso.
<<Non importa di che razza tu sia, a nessuno frega un cazzo. Tanto meno a te, non fate che mentire>>
<<Non è così! A me importa! Non vedo me stesso perché sono un megalomane!>>
<<Allora perché?!>>urlò.
<<Perché ammiro me stesso per essere riuscito ad essere tuo padre!>>
ANGOLO AUTRICE.
Non è un capitolo d'azione o di ritrovo, lo so ma di qualche rivelazione scottante sì. La Suprema Intelligenza sta facendo la burattinaia, ma sta muovendo i fili giusti?
Sono curiosa di sapere la vostra opinione su tutto!
Per voi la S.I ha ragione?
Pietro è solo un rimpiazzo o la S.I. sta mentendo per manipolarla?
Esiste davvero il Multiverso?
Perché S.I. ha provato a mettere Jo contro Yon-Rogg?
Commentate o scrivetemi su Instagram, il nome è THE STORIES OF HOPE.
Un bacio, miei Peperoncini.
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