Capitolo 5
Errare è umano, perseverare è diabolico.
Ci sono persone che prendono gli errori come una tragedia, non sopportano di poter fallire o di vedere gli altri sbagliare, perché vogliono essere perfetti, completi ma dove viene fuori la perfezione o la completezza?
Josie aveva passato gran parte della sua vita, anche quella che non ricordava, ad essere ossessionata dall'eccellenza, dalla forza, dalla vittoria.
Non aveva mai fatto alcun errore nelle sue missioni, nei suoi compiti ma da quando gli Avengers avevano attaccato la base a Sokovia aveva iniziato a sbagliare, a non eseguire gli ordini e aveva persino perso.
Era così dura con sé stessa ed era una cosa che la Stanza Rossa le aveva insegnato, non che lo ricordasse ma era rimasta questa traccia nel suo carattere.
Niente dura per sempre. Sentì una voce nella sua testa, era calda, forte ma gentile, di una donna.
Improvvisamente dal buio apparve un soffitto, spalancò le pupille rosse e alzò il petto immagazzinando tutto l'ossigeno che trovò. Tossì rumorosamente posando una mano sull'addome, alla ricerca di sangue, di qualche ferita ma non trovò niente.
<<È sveglia!>>urlò una voce maschile.
<<Josie, tranquilla. Tranquilla, va tutto bene>>disse un'altra.
Una donna, che prima vedeva sfuocata, si mostrò al di fuori di una strana teca di vetro. Aveva i capelli rossi, corti, occhi verdi, labbra carnose e indossava un vestito nero, sentire il suo tono la fece calmare.
<<Se si agita non potrò farla uscire>>parlò Stark.
<<Che cos'è successo?!>>urlò Josie, non sentiva alcun dolore ma vedeva ancora le immagini che aveva visto quando era svenuta. Delle ballerine, delle pistole, una chioma bionda, dei fili rossi.
<<Calmala!>>esclamò Banner<<Sta mandando in tilt la macchina!>>
<<Okay, Josie, respira! Respira, io sono qui. Guardarmi>>ella ubbidì mentre il cuore accelerava.<<Concentrati sulla mia voce, come facevamo una volta per quegli orribili attacchi di panico. "Respiro non per vivere, perché sono già morta, respiro per il mio dovere, per quello che sono, una...>>
<<Una Vedova Nera">>sussurrò Josie.
La culla si aprì di scatto e la ragazza rimase sdraiata a fissare la donna che conosceva come nemica ma che ora ricordava di aver visto quando stava per essere asfissiata dal robot.
Era più grande e non aveva la frangetta ma era lei. Era ancora lei.
<<Hai intenzione di ucciderci?>>domandò Banner.
Josie non si mosse, pensò che doveva ricevere delle risposte prima di poter compiere il suo dovere, ma qual'era il suo dovere adesso? Perché la sua testa diceva una cosa ma il suo volere un' altra.
<<Non adesso>>si arrese<<Una tregua>>
<<Una buona notizia, finalmente!>>esclamò Clint.
Natasha allungò una mano verso sua sorella e l'aiuto a sedersi, quando alzò gli occhi vide di trovarsi nello stesso laboratorio dove era stata aggredita e davanti a sé c'erano tutti gli Avengers.
Steve Rogers si fece avanti in modo rassicurante<<Come ti senti?>>
Josie inclinò la testa, non capendo la domanda.<<Sono operativa>>
<<Non è quello che ti ho chiesto. Non ti hanno mai domandato una cosa simile, vero?>>
I ricordi di Josie erano fermi a quando l'Hydra l'aveva presa con sé, le avevano spiegato di essere stata trasferita dalla Stanza Rossa alla loro organizzazione, nessuno si era mai preoccupato emotivamente per lei.
<<Non ne vedo l'utilità>>
<<La vedrai>>aggiunse Natasha.<<Ti fa male qualcosa?>>
<<No, non provo dolore>>disse ancora in tono meccanico.
<<La dottoressa Cho ha ricostruito i tuoi tessuti mentre il tuo organismo procedeva ad una guarigione accelerata, sei come nuova>>parlò di nuovo Bruce, Tony aveva ancora lo sguardo fisso sull'armatura distrutta.
<<Siamo pari ora, Fiamma>>ridacchiò Clint.<<Ma tranquilla, nessuna cicatrice>>
<<Non era personale>>
<<Solo il tuo lavoro>>completò la frase Rogers.<<Lo capiamo>>
<<Non m'importa se lo capite oppure no, ho bisogno di risposte. Perché hanno preso lo scettro? Perché quei figli di puttana hanno cercato di uccidermi?>>
<<Ha detto una parolaccia, Steve>>rise Maria, per allentare la tensione e a lei si unì Nat, Clint e Bruce.
<<Hill, non è il momento>>la fermò Rogers.<<Ti hanno svegliata loro?>>
<<Per forza, è ciò che volevo>>
<<Cosa?>>si voltò Stark<<Sei stata tu?>>
<<Ho solo usato le mie capacità per bruciare il sistema, volevo svegliarmi ma non ha funzionato. Quel robot mi ha strangolata prima che lo fermassi, perciò vorrei sapere anche perché vedo te>>disse girandosi verso Natasha<<Perché ogni volta che sono sul punto di morte vedo la tua faccia?>>
<<Perché noi ci conoscevamo>>rivelò.
<<Possiamo parlarne dopo?>>le fermò Stark.<<Devo sapere come hai attivato Ultron>>
<<Non ho attivato niente, voi l'avete fatto>>si alzò.
<<Tanto è scappato, è fuggito attraverso la rete>>alzò le spalle Banner.
<<È entrato dappertutto, file, sorveglianza. Probabilmente sa più cose di noi di noi stessi>>sbuffò Romanoff.
<<Se volesse giocare un po' di più? Con dei codici nucleari?>>parlò Rhodes.
<<Non lo farà>>avanzò Josie, Natasha fu sorpresa dalla sua forza.
<<Come lo sai?>>domandò Rogers.
<<Perché so come lo avete creato>>
<<Eri sveglia, non hai bruciato il sistema, hai forgiato il metallo per farci realizzare l'armatura>>capì Stark<<Ma non te ne sei accorta>>
<<Non pensavo di essere così potente>>ammise.<<Lui ha detto delle mie frasi, vuol dire che avete messo dentro di lui qualcosa di mio, non è così?>>
<<Un pezzo del tuo DNA>>
Romanoff si infuriò<<Che cosa avete fatto?!>>
<<Quello che andava fatto>>si limitò a dire Tony<<Se è per questo ha anche i miei neuroni>>
<<Hanno cercato di ucciderla, perché?>> domandò Steve.
<<Perché sono un pericolo per l'estinzione che vuole. Io mi vedo come una minaccia, perciò lui vede lo stesso. Io non userei mai dei codici nucleari, non è il mio stile, lui vuole giocare. Come me>>
<<Ha detto di aver ucciso qualcuno>>commentò Clint.<<Ma non c'era nessuno se non lei>>
<<Si che c'era>>fece qualche passò Tony.
Una schermata si creò davanti a loro e apparve un'ologramma giallo, con delle sfumature di blu.
<<Cosa? Come?>>scosse la testa Banner.
<<Jarvis era la prima linea di difesa, avrebbe disattivato Ultron. Ha senso>>annuì il Capitano.
<<Josie, che cosa vedi?>>chiese Natasha.
Sospirò<<Jarvis, la vostra intelligenza artificiale, poteva essere assimilata dalla forza dal programma di Ultron. Questa non è strategia, osservate come le vene blu penetrano l'altro, questa è rabbia.>>
Ad un tratto qualcuno entrò nella stanza a grandi passi, Thor indossava la sua armatura e sollevò Stark per la gola.
<<E si sta propagando>>commentò Clint.
Josie osservò i loro comportamenti, era abituata a studiare ogni situazione, esattamente come una volta faceva Romanoff. Sapeva di essere tra i suoi nemici ma le importava di più di sapere come fermare Ultron, che aveva preso il suo DNA, ignorò il suo dovere, l'Hydra.
<<Usa le parole, amico>>provò a dire Tony.
<<Ho parole in abbondanza per descriverti, Stark>>
Josie attivò nuovamente le sue pupille e poi mosse una mano, il corpo di Thor venne sbalzato dall'altra parte della stanza, su un tavolo. Tony cadde a terra, tossendo.
<<Grazie>>rise Romanoff.
<<Ora che avete smesso di fare i bambini, possiamo parlare di come riprendere lo scettro?>>
<<Che vuoi portare all'Hydra>>sussurrò Banner<<Vuoi aiutarci per ucciderci tutti>>
<<Perché non è legata?!>>si alzò Thor in collera.
<<Thor, poteva scappare quando si è liberata ma non lo ha fatto, ha distrutto i robot e ci ha salvati. È quasi morta>>disse Steve.
<<Per orgoglio e per riprendersi lo scettro>>aggiunse Banner.
<<Non devo alcuna spiegazione, voi mi avete rapita e avete usato il mio DNA per creare un abominio che ha cercato di uccidermi>>
Inaspettatamente Tony si mise a ridere, tutti si voltarono verso di lui. Thor scosse la testa<<Lo trovi divertente?>>
<<No, probabilmente non lo è, giusto?>> sorrise.
<<Oh, Cristo Santo>>sbuffò Josie, nell'Hydra nessuno si comportava così, era come se qui le persone avessero una personalità.
<<Si poteva evitare se non avessi giocato con il fuoco>>commentò il dio.
<<Con me intendi?>>inclinò la testa lei<<Non vedevo l'ora che qualcuno puntasse il dito su di me>>
<<Nessuno ti dà la colpa>>aggiunse Natasha.
<<Invece sì, per quanto Stark abbia fallito il suo piano era perfetto ma voi date la colpa a me per avergli dato la vita e a lui per averlo ideato. Anche se Mister Verde non è un santo, visto che lo ha aiutato>>
<<Lo capisci?>>rise Tony.<<È divertente, la nostra nemica capisce perché ci serve>>
<<Teoricamente siamo in tregua>>sottolineò Cho.
<<Tony, non è il momento di parlarne>>sussurrò Bruce.
<<Ah si? Ti metti a pancia in su ogni volta che qualcuno prova a ringhiare?>>allargò le braccia il milionario.
<<Solo quando è un robot assassino, con un cervello pazzesco e la ferocia di una pazza>>
<<Mi ha chiamata..come mi hai chiamata?>>
<<Lascia perdere>>scosse la testa la sorella<<Quello che sappiamo è che dovevate dircelo>>
<<Una cosa l'hai fatta, Stark e l'hai fatta proprio qui. Gli Avengers dovevano essere diversi dallo SHIELD>>ragionò Cap.
<<Ti ricordo che Miss Hydra è qui>>aggiunse Rhodes.
<<Ma che al momento vi ha salvato le chiappe e me ne sto già pentendo>>continuò lei.
<<Ma nessuno si ricorda che ho salvato New York entrando in un buco spaziale con una bomba atomica?>>sbuffò Tony.
<<No, nessuno>>alzò le spalle Hill.
<<Noi siamo gli Avengers, possiamo fermare trafficanti d'armi tutto il giorno, giocare con questo Peperoncino ma quello lassù è il Game Over. Come pensavate di sconfiggerlo?>>
<<Insieme>>annunciò Steve.
<<Perderemo>>
<<Faremo anche quello insieme>>
Josie indietreggiò, non era abituata a sentire parlare le persone in quel modo. Aveva lavorato per uomini che davano ordini, a cui l'unità non importava ma ora cosa era giusto fare non lo sapeva più. Non sapeva cosa fare, come muoversi, non si era mai sentita così allo sbando.
<<Cosa ne facciamo di lei?>>disse Thor.
<<Se la tocchi ti ammazzo, ci puoi scommettere>>ringhiò Natasha.
<<Ahia>>ridacchiò Tony.
<<È dell'Hydra, vuole lo scettro>>sottolineò Steve<<O non lo vuoi? Dimmi, Josie, che cosa vuoi? Perché io non capisco perché lavori con persone che non stimi, che ti hanno tolto la memoria>>
<<È stata una mia scelta cancellare il passato>>
<<È quello che ti hanno detto?>>domandò Romanoff con una mano sulla fronte.<<È una menzogna>>
<<Tu che ne sai?>>
<<Perché io ti conosco meglio di chiunque e conosco la Stanza Rossa>>
<<Puoi abbandonare l'Hydra>>parlò Barton<<Come hai abbandonato la Stanza Rossa>>
Continuò apatica<<Sono stata trasferita>>
<<Non esistono i trasferimenti, ti hanno mentito ed io lo so bene!>>
<<Lo sai anche tu che qualcosa non è mai tornato. Tu non sei questa, non lo sei mai stata>>continuò Nat<<Tu non sei quello che vogliono farti credere>>
<<Se ti hanno tolto la memoria vuol dire che avevano qualcosa da nascondere, il mio migliore amico... a lui hanno fatto la stessa cosa>>abbassò il capo Steve<<Puoi essere libera>>
<<Libera?>>indietreggiò<<Non posso scappare dal mio dovere, io non so fare altro che uccidere>>
<<Il tuo dovere non è essere un' assassina, eseguire gli ordini. Se non avessero niente da nasconderti perché non usarti come arma a Washington?>>
<<Volevano proteggermi!l>>
<<Perché?>>
Finalmente disse la verità<<Perché non hanno ancora finito con me>>
<<Di cosa stai parlando?>>si voltò Tony.
<<Manca ancora una somministrazione e sarò pronta, sarò la Morte di Fuoco, così mi chiamano>>ammise, stava rivelando un segreto.
<<Tu che cosa vuoi essere?>>sussurrò Natasha.
<<Voi non capite, come potreste? Giocate a fare dio, pensate di poter fare tutto e di essere migliori.>>
<<Sono tua sorella>>
Josie si girò piano, guardò la russa cercando di riflettere su cosa aveva appena detto. Una stretta la prese alla sprovvista <<Cosa?>>
<<So che non te lo ricordi>>sussurrò con tristezza l'altra, con un velo di lacrime<<Non ti ricordi della Stanza Rossa e questo è una cosa positiva ma non ti ricordi di me. So che ti hanno detto che la vittoria è lo sfondo per un mondo migliore, un mondo pulito, gerarchico. Io so che il tuo colore preferito è il bordeaux, ami le stelle e odi i razzisti, gli omofobi e che da piccola la matematica ti calmava. Ami l'odore della benzina e hai una cicatrice tra i capelli, te la sei fatta durante il tuo primo combattimento, perdevi sangue ma hai continuato a lottare, anche se avevi solo undici anni e hai rotto il naso all'altra. So che non credi in Dio, perché ti fa rabbia ma credi alla causa effetto, odi piangere e so che quando mangi dividi tutto>>
<<Perché..>>
<<Perché siamo sorelle, non di sangue ma siamo cresciute insieme, io ti stringevo dopo i tuoi incubi. Lo stesso incubo ogni notte su tua madre>>
<<Se è vero perché non mi hai cercata?>> ribatté stringendosi.
<<Perché nella Stanza Rossa ci avevano detto che eri morta, non ci era permesso chiedere di più. Ho lasciato le Vedove Nere, ho abbandonato quella vita per te, per essere una persona migliore come ti avevo promesso>>
Inclinò il viso<<Io non sono una persona migliore>>
<<Ti sbagli, io resterò sempre una Vedova Nera ma anche tua sorella>>
<<Non ricordo, vedo delle ballerine e te ma..>>
<<Abbiamo tempo>>sorrise fra le lacrime<<Ho solo bisogno che tu ci provi, se non vorrai più provarci allora potrai andartene. Puoi essere libera o tornare dall'altra parte a combattermi ma sarai stata tu a scegliere>>
<<Perché ci tieni tanto?>>
<<Perché siamo una famiglia, e nelle famiglie le persone non si arrendono>>
Josie avrebbe voluto comportarsi in modo razionale, ma iniziava a sentire qualcosa, dei sentimenti che non conosceva. Steve avanzò, quando la guardava vedeva anche una piccola parte di Bucky in lei.<<Ti insegneremo cos'è una famiglia>>
<<Ho cercato di uccidervi>>
<<Non sarebbe una novità per noi>>rise Clint<<Anch'io ho provato ad ucciderli una volta>>
<<Allora? Che ne dici, Peperoncino? Hai impegni o ci aiuti?>>domandò Stark<<Uccidiamo Ultron e poi compi la tua scelta?>>
Josie sapeva che era una possibilità di avere qualcosa di più che un profilo dettagliato, di più di far parte di un organizzazione terroristica e nazista. Ma fidarsi di qualcuno era una novità, capiva che Natasha era sincera e nei movimenti, avendo studiato il linguaggio del corpo, capiva che non vi era un inganno ma libertà? Questo le promettevano? Cos'era la libertà?
Ella sospirò<<Ultron ci sta aspettando, non si aspetterà il mio cambio di bandiera. Abbiamo un effetto sorpresa e il mondo è grande, meglio iniziare a farlo diventare piccolo>>
Josie aveva scelto di dare un occasione non agli Avengers ma a Natasha, anche qualcun altro stava dando un occasione ad altri.
Pietro e Wanda camminavano nel centro di Sokovia, avevano ricevuto un messaggio anonimo, dove si parlava di un incontro segreto e i due avevano pensato di andare a vedere, pensando di sapere di chi si trattava.
<<Come pensi che sia scappata dai Vendicatori?>>
<<Cosa importa? Aspetta... A te piace Josephine, non è vero?>>
<<Non mi piace l'agente Molov, è arrogante, sadica e piuttosto solitaria. Si è fatta sconfiggere dalla Vedova Nera, è strano>>
<<È sua sorella, l'hai sentita>>mormorò aprendo il cancello della chiesetta distrutta.<<Ma penso che non lo sappia>>
<<Come mai pensavano che fosse morta? Hai sentito cosa hanno detto, ci sono troppi punti di domande su di lei>>
<<E questo ti piace>>rise Wanda.
<<La pianti? Sei esasperante>>sbuffò.
La sorella sorrise ma quando entrarono non videro nessuno fino a notare un trono di spalle, dove vi era qualcuno che non scorgevano.
<<Parla e se sprecherai il nostro tempo..>>
<<Sapevate che questa chiesa è nel centro esatto della città?>>commentò la voce metallica. I gemelli capirono subito che non era Josie, con chi stavano parlando?<<Lo vollero gli anziani per permettere che dio fosse ugualmente vicino a tutti, ammiro questo tipo di fede...Ti chiedi perché non puoi guardare nella mia testa?>>
<<A volte è difficile ma poi tutti gli uomini rivelano se stessi>>
Improvvisamente la figura si alzò mostrando il suo reale aspetto ed entrambi indietreggiarono. Era una possente macchina di vibranio, gli occhi di metallo rosso e i movimenti concisi<<Oh, ne sono certo. Per questo hai lasciato che Stark prendesse lo scettro e la vostra amica venisse rapita, sapevi che qualcosa sarebbe nato da loro>>
<<Non lo immaginavo ma poi ho visto le paure di Stark, lo avrebbero portato all'autodistruzione>>
<<Tutti creiamo quello di cui abbiamo paura, gli uomini di pace creano le armi, gli invasori creano gli Avengers, dei mostri creano Josephine Helion Molov>>
<<Lei dov'è?>>parlò finalmente Pietro.
Ultron notò un certo interesse nella sua domanda, decise di sfruttare quel legame<<È ancora loro prigioniera>>
<<È per questo che sei venuto? Per eliminare gli Avengers?>>domandò l'altra.
<<Sono venuto per salvare il mondo ma anche, sì>>
<<Come sei nato, esattamente?>>
<<Stark voleva un' armatura a protezione del mondo e ha usato la gemma, solo che la scintilla di colei che è la Morte di Fuoco mi ha dato la vita. Sono loro figlio, ma sono diverso. Io non sono Stark e non sono Molov>>
<<Stanno facendo degli esperimenti su di lei>>sussurrò Pietro<<Figli di puttana>>
<<Già, hai ragione. Vi mostrerò la mia base, ce la siamo presi ma è un inizio. Lì sto creando il mio esercito, sono tutti me! Ho una cosa che gli Avengers non avranno mai, sono in contrasto, disuniti, Stark li ha istigati l'uno all'altro. E quando Wanda entrerà nelle loro teste ...>>
<<Diventeranno dei martiri>>disse Pietro contrariato.
<<Lo so, occorre pazienza.>>
<<Io non vedo il quadro completo, vedo una sola parte. Perché non colpirli ora, riprenderci Josie? Lei sta fornendo loro potere per creare della macchine assassine, senza offesa>>
<<Hai paura di perdere altre persone a cui hai dato importanza>>
Inclinò il viso<<Scusa?>>
<<Ops, mi dispiace, una parte del mio DNA è Josie, parlo come lei ogni tanto>>
Pietro trattenne un sorriso, in realtà si sentiva in colpa per aver permesso che la prendessero ma allo stesso tempo si sentiva stupido a pensarci. Non sapeva niente di lei se non che aveva poteri distruttivi, una sorella negli Avengers, un caratteraccio e che era molto preziosa per l'Hydra, più di loro.
<<Non ci importa se una parte di lei è dentro di te>>disse Wanda fredda.
<<Avete perso i genitori in un bombardamento, ho letto il fascicolo>>
<<Il fascicolo però non dice tutto>>
<<Pietro>>lo chiamò scuotendo la testa, non voleva parlare del suo passato perché ogni giorno era come riviverlo. Forse Josie non era così sfortunata ad aver dimenticato.
<<No, ti prego>>disse Ultron, era intelligente, sapeva come comportarsi e questo lo aveva preso esattamente da Josie.
Mentre Pietrò iniziò a raccontare continuò a guardare la gemella, lei era l'unica cosa che gli restava di buono<< Abbiaml dieci anni, siamo sul divano tutti e quattro, intenti a guardare la nostra sitcom preferita, siamo felici. La granata colpisce due piani sotto di noi, una voragine è nel pavimento, è enorme. Quando apriamo gli occhi siamo soli, i nostri genitori sono morti e l'intero palazzo inizia a crollare, io afferro lei, rotolo sotto il letto e arriva il secondo missile ma non esplode. Resta lì, immobile, ad un metro dalle nostre facce e sul lato della granata c'è scritta una parola>>
<<Stark>>rivelò Wanda con puro odio negli occhi.
<<Siamo stati intrappolati per due giorni>>
<<Ad ogni sforzo strappato per salvarci, ad ogni spostamento di mattoni pensavo "Ecco, ora esploderà" . Aspettammo due giorni che Tony Stark ci uccidesse>>
<<Io so chi sono>>annuì Pietro.
<<Mi chiedevo perché vi foste salvati dagli esperimenti di Strucker, secondo Josie è perché siete forti, ora so che aveva ragione>>Pietro fu sorpreso di sapere che ella lo pensava<<Io e Pietro li colpiremo, ma tu, Wanda, li torturerai dall'interno>>
ANGOLO AUTRICE.
Ecco un altro capitolo, cosa ne pensate?!
Josie ha accettato una tregua momentanea ma durerà? E il suo rapporto con Natasha avrà un futuro oppure no?
Ovviamente Ultron sta mentendo ai gemelli, sa perfettamente che ha provato ad ucciderla e che ella non è più una prigioniera. Wanda e Pietro se ne accorgeranno prima o poi?
Un bacio!
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