Capitolo 49
La mancanza può uccidere.
Quando ti manca qualcosa non ti sembra di annegare? Non ti sembra di dover cercare aria? Tutto diventa un ricordo, tutto diventa troppo poco, niente è all'altezza.
La mancanza la puoi sentire nelle ossa, nel sangue e il dolore per quell'assenza è incalcolabile, perché quando qualcosa scompare lascia un vuoto e cosa può colmarlo? Chi può colmarlo?
Niente, nessuno.
La mancanza cambia le persone, le rende diverse, a volte lo fa per sempre. Ti fa sentire come se non ci fosse altra possibilità per affrontare il futuro, impari da quello e vivi in modo differente.
Esistono due tipi di persone che affrontano la mancanza, il primo è quello che sceglie di andare avanti, magari con il cuore a pezzi ma sceglie liberamente di non permettere a quel dolore di sopprimerlo; l'altro cede, crolla con disperazione e rabbia, la sua personalità cambia ma non vuol dire che peggiori. A volte quel cambiamento può renderti più determinato.
Pietro era diventato così, aveva speso la maggior parte della vita ad usare il sarcasmo come modo di fare, non l'aveva mai visto come difesa ma ora non ne aveva neanche il tempo. La sua vita era cambiata per sempre dagli esperimenti ma forse lo era davvero da quando aveva conosciuto Josie.
Non avrebbe mollato.
Se era a pezzi? Ogni giorno, ogni secondo da ben cinque mesi, otto giorni e 6 ore.
Era come se uscendo da quel pianeta si fosse portata con sé ogni cosa ma doveva trovarla, se non fosse riuscito ad arrivare allo spazio, allora avrebbe trovato un modo di comunicare ma non prima di sapere dove doveva mandare il messaggio.
In quei terribili mesi di solitudine, di ricerche aveva viaggiato in tutto il mondo con la sua velocità. Aveva scoperto di poter correre sull'acqua, di poter scalare grattacieli e di poter fare vibrare un oggetto tanto da romperlo ma era solo l'inizio di quelle abilità inesplorate.
Aveva tempo per sé, cosa che non aveva da molto.
Le sue ricerche erano iniziate, sul serio, solo due mesi dopo essere partito dal Wakanda. Si spostava spesso anche perché era un ricercato, aveva soldi grazie a quelli che gli mandava Wanda ma ora tutto era cambiato.
Perché ho detto sul serio? Semplice, perché in quattro settimane aveva capito da dove iniziare, ma non solo il suo corpo era veloce, lo era anche la mente. Capì che c'era anche un nesso fisico tra Josie e il padre, lo stemma galattico.
Si disse che doveva esserci una traccia nell'Hydra, dopotutto conoscevano I Doni, perciò cercò per tanto di quel tempo nei file, che lo SHIELD aveva rilasciato dopo la sua caduta, da non avere niente. L'Hydra aveva nascosto tutto su Molov ma se lo SHIELD affatto? Fu un colpo di genio e ci volle molto lavoro per codificare alcune informazioni, lo portò a momenti davvero frustanti ma continuò.
Chiedendosi se la stesse cercando per il motivo giusto.
Quale ente governativo, che proveniva dallo SHIELD, lavorava su intelligenze extraterrestri?
Semplice, lo SWORD.
Non poteva entrare nella sede principale nel Nord America, era troppo rischioso, anche per la creatura più veloce della galassia. Sapeva una cosa, solo una donna poteva aiutarlo, il Capitano Maria Rambeau, fondatrice dell'agenzia che era nata quando? Nel 1995.
Come poteva trovarla? Ella aveva una figlia ma non poteva arrivare a lei, perciò doveva agire come un criminale, di soppiatto e con un piano preciso. La donna decorata aveva una conferenza proprio a New Orleans, sembrava un importante evento, visto che era la città natale dell'ex pilota.
Era una giornata grigia, il cielo minacciava pioggia e il vento si alzava tra la folla di giornalisti, lui era nascosto e guardava la situazione da un tetto della città pittoresca. Ella si preparava ad uscire dal palazzo imponente, accerchiata, ripeteva no comment a tutti ma aveva un sorriso sul viso. Con la sua vista veloce la vide cercare di farsi largo verso la limousine, ecco il suo modo. Sarebbe stata da sola in auto, qual era il miglior modo di parlarci senza essere beccati? E poi chi avrebbe pensato che un ex Avengers avrebbe voluto parlare con lei? Nessuno.
C'erano uomini armati, tutto era chiuso, quasi fosse il presidente degli Stati Uniti e poi respirò a fondo. Si preparò come aveva fatto già, durante le prove per il suo piano, si tuffò dal tetto e corse giù dalla parete, poi aumentò la velocità tanto da essere invisibile, senza lasciare scie e sviò tutti entrando nella portiera di sinistra, quella che avevano lasciato scoperta.
Maria Rambeau entrò in auto con uno sbuffo sonoro, pareva esausta quando chiuse la portiera e poi alzò gli occhi scatto, capì presto di non essere sola.
Lo vide, Pietro era seduto fissandola intensamente, la sua espressione era annoiata, quasi fosse lui quello infastidito da come avesse avuto tutto successo. Si tolse il capellino della SWORD, che aveva rubato mentre correva ad un agente e allargò le gambe, per niente educato.
La donna provò ad aprire la porta ma lui fu più svelto, la richiuse. L'autista, che non era ancora partito, non era in grado di vedere una seconda persona, non da dov'era.
<<Signora, possiamo andare?>>
Maria riconobbe il potenziato, sapeva di cos'era capace e sapeva che non le conveniva non sapere che cosa volesse. Perciò prese il telecomando per chiudere il separatore<<Andiamo>>
Quando furono totalmente soli, senza nessuno che li osservava, già in viaggio nel traffico, ella appoggiò una mano tra i capelli corti e grigi. Aveva più di una sessantina d'anni, la pelle scura, l'espressione autoritaria, la voce confortante ed indossava un tailleur blu. Al collo portava una collana argentata con una spada capovolta, anche se lui pensò fosse una croce al contrario.
<<Immagino non ci sia bisogno di presentazioni>>mormorò lui.
<<Pietro Maximoff, che cosa vuoi da me?>>il suo tono non era affatto cordiale ma neanche spaventato.
<<Non sono quello che credi>>
<<Sei un criminale per i Patti di Sokovia>>
<<No, non è andata così. E non sono qui per spiegarti come Ross ci ha tolto il diritto di respirare, sono qui perché devo trovare una donna>>
Alzò un sopracciglio<<Fiamma, allora alcune voci sono vere>>
<<Il suo nome è Josie, non Fiamma>> rispose serio, i suoi occhi lo tradirono.
<<Tu la ami>>sussurrò lei sorpresa.
<<Più di quanto mi interessi della tua vita>>
<<Non posso aiutarti>>
<<Puoi, perché Ross sta insabbiato tutto e tu sei l'unica che conosce questo stemma>> mormorò tirando fuori un disegno dalla tasca della giacca verde.
Dall'espressione che fece, Pietro, capì che aveva ragione, si sentì meglio, come se finalmente qualcosa avesse senso.<<Come lo conosci?>>
<<Josie non è sulla Terra>>
Maria appoggiò una mano sulla fronte, era come un tuffo nel passato. Poi toccò il telecomando e attivo l'audio.<<Portami a casa>>alzò la voce per l'autista.
Ricevette conferma.
Quando furono di nuovo al sicuro Pietro fece una smorfia<<Se mi freghi..>>
<<Non ho intenzione di farlo. Ti credo, Pietro ma non sei al sicuro, c'è solo un posto in cui possiamo lavorare lontani da Ross.>>disse.
Pietro non scelse di fidarsi ma di avere fede, non poteva resistere ancora troppo senza sapere perché stesse cercando Josie.
Le parole di Bucky gli erano rimaste in mente. Doveva sapere che stava bene, perciò rimasero in silenzio per tutto il viaggio.
Quando arrivarono, fuori la città, Pietro scese velocemente, così da non farsi vedere dall'autista.
Fuori pioveva, diluviava.
La donna mandò via l'impiegato e aspettò, sotto la pioggia, di vederlo scomparire dalla grande distesa di verde.
Pietro comparve improvvisamente ed ella per poco non urlò.
<<Dove siamo?>>
Si guardarono intorno, Maria non tornava in quella casa da più di una decina di anni e aveva avuto buone ragioni per non farlo.
Era una casa in compagnia, abbastanza grande e con un secondo capannone dove vi era ancora un quidjet vecchio.
<<È qui che è tutto iniziato>>spiegò voltandosi.
Pietro era ormai fradicio, i capelli argentati erano attaccati al viso e la sua espressione era di quelle più stanche. La donna si domandò da quanto non dormisse o almeno si fermasse.
<<Devi dirmi una cosa prima>>
<<Ora, sotto la pioggia?>>sbuffò.
Ella era irremovibile<<Si! Come fai ad essere sicuro che lei voglia essere trovata?>>
Si guardò in giro, questa era l'ultima cosa che si aspettava di dover dire. Non era bravo con le parole, né a dimostrare i propri sentimenti, era Wanda quella brava ed emotiva.
Allargò le braccia, la pioggia scendeva lungo il suo corpo muscoloso ma i suoi occhi erano lo stesso lucidi.
<<Non lo so, okay?! È da sola, lontana e sarà devastata per ciò che le è successo, io ho bisogno di lei. Le ho mentito, ho tradito la sua fiducia perché avevo paura delle conseguenze. Credevo non ce l'avrebbe fatta, che non avrebbe retto. Sarei dovuto essere più forte per lei ma non lo sono stato, va bene? Ho bisogno di sapere che sta bene, che è ancora viva. L'ho persa, ed è stata colpa mia ma posso ancora fare qualcosa, posso ancora dirle che non vado da nessuna parte finché non torna!>>gridò.
Rimase senza fiato, non perché i suoi polmoni erano stanchi ma perché non aveva mai pensato di dirlo. Era stato istintivo. Maria sbatté gli occhi<<Andiamo, ragazzo. Devi farti una doccia>>
Corsero in casa ed ella l'aprì grazie alla chiave nascosta sotto lo zerbino, dentro tutto era coperto da dei teli e questo fece ricordare a Pietro la baita in Russia.
La casa era grande, era perfetta, accogliente e il ragazzo si mosse, in rispetto per l'età dell'altra, per togliere tutte le tovaglie.
C'era un grande cucina con delle belle vetrate sul verde, tre camere da letto, una bella sala da pranzo, un bel salotto, due bagni e uno studio.
Ovviamente la guardò con la sua velocità ma gli piacque, si sentiva in una vera casa dopo molti anni.
La donna, fradicia, disse che c'erano dei vestiti maschili se ne aveva bisogno e si separarono.
Pietro non sapeva ancora come reagire, mentre era sotto la doccia ripensava a quello che stava facendo, a come comportarsi con il Capitano.
Si mise davanti allo specchio e osservò il proprio riflesso stanco, quello non era più lui.
Qualcuno bussò alla porta, lui l'aprì ed ella gli consegnò dei vestiti, sembravano piuttosto vecchi, almeno dei primi anni 2000 ma si accontentò.
<<Hai un rasoio elettrico?>>
Maria fece una smorfia<<Non te li vorrai tagliare da solo, vero?>>
<<Ci pensavo da un po', mi identificano troppo e sono stanco di questi fottuti capelli>>
La donna scosse la testa e gli intimò di sedersi sul water, lui ubbidì ed ella fece tutto in silenzio metodico. Prese il taglia capelli e lo accese, aveva l'aria un po' vecchia ma Pietro cercò di non pensarci.
Esso iniziò a fare rumore e la donna lo guardò dallo specchio, egli annuì senza ripensarci.
<<Allora, come è iniziata? Perché Ross ha insabbiato tutto?>>
<<A parte perché è un figlio di puttana?>> disse sarcastico<<Ha semplicemente scelto di farlo. Josie aveva firmato, voleva prendere precauzioni nel caso fosse accaduto qualcosa. Poi quel qualcosa è accaduto>>
<<Ha ucciso una donna innocente in aeroporto>>
<<Non era innocente e non era una qualsiasi civile!>>esclamò vedendo le ciocche bianche cadere<<Era sua madre>>
<<Ha ucciso sua... Cristo Santo>>
<<Non voleva, è stato un incidente ma non credo che non lo meritasse. Quella era un mostro, l'aveva maltratta, picchiata da quando era piccola e aveva cercato di ucciderla. L'ha abbandonata alla Stanza Rossa>>
<<La odi>>Disse ad alta voce.
<<Come non potrei? Me l'ha portata via. Tutto è peggiorato quando ha scoperto la verità, tutte le verità.>>
<<Tutte quante?>>
<<Ha perso il controllo dopo Barnes, quando si tratta di lui cambia. Anche quando credeva che non si sarebbero mai visti, solo nominarlo sembrava ferirla.>>
Pietro, per tutto il tempo seguente, le raccontò cosa accadde. Fu liberatorio, come tagliarsi i capelli e la barba, la donna di sentì dispiaciuta per quello a cui aveva creduto.
Voleva aiutare ma avrebbe dovuto rivelare anche lei troppe verità.
Quando ebbe finito egli si alzò e guardò il suo riflesso, sembrava un'altra persona e non si ricordò di essersi mai visto senza capelli argentati. Pensò che a Josie sarebbero piaciuti.
Poi si voltò<<Tocca a te, come conosci quel marchio?>>
<<È una lunga storia, ragazzo>>
<<Lo era anche quella che ti ho raccontato>>mormorò girandosi.
Ella sospirò e lo guardò correre per sistemare, durò un solo istante. Sospirò e si guardò in giro, sembrava difficile parlarne ed era perché era passato molto tempo.
<<Sono i Kree>>
<<Kree?>>ripeté incerto.
La donna uscì dal bagno e andò verso la cucina, c'era da ricollegare il sistema e da fare alcune modifiche per tornare ad abitare in quella casa. Ma lei guardò fuori e lui la osservò curioso.
<<Si. Come sei arrivato a me?>>
<<Ci ho messo mesi per capire il nesso tra quello stemma e l'Hydra, pensavo fossero I Doni ma poi mi sono ricordato di Pierce. Lui lavorava con voi, ho studiato i file criptati e quel simbolo era collegato a te>>
<<Nick non ne sa niente?>>
<<Nick Fury? No, perché dovrebbe? È scomparso dopo Josie>>
<<Lui ha insabbiato tutto questo, quello che sto per dirti lo sanno pochissime persone>>
Lui sospirò e si sedette sul bancone, davanti a lei<<Capitano Rambeau, devi dirmi tutto, ogni cosa. Farò qualsiasi cosa in cambio>>
Gli occhi di lei finirono sul magazzino, dove vi erano i vecchi veicoli<<Qualcosa potresti farla, per me, per lo SWORD>>
Ad un tratto la conversazione non era più confidenziale, si parlava d'affari. Lei era molto più autoritaria di lui ma Pietro aveva motivazioni più importanti per cui combattere.
Se avrebbe fatto qualsiasi cosa per Josephine?
Certo, sempre, come Bucky.
<<Di che cosa si tratta?>>
<<Sai bene su che cosa lavoriamo, la mia agenzia vuole il meglio per la Terra ma dobbiamo anche pensare allo spazio. Abbiamo dei problemi di velocità per certe tecnologie>>
<<Che intendi con velocità?>>
<<Permettimi di farti dei test, tipo quanto sei veloce, che abilità possiedi e aiutami a creare qualcosa che mi faccia arrivare di nuovo lassù. Non con un missile però.>>
<<Come?>>
<<Mai sentito parlare di salti spaziali?>>
Pietro alzò il mento, era così che Molov era fuggita, con uno di essi si poteva raggiungere una parte precisa della galassia. Questo lo avrebbe aiutato.
<<Vuoi che lavori per lo SWORD mentre sono un ricercato?>>
<<Questa casa ti terrà al sicuro, nessuno ti troverà se non vorrai e potremmo lavorare bene. I miei stretti collaboratori lo sapranno, gli altri no ma è una mia scelta, io ne sono la fondatrice.>>commentò alzando le spalle.<<Ci stai?>>
<<In cambio tu mi porterai a ritrovarla>>disse, non era una domanda ma un obbligo.
<<Lo farò>>
Lui respirò a fondo, lavorare per un'agenzia simile non era cosa da poco, come non lo sarebbe stato lavorare per lo Shield ma quale altra scelta aveva? Questa era l'unica persona che conosceva la razza Kree ed era l'unica che l'avrebbe portato dove voleva.
<<A qualunque costo>>sussurrò a sé stesso poi tornò a guardare la signora e allungò la mano<<Ci sto>>
Se la strinsero forte e la donna sorrise, forse avrebbe rivisto qualcuno anche lei.
<<Josie è per metà kree>>mormorò<<È la razza più pericolosa che io abbia classificato, sono militari>>
<<Militari? Questo spiega i guanti di suo padre>>annuì, finalmente una svolta, era totalmente esterrefatto.
<<Quali guanti?>>
<<Guanti telecinetici. È riuscito a metterci K.O, tutti noi, gli Avengers. Siamo diventati dei burattini ultimamente>>
Lei corrugò la fronte<<L'alieno? Che cosa stai dicendo?>>
<<Quando se ne sono andati ho visto la scritta sotto. Helion, come il secondo come di Josie>>
<<Non può essere, l'Helion è stata distrutta nel 1995>>scosse la testa.
<<È quello che ho visto, ne sono certo>> rispose categorico, lesse negli occhi cioccolato della donna una sensazione inquietante.<<Che cosa sai?>>
<<Pietro, lo hai visto in viso?>>mormorò a bassa voce, quasi temesse di farsi sentire.
<<Castano, stessi lineamenti forti di Josie, carnagione chiara, voci magnetica e si, quei due occhi strani gialli>>
A questo Maria trattenne il respiro, fu come sentir parlare di un mostro nell'armadio.
<<Suo padre è..>>si fermò incapace di dirlo.
<<Chi? Lo conosci?!>>
Lei alzò gli occhi su di lui, questa volta egli lesse sgomento, tormento.<<Si chiama Yon-Rogg, ed è un vero mostro>>
ANGOLO AUTRICE
Pietro sta preparando un piano, ma sarà giusto seppur avrà successo? Adoro Maria, molto più di Carol e volevo tanto che fosse introdotta visto che in Wandavision si dice che è morta. Sarà una persona importante per il nostro velocista, non temete, stanno arrivando tutti e sono già passati sei mesi!
Cosa ne pensate di tutto questo?
Vi è piaciuto l'edit?
Fatemi sapere!
Vi amo 3000, miei Peperoncini.
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