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Capitolo 36

Tutti rivogliamo qualcosa, qualcuno.
Pensaci bene, quante volte hai voluto riavere un momento andato sprecato? Uno che è sembrato durare troppo poco?
Quante volte abbiamo perso una persona e abbiamo desiderato riaverla con noi, non importa come sia successo o chi ne sia stato la causa, il desiderio di riaverla è insaziabile.
Ma molto spesso le cose che vogliamo di nuovo non ci danno una seconda possibilità, la vita è una, le occasioni dovrebbero essere simili.
Ma perdere quella cosa quanto ti costa? E quanto costa pentirtene a tal punto da fare qualsiasi cosa per sfiorarla ancora fra le dita? Come un ricordo indelebile ed eterno.
Josie aveva riavuto ogni ricordo, o quasi tutti ma il punto era che avrebbe tanto desiderato tornate indietro e dire a Visione che non voleva ricordare.
Ricordare sua madre, le missioni, le torture, ricordare J era stato troppo e l'avevano resa così diversa da non riconoscersi, almeno l'Hydra le dava un equilibrio preciso, a volte troppo ma era una bella sensazione.
Aveva bisogno di sentire di poter essere ancora quella persona, di essere utile o forse semplicemente aveva bisogno di vedere con i suoi occhi la realtà.
Helmut ascoltò le sue scoperte, tutte e le promise a malincuore di farne luce ma poi ricevette una chiamata, doveva andare via e sembrava urgente.
La ragazza salì sul tetto, prese il jet e non si fermò, non avrebbe permesso ai dubbi, ai ricordi, a ciò che voleva ancora di fermarla.
Cristo Santo, lei era una predatrice.
Dall'altro canto era proprio questo che Pietro stava pensando, quale Josephine avrebbe rivisto? Quella di cui era innamorato o quella spietata, quella che fingeva non esistesse?
Vederla stare così male per J lo aveva fatto infuriare, era geloso e si domandava come lei potesse soffrire per lui. Come avesse fatto ad amarlo.
Dopotutto non avrebbe mai capito loro due.
Trovato il bigliettino nascose la sua assenza a Natasha e poco dopo Rhodes chiamò Tony, disse aveva arrestato Yelena, Sam e Steve.
Pietro si confidò con la gemella, le disse che se n'era andata ma dove era un mistero, ella gli diede un bel pugno allo stomaco dalla rabbia e la preoccupazione.
Wanda dovette convincere il gruppo che Josie dormiva e così lasciarono Visione alla base, insieme partirono tutti per Berlino.
Ed ora? Pietro osservava Bucky rinchiuso in una teca e cercava di capire cos'era peggio, se il suo nemico in amore era un assassino e il migliore amico di Rogers o che era vivo.
Non riuscì a darsi una risposta, ma perché? Perché si sentirono degli spari.
Josie era riuscita ad entrare o almeno fino a quel momento, aveva illuso la sicurezza con i suoi poteri di persuasione e non era sorpresa di quanta polizia tedesca ci fosse. Rimase concentrata fino ad arrivare ad un portone di metallo, sapeva per certo che oltre quella operava la Task Force americana e che c'erano i suoi amici.
Era pronta per farlo di nuovo, usare le proprie capacità senza fare male a nessuno, quando vide qualcuno, qualcuno che non si sarebbe mai aspettata di vedere. C'erano tanti soldati davanti alla porta a garage ma ce n'era uno : c'era Jack Rollins.
Quando lui la vide entrambi si fermarono. Chi era Rollins? Era un ex agente STRIKE, una squadra che lei conosceva bene, poiché codesto era il partner solito di Rumlow, Jack aveva avuto il compito di uccidere Steve a Washington ed era uno di quelli che conosceva l'identità del Soldato d'Inverno.
Torniamo indietro, che cosa disse Josie al Segretario? Che avrebbe ucciso ogni agente Hydra che avrebbe visto e sarebbe stata di parola.
Lui alzò il fucile quando vide la sua espressione, sapeva che l'avrebbe preso e così iniziò a sparare gridando qualcosa in tedesco, come minaccia. Gli altri soldati, che si fidavano del loro compagno infiltrato, spararono e Josie attivò le sue pupille. Creò una barriera di fuoco per fondere i proiettili e poi tirò un urlo spingendo la fiamma in avanti, il suo potere si diffuse creando un nuovo campo di energia. Fu questa forza a scorticare il muro di metallo dietro di loro e a farlo volare con furia indietro, con esso anche i militari.
Dentro il garage Wanda era riuscita a coprire tutti con una bolla di forza rossa, non erano stati colpiti da niente e solo quando videro gli uomini a terra si girarono. Natasha appoggiò una mano sulle labbra quando vide Josie entrare con estrema eleganza, i suoi movimenti erano da cacciatrice.
Sharon Carter, donna bionda e nipote di Peggy Carter indietreggiò <<Arrestatela!>>

<<No!>>esclamò Steve.

Ma Josie neanche li ascoltava, la videro ignorare tutti i soldati ma non uno, uno che fissava con furia e che era sdraiato dolorante. Bucky era nella sua teca, nella sua gabbia personale e la vide, non riuscì a respirare. Era lei, dopo anni.
Molov prese per il collo l'uomo e lo alzò da terra senza fatica, Sam spalancò la bocca riconoscendo il nemico: <<Rollins?>>

L'agente Hydra aveva la bocca piena di sangue e rideva, tutti lo fissavano sconcertati<<Forza, dimostra a questa gente chi sei davvero. Dimostra che non ti possono aggiustare, che sei rotta!>>

<<Io non devo dimostrare niente a nessuno>>ringhiò.<<Ho ucciso tutti i tuoi amici, credi che mi fermerò adesso ? Non mi sono fermata con Brock, dovevi sentirlo, gridava ancora come un bambino, mi sono proprio divertita. Io non mi fermerò mai>>

<<Lui credeva in te! Ti venerava!>>si dimenò furioso<<Puttana ingrata che non sei altro, sei tu a dover pagare!>>

<<Oh, ho già pagato e sto pagando ancora, ogni giorno, ogni secondo. Tocca a te pagare per quello che ci hai fatto>>Si riferiva a lei e a Bucky.

<<Agente Molov, lasci andare l'uomo dell'Hydra, ce ne occuperemo noi>>parlò Sharon puntandole una pistola.

Ella strinse ancora di più la mano ed egli urlò per il calore avvertito, era orribile. La ignorò, non aveva certo paura di una pistola<<Dov'è il siero, Rollins?>>

<<Non lo troviamo>>gemette.

<<Perciò sei inutile, come Brock>>

<<Josie, basta, lascialo giù>>avanzò Natasha dietro di lei.<<Non dovresti essere qui, dovresti essere a casa>>

<<Ma ci sono, sono sempre dove dovrei essere. Nel posto peggiore>>

L'uomo continuò a gridare e Pietro sospirò, avanzò, ragionò come avrebbe fatto qualcun altro e non lui. Indovinate chi. <<Merita di morire, hai ragione ma potrebbe servirti. Ricordi? Potrebbe servirti per avere Strucker, se lo uccidi non avrai niente>>

Questo era un ragionamento che persino la sua versione vendicativa poteva capire, così mollò la presa ed egli crollò sul pavimento tossendo, la gola era nera e c'erano delle strane ustioni, tra lo scuro si vedeva la carne viva. Pietro si ricordò della prima volta che si erano conosciuti.
Yelena avanzò e la prese per le spalle, la guardò negli occhi brillanti<<Josie, per l'amor di Dio, torna in te. Va tutto bene>>

Ma il suo sguardo era duro, senza emozioni e Wanda fece un respiro pesante per la situazione. Era estenuante e con tutto questo caos non avevano potuto continuare a guardare i file dell'Hydra. Pietro superò Belova e girò verso di sé la sua ragazza, appoggiò le mani sul suo viso.

<<Josie, respira. Non hai fallito, anzi, hai vinto>>le disse dolcemente.<<Lo hai preso, hai fatto la cosa giusta>>>

Ella guardò Sharon arrestare Rollins, ignorando il fidanzato e poi alzò gli occhi, fu in quel momento che sentì qualcosa rompersi dentro di lei. Tutti seguirono il suo sguardo e videro Bucky con gli occhi spalancati.
Josie fece un passo indietro, respingendo Pietro e i suoi occhi tornarono blu, umani.
Fu come se il tempo si fosse fermato per entrambi ma fu anche come ricevere una bella mazzata in testa.
I ricordi della loro reazione erano contorti, è giusto che l'amore faccia anche male? Ella sbatté gli occhi e davanti a lei non c'era più l'immagine reale ma qualcosa che parve un allucinazione, no, era un ricordo.
La missione si chiamava Gelsomino, Josie si era preparata per settimane per la sua prima missione solitaria da Vedova Nera e manca poco al diploma.
La sua missione era sedurre uno scienziato americano, fargli dire tutto quello che sapeva ed era meglio non ucciderlo, ma se fosse accaduto i suoi superiori non lo avrebbero considerato un problema. Ci era riuscita, lo aveva rimorchiato fingendo di scontrarsi ed era anche di bell'aspetto ma un po' goffo. Insieme erano tornati nell'appartamento del venticinquenne e Josie, come al solito, sembrava più grande.
Lo aveva fatto bere ed erano finiti sopra il divano, lui guardava di sottecchi la gonna di velluto rosa aderente di lei, sopra portava una magliettina bianca dello stesso tessuto liscio ed aveva delle decolté ai piedi. Nessuno avrebbe mai pensato potesse essere un'assassina.
Lo scienziato era così intimidito dalla sua bellezza che credeva di aiutarla solo con il tacco rotto, non credeva ci fosse qualcosa di ricambiato e le raccontò di essere l'assistente di un grande scienziato che costruiva un reattore. In pratica aveva ottenuto tutte le informazioni necessarie e non si era neanche così tanto impegnata.

<<Non hai molto successo con le donne, dico bene?>>rise lei.

<<Buona intuizione>>mormorò imbarazzato.

La ragazza pensò di dargli un dono, tolse anche l'altra scarpa e poi si alzò, lui la guardava come si guarda una dea. Josie si mise a cavalcioni sopra di lui, era pronta a dargli un bacio quando lo vide paralizzarsi, abbassò gli occhi e vide un sedativo nel collo di lui. Egli chiuse gli occhi addormentato.
Molov sbuffò e si voltò verso la terrazza, il soldato entrò con passo silenzioso e abbassò la pistola.

<<Stai scherzando, vero? Mi hai seguita?!>>

J tolse la maschera dal viso e tirò indietro i capelli castani<<Lo rifarei, che cosa cazzo stavi facendo?>>

<<Avevo le informazioni e tu gli hai iniettato un sedativo per cavalli!>>urlò in russo.

Avanzò e si guardò intorno, era costoso come posto per un assistente<<Se avevi tutto perché gli eri sopra?>>

Avere tutto, quando mai aveva avuto tutto?

<<Non hai il diritto di stare qui, vattene>>disse seria.<<Se Ivan lo scopre..>>

Lui si girò a guardarla <<Sei davvero incazzata con me, è per quello che ho detto l'altra notte? Sul fatto che la gente muore se gli dici che l'ami?>>

Ella sistemò la gonna e la fondina sul coscia, era nervosa? Si, voleva fare il suo lavoro ma così non ci riusciva. Prese il bicchiere di vino e lo pulì da possibili tracce.<<Non mi rispondi neanche? Molto matura>>

<<Non ti devo nessuna risposta, J. Non sei più il mio allenatore, in effetti non sei nessuno>>

Andò verso la cucina quando lui la prese per un polso con con la mano di vibranio, la strinse e la tirò verso di sé. Con l'altro mano le tolse la parrucca biondo platino, i capelli rossi scesero ribelli sulla sua pelle, come gli piaceva. <<Stai mettendo il broncio, lo fai tutte le volte in cui ti senti respinta>>

<<Fottiti>>ringhiò dimenandosi dalla sua stretta ma senza riuscirci a pieno<<Lasciami! Non voglio che mi tocchi ne ora ne mai più!>>

I suoi occhi si fecero rossi ma lui non la mollò<<Non mi fai paura, Josephine>>

A quel punto lei lo spinse via con un'inaspettata forza, indietreggiò perdendo la presa<<Dovresti invece>>

Lui la guardò accigliato, sorpreso <<Non ti ho respinta, ho solo detto la verità delle cose>>

<<Verità delle cose? Tu non sai un cazzo della verità! Sei un soldato che non sa disubbidire, che non ha un passato, un nome o una coscienza! E si, forse non hai paura di me perché non hai un briciolo di umanità, di sentimento!>>gridò in collera<<Non è per questo che cerchi di sottomettermi? Perché vuoi tanto che io sia simile a te? Una persona senza anima?>>

<<Attaccarmi non cambierà le cose>>

<<No, infatti. Tu non sai cos'è un cambiamento, non cambierai mai, rimarrai lo stesso uomo che mi ha allenata per anni ad essere un mostro! Che restava con me per qualche mese e poi veniva ibernato, lasciandomi da sola. Sei lo stesso che non ha mosso un dito mentre mi mettevano quella roba in corpo! Perché a te non un frega un cazzo di nessuno!>>

<<Questo non è vero>>

Ad ella tremava la voce, era confusa<<Io ti odio!>>

<<Stronzate! Fino a ieri era pronta a dire di amarmi e ora mi odi! Sei incoerente>>

Lei gli voltò le spalle guardando fuori dalla vetrate<<Grandissimo figlio di puttana, ora la colpa è pure mia?!>>

<<Si, non devi permettere alle emozioni di farti perdere la razionalità!>>

Ella sospirò e abbassò gli occhi bagnati<<Le tue lezioni sono finite, dovresti tornare in Siberia, dai tuoi padroni>>

La guardò da dietro e la rabbia scomparve, fu amareggiato, colpito ed era nuovo<<Cosa?>>

<<Non ha senso continuare, tu-tu non sceglierai mai me>>

<<Non si tratta di scelte, Josephine>>disse piano.

Ella si voltò di scatto mostrando le lacrime, egli indietreggiò<<Si tratta solo di questo! Sono stanca, non lo vedi? Non lo senti? Voglio io qualcosa, voglio stare insieme a te! Per una volta nella mia vita può toccare a me avere qualcosa?! >>

<<Jospehine..>>

Ella scosse la testa piangendo, senza accorgersene esplosero dei bicchieri, poi il tavolino di vetro. <<Voglio noi! Ci meritiamo di più, ci meritiamo di vivere, basta rinunciare, nasconderci in camera o in una discoteca, esaudire i desideri di altri. Voglio io esaudire io il mio desiderio e sei tu, cazzo, siamo noi! Si tratta di scegliere liberamente di essere sinceri, di esserci quando è il momento e di scegliere di essere la casa dell'altro!>>

Lui rifletté e capì perché l'avesse ferita, conosceva Josie più di chiunque altro al mondo e ne fu spaventato.<<Non possiamo riavere quello che c'era prima?>>

<<Non si può andare indietro, solo in avanti, J>>scosse la testa, si asciugò gli occhi e calmò i battiti del proprio cuore, era pronta ad andare via.

<<Non so cosa sia una casa, Josephine>>sussurrò.

Ella fece un passo in avanti e si addolcì, mise un mano sulla sua guancia e gli occhi ghiaccio di lui si incatenarono a quelli oceano di lei. Le altre dita libere afferrarono quelle di metallo e le mise sul proprio petto, precisamente sul cuore e gli sorrise, un sorriso coraggioso e commosso <<Sarò io la tua casa>>

Josie e J erano perfetti soldati e probabilmente avrebbero dovuto stare lontani ma ogni volta che ci provavano finivano per tornare ancora più vicini, forse non conoscevano niente di migliore o forse erano migliori insieme.
Ma ora Josie aveva paura dei suoi sentimenti per lui, si risvegliò dal proprio ricordo grazie alla mano di Pietro sulla propria pancia, come a tirarla indietro.
Si domandò se una persona potesse essere ancora una casa per un'altra.
Poi la gabbia, che era in movimento, venne portata più indietro e scomparve dalla sua visuale.

<<Tutto okay, Fiamma?>>domandò Clint.

Lei tirò su il naso e si spostò da Pietro in mal modo, tanto che lui si sentì respinto di nuovo.
La ragazza ignorò i suoi compagni e si girò verso T'Challa<<Dobbiamo parlare, ora>>

<<Direi che è una buona idea>>acconsentì.

Gli altri rimasero fermi a guardarli, Sam fece un commento sarcastico e i due continuarono a camminare, Yelena la chiamò ma la sorella rossa non la degnò di risponderle. Entrarono in una stanza di vetro, a seguirli ci fu subito Steve e Natasha, persino Pietro e Wanda.
Non potevano sentire niente se non la porta che veniva sbattuta con forza una volta entrati da soli. Ma all'interno che cosa dicevano?
Lei camminava sugli stivali con rabbia mentre lui le dava le spalle<<Ora sei tu la Pantera Nera?>>

<<E' un onore che passa da guerriero a guerriero, sono anche il Re>>

<<Non ho intenzione di inginocchiarmi se è per questo che me lo stai dicendo>>

Lui si girò di scatto<<Tu lo conosci. Conosci l'assassino di mio padre! Conosci Barnes!>>

<<No!>>gridò fuori di sé.

<<Non imbrogliarmi, ho visto il modo in cui vi siete guardati>>

<<Io non conosco Bucky Barnes, conosco J>>disse con calma, sedendosi su una poltrona.

Le sue mani tramavano per la prima volta da quando era solo una bambina e le avevano dato una pistola.
Avere un'arma fra le dita la calmava, assurdo.

Inclinò la testa<<Che vuol dire?>>

<<Quando ero bambina ho preso parte segretamente a degli esperimenti dell'Hydra, credevo mi avessero dato dei poteri in base all'elemento del fuoco ma ho scoperto recentemente, così recentemente che la botta è ancora fresca, che non è stato vero, niente di quello. Sono nata così, sbagliata, loro mi hanno dato un siero per evolvermi, più di una dose ovviamente e ogni volta lo facevano prima che iniziassi ad avere emozioni forti. Manca una dose per la mia completa trasformazione ed è scomparsa a Lagos, l'Hydra non ce l'ha e nemmeno noi, sono preoccupata che chiunque l'abbia mi trovi. Il dolore fisico è insopportabile, è come morire per poi rinascere. A farmi accettare quegli esperimenti, ad accompagnarmi alle somministrazioni, a stare al mio fianco per tanti anni è stato un giovane uomo, il mio mentore, il mio allenatore e poi l'uomo che ho amato di più al mondo, J. Perciò l'uomo che hai cercato di uccidere per me non è Barnes, non è il Soldato d'Inverno, per me é il mio J>>

Dirlo ad alta voce, dopo tre giorni a non osare parlarne sapeva essere massacrante. Non era certamente qualcosa di semplice ma per la seconda volta era più facile parlare con uno sconosciuto che con la sua squadra, figuriamoci con le sue sorelle o Pietro.
Il re sospirò <<Eri giovane, ti ha ingannata>>

Ma lei non si sentiva ingannata<<Non sono qui per parlare a cuore aperto, onestamente mi sono stufata di tutta questa emotività umana. Voglio solo che tu sappia che sono d'accordo con l'uccidere chi ha ucciso tuo padre ma il fatto è che non è stato J>>

<<Stronzate, le foto..>>

<<Sono sicura che non sia stato lui, T'Challa.>>si alzò e andò davanti a lui, gli altri li guardavano di sottecchi fuori.

<<Come?>>

<<Non lo faccio per difenderlo, lui mi ha abbandonata come tutti nella mia vita, lo sto facendo per te, sia chiaro>>mormorò mettendo una mano sul suo cuore, egli non si mosse<<J non può aver fatto saltare quel palazzo per tre ragioni. La prima è che non ama gli esplosivi, quando deve uccidere da solo, non lo fa mai con una bomba, lo definisce troppo semplice, impersonale e non va matto per le bombe visto che una volta ci è finito sotto. Secondo, non era sotto il controllo dell'Hydra perché, a quanto pare è il Soldato d'Inverno, ed è fuggito dall'Hydra nel 2014. Perciò che interesse poteva avere? Terzo, se hai visto davvero come mi ha guardata allora sai anche che non farebbe mai esplodere una bomba dove ci sono io. Questo lo so per certo.>>

Lui sospirò, aveva senso, molto senso ma questo lo scombussolava. Ella tolse la mano dal suo petto e alzò il viso verso la vetrata, uscì lasciandolo solo con i suoi dubbi.
Pietro la guardò con disappunto, non gli piaceva come stavano andando le cose.
Le si avvicinò e i due si guardano negli occhi, Steve si sentì improvvisamente a disagio e fece cenno a Sam e a Nat di seguirlo verso la stanza operativa dove vi era Stark.

<<Non voglio parlarne>>gli disse Josie<<Voglio solo quella cosa che i civili fanno, sai, abbracciarsi>>

Pietro fece un respiro di sollievo e allungò le braccia, indossava una maglia grigia con sopra una camicia di jeans leggera, la strinse a sé più forte che poteva e le baciò i capelli. Stettero così per svariati minuti, ne avevano entrambi bisogno ma la mente di Josie si sentiva traditrice, perché si domandò come sarebbe stato farsi stringere ancora una volta da un braccio di vibranio.
Poi Yelena disse che il Segretario Ross si era arreso e non aveva problemi a farla restare, anche se non conosceva la verità.
Mano nella mano andarono verso la grande stanza, la Task Force lavorava senza sosta davanti a molti computer e in mezzo c'era una camera di vetro, un tavolo e molte sedie.

<<Peperoncino! So che hai fatto fuoco e fiamme>>mormorò Tony arrivando.

<<Non sei divertente>>alzò le sopracciglia Thor<<Stai bene, Fanciulla?>>

<<Sta molto peggio l'altro. Quando è ora di eliminarlo fatemi uno squillo, non mi piace avere un assassinio da fare in sospeso>>

<<Allora, conseguenze?>>chiese Yelena cambiando argomento.

<<Tu sei salva per adesso, avevi firmato gli Accordi ma Wilson e Cap no, sono stati denunciati per aver salvato Barnes>>aggiunse Rhodes contrariato.

<<Le nostre cose?>>chiese preoccupato Sam.

<<Sono state riprese, dopotutto sono proprietà del governo ma avrete le ricevute>>annuì Bruce appoggiato al vetro.

<<Sei di ghiaccio>>

<<Quello è il campo di Steve>>ridacchiò Clint.

<<E' vetro antiproiettile, giusto?>>domandò Josie ad un tratto, dal nulla<<Pavimento rinforzato, la sala è per me o Mister Verde?>>

<<Non sapevano neanche che saresti venuta>>alzò le spalle Wanda confusa.

<<Infatti spezzerai il cuore di Visione quando capirà che non eri a casa a dormire>>commentò sarcastico Pietro.

Josie guardò con attenzione Tony, ignorando tutti<<E' per me, Ross sapeva che sarei venuta>>

<<Ho firmato quegli Accordi per te, per la promessa che ti ho fatto. Per non farti rinchiudere, lo sai ma le persone hanno troppa paura di te. Vorrei parlare con Cap da solo, ora. Smammate>>

Tutti annuirono e li lasciarono soli, Josie entrò nella sua gabbia di vetro e si sedette di fianco a Wanda, Pietro le tenne la mano sull'altra poltrona. Entrambi gli uomini si girarono verso i tre ma gli occhi erano puntati verso la bella ragazza.

<<Ho bisogno che smetti di fare i capricci, se tieni a Josie come hai dimostrato devi firmare e con te anche gli altri. >>

<<Cosa ti fa pensare che mi seguirebbero?>>

<<Yelena ha firmato ma sei riuscito a convincerla a unirti a te stamattina. Mi credi stupido? So bene che Sharon Carter ti passa le informazioni, lo sappiamo tutti ma qui la questione si complica. Josie e il tuo Bucky, loro due sono gli assassini più grandi della storia dell'Hydra, insieme sono inarrestabili e sappiamo entrambi che quei due nascondono qualcosa. Josie non è più la stessa da quando il siero è scomparso e lui? Se fossi Saetta mi preoccuperei di perdere la mia ragazza>>

<<Non hai continuato a guardare i file?>>lo ignorò.

<<Non ho il coraggio di farlo, al momento se ne occupa Visione ma ho paura di sapere altre cose che mi spaventeranno. Ora che sappiamo chi l'ha cresciuta e sedotta, possiamo dire che troveremo di peggio>>

<<Non dire così. Josie ha anche detto che tenevano l'uno all'altra, erano uniti e hanno avuto una storia, doveva essere reale.>>

<<Questo non cambia le cose, gli Accordi ci sono ancora e voi dovete firmarli per lei>>

<<Di che stai parlando? Credevo fosse per tutti noi>>

<<Lo era fino a cinque minuti fa, quando Ross ha scoperto che è evasa più volte dalla nostra base di nascosto e che ora ha attaccato dei soldati qui, sapeva che sarebbe venuta ma non chiedermi come. Forse sa di lei e Barnes, non ne ho la minima idea. >> raccontò serio<<Mi ha minacciato, Steve, ha detto che se anche solo uno di noi non firma provvederà a sistemare il vero problema. Rinchiuderà Josie da qualche parte sotto l'oceano e chi aprirà bocca andrà con lei. Noi abbiamo visto di cosa è capace quando  perde il controllo o quando cede al sadismo>>

<<Non ti sei chiesto perché lo perde? Non è da Josie lasciarsi andare, odia le emozioni, hai visto cos'è successo quando ha riconosciuto Buck. Se firmiamo non possiamo proteggerla, se vedo una situazione in rovina non posso rimanere fermo, vorrei ma non ci riesco. Se la cosa con Bucky mi ha, Dio, attonito, sconvolto e vorrei che non fosse vero? Si, senza dubbio ma io conosco entrambi. Josie non è una persona cattiva, ha solo avuto una cattiva vita, credo che sia a pezzi e non voglia dire il perché>>

<<Se firmi abbiamo tempo, tempo per stare insieme. Dimmi una cosa, Capitano, lei non ha forse trasgredito degli ordini per venire al funerale di Carter?>>domandò, l'altro fece una smorfia sorpresa e continuò a guardare la rossa, che si era spostata dalla presa di Pietro<<Sì, non si è tradita con il jet che ha rubato, le hanno scattato una foto fuori dalla chiesa e poi sei uscito tu. Lei c'è stata per te, anche se questo le è terribilmente difficile visto come l'hanno cresciuta, ma c'è stata. Tu ci sei per lei ora?>>

Rogers stava per aprire bocca quando arrivò Natasha, era visibilmente preoccupata per la sorella<<Hanno chiamato un dottore, l'interrogatorio inizia per Barnes>>

<<Molov non deve ascoltare, fate uscire i gemelli>>parlò qualcuno dietro di loro, Sharon.

Yelena, che aveva sentito tutto alzò gli occhi al cielo, entrò nella stanza e fece cenno ai Maximoff di parlare fuori. Josie tornò a sedersi da sola e i gemelli andarono con tutti gli altri fuori, davanti ai molti schermi. Era ingiusto che loro ne avessero il permesso e lei no.
Bucky era nella sua gabbia personale e non faceva che pensare, il dottore si sedette davanti a lui, aveva i capelli castani e degli occhiali neri finti, il suo accento però pareva sokoviano. Dalla telecamere non si vedeva il volto, era strano in effetti.

<<Salve, Signor Barnes. Sono stato mandato dalle Nazioni Unite per valutarla. Il suo nome di battesimo è James?>>

<<Bucky, mi chiamo Bucky. >>lo corresse affaticato, dalla telecamere Steve trattenne il fiato e vedeva quanto fosse provato ed era così. La sua mente era dedita solo ad una donna.

<<Bucky, nome interessante, quanto ci ha messo a ricordarlo? Molto tempo immagino, ora ricorda tutto?>>

<<Non voglio parlare dei miei ricordi>>

<<Non dobbiamo parlare di tutti i ricordi, no, dobbiamo parlare solo di quelli più importanti, gli unici di luce negli ultimi cinquant'anni di buio>>

<<Perché?>>

Josie aveva gli occhi chiusi, sentiva qualcosa di strano, come se nell'aria ci fosse un odore che conosceva, un odore che non riusciva a decifrare. Si sentiva come una drogata che riconosce la sua droga preferita, ma di quale droga parlo? Improvvisamente lo schermo al lato della stanza si accese e sentì la voce di J, alzò il viso e vide Wanda farle l'occhiolino. Erano sempre complici.

Ella si alzò e guardò il capo dell'uomo, del dottore<<Parliamo della sua casa. Non di Brooklyn, neanche della Siberia, parlo della sua vera casa>>

Josie spalancò la bocca, fu in quel momento che si sentì tradita come non mai. Si era fidata di lui e invece la stava fregando, lei gli aveva parlato di quella loro frase.
La voce apparteneva ad Helmut.
Corse verso la porta della sala di vetro ma quella non si aprì, sbatté sopra le mani e ad un tratto finì per volare indietro, cadde sulle poltrone. Tutti all'esterno si girarono e Pietro con la sua velocità andò alla porta ma ci sbatté contro, non si apriva proprio.

<<Josie, che c'é?!>>urlò Natasha.

Si rialzò e si voltò verso il gruppo. Ella urlava ma nessuno di loro la sentiva, era un vero incubo, era insonorizzata. Era molto strano.

<<Che sta succedendo?>>domandò Tony, chiamò Friday.

Era confusa e infatti mise una mano sul cuore, tutto le fu chiaro. Sharon indietreggiò, lei aveva chiuso le porte e non le avrebbe riaperte, aveva degli ordini da Ross e Josie lo capì.
Perciò fece qualcosa, attivò i suoi poteri, le pupille rosse e puntò la mano sul vetro. Iniziò ad incidere con il fuoco delle lettere ma era doloroso visto che c'era un campo elettrico a darle spesso la scossa.

<<Che cosa sta scrivendo?!>>mormorò Clint.

Steve avanzò e poi la vide indicare lo schermo da dove lei guardava, la parola era semplice "TRAPPOLA".

<<E' una trappola!>>urlò Banner.

Ma era troppo tardi, all'improvviso tutte le luci di spensero e così anche le telecamere. Josie aveva ragione, Helmut aveva fatto catturare Bucky apposta ma perché usare lei? Questo non aveva senso.

Intanto dentro la gabbia J rimase al buio <<Chi sei tu?>>

<<Il mio nome è Helmut Zemo>>disse alzandosi, aveva tra le mani un libro rosso e Barnes lo riconobbe<<Voglio vendetta ma voglio anche un'altra cosa, voglio che lei sia libera. La tua forte Josephine non sta bene>>

<<Come la conosci?>>

<<Siamo amici, per così dire. Volevo solo rovesciare un impero e poi lei... lei ha cambiato qualcosa in me, voglio ancora vendetta ma anche per lei. Dopo quello che le avete fatto merita il vero potere>>mormorò<<Lei sa come è nata ma non vuole crederci, perciò dovrò cercare di farglielo capire>>

<<Stai lontano da lei!>>urlò.

<<Tranquillo, per adesso mi basta che tu le sia vicino>>

Zemo iniziò a leggere delle parole russe e James urlava, urlava disperato cercando di liberarsi con tutta la sua forza sovrumana. Ci riuscì, uscì dalla gabbia con un tonfo ma ormai era troppo tardi, ancora una volta. Il Soldato D'inverno era tornato, niente emozioni, niente ricordi, solo una macchina da guerra come Fire Death. Non era più Bucky e neanche J.

<<Buongiorno, Soldato>>

<<Pronto ad ubbidire>>

<<Molto bene>>sorrise, andò davanti alla valigetta e l'aprì<<Dovrai fare una cosa per me>>

Al piano di sopra Steve, Sam, Sharon e Clint corsero ai piani inferiori, pronti a lottare. Josie sapeva che cosa sarebbe successo, era agitata, nervosa, terrorizzata. Non aveva voluto crederci ma ora capiva dove era finito il suo siero, Helmut le aveva promesso che di renderla più forte contro le emozioni e ora sapeva come.
Thor si avvicinò al vetro, la guardò rompere metà del tavolo con furia, poi appoggiare le mani sopra per incidere con il fuoco altro. Richiamò gli altri e Yelena fu la prima a vedere il messaggio dopo. "VUOLE ME, HA IL SIERO"

<< Yelena, Wanda, Rhodes, Thor, Bruce, andate a portare fuori i civili>>disse Natasha<<Se tutto va bene Bucky non dovrebbe arrivare a lei>>

<<Non le accadrà niente>>promise Tony, gli altri annuirono e Wanda fece un cenno alla sua migliore amica.

Zemo era riuscito a scappare e il combattimento, ahimè, era iniziato nei peggiori dei modi. Per prima cosa Sharon cadde giù dalle scale dopo che James la spinse, Clint sbagliò mira tre volte con le sue frecce, il soldato era veloce ed insensibile al dolore.
Steve lo attaccò più che poté, le loro potenze non erano tanto diverse e ad aiutarlo ci provò anche Sam, che anche senza ali era bravo in combattimento, eppure egli finì per cadere nella tromba dell'ascensore. Improvvisamente entrò nel lotta anche T'Challa, non aveva la tuta di vibranio ma non se la cavava per niente male, anzi, riuscì a a tenerlo a bada per qualche minuto. Clint ferì con una freccia la spalla di Bucky ma egli tose l'arma dalla carne e la lanciò a terra, non provava niente, come una volta Josie.
Poi prese Rogers e lo lanciò contro un pezzo di metallo, la porta di un garage distrutta. T'Challa lo aggredì nuovamente e finirono per azzuffarsi a terra, lo spinse con i piedi e lo buttò in un'altra camera.
Josie si girò con orrore e lo vide, J era proprio li a guardarla e non c'era emozione nei suoi occhi.
Steve gli arrivò dietro e provò a colpirlo mentre Natasha correva e lo afferrava con le cosce sul collo, lo buttò a terra con fatica.

<<Potresti almeno riconoscermi come soldato, mi hai sparato due anni fa!>>

Josie urlò e mise le mani sulla testa, le doleva così tanto, sentiva di poter morire. Stava avendo una crisi emotiva a causa di quella droga e del dolore, gli occhi erano pieni di lacrime e tutto era diventato assordante, sentiva ogni cosa e non poteva gestirlo.
Aveva la mano di metallo intorno alla sua gola e arrivò Tony, lo colpì con una guanto di metallo e lo fece sbattere contro un muro. Pietro non ne poté più, con velocità gli diede un pugno sul viso e lo fece cadere all'indietro.
Tutti si misero davanti a lui, non si sarebbero arresi e James, con il sangue che scendeva da un taglio sul sopracciglio destro si rialzò, per niente stanco.
Ecco il momento, il momento in cui ella smise momentaneamente di essere quello che gli altri volevano che fosse. Il dolore era così opprimente che ne era esausta, non si trattava di controllo, né di potere, si trattava di riavere indietro la sua vita.
Tirò un urlo, un urlo che non pareva umano e gettò le mani ai suoi lati, si concentrò e tutti si voltarono fermandosi. I vetri tremarono con furore fino a scoppiare, i pezzi andarono dappertutto sul pavimento e lei ne era il centro ma soprattutto, a causa della sua forza, tutti gli altri erano erano finiti a terra.
Pietro si girò sul fianco e la guardò, con le guance bagnate dalla lacrime, scendere dai gradini con classe e calma.
Bucky si alzò subito e quando Steve ci provò lei mosse una mano facendo ricadere a terra, era di una bellezza onnipotente.

<<Sono io, J. Sono la tua Josephine.>>sussurrò con voce spezzata, gli occhi stanchi ma umani. Lui fece un passo in avanti, camminò lentamente verso di lei<<Tu sai tutto sul mio lato peggiore e hai avuto sempre paura di quello migliore. Te lo ricordi? Mi conosci meglio di chiunque. Ti ricordi che eravamo noi due contro l'universo? Non eri solo il mio allenatore, mi hai insegnato a sopravvivere a qualunque sofferenza ma non a questo mondo senza di te. Perciò torna da me, J, perché dobbiamo stare insieme. Tu sei la mia casa ed io...io sono sempre stata la tua. Tocca a noi essere felici, okay? È il nostro turno, possiamo farlo>>

James si avvicinò così tanto da arrivare a sfiorarle le ginocchia con le proprie, il suo profumo era ancora il suo e i suoi lineamenti non erano cambiati di un giorno.
Pietro avrebbe voluto tanto non vedere, strinse i pugni e provò a credere che fosse solo una strategia, ma non lo era.
J alzò una mano, quella umana e l'appoggiò sulla sua guancia bagnata, ella sorrise di felicità pura, era ovvio che lo amasse ancora.
Lo capivano tutti.
Eglì sentì il calore della sua pelle e fece qualcosa che non poté spiegarsi, come Soldato.
La baciò, la baciò davanti a tutti.
Inizialmente ella non rispose al bacio, perché le sue labbra non era morbide e dolci come quelle di Pietro, erano vissute e passionali ma erano ancora le sue, lo sarebbero sempre state.
Fu un bacio che non seppe di addio ma di qualcosa che ella riconobbe solo in un momento dopo, fu come se non fosse davvero il suo J, come se la stesse avvertendo di cosa avrebbe fatto il Soldato.
Nello stesso istante in cui fece per staccarsi sentì un dolore nitido sul petto.
Gemette e poi ansimò, si staccò e guardò con gli occhi pieni di lacrime il Soldato d'Inverno.
Non riusciva a respirare, così abbassò le lunghe ciglia e vide con orrore la siringa di piombo sul suo cuore, il contenuto oro era sparito. Egli lo estrasse velocemente.
Josie mosse una mano senza pensare e lo spinse via con un'energia scura.
Fu in quel momento che gli altri videro il siero in mano del soldato.
Ella lo guardò ancora e cadde all'indietro, sul pezzo ancora intatto del tavolo.

<<Josie!>>esclamò Pietro.

Gli Avengers si rialzarono e spinsero Barnes verso la console, Maximoff non era mai stato così in collera e lo aggredì con furia.
Solo una persona non partecipò al conflitto.
T'Challa andò da Josie, che aveva gli occhi spalancati e arancioni, c'erano delle crepe sul viso e sulle mani, sentiva il suo dolore ma pareva non riuscire a urlare o a muoversi.
Non aveva mai visto niente di simile.
Poi alzò il viso verso i combattenti, nessuno di loro si era preoccupato di salvarla.

<<Mi prendo io cura di te>>promise.

Il Re la sollevò da terra approfittando della distrazione che gli altri avevano e fece come aveva detto, la portò lontano da loro.

ANGOLO AUTRICE

E' un capitolo molto lungo, ne sono a conoscenza ma dividerlo non avrebbe reso l'idea e avrebbe spezzato la magia delle parole. Ci sono stati vari colpi di scena e vari avvenimenti, sicuramente molti da commentare o per cui imprecare!
So che è uno dei miei capitoli più lunghi, 6095 parole e spero vi sia piaciuto.
Un bacio, miei Peperoncini!

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