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Capitolo 18

Controllo, in russo si scrive контроль ma la pronuncia è molto simile a come siamo abituati a sentirlo.
Josie conosceva molto bene quella parola, nella Stanza Rossa le urlavano sempre la stessa cosa, mentre era senza fiato, mentre la picchiavano, durante una missione.
Una Vedova Nera deve avere sempre il controllo, persino l'Hydra parlava di controllare gli altri ma non sé stessi.
Due realtà molto diverse per una sola persona.
Avere i ricordi non le era stato d'aiuto, come poteva esserlo? Ogni volta che si fermava per pensare i flash le colpivano la mente, il volto di J, sua madre, le missioni, il suo ghigno sadico dopo aver ucciso. Si domandava spesso come potesse essere cambiata così in fretta.
Essere un Avenger voleva dire non uccidere ma sentiva il controllo quando lo faceva, sentiva il controllo quando espandeva i suoi poteri e le piaceva, perché nella Stanza Rossa questo non accadeva? Cosa le aveva causato un tale cambiamento?
Non lo avrebbe mai detto ad alta voce, non poteva certo spaventare i suoi compagni di squadra.
Ella indossava dei leggings bianchi aderenti e un top dello stesso colore, i capelli rossi erano mossi e sparsi sulle spalle.
Il suo corpo era sudato, esausto, desideroso di riposare non per ore ma anni.

<<Non ti stai impegnando>> la sgridò Wanda.

Erano passati tre mesi dalla grande festa, Tony ne aveva organizzate altre ma lei aveva sempre evitato di andarci troppo.
Forse per il timore d'incontrare ancora quello sconosciuto, l'uomo che sapeva molto più di quanto Josie potesse immaginare.
In quei mesi aveva cambiato programma, ora doveva imparare ad essere un Avenger, doveva smettere di giocare con i nemici e qualcosa in lei era diverso, non era più tanto sicura di sé.
Ogni giorno si allenava con un vendicatore diverso o almeno ci provava, Thor tornava ogni due settimane da Asgard, Clint passava molto più tempo con la famiglia e tornava raramente.
Banner non si allenava fisicamente, insegnava a Josie molto sulle radiazioni, sulla scienza o medicina.
Quindi in pratica si allenava con Wanda, Pietro, Nat, Steve e occasionalmente con Tony o Rhodes.
Tony non lo avrebbe mai ammesso, ma non amava farsi bruciare l'armatura. Erano perlopiù compagni di bevute, affari.
E Visione? Nessuno voleva sfidare Visione e Josie non voleva avvicinarsi troppo alla gemma.
Wanda era la peggiore, con tutti gli altri se la cavava ma la gemella era davvero ingestibile. Josie avrebbe potuto batterla ma solo in un modo, uccidendola e quindi non poteva reagire sul serio, ed era così che le faceva il culo a strisce.
Il fatto era che Molov teneva davvero tanto alla gemella, parlavano per ore la notte, si capivano con uno sguardo, erano realmente legate. Era la prima amica per la russa.

<<Certo che mi sto impegnando, sei tu che continui imperterrita a farmi sanguinare il cervello>>

Josie poteva battere in un istante la telecinesi, poiché era un potere che possedeva anche lei, persino le scariche di potere ma non poteva buttarla fuori dalla sua testa, la telepatia era nuova.

<<Sei nervosa per tua sorella?>>

<<Nat non c'entra niente>>ribatté pulendosi la fronte dal sudore.

<<Parlavo di Yelena, Clint non l'ha ancora trovata e ci lavora da cinque mesi. Nat partierà per aiutarlo>>

<<È una vedova nera, sappiamo come scomparire>>la giustificò.

<<Ma ora sa che sei viva, perché non tornare?>>

<<Wanda, Cristo, puoi non infierire?>>

<<Va bene>>si limitò a dire guardando fuori dalla palestrina di vetro rinforzato, c'erano degli spettatori.<<Voglio solo dirti che lo sai che puoi dirmi cosa provi>>

<<Lo so, noi possiamo dirci tutto>>le sorrise dolcemente.<<È solo nuovo, devo adattarmi>>

<<Scusa>>

<<Non fa niente>>

<<Non per quello>>

Improvvisamente Wanda l'attaccò, mosse mani e attivò il collegamento per entrare nella sua testa.
Josie urlò dal dolore, tenendo le mani sulle orecchie, sentiva come dei coltelli pronti a toglierle via tutto e per questo cadde in ginocchio.
Maximoff vide nuovamente il volto di J ma decisamente sfuocato, poi una donna rossa che abbandonava Josie, delle vittime a terra e una bambina uccidere qualcuno.
Quella bambina era proprio Josie. Andò più in profondo mentre le grida aumentavano, gli altri Avengers fuori avanzarono sconvolti.

<<Basta! Le stai facendo del male!>> gridò Steve.

Ma Wanda voleva sapere di più, c'era qualcosa che non tornava nella versione dei fatti che Josephine aveva raccontato loro.
Quando Visione le aveva ridato i ricordi non aveva mica guardato quali fossero ma ora voleva averlo fatto.
Doveva aiutarla.
Apparve un uomo dalle pupille gialle, poi un bacio tra l'allenatore e l'alunna, una ragazzina che si tuffa davanti ad un'altra prendendo un proiettile...ed eccola.
Josie tirò un urlo nel ricordo e una fiammata travolse i soldati, divennero cadaveri neri ma la cosa per cui si spaventò Maximoff fu il viso di lei, Josephine era affascinata da ciò che aveva fatto.
Per questo motivo nella realtà indietreggiò terrorizzata, con orrore evidente e  Molov riprese il controllo.
Allungo le braccia verso il pavimento e tirò un urlo attivando le pupille rosse, nello stesso istante un' onda di calore energetica travolse tutti, pareva una scintilla.
Il corpo di Wanda volò contro le vetrate rompendole, non per il suo peso ma per il potere dell'altra.
Quando tutto finì, anche gli altri erano a terra tra i pezzi di vetro e Pietro si era tagliato sulla fronte, finalmente Josie smise di provare dolore e si accasciò sulle proprie ginocchia tornando interamente umana.
Le bruciavano le mani, questo andava oltre il potere del fuoco. Si stava evolvendo.
Natasha si alzò a fatica mentre la sorella rimaneva a fissarli, si odiò per aver perso il controllo, per aver reagito quando si era ripromessa di non farlo.
Quando vide la ferita di Pietro ella mise una mano sulle proprie labbra.
Era stata lei, gli aveva fatto del male come avrebbe fatto la vecchia Josie.
Wanda, affaticata, seguì il suo sguardo e scosse la testa.

<<Va tutto bene, non è successo niente>>la rassicurò come solo una migliore amica può fare.

Visione volò verso di lei, preoccupato, ma non ci fu niente da fare, Josephine scappò fuori dalla vetrata, dalla parte opposta di tutti loro. Non perché fosse ferita ma perché era nuovo per lei perdere il controllo, non se lo perdonava.

<<Josie!>>urlò Nat pronta ad inseguirla.

<<No>>la fermo Wanda tenendosi la testa, era pallida per lo sforzo evidente.

Pietro l' aiutò a farla alzare, le girava la testa e dovette tenersi al gemello, che fingeva di non provare dolore, in realtà egli avrebbe voluto correre dalla russa.

<<Cosa vuol dire no? È colpa tua, come hai potuto aggredirla in quel modo?!>> esclamò furiosa Romanoff.

<<Calmati, Vedova>>la prese per un gomito Tony.

<<Calmarmi?!>>

<<Ho dovuto farlo>>

<<Che diamine vuol dire che hai dovuto farlo?>>si pulì i vestiti dai vetri Steve.

<<Credo che Josie abbia dei problemi>>

<<Sei tu il suo problema ora, ragazzina>> affermò Rhodes.

<<Sono seria!>>esclamo, tutti la presero molto sul serio<<Ho visto delle cose...cose terrificanti>>

<<Cosa vuol dire terrificanti?>> mormorò Bruce.<<Ricordi?>>

<<Il potere che ha dentro di lei, non può essere estraneo alla sua natura. Se fosse così sarebbero ben divisi, la sua umanità non avrebbe a che fare con ciò che ha fatto. Ho scavato più che ho potuto, non mi permetteva di guardare troppo>>

<<Hai visto la Stanza Rossa, tutto qui>>borbottò Nat, non sarebbe rimasta lì neanche un minuto di più e per questo entrò nella saletta. Prese una felpa, la pulì dal vetro e corse da dove era scappata la sorella.

Ma Wanda rimase lì, immobile e Pietro la conosceva meglio di chiunque altro, solo un'altra volta era rimasta così sconvolta, quando aveva toccato la culla di Ultron.

<<Dimmi, che cosa hai visto per davvero?>>

<<Credi che ci sia un motivo se quei documenti sono coperti di nero, se ci sono tanti codici>> parlò Tony<<Non è così?>>

<<Penso che La Stanza Rossa e l'Hydra non siano i fautori del suo potere>>

<<È impossibile, hanno fatto degli esperimenti su di lei, ne abbiamo le prove. Com'è successo a Bucky>> sottolineò Steve.

<<E se non le avessero dato quelle fiale, quelle di cui Josie ha paura, per darle il potere?>>fece una smorfia Banner.

<<Intendi per accendere le sue capacità?>> domandò Pietro.

<<Non avrebbe senso>> commentò Stark guardando la palestra<< ha distrutto anche questa zona, che palle, odio i lavori di ristrutturazione settimanali>>

<<Dovremmo chiamare Thor, lui sa molto su queste cose divine>>alzò le spalle Rhodey ignorandolo.

<<Se la signorina Natasha scoprisse che stiamo indagando sulle origini di sua sorella non ne sarebbe contenta>> parlò Visione.

<<Allora non dovrà saperlo>> annunciò Wanda<<Non ve lo direi se non fossi sicura che qualcosa non va, dobbiamo aiutarla>>

<<Lo facciamo per il suo bene>>si convinse Pietro<<Ma come facciamo?>>

<<Per prima cosa codificheremo quei documenti, sicuramente saranno criptati ma insieme a Friday e Visione posso bypassarli>>mormorò Stark deciso, in realtà gli piaceva lavorare.<<Ma ci vorranno settimane>>

<<Qualcuno deve distrarle, ci penso io a Josie e voi a Romanoff>>continuò Saetta. <<Ma i documenti non possono dirci tutto>>

<<Ma i ricordi sì>>capì Steve<<Wanda dovrà fare un Identikit di tutto quello che ha visto, io disegnerò>>

<<Sai disegnate, Cap?>>rise Tony.

<<Sì, piantala. Cosi troveremo i posti e le persone, infine parlerò con Barton per vedere se ha novità su Yelena. Lei dovrebbe essere corsa qui sapendo che è viva, perché non farlo?>>

<<Magari sa qualcosa>>annuì Rhodes<<Parlerò con Barton prima che Nat parta con lui>>

Improvvisamente qualcuno iniziò a correre verso di loro e così si voltarono, ma ciò che videro era solo Natasha in mezzo ai vetri. La sua espressione era come paralizzata.

<<Se n'è andata>>

<<Cosa?!>>esclamò Banner sistemandosi gli occhiali.

<<Merda>>sbuffò Stark.

<<Io-Io..>>

<<Tranquilla, Nat. Cos'è successo?>> domandò Steve avvicinandosi.

<<Le sono corsa dietro>>mormorò, era in panico e non era facile vederla in tale condizione<<È volata via>>

Rimasero tutti in silenzio, in quei mesi Josie aveva fatto di tutto per sembrare una persona equilibrata, non li aveva delusi e sembrava completamente diversa da quella che avevano incontrato nella base Hydra.
Eppure ho detto "Sembrava", forse non era quello che mostrava, quando mai siamo ciò che mostriamo di essere al 100 %?

<<Andiamo a cercarla>>commentò Pietro.

Erano passate tre ore da quando Josie se ne era andata, dove pensate fosse?
Era a New York, per niente lontano dalla base, non era scappata via, era solo andata a farsi un giro per evitare di scoppiare.
È brutto scappare sempre per paura di esplodere, essere una bomba orologeria.
Vestita in quel modo era inappropriata vista la stagione invernale, il periodo natalizio rendeva NY straordinaria.
La gente camminava sui grandi marciapiedi innevati, parlando di compere, regali per Natale e Josie, tutta sola, con indosso solo una tuta scoperta fingeva di essere una runner.
I capelli lunghi mossi saltavano da tutte le parti durante la sua corsa, nessuno la riconosceva.
Improvvisamente si fermò davanti ad un negozio di giocattoli, non sapeva neanche dove si trovasse con esattezza.
Nella grande vetrina si vedevano i tantissimi clienti divertiti, i bambini che ridevano e Josie fu triste, lei non era mai stata come loro.
Poi abbassò gli occhi e vide con sorpresa i giocattoli esposti, gli Avengers.
Erano bambole, c'era Cap, Iron man, Thor, Natalia, Occhio di Falco e Hulk ma non solo, c'era una versione di Pietro con i capelli bianchi, Wanda era vestita di rosso e poi eccola lì.
C'era la sua bambola, ma erano così diverse.
Ella aveva i capelli rossi come Nat ma molto più lunghi, vestiva con una tuta grigia e il viso sorrideva. Non si ricordava di aver mostrato un sorriso durante la battaglia con Ultron.
Provò orrore verso sé stessa, non era una giocattolo, era una persona.

<<Mamma, io voglio lei>>

Josie si voltò e notò una bambina di circa sei anni, aveva dei capelli biondi raccolti in due codini alti, molte lentiggini sul viso e gli occhi azzurri.
Le ricordò Yelena. Era adorabile e sua madre era bellissima, identiche e dolci.
Le invidiò, perché non ricordava più il volto di sua madre o la sua voce, li aveva rimossi apposta.

<<Lei chi? Ora sono tre donne, un bel passo per il femminismo>>rise da sola.

Josie abbassò gli occhi per non farsi notare, ma era difficile non notare una donna con indosso un top e leggings bianchi sotto quelle temperature. Si rabbrividiva.

<<Voglio lei>>indicò la bambina, il suo dito finì sulla bambola di Josie.

Rimase come paralizzata ma la madre rise << Lei piace anche a me, lo sai? Ha salvato tutti noi sacrificando quasi la sua vita, è molto coraggiosa>>

<<Mamma, sarò anch'io così coraggiosa?>>

<<Spero proprio di no, amore mio ma forse, nella vita, ci vuole un pizzico di coraggio. Perciò esistono loro, quelle persone ne hanno così tanto per tutti noi, persino questa nuova eroina. Lei ha avuto coraggio per noi due, per tutte le bambine come te e per tutte le donne come un giorno tu sarai>>

La bambina rise con gioia e tirò la madre dentro il negozio, Josie rimase ancora lì per svariati minuti, il cuore le batteva forte ma non pianse come una persona normale avrebbe fatto. Non avrebbe mai permesso a se stessa di essere debole.
Era questo che la gente pensava di lei?
Ad un tratto, dal riflesso della vetrina, vide un grandissimo albero poco distante, fece una smorfia, sapeva esattamente dov'era.
Era a Rockefeller Center, vedeva le bandiere alte e così iniziò a correre nuovamente, faceva così freddo che il suo respiro formava una nuvola bianca.
The Rink, così si chiama la Pista di pattinaggio a Rockefeller Celler.
L'albero acceso era straordinario, non che Josie non ne avesse mai visto uno ma in vita sua non aveva mai festeggiato il Natale, non per come lo si intende tradizionalmente.
C'erano abbastanza persone che pattinavano, che guardavano o ridevano in quel luogo magico.
Qualcosa la spinse a non rimanere a guardare, perciò scese la scalinata verso la biglietteria, avrebbe pattinato.

Intanto gli Avengers alla base stavano andando fuori di testa, sul serio.
Per evitare problemi avevano chiesto a Josie di non uscire mai dalla base se non accompagnata o per le missioni, avevano paura che facesse del male a qualcuno e questo l'aveva infastidita.
Tony era attaccato ai computer cercando nel software mondiale, l'avrebbe trovata e poi le avrebbero fatto una ramanzina micidiale.

<<È tutta colpa tua, Wanda!>>esclamò di colpa Natasha, tutti si girarono a guardarla.

<<Per l'amor di dio, non iniziamo a puntare il dito. Non è da te, Nat>>sbuffò Stark.

<<Certo che se la ragazza non avesse esagerato ora Fiamma sarebbe qui>> concordò Rhodes.

Pietro sbuffò<<Mia sorella non voleva farle del male, questo Josie lo sa bene>>

<<Nat, calmati, perché sei così agitata? Non ti ho mai vista così>>parlò Banner.

<<Lei è mia sorella!>>urlò ancora, con tono sconfitto.

La guardarono davvero sorpresi, questa non era lei. Nat si sedette a terra e appoggiò la testa sulle ginocchia, Steve si avvicinò e si sedette al suo fianco. Preoccpato come lo era sempre per lei.

<<Mi dispiace tanto>>

<<Glielo avevo promesso, Steve. Le avevo promesso che niente l'avrebbe portata di nuovo via da me, mi sembra di rivivere tutto>>

<<Non è morta>>

<<Non parla di quello>>alzò la voce Wanda<<Vero? Se n'è già andava via una volta>>

La russa alzò gli occhi, si calmò tornando come al solito ma odiava ammettere che era vero. Detestava persino Wanda, era gelosa della sua forte amicizia con la sorella o semplicemente non sopportava il semplice fatto di non riuscire a fare quello che voleva.

<<È così?>>domandò Pietro, il suo interesse era vivo.

<<Josie non è mai stata una bambina facile>> rise da sola, tra le lacrime amare.

Tony sospirò<<Una bambina? Avevate detto di aver legato dopo qualche anno il suo arrivo nel programma>>

<<È così ma noi due eravamo, io e Yelena, eravamo le capo classi della nostra generazione. E Josie era difficile, non cedeva al programma, non piangeva, si arrabbiava a tal punto da strangolare alcune sue compagne. Era molto diversa da adesso, era emotiva.>>

<<Strangolare va bene ma emotiva? Non ha senso>>domandò piano Rhodes.

<<Era dentro la mia classe da due settimane, si è arrabbiata, per non so cosa e ha perso il controllo durante un combattimento. Ha vinto ma ha usato tecniche che non conoscevamo. È stata in punizione per tre settimane, in isolamento ci hanno detto, una volta uscita ha provato a scappare ed io ero la responsabile, con Yelena, di tenerla d'occhio. Un minuto era lì e quello dopo non c'era, non abbiamo mai capito come ci fosse riuscita>>

<<Era scappata, da sola, come può una bambina non addestrata a poterlo fare?>>

<<Voleva tornare da sua madre, diceva che doveva riprendere una cosa, a qualunque costo. Ma non credo sapesse davvero dove andare. È ciò che ha detto quando l'abbiamo trovata nella neve, è stata nella foresta per due giorni e sono stati i due giorni più stressanti della mia vita. Non facevo che tremare, ero terrorizzata dal fatto di trovarla morta. È stata la prima volta che ho sentito di nuovo qualcosa>>

<<E come stava?>>chiese Stark confuso<<Era ancora un Peperoncino o solo un Ghiacciolo alla Fragola?>>

<<Stark, smettila>>lo rimproverò Steve.

<<Lei era..era bellissima. Se ne stava nella neve, senza dire niente, i capelli rossi ce la fecero identificare>>rispose Nat con gli occhi persi nel vuoto.<<Non avevo mai visto niente di simile>>

<<Ma è stato prima degli esperimenti..>> parlò Wanda.

Un allarme nella grande stanza ricca di computer partì, Stark tornò a guardare gli schermi e sorrise<<Bingo, trovata!>>

<<Cosa sta facendo?>>si alzò di scatto Natasha.

<<Sta facendo la fila per pattinare? Ma...oddio, ci sono due innamorati che si limonano, poverina>>

<<Fai il serio, Stark!>>lo riprese per la seconda volta Rogers, guardando il video, era ancora poco vestita ma stava bene.

<<Cioè è scappata per pattinare?! Ma che cazzo ha in testa?>> sbuffò Banner.

<<Si, davvero, io sarei andato in Canada per scappare o in Messico, è più adatto a lei>> aggiunse Rhodes.<<L'avete capita? Perché è focosa..lasciate perdere>>

<<Che cosa facciamo? Andiamo a prenderla, no?>> domandò Pietro ignorandolo.

<<Non possiamo lasciarla in mezzo a così tante persone>>annuì Wanda.<<Se la trovasse l'Hydra?>>

<<Non è una bomba, sta bene>>fece notare Tony<<Possiamo andare vestiti da persone normali, a quanto pare nessuno l'ha riconosciuta>>

<<Non facciamoci notare, questo è il piano>>annunciò Steve.<<Riportiamola a casa>>

Come poteva una ragazza senza soldi prendere un biglietto e dei pattini? Semplice se sei Josephine Helion Molov, le bastò usare i suoi poteri per modificare il comportamento dell'uomo, gli disse cosa fare e lo fece.
Da quando era esplosa a Sokovia aveva imparato cose nuove, come ad essere più rapida, più forte, a controllare le emozioni altrui ma ancora non era abbastanza, non come pensava.
Mise i pattini bianchi, il cielo scuro era illuminato dalle luci degli alberi, delle bandiere e dei palazzi circostanti.
Le persone non erano tante come al solito, forse perché era ora di cena o perché il destino era dalla parte di Josie per una volta.
Mise un piede sopra il ghiaccio, dopo essersi legata i capelli, e fece un respiro profondo.  Non pattinava da anni ma soprattutto non lo aveva mai fatto davanti a nessuno, se non da sua madre quando era piccola e da J ogni Natale.
Vi chiederete perché non fosse fuggita via, semplice, non sapeva dove andare perché non c'era nessuno ad aspettarla e perché non conosceva la posizione della casa in Russia. Avrebbe voluto riavere J, avrebbe voluto che fosse lui a guardarla, le mancava da morire.
Natasha camminava stringendo il suo cappotto nero e si paralizzò sulla scalinata, Steve camminava di fianco a lei e gli altri erano tutti in posizione ma cercando di non fare assembramento, sarebbero stati notati sennò.
La video tutti, pattinava con un incredibile magnetismo fino al centro della pista.
Stark mise una mano sull'orecchio, era sorpreso.

<<Vi hanno insegnato a pattinare sul ghiaccio da bambine?>>

<<No, mai. Solo a camminarci>>sospirò Nat.

Josie chiuse gli occhi, era arrugginita ma non la sua memoria muscolare.
Che lavoro voleva fare la piccola Josephine? La pattinatrice olimpionica.
Josie partì, alzò una mano e l'uomo del biglietto fece senza controllo partire un brano con il pianoforte.
Ella iniziò a muoversi sul ghiaccio, ad acquistare velocità tra la gente che si fermava a guardarla, c'era grazia, c'era bellezza nei suoi movimenti.
Improvvisamente fece un perfetto salto Rittberger, la folla applaudì ma a Josie non importava, lei si sfogava.
Pattinare la faceva sentire di nuovo viva, come se avesse il controllo.
Fece una piroetta angelo, poi una bassa sul ghiaccio e infine si alzò per un'alta.
Pietro mise una mano sui capelli argentati , quella non poteva essere davvero Josie.

<<Come può una persona che ha il potere del fuoco essere un tutt'uno con il ghiaccio? Non ha il minimo senso>> chiese Banner.

Nat sorrise commossa<<Con Josie niente sembra avere mai senso>>

Josie eseguì un Lutz dopo una lunga rincorsa, sembrava un angelo e nessuno avrebbe mai voluto smettere di guardarla.
Andò in mezzo alla pista e iniziò a girare su se stessa sempre più velocemente, aprì le braccia con padronanza e poi tornò a pattinare, sembrava farlo all'indietro.
Ma pareva soprattutto che non si accorgesse che c'erano altri.
Respirò a fondo e cancellò ogni tipo di rabbia, di dolore, di coraggio.
Non era più l'Agente Molov su quella pista, non era una Vedova Nera o un Avenger, era solo una ragazza che aveva cercato di negare di voler essere amata, ma in quello era come gli altri.
Solo che era brava a recitare.
Natasha si tenne alla ringhiera guardandola, senza accorgersene si mise a piangere e si odiò per non averle mai detto che poteva essere chi voleva.
Wanda anche si commosse, così come, un poco, Steve.

<<Non è scappata da noi, voleva fare qualcosa per sé stessa>>capì la sokoviana.

Josie infine, sotto gli occhi di tutti, fece una delle cose più difficili del pattinaggio artistico : compì un Triplo Axel perfetto, pulito.
Quando si fermò, arrivata di nuovo al centro, la musica terminò e la gente iniziò a gridare ed applaudire, ma lei non sorrise, guardò soltanto avanti.
Perché l'unica persona che si era immaginata nella sua testa ad essere li, colui per cui lo stava facendo, era J e il suo amato soldato era morto.
Josie sapeva che gli Avengers erano lì e loro ne furono sorpresi.


ANGOLO AUTRICE

Eccoci in un nuovo capitolo verso una Josie molto diversa da quella dell'inizio.
Da qui inizierà la seconda parte della storia, che si suddivide in Civil War e in mie totali idee.
Spero che via sia piaciuto vederla pattinare!
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Un bacione, miei Peperoncini.

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