Capitolo 14
Le persone quando si rivedono hanno il vizio di chiedere come sta l'altra persona, non vi chiedete mai chi abbia creato questo stereotipo di chiedere senza davvero interessarsi? Sembra una carineria ma alla fine è solo un abitudine, domandi per il gusto di farlo ma spesso neanche ascolti la risposta.
Se la persona ti risponde che va tutto bene allora è davvero così, se ti risponde che va tutto male allora pensi che sia negativo, depresso o palloso. Alla gente non fotte un cazzo di sapere come stai.
Una cosa che Josie apprezzava della Stanza Rossa e dell'Hydra era che non erano ipocriti, non si interessavano a certe questioni, per loro dovevi limitarti ad essere operativa e pronta ad ubbidire.
Questa cosa era rimasta nel suo modo di essere, anche senza o con ricordi.
Era immobile nella stanza della vedova nera, piena di armadietti con armi, tute e molto altro, se ne stava seduta nella panchina di metallo, davanti ad esse.
Tutti gli altri si stava preparando per partire, nervosi per la nuova guerra.
Eppure i ricordi la tartassavano, ora non si sentiva completa come si aspettava ma come se ora dovesse fare i conti con una coscienza nuova.
La verità era che le emozioni non erano tornate miracolosamente con i ricordi ma la mancanza improvvisa di una persona la stava uccidendo. Solo che non lo avrebbe detto mai a nessuno.
Il gruppo stava aspettando Josie da pochi minuti, i gemelli erano Avengers ora e neanche riuscivano a realizzarlo.
<<Dobbiamo ucciderli tutti>>disse Stark<<Se un robot sopravvive lo farà anche Ultron>>
<<Non ho niente da fare per domani>> commentò Steve con un mezzo sorriso, sembrava a suo agio in quell'istante.
<<Il primo ad affrontarlo sarò io, si aspetta Iron-man>>
<<Si, è quello che odia di più fra di tutti>>concordò Visione, tutti si girarono a guardarlo male.
<<Con Josie>>aggiunse Thor<<La fanciulla non sta bene>>
<<Oh ma davvero?! Non lo avevo capito>>ammiccò sarcastico Pietro.
<<Ehy, ragazzino..>>
<<Doveva ricordare, la questione è chiusa>> terminò Wanda.
<<È ancora spalancata>>disse Stark<<Pensate di conoscerla, ma non è così>>
<<E la conosci tu? Mi sembra che l'abbiate rapita>>
<<Non l'abbiamo rapita>>aggiunse Banner<<E ti ricordo, Streghetta, che ci hai obbligati a guardarla urlare. Tu l'hai torturata psicologicamente>>
<<Si è rialzata come se niente fosse, Cristo Santo>>sbuffò Clint<<Prima abbiamo parlato, senza Natasha non ce la farà a reggere>>
<<Certo che ce la farà>>disse Steve.
<<E come lo sai, Capitano?>>mormorò Pietro infastidito.
<<Perché è forte>>
<<Wow, solo per questo? Magari non lo è, magari è a pezzi>>
<<È una donna con un curriculum di uccisioni così grande che tutti i cadaveri potrebbero riempire il Titanic>>sbuffò Banner.
<<È sempre una persona, con dei sentimenti>>Non so se avesse ragione, parlare di sentimenti mi sembrava esagerati.
<<Questo lo sappiamo molto bene, non mi sembra che lo sapessi prima, dopotutto l'hai abbandonata sul campo di battaglia>>parlò duro Steve.
<<Era diverso>>strinse i denti.
<<La smettete di litigare?>>chiese Wanda<<Qualcuno può andare a controllare se è pronta?>>
<<Vado io..>>iniziò a dire Rogers ma fu interrotto da un rumore, un fruscio e improvvisamente davanti a lui non vi era più Pietro.<<Come non detto>>
Il potenziato corse verso la sezione in cui c'era Josie, la vide attraverso la vetrata, era di spalle e osservava il marchio della Vedova Nera. La guardò tirare indietro i capelli lunghi ramati e alzarsi con indosso una tuta aderente, un modello dello SHIELD.
Pietro entrò piano, ancora intento a guardarla, vide improvvisamente la donna strappare il marchio e bruciarlo con le dita.
Rimase affascinato dal gesto, c'era classe ed eleganza in quella fiammella.
<<Sono quasi pronta>>disse senza confidenza.
<<Come hai fatto a sent...oh, giusto, i poteri>>
<<No, addestramento>>continuò senza voltarsi, la sua voce era senza alcun tipo di emozione.
Josie indossò gli stivali alti, prese un altro coltello e lo infilò nel polso. Nessuno avrebbe mai pensato fosse tanto armata ma lo era, solo dio sa cosa si può nascondere in un corpo.
<<Stai bene?>>
A questo ella si fermò, dandogli ancora le spalle. Ecco la domanda che non voleva sentire, quella che reputava da ipocriti<<Perché?>>
<<Perché hai appena rivissuto anni delle tua vita?>>
<<Quello che ho vissuto non cambierà la battaglia che lotteremo>>
Fece una smorfia confusa<<Ma cambierà te>>
<<Lo ha già fatto, molti anni fa. Quello che ti capita ti forma, ti modella o ti fortifica o ti uccide. E niente può uccidermi, Maximoff.>>
<<Puoi convincere tutti gli altri con questa stronzata, ma è ovvio che sei nervosa>>
<<Nervosa>>fece un ghigno<<No, al massimo sono incazzata con quel figlio di puttana di metallo, è ben diverso>>
<<È giusto>>
<<Non farlo>>si girò<<Non essere un'ipocrita, Pietro. Non pensare di sapere come aggiustarmi, come poter fare una seduta di terapia freudiana dove tirare fuori tutto, a cuore aperto, così da andare avanti. Beh, non si va avanti, si ignora solo il passato e si continua ad essere quello che sei stata per tutto il tempo>>
<<E sarebbe?>>
<<Un' assassina>>
<<Quindi io sarei solo un potenziato, niente di più? È questo che dovrebbe definirmi?>> inclinò la testa.
<<Affermativo>>
<<Ora non fare tu l'ipocrita, quando ci siamo conosciuti io sono stato uno stronzo, ti ho detto delle cattiverie e ti ho lasciata sola. Mi dispiace per questo ma non venirmi a dire che sei solo quello che fai. Perché in questo caso hai salvato un' intera città da Hulk, questo non ti rende affatto un'assassina. Tua sorella è una Vedova Nera ma anche un Avenger, quindi che cosa la definisce? Non sono le azioni del passato a dirci chi siamo, perché sbagliare è concesso a tutti, bisogna solo essere pronti per voler essere qualcosa di più.>>
<<Parla quello che voleva solo vendicarsi>>rispose aspra.
<<Ma ora sono qui, di fianco all'uomo che mi ha distrutto l'esistenza. Sono corso qui nonostante tutto>>
<<Potevi anche restare a casa>>
<<Io una casa ce l'ho, ed è mia sorella. Esattamente come te>>
<<Come me? Mia sorella non è la mia casa>>rispose seria, perché quacun altro era la sua casa << Ma resta mia sorella ed è a Sokovia. Grazie al tuo amico>>
<<Vuoi sapere una cosa?>>allargò le braccia, era deluso, infastidito, arrabbiato, ferito da quella conversazione<<Non mi sono unito a Ultron solo perché Wanda voleva farlo, per vendetta ma perché lui ci aveva mentito, ci aveva detto che eri una prigioniera e che ti stavano facendo degli esperimenti. Volevo redimermi, Josie, volevo farmi perdonare perché non riuscivo a togliermi dalla testa te che svenivi a terra. Volevo salvarti. Ma immagino che a te non freghi un cazzo>>
<<Nessuno può e deve salvarmi, mi è stato insegnato a farlo da sola.>>
<<Come pensavo. >>
Non fece in tempo a dire qualcosa che lui se ne già andato, si sentì frustata ed era una cosa buona. Diede un calcio all'armadietto ammaccandolo, perché non riusciva mai ad avere una conversazione normale con lui? Chiuse gli occhi, doveva smetterla di distrarsi e concentrarsi su ciò che contava : Natalia.
Ma due occhi ghiaccio riapparvero.
Diede un pugno al metallo lasciando un bel segno profondo, non le fece male farlo, era altro a farle male.
<<Esci dalla mia testa, J.>>sussurrò a sé stessa<<Io non sono a casa, eri tu la mia>>
Sospirò, dentro di sé sapeva che doveva essere morto, perché l'Hydra era disperata senza egli e se fosse stato libero allora l'avrebbe cercata sicuramente.
Mise i guanti senza dita e prese i lacci a frusta, uscì verso il jet stringendoli intorno ai polsi.
Quando entrò nella navicella tutti si voltarono a guardarla, era sexy come al solito ma i suoi occhi raccontavano una confusione viscerale.
<<Possiamo partire>>annunciò alla guida Clint.
Il quinjet si alzò in volo e Josie, con un incredibile equilibrio, andò verso il pilota. Guardò le coordinate e appoggiò una mano sulla spalla di Barton, una cosa naturale ed egli la prese subito, stringendola come se fossero amici da anni e non conoscenti da una manciata di giorni.
<<Non ti chiederò se sei operativa, Fiammella>>sorrise, tutti si girarono a guardarli per ascoltare. Erano dei ficcanaso.<<Tu ti rialzi sempre, vero?>>
<<Nella Stanza Rossa ci dicevano che cadere non vuol dire fallire, perché anche da terra si può uccidere, la posizione non determina...>>
<<Cosa puoi fare>>terminò la frase<<Tua sorella me lo diceva ogni volta che credevo stesse male. Siete molto simili>>
<<La salveremo, io posso farlo>>
<<Non c'è niente che tu non possa fare>>
Con Clint era sempre facile parlare, forse perché sapendo che sua sorella gli aveva detto tutto sapeva di potersi fidare.<<Non ti ho mai ringraziato>>
<<Per cosa?>>
<<Hai salvato Natalia...cioè Natasha, l'hai portata via tu da loro. Sei stato con lei per tutti questi anni, te ne sei preso cura>>
Clint mise il pilota automatico e si girò con il sedile, lei lo guardò curiosa<<Lo rifarei mille volte e altre mille ancora.>>
Pietro si domandò perché con lui non era stata così, la versione confidenziale e leggermente più umana. Poi si irrigidì quando notò Stark arrivarle da dietro e abbracciarla, la ragazza non era abituata a quell'affetto ma capì dall'odore di chi era. Tony la sollevò da terra facendola girare su se stessa due volte.
Finalmente ella rise, persino Steve rimase sorpreso dalla sua risata genuina, divertente.
<<Meglio, ti vedevo rigida>>commentò Iron-man mettendola a terra e girandola verso di sé.<<Quasi quanto Captain Ghiacciolo>>
<<Tony!>>sbuffò Rogers avvicinandosi.
<<Che ho detto? Sei proprio permaloso>>
Josie fece un piccolo sorriso divertito sentendo la risposta che egli diede<<Non sono permaloso>>
<<Forse un pochino>>lo prese in giro lei.
<<Ti ci metti anche tu, Josie?>>
Lei alzò le mani, sotto il sorriso sorpreso di Steve, vederla così gli piaceva. Meno misteriosa, meno fredda<<Chiedo venia, Cap>>
Li superò, guardò di sottecchi Pietro e si sedette di fianco a Banner. Si girò verso di lui, egli si tolse le cuffie imbarazzato.
<<Prima della battaglia vorrei sistemare alcune cose, devo sapere se sei pronto per Natasha>>
<<Non ti preoccupa se non ti coprirò le spalle?>>
<<Posso farlo benissimo da sola. Non ho bisogno di un uomo o di un Hulk. Ma tu lo farai con lei? Nat non è come me>>
<<Io e Natasha, come hai fatto.. te lo ha detto lei?>>
<<No, non pensa che tu vorresti qualcosa con lei. Perciò ti dico che sei davvero un'idiota patentato se non vuoi stare con una donna così bella, forte, indipendente...>>
<<Lo so, hai ragione. Ma ci sono tanti motivi per cui non accadrà nulla>>
<<Allora, quando andrai a salvarla oggi, diglielo. Merita di sapere>>
Sospirò<<Pensavo mi odiassi>>
<<Inizialmente non mi stavi un granché simpatico, cosa reciproca. Ma ora le cose sono cambiate>>
<<Stai chiedendo perdono per avermi torturato?>>
<<Dove esattamente? Perché in realtà eravamo in battaglia, non posso chiedere scusa per degli ordini>>
<<Sei incorreggibile>>rise<<Ti coprirò le spalle, Fiamma>>
La ragazza si alzò vedendo Thor osservare una cartina<<Lo farò anch'io, Mister Verde>>
L'uomo sbuffò con un mezzo sorriso nel sentire quel soprannome, ma ella andò verso la carta distesa sul tavolo. Wanda stava dicendo a Thor e a Visione i punti di Sokovia dove poteva essere l'esercito di Ultron, ma si fermò quando la vide.
<Continua>>la incoraggiò.
<<No, ti devo delle scuse.>>
<<Per quali delle tante cose?>>domandò seria, Thor si girò a guardarla imbarazzato.
<<Per molte, non sarei dovuta entrare nella tua testa. È stato crudele nei tuoi confronti>>
<<Nei nostri no? Pensa te>>disse sarcastico il biondo guardandosi in giro, vide Visione osservarli ma nessuno rise alla sua battuta.
<<Eravamo in battaglia>>si giustificò osservandolo.
Josie annuì<<Infatti non dovresti chiedere scusa per quello, hai scelto la parte in cui stare ed era ovviamente quella sbagliata>>
<<È colpa mia se ti hanno presa, ho detto io a Pietro di non prenderti. Lui voleva farlo>>
Questo la fece girare di scatto verso il ragazzo seduto più in là, indossava una maglia grigia aderente che fasciava i suoi addominali e aveva le mani tra i capelli argentati.
<<Quello che è accaduto è accaduto, Wanda. Non porto rancore, so che ora sei dispiaciuta e spaventata ma dobbiamo concentrarci sulla missione>>
<<Sembra che i ricordi non ti abbiano spezzata in alcun modo>>
Josie avrebbe voluto dire che non era vero, che avrebbe voluto piangere e gridare ma poi era rimasta lì, catatonica e aveva capito che piangere non l'avrebbe portata da nessuna parte. Non l'avrebbe portata da sua sorella, non sarebbe stata triste o umana. Certo, aveva dimenticato ma alla fine anche prima aveva vissuto con tutto quello che era successo. Forse ora era il momento di non essere l'agente Molov ma solo Josie.
<<Se lasci che il passato ti spezzi ancora allora cosa rimane di te? Nulla e niente alla fine può spezzarmi>>
Wanda fu sorpresa dalla sua risposta.<<Te lo hanno insegnato nella Stanza Rossa per caso?>>
<<Più o meno>>
Il viaggio durò qualche ora e tutti erano nervosi, parlavano della strategia ma in tutto questo Josie non aveva più parlato con Pietro.
<<Manca mezz'ora all'arrivo>>commentò Stark.<<Tenetevi pronti>>
Josie andò a sedersi in disparte, toccò la sua cicatrice e si domandò se davvero avrebbe rivisto Nat, se fosse andato tutto storto? Come lo avrebbe detto a Yelena? Ora che la ricordava le mancava molto, le mancava il la sua ironia, la sua curiosità e le volte in cui usava l'accento russo apposta.
Sentì il tessuto muoversi di fianco a lei, non si girò ma sentì un profumo buono, di dopobarba.
<<Come mai sei così distante ora?>> domandò.
<<Sto facendo un rito prima della battaglia>>commentò, l'uomo annuì<<Sto scherzando, Capitano.>>
<<Stai iniziando ad assomigliare a Stark!>>
<<E non è una buona cosa?>>
<<Per niente, Josie>>entrambi risero, Pietro li guardava da lontano.<<Lo so che non vuoi parlarne ma pensavo a quello che è successo quando ci siamo conosciuti>>
<<A come ti ho messo al tappeto?>>
<<Non è andata proprio cosi>>guardò in soffitto divertito.
<<È andata esattamente così!>>
<<Intendevo il fatto che hai cercato di uccidere tutti, ma non me. Perché?>>
<<Non lo so>>corrugò le sopracciglia.<<Forse perché iniziavi con i tuoi discorsi>>
<<I miei discorsi sono ottimi, fantastici>>
<<Molto emotivi, sei un poeta nato>>rise chiudendo gli occhi, poi sospirò<<Ti sei mai accorto che parliamo sempre come se ci conoscessimo?>>
<<Se ti avessi già conosciuto allora me lo ricorderei, fidati>>
<<È un complimento, Rogers? Dovrò dirlo a mia sorella>>
<<Sai, io e lei ci conosciamo bene solo dall'anno scorso. Abbiamo lottato a Washington, prima pensavo che fosse..>>
<<Solo una spia con doppi fini?>>terminò la frase<<Di Natalia tutti vedono questo, esattamente come la sottoscritta>>
<<Non è vero, io ti ho subito voluta tra di noi.>>
Alzò le sopracciglia<<Perché è meglio non avermi come nemico>>
<<No, perché ho visto del buono in te. Ho visto un'eroina>>
<<Come sei sdolcinato>>
<<Sei ancora una volta diversa, lo sai?>> commentò appoggiando il braccio alla spalliera dietro di lei. Si guardarono negli occhi<<Prima di ricordare eri molto più glaciale, pensavi solo al lavoro, ora ti vedo diversa. Mi chiedo se sia una copertura>>
<<È solo che ho deciso di non fermarmi dalla sofferenza, non ho il tempo di fermarmi a pensare. Quando sei una combattente cerchi di esserlo anche dentro di te, non ti pare?>>
<<Se vuoi parlare..>>
<<Ci sei>>si voltò<<L'ho notato dalla volta in cui Thor se n'è andato e sei venuto da me>>
<<Quindi una volta mi parlerai di ciò che riesci a dire? Davanti ad un buon caffè americano?>>
<<Tu bevi solo quello, vero? Proprio un patriota>>Steve rise<<Si potrebbe fare ma io lo preferisco corretto, dopotutto sono ancora russa>>
<<Posso domandarti una cosa?>>
Alzò le spalle<<Penso lo farai lo stesso, Steve>>
<<Cosa c'è tra te e Maximoff? È corso da te e quando è tornato era imbufalito>>
<<Ho reagito male alla sua preoccupazione, con lui non è come parlare con voi. Mi dà sui nervi ed è troppo lunatico>>
<<Magari dovresti chiedergli scusa>>
<<Non fa parte del mio vocabolario e pensavo non ti piacesse per niente>>sussurrò alzando le sopracciglia.
<<È così, è troppo sarcastico, impulsivo, batte quasi Tony in quello ed è veloce, mi agita. Ma, per quanto ti abbia vissuta poco, è in pensiero per te. Questo lo rispetto, perché anch'io lo faccio>>
<<Ti preoccupi per me? Non dovresti e poi non sono brava a chiedere scusa dei miei errori, non penso mi sia mai capitato>>
<<Non puoi combattere se non sai come rivolgerti a lui, non credi? Devi essere lucida>>insistette cambiando strategia.
<<Si, questo ha senso>>si alzò, poi si girò<<Grazie>>
Si piegò posando le mani sulle sue spalle, usò senza accorgersene la stessa sensualità che Natasha usava, posò un bacio casto sulla sua guancia destra e poi si rialzò.
Steve la guardò andare piano verso Pietro, poi sospirò e pensò "Siamo al terzo bacio che mi dà".
<<Posso sedermi?>>
Pietro alzò solo gli occhi, non la testa, fece un cenno positivo. Ella si accomodò e appoggiò il capo all'indietro, chiuse gli occhi sospirando e ripensò ai suoi ricordi, aveva ancora molte domande, domande che aveva avuto anni prima.
Voleva J lì, al posto di Pietro o di chiunque altro. Anche se lui doveva essere morto.
Pensò che le parole di J erano vere nelle notti di passione, non potevano essere bugie perché la loro non era stata solo attrazione fisica.
<<Allora, sto aspettando le tue scuse>>
Ella aprì gli occhi e si girò, per un secondo pensò di mandarlo al diavolo, ma doveva essere lucida e professionale durante la battaglia.<<Ho esagerato prima, non avrei dovuto mancarti di rispetto per la tua preoccupazione. È stato involontario, mi hai presa nel momento sbagliato>>
<<Ne hai parecchi di momenti sbagliati>>
<<Ti succede quando cinque minuti prima hai ricordato la tua esistenza!>>sbuffò.
Pietro stette zitto per qualche minuto, poi la guardò, era afflitta e sembrava pensare intensamente a qualcuno<<Com'è? Rivivere tutto in pochi minuti?>>
<<È come una pallottola che ti arriva dritto al cervello, uguale. Non riesci a ragionare>>
<<E ora?>>
<<Ora sì, solo che ho la sensazione che qualcuno mi stia aspettando da qualche parte>>
<<Chi?>>
Josie avrebbe voluto dire di più, alzò gli occhi su Steve, seduto davanti a loro con Banner. Persino tutti gli altri erano zitti, li stavano ascoltando ovviamente ma fingevano il contrario, quanto erano impiccioni?
<<он был больше, чем наставник, он был моим, а я его. теперь что мы?>>
<<Cosa? Non parlo russo>>rise Pietro.
<<Si, giusto>>finse di sorridere<<Ho detto che non è niente di che, solo una sensazione, non saprei se è reale.>>
<<Mi dispiace>>
<<So solo che lui dovrebbe essere qui>>
<<Chi?>>domandò ancora.
<<Lascia stare>>mentì.
La traduzione di ciò che disse ovviamente non era quella, Visione lo sapeva. Ciò che pronunciò era rivolto al ragazzo che le aveva insegnato ad essere la migliore ma non a essere migliore.
Le parole furono "Era più che un mentore, io era sua. Ora che cosa sono?"
Che cos'erano adesso? Dopo anni senza una sola verità?
<<Dopo questa battaglia, che cosa succederà?>>
<<Pensi di vincerla?>>chiese lei.
<<Si dà il caso che questi ragazzoni hanno vinto contro un esercito di alieni, e non avevano neanche me e mia sorella. Tu non perdi mai, mi sbaglio?>>
<<C'è sempre una prima volta>>
<<Non hai risposto>>le fece notare, vedeva come la ragazza sfuggiva alle domande, era brava.
<<Vorrei tornare in Russia, cercare l'altra mia sorella con calma. Nat mi ha detto che troveremo Yelena e potremmo vivere insieme, da qualche parte ma poi penso sia uno sbaglio, Yelena non capirebbe ciò che sono. Non sono pronta a vederla>>
<<Riusciresti a mollare questa vita? Una guerriera rimane sempre una guerriera>>
Josie non aggiunse alcunché, Pietro aveva avuto ragione e questo la innervosiva. Annuì ed egli sorrise compiaciuto, era ovvio che gli piaceva la ragazza, era complicata, bellissima, diversa e non cadeva ai suoi piedi. Cosa strana per un bel ragazzo come lui.
<<Siamo arrivati, è ora di fare il culo a strisce al robot ingrato>>commentò Tony.
Josie scambiò uno sguardo con Steve, si alzarono insieme e Pietro fu quasi geloso di quella complicità.
<<Ultron sa che stiamo arrivando, avrà spiegato l'artiglieria pesante. Questa è una nostra scelta precisa ma la gente di Sokovia>>mormorò Steve guardando Pietro<<Non l'ha scelto. La nostra priorità è metterli al sicuro, quello che vogliono è vivere la loro vita in pace, non sarà così oggi. Ma faremo di tutto per proteggerli, per compiere il nostro lavoro. Scopriamo cosa sta costruendo Ultron, troviamo Natasha e sgombriamo il territorio. Ultron ci considera dei mostri...>>parlò guardando Josie<<Pensa che siamo il male del mondo. Non si tratta solo di sconfiggerlo, ma di capire se ha ragione o meno>>
<<E lo capiremo>>annuì lei.
ANGOLO AUTRICE
Ecco l'arrivo della battaglia.
Ho voluto regalarvi alcuni chiarimenti su alcuni rapporti, Josie non sa ancora cosa voglia dire volere bene a una persona. Diciamo che lo hanno cancellato, non dalla sua mente ma, dal suo cuore.
Però gli Avengers, comportandosi così, cercano di esserle di supporto senza infierire, senza cercare di farla parlare.
Pietro invece ha provato a fare il contrario ed è per questo che ha sbagliato, ma in battaglia cosa accadrà?
Continuate a leggere per saperlo!
Commentate, votate e diffondete la storia.
Un bacio, Peperoncini miei.
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