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Mio padre fa regali al mio migliore amico e non a me

Allontano da me i resti della bomba, mentre Peter li guarda incredulo, respirando affannosamente.
Mi butto all'indietro, sul pavimento della cucina, riprendendo aria.
Non è il momento di un altro attacco di allucinazioni/dolori quello che mi tocca stavolta.

«Okay, ma che cazzo è successo?»
Esclama Peter.

Ho l'impulso di dire "linguaggio" per citare James, ma poi realizzo di essere senza fiato.

«Giuro, che se la prossima volta mio padre ti da degli occhiali chiamati come me e io non lo so, ti ammazzo.» commento.

Allora, Tony ha dato a Peter degli occhiali, che ha chiamato come me, perché non li ha consegnati a me? Cioé, dai, è palese che sono per me.

«Non ero sicura che tu fossi il prossimo Iron Man»
Afferro il suo braccio, e poi gli sfilo gli occhiali dal naso.

«Certo che sono io, chi sennò? Babbo Natale?» me li metto, e sono sommersa dai ricordi.

«Immagino di dover andare» dico dopo un tempo indefinito, per poi rimettere gli occhiali nel fodero e  riattivo l'armatura. Entro in stanza dalla finestra, atterro poco elegantemente sul pavimento e tolgo il rivestimento in ferro imprecando perché non andava.
Mi siedo sul letto e attivo gli occhiali

«DNA, Stark. Buongiorno, Edith» dice il sistema

«Chi sei? Perché hai il mio nome?»

«Io sono E. D. I. T. H., Even Dead I'm The Hero. Un sistema creato dal signor Stark, per lei»

Sorrido tra me e me, e sussurro
«Gli piacevano davvero tanto gli acronimi»

«Ha una registrazione, dal signor Stark» annuncia

«Fa vedere»

Un ologramma azzurrino si materializza davanti a me, prendendo la forma del mio genio playboy miliardario filantropo preferito.

«Ciao Ed»

«Ciao papà» rispondo quasi inconsciamente.
È una registrazione, non mi può sentire

«Non so quando riceverai questo video, ma lo farai, Peter capirà prima o poi che tocca a te il mio titolo.
Non volevo andarmene senza lasciarti un messaggio, un qualcosa»
Sento delle lacrime scendere sul volto.
«Okay, ricominciamo. Ciao Ed. Sono Tony, tuo padre, ma questo lo sai già» noto che anche lui ha gli occhi lucidi
«Ti voglio dire che... Ti voglio dire che tu voglio bene.
Sei mia figlia, ti vorrò sempre bene, anzi, vi vorrò sempre bene, dato l'aggiunta alla famiglia.
Ti assomiglia, Morgan, a quando eri piccola. È la tua copia.
Ma sto divagando.
Sei la nuova Iron man»
Gesticola, come sempre, e cerca di non commuoversi. Prende una sedia e ci si siede, questa è all'incontrario, ovviamente
«Sei la nuova Iron Man. Lo so che può sembrare pesante come titolo, come il ferro, pessima analogia dato che l'armatura è composta da...»

«... Una lega di oro acciaio e carbonio» completo inconsciamente

«E sarà difficile, non lo nego. Ma tu sei fantastica, e lo sai.
Non smettere mai di brillare, come il sole.
Ti voglio bene 3000»
Poi gira la testa da un lato e dice
«Morgan, che stai facendo-»

La comunicazione si interrompe, lasciandomi in lacrime.

«Questa te la potevi risparmiare» dico ad alta voce, per poi scoppiare a ridere istericamente tra le lacrime

«Te la potevi decisamente risparmiare» continuo a ridere e a piangere contemporaneamente, mi butto all'indietro sul letto per affondare la faccia nel cuscino.
Questo è il peggior collasso nervoso di sempre.

Rido fino a perdere il fiato e le lacrime finiscono, ma in qualche modo continuano a scendere.
Credo di essermi addormentata.

Ignoro la sveglia.
Sono troppo stanca.
Ma cosa è successo? Videomessaggio. Papà. Edith.
D'accordo. La testa fa male, quindi mi giro dall'altro e riprovo a riaddormentarmi.
La cosa peggiora, sempre di più.
Sono troppo stanca anche per respirare.

Ad un certo punto il telefono squilla e Friday risponde

«Hai fatto quasi saltare in aria casa di Peter o sbaglio!?»

«Buongiorno Edith, come va? Bene, e a te? Tutto okay» rispondo sarcastica, mezza assonnata. Non mi muovo nemmeno dal letto, che me ne frega
«E sì. Anne è diventata improvvisamente la supercattiva della storia e ha cercato di uccidere sia me che Peter»
Non ho davvero avuto il tempo di pensare a ieri sera.
Sapete, sono stata occupata con collasso nervoso, mi dispiace.
Ma adesso i tasselli di questa storia si stanno sistemando.

È colpa mia.

Come disse un grande uomo "i nostri demoni ce li creiamo da soli"

Okay, forse non proprio mia, ma ho fatto la mia parte.
Nonno ha creato il siero, lo ha iniettato a quell'Evans, uccidendolo, e, andando a instinto ha qualche collegamento con Anne, direi il nonno.
Quindi, probabilmente il suo piano è vendicarlo.
Probabilmente.
Peccato che non abbia fatto il discorso da supercattiva dove spiega tutto.
Ah, giusto l'ho interrotta. Quindi, stava rubando il siero, mi sono messa in mezzo e lei lo ha usato su di me, forse perché è arrabbiata con me perché sono terribilmente menefreghista e l'ho battuta a lezione con la May?

«E perché non me lo hai detto!?»

«Ero occupata con un collasso nervoso»
Finisco per sedermi sul letto, che rischiavo di riaddormentarmi
Silenzio radio

«Come stai? La cosa peggiora?»

«Male, grazie per averlo chiesto.
Ma questo è normale.
Andiamo in Europa?»

«Edith stai bene?»

«Sì, assolutamente.
Voglio andare a fare un giro in Europa. Mi piacerebbe l'Italia. Come te le cavi con l'italiano? Non importa, parlerò io. Ti piace la pizza?»
Conosco l'italiano, il francese e il tedesco abbastanza bene, almeno abbastanza per cavarmela senza insultare qualcuno.
Anzi, so un sacco di insulti, quindi...

«Cosa hai bevuto?»

«Nulla. Voglio solo viaggiare. Io e te, ce ne andiamo a fare un giro»

«Non sei maggiorenne»
Mi fa notare.

«Ma tu sì. Hai circa... Cinquant'anni?»

«Veramente sono diciotto compiuti mentre eri in coma»

«Visto? Sei maggiorenne, quindi la roba burocratica te la sbrighi tu, e andiamo a divertirci.»

«E la scuola?»

«Non hai detto che ci copre Luna?»

«Edith ma ti rendi conto che non ha senso tutto ciò-»

«Invece sì che ha senso, dato che il senso non è sensato di persè, quindi se qualcosa non ha senso vuol dire che ha senso. Quindi, alle otto, ti passo a prendere io, fai la valigia per un paio di settimane. Ti passo a prendere, okay?»

«Ma non hai nemmeno allertato Pepper? E poi che penseranno i miei?»

«Lo hai detto tu che ti vogliono far ambientare, no? Ecco, ci ambientiamo e facciamo i turisti.
Itinerario? E non ho intenzione di morire senza vedere la cappella Sistina, quindi...»

«Hai il tempo limitato! Dovremmo concentrarci sulla missione, non andare in giro per il mondo!»

«Ah, no, aspetta, lo stiamo facendo.
Ho già chiamato il pilota, pronti a partire per le otto e mezza.»

«È una pazzia!»

«Ti sembro sana di mente? Convinci i tuoi. Chiamami se hai problemi, che devo fare la valigia, e non fare nulla che io non farei, ma nemmeno quello che io farei.
Ciao ciao»

Chiudo la chiamata e scendo di sotto.
Sono assolutamente impazzita.

Forse è il caso di raccontare tutta la storia alla mia famiglia, no?

_Spazio me_

Il mio cervello se non si dimentica di aggiornare non è felice.
È normale che ho pensato a questi idioti mentre cercanvo di non cadere negli scogli a Sorrento?

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