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James si comporta da idiota (come sempre)

Giorno di Natale.

Che palle.
Ci dividiamo verso le tre del mattino, non prima di guardare New York sotto la luna e le luci di Natale.
In teoria Thor e il fratello si dividono da me e James, dato che lui è deciso al non farmi andare da sola, anche se siamo a pochi metri da casa sua ed invece la Stark Tower sia lontanuccia, ed io abbia sonno

«Peggy e Steve ti stanno aspettando a casa, vai» batto il piede a terra ritmicamente , impaziente.

«Ti prego, non posso lasciarti andare da sola, se poi ti succede qualcosa?»

«No»

«Se finisci nei guai? E poi è buona educazione accompagnare una signora a casa»
Gesticola come un pazzo

«A, di sicuro non sono una signora, B, non siamo più nel 4000 avanti cristo, C, non sono io a temere i guai, sono i guai a temere me»

«Edith...»

«Sono perfettamente in grado di prendere a calci qualcuno se ce n'è bisogno, non ho paura del buio, e nessuno la notte della vigilia sta un giro per strada, i vai a una festa, o fai una cena imbarazzante con i parenti, che, tu, hai lasciato con tua sorella, da soli, quindi adesso entri lì dentro, ti scusi con loro, e vai a dormire, sono stata chiara?»

«E poi Pepper si arrabbierà tantissimo con te, io ti ho lasciato uscire, ti sei appena svegliata, non dovevo»

Aggrotto le sopracciglia «Sto benissimo»

«Non è vero, dovevi rimanere a casa, e se ti fossi sentita male? Che cosa sarebbe successo? E poi non sappiamo nulla sul liquido nero...»

«Nessuno ha mai fatto un test o qualcosa del genere di me o sui pezzi rimanenti dell'armatura?»

«Non c'era nulla, sull'armatura era scomparsa, su di te nemmeno»

Questo è strano

«Ma non è questo il punto»

Non ricominciare...
D'accordo, a mali estremi estremi rimedi

«Se vuoi accompagnarmi a casa devi prendermi»
Scatto in avanti verso casa Rogers/Carter, una casetta sembrata uscita dal paese delle fiabe, color cioccolato con tanto di finestre con tendine.
Siamo in Cenerentola o a New York?

Uno dei posti dove non vorrei mai abitare

«Edith, sul serio...» mi riprende James, mentre cerca di riprendere aria, appoggiato allo stipite della porta, vicino a me.

«James, guarda, siamo qui, é un peccato che non vai da Diana, ti aspetta»

«Mia sorella sta dormendo» mi corregge

«Chi lo sa? I bambini si svegliano e urlano in mezzo alla notte di solito»

«Ed, dai»

«Non hai il permesso di chiamarmi Ed»
Nessuno ha il permesso di chiamarmi Ed, tranne Pete.
E lo aveva papà

E cado all'indietro, su un pavimento di legno.
Una donna mi guarda dall'alto, con gli occhi gonfi di sonno e i capelli scompigliati.
Impreco mentalmente e mi tengo il retro della testa, che mi fa male per la botta

È per caso l'agente Carter o il sonno mi gioca brutti scherzi?
Lei guarda prima James, e poi me, come se avesse già visto una cosa del genere

«Cosa succede?» chiede sbuffando

«Posso spiegare...» inizia James

«L'idiota voleva accompagnarmi a casa anche se sono le tre del mattino ed eravamo già qui, quindi l'ho trascinato qui» sono più veloce di lui a spiegare

«Sa essere testardo alcune volte» commenta Peggy.

Si sentono dei rumori di qualcuno che si sveglia.
Io mi rimetto in piedi e mi guardo in giro imbarazzata

«Credo di dover togliere il disturbo» commento, per poi muovere un paio di passi verso la porta

«Edith, dai» mi ferma James

Mi giro e faccio un sorriso «Tu non hai sonno? Io ho sonno, quindi... Tolgo il disturbo» giro i tacchi

Peggy probabilmente è troppo assonnata per parlare.
Sono comunque le tre del mattino!

Un tipo biondo arriva dal corridoio, al contrario della castana sveglio e vigile

«James dove sei stato? E perché ci hai messo così tanto? Edith, sei sveglia»

Steve inonda di domande la sua copia giovanile
Lo stava aspettando? Tipico di lui, lo faceva anche con me quando andavo a studiare da qualcuno, mi chiamava continuamente e quando tornavo mi domandava anche quante volte ho respirato...
Allora perché è venuta Peggy? Probabilmente si è addormentato, tipico
Peggy si scoccia di tutti noi e dice «io me ne vado a dormire, Steve fai tu»
Secondo ma ha fatto la cosa più intelligente
James spiega brevemente la storia al padre, mentre io mi addormento in piedi, almeno ci vado vicina.

«Vuoi rimanere a dormire qui?» chiede Steve ad un certo punto della conversazione.

Cado dal punto del muro dove ero appoggiata e borbottò maledizioni random
«Voglio tornare a casa, senza scatenare un apocalisse» rispondo sbadigliando

«James avrebbe ragione, ma sono le tre, quindi, Edith, vai, ci si rivede domani, ti devo fare alcune domande, o meglio, te le deve fare Peggy ma tutti i lavori sporchi li lascia a me»
Peggy qui è la più intelligente.

«Grazie Steve»
Questo non è da lui.
Mah, sarà il sonno.

Mi allontano di corsa, nonostante il sonno, da casa Rogers, e sento James che combatte con le parole contro suo padre.

Notte, neve e freddo.
Cosa si può volere di più?
Una cioccolata calda, una coperta...

Okay basta.
Sono seria e concentrata.
Anche a Natale, New York non delude. È la città che non dorme mai, no?
Le macchine continuano a camminare, insieme ai taxi, e gli addobbi di Natale splendono in giro

Continuo a camminare, spersa tra i miei pensieri, fino a quando non sento qualcosa di peloso all'altezza delle gambe miagolare.
Abbasso lo sguardo e mi trovo un gatto arancione che si struscia sui miei stivali. Non sono un amante dei gatti, cioé, mi piacciono ma preferisco i camaleonti e i falchi, ma è adorabile!

«Ciao!» dico, abbassandomi alla sua altezza.

Ha un collare marrone e una targhetta d'argento, ma non ha nient'altro, sulla targhetta c'è scritto solo il nome, nient'altro

"Goose"
Si chiama Goose

«Goose, perché sei qui?» gli chiedo accarezzandogli la testa.
Quello inizia a fare le fusa, e mi passa la zampa sul naso.
È bellissima, non posso lasciarla qui, non è un randagio, potrebbe essere investita.

«Va bene se ti porto a casa, e poi quando troviamo i tuoi padroni torni da loro?»
Lei miagola e continua a fare le fusa.
Immagino che sia un sì
La prendo in braccio e cerco di metterla nella posizione più comoda possibile.
Lei giocherella con una delle mie tasche, ma c'è qualcosa...

Un ciondolo.
È un ciondolo.
Una cordicella marrone, che tiene legata perfettamente ed elegantemente una pietra arancione, non sembra di nessuno materiale che io conosca... Anche se mi ricorda qualcosa...
Posso Goose un attimo a terra e la lego al collo, per poi riprendere il gatto e avviarmi per la Stark Tower

«Buon Natale e felice anno nuovo allora» commento ad alta voce, ignara di quello che mi avrebbe portato quel ciondolo

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