James, James Rogers
Okay, perché il capitano ha un figlio? E non era tornato nel passato, e perché il tipo guarda me spaesato? Perché ho voglia di sparargli?
«Si sieda» Ordina l'agente Philip
lui prende il posto al primo banco, vicino a quella Emily. Ho bisogno di fare un paio di telefonate.
«Aprite i computer.»
effettivamente, oltre alla matita, sul banco c'è solo un piccolo cerchio di metallo, con l'interno che emana luce azzurra. Diverso dal mio reattore, è più grande, e senza una scalanatura, ne il segno del fatto che sia stato fuso, o sigillato, o altro.
Ci passo una mano sopra e quello di attiva, una tastiera azzurra si apre a qualche centimetro dal banco, e uno schermo olografico con il simbolo dello Shield mi si para davanti agli occhi.
«Forte!» esclama un ragazzo, e tutti si girano a guardarlo.
Giro il polso all'insù, e faccio uscire la cimice che mio padre ha usato per ackerare tanto tempo fa questa agenzia.
Io devi sapere cosa ci sia in un computer che devo usare, regole degli Stark.
E poi, potrei anche infilarmi nei file più segreti dello Shield, anche se per quanto ricordo dall'eliveivolo (oltre al fatto che è quasi fantastico come il mio laboratorio, ma quasi) i livelli di sicurezza sono altini.
Ma nessun sistema è impenetrabile.
Philip ci ordina di aprire una specie di scheda, e di complilarla.
Domande di cultura generale, quanto sappiamo sullo Shield e la storia dei supereroi.
Facile, ci sono cresciuta con gli Avengers.
Certo che so quanti piani ha l'avenger Tower! Ci sono cresciuta! E dopo Thanos ci siamo ritrasferiti lì!
Il complesso Avengers è distrutto, e loro si sono sciolti, quindi non aveva senso rimanere in Canada tra gli alci.
Sì, voglio molto bene ai canadesi.
Finisco in pochissimo e reprimo l'istinto di sparare a quel James.
Poi chi mi fa uscire di prigione?
E... Ops, l'ora finisce. Il nostro insegnante (ma come faccio a chiamarlo così?) Ci fa andare in "palestra", ma prima mi tocca mettere una tuta dello shield, come zia Nat.
È così... Aderente
Palestra per modo di dire.
Sono attrezzati, è forse più grande di quella che ho a casa (che non uso, e ringraziando il cielo non ho i rotolini di ciccia sui fianchi), un mucchio di attrezzature, ma un mucchio, dai pesi agli spara laser di Star Wars, quelli che usa Luke con Obi Wan.
Non è il mio posto, non sono un granché in palestra, è faticoso fare sport
Una bella ragazza, sui trent'anni, capelli castani e la pelle olivastra, ci richiama.
Non ditemi che è la nostra prof, non è la nostra prof...
Ed è la nostra prof, si chiama Daisy Johnson.
«Vi insegnerò a usare i vostri poteri.» finisce il suo discorso di presentazione.
E io automaticamente mi vado a sedere sugli spalti.
No poteri, no lezione, giusto?
«Stark, perché si è seduta»
«Non posso partecipare. Nessun potere.»
«Le troverò qualcosa da fare. Intanto, gli altri, dividetevi a coppie e provate a usare i vostri poteri, senza uccidervi.»
Poi si gira verso di me e dice «Andresti a prendere un caffé per me?»
Provo a ribattere ma il biondino ritardatario chiama la professoressa.
«Che palle» mormoro per uscire dalla palestra.
Chiedo un po' in giro dove si prende il caffè, devi scendere di un paio di piani. È il momento di chiamare i miei contatti.
Stavolta prendo l'ascensore, sono bloccata in uno spazio ristretto con un mucchio di agenti, tutti in religioso silenzio.
Vorrei prendere un microfono e rallegrare la festa ma devo scendere.
Sarà per la prossima volta.
La macchinetta... Okay, sarà un impresa.
Badge dello Shield, badge dello Shield... Maledico sottovoce la prof, ho bisogno di un badge per fare il caffé, e io non ne ho uno! Non ancora...
Un agente mi passa vicino, abbastanza giovane, e io afferro il badge dalla tasca.
Faccio il caffè, alla fine è stato facile.
Dov'è il bagno? In fondo al corridoio.
Passo inosservata (sembro più grande della mia età, posso essere confusa per una ventenne benissimo) e mi rinchiudo in uno dei cubicoli. Il reattore Arc brilla nella semi oscurità, e attivo il guanto di sinistra. L'armatura è collegata al telefono, che è in classe. Posso controllare Instagram, e... Oh, interessante, no, concentriamoci. Frigorifero, eccoti. Ti prego, rispondi rispondi...
«Edith?»
«Braccio di lattina, come va?»
«Perché hai chiamato?»
«Da quando Capitan Ghiacciolo ha un figlio? perché ha la mia età? Non era tornato da Peggy per fare i piccioncini? Perché è incredibilmente figo?»
«Ha passato un po' di tempo nel passato con Peggy, ed ha avuto un figlio. Poi ha deciso che non voleva abbandonare i suoi amici, non voleva abbandonare e lo sai che sei come una figlia per lui.»
«Perché nessuno me lo ha detto!?»
«Sei irraggiungibile, dimmi, qunate volte hai parlato con un Avenger in quest'ultimo mese?»
«Voi ragazzi avete delle voci irritanti, sai? E poi non sapete divertirvi...»
«Ed, devi stare calma. Cerca di fartelo amico, è simpatico...»
«Lattina no. Devo andare a lezione, ciao»
«Aspetta, sei a scuola? Non provare ad attac-»
Gli chiudo il telefono in faccia. Ma perché tutto a me?
corro alla palestra in tempo di record
«Mi sono persa» Lei alza le sopracciglia e io mi confondo tra i ragazzi. Quel Castiel era rimasto da solo e allora mormoro «Da ora sei in coppia con me. Qual' è il tuo potere? Usalo.»
Lui mi guarda spaesato. «Aspetti il tappeto rosso?» chiedo spazientita.
Chiude gli occhi per concentrarsi, e io lo imito
"Ehy"
"Ehm... Ciao?"
Interessante, telepatia.
Dopo gli devo fare un paio di domande...
Il collegamento si interrompe. Apro gli occhi e vedo il ragazzo dagli occhi azzurri a terra, mentre quel Dean lo tiene tra le braccia, e la classe attorno a lui insieme alla prof.
Sono stata io? Che faccio?
«Tutto okay?» chiedo e vengo fulminata da Dean.
«Ehy» mi abbasso all'altezza di Castiel e provo a mettergli una mano sulla spalla. Lui si ritrae spaventato.
«Che è successo?» chiede la prof.
«Non lo so, stavamo parlando telepaticamente e poi il collegamento si è interrotto, e...»
«Hai davvero tutto quello in testa?» chiede il ragazzo
«È tutto okay, tutto okay Cas» mormora Dean.
«Tutte quelle idee e quel dolore e tutti quei pensieri, tutti quei rimpianti, e...»
James, il piccolo capitano, mi tira indietro, mentre Sam fa allontanare tutti i ragazzi che si areno avvicinati.
Ho fatto un casino, adesso mi manderanno da Fury e poi mi espelleranno, e...
Basta film mentali.
Mandano Castiel a sedersi sigli spalti, insieme a Dean per tenergli compagnia, mentre io uso i guanti per dire frasi su frequenze a ultrasuoni e Martha che le ripete ad alta voce.
La giornata l'abbiamo passata tra il testare i poteri l'uno su l'altro e scudi voltanti da parte di Rogers (ho anche provato gli spara ragnatele di Pete) e cinquanta giri di fila di palestra (e intanto uno di nome John che è superveloce, letteralmente, ci ha guardato faticare steso vicino agli altri due).
La scuola è finita, tutti felici, tutti contenti, blah, blah, blah.
Questa volta prendo l'ascensore insieme ai miei compagni e un vecchio agente ci guarda storto.
Arrivati giù tutti si dividono e a me tocca tornare da Happy che mi deve riaccompagnare a casa.
Arrivo alla macchina con passo spedito e chiedo
«Posso tornare a piedi?»
Lui fa un sorriso e risponde
«Certo»
Letteralmente corro per acchiappare al volo Castiel, Dean e Sam, e esordisco ad alta voce
«Credo di dovere un frappé di scuse al signor Watson»
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