4. Un appuntamento "in amicizia"
Dopo aver girato per un altro po' di tempo da sola, persa tra i miei pensieri, decisi di fermarmi da Starbucks per prendere qualcosa da bere e tornai a casa.
Mancavano due soli giorni al primo ottobre e, con quello, al mio primo giorno di Università. La facoltà che avevo scelto mi interessava molto, perciò non vedevo l'ora di iniziare questo nuovo capitolo della mia vita.
Al mio arrivo mi ero messa a guardare distrattamente la tv, pensando nel mentre all'Università, quando Levi arrivò dal lavoro.
«Non hai già iniziato a preparare la cena?»
Mi resi conto che erano le sette e mezza di sera e, nel guardare mio fratello, gli sorrisi e mi strinsi nelle spalle. «Pizza?»
Sbuffò, ma senza dire nulla prese il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e compose il numero della pizzeria, andando verso la cucina.
«Ti voglio bene!» Urlai guardandolo allontanarsi, e il mio cellulare squillò nella tasca della mia felpa.
Era un numero che non avevo salvato in rubrica, ma decisi di rispondere. «Pronto?»
«Ti ho mandato un messaggio un'ora fa e non mi hai ancora risposto.»
Sobbalzai senza saperne davvero il motivo, appena sentii la voce di Eren, e svelta accampai qualche scusa. «Ero impegnata a fare altro. Scusa.»
«Qualcosa più importante di me?»
Capii che stava sogghignando. «Vedi di fare meno il ruffiano, perché ci metto un millesimo di secondo a chiudere la chiamata.»
«Stavo solo scherzando tranquilla!- lo sentii ridere divertito. -Volevo solo proporti di andare al cinema domani pomeriggio. Che dici?»
Stupita, rimasi un momento in silenzio. «Non pensavo avessi così la faccia tosta di invitarmi ad uscire lo stesso giorno che ti ho perdonato.»
«Quindi mi hai veramente perdonato??»
«Non è questo il punto.» Lo fermai, pentendomi di essermelo lasciata scappare dalle labbra. «E comunque non lo so...»
Sentii Levi finire di parlare e chiudere la chiamata, e decisi di alzarmi dal divano per chiudermi in bagno, mentre Eren mi pregava di accettare.
«Dai per favore, [T/n]! Domani danno un bel film e sono sicuro che ti piacerà.»
Mi appoggiai di schiena alla porta del bagno, pensandoci su qualche attimo.
"In fondo é solo un film..."
«D'accordo. Ma solo un film, poi mi riaccompagni a casa.»
«Sei la migliore! La sala apre alle 16:10, perciò incontriamoci davanti l'entrata del cinema alle 16.»
«Non possiamo vederci ed entrare quando sta per finire la pubblicità iniziale?»
«E stare meno tempo con te? Non ci penso nemmeno. A domani!»
Stavo per obiettare ma mi riattaccò in faccia e perplessa guardai lo schermo del mio cellulare. Fino a quella mattina odiavo Eren Jaeger e adesso avevo appena accettato di andare al cinema con lui l'indomani. Sembrava una presa per il culo.
Sospirando salvai il suo numero in rubrica e uscii dal bagno, trovando Levi sul divano che cercava un film da guardare su Netflix. Mi sedetti al suo fianco e gli diedi dei consigli, quando sentii il mio cellulare vibrarmi ancora in mano per una notifica.
Sasha🥔🍖
›domani pomeriggio uscita?
›sarà il tuo ultimo giorno di libertà prima che tu inizi l'uni😭
Scusa ma domani pomeriggio non posso. Esco già con uno.‹
›COSA?!
Lunga storia. Poi ti spiegherò.‹
Spensi il cellulare, decisa ad ignorare Sasha, ma dopo poco mi arrivarono altre quattro notifiche e dovetti riaccenderlo.
›domani
›alle 9
›davanti al the titan cafè
›puntuale.
Sospirai e non le risposi nemmeno. Arrivò finalmente la pizza ed io e Levi restammo in salotto a mangiarla guardando un film.
La mattina dopo salutai mio fratello e, prese le chiavi, uscii di casa. Si iniziava a sentire una leggera brezza fredda al mattino, dunque mi strinsi di più nel mio cappotto e camminai fino in centro. Mi ci vollero una decina di minuti per arrivare fino al bar e, visto che ero in anticipo, iniziai ad entrare e a prender posto.
Qualche minuto dopo arrivò Sasha e al suo fianco vidi anche Connie.
«Non pensavo che anche lui fosse invitato.» Dissi appena entrarono e si avvicinarono al tavolo.
«Per tua disgrazia sì.»
«Ti preferivo da rasato sai?» Gli dissi in un piccolo ghigno mentre si sedeva di fronte a me e ne approfittai per allungare la mano e scompigliare i suoi piccoli ricci, ma prontamente mi bloccò afferrandomi il polso. Cercò di fare lo stesso con me e prima che la situazione potesse degenerare Sasha ci fermò con tono autoritario.
«Ragazzi serietà! [T/n] oggi ha un appuntamento!»
«Veramente?! Non ci credo manco se lo vedo con i miei stessi occhi.»
Connie si mise a ridere e, fredda in viso, mi allungai per tirargli uno scappellotto sulla nuca, facendolo digrignare i denti in un imprecazione.
Arrivò la cameriera a prenderci gli ordini e, appena se ne fu andata, mi girai a guardare la mia amica. «Non è un appuntamento comunque.»
«E cosa fate?»
«Andiamo al cinema.»
«Ti ha invitata lui?»
«Sì.»
«È un appuntamento.»
«Concordo.» Aggiunse Connie, appoggiando il mento sul palmo della sua mano.
«Siamo solo amici, fine della storia.» La mia voce rabbiosa tradì la mia espressione calma. Ma sapevo com'era fatta Sasha: finché non avrebbe saputo tutto nei minimi dettagli non mi avrebbe mai lasciata in pace.
«Hai un amico oltre Connie di cui non conosco l'esistenza? Col tuo carattere schivo poi mi sorprende.»
Sospirai e in quel momento arrivò la cameriera con i nostri ordini, che per un momento distrasse Sasha, ma non abbastanza a lungo da dimenticarsi della conversazione.
«È un mio amico d'infanzia, che si era trasferito. Ed ora è tornato e vuole... Riprendere i rapporti con me.»
«Secondo me vuole scopare.»
Questa volta fu Sasha a tirare uno scappellotto a Connie, mentre io mi limitai ad alzare gli occhi al cielo.
Mentre bevevano e mangiavamo, la castana com'era prevedibile mi tempestò di domande, alle quali dovetti per forza rispondere. Era inutile nasconder loro che era uno stripper di quel night club, perché sapevo che almeno Sasha ne sarebbe venuta a conoscenza in ogni caso, così decisi di dirglielo.
Non alleggerii la pillola, perché non era da me, fui chiara e diretta; ma forse avrei dovuto tenere più conto delle loro possibili reazioni.
Sasha quasi sputò il suo croissant.
A Connie andò di traverso il suo caffè.
«Cosa?!» Urlarono all'unisono e, nel vedere decine di sguardi puntati sul nostro tavolo, avvertii l'improvviso impulso di sparire.
«Calmatevi ora, non è il caso di reagire così.»
«Sì che lo è invece!- Sasha abbassò un po' il tono di voce -Il tuo Eren Jaeger quindi sarebbe l'Eren dello strip club della notte scorsa?!»
«[T/n], gli stripper e i lap dancer hanno in testa una sola cosa nella maggior parte dei casi, e tu lo sai. Non credo sia una buona idea uscirci insieme, a meno che tu non abbia la stessa cosa in mente.»
Il ghigno di Connie alla fine del suo discorso per un momento mi tentò di piantargli la forchetta in una mano, ma resistetti.
«Dovete stare tranquilli. Lo conosco e so che non è come lo descrivete voi.»
«L'ultima volta che vi siete visti lui aveva undici anni ed ora ne ha venti. Inoltre sono abbastanza sicura che non ti saresti aspettata di rivederlo in uno strip club. Come fai a dire di conoscerlo ancora dopo tutto questo tempo?»
Riflettei un momento sulle parole di Sasha e abbassai gli occhi. In fin dei conti non aveva tutti i torti, perché non l'avevo più visto per nove anni e nel mentre era cresciuto. Anzi, entrambi eravamo cresciuti. Non potevo quindi dire con certezza che tipo fosse e che intenzioni avesse con me.
«Non ti stiamo dicendo di non vederlo perché potrebbe essere uno pericoloso. Solo... Sta attenta.»
«Wow. Connie Springer che si preoccupa per me. Non l'avrei mai immaginato.» Scherzai con un mezzo sorriso, volto ad alleggerire la situazione, e approfittai di quel momento per scompigliargli i capelli.
«E smettila di toccarli, idiota!» Mi rimproverò rabbioso, ma con una nota divertita alla fine.
Passammo il resto della mattinata insieme e tornai a casa verso l'ora di pranzo. Levi il fine settimana lavorava solo la sera, ma era uscito dopo pranzo per delle compere, perciò io potei preparami in tutta calma. Mi lavai e indossai un paio di jeans a vita alta e un pullover aderente. Dopo un filo di matita e di mascara misi il cappotto, gli scarponcini e presa la borsa uscii di casa. Continuavo a ripetermi che non era un appuntamento e non dovevo preoccuparmi delle intenzioni di Eren durante tutto il tragitto: il cinema era ad una ventina di minuti da casa e presi l'autobus per fare prima.
Scesa dal bus però, iniziò improvvisamente a salirmi l'ansia e mi venne il batticuore, senza che ne capissi il motivo, e cercai di ignorarlo con tutta me stessa.
Svoltato l'angolo vidi l'entrata del cinema e, affianco ad essa, Eren.
Era con il piede destro appoggiato al muro dietro di lui, la mano sinistra nella tasca della sua felpa nera e l'altra a tenere il cellulare. Aveva gli occhi puntati sullo schermo e gli airpods alle orecchie, con aria assorta, così potei avvicinarmi senza farmi vedere, mentre lo squadravo da capo a piedi. Aveva il solito codino disordinato dietro la nuca, con qualche ciuffo che gli ricadeva sul collo e sulla fronte.
Forse dovrei tornare indietro e disdire... Mi ritrovai a pensare appena sentii tornare il batticuore più forte di prima, ma era troppo tardi per farsi indietro ormai; infatti un attimo dopo Eren alzò il capo e, appena mi vide, un sorriso gli illuminò il volto.
«Sei in anticipo.» Mi fece notare venendomi incontro e sfilandosi gli auricolari.
«Potrei dire lo stesso.»
«È che non vedevo l'ora di vederti.» La sua risposta diretta e genuina mi mise un poco a disagio, ma cercai di nasconderlo e corrucciai la fronte senza farmi vedere.
«Iniziamo ad entrare per comprare qualcosa da bere.» Mi fece cenno di seguirlo.
Nonostante le miei obiezioni, Eren pagò i biglietti, ma io riuscii a offrirmi di pagare le due bibite, e qualche minuto dopo entrammo in sala e ci mettemmo a sedere.
Capii che sarebbe stato un lungo film quando, finita la pubblicità, si spensero tutte le luci e vidi con la coda dell'occhio l'avambraccio di Eren poggiarsi sul bracciolo tra noi, la mano girata verso di lui e socchiusa.
"Non è un appuntamento, Sasha..." Pensai, nel vano tentativo di distrarmi dalla sua mano socchiusa su quel dannato bracciolo.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro