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25. bye bye

Era ormai giovedì della terza settimana di dicembre. Era passato qualche giorno da quando mi ero lasciata con Eren e mi ero baciata con Jean. Le cose tra noi erano diventate piuttosto imbarazzanti, all'Università, ma lui mi aveva messo davanti ad una scelta: rimanere amici oppure stare insieme a lui e dimenticarmi di Eren. Mi aveva dato tutto il tempo per scegliere, ma gli dissi che gli avrei dato una risposta entro due giorni, giacché aveva già aspettato fin troppo.
Se ci fossimo messi insieme, avrei dovuto rinunciare ad Eren e col tempo dimenticarmi di lui. Al contrario, avrei potuto sistemare le cose con lui, rischiando però di ritrovarci punto a capo.

Durante quel pomeriggio Sasha e Connie erano riusciti a trascinarmi fuori di casa, talmente ero sommersa da libri e studio non stop, e nel pomeriggio avevamo passato un paio d'ore insieme, a girare per il centro per comprare dei regali. Ci eravamo infine fermati da Starbucks per prendere qualcosa da bere mentre i due mi riaccompagnavano a casa.

«Quindi ti metterai con Jean?» Sasha bevve un sorso dal suo bicchiere.

«Non lo so ancora sinceramente. Non capisco nemmeno se quello che provo per Jean sia vero oppure no...»

«Aaaah, che complicate che siete voi donne.» Sospirò esasperato Connie, prima di portarsi la sigaretta alle labbra.

«Che stupidi siete voi uomini, vorrai dire.» Lo corresse Sasha al mio fianco, offesa, e tornò a me. «[T/n], ti consiglio di dargli una possibilità. Lui ti ama tanto da come ne parli e un giorno anche tu potresti provare i suoi stessi sentimenti.»

«E poi vi siete già limonati duro, quindi- AH!» Tirai un pugno sul braccio di Connie, facendogli piuttosto male a quanto pare. «Ma fammi finire! Stavo dicendo, siccome vi siete già baciati» si corresse, facendo una smorfia «il danno è già fatto, e anche volendo non potrete più tornare come prima.»

Mi ritrovai a pensarci, prendendo in seria considerazione le parole di Connie. Difficilmente, dopo l'accaduto di quella sera, il nostro rapporto sarebbe tornato come prima. Era più probabile che ci perdessimo di vista, in modo lento e doloroso per entrambi.

«E poi peggio della relazione con Eren non può andare.» Aggiunse Sasha in un borbottio, col bicchiere sulle labbra.

Connie spense la sigaretta su un cestino lì vicino, buttandola, e ci superò, camminando poi all'indietro per poterci guardare. «Chi vincerà alla fine? Lo stripper o il cavallo?!» Fece un paio di saltelli da una parte all'altra mettendosi in posizione d'attacco.

«Ma smettila idiota.» Lo raggiunsi cercando di tirargli un calcio, che lui prontamente scansò mettendosi a ridere.

Arrivati a casa mia Sasha e Connie proseguirono, mentre io entrai in casa e vidi Levi che si preparava per uscire.

«Oggi hai la giornata libera, dove vai?»

«A fare la spesa, vuoi qualcosa in particolare?»

Mi tolsi le scarpe e mi spostai per lasciargli spazio e prendersi il cappotto.

«Voglio fare gli spaghetti di riso stasera, quindi prendi tutti gli ingredienti.» Gli sorrisi e lui annuì soltanto.

«Ti vedo allegra. Sei uscita con Eren?» Chiese, turbato nel chiamarlo per nome e non con uno dei soliti appellativi come "bastardo" "pezzo di merda" o "barbone".

Rimasi a guardarlo mentre si metteva le scarpe sulla soglia, e portai le mani dietro la schiena iniziando a dondolarmi un poco sulla punta dei piedi.

«Ci siamo lasciati qualche giorno fa.»

Alzò gli occhi a guardarmi, stupito, ma la notizia non sembrò rattristarlo.

«Perché non me l'hai detto prima?»

«Dovevo ancora farci l'abitudine io stessa, scusami.» Smisi di dondolarmi e guardai per terra.

Con la coda dell'occhio lo vidi squadrarmi dalla testa ai piedi. «Ti ha lasciato lui?»

«In verità l'ho lasciato io.» Lo rassicurai.

Dopo un momento di silenzio aprì la porta.

«Prendo lo spumante o il vino rosso?»

Inclinai la testa da un lato, guardandolo con disappunto, ma lui non disse nulla e uscì di casa.

Mi lasciai andare ad un sorriso, scuotendo leggermente la testa, prima di andare in camera mia e studiare. Tuttavia non passarono nemmeno dieci minuti che sentii il campanello suonare e, pensando che fosse Levi che aveva dimenticato le chiavi, scesi ad aprire.

Con non poca sorpresa trovai però Eren, che con le mani in tasca mi guardava contrito.

«Ciao... Posso entrare?»

Ormai era troppo tardi per fingere di non averlo visto o chiudergli la porta in faccia, così aprii di più per fargli spazio.

«Sono venuto per chiarire.» Sentenziò entrando. «Non ti ho chiamato negli ultimi giorni perché volevo lasciare il tempo ad entrambi di calmarci.»

Rimasi appoggiata di schiena sulla porta. «Chiarire cosa?» Domandai, mantenendomi però distante e apatica.

«So che è stata una brutta lite, ma è stato solo un momento di rabbia e spero che non ricapiterà più d'ora in poi. Non sei d'accordo?»

Si tolse i guanti ed io lo guardai confusa, non capendo dove volesse arrivare.

«Eren.»

«Sì lo so, scusami. Non dovevo urlarti quelle cose e»

«Eren.»

«e so che a te dà fastidio il mio comportamento molte volte, ma dal mio punto di vista non faccio nulla di male. Inoltre-»

«Eren!»

Finalmente lo zittii e riuscii a parlare.

«Ci siamo lasciati Eren. Ti ho lasciato.»

Ora Eren mi fissava ammutolito, come se fosse appena caduto dalle nuvole, ma appariva ancora abbastanza composto.

«[T/n] ci siamo detti cose orribili lo so, ma stavamo litigando e non le pensiamo veramente, quindi-»

Lo bloccai con espressione algida. «Ma il problema è che io le penso veramente.»

Continuava ad osservarmi e lentamente la sua apparente calma stava scemando, lasciando posto allo sgomento.

«[T/n].» Ripeté il mio nome con più fermezza e con tono sostenuto. «Mi sono scusato, ma anche tu hai detto cose che mi hanno fatto male!»

«Sì, lo so. E ti chiedo scusa anch'io.»

«E allora?» Mi incitò a continuare.

«E allora cosa?»

Mi guardava sempre più angosciato, mentre io al contrario suo riuscivo a mantenere un certo contegno.
Sembrò capire solo in quel momento che facevo sul serio.

«[T/n]...»

Distolsi lo sguardo per non doverlo guardare in quello stato e aprii la porta. «Eren ora te ne dovresti andare...»

«Non dirai sul serio?!» Mi si avvicinò solo per richiudere la porta «Hai intenzione di finirla veramente così?»

Il leggero tremolio nella sua voce tradì la sua apparente rabbia e mi costrinsi di non cedere.

«Sì.»

«Tra noi è finita quindi?!»

«Sì.»

Sia nella voce che nello sguardo si stava lasciando sempre più andare al panico e allo sconforto, nonostante cercasse di non darmelo a vedere, ed io continuai a rimanere distaccata e fredda.

«Voglio sapere perché ora! non può essere solo per quel litigio!! È per Jean, non è vero?!»

«No non è per lui.» Ignorai che stesse alzando sempre di più la voce.

«Allora perché?! vuoi darmi una lezione? odi così tanto il mio lavoro da volermi lasciare?»

«No Eren smettila.»

«E allora per cosa?!»

Persi la calma.

«Per te Eren! Sei tu il problema cazzo!»

Vidi il suo corpo sussultare sotto la giacca, mentre il suo petto si alzava e abbassava velocemente. Mi fissava attonito, nell'attesa che mi spiegassi.

«Sì, mi dispiace. Prima credevo fosse solo a causa delle donne con cui avevi a che fare, ed in parte è anche per quello. Ma è soprattutto per te Eren! Sei infantile, superficiale nelle scelte importanti, troppo irresponsabile e pigro per pensare di costruirti un futuro, e credi di avere ancora sedic'anni! E mi dispiace ma io sono cresciuta ed ho bisogno di pensare a me stessa e ad un futuro, non a correrti dietro tra uno strip e l'altro! Questa vita non fa per me, mi dispiace!»

«Non fai altro che dirmi che ti dispiace, ma non riesco a capire nemmeno una delle tue scuse! Non ti basta quello che abbiamo ora?!»

«E cosa avremmo ora, mh?» Alzai un sopracciglio, sarcastica. «Tu che passi il tempo a divertirti senza preoccupazioni o responsabilità? che ti fai problemi a dirmi che hai un fratello per il tuo smisurato orgoglio? o che a momenti prendi a pugni un mio amico perché prova qualcosa per me? Devi crescere Eren, e smetterla di credere che a me vada bene tutto quello che fai o che dici perché ti amo!»

Cercai di riaprire la porta per mandarlo via, ma prontamente Eren mi afferrò con forza il polso e mi costrinse a guardarlo negli occhi. Era la prima volta che lo vedevo così disperato e ormai non tentava nemmeno più di nasconderlo.

«[T/n] ti prego non puoi fare sul serio! Cerchiamo di sistemare le cose, l'hai detto pure tu! mi ami ed anch'io ti amo, quindi ti supplico [T/n]-»

«Mi fai male.» Dissi soltanto, ignorando tutte le sue suppliche.

A quel punto Eren mi lasciò immediatamente, ma non staccò gli occhi da me; notai come lentamente si stavano riempiendo di lacrime e per me diventava sempre più difficile guardarlo con tutta quella indifferenza.

«Eren torna a casa adesso.»

Lui serrò gli occhi, digrignando i denti. «Per favore-»

«Vattene. adesso.» Ripetei più dura, ed Eren capì che non poteva dire o fare più nulla.

Aprii quindi la porta e, dopo avermi guardato un'ultima volta con sofferenza, finalmente uscì.

Chiusi immediamente la porta e non riuscii nemmeno a fare un respiro profondo che scoppiai a piangere, in silenzio. Mi portai le mani agli occhi, stringendo i denti per impormi di smettere.
Tra noi era ufficialmente finita.

Poche ore dopo Levi tornò a casa e, attenta a non lasciar trasparire nulla in viso, scesi per aiutarlo con le borse.
Frugando in una mi bloccai e, in un sospiro, tirai fuori quello che avevo trovato e chiamai Levi.

«Ma sei serio?» Lo guardai con stizza, mostrandogli la bottiglia di spumante.

Il giorno dopo
Mi incontrai con Jean in un angolo isolato del campus e gli dissi che volevo diventare la sua ragazza, a tutti gli effetti. Gli feci però presente che, nonostante sentissi di provare qualcosa per lui, non avevo ancora smesso di amare Eren, ma lui non sembrò darsi vinto.

«Lentamente ti farò dimenticare di lui. E avrai occhi solo per me.» Mi disse con un leggero sorriso che io ricambiai subito, nonostante nel profondo nutrissi dei dubbi.

Non avevo ancora detto ad Armin che io ed Eren ci eravamo lasciati, ma quando ci vedemmo al bar capii dalla sua espressione che Eren gli aveva già raccontato tutto. E non me ne sopresi nemmeno tanto, dal momento che erano migliori amici.

«Sei sicura di voler chiudere con Eren? Ieri quando mi ha chiamato sembrava disperato. E poi...» Si fermò chinando la testa.

«E poi?» Lo incitai a continuare, ma ebbi il timore di aver già capito. «...ti ha detto di parlarmi per convincermi a sistemare le cose, è così?»

Seppur con titubanza, Armin annuì silenzioso ed io mi lasciai andare sullo schienale della sedia in un sospiro.

«Dispiace anche a me che sia andata a finire così, ma non voglio tornare indietro. Dammi dell'egoista o della stronza ma ormai stavo più male che bene in quella relazione. Ora che invece sto con Jean mi sento molto più leggera e serena.» Ammisi.

«Quindi ti sei messa davvero con Jean?»

Annuii. «Ma non ho lasciato Eren per lui, non voglio che pensi questo...»

«Non ti giudicherei in ogni caso [T/n]. Però Eren...»

«...Forse è stata meglio così.» Continuai al posto suo, prendendomi un pezzo di cheesecake dal piatto. «Almeno ora non litigheremo più.»

Sentimmo dei passi venire verso di noi e vedemmo Reiner ed Annie raggiungerci al tavolo.

«Hey Armin, pronto per ubriacarti anche alla festa di Capodanno?» Reiner gli battè energico una mano sulla schiena, facendogli versare del caffè sul tavolo.

«Cazzo Reiner!» Imprecò lui, ed io sorrisi sinceramente divertita.

Annie sembrava volermi chiedere qualcosa, ma all'improvviso qualcuno da dietro mi lasciò un bacio sulla guancia. Sorpresa mi girai di scatto, ma mi tranquillizzai appena vidi Jean.

«Smettila di ingozzarti di dolci, matricola.»

«Sta zitto Einstein. E smettila di stalkerarmi.» Mi voltai verso di lui, ma si limitò a sorridermi sereno.

«Quindi alla fine ce l'hai fatta Jean! Non ne potevo proprio più di sentire le tue lamentele per [T/n].» Disse Reiner divertito, allontanandosi verso il piano bar seguito da Jean che lo insultava.

«Volevi dirmi qualcosa Annie?» Alzai gli occhi sulla bionda, che però scosse la testa.

«Niente. Ho appena avuto la risposta.»

Capii e tornai a mangiare, mentre Armin ed Annie parlavano tra di loro.

"Pattie Boyd divorziò da Harrison nel 1977 e sposò Clapton nel 1979."
Guardai Jean poco lontano, che appena incrociò il mio sguardo sorrise. Non avevo mai creduto nei segni o nelle premonizioni, ma per la prima volta mi trovai a pensarci seriamente.

Sorrisi a Jean. Sì, forse era stato meglio così...

Fine-

SCHERZO.

*Spazio Me*
Ovviamente la storia non è finita (nonostante il manga sì, ed io ora mi senta completamente vuota) ed anzi mancano ancora un po' di capitoli, anche se credo abbiamo ormai superato i due terzi!

*Levi la porta via*

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