[16]. A good smoke
Eren abitava all'ultimo piano di un palazzo che dava sulla piazza principale della città. La visuale che si aveva perciò, attraverso le vetrate e sul balcone, era una meraviglia. Specialmente quando era buio e tutto era illuminato dai lampioni.
Appena fummo arrivati, raccontai ad Eren tutto e lui sembrò turbarsi parecchio.
«Mi fa piacere che tu abbia accompagnato Armin a casa, ma di sicuro Jean poteva cavarsela da solo.» Disse severo, levandosi la giaccia e andando verso il divano.
«Dovevo assicurarmi di una cosa. E ho approfittato del fatto che era ubriaco.»
Eren mi guardò confuso, aspettandosi una spiegazione. Io nel mentre posai la borsa sul tavolino in salotto e mi tolsi la giacca, rimanendo però col blazer.
«Jean credeva fossi il suo coinquilino, Marco. E mi ha detto per errore che... gli piaccio.»
Era inutile nasconderglielo, non avrebbe portato a nulla. Inoltre, dal momento che io non provavo nulla per Jean, non ne vedevo il motivo.
Eren rimase in silenzio e si sedette sul divano. Piegò il busto in avanti e poggiò le braccia sulle cosce, divaricando di poco le gambe. Guardava a terra e, dopo un tempo che mi parve lunghissimo, aprì bocca per dire qualcosa.
«È successo qualcosa dopo? Gli hai detto nulla?»
«Ti ho già detto com'è andata. L'ho riaccompagnato a casa e subito dopo ti ho chiamato. Non è successo niente.»
Presi a sedere accanto a lui sul divano e lo guardai, aspettando che anche lui sollevasse lo sguardo per fare lo stesso.
«Tu non provi nulla per lui, vero?» Girò di poco il capo per tirarmi una veloce occhiata, corrucciando la fronte in un misto di disappunto e dispiacere.
Sospirai. «No. Se così fosse, non te l'avrei mai detto, no?» Non rispose ed io continuai. «Quello che prova Jean per me non ha alcuna importanza, perché a me piaci tu. E lo sai.»
Ci fu un altro lungo silenzio, finché anche Eren non sospirò e si tirò su per stringermi a sé.
«Sei troppo buona con tutti, [T/n]. Inoltre Armin si sentirà in debito con te per il resto della sua vita e ti seguirà ovunque per ricambiare il favore.»
Mi misi a ridacchiare e affondai la faccia sul suo petto. «È tutto apposto quindi?»
«Sì, va tutto bene.» Mormorò ed io mi sollevai per lasciargli un bacio, prima che si alzasse per andare nell'angolo cucina. «Dai, metti un po'di musica se vuoi. Quando vuoi andiamo.»
Tirò fuori da un cassetto una busta ed io mi alzai dal divano per accendere le casse e collegarle poi al mio cellulare. Cercai velocemente una canzone e la feci partire.
Eren nel mentre si era rimesso sul divano. «Vuoi creare l'atmosfera?» Sogghignò appena sentì Save Your Tears.
«È che alla festa di Reiner ho ascoltato The Weeknd così tanto che ora ce l'ho in testa.» Gli sorrisi e camminai per l'appartamento canticchiando, mentre Eren era alle prese con uno spinello.
L'appartamento era parecchio grande e, oltre che il salotto e la cucina c'erano altre quattro stanze, vale a dire un bagno, uno sgabuzzino e due camere da letto. La seconda, per le poche volte che ero venuta a casa di Eren, era sempre chiusa e lui mi aveva spiegato che era per gli ospiti; dunque non mi facevo troppo domande.
Ad un certo punto sentii Eren imprecare sottovoce e mi avvicinai a lui. «Che hai?»
«Mi è venuto male.» Disse irritato, fisso sullo spinello tra le sue mani.
Trattenni una risata e mi sedetti al suo fianco, prendendo la busta con dentro l'erba. «Dà qua, faccio io.»
Presi una nuova cartina e la posai sul tavolo. Presi poi un mucchietto d'erba già macinata e iniziai a disporla, tutto sotto lo sguardo attento e sorpreso di Eren.
«Hai imparato da sola a rollare?»
«Ho visto talmente tante volte Connie farlo in modo veloce e praticamente perfetto, che ormai ho imparato.» Sorrisi con velato orgoglio, mentre delicatamente mettevo il filtro all'estremità della cartina e, con l'indice ed il pollice di entrambe le mani, iniziavo ad arrotolare il tutto. Aggiustai il bordo opposto al filtro ed infine leccai con la punta della lingua la parte con la colla, finendo così di arrotolarla.
«Sei fantastica cazzo.» Disse appena pulii i residui d'erba all'estremità e gli porsi il mio lavoro concluso.
Preso un accendino se lo accese tra le labbra e fece un lungo tiro, per poi passarlo anche a me. Era solo cannabis leggera mischiata ad un po' di tabacco, dunque non fece altro che rilassarci.
Continuavo a canticchiare la canzone, ormai quasi finita, ed Eren si sdraiò con le gambe a penzoloni a lato del divano, poggiando la testa sulle mie cosce.
«A volte mi chiedo perché stai con me.» Mormorò ad un certo punto guardando dritto il soffitto, con gli occhi leggermente arrossati. «Sei sempre così perfetta ed impeccabile in tutto che io mi sento un coglione a confronto.»
«Ma che stai dicendo?»
«Che non ti merito.» Spostò lo sguardo su di me, serio in viso.
Di tutta risposta gli tolsi lo spinello di mano e lo avvicinai alle mie labbra. «Ma che cazzate spari?»
Mi fissò mentre espiravo tutto il fumo in un sospiro e affondò la faccia nel mio ventre, così io gli passai una mano fra i capelli.
Dopo aver spento lo spinello nel posacenere stemmo in quel modo per una decina di minuti, mentre io di tanto in tanto cambiavo canzone, ed ebbi il timore che Eren si fosse addormentato.
«Sei sicura di volerlo fare stanotte?» Bofonchiò però lui, sollevando di poco la faccia. «Se vuoi aspettiamo ancora...»
«Sì, ne sono sicura.» Risposi senza esitazione.
Eren si tirò sù e mi guardò per un momento, cercando probabilmente di capire se ero assolutamente certa di quello che avevo detto.
Poco dopo avevamo già iniziato a baciarci e la lingua di Eren si era insinuata nella mia bocca, cercando la mia. Senza attendere salii sulle sue cosce e gli strinsi i capelli tra le dita, sentendolo grugnire sulle mie labbra. Le sue mani si spostarono dai miei fianchi ai miei glutei, stringendoli.
Mi morse poi il labbro inferiore e scese con i baci, lungo il collo.
«Mi sorprende che tu non abbia mai messo questo top con me... Il solo pensiero che qualche ragazzo ti abbia puntato gli occhi addosso, alla festa... mi imbestialisce.» Sussurrava tra un bacio e l'altro, iniziando a mordere e succhiare un lembo di pelle.
Ansimai e, prima che me ne potessi render conto, Eren mi aveva già sfilato il blazer dalle spalle e lo aiutai a levarlo del tutto buttandolo a lato del divano.
Tornammo subito a baciarci e dopo poco mi prese saldamente le cosce per alzarsi dal divano. Avvinghiai le gambe attorno ai suoi fianchi e senza aspettare oltre mi portò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle.
Accese le luci e si diresse poi verso il letto, dove mi ci buttò, salendo successivamente a cavalcioni su di me per continuare lì.
Febbrile mi levò anche il top e, guardandomi a seno scoperto, ansimò. «Sei proprio si-»
«Smettila.» Gli afferrai il volto e ripresi a baciarlo, finché dalla mia bocca non colò un rivolo di saliva. I baci stavano diventando sempre più voraci e a quel punto era ormai impossibile per noi fermarci.
Smise di baciarmi solo per spostare le labbra sul mio seno, che iniziò a succhiare avidamente, e con le mani mi sfilò velocemente i jeans, facendoli finire per terra un attimo dopo.
Sempre a cavalcioni su di me si alzò per sfilarsi il pullover, rimanendo a petto nudo, e scese un momento dal letto per sganciarsi la cintura, tutto sotto il mio sguardo.
Lo vidi ghignare. «Sembra che tu voglia mangiarmi con gli occhi.»
«Potrei dire lo stesso di te.» Ansimai, tirandomi sù sui gomiti per sistemarmi meglio sul letto matrimoniale.
Tornò su di me e ricominciò a baciarmi, questa volta più dolcemente, intanto che le sue mani accarezzavano tutto il mio corpo.
Sentii la sua erezione premere contro la mia gamba e, nel momento in cui sfiorò la mia intimità, sussultai e mi irrigidii leggermente.
Lui si fermò e mi fissò negli occhi. Erano ancora un poco arrossati, ma ora le pupille erano ancora più dilatate di prima. «Tutto bene?»
«Credo di sì...» Cercai di nascondere la mia ansia e lui parve notarlo.
Mi lasciò un bacio sulla guancia e lentamente scese, sulla mandibola, sul collo, tra il seno e sulla pancia, fino ad arrivare al ventre. Arrivò al pube e mi guardò un momento come per aspettare un mio permesso. Gli sorrisi a fior di labbra e poco dopo mi sfilò le mutande.
«No aspetta, che fai?» Mi agitai un poco quando lo vidi portarsi le mie cosce sulle spalle e avvicinare il volto alla mia intimità.
«Sei troppo tesa.» Disse semplicemente, ed io sapevo meglio di lui che se fossi stata troppo nervosa il rapporto sarebbe stato molto più doloroso. Ma vederlo in quella posizione era talmente imbarazzante che per un momento avevo pensato di preferire il dolore.
Stavo per fermarlo, ma senza darmene la possibilità affondò il volto tra le mie cosce e ci passò tutta la lingua, facendomi fare un gridolino strozzato.
Serrai gli occhi e mi tappai la bocca con una mano sentendolo continuare; affondò la lingua nella mia cavità e successivamente si focalizzò sul clitoride, succhiandolo delicatamente.
«Cazzo Eren sto per... per venire...» Gemetti e portai una mano a stringergli e tirargli i capelli. Lui grugnì e sentii le vibrazioni attorno al mio clitoride.
Venni con un urlo strozzato ed Eren leccò tutto il mio orgasmo. Tirandosi poi sù, si asciugò le labbra con il palmo della mano e mi guardò ancora più eccitato di prima.
Cercai di riprender fiato ed Eren approfittò di quel momento per accendere la lampada sopra il comodino e spegnere il lampadario. Tornò ai piedi del letto, si levò i boxer, ed io distolsi lo sguardo. Non era la prima volta che lo vedevo completamente nudo, ma sapere che stavamo per fare sesso e tra non molto sarebbe stato dentro di me, mi metteva tremendamente in imbarazzo.
Eren non disse nulla e, dopo aver tirato fuori dal cassetto un preservativo ed esserselo infilato, si mise sopra di me e mi prese il volto, costringendomi a guardarlo.
«Dimmi subito se vuoi che io mi fermi, okay?»
Annuii impercettibilmente con la testa e ci sistemammo meglio sul materasso.
Sentii la punta del suo pene fermarsi sulla mia apertura e, molto lentamente, Eren cominciò ad entrare.
Con una mano stringeva la mia sul cuscino, mentre con l'altra mi faceva delle piccole carezze sulla guancia, così che potessi rilassarmi. Grazie a ciò il dolore fu di gran lunga minore e risultò più che sopportabile.
Si fermò un momento quando era a metà, aspettando che io gli dessi il permesso per continuare. Annuii mordendomi il labbro ed Eren riprese, finché non mi penetrò con tutta la sua lunghezza.
Nonostante cercasse di nasconderlo capivo che si stava sforzando per andare con calma, dunque ignorai per quanto possibile il dolore e gli dissi che poteva muoversi.
Già a fiato corto e con le guance arrossate per l'eccitazione, uscì di poco e iniziò a pompare il suo membro dentro e fuori, con lentezza.
«Merda... Tutto bene?» Ansimò, portando entrambe le mie mani sopra la mia testa per stringerle con le sue.
«Sì... V-vai più veloce...» Gli guardai le labbra, sentendo il piacere crescere.
Eren non se lo fece ripetere due volte ed aumentò sempre di più le spinte, facendo movimenti circolari col bacino.
Iniziai a gemere sempre più forte e alzai la testa per raggiungere le sue labbra, dando vita ad un profondo bacio.
Eren a quel punto mi lasciò le mani e ne portò una a stringermi la coscia, nel tentativo di allargarmi di più le gambe per farsi ulteriore spazio.
«Cazzo Eren s-sto...!»
«Sì lo so... anche io...» Gemette e affondò il volto nel mio collo.
Con le mani ora libere gli strinsi i capelli, sentendo la stretta del codino farsi sempre più debole. Qualche ciuffo infatti era già caduto e continuavano a farlo, mentre Eren spingeva sempre più velocemente e a fondo dentro di me.
«Ci sei?»
Di tutta risposta soffocai un urlo e chiusi gli occhi, sentendo l'orgasmo sempre più vicino.
Venni un attimo dopo ed Eren assestò due ultime spinte, affondando tutto il suo membro e rilasciandosi nel preservativo con un profondo gemito.
Cercammo entrambi di riprender fiato, quando Eren alzò il volto per guardarmi. Non ebbi tempo di dire nulla, perché il codino dietro la sua nuca si sciolse del tutto e mi ritrovai con i suoi capelli lunghi in faccia. Scoppiammo entrambi a ridere, prima che Eren uscisse da me e si buttasse al mio fianco sul materasso, per poi tirarsi i capelli all'indietro.
«Cristo.» Sospirò senza fiato portandosi un braccio a coprirgli gli occhi, ed io guardai il soffitto ancora scombussolata.
«È andata bene, no?» Mi chiese Eren con una nota ironica.
«Porca troia Eren... Sei sicuro di non essere un nipote di Mick Jagger?»
Si mise a ridere e si tirò su solo per sfilarsi il preservativo di dosso. «Mi lusinghi così.»
Ci mettemmo poi sotto le coperte ed Eren mi strinse da dietro.
Stavo per addormentarmi, ma sentii Eren mormorare alle mie spalle, con il viso contro la mia nuca.
«Ti amo così tanto [T/n]. Non voglio più lasciarti, per nessuna ragione al mondo.»
Sorrisi inconsciamente. «Molte volte fai il cazzone, ma ti amo anch'io.»
Lo sentii sogghignare e ci addormentammo così, senza aggiungere altro.
*Spazio Me*
Dio santo scrivere questo capitolo è stato un infarto ma ce l'ho fatta!
*Levi la porta via*
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