𝐱𝐱𝐱. - finis
"Fine"
-Ma dai, qui mi descrivono come una vera assassina!- commentò Alex, coricata sul letto accanto a Peter, "Philophobia" aperto tra le mani.
-Beh, diciamo che quando ci siamo conosciuti eri anche peggio di così- rispose lui, beccandosi uno schiaffo sul braccio.
-Sei tu che ti sei innamorato di me, perciò non ti lamentare- disse Alex.
-Credo sia stato l'errore più bello della mia vita- rispose il ragazzo. Aveva la testa poggiata in grembo ad Alex, perciò non riuscì a vedere il sorriso che le illuminò il viso.
Quella sera si era divertita come mai prima di allora. Avevano cenato tutti insieme, mangiando le buonissime pizze preparate da Pepper. Quest'ultima aveva persino cucinato una torta, la più buona che Alex avesse mai mangiato. Alla fine anche Loki si era unito a loro, assecondando la richiesta della figlia.
Aveva raccontato a tutti la sua storia, di come si fosse ritrovato alla TVA, uno strano posto dove si controlla il corretto andamento della linea temporale. Lì aveva conosciuto Sylvie, una sua "variante", ed era solo grazie a lei se era riuscito a fuggire.
-Cioè, questa Sylvie è letteralmente un Loki al femminile?- aveva chiesto Tony, mentre finiva la sua pizza.
-Si, diciamo di si- rispose Loki.
-Perciò ti sei innamorato...di te stesso?- aggiunse Nat, mentre il dio sgranava gli occhi.
-Oh cavolo, neanche io sono arrivato a un tale livello di narcisismo- commentò Tony, facendo sogghignare Peter.
-Come? In che senso innamorato?- sbottò Alex, guardando torva il padre.
-Fermi tutti, io non ho nominato un innamoramento- rispose Loki, la voce che gli tremava quasi impercettibilmente.
-Ma è abbastanza implicito- sussurrò Peter all'orecchio di Alex, facendola ridacchiare.
-Su ragazzi, si è fatto tardi- disse Pepper, entrando nuovamente nella stanza -ho già messo Morgan a dormire. E Alex- continuò, voltandosi verso la ragazza -voleva salutarti-
-Oh, ma certo- si affrettò a rispondere, alzandosi dalla sedia. Si era quasi dimenticata che, l'indomani, avrebbe lasciato il quartier generale. Peter le aveva ridonato la sua vera casa, ed era arrivato il momento di andarci a vivere.
-Vengo con te- disse Peter, alzandosi dalla sedia e seguendo Alex verso il corridoio. La ragazza vide, con la coda dell'occhio, Bucky mettere una mano sulla spalla di suo padre, probabilmente per convincerlo a rimanere seduto.
-Come sto andando?- le chiese Peter, non appena furono fuori dallo sguardo degli altri.
-Come stai andando per cosa?- chiese Alex, aggrottando la fronte.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, come se la cosa fosse ovvia.
-Con tuo padre! Insomma, è la prima volta che ci presentiamo a lui da ufficialmente fidanzati-
-Beh, conoscendolo direi che stai andando alla grande. Se non gli fossi piaciuto ti avrebbe piantato un pugnale nel petto-
Alex lo vide sbiancare all'improvviso, e subito scoppiò a ridere.
-Ma tu gli piaci, ne sono sicura. Insomma, mi hai letteralmente salvato la vita. Dovrebbe esserti grato per tutto il resto della sua eternità-
Si avvicinò a lui e lo abbracciò, lasciando che le accarezzasse i capelli e le facesse scorrere le dita su tutta la schiena. Gli era mancato così tanto averlo vicino che ora qualunque momento insieme a lui era come un raggio di sole in mezzo all'oscurità.
Spalancarono la porta della camera di Morgan, e videro la bambina seduta a gambe incrociate sul suo letto. La sua inseparabile confezione di pastelli a cera era accanto a lei, e non appena vide Alex un grande sorriso le illuminò il viso.
-Lexi! Ti stavo aspettando- disse, saltando giù dal letto e correndo ad abbracciarla.
-Grazie del saluto, Morgan. Anche io sono felice di vederti- commentò Peter, beccandosi un'occhiata realmente dispiaciuta.
-Guarda, ti ho fatto un disegno- continuò lei, prendendo un foglio e dandolo ad Alex. Lei lo guardò, posizionandolo in modo che anche Peter potesse vederlo. Perché, nel disegno, c'era anche lui.
Era accanto ad Alex, con il costume di Spiderman, mentre la ragazza indossava la sua armatura verde e dorata. Entrambi tenevano una mano a Morgan, ed insieme camminavano verso chissà dove.
-Morgan, è...- disse Alex, ma le parole le si bloccarono in gola. Bellissimo, avrebbe voluto dire. Ma i suoi occhi lucidi di lacrime di gioia dicevano già tutto.
-Mi hai fatto più magro di quanto in realtà sono- commentò invece Peter, facendo ridere entrambe.
-Era tanto tempo che non ti vedevo, sono giustificata- rispose Morgan, con voce serissima. Passò lo sguardo da Alex a Peter, e poi viceversa. Lo fece di nuovo, e poi un'altra volta. Fin quando il suo sguardo si fermò sul disegno che Alex teneva ancora tra le mani.
-Perciò domani ve ne andrete?- chiese, rivolta a nessuno dei due in particolare.
Alex prese un profondo respiro, inginocchiandosi per arrivare all'altezza della bambina.
-Si, Morgan, ce ne andremo. Ma non per sempre, ovviamente-
-Verrete a trovarmi, vero?-
-Promettiamo di venirti a trovare ogni giorno, se lo vorrai- aggiunse Peter.
-Promesso?-
-Promesso- dissero in coro i due ragazzi, avvolgendo Morgan in un grande abbraccio.
-Mi mancherete tanto- mormorò lei, la guancia poggiata sulla spalla di Alex.
-Anche tu, mini-Iron Man- rispose, lasciandole un bacio sulla fronte.
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Era ormai completamente buio, fuori dal quartier generale. Anche se le luci della cucina erano ancora aperte. Al tavolo era seduto Loki, le dita delle mani intrecciate tra loro.
-Papà- disse Alex, risvegliandolo dai suoi pensieri.
-Oh, tesoro- rispose lui, rizzandosi all'improvviso -ti stavo aspettando-
La ragazza si sedette accanto al padre. Poco dopo, così silenziosamente che Loki sobbalzò sul posto, arrivò anche Peter.
Alex gli fece segno di non dire niente, e lui così fece. Si sedette dall'altra parte del tavolo, davanti alla ragazza.
-Papà- ripeté Alex, allungando una mano verso quella del padre. Lui la prese immediatamente, stringendola forte nella sua -ti piacerebbe accompagnarci domani, quando andremo a casa?-
Loki alzò lo sguardo, gli occhi attraversati da un profondo dolore. Alex sapeva cosa significava quella casa per lui. La morte di sua madre, tutti i sogni che aveva di una vita normale spazzati via in un solo giorno.
-Certo, Alex- rispose alla fine, sorprendendola -certo che mi piacerebbe-
Si voltò verso Peter, che si immobilizzò all'improvviso.
-E tu, ragazzo- disse, guardandolo dritto negli occhi -tu ti prenderai cura della mia bambina, vero?-
Peter restò sorpreso da quella domanda, come se si aspettasse di sentire qualunque altra cosa. Ma, alla fine, la sua espressione ritornò ad essere quella di sempre. Quella di un ragazzo di sedici anni che era dovuto crescere troppo in fretta per stare al passo con i tempi.
-Certo, signore...-
-Loki- lo interruppe -chiamami Loki-
-Certo, Loki- si corresse, indugiando per un secondo su quel nome -certo che lo farò-
-Trattala bene, proprio come un padre tratterebbe la propria figlia. Non farla piangere, se non di gioia. Non farla arrabbiare, se non vuoi ritrovarti la stanza congelata. E, soprattutto, non farla soffrire. Alexandra è una bambola di ferro, ma con il cuore di porcellana-
Peter non rispose. Si limitò ad annuire, e Loki fece lo stesso.
-Quanto a te, Lexi- riprese, e Alex rimase piacevolmente sorpresa nel sentire quel soprannome che ora anche suo padre usava -sai che io sono felice solo quando tu sei felice. E io so che tu sei felice solo quando sei con lui- e indicò il ragazzo davanti a lei, che arrossì lievemente e sorrise.
Ci furono dei brevi attimi di silenzio, poi anche il dio sorrise. Alexandra aveva sempre pensato che quello di suo padre fosse il più bel sorriso che avesse mai visto, nonostante comparisse sul suo viso così raramente che quasi lo dimenticava.
-Perché tu ami Peter, vero Alex?-
Una domanda, una sola risposta. Appena un anno prima, la ragazza ci avrebbe pensato molto a lungo prima di darla. Avrebbe pensato a cosa avrebbe detto suo padre, per prima cosa. Ma ora era proprio lui ad averle posto la domanda, e lei conosceva benissimo la risposta.
-Si- rispose -io lo amo-
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