𝐯𝐢. - angeli vendicatori
La ferita sulla schiena non era ancora guarita, ma Alex decise di alzarsi comunque.
Saltò giù dal letto e camminò lentamente fino al salone.
Lì c'erano Nat e Tony.
Sembrava che avessero appena finito di parlare.
Nat, appena la vide, posò sul tavolo di vetro davanti a lei una strana spilla che aveva in mano, per poi correre verso di lei.
-Alex! Ti avevo detto di rimanere a letto! Quella ferita non è una cosa da niente, potrebbe...-
-Cos'è quella spilla?- l'interruppe lei, che non sentiva minimamente il dolore della ferita.
Vide Natasha deglutire.
-Nat- disse Tony, alzandosi dal divano.
-Prima o poi lo dovrà sapere. Non possiamo tenerle nascosto anche questo.
-Anche questo che cosa? Cosa è successo?- incalzò Alex.
Gli altri due si guardarono con espressione grave, abbassando lo sguardo.
Tony prese la spilla e la premette sul palmo della ragazza, che rimase immobile.
Conosceva quel simbolo.
Un teschio con otto tentacoli intorno.
-L'HYDRA...- sussurrò, rigirandosi nelle mani quel cerchio di metallo.
-Sbaglio o quest'organizzazione era morta da quasi un secolo?-
-Lo pensavamo anche noi...prima che Nat recuperasse la spilla che hai in mano dal costume di Peter-
Alex sentì un vuoto nel petto.
-Questa...- disse, alzando la mano che stringeva ancora la spilla.
-Era sul costume di Peter?-
Tony e Nat annuirono.
Rimase in silenzio per quelli che sembrarono essere secoli, con la bocca spalancata, incapace di parlare.
Prima che le gambe le cedessero e finisse a terra, si trascinò verso uno dei divani.
La spilla le scivolò di mano, andando a sbattere sul pavimento.
-Perché...- mormorò, trattenendo le lacrime.
-Perché proprio tutto a me?-
Nat le si mise vicino.
-Tu sei forte, Alex. Hai superato situazioni ben peggiori a questa. Hai visto entrambi i tuoi genitori morire, eppure sei ancora qui.
-Peter era tutto ciò che mi rimaneva- continuò Alex, stringendo forte la mano di Nat.
-Non lo abbiamo perso, sono sicura che c'è un modo per...-
-Hai visto le sue mani?- l'interruppe di nuovo Alex.
Non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di tutte le fasciature che aveva visto avvolte intorno alle mani di Peter.
-Gli stanno facendo del male. Qualcuno gli sta facendo del male-
Vide Tony e Nat che si guardavano negli occhi.
-Ma perché dovrebbero fargli del male? Insomma, non credo Peter si sia mai mischiato con gli affari dell'Hydra- disse Natasha, aggrottando la fronte.
-Non è impossibile. Noi tutti pensavamo che questa organizzazione fosse stata distrutta, invece eccoci qui- replicò Tony, indicando la spilla che giaceva ancora sul pavimento.
Alex scosse la testa.
-No, io ho un'altra ipotesi-
Nat alzò lo sguardo.
-E se l'Hydra stesse usando Peter come arma contro di me? Forse perché sa che io non gli farei mai del male, nonostante il nuovo lui sia stato programmato per uccidermi. Questo mi distruggerebbe dentro, e lo sapete anche voi-
-Non vi sembra troppo in stile "Agente 007" o qualcosa di simile? Insomma, chiunque ci sia a capo della nuova Hydra è così intelligente?- chiese Tony, mentre si sistemava il tutore.
-La vecchia Hydra è stata capace di rubare il Tesseract e di scatenare una guerra, perciò non mi stupirei tanto- rispose Nat, che sembrava aver preso seriamente in considerazione l'ipotesi fatta da Alex.
La ragazza ebbe l'impressione che anche Tony condividesse la sua idea, solo sembrava una cosa troppo orribile per dirlo ad alta voce.
-E se fosse davvero così? Chi c'è a capo dell'Hydra? Credevo fossero tutti morti- riprese Alex.
Nat scosse la testa, prendendosi la testa tra le mani.
-Non tutti- mormorò.
-барон земо- aggiunse, in una lingua che Alex non conosceva, ma sembrava essere russo.
-Il Barone Zemo- tradusse Tony, prima che qualcuno uscisse dall'ascensore.
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PETER'S POV
Intorno a me vedo solo fumo.
Lancio una veloce occhiata ai miei polsi, dove due cinghie di cuoio mi legano a una sedia in metallo.
Quando una parte di fumo scompare dalla mia vista, riesco a distinguere delle sbarre di ferro intorno a me.
Sono in una prigione.
Questa è l'unica cosa che riesco a capire.
-Buongiorno soldato- dice una voce che non riconosco.
Sento dei passi che si avvicinano, ma la prima cosa che vedo non è un volto, ma un libro rosso con una stella nera, che viene poggiato su un basso sgabello davanti alla prigione.
Poi, pochi secondi dopo, lui.
E' l'unica persona che ricordo, il resto è solo vuoto.
Il Barone Zemo.
-Com'è andata la missione?- mi chiede, mentre si toglie dalle mani dei guanti in pelle nera.
Quando vede che rimango in silenzio, si gira verso di me.
Poggia una mano su una sbarra.
-Com'è andata la missione?- ripete, guardandomi dritto negli occhi.
-Ho perso la mia spilla- rispondo, indicando con la testa il mio costume.
Sulle sue labbra si forma un sorriso freddo, che non lascia trasparire alcuna traccia di felicità.
-Non è un problema. Provvederò a consegnartene una nuova, e...-
-Io la conosco- lo interrompo, per poi mordermi la lingua.
Stavo cercando dall'inizio di non dirlo, ma non sono riuscito a contenermi.
Lui mi lancia uno sguardo che mi fa gelare dentro.
-Chi conosci?- mi chiede.
-La ragazza. Quella che era con gli altri due Avengers. I suoi occhi, io la conosco...-
Zemo si lascia sfuggire una risatina, anche questa volta tutt'altro che allegra.
-Tu non la conosci- dice alla fine, quasi scocciato.
Devo contenermi per non rispondere con un "non è vero", perché so cosa mi spetterebbe.
Vedo Zemo fare un'espressione soddisfatta, come se avesse raggiunto il suo obiettivo.
-Buonanotte soldato- dice, prima di recuperare il suo libro e uscire dalla stanza.
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