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[15] allergica alle presenze umane.





Essere nuovamente nel posto dove un innocente era stato appena arrestato era un moralmente ignobile; un po' meno se adesso, accerchiato da noi ragazzi, vi era legato su una sedia il colpevole di tutto ciò che era successo: Tyler.

"Ben svegliato" dissi a quest'ultimo quando finalmente aprii gli occhi. Fortuna che Bianca ci aveva aiutate con il suo canto da sirena, altrimenti avremmo dovuto usare la forza bruta per attontirlo e legarlo.

"Dove diavolo sono?"

"Dove nessuno sentirà le tua grida" rispose mia sorella. La guardai e accennai un sorriso.

"E queste catene?" il ragazzo cercò di muovere le braccia ma invano.

"Non fare domande stupide, ti facevo più intelligente" roteai gli occhi al cielo.

"Voi due siete fuori di testa. Sono un normale!" si difese.

"È vero solo a metà" Mercoledì tirò fuori una vecchia foto dove era presenta la squadra di scherma che frequentava anche nostra madre
"La riconosci? Se non mi fossi fatta distrarre da mia madre al centro, avrei notato la tua molto prima" indicò una figura quasi ai bordi.

"Tuo padre si innamorò di una reietta" continuai.

"Va bene, ma ciò non fa di me un mostro!"

"Lei era un Hyde. E tuo padre viveva nel terrore che tu avessi ereditato la patologia" scrollai il capo e mi avvicinai a lui.

"Nessuno di voi alzerà un dito per fermarle?" il prigioniero si rivolse agli ragazzi presenti.

"Gente? Mi ha scritto Enid. La Thornhill si è insospettita. Tra quanto si trasformerà in quella... cosa?" intervenne Ajax riponendo il cellulare in tasca.

"Non sono il mostro!" si difese.

"Sì che lo sei. Ho avuto una visione" Mercoledì posò gli attrezzi da tortura sul tavolo.

"Mi accusi per una visione che hai avuto dopo il nostro bacio? Quanto è affidabile?"

"Più affidabile delle tue insulse parole" presi un coltellino e lo osservai.

"Ragazze, cosa fate?" domandò Bianca con voce allarmata.

"Una tortura leggera"

"Non lascia cicatrici, tranquilli" continuai la frase lasciata in sospeso da mia sorella.
Dopo una serie di lamenti da parte dei ragazzi, sul fatto che non fossero d'accordo con l'uso gratuito della violenza, lasciarono me e Mercoledì da sole.

"Direi di usare un martello e rompergli una mano" presi l'oggetto
"La destra" continuai ghignando.

"Controlliamo i riflessi" la mora mi fece eco.

"Lontane da mio figlio! Gettalo" lo sceriffo entrò puntandomi contro una pistola. Alzai le braccia e lasciai cadere il martello sul pavimento.

[...]

Dopo un viaggetto alla centrale di polizia, e Tyler che ammette di averci sconfitte, la preside Weems al nostro ritorno in accademia ci convocò nel suo ufficio. Peggio di così non poteva andare.

"Lo sceriffo non ha sporto denuncia, però pretende la vostra espulsione immediata dalla Nevermore" disse la donna seduta alla sua scrivania.

"Gli altri non c'entrano niente" intervenni difendendo coloro che avevano aiutato ma avevano fatto la spia: quali Ajax, Bianca, Yoko e Kent.

"Abbiamo fatto tutto noi due" aggiunse Mercoledì lanciandomi un'occhiata.

"Dite di non avere amici, eppure siete protettive verso quei ragazzi"

"Non hanno avuto il coraggio di agire, preside Weems"

"Di sequestrare e torturare qualcuno? Menomale direi!" alzò le braccia in segno di resa.

"Si rende conto che Tyler ha sventrato sei persone e conservato parti del loro corpo?" domandai retoricamente portando l'attenzione su di me.

"Se mi aveste confidato i vostri sospetti invece che fare di testa vostra, avremmo potuto collaborare" la donna alzò leggermente il tono di voce.

"Perché abbiamo un bel rapporto di fiducia e cooperazione" provai a sopprimere una risata a quell'affermazione di Mercoledì.

"Non vedo come io possa credervi" dopo un breve lasso di tempo, la bionda scrollò il capo.

"Sua madre era una Hyde! E lui ha confessato tutto alla centrale" mi avvicinai alla scrivania e mi poggiai con le mani osservando la donna.

"Preparate i bauli" quest'ultima si alzò in piedi ed io mi allontanai leggermente
"Ve li spediremo. Iniziate a salutare tutti"

"Preside Weems-" provai a dire qualcosa ma mi interruppe.

"Prenderete il treno domani pomeriggio. Mi dispiace che non vi siate ambientate alla Nevermore. Soprattutto tu, Ayla, ultimamente ne hai combinate parecchie" mi squadrò
"Tutto ciò sarà una grande delusione per tua madre" abbassai lo sguardo ma lo rialzai subito
"Come lo è per me. Nutrivo grandi speranze verso di te"

[...]

Dopo l'intensa conversazione avvenuta nella presidenza, e dopo aver preparato un solo baule dei tre che dovevo preparare, di nascosto insieme a Mano, mi diressi da Xavier, sperando mi aiutasse a trovare informazioni utili su come sconfiggere Tyler ma soprattutto, vedere come stesse.

"Xavier... non so quanto tempo abbiamo. Mano sta distraendo guardie e telecamere" abbozzai un sorriso. Ero felice di rivederlo. Un po' meno vederlo dietro le sbarre con delle pesanti catene legate al collo.

"Che ci fai qui?" si alzò dallo sgabellino.

"So che non sei l'Hyde. Forse l'ho sempre saputo in realtà, ma Tyler mi ha battuta sul tempo e ha usato Mercoledì per incastrarti. È lui il mostro" mi avvicinai alla grande gabbia e presi dallo zaino un blocchetto e una matita.

"Come lo sai?" inarcò un sopracciglio con fare diffidente.

"Una lunga storia. Il fatto è che dovevo fare qualcosa per evitare che quello zotico ti incastrasse" ringhiai.

"Potresti smetterla di andare avanti e indietro? Mi infastidisce" sospirò ed io lentamente mi fermai. Presi un respiro e gli porsi ciò che avevo tra le mani.

"Ho pensato di portarti un regalino. Dubito che in cella ti diano cose per disegnare. So quanto tu non ne possa fare a meno" feci passare i due oggetti tra due sbarre di ferro e lui titubante le prese non staccando gli occhi dai miei.

"Inoltre... visto il tuo legame psichico con l'Hyde, mi chiedevo se avessi disegnato altro di utile. Prima che ti chiudessero in gatta buia" azzardai a chiedere ritraendo la mano.

"Prima mi fai rinchiudere qui e poi mi porti dei fogli con una matita chiedendo il mio aiuto?" chiese con una risata sarcastica finale. Chiusi gli occhi e respirai profondamente.

"Xavier, per Dio, sei cocciuto! Non sono stata io! Che tu mi creda oppure no" recitai le sue stesse parole.

"Adesso la mia vita è rovinata" si avvicinò di più alle sbarre.

"Non dire così" gli diedi le spalle passandomi una mano fra i capelli. Mi sentivo responsabile? Abbastanza.

Solitamente non me ne sarebbe importato un fico secco? Esatto.

Aveva ragione Mercoledì usando l'appellativo invaghita di lui? Non ero pronta a rispondere, non ancora.

"Ti faremo uscire da qui. Io ti farò uscire da qui, te lo promet-" mi interruppe.

"Non fai che combinare guai, Ayla. Io ci ho provato ad essere tuo amico" mi indicò per poi afferrare una sbarra; io scossi il capo e gli impedii di continuare.

"Xavier Thorpe. Ascoltami" quasi con rabbia afferrai la sua mano e la strinsi, osservando il moro dritto negli occhi. Dopo qualche secondo sembrava essersi calmato.

"Posso immaginare come ti senti. Ma voglio che tu sappia che farò di tutto per farti uscire, te lo prometto" allentai la presa ma non mi staccai ancora. Eravamo molto vicini. A dividerci erano solo quelle stupide barre di ferro.

"Hai ragione" annuii sotto il suo sguardo confuso
"Sono egocentrica, narcisista, violenta, allergica alle presenze umane, penso solo a me stessa e combino solo guai. Però anche se inconsciamente, tu mi hai aiutato. Ed è per questo che ti ringrazio e soprattutto ti chiedo scusa" pronunciai in un sussurro l'ultima frase ritraendo completamente la mano.
Una piccola parte di me avrebbe voluto scavarsi la fossa e scappare via con un tunnel segreto. L'altra invece voleva restare con quel ragazzo dai capelli lunghi che aveva totalmente stravolto il mio modo di vedere le cose.

"Non avrei mai pensato di sentirti dire una cosa del genere" abbozzò un leggero sorriso. La strada per il perdono era ancora lunga, ma mi avrebbe perdonata. Lo sapevo.

"Adesso devo andare" dissi quando Mano fece il suo ingresso gesticolando come un forsennato. Riportai lo sguardo sul ragazzo e mi avvicinai.
Portai la mano all'altezza del suo viso, con il medio e l'indice gli accarezzai gli zigomi scendendo fino alla mandibola, lui seguiva i miei movimenti
"Ti farò uscire da qui!" ripetei per l'ennesima volta. Staccando la mano e uscendo fuori da lì.

♟️
il ghiaccio si sta sciogliendo
o sbaglio? :3
non siate lettori silenziosi,
mi raccomando !
fatemi sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una ⭐️

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