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[02] Ayla scossa elettrica Addams.




"Enid quando avrebbe intenzione di degnarci con la sua presenza la tua compagna di stanza?" chiesi spazientita:
stavo aspettando Mercoledì, all'ingresso della scuola, dato che aveva appuntamento dalla psicologa.
Nonostante io non avessi bisogno di quest'ultima, il mio compito era sorvegliare quella trappola mortale vivente, ovunque.

"Doveva solo mettersi il cappotto!" alzò le braccia in segno di resa. Respirai rumorosamente picchiettandomi la mano sulla coscia.

"Ciao Enid" un individuo sconosciuto salutò la ragazza che si trovava al mio fianco
"E ciao..." mi incitò a continuare.

"Ayla" gli porsi la mano
"Ayla Addams" continuai.

"Io sono Ajax" sorrise
"Che dolore!" esclamò quando al contatto con la mia mano, prese la scossa. Risi di gusto.

"Ah! Non passa mai di moda questo vecchio trucco" dissi provocando la risata di una quarta persona che fino a quel momento non avevo ancora notato.

"Giusto... Ayla lui è-" cominciò Enid per poi essere interrotta da me.

"Colui che mi ha dato una spallata l'altro giorno. Io non dimentico" gli puntai il dito contro e lo guardai in cagnesco.

"Sono Xavier. Piacere mio, miss Ayla scossa elettrica Addams" alzò l'angolo destro della bocca.

"Siete gemelle?" domandò il ragazzo con il cappello che si stava ancora massaggiando la mano. Che drammatico.

"Teoricamente" risposi portando l'attenzione su di lui.

"Siete molto... diverse" Xavier osservò i miei capelli.

"Mia madre avrà sbagliato ad assemblare qualche pezzo" scrollai le spalle. Lui ridacchiò silenziosamente.

"Anche a livello di" si bloccò
"Colori?" disse titubante riferendosi al fatto che la mia divisa non era tutta nera come quella di Mercoledì, ma come quella degli altri studenti.

"Cerco sempre di adattarmi. E comunque non ti dovrebbe interessare" risposi freddamente.

"Eccomi" la voce cupa di mia sorella mi fece distogliere lo sguardo dal ragazzo dai capelli lunghi. Lo puntai sulle scale e se fosse stato possibile avrei voluto incenerire la mora con gli occhi.

"Mercoledì sei in ritardo. Ti ho aspettata per più di mezz'ora, la preside sarà furiosa" la rimproverai mentre ci raggiungeva.

"Non mi importa la sua irrilevante opinione. Francamente" detto ciò ci superò ed uscì.

[...]

"Non la pagano abbastanza per fare da chauffeur ai suoi studenti" commentò Mercoledì una volta che fummo arrivate a destinazione.

"Visti i tuoi precedenti sono sicura che proverai a scappare via" la Weems fece una breve pausa
"Resterò qui al fine di impedirtelo" concluse.

"C'è già Ayla per questo, vero sorellina?" lentamente mi osservò dallo specchietto.

"Non è qui per questo" tentò di giustificarmi
"Magari potrebbe venire su con te e parlare un po' con la dottoressa Kinbott" propose girandosi verso di me, che ero seduta sul sedile posteriore.

"Non ho bisogno di una strizza cervelli. A differenza di mia sorella, riesco a controllarmi e a non gettare dei piranha in piscina. Fatemi uno squillo quando la seduta si sarà conclusa" e con questo scesi dall'auto e andai a fare un giro per Jericho.

Passò un po' di tempo. Avevo male alle gambe e soprattutto sete e voglia di un bel caffè macchiato. Gli auricolari si erano scaricati, quindi potevo dire addio al camminare ascoltando musica.

Mi fermai al Weathervane, posto che ci aveva consigliato in auto la preside.

"Ma che diavolo..." sussurrai non appena entrai.
La scena era più o meno questa:
tre ragazzi stesi per terra, supposi che mia sorella li avesse picchiati, dato che si trovava lì al centro.

"Non si preoccupi signorina, è tutto sotto controllo!" mi disse un tale abbigliato con una polo color terra e un grembiule bordeaux con lo stemma del locale.

"Mercoledì che ci fai qui? Non dovresti essere dalla dottoressa Valerie?" inarcai un sopracciglio.

"Tu dovresti essere a casa. Eppure sei qui, ma nessuno ti ha detto niente" rispose a tono. Iniziava a darmi sui nervi.

"Mi stai seriamente stufando" mi avvicinai
"Stai superando ogni limite" la avvertii.

"Suppongo problemi familiari. Vi lascio sole" il ragazzo in grembiule cercò di allontanarsi.

"E lui chi cavolo è?" domandai.

"Tyler, che diavolo è successo qua?" fece il suo ingresso un uomo di mezza età, svelando l'identità del misterioso ragazzo.

"Hanno importunato una cliente e lei gliele ha suonate"

"Lei da sola ha steso tre ragazzi?" guardò Mercoledì che restava muta.

"Ringraziamo nostro zio per questo" mi intromisi
"Grande uomo!" continuai annuendo.

"Mi scusi sceriffo, le avevo perse di vista un attimo. Signorine Addams, è ora di andare" varcò l'entrata, una donna molto alta: la Weems.
Io e la mora andammo verso di lei.

"Aspettate un momento. Ferme" ci richiamò l'uomo
"Fate Addams di cognome? Non ditemi che Gomez Addams è vostro padre. Dovrebbe essere dietro le sbarre per omicidio. Si vede che la mela non cade lontano dall'albero. Vi terrò gli occhi addosso" ci osservò mentre io e Mercoledì ci scambiammo un'occhiata.

Stavo per ribattere, prendendo le difese di mio padre ma la preside non me lo permise.

"Dai andiamo, d'accordo" e ci trascinò fuori.

♟️
ᴇᴄᴄᴏᴄɪ ᴄᴏɴ ɪʟ sᴇᴄᴏɴᴅᴏ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ,
ꜰᴀᴛᴇᴍɪ sᴀᴘᴇʀᴇ ᴄᴏsᴀ ɴᴇ ᴘᴇɴsᴀᴛᴇ ɴᴇɪ ᴄᴏᴍᴍᴇɴᴛɪ
ᴇ sᴇ ᴠɪ ᴇ́ ᴘɪᴀᴄɪᴜᴛᴏ ʟᴀsᴄɪᴀᴛᴇ ᴜɴᴀ ⭐️ !

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