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Capitolo 47

Bianco.
Tutto, intorno a me, è bianco.
Credo di essere morta, sbatto gli occhi un paio di volte e mi ritrovo a vedere un posto diverso. Il sole è troppo accecante quando alzo la mano, dopo un poco la mia vista inizia ad abituarsi alla luce.
Sorrido, credo sia il paradiso.
Davanti a me c'è una lunga distesa d'acqua e l'erba sembra essere soffice, è di un verde speranza acceso, sento le ghiandaie imitatrici dei boschi fischiettare sugli alberi dietro di me.
Mi guardo intorno e direi di essere nel primo giorno di primavera, abbasso gli occhi su di me e noto d' indossare un vestito bianco corto, fatto di cotone e di essere a piedi nudi.
Tra i fili d'erba però vedo qualcosa, come una foto in movimento stampata male, appare e scompare, poi finalmente si fissa e riesco a vedere qualcosa. 
Sono davvero in paradiso, come lo so?
Lui è qui, ancora mio.
Vedo Cedric seduto su una tovaglia gialla mentre ride, sta giocando con una margherita ma al suo fianco ci sono io. Aspetta, io? Faccio un passo in avanti e noto subito di sapere esattamente perché tutto questo è così familiare, non sono in paradiso, come potrei? Non merito di viverci. Sono in un ricordo.

<<Cedric>>sussurro.<<Sono qui!>>

<<Sai, amo la primavera>>ride lui.<<Non fa troppo freddo ma neanche troppo caldo, il giusto>>

<<Ami le cose sbagliate, Mr. Diggory>>dice la mia me del passato.<<La primavera è scontata, l'inverno no. Devi sopravvivere all'inverno, è complicato.>>

<<Ma sotto la neve si nascondono ancora dei fiori>>ribatte sorridendo<<Aspetta, come mai ho la sensazione che non parliamo più delle stagioni?>>

<<Sai bene a cosa mi riferisco>>

Mi lascio cadere a terra, li guardo.
Ci guardo.
La mia me osserva la tovaglia, giocando con le punte bianche dei capelli mentre Ced la guarda come se fosse la cosa più bella del mondo. Poi si avvicina e la fa cadere all'indietro, ella ride e in un attimo le si mette sopra. La luce, l'aria fresca, ricordo come mi sentivo in pace, nessuna minaccia o paura, eravamo solo noi due.
Cedric le accarezza dolcemente i capelli, mi addolora sapere quanto sia colpa mia.

<<Non amo le cose sbagliate, amo te>>

<<Infatti>>sottolinea lei.

<<Ancora con questa storia? Maledizione, sei cocciuta>>ride.

<<E' solo che non capisco perché tu voglia una ragazza con più fantasmi di chiunque altro>>

<<Non mi spavento facilmente>>

Lei ride e in attimo capovolge la situazione, si mette sopra di lui sorridente e si sdraia, appoggia la braccia sopra il suo petto e il mento sopra le mani. Lo guarda mentre egli osserva il cielo azzurro, poche nuvole si muovono, ricordo che poco prima avevamo giocato a capire che forma avessero.

<<Quindi la mia profezia non ti spaventa?>>

<<Saremo insieme, qualsiasi cosa accadrà. Non mi spaventa>>

<<Sei sicuro di essere un Tassorosso?>> ridacchia lei.<<Ci vuole coraggio a fermarsi e dirsi di amarsi>>

<<Dici che appartengo segretamente ai Grifondoro? Sarebbe stato più semplice farti innamorare di me probabilmente>>

<< Credo di averti influenzato negativamente! Hai iniziato a non rispettare le regole a causa mia!>>

<<Alla fine l'amore è una buona scusa per mandare tutto al diavolo>>

<<Per me tutto è una buona scusa>>scoppia a ridere lei, guardandomi da fuori mi sento così stupida, avrei dovuto ascoltarlo di più, stringerlo di più.<<Ced?>>

<<Si?>>sorride lui girando il viso mentre ella si alzava a sedere.

<<Credi davvero, dopotutto, di averti  davvero nella mia vita?>>domanda con calma, intravedo i miei occhi lucidi<<Perché ci sono momenti, come questo, che non capisco se sono reali o meno. Tu sei così diverso da me>>

<<Avery>>si alza sui gomiti Ced<<Meriti un amore tanto grande quanto il dolore che provi. Meriti di vivere e non di continuare a morire. Lo sai anche te che prima, prima di noi, non stavamo davvero vivendo>>

In quel momento ricordo di aver pensato che non fosse vero, con Harry mi ero sentita viva, mi ero sentita sempre nel posto giusto.

<<Avery?>>

<<Cosa?>>ride, ero così diversa da come mi sono sempre percepita.

<<Ti amo tanto>>

<<Oh, Cedric>>sorride piano la mia me, ricordo come mi sentivo strana in quel momento. Non gli ho mai detto quella parole.

<<Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo>>

<<Non dire così>>

<<Perché no, Mr. Diggory Silente?>>

<<Perché è come se avessi paura di non dirmelo abbastanza volte, abbiamo detto di andare piano>>

<<Non m'importa del tempo, Avery>>ammette. 

Mi guardo mentre mi alzo a sedere, ero a disagio, preoccupata di cercare di innamorarmi si lui. Sto trattenendo il respiro, Ced si alza anche lui e posa un bacio sulla mia spalla nuda, quel giorno indossavo un abito sintetico blu a fiori. Cedric invece dei jeans beige tirati su fino ai polpacci e una camicia semi aperta bianca, quel posto era tutto nostro e la primavera aveva fatto sbocciare le piante lilla e bianche. 

<<Ehy, esci dalla tua testa per un secondo, ti va?>>mormora facendola voltare<<Sono qui, non scappare tra i tuo pensieri>>

<<A volte penso che sia sbagliato, noi. Un altra ragazza ti renderebbe più felice>>

Ricordo bene che avevo mentito, ero io a pensare ad Harry, pensavo a che cosa sarebbe successo se fosse lui al posto di Diggory.

<<Io non amerò altra ragazza che non sia tu>>

<<Se non fossi quella giusta?>>

<<Non dire sciocchezze, siamo stati fatti per stare insieme. Sono stato creato per te>>

<<Troppo romantico>>ride la mia me. 

<<Almeno dimmi che mi sposerai>>

<<Oh, ma dai! Siamo troppo giovani>>

<<Non m'interessa, tu dimmelo>>

<<Va bene, Cedric Diggory. Ti sposerò>>sbuffa in una risata, stavo mettendo.

<<Bene, non c'è niente che amerò più di mia moglie. Niente ti colpirà, ferirà finchè ci sarò io. Hai capito? Sarò il tuo ossigeno, il tuo scudo, promesso>>

Nei miei occhi vedo tanta verità, la verità di una ragazza che guarda il suo primo amore. Mi guardo saltargli addosso, stringo l'erba ai miei piedi e li guardo ridere, sentirsi felici.
Ad un tratto qualcosa mi spinge via, abbasso gli occhi e vedo un getto d'aria colpirmi, mi appendo per la tovaglia gridando. Il mio corpo viene tirato in su, quando mi giro noto un terrificante buco nero.

<<No! Cedric!  Non lasciarmi andare! Voglio rimanere qui con te! Ced!>>grido.

In un attimo perdo la presa ma i due continuano a ridere spensierati, volo verso il buco e la loro figura diventa sempre più sfuocata. 
Quando sbatto gli occhi sto ancora urlando ma non c'è nessuna distesa verde, nessun cielo azzurro e nessun vento. Mi ritrovo completamente sudata in un letto bollente, mi appoggio alla testiera di metallo e provo a fare respiri profondi, sono in infermeria. 

<<Misericordia! Avery!>>esclama una voce stridula.

Dal corridoi alla mia destra corre l'infermiera Chips, mi tocca la fronte quando arriva e scuote la testa con estrema delicatezza.

<<Che sta succedendo?>>gemo agitata.

<<Oh dolce cara, hai dormito tre giorni. Devi aver fatto un incubo ma almeno ti sei svegliata, credevamo fossi in coma>>

<<Papà, dov'è papà?>>metto le mani sul mio ciondolo.

<<Lui è giù, sta facendo il discorso d'apertura>>risponde<<Non è importante, ora devi stare qui, devi tornare a riposare. Hai la febbre alta>>

<<Discorso d'apertura?>>sibilo.

<<Per il funerale>>sussurra dopo qualche minuto. Poi scrolla le spalle<<Rimani qui un solo secondo, intanto ti consegno una cosa che ti appartiene e che ho trovato qui mesi fa, quando eri ricoverata per lo scontro con le sirene>>

La guardo mettere le dita magre nella tasca del grembiule lindo, tira fuori una busta spiegazzata e l'appoggia sulle mie gambe. Poi tira su la gonna e corre fuori dalla stanza, riprendo fiato e mi guarda allo specchio, esso è appoggiato sul comodino, sembra che le mie ferite si stiano rimarginando. Tanto che i lividi sono scomparsi, vi è rimasto solo un taglio sul labbro inferiore e uno sulla fronte. Quelli sparsi sul mio corpo sono quasi cicatrizzati per via della magia.
Tocco la busta solo un minuto più tardi, quando mi sento pronta, vedo chiaramente il mio nome in corsivo e la sigla sotto. C.D. Cedric Diggory.
Ricordo di averla già vista, era qui quando mi sono svegliata dopo la seconda prova, poi era scomparsa.
Apro la lettera con calma, le mani mi tremano e i ricordi si fanno così vivi nella mia testa da farmi quasi scoppiare in lacrime. Mi fermo e scuoto la testa, mi concentro e dopo qualche altro minuto leggo le parole scritte con la perfetta calligrafia.
Una sola lacrima mi solca il viso nel mentre e mi manca il fiato per tutto il tempo, mi sento come se fossi ancora morta, soprattutto dopo il sogno.
Stringo la lettera fra le lunghie, lo smalto giallo è quasi svanito ma non la sensazione che provo. Le porte dell'infermeria si aprono a libro, mi metto seduta in miglior modo e vedo correre nella stanza Poppy ma con lei c'è zia Minerva. Sembra molto preoccupata, viene verso di me e sorprendentemente mi stringe fra le sue braccia, mi abbraccia così forte che devo costringermi a non piangere.

<<Oh, Avery! Come ti senti?>>

<<Sto bene>>mento.

Poppy fa un cenno ed esce dalla stanza chiudendo la porta. La professoressa mi accarezza dolcemente il viso, lo fa con eleganza<<Ti conosco troppo bene, lo sai?>>

<<Voglio scendere, ti prego.>>

<<Sei troppo debole, devi riposare>>

<<No. Non ce la faccio>>mormoro tirando su il naso<<Non riesco a chiudere gli occhi, a respirare, non chiedermi di riposare perché non ci riuscirei. Ogni volta che chiudo gli occhi fa male, mi sento come se mi stessero trapassando l'anima, portami giù>>

<<Va bene, ma hai bisogno di aiuto>>annuisce.

<<Lo so>>sospiro.

Zia Minerva si alza e usa la bacchetta per creare un vestito nero, anche lei ne indossa una scuro. Tolgo la coperte e guardo i lividi sulle mie coscie, mi sento a disagio ma mia zia, come solo una madre fa, mi aiuta dolcemente.
Mi fa alzare dal letto, mi stringe forte quando rischio di cadere, non ce la faccio a stare in piedi, è tutto così difficile, vivere è così difficile.

<<Tieniti alla ringhiera>>sussurra.

Annuisco mentre abbasso i pantaloncini, mi fa passare la gonna sintetica per le gambe e poi mi aiuta a togliere la maglia, ho i giramenti.
Riesco a mettere la parte superiore, che è scollata poco, cerco di stare dritta ma sono davvero stanca, bevo dell'acqua mentre tira su la zip dell'abito. Poi mi fa sedere per indossare dei sandali argentati, mi pettina i capelli con le dita e mi guarda con tenerezza, cercando d' infondermi coraggio. Mi guardo allo specchio, una volta tornata in piedi, il vestito ha una forma strana, mi fascia perfettamente ma la gonna ricade in un modo diverso, supera di poco le ginocchia. Non dico niente, stringo la lettera fra le dita e poi mi abbraccia.
So che non lo fa come atto di consolazione ma nell'istante in cui chiudo gli occhi sento l'aria svanire, i nostri corpi si fondono e quando li riapro vedo che siamo arrivati davanti alla Sala Grande. Le porte sono grandi ma ora, mentre mi guardo intorno mi sembra quasi che sia tutto nero e grigio. Non c'è alcun colore o emozione, il vuoto.

<<Sei pronta?>>

<<Certo>>mento tremando, lei muove la sua bacchetta tenendomi per il fianco. Ha come il terrore che io crolli a terra, non ha tutti i torti.

I portoni si aprono e davanti a me vedo il lungo corridoio vuoto, zia Minerva mi aiuta a camminare prendendomi, ora, per il braccio.
Entriamo piano nella stanza e riesco a vedere papà sul suo trono zittirsi. Non vi è più il tavolo lungo dietro di loro con gli insegnanti, essi sono seduti nelle lunghe panche orizzontali, tutto è posto come se fossimo in chiesa. 
Mio padre si alza di scatto vedendomi, devo sembrare un fantasma con il pallore evidente, rimango in piedi dove sono e annuisco verso la professoressa.
Lei mi guarda come se non fosse sicura ma quando le assicuro, con uno sguardo, che può andare accetta. Rimango in piedi immobile, le persone sono tutte girate verso di me ma i miei occhi sono sulle bandiere nere, la H dorata, il segno di lutto. 
Zia Minerva corre con eleganza verso mio padre e gli sussurra la mia motivazione. Mi manca il fiato, ho la gola secca e stare lì, davanti a tutti, è più sfiancante di quanto sembra. È un incubo.
Vorrei tanto essere una persona normale, ma non lo sarò mai.
Mio padre mi guarda e fa un cenno positivo, faccio un passo in avanti ma è troppo difficile ed infatti perdo equilibrio, tutto gira intorno a me e vorrei scendere da questa giostra. 
Un attimo dopo però due mani mi circodano, alzo gli occhi e ne incontro due blu, li riconoscerei dovunque.

<<Sono qui>>sussurra Harry.

Cerco di prendere altra aria mentre mi mette dritta, allunga le braccia tenendomi per la vita. Faccio un altro passo ma le gambe sono troppo deboli, è come se fossi ancora sotto quella pozione, non mi sono mai sentita così, sono svuotata, morta. 

<<Non ce la faccio>>ansimo trattenendo le lacrime, questo mi fa arrabbiare perché odio essere aiutata. Odio essere debole.

Lui annuisce, come se sperasse che ammettessi di non riuscirci. Mette una mano sotto le mie ginocchia e una sulla mia schiena, mi solleva da terra, sorprendendomi che sia tanto forte. Poso la testa sulla sua spalla e socchiudo gli occhi mentre cammina, sono lucidi, sono sfinita e odio mostrarmi così davanti agli altri, non voglio essere questa persona.
Vengo portata fino agli scalini, ai piedi del trono.
Poi Harry mi fa poggiare i piedi a terra, lo stringo ancora e infine mi siedo sul marmo, metto le gambe di lato e guardo davanti a me, tutte quelle persone, quei visi che conosco a memoria, i miei amici trattengono le lacrime guardandomi come se fossi una sconosciuta.
Potter si siede di fianco a me, posa una mano sul mio ginocchio, per dirmi che c'è, che non se ne andrà.

<<Molto bene>>mormora papà alle mie spalle. Fa qualche passo in avanti e poggia alla mia sinistra, rimango sorpresa di come si mostri, non superiore a me o agli alunni ma come se il dolore ci facesse diventare tutti uguali. <<Oggi, prendiamo atto di una perdita davvero atroce. Cedric Diggory era un eccezionale lavoratore, infinitamente equanile e, cosa più importante, un fedele amico.  Per tanto ritengo che dobbiate sapere com'è andata. Vedete, Cedric Diggory è stato assassinato da Lord Voldemort!>>

Chiudo gli occhi abbassando il volto sulla lettera di pergamena, reprimo nuovamente la lacrime, fa così male. Vi prego, basta, non mi sono mai sentita così.

<<Respira>>mi sussurra Harry.

<<Il ministero della magia non desidera che io ve lo dica ma per me, non farlo, sarebbe un insulto alla sua memoria. Cedric Diggory non è morto invano finché lo ricorderete e combatterete l'oscurità! Ora il dolore che proviamo per quest'orribile perdita ci rammenta che nonostante proveniamo da luoghi diversi, parliamo lingue diverse, i nostri cuori battono all'unisono. Nessuno potrebbe parlarvi di Cedric come la persona per la quale il suo cuore batteva.>>

Alzo il viso su mio padre e lui si abbassa alla mia altezza<<Non ci riesco, papà>>

<<Devi parlare per lui. Sai che lo vorrebbe>>So che ha ragione, so che questo però mi ucciderà. Annuisco, lui si alza e guarda i suoi alunni. Leggo nei suoi movimenti della sofferenza<<Ritengo che solo la persona che lui amava di più potrà parlarvi di chi abbiamo perso>>

Provo ad alzarmi ma è dura, Harry mi prende per la vita quando il fiato torna a mancarmi. Non mi è mai capitato, è come se fossi debole perché il dolore mi opprime.
Quando alzo lo sguardo però vedo qualcun'altro aiutarmi a stare in piedi, Hermione è corsa fuori dalla panca e mi tiene per il braccio.

<<Non stare in piedi, non sei ancora in forze>>commenta dolcemente.

<<Ha ragione>>dice un'altra voce, dietro di lei appare Ron con un sorriso preoccupato. 

<<Noi quattro, di nuovo insieme?>> sussurro con un sorriso triste.

<<Non ci siamo mai separati davvero>>risponde Harry.

Mi fanno sedere nuovamente e mio padre, con la coda dell'occhio, lo vedo sedersi sul suo trono. Faccio un respiro profondo mentre Hermione si siede dietro di me, mi fa appoggiare la schiena contro di lei e Ronald si siede alla mia sinistra. Harry rimane dov'è, al mio fianco.
Guardo in avanti e provo a pensare a cosa dire. Ma non c'è niente che io possa dire per far capire, a queste persone, chi era davvero Cedric. Come potrebbero? Nessuno lo conosceva come lo conoscevo io.
So di aver ucciso Barty Crouch Jr, so che nessuno crederà che sia vero ma non mi pento. Lo rifarei, forse l'unica cosa che cambierei di quel gesto sarebbe stato torturarlo di più.

<<Io non so cosa vi aspettate che dica>>mormoro a voce alta, la mia voce sembra ferma<<Probabilmente vi aspettate la ragazza che avete visto negli ultimi sette mesi, ma vedete, non so che fine abbia fatto, non so dove sia finito il mio sorriso, il mio ottimismo, la mia speranza. Ognuno di noi qui, mi ha visto trasformarmi, mi avete vista lottare e questo probabilmente vi fa pensare di conoscermi, così come pensate di aver conosciuto Ced..>>chiudo gli occhi, dire il suo nome è diverso.

<<Avery>>mi chiama una voce, li riapro e Viktor si inginocchia davanti a me. Ha un taglio sulla fronte<<Se non ti fidi della tua forza, se non ti fidi di te stessa...>>

<< Fidati di noi>>annuisce Fleur affiancandolo.<<Non andiamo via>>

Non mi aspettavo che tutti questi amici avessero il coraggio di starmi accanto dinanzi a tutti, si siedono per terra girati appena verso di me, entrambi mi sfiorano le ginocchia. 

<<Non posso>>dico alzando la mano libera, la metto sulle mie labbra<<Non ci riesco, non posso parlarvi di.. di lui. Quello che provo, provavo, per lui non può essere spiegato in un discorso. Quello che vi racconterei su come sorrideva, su come fosse gentile, coraggioso, buono e non vi servirebbe a niente. Non vi lascerei nulla, non vi farei capire che cosa il mondo ha perso. Perciò posso solo mostrarvelo>>

<<Che cosa vuoi fare?>>sussurra Hermione.

Non rispondo, stringo gli occhi prendendo tutto il mio coraggio e apro la lettera.<<Questa lettera, mi è stata scritta da lui quando ero priva di sensi dopo la Seconda Prova, l'ho avuta solo adesso. Certo, è una cosa che riguarda solo noi due ma vorrei, più di ogni altra cosa al mondo, che voi ricordaste che cosa Voldemort ha portato via. Un ragazzo che sapeva amare>>

Mi serve un attimo prima di riuscire ad aprire bocca nuovamente ma Harry mi si avvicina<<Andrà tutto bene>> 

Vorrei dirgli che non è vero ma non lo faccio, è troppo dura respirare quando sai che il tuo cuore è spezzato. Quando sai che sei spezzata.
Ora vorrei solo che Sirius fosse qui.

<<"Avery,
Una volta mi hai chiesto quale fosse la mia più grande paura. Mi hai domandato cosa abbia visto nel Molliccio al mio terzo anno, non ti ho mai risposto. 
Tutt'ora non so il perché, forse per imbarazzo, forse per non farti pesare quello che provo per te. La paura che si è materializzata non era un drago, non era una creatura o niente che possa essere definita una fobia normale, c'eri solo tu.
Ricordo come sono crollato a terra quando ti ho vista sdraiata, gli occhi aperti e il tuo cadavere senza vita, non era rimasto niente di te. 
Il professore ha dovuto fermare il Molliccio, ero troppo a pezzi, credo sia stata la prima volta che io abbia pianto per qualcosa del genere in vita mia. Ero così piccolo quando morì mia madre e non l'ho mai salutata, la morte non ti lascia dire addio. 
Questo l'ho sempre odiato, odio dire addio mentre tutti sembrano molto bravi a farlo, compresa tu.
Oh, Avery, vorrei avere una paura normale. Ma l'unica cosa che davvero mi spaventa è perdere una persona che amo, perciò in questo caso, te. Rimanere senza l'unica cosa che mi fa sentire vivo, l'unica cosa che mi fa sentire come se esistessi davvero.
Certo, ho dei grandi amici, sono in una grande casata, ho un grande padre e vado in una grande prestigiosa scuola.
Ma ora sei qui, il veleno di quella Selkie potrebbe ucciderti, tutto dipende da come passerai la notte.
Vuoi dirmi addio anche tu, giusto?
Ho paura, ho così paura di perderti da sentirmi come se qualcuno mi stesse tagliando a pezzi il cuore e lo stesse gettando troppo lontano. 
Ti prego, Avery, ti prego, torna da me. Ti prometto  che farò del mio meglio per essere coraggioso, giusto, altruista, per essere una brava persona.">>

Mi fermo dal leggere, la voce mi trema così tanto e le lacrime mi appannano la vista, la mia bocca si piega in una smorfia sofferente. 

<<Forza, è tutto okay>>mormora Ron posando una mano sui miei capelli. Ronald ci sarà sempre per me, ecco che cosa capisco.

Prendo una boccata d'aria e mi mordo le labbra, compio un errore perché questo mi fa male avendo un taglio profondo, perciò alzo un dito capendo di aver peggiorato la situazione. Trattengo i singhiozzi, cercando di non gridare, di non lasciare che vedano tutto quello che provo, sarebbe troppo e ho il terrore di ucciderli. Mi basterebbe un solo grido, non rimarrebbe niente di Hogwarts. 

<<Ti prego, sii l'amore della mia vita. Sei la cosa migliore che mi sia capitata, dico davvero.
Che mondo sarebbe se tu non ci fossi? Che mondo tetro, privo di amore, di luce, di vita sarebbe se tu non ci fossi? Cosa ne sarebbe di me se tu non ti svegliassi?
Non riesco neanche a sopportare il solo pensiero di non averti nella mia vita, non ci riesco. Nessuno di noi ci riuscirebbe.
Non lo dico per le tue capacità ma perché sei l'unica con così tanto coraggio da lottare, voglio che anche gli altri siano come te, pronti a combattere.
Prima di te ho sempre cercato di essere perfetto per tutti i miei cari, ma con te non ho mai bisogno di esserlo.
Vorrei anche che tutti avessero qualcuno con cui essere loro stessi, aspettare non ha senso quando ami qualcuno. Devi dirglielo, anche se hai paura di rovinare le cose, devi farti sentire.
Il dolore che sto provando è così insistente, così profondo che non riesco a respirare.
Se tu muori, muoio io. Ma non deve andare per forza così, non finché ci crederemo. Ed io voglio credere, più di quanto riesca a dire, in te. In noi, nella speranza.
Voglio credere nel bene, nelle persone.
Nel fatto che qualunque cosa succederà saremo insieme e per questo saremo più forti.
Una volta una persona, che ti conosce meglio di chiunque altro, mi ha detto che quando ami una persona più di tutto saresti anche capace di lasciarla andare. Lui l'ha fatto e voglio dire che lo farei anch'io, se tu una volta sveglia capiresti che ami qualcun altro, io lo accetterei.
Perché non c'è niente che non vada in te, nelle persone che abbiamo intorno, nella nostra vita, siamo sfortunati ma siamo insieme.
Vorrei farti altre promesse, amore. Vorrei dirti che quando aprirai gli occhi il mondo smetterà di farti soffrire, che ogni cosa brutta scomparirà, vorrei prometterti che la tua vita sarà normale e che non dovrai perdere nient'altro, che non dovrai più lottare ma non posso.  
Dovrai farlo, se aprirai gli occhi, dovrai combattere e tenere duro dove gli altri non potranno farlo.
La vita è spesso ingiusta.
Ma io sarò al tuo fianco, questo lo so, com'è stato anche quando non lo sapevo. Potrei morire, quella forte tra i due sei tu dopotutto, ma va bene così, non c'è morte migliore del morire per chi ami. >>

Merlino, poso la mano su quella di Harry e la stringo chiudendo gli occhi di nuovo, le lacrime scendono silenziose e il respiro mi si spezza. Lui ricambia la stretta e mi si avvicina ancora.

<<E io ti amo. Amo la nostra vita, amo i nostri amici, mio padre, la nostra famiglia, amo la mia vita e persino la scuola. E non m'importa quanto dovremo aspettare per essere felici, per riavere le vite normali che ci meritiamo tutti, so che accadrà e quel giorno io sarò con te, lotteremo contro chi ci vuole male. Contro i nemici che conosciamo.
 Combatteremo le avversità a testa alta e ci rialzeremo da ogni caduta, ma ora devi svegliarti. Devi aprire i tuoi occhi blu, devi guardarmi e sarà allora che potrò essere arrabbiato per le tue stupide, impulsive azioni. Perché ora sono solo terrorizzato e preoccupato.
Dimostra al mondo chi sei, lotta fino alla fine.
Ma sopratutto non è vero che i giovani si innamorano delle persone sbagliate, fanno esperienze e scelgono con chi vogliono stare per chi vogliono essere.
La mia domanda è : tu chi vuoi essere?
Con amore.
Cedric.>>

Sollevo gli occhi sulla gente, non sono l'unica in lacrime e mi chiedo se sia vero, posso dimostrare al mondo chi sono?

<<La domanda che anch'io vi pongo è terribilmente complicata>>mormoro alzandomi da sola<<Chi volete essere?>>

3 GIORNI DOPO

Il tempo passa lentamente quando non sai cosa fare, quando rimani fermo dove sei.
Ho passato gli ultimi tre giorni nella mia stanza, non mi sono mossa, ho a malapena mangiato e quando Amos è venuto a trovarmi è stata la prima e l'ultima volta in cui ho parlato.
Amos ha pianto tanto e ha ribadito che l'azione che ho compiuto, l'uccisione di Crouch Jr, è stata la scelta giusta. Voleva giustizia e io non gli ho detto che a me pareva più vendetta.
È così arrabbiato con il mondo intero.
Gli ho offerto di prendere tutti i soldi della vincita del Torneo Tre Maghi ma ha rifiutato, ha detto che non gli importa più dei trofei, neanche del denaro. L'unica cosa che vorrebbe è riavere suo figlio.
Ora la tomba di Cedric è a Hogwarts, sulla nostra collina, quella che ho sognato.
Amos è cambiato molto, il suo sorriso è scomparso e delle lunghe occhiaie accompagnano il suo viso. Abbiamo celebrato la sepoltura stamani, non ho pianto, non sento niente. 
Non mi sento come se avessi fatto giustizia, mi sento un' assassina, un mostro. 

<<Le valigie sono tutte al loro posto>>mormora Gazza risvegliandomi dai miei pensieri.

Annuisco rabbrividendo, lo guardo andarsene su per la collina senza salutare. Hagrid mi sorride dalla sua capanna, mentre parla con Remus, mi guardano e sono sicura che l'argomento sulle loro labbra sia io. 

<<Te ne vai quindi>>

Mi giro e incontro tre figure, Ronald, Hermione e Harry. Devono essere corsi giù per il sentiero mentre pensavo, non mi sono neanche accorta della loro presenza.
Ultimamente non mi accorgo di tante cose.

<<Sì, vado via>>sussurro.

<<Manca ancora un mese e mezzo alla fine della scuola>>si fa avanti Herm ma io non dico niente.

<<Starai con Lupin?>>chiede Harry.

<<Sarò al sicuro ma non posso stare qui, non avrò un altro processo e non mi chiuderò nella mia stanza. Tanto gli esami sono stati annullati>>

<<Dicci dove via almeno>>commenta sconfortato Ron.

<<Non posso, è un luogo segreto>>aggiungo.<<Vi avrei salutati, solo che non ci sono riuscita, dopo il funerale avevo bisogno di stare sola>>

<<E' stato un miracolo che ti abbiamo vista dalla torre>>

<<Non vi sto abbandonando>>commento <<Ho solo bisogno di andare via>>

Buffo, vero? Ho sempre odiato chi se ne va.

<<Viktor ti ha cercata ieri sera ma sei sparita>>continua Hermione mordendosi un labbro.

<<Non ho salutato nessuno>>

<<Tuo padre?>>mette le mani in tasca Harry.

<<Era qui una ventina di minuti fa, è lui che ha chiamato Lupin>>spiego brevemente mentre mi avvicino all'auto volante bianca.

Metto dentro la mia borsa e mi appoggio alla portiera con le spalle. Vedo Hagrid e Remus avvicinarsi, non ho la forza di salutarli, ma devo farlo.

<<E' tutto okay, Avery. Lo capiamo, sappiamo che hai bisogno di stare lontana da qui e sappiamo che non è facile>>mi si avvicina Ron.<<Hai bisogno di riposo per tornare in te>>

Non gli dico che non c'è speranza, che non tornerò quella che conosceva. 

<<Aspetta>>chiudo gli occhi<<Non volevo dirvelo, ero preoccupata per cosa avreste pensato ma devo dirvelo. Voglio che non ci siano segreti del genere tra di noi>>

<<Puoi dirci tutto, lo sai>>risponde Granger inclinando la testa.

<<La notte nel cimitero, c'è stato un momento in cui i miei poteri sono entrati in contatto con quelli di Voldemort. Ho visto delle persone>>

<<Ricordo di averti vista parlare>>ammette Harry venendo alla mia destra, si sfiora i tagli sul viso.<<Pensavo fossero allucinazioni>>

<<Harry...>>sussurro<<Ho visto Cedric, ho visto un anziano e ho visto i tuoi genitori.>>

<<Cosa?>>scatta in avanti.

<<I tuoi genitori quando erano giovani, non come nella tua foto. Erano bellissimi ed erano coraggiosi. Mi hanno detto di lasciare andare i miei poteri e di correre da te. Mi dispiace tanto se non sono stata abbastanza veloce>>

<<Avery, tu mi stai chiedendo scusa per essere morta?>>

<<Vi ho mentito, per tutto l'anno. Sul nome che ho pescato, sul chi ha sconfitto Voldemort, non volevo mentirvi anche su questo. Sono morta, ma sono qui>>

<<Ma ti senti? Miseriaccia, non ci importa delle bugie che hai dovuto dire, sei viva. Sei viva e ringrazio Merlino per questo>>commenta Ronald serio.

Prima che me ne accorga mi abbraccia forte, non mi muovo e anche Hermione si unisce all'abbraccio baciandomi la fronte, chiudo gli occhi e Harry invece mi circonda i fianchi. Noi quattro, come è sempre stato.

<<E' ora di andare, temo>>mormora Remus.

Sciogliamo il contatto ed io annuisco guardando il licantropo, lui sorride e va verso il posto del conducente, posa le mani sul tettuccio e sorride a Potter.

<<Salve, Professore>>

<<E' un piacere rivederti, Harry. Tutto intero almeno>>

<<Ora si porta via una parte di noi, però>>alza le spalle guardandomi.

Ron mi apre la portiera e mi sorride dolcemente, abbraccio Hagrid velocemente e poi mi giro un'ultima volta verso i miei amici.

<<Crete che avremo mai un anno tranquillo ad Hogwarts?>>ride il rosso.

<<No!>>dicono in coro.

<<Mi mancherete>>rivelo triste.

<<Anche tu ci mancherai>>le trema la voce ad Herm e infatti rimango sorpresa quando Weasley la stringe in un abbraccio imbarazzato. 

<<Harry..>>sussurro.

<<Lo so>>annuisce<<Andrà tutto bene>>

<<Ora cambierà tutto, non è così?>>chiedo posando una mano sulla portiera, ora è la mia voce a spezzarsi.

<<Sì>>ammette Potter posando una mano sulla mia spalla.

Allungo le mani e lo abbraccio con forza, chiudo gli occhi pieni di lacrime e il mio petto vibra, so che sa che sto piangendo.
Ma lui era lì nel momento peggiore, sa cosa ho visto.
Posa un bacio sulla mia guancia e ci allontaniamo di poco, ci guardiamo negli occhi, pulisce una lacrima intenta a cadere e nello stesso momento mi stacco subito. 
Devo andarmene.
Entro in auto e chiudo la portiera di scatto, mi allaccio la cintura e ascolto il motore mettersi in moto, poi giro il viso verso i tre. 

<<Ragazzi?>>li chiamo piegando la testa<<Non dimenticatevi che vi voglio bene>>

Non rispondono, forse per la sorpresa e poi la macchina parte quando annuisco a Remus. Essa va dritta nella distesa e dopo un poco di strada si alza in volo, diventando invisibile. Mi lascio andare sul sedile e trattengo i singhiozzi con una mano sulle labbra, abbasso gli occhi e vedo il bracciale, i due ciondoli splendono sotto il sole. 
Guardo quello che mi ha regalato Cedric, rimarrà sempre con me.

<<Te lo ha regalato lui?>>annuisco, vedendola collina dove c'era la tomba<<Che cosa gli diresti se fosse al mio posto?>>

Faccio un respiro profondo, immaginando il suo tocco e di parlare con il mio Cedric<<Ho sempre odiato chi se ne va. E' come se una parte di me se ne andasse con loro, ma quando te ne sei andato tu, è come se ti fossi portato via la mia parte migliore>>

ANGOLO AUTRICE

Spero che vi sia piaciuta la parte conclusiva del Calice di Fuoco, è anche il mio volume preferito della saga.
Pensate che Avery abbia fatto bene a leggere quella lettera? Ad andare via?
Vi è piaciuto il video?
Credo che Cedric sia stato fondamentale in questa storia, lo rivedremo tra molto tempo ma un'altra avventura sta per iniziare.
Un bacio!














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