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Prologo


A coloro che hanno perso

una parte di sé e la stanno ancora cercando.A volte, il segreto, è lasciarla andare.

Sembra essere passata un'eternità dal primo giorno di scuola che ho avuto, proprio qui, proprio ad Hogwarts.
Ricordo quel giorno con precisione, ricordo ogni istante, ogni mio sospiro, ogni mia ansia o strana felicità.
Rammento di essere stata qui quel primo settembre, seduta davanti alla mia grande finestra, ad osservare gli alunni arrivare sulle barchette del Lago Nero.
Ricordo di essermi sentita in soggezione, spaventata di conoscere i miei coetanei, di diventare ufficialmente un'alunna e avevo dannatamente paura del Capello Parlante.
Sei anni fa ero solo Avery Silente, non ero vista come una delle streghe più potenti mai esistite, non ero una leggenda, non ero la signorina Lightless.
Ero solo la figlia del preside, cresciuta in una scuola di magia, abbandonata dai genitori biologici, la terribile partner in crimine dei gemelli Weasley, la bambina che faceva fatica a dormire.
Merlino, quel giorno divenni la migliore amica di qualcuno, divenni una Griffondoro.
Ma nonostante tutto quello che sono diventata negli ultimi anni, da quando avevo solo 11 anni, ero sempre una cosa. Avevo una certezza.
Io ero la figlia di Albus Silente e ne ero così fiera, non perché fosse il mago più straordinario di tutti i tempi, ma perché era la persona migliore che avessi mai conosciuto.
Era un padre complicato ma il suo amore, per me, non lo è mai stato.
Era la cosa più naturale che io avessi mai avuto.
Mio padre...il mio papà.
Lui non c'è più e io non riesco a fare niente, non riesco a vivere.
Non riesco a uscire dalla mia stanza, non riesco a mangiare, faccio fatica a dormire e respirare, maledizione, respirare è così difficile.
È un dolore che non so decifrare, è fisico, è come star per morire ma non come è stato in quel cimitero, non è come addormentarsi. Al contrario, è come se qualcosa mi stesse costringendo a esistere.
Se non fossi esistita? Forse tutti sappiamo come sarebbero andare le cose.
È una contraddizione, no?
Sono qui, di nuovo, e guardo nello stesso punto in cui tutto ha iniziato a cambiare nella mia vita.
Sento un rumore, la porta cigola ed è seguita da un ringhio profondo.
Antonio ringhia con furia, come per proteggermi e Fanny apre le ali, lo so dal fruscio che segue.
Non mi volto, rimango fissa a guardare gli alunni andarsene.
L'anno è finito e nessuno vuole rimanere, gli esami sono stati cancellati.
Hogwarts non è più Hogwarts.
So bene che questa non è più la mia casa.
Cos'è rimasto di Avery Silente?
Niente.
La ragazzina di 11 anni, tanto intelligente, riservata, premurosa, eccessivamente curiosa se n'è andata ma ammetto che una cosa si è aggrappata per restare. Figuriamoci.
Non ho mai smesso di odiarmi. Mai e non credo che questo cambierà.

<<Avery?>>sento una voce.

È zia Minerva, l'unica che è entrata qui nelle ultime due settimane.
L'aria pesante della stanza sembra abbassarsi con l'aprirsi della porta, questo non mi piace.
Mi giro lentamente e la mia vista, ormai troppo fissa da ore sul Lago, inizia a cambiare.
Quasi avessi quell'immagine nella testa. Riesco a vedere quattro figure.
Ron, Hermione, zia Minerva e Harry, quest'ultimo mi ha chiamata.
La cosa buffa è che non provo dolore guardandolo, non provo ciò che ho provato quella sera. Perché questa sofferenza oscura ogni cosa, ogni certezza, ogni rapporto, ogni sentimento, ogni cosa.
E loro?
Riesco a leggere nel viso di Hermione quanto sia ferita nel vedere il mio aspetto. Ho smesso di guardarmi, gli specchi sono rotti a terra e zia Minerva non fa che aggiustarli. Ma non può aggiustare me.
Harry abbassa gli occhi, come se guardarmi gli facesse male.
Ho due profonde occhiaie, i capelli bagnati per metà bianchi, gli occhi venati di rosso, le mie nocche sono coperte di croste, le labbra rosse e tagliate per i morsi.
Sono pallida, lo so, ma non m'importa.
Non m'importa di niente.

<<Cara, non ti sei asciugata i capelli!>>si avvicina zia Minerva come se fosse la cosa più importante. Si siede davanti a me, mentre Antonio ringhia ai tre.
Non penso lo abbiano mai visto davvero.<<Prenderai freddo, ti ammalerai>>

Allunga la bacchetta e una folata di vento caldo mi fa tornare asciutta.
Ma cos'è davvero cambiato?
Non dico niente, non guardo quelli che chiamavo amici, ora cosa sono? Mi hanno mentito, mi hanno ferita come al quarto anno.
Ma non sono arrabbiata, lo dovrei essere, lo ero, ma non sembra una priorità al momento. Torno a guardare il panorama, il tramonto.

<<Avery?>>mi chiama ancora zia Minerva<<Prima non volevi vedere nessuno e capisco perché, ma penso che sia il momento, se ne devono andare e...>>

<<Vogliamo restare>>parla Hermione, nel suo tono c'è della sincerità.

Restare. Una parola del cazzo.
Ron, lo sento muoversi, e poi tira un gridolino quando Antonio ringhia ancora più forte.
Zia Minerva posa una mano sul mio ginocchio nudo.

<<Forse dovresti dire ad Antonio di calmarsi, non credi? O finirà per aggredirli>>

Non parlo, mi limito a girarmi.
Schiocco le dita abbassando il braccio, Antonio la smette e poi salta sul mio arto. Sale svelto e si rannicchia dolcemente sulla mia spalla.

<<Professoressa, potremmo rimanere da soli con lei?>>chiede Harry, sembra insicuro.

Non incrocio lo sguardo della donna che mi ha cresciuta ma annuisce, si alza e posa un bacio casto sulla mia fronte.
Non parlo da due settimane ormai.
Va verso la finestra di fianco alla grande libreria e l'apre, è anche una porta per un piccolo terrazzino.
Poi sento la porta chiudersi nuovamente, è andata via e così chiudo gli occhi.

<<Non so come si dovrebbe iniziare una simile conversazione, ci sono così tante cose da dire ma non so da dove iniziare>>parla ancora Hermione, avanza piano.

<<Parliamo noi, okay? Tu non devi farlo se non ti va>>commenta Ron. Herm si siede davanti a me. Harry rimane lì, colpevole. <<Non so cosa provi, non posso immaginarlo e non sarò ipocrita dicendo che puoi superarlo, non sono io a dovertelo dire. Tuo padre era..>>

<<Era tutto>>apro gli occhi, una lacrima scende.

Ho davvero parlato?

<<Avy..>>sussurra triste l'altra.<<Mi dispiace tanto>>

<<È orribile quello che è accaduto e non vogliamo che tu sia sola neanche un altro giorno.>>

Sono sola, lo sarei anche in mezzo ad una folla. Ma come posso dirlo? Come posso riuscire a parlarne? È così difficile.

<<Quello che intendiamo è che ci dispiace, per tutto. Mentirti non era nei piani, quando abbiamo scoperto il piano di Harry stavamo per dirti tutto. Davvero! Ma poi non lo abbiamo fatto e non perché avevamo paura della tua reazione, io e Ron non volevano rovinare il tuo rapporto con tuo padre.>>

Una parte di me vorrebbe urlargli contro, dirgli che non avrebbero comunque dovuto farlo, che potevo benissimo cavarmela da sola. Ma le mie labbra non si schiudono, perché non posso parlare di lui.
So che devo, so che non potrò state zitta per sempre e non è da me.
Ma nella mia testa c'è il caos, è come se non si fermasse mai, eppure il mondo, fuori, mi sembra immobile.
Devo reagire, lo posso fare ma voglio?

<<Nelle ultime due settimane non trovavamo un modo, sai quanti discorsi ha scritto Hermione?>> fa un mezzo sorriso Ron, si accovaccia e prende la mia mano<<Ci siamo sentiti in colpa e sappiamo di essere stati due imbecilli ma, Avy, noi non avremmo mai fatto niente per ferirti>>

Non credo a quello che sto per fare, non sono molto brava perdonare. Ma tutta la rabbia per loro non conta più.
Ho bisogno dei miei migliori amici, certo e so che devo trovare il modo per combattere.

Ricambio la stretta ed annuisco<<Lo so>>

I due riprendono a respirare e sorridono, Hermione si avvicina e appoggia il braccio sulle mie spalle.
Mi abbraccia e solo Merlino sa quanto ne abbia bisogno, chiudo gli occhi ancora e assaporo quel contatto.
Non è come mi abbracciava papà,  tiro su il naso.
Alzo gli occhi su Harry, non so se riuscirò mai dimenticare quello che ha fatto, non so se riuscirò a perdonarlo, ma so che dobbiamo lottare insieme. Come una squadra.
Mi giro e appoggio i piedi a terra, Potter fa un passo in avanti<<So che non mi vorresti vedere e hai tutte le ragioni per odiarmi, ma non sono qui per giustificarmi. Sono qui per la verità, volevo dirtelo prima ma non potevamo entrare.>>

La mia mano finisce sulla collana e Antonio salta giù, sul tappeto e si mette dritto, come a proteggermi.

<<Non sappiamo se la professoressa McGranitt ti abbia detto qualcosa>>scuoto la testa come risposta<<Non sappiamo neanche se sia il momento ma se non lo è ora non saprei...>>

<<Senza veli, Herm. Se dovete dirmi qualcosa, fatelo>>mi sbrigo a dire.

<<Farà male, Avy>>aggiunge ancora il ragazzo che è sopravvissuto.

<<Non quanto questo>>

Fa un respiro profondo<<Ero li, quella notte, alla Torre. Tuo padre mi aveva portato lì per parlare, parlare di te, non riuscivamo a dormire dopo che avevi scoperto tutto. Ma io avevo già scoperto qualcosa...>>

<<Dal professor Lumacorno>>aggiunge Ron.

<<Ti ho detto che cercavamo un ricordo, be', quella notte sono riuscito a convincerlo a darmelo. Quello che abbiamo scoperto, io e tuo padre è la chiave per distruggere Voldemort>>

A questo mi alzo, Antonio sale sul letto a baldacchino e Fanny torna a guardare i vetri. Vuole andare via. <<Cioè?>>

<<È una magia molto oscura, si chiama Horcrux>>

Rimango catatonica,  questo non è possibile, non può essere una coincidenza.
Herm e Ron mi fissano alzandosi, capiscono cosa non va<<Cosa sai?>>

<<Non ho capito cosa sia ma so qualcosa>>

Vado verso il letto, Harry continua, mi spiega che è un oggetto in cui si nasconde l'anima. A dire il vero, non parlare di papà, ma di come sconfiggere il grande cattivo mi fa sentire meglio.
Se lo prendo tutto finirà.
Alzo il materasso e prendo il cofanetto di tessuto, Ron inclina la testa<< Cos'è?>>

Harry mi si avvicina ed io prendo il medaglione<<L'ho trovato a Magie Sinistre, dove lavorava Voldemort quando era giovane. Per qualche motivo ha nascosto questo lì, ma è un falso>>

<<Come lo sai?>>domanda Hermione.

Apro la collana e do il biglietto ad Harry, lui legge il contenuto ad alta voce, poi tira un sospiro pesante e si siede con un tonfo sul letto. Frustato.
Ron si siede dov'ero io<<Chi Miseriaccia è questo R.A.B?>>

<<È familiare, non ricordo dove l'ho già visto ma chiunque sia ha il vero...>>

<<Horcrux>>finisce la mia frase Harry.

I suoi occhi blu rimangono su di me, mi sento a disagio e la mia mente, come al solito, ragiona troppo velocemente.
Vado verso la cabina armadio e muovo le mani sussurrando l'incantesimo di levitazione, è ora di fare le valigie.

<<Che stai facendo?>>domanda Ron alzandosi.

<<Io non tornerò, Ronald. L'anno prossimo non sarò più qui>>

<<È tuo diritto vivere qui, i mangiamorte verranno...>>commenta Herm con tono contrariato.

<<Devo finire quello che ha iniziato mio padre, non so dove mi porterà ma vi farò sapere dove sarò>>

<<Avery, stai andando troppo veloce>>

<<No, non sapevo cosa fosse un Horcrux prima di dieci minuti fa. Ora lo so, è il modo per uccidere Voldemort. >>

<<Ho sempre ammirato il tuo coraggio ma a volte sei proprio impulsiva, ottusa, irragionevole>>

Mi giro a guardarla, non era certo ciò che mi aspettavo come risposta.
Ma non posso rimanere qui, ferma, a piangere, a non parlare, quando Voldemort ha ucciso mio padre e ora so come distruggerlo.
Sono l'unica che può farlo, non perché sono migliore, proprio l'incontrario, perché sono disposta a qualsiasi cosa per porre fine alla sua vita, al suo potere.
Questo mi rende cattiva? Non lo so.

<<Tu credi sul serio di trovare tutti gli Horcrux da sola?>>solleva un sopracciglio Harry. Detto così suona male in confronto a come suonava nella mia testa<<Hai bisogno di noi>>

<<Non è vero, non posso chiedervi di affrontare un viaggio che potrebbe durare mesi, senza sapere come trovare quello che stiamo cercando>>

<<Non ce lo stai affatto chiedendo, siamo sempre stati noi quattro. Conosciamo i rischi, essere tuo amico è sempre stato un rischio>>ridacchia Ronald.

Non nasce alcun tipo di sorriso sulle mie labbra, il mio sguardo cade su Fanny, ancora intenta a fissare la finestra dietro di sé e poi, con i suoi occhioni, guardare me.
Vuole andare e io non sono pronta a farlo.

<<Avery, cosa c'è?>>sussurra Harry.

Mi accorgo troppo tardi di avere la vista appannata dalle lacrime, il dolore non ha intenzione di scomparire.
Sto perdendo troppo.
Sospiro e tiro indietro i miei capelli lunghi, per metà bianchi.

<<Mio padre diceva che le fenici rimangono con i Silente fino alla loro morte, scelgono un'erede preciso e poi alla fine volano via. Fanny sa che deve andare, il mio bis nonno ebbe una fenice e non tornò più dopo la sua morte. Ma io non voglio che se ne vada. È rimasta con me da quando ne ho memoria>>

<<Ma la finestra è aperta, perché non se ne va?>>domanda Ron.

<<Perché aspetta che sia io a farla andare via>>

Herm sospira<<Mi dispiace tanto ma non potrà seguirci comunque nella ricerca>>

So che ha ragione, ma questo non mi fa stare meglio.
Mi tolgo le ciabatte e mi metto a piede nudi sul parquet segnato, quante cose ho fatto qui dentro? Guardo Fanny e mi dirigo verso il balconcino, i tre ci seguono silenziosi.
Se fossi davvero una Silente rimarrebbe? Ella si mette sul muretto e allunga il becco verso di me, stringo gli occhi sentendo le lacrime scendere e gli tocco le piume.

<<Non sono arrabbiata con te, Fanny. Lo so, so che non ti vedrò mai più e so che non è colpa tua. Non ti dimenticherò mai, piccola, perciò non farlo neanche tu. Ti prego, non dimenticarti di me>>dico con voce spezzata, la sua fronte di piume si appoggia alla mia con estrema delicatezza. Fanny rilascia una lacrima e cade sulla mia spalla nuda<<No, Fanny, questo non si può guarire. Ma vorrei tanto che ci fosse un modo. Vorrei tanto non dover dire addio>>

Lei si stacca e allunga le sue enormi, imponenti, straordinarie ali.
Sento il loro calore e poi cade all'indietro, corro verso il parapetto e guardo giù, sale con velocità e freccia nel cielo arancio.
Poso una mano sulle labbra, è bellissima.
Vola ma rilascia dei versi, quasi mi stesse dicendo qualcosa.
Rimaniamo lì, non lo so per quanto ma la guardiamo andarsene, volare e diventare sempre più piccola.
Ho la sensazione che sarà l'ultima volta che vedrò Hogwarts per tanto tempo. Perciò assaporo questo momento ma a me pare cambiata, non pare più casa mia.

<<Avery, c'è altro che devi sapere>>mormora piano Harry, il suo tono è lo stesso di quando mi ha detto del suo piano, mortificato. Mi giro ad osservarlo e mi domando se sia pronta a sentire anche questo.<<Quando abbiamo sentito dei rumori, ecco, tuo padre mi ha detto di dirti delle cose>>

<<Aspetta, tu eri, tu, tu eri lì?>>sussurro mordendomi le labbra con forza, parlare torna ad essere complicato, impossibile, doloroso. 

<<Si, ero con lui>>i suoi occhi sono lucidi nel dirlo.<<Voleva che ti dicessi queste precise parole..>>

Indietreggio e finisco per sbattere con un lato del muretto, vorrei scomparire, vorrei volare via come ha fatto Fanny.
Perché lei se n'è andata, come fanno tutti nella mia vita.
Harry parla, vorrei dire di riuscire con precisione a sentire le sue parole, ma il dolore torna in me con così tanta forza da farmi stringere la mia collana, le gambe mi tremano e ciò che dice, sul modo in cui mio padre mi amava, mi devasta.
Ma io meritavo quell'amore?
È colpa mia, è tutto colpa mia e l'ultima cosa che gli ho detto è che lo odiavo.
Quando finisce stringo gli occhi bagnati.

<<Harry si è dovuto nascondere, tuo padre glielo ha ordinato.>>torna a dire Herm, come fosse un dettaglio importante.<<Ma ad arrivare è stato..>>

<<Draco>>

Il mio sguardo si incrina.
Per due settimane non ho parlato, non ho ascoltato, non ho chiesto e non ho pensato neanche a chi fosse stato a togliermelo.
Ho dato per scontato i mangiamorte o Voldemort stesso ma non mi sono fatte domande, non perché non ne avessi ma perché la mia mente era fissa su quel momento. Sugli occhi blu, la collana, averlo visto cadere, morire.

<<Draco era lì, davvero e poi è fuggito. È scappato coi mangiamorte, li ha fatti entrare con l'Armadio Svanitore nella Stanza delle Necessità>>spiega Ron.

<<Ma non è stato lui a...si, a farlo. Bellatrix continuava a dirgli di farlo ma Draco stava abbassando la bacchetta, alla fine è stato..>>Harry non ha fiato.

<<No>>sussurro.

Mi stringo con orrore e inizio a scendere giù lentamente, la mia schiene coperta solo da una canotta di lino nero si scontra con la pietra, solo quando riesco a sedermi, mettendo le ginocchia sul petto, vedo Harry inginocchiarsi.

<<È stato Piton>>

ANGOLO AUTRICE.

Eccoci nel sequel tanto atteso!
Spero che questo sia un buon inizio per voi, che siate emozionati per scoprire che cosa farà Avery un futuro!
Preparatevi per nuove avventure, vi ricordo di seguire la mia pagina instagram THESTORIESOFHOPE e di guardare i miei video su youtube!

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