Capitolo 9
Cammino, cammino ancora e ancora tanto da sentire i piedi sanguinare. Ho la vista così appannata da non riuscire a vedere del tutto dove sto andando, ma riesco a percepire le foglie, l'aria fredda colpire il mio corpo. Nonostante tutto continuo a camminare, sono stanca, però non posso fermarmi e non so neanche dove sto andando, so solo che è il mio dovere. C'è rumore dietro di me, come se avessi lasciato qualcosa di brutto alle mie spalle ma non mi volto, non mi lascio influenzare dalla paura di cosa mi sta inseguendo.
Sembra che siano anni che cammino, qualcosa mi trascina nella foresta, riesco a vedere i rami mischiarsi ed infilzare il cielo. Anche respirare è difficile.
<<Non sei stanca?>>
Una voce mi raggiunge come un tuono a ciel sereno, non sono sicura di sapere da dove venga ma voglio raggiungerla tanto da farmi salire un senso di malinconia.
<<Devi fermarti, non lo capisci? >>continua.
<<Non posso>>ansimo.
<<Avery, è tutto okay. Puoi farlo, puoi fermarti e guardare indietro, io sono qui, ti sto aspettando>>
<<No, non so neanche chi sei>>scuoto la testa, provo a tapparmi le orecchie ma sembra inutile, la sua voce è dappertutto. Freme fortemente nella mia anima impura.
<<Certo che lo sai. So che vuoi salvare tutti ma dimmi, chi salva te?>>Ad un tratto i miei piedi si fermano, ne rimango così sorpresa che spalanco la bocca, le cose si fanno più nitide e vedo le stelle tra i rami , non sono mai state così luminose. Mi ritrovo a piangere senza sapere come, sfioro le mie guance ma non mi volto, riesco a percepire il mio stesso stomaco sobbalzare.<<Girati>>
Sento delle dita sfiorare la mia vita, chiudo gli occhi a questo e trattengo il fiato, poi improvvisamente percepisco quella presenza aderire a me. E' più alto di me, come una volta, l'altra mano mi cinge da sopra i seni e la mia testa finisce indietro, sulla sua spalla. Il suo respiro è quasi impossibile da percepire e il suo petto è immobile, così come il suo tocco, ora freddo.
<<Mi sei mancato>>
<<Allora perché fingi che non sia così?>>
<<Devo farlo, è il mio retaggio>>
<<Non è vero, è solo quello che ti dici per evitare le cose belle ma io lo so, ci sono delle cose belle>>
<<Tu eri la mia cosa bella, eri la mia gravità>>rispondo, la mia voce finisce per tremare ma so che dico solo il vero.
<<Girati, Avery. Resta con me>>sussurra.<<Realizziamo il nostro per sempre>>
<<E il mondo? Il mio fato da compiere?>>
<<Ricordi? Alla fine l'amore è una buona scusa per mandare tutto al diavolo>>
Quando sento questa frase qualcosa scatta in me, mi accendo come un albero di Natale, prendo coraggio e mi volto, voglio dare una sola sbirciatina. Voglio vederlo ancora una volta.
Mi giro lentamente e la sua presa scompare totalmente su di me, rimango immobile aspettando di aprire gli occhi, in asia di sapere cosa vedrò. L'aria si fa più calda, ma non è affatto confortante, il mio sorriso triste muore e apro le palpebre.
Quello che vedo mi fa smettere totalmente di respirare, la foresta è in fiamme ed è ricca di cadaveri.
Cedric, il mio Cedric è lì. In piedi, mi sta dando le spalle, come prima facevo con lui, spalanco gli occhi bagnati e lo vedo.
Ced crolla sul terreno con un tonfo sordo, faccio un passo in avanti ma le radici mi prendono i piedi. Nello stesso tempo in cui abbasso gli occhi vedo il mio aspetto, indosso la divisa di Hogwarts e sono ricoperta di sangue, i miei capelli castani sono appiccicosi. Scuoto la testa con orrore e guardo i cadaveri, li conosco tutti.
Sono Sirius, Ced, Alastor e, per Merlino, papà. Inizio a urlare, grido con tutta me stessa ma non è quello a terrorizzarmi, è la figura in mezzo a loro. Quando abbassa il cappuccio rosso riesco a vederla. Ha degli schizzi sul viso, gli occhi bianchi sono più oscuri di quanto potrei spiegare e i suoi capelli argentati sono macchiati dalle sue vittime. Sono io. Io li ho uccisi. Ron appare dal nulla, lei sorride guardandolo e gli accarezza il viso, poi la vedo iniziare a dire una formula magica, la riconosco. No, non Avada Kedavra.
<<No!>>
<<Avery! E' solo un incubo!>>
Mi sveglio di soprassalto, spalanco gli occhi e rubo più aria che posso. Il letto mi pare andare in fiamme, stringo la mia collana e provo a mettere a fuoco le cose intorno a me.
Mi tiro seduta e mi guardo intorno, mi trovo in una tenda beige. Sono sudata fradicia e mi guardo intorno quando sento un gemito sofferente.
Harry è a terra, si tiene la testa come se si fosse fatto male e nello stesso istante entra Hermione correndo, ha il fiatone e dopo qualche secondo arriva Ron. E' vivo.
Herm aiuta Potter, mentre fisso il rosso, il braccio sembra stare meglio, ha un laccio per tenerlo su ma è molto pallido, ha delle profonde occhiaie scure.
<<Che cos'è successo? Abbiamo sentito delle urla>>mormora Granger con fare preoccupato, con il medaglione intorno al collo.
<<Avery ha avuto un incubo, ha iniziato ad urlare, ho provato a svegliarla ma c'è stata una scarica e sono volato via ma sto bene, dico davvero>>mi giustifica.
E' da tanto tempo che i miei incubi non condizionano i miei poteri, avrei potuto uccidere anche lui. Le immagini dell'incubo tornano improvvisamente come delle accoltellate, Antonio salta sulle coperte e mi guarda con i suoi occhioni neri.
<<Come ti senti? Hai dormito due giorni>>parla Ronald.
Non rispondo, non ci riesco. L'ho quasi ucciso, sto peggiorando, qualcosa non va in me. Harry fa un passo in avanti<<Ehy, andrà tutto bene. Abbiamo l'Horcrux, dobbiamo solo capire come distruggerlo. Ci abbiamo provato ma gli incantesimi non funzionano>>
Andrà tutto bene? Non rammento l'ultima volta che mi ha detto questa frase, Herm mi fissa e non sembra più arrabbiata con me come al Ministero<<Stai peggiorando, vero? Non riesci più a mantenere il controllo>>
Abbasso gli occhi e mi costringo a non piangere, ho conficcato le unghie nei palmi nelle mani e mi sono tagliata, sospiro. <<Non so di cosa stai parlando. Mi dispiace per il Ministero, non accadrà più>>
<<Non sono arrabbiato con te, dico davvero>>si avvicina Ron<<Sto bene, un po' fracassato ma niente che non possa aggiustare Hermione>>
Quando prova a sedersi mi alzo di scatto, mi guarda confuso quando capisce che non voglio che mi tocchi. Non voglio fare del male ai miei amici, questo mi spaventa. Sono stata così arrogante al Ministero, credevo di poter essere invincibile ma non lo sono, aveva ragione papà.
Mi avvicino alla borsa della ragazza e uso l'incantesimo per richiamare dei vestiti, prendo la mia giacca rossa di pelle e vado a mettere le scarpe. Harry inclina la testa e mi fissa, fingo di non notarlo<<Dove stai andando?>>
<<Non lo so, ma non voglio stare qui. Prendiamoci una giornata di pausa>>
<<Gli Horcrux? E i mangiamorte? E' troppo pericoloso>>
<<Me la caverò>>commento mentre Antonio sale sulla mia spalla.
<<Questo non è affatto vero>>dice Ronald.<<E' stato un incidente al Ministero, non volevi fare del male a me.>>
No, infatti ma non conta. Per quanto io ci provi finisco sempre per uccidere quelli che amo. Forse Voldemort ha ragione, non posso fuggire da cosa sono e non importa se non ho la minima idea di chi sia io davvero.
E' il mio retaggio, fare del male e avevi ragione, Hermione. Non so perché sto dando la caccia a quegli Horcrux ; questo è quello che volevo dire ma non è la riposta che do<<Non capisco cosa vogliate dire, non sto perdendo il controllo, sto bene>>
Sto per uscire dalla tenda quando Harry torna a parlare<<Credi che andare via per un giorno cambierà le cose? Tu volevi che io restassi alla Tana, quindi fallo anche tu>>
<<Non riesci proprio a capirlo, vero?>>dico dandogli le spalle, il mio tono non è affatto tagliente come di solito, è solo sincero<<Noi non siamo affatto uguali>>
Una volta fuori guardo la foresta e chiudo gli occhi appoggiando una mano su Antonio, faccio un respiro profondo e mi smaterializzo. L'aria fresca mi invade così come dei rumori, spalanco le palpebre e mi guardo intorno, sono di nuovo a Londra ma non conosco questa zona. C'è una lunga via e tra gli alberi e un palazzo vedo l'occhio di Londra, non mi sono persa almeno. Mi volto curiosa e vedo una grande scritta : STARBUCKS.
Se questo non è destino non saprei come chiamarlo, non è qui che vendono le bevande con il caramello ai babbani? Qui non posso rubare come in un negozio, Antonio entra nella tasca della mia giacca e finisco per rimanere a guardare la scritta per più di dieci minuti. Mi sento come paralizzata dalla mia stessa vita.
<<Non ci credo, questo è per forza il destino>>
Mi giro verso la stradina e un ragazzo mi guarda con un sorriso paradisiaco, finisco anch'io per sorridere. La penso esattamente come lui.<<Tu sei...Sam?>>
Lui annuisce ridacchiando. E' il ragazzo a cui ho rubato da bere, mi imbarazza sapere che ho derubato un innocente babbano, con i maghi mi diverte. Indossa dei jeans blu chiari, una canotta grigia con una scritta sul Rock, sopra indossa una giacca beige e un cappellino arancio chiaro. Ha stile, più dei miei amici, lo ammetto.
<<Avery Silente>>mormora come risposta.
Tiro indietro una ciocca<<Dovrei chiederti scusa per essere stata così sfrontata, diretta, logorroica e per averti rubato da bere>>
<<Oh, dimentichi che hai provato anche a rimorchiarmi>>
Finisco per ridere, questo è un dettaglio che non avevo ricordato davvero, poso le mani sul viso<<No, scusami. Di solito non faccio queste cose, non bevo, non perdo lucidità>>
Lui annuisce divertito<<Buono a sapersi ma penso sia un'esperienza che tutti dovrebbero fare>>
Torno a guardarlo, mi sento a mio agio, un po' più normale e mi dimentico di essere un'arma letale per qualsiasi essere vivente. Ci fissiamo per lunghissimo minuto ed entrambi sorridiamo, c'è qualcosa in lui che mi ricorda nettamente Cedric, forse la gentilezza e l'umiltà.
<<Allora, sei qui per un frappuccino?>>
<<Oh! Quello che ti ho rubato si chiama così? Be', non lo so, dipende>>rispondo.
Fa un passo in avanti, lasciando la bici dov'è<<Sempre caramello o vuoi qualcosa di diverso? >>
<<Non devi pagarmelo tu>>scuoto la testa.
<<Mi fa piacere, dico davvero. Siamo pari così, tu mi tieni la bici ed io entro per due frappuccini e poi non dovrai rubare il mio>>
Finisco per annuire, di solito non mi faccio offrire mai niente da nessuno ma a volte è bello sentirsi apprezzati dal genere maschile<<Va bene ma sono stanca dei cambiamenti, costudirò la tua bicicletta>>
Lo guardo camminare all'indietro, solo per guardarmi ancora ed entra nel locale, appoggio una mano sulla bici e sospiro. Che sto facendo? Dovevo stare da sola e me ne vado in giro con un babbano, Hermione mi ucciderebbe se lo sapesse e Harry farebbe una possibile scenata di gelosia. Tiro fuori Antonio e lo guardo nascondendolo dentro la giacca<<Non attaccare Sam, mi sembra un non magico gentile e non guardarmi così, lo so che ultimamente sto facendo un sacco di casini>>
Ed è così, mi sento ormai allo sbando da quando sono uscita da Hogwarts, zia Minerva non approverebbe per niente il mio comportamento e come darle torto? Mi sono ubriacata, ho mandato al diavolo il Primo Ministro, ho distrutto il Ministero, quasi ucciso Ron, ci sono riuscita con zio Alastor e ho rovinato un matrimonio. Tutto in meno di una settimana, potrebbe essere un record.
<<Tutto bene?>>
Antonio si nasconde nella tasca interna ed io mi giro, Sam tiene due frappuccini e il modo in cui mi guarda mi piace, lui non ha la minima idea di chi io sia e questo è nuovo per me. <<Sempre>>
Lo ringrazio prendendo la bevanda con la panna montata, ammetto che è straordinario, chiunque abbia inventato questo è un genio. Appoggia una mano sulla bici e toglie il cavalletto, mi fa un cenno e monta su, non deve usare due mani? Non sono mai stata su una bicicletta, ad Hogwarts non si usano.
<<Hai niente da fare?>>
Alzo le spalle, dicendo a me stessa che avrei una lista di cose da fare. Come uccidere Voldemort ma forse, più vado avanti, più vedo che il mostro da uccidere sono io<<In realtà niente, è la mia giornata di pausa dal combattere>>
Probabilmente pensa che sia pazza ma almeno non pensa che sia pericolosa<<I tuoi amici?>>
<<Anche da loro prendo una pausa>>
<<Allora perché non monti?>>fa segno sul pezzo di metallo dietro di lui. Tutti i ragazzi degli anni 90' vanno in giro così?<<Tranquilla, non ti faccio cadere>>
<<Non servono due mani per guidare?>>
<<No, non per forza. Non ti rapisco, parola di scout>>
Non ho la minima idea di cosa sia uno scout, la mia avventura nel mondo non magico sta diventando molto strana. Ma cosa mi è venuto in mente? Dovrei nascondermi nella foresta, invece me ne sto qui a fingere di essere una mortale comune<<Chi dice che sei tu quello che potrebbe rapirmi?>>
Lui ride dopo aver bevuto<<Hai ragione, allora giura anche tu che non mi colpirai e poi non mi castrerai>>
<<Perché dovrei castrarti?>>inclino la testa confusa.
<<Scusa, guardo troppo film horror>>si giustifica con una smorfia. Non so di cosa sta parlando ma non devo farlo troppo a vedere.
Alla fine mi arrendo, ho fatto cose decisamente più pericolose di salire su una bicicletta babbana con uno sconosciuto, scavalco con una gamba e mi siedo sul metallo freddo. Non sono sicura di come mettermi onestamente, è tutto troppo nuovo, di solito so sempre come agire.
<<Devi tenerti a me, basta un braccio>>
Sospiro, Ronald non approverebbe. Allungo un braccio e lo cingo forte, il suo torace è forte, allenato, al contrario di quello di Harry.
Appoggio la testa alla sua spalla e stringo il frappuccino, non ho proprio intenzione di perderlo.
Quando parte finisco per stringermi ancora di più e lo sento ridere, è la prima volta che mi faccio vedere così da qualcuno. Non so dove stiamo andando ma è piacevole, lui è sicuro di sé ed è rilassante non dover essere io a guidare qualcuno. Mi indica alcuni posti, passiamo persino davanti al Big Ben, il Tamigi risplende e si vedono le due torri del ponte molto più lontano. Intanto parliamo, ancora e ancora.
Ci sono persino due bellissime drag queen, le quali gridano qualcosa su di noi, rido, rido davvero tanto mentre giriamo tra le vie principali. Non ho mai guardato le cose in questa angolazione, sembra che anche le altre persone, anche se non magici, stiano lottando per trovare il loro posto nel mondo. Poi, un ventina di minuti dopo, ci fermiamo. Abbiamo finito entrambi i frappuccini, infatti prende il mio e mi aiuta a scendere inclinando la bicicletta.
<<Dove siamo?>>
Lui sorrise mentre chiude il lucchetto intorno al mezzo, poi muove il ciuffo dei capelli castani e guarda dietro di lui. Seguo il suo sguardo, è un negozio di strumenti musicali. Non sono mai entrata in un posto simile, pare molto vecchio e mi incuriosisce. Mi fa un cenno e lo seguo all'interno, dentro c'è odore confortante e caldo. Per qualche motivo mi ricorda molto Olivander.
<<Ciao, Morty! Tutto bene?>>Sam parla con il proprietario, sembrano intimi.
Egli è un signore di almeno una settantina d'anni, ha la carnagione scura e dei capelli bianchi come la barba, la sua espressione fa intendere la sua personalità, sembra davvero gentile, buono. Nel mondo magico non tutti i negozianti sembrano così brave persone, egli sorride nel suo maglioncino bluastro.<<Ragazzo, ti aspettavo e vedo che hai portato una ragazza>>
<<Avery ti presento Morty>>
Sorrido cordialmente, come mio padre mi ha insegnato<<Signorina Avery, ci siamo già visti?>>
Questo non me lo aspettavo ma improvvisamente entrambi scoppiano a ridere, li imito imbarazzata e Sam scuote la testa<<Ti sta prendendo in giro! Noi andiamo, Morty>>
L'uomo annuisce e il ragazzo mi prende per un polso, rimango atterrita da tutto questo ma lo seguo. Scendiamo una scaletta tra tutti gli strumenti e arriviamo in un semi-interrato, qui sono esposte molte chitarre e sono davvero bellissime, Sam mi lascia e va verso il piano.<<Perché mi hai portata qui?>>
<<E' il mio posto segreto. Mia madre lavorava qui quando ero piccolo, così Morty mi faceva stare qua sotto e mi ha insegnato a suonare il piano e la chitarra, anche quella elettrica! >>
<<Tua madre non lavora più qui?>> domando curiosa guardandomi in giro.
<<E' morta due anni fa, cancro>>rivela, mi giro a guardarlo e lui fa un sorriso triste, di cortesia<<Non è il momento in cui, secondo il copione morale, mi fai le tue condoglianze?>>
<<Mio padre è morto 98 giorni e 17 ore fa. Non seguo i copioni morali da un bel po' ma tengo ancora il conto>>da quando il mondo ha scoperto il mio vero aspetto.
La sua espressione non è affranta, solo sorpresa mentre si siede<<Si, ho tenuto anch'io il conto per un po' ma faceva più male>>
<<Ora non fa più male?>>domando, ho bisogno di saperlo.
<<Farà sempre male, la storia che il tempo guarisce tutte le ferite è una vera stronzata>>spiega ed io ridacchio, i miei amici hanno sempre detto il contrario, è bello parlare con qualcuno che mi capisce e che non mi giudica. Harry non ha mai conosciuto i suoi genitori, ma è diverso da me<<Sai, io vado a parlare con mia madre, al cimitero, ogni giorno. Mi metto lì e ci parlo, non mi fa stare meglio ma è già qualcosa>>
Mi siedo al suo fianco, mi sento bene con lui. Si toglie un bracciale di cuoio e mi prende un polso, lo guardo stranito mentre me lo indossa<<Che stai facendo?>>
<<Te lo regalo, questo è il mio salvagente. Quando penso di mollare lo stringo e non lo faccio, non mollp. Ne hai bisogno molto più di me>>mormora.
<<Grazie, Sam. Non sei mai arrabbiato?>>
Toglie il capellino<<Lo ero, con il mondo, con mio padre che ci ha lasciati quando ero piccolo ed ero arrabbiato perché io ero sopravvissuto e non pensavo di...>>
<<Meritarlo>>termino la frase avvicinandomi<<Sai, è positivo che tu non sappia chi io sia, da dove vengo>>
<<Perché? Sei famosa?>>ridacchia.
<<Non in positivo, da dove vengo mio padre era un pezzo grosso e tutti mi conoscevano per lui, perché mi ha adottata, salvata. Non ho mai conosciuto i miei genitori e negli ultimi tre mesi continuo a pensarci, prima mi bastava avere lui ma ora mi sento completamente sola al mondo e io ci provo, ti giuro che ci provo. Ma ogni volta che cerco di sistemare le cose le peggioro, sempre. Prima che mio padre mi fosse portato via avevo già perso delle persone. Il mio primo ragazzo è morto, la mia seconda figura paterna anche, mio zio è morto anche da poco ma io sono qui. E i miei amici, quelli che hai visto, mi trattano come se fossi un giocattolo difettoso, come se dovessero preoccuparsi se farò del male a qualcun altro>>
<<Hai perso molto, tutto forse ed è comprensibile il sentirsi così arrabbiati, soprattutto se tutti hanno continuamente quell'orribile sguardo compassionevole>>sussurra.
<<Quando hai perso tua madre hai perso il controllo? Hai mai fatto del male anche tu ad altri?>>
<<Dopo che è morta ho conosciuto una ragazza italiana, aveva una borsa di studio per Oxford ed era molto più intelligente di me, lo sapevo ma la volevo nella mia vita. Non volevo amare qualcuno che avrei perso, però non riuscivo a starle lontano, era l'unica cosa che mi faceva sentire di nuovo vivo. Ma il dolore era troppo e ho proiettato tutto su di lei, l'ho ferita e punita per un errore che aveva fatto, ma ho esagerato perché volevo punire il mondo e l'ho persa per sempre>>
<<Ma ha sbagliato e...>>
<<Non vuoi perdonare il tuo ex, quello con gli occhiali alla John Lennon, vero? E' una cazzata, lo hai già perdonato ma hai bisogno di sentirti arrabbiata con qualcuno, perché la rabbia è l'unica cosa che ti separata dal dolore. E quel dolore è troppo, lo so, però non stai punendo quel tipo. Così, come ho fatto io, stai punendo te stessa. Io l'ho persa per punirmi, perché non volevo avere niente che fosse bello ma le cose belle esistono>>
Cedric ha detto la stessa cosa, sospiro e mi volto guardando le chitarre appese, è una conversazione davvero pesante. Improvvisamente sento un formicolio dietro la testa, un rumore strano e il respiro mi si ferma. Conosco questa sensazione, è la stessa del matrimonio.
Ad un tratto si sente un incredibile fracasso, Sam ha gli occhi spalancati. Sto per dirgli di non farlo quando corre al piano di sopra, ora riesco anche a sentire i pericoli quando arrivano? Lo seguo e lo trovo fermo davanti ad una scena crudele.
Morty è a terra e ci sono quattro mangiamorte, hanno una maschera in viso. Sam scuote la testa e avanza con coraggio.
<<Ma chi cazzo siete voi?>>
I due alzano le bacchette e capisco che devo agire, muovo una mano e spingo Sam via, finisce per terra e più lontano. Poi apro la giacca ed Antonio salta sul pavimento, non avrebbero dovuto trovarmi, non ho la minima idea di come ci siano riusciti.
Mi volto verso Sam, il quale mi guarda dal pavimento con uno sguardo sconvolto, vorrei dirgli mi dispiace. Ma prima dicevo il vero, io faccio del male alle persone.
<<Antonio, uccidili>>ringhio.
Lui punta ad uno mentre gli altri lanciano i loro incantesimi, non vogliono uccidermi ma solo tramortirmi. Faccio una capriola e attivo i miei occhi, sento Sam urlare per lo spavento e poi lancio una fattura di fuoco, rilascio energie per spingerle indietro e poi corro verso quello ancora in piedi. Gli tiro un calcio al petto e salto così sulle sue spalle, uso le cosce per rompergli il collo e rotolare di nuovo a terra, mi nascondo dietro un mobile e tiro un altro incantesimo per proteggere Sam.
Antonio ha ucciso uno di loro e si lancia su un altro che grida, quello libero ringhia e non ha una bacchetta, non è un mago ma una creatura oscura. Così creo uno scudo quando corre verso di me, lui cade su uno scaffale di trombe, mi avvicino e lancio una fattura particolare, crucio, lui grida e sviene. Vedo il piccolo Antonio venire spinto via, questo mi manda fuori di testa e così mi spingo verso il mangiamorte, uso Leviosa per sollevarlo e grido facendolo volare fuori dalla vetrata. La scena che sussegue è raccapricciante, un taxi nero arriva a tutta velocità e fa volare il corpo a metri di distanza. Devo occuparmi subito delle conseguenze, non ho molto tempo.
Corro da Antonio, il quale si rimette in sesto con difficoltà, lo accarezzo e faccio un sospiro di sollievo. Sento un gemito, mi volto verso Sam.
<<Che cosa sei tu?>>domanda piano, con terrore.
I miei occhi si spengono ed io mi alzo, mi avvicino piano e mostro le mani, mi inginocchio davanti a lui. Antonio rimane fermo dov'è.
<<Non devi avere paura di me, sono una strega e loro non ti faranno del male>>
Il suo sguardo non è più quello di prima, ha paura di me<<Tutto questo è impossibile>>
Chiudo gli occhi e respiro a fondo, mi alzo in piedi e muovo la mano per fare un incantesimo di pulizia, l'ultima volta che l'ho fatto Draco era ferito gravemente ed era stato Harry, zio Piton era ancora mio zio ed ora non lo è più. Riesco nel mio intento, sistemo la vetrina e tutto quello che si è rotto, la mia vita non si aggiusta così facilmente. Appoggio il corpo di Morty su uno dei divani e uso Oblivion per fargli dimenticare.
<<Che cosa gli hai fatto?>>domanda ancora, mi volto piano. E' in piedi e ha gli occhi lucidi per lo spavento.
Mi avvicino a lui con poche falcate, non indietreggia ma resta a guardarmi.<<Non si ricorderà di niente e neanche tu, mi dispiace>>
<<Che sta succedendo? Non capisco>>
Alzo le dita sul suo viso, è sotto shock e lo capisco, ha visto cose che non avrebbe dovuto. Gli tocco i capelli castani morbidi e sorrido tra le lacrime, si, sto lasciando che mi veda piangere<<Avevi ragione prima, il dolore e la rabbia non riesco a lasciarli andare, punisco quelli che amo per farli allontanare e si, ho perso tutto. Non so come sarebbe andata la mia vita se non fossi Lightless, se non fossi una strega ma sarebbe stato bello essere una babbana con te, sarei stata felice. Ma non è ciò che sono e non posso prendere pause, perché l'oscurità non si concede questo lusso ed io ho il dovere di fermare Voldemort, anche al costo di arrivare ad una guerra contro me stessa. Ti ringrazio per avermi aperto gli occhi, Sam, ti ringrazio per esserti fermato per quel frappuccino e sono sicura che avrai una bella vita, perciò cerca quella ragazza e dille che l'ami, gridalo perché meriti di essere amato>>
<<Avery...>>
Stringo gli occhi e mi sporgo d'istinto, lo bacio. Le sue labbra sono morbide e dolci, confortanti, non lo bacio perché ne sono davvero attratta perché c'è di più ma perché gli sto dicendo addio. Non potrò mai avere una vita normale, neanche per una strega. Devo accettare il mio fato e continuare a lottare, per tutti quelli che ho perso e non posso abbassare la guardia. Lui ricambia il bacio , poi mi stacco e appoggio la fronte alla sua. <<Oblivion>>
Le mie lacrime scendono e lui rimane paralizzato, fermo. Indietreggio velocemente e lo guardo un'ultima volta, in un'altra vita magari sarebbe andata diversamente. Corro verso i corpi dei quattro, mi concentro e ci smaterializziamo. Tutto si fonde in un nodo per poi tornare fermo, l'aria è fresca.
<<Avery, che miseriaccia è successo?!>>
Apro gli occhi e vedo la foresta, Ron, Harry e Hermione mi fissano sconvolti. Guardano i mangiamorte che ho portato, dovremo sbarazzarcene. Qualcosa in me si rompe, cado in ginocchio e mi tocco il viso, il quale ha degli schizzi di sangue, Antonio mi si avvicina.
<<Mi dispiace>>
ANGOLO AUTRICE
Lo so, siano usciti dalla trama del film ma credo di aver fatto una buona scelta per Avery. Alla fine non ha mai conosciuto la vita babbana, mi dispiaceva non fargliela sperimentare.
In più ho notato da molti di voi l'interesse verso Sam e quindi ho pensato che le potesse essere d'aiuto qualcuno che la capisse in un certo senso.
Ero curiosa di vederla in un mondo che non le è familiare e poi capire che non può scappare dal suo essere interiore, così come ha detto Cedric.
Un bacio!
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