Capitolo 58
Puoi tenere lontano le persone ma questo non cambia il fatto che siano nel tuo cuore, penso che sia stata zia Minerva a dirmelo dopo una lite con Herm, Ron e Harry. Litigare con loro mi pareva una tragedia, oggi lo preferirei alla loro mancanza.
Essere lucida ti fa vedere tutto da una prospettiva diversa.
Ho sempre guardato il quadro della mia vita da davanti, ne ho studiato i colori e la cornice, ma mai mi sono fermata sul ritratto, su ciò che rappresenta.
Ti accorgi che a mancarti non è il dolore ma la fatica, le domande e la sensazione di dover essere forte per gli altri.
Mi manca chi ero ma è solo per abitudine, essere emotiva e impulsiva mi ha solo danneggiata e ha danneggiato chi ho amato.
Dopo Carson mi sono spostata e ho guardato il mio quadro, i colori che apparivano tanto vivaci lo erano solo per la luce, ora sono scuri, sbiaditi.
Il mio cuore non è più colmo come prima, non mi soffoca, non mi uccide.
Zia Minerva aveva torto, sul mio cuore, sul mio futuro e su di me. Posso cambiare il mondo ma non per convenienza mia, non solo per salvare persone meritevoli, posso fare di più ed intendo farlo, anche se dovessi farlo da sola.
Il quadro che sto osservando potrebbe solo guardarlo un dio ma ancora non è completo, lo sarà presto.
Essere ciò che tutti vogliono che io sia mi ha distorto, rallentata e ha sporcato quel dipinto ma non è mai tardi per riprendere il pennello e correggere le sbavature.
Ora lo so, a qualsiasi costo.
Sono settimane che lavoro senza sosta alla storia, a notare i dettagli, a pianificare e desiderare ma i desideri sono tali finché non si realizzano.
Ho bisogno di essere più lucida, meno inclina a chiedermi cosa farebbe Harry o Newt, dopotutto entrambi hanno preferito mentirmi, tradirmi e ora non fa male, ora lo capisco.
Harry voleva proteggermi e Newt voleva cambiarmi, ci sono riusciti.
Sono cambiata, solo non come volevano ma che importanza ha? Uno non è ancora nato, l'altro mi ha venduta.
Sono seduta alla finestra della mia stanza, un po' come facevo da bambina ad Hogwarts e attendo da ore il ritorno di Credence. Mio padre lo ha mandato a recuperare una creatura magica, mi ha detto solo che lo capirò quando tornerà, nient'altro.
Cosa che mi ha infastidita.
Il cancello finalmente si apre rivelando tre persone e vedo mio padre uscire per primo per accoglierli.
Il mio riflesso allo specchio è vigoroso, i miei capelli sono mossi e ornati con spille argentate a forma di stella. Il trucco è leggero ma esalta i miei occhi azzurri ed indosso un abito di seta nero, aderente al mio corpo con una scollatura quadrata, maniche lunghe e una cintura intorno alla vita, per non parlare dello spacco sulla coscia sinistra. Ai piedi semplici scarpe anni 20' nere.
Mi smaterializzo in cortile, percepisco l'aria fredda sfiorarmi con piacere e essi si voltano notando me. Credence ha tra le mani un sacco di cotone, qualcosa si muove al suo interno.
<<Tesoro, qualcosa non va?>>chiede Grindelwald.
Sollevo il mento<<Dimmelo tu. Mi nascondi qualcosa?>>
<<Lasciateci, subito>>ordina agli altri, senza staccare gli occhi da me.
Ubbidiscono ma quando Credence li segue alzo una mano sulla sua spalla<<Non tu, rimani qui.>>
Annuisce e si mette al mio fianco silenziosamente, immagino si senta in colpa per non avermi avvisata. Mette la sacca a terra e mio padre si avvicina, da essa si libera una piccola meravigliosa creatura. Appare come un cervo dalle scaglie di drago, è castano con macchie bianche, due piccoli dolci occhi, si lamenta quasi stia soffrendo per un cuore spezzato, ha delle graziose orecchie a punta e un naso nero ruvido. Non riesco ad identificarlo.
<<Lo sai cos'è, amore mio?>>
<<Non ne ho mai visto uno, malgrado il mio studio approfondito sulla magi-zoologia>>spiego, nel libro di Newt essa non c'è.
<<E' più che speciale, è una leggenda. Come te ma esso è raro, tu sei unica>>
<<Come si chiama dunque?>>mi chino per guardarlo meglio, sembra spaventato e molto solo.
<<E' un Qilin, nella mitologia cinese è simbolo di arrivo o di morte. Credence lo ha preso a Kweilin, in Cina>>
Guardo meglio la creatura indifesa, mio padre non fa mai nulla per caso o per piacere, non è un dono, è un'arma. Serve a qualcosa e la parte peggiore è che in questo non sono cambiata, mai farò del male ad un animale, che sia magico o no. Preferisco farne agli umani.
<<E per la sanità mentale di Merlino, a cosa ti servirebbe?>>
Sembra pensarci prima di parlare, non è un buon segno<<Serve un nuovo leader magico al mondo, viene scelto in base alle antiche tradizioni che lo rendono più potente e meritevole. Il Qilin viene usato per trovare colui che ha un cuore puro e può governare. Questo è l'unico esemplare trovato e deve essere nostro, non credi?>>
<<Per evitare che lo abbiano i candidati>>continua Credence.
Mi rialzo <<Il piano non era conoscerli per manovrarli?>>
<<Lo era. Ma stanotte ho rammentato che dobbiamo fare qualsiasi cosa per cambiare il futuro e la guerra civile all'interno della comunità dei maghi può essere evitata se siamo noi a guidarla>>
Perché ha cambiato idea? Dovevamo manovrare il nuovo leader così da essere al sicuro se dovesse esserci una ribellione, non saremmo toccati. Ora vuole metterci in mostra prima del tempo, non che mi dispiaccia, ma il punto è che non mi ha informata.
<<Tu vorresti diventare il leader del mondo magico, per iniziare la guerra ai babbani.>>rifletto a voce alta.<<Quando avevi intenzione di dirmelo?>>
<<Solo se Credence ci sarebbe riuscito, non volevo farti perdere tempo>>
Mi avvicino, il mio sguardo si rabbuia, diventa serio e lui parve capirlo alla perfezione visto che trattiene il respiro, mi sta mentendo e non posso permetterlo. Ho bisogno di trasparenza per cambiare il mondo, non di altri traditori o di persone che non mi credono abbastanza forte.
<<Forse non sono stata chiara, padre. Non sopporto più le menzogne né le omissioni, tienimi fuori da una cosa del genere di nuovo e le conseguenze saranno opposte a ciò che vuoi.>>mormoro facendo un passo in avanti <<Nessuno prende più decisioni per me>>
<<E cosa vorrei?>>chiede con voce rauca.
<<Tu vuoi un impero e potrei dartelo, ma potrei anche costruirmelo da sola, senza di te. Dubito che riuscirai a contrastarmi. Hai promesso di essermi leale, allora fallo>>
Credence fa qualcosa che non mi aspettavo, fa un cenno e se ne va con fare nervoso, seguendolo con lo sguardo vedo Queenie, è pallida e triste, cos'ha pensato per farla preoccupare?
<<Dovrei parlarti, Avery>>mi richiama mio padre<<A proposito di omissioni ma non qui>>
Sospiro e mi rilasso<<Dopo, prima devo raggiungere Credence. Ci vediamo nel tuo studio>>
Mi volto pronta a rientrare quando egli riparla<<E a proposito del leader?>>
Mi giro appena facendo un ghigno <<Sarà divertente>>
Rientro lasciando la creatura a lui, tenerla lontano dalla comunità rallenterà le elezioni e velocizzerà la nostra posizione, potremo avere tutto ciò che vogliamo. Mi smaterializzo prima di salire le scale, presentandomi davanti alla porta del mio parente. Ancora non riesco a credere che sia mio zio, mi pare impossibile ma perché mio padre dovrebbe averci mentito?
Non busso nemmeno, entro nella stanza dalle parenti grigie e più spoglia dalle mie, papà mi ha dato quella padronale dopotutto. Lui pulisce rapidamente uno specchio e si volta a fissarmi, porta il gilet scuro aperto e la sua solita espressione da cane bastonato.
<<Molto educata, potevo essere nudo>>borbotta.
Scrollo le spalle<<Tranquillo, non mi scandalizzerei.>>
Si appoggia al mobile mentre vado a sedermi sul letto sino a sdraiarmi a pancia in giù, sollevo le gambe piegandole, e sorrido mettendo le mani giunte sotto il mento<<Cosa ti porta qui?>>
<<Te, ovviamente.>>
<<Sei arrabbiata per la missione?>>abbassa la voce, perché tutti usano questo tono con me? Quasi avessero paura che potessi ucciderli seduta stante.
Aggrotto le sopracciglia, non gli farei del male<<Non è colpa tua, anche se lo avrei preferito. Volevo solo sapere come ti senti, ultimamente sono stata distratta>>
<<Volevi dire impegnata>>mi corregge<<So che guidare una causa del genere è dura ma non devi preoccuparti per me, forse dovresti farlo per te stessa>>
Il suo sguardo è fisso su di me<<Ci sarà sempre una spada per donne come me, non temo gli uomini>>
<<Ma ti prego, Avery, non esistono donne come te!>>ribatte con fare sarcastico e anche un po' serio.
Faccio cenno di avvicinarsi<<Va bene, sono unica nella mia specie e allora? Essere unici è bello, spettacolare, ho imparato ad apprezzarlo>>
<<Io non potrei mai>>si siede.
<<Perché no? Hai noi ora, uno scopo, le risposte che cercavi. Non ti basta?>>
Sospira guardando altrove, a volte la sua tristezza cerca di tirarmi giù con lui ma non succederà, perché non sono più triste<<Ho voluto a tutti i costi la verità e ne ho pagato un prezzo esagerato.>>
<<Okay, e allora? Io sto ancora pagando quel prezzo! Avere il muso per tutta la vita perché non hai avuto le risposte che volevi non cambierà le cose. Sei qui, accettalo, sfruttalo >>
<<Come te?!>>
<<Sì!>>esclamo prendendogli una mano, costringendolo a guardarmi<<Non è facile, non ho detto che lo sia. Affrontare i tuoi demoni non li cancella, non li uccide ma ti sentirai meglio, sostituire la paura alla forza ti aiuterà. Sei stato solo per moltissimo tempo, ora hai una famiglia che non vuole farti alcun male, non è sbagliato essere fieri di sé solo perché altri non lo sono di te>>
Annuisce più calmo<<Hai ragione, sono convinto del nostro scopo ma il piano di Grindelwald richiede mostrarci, cosa che mi va bene, ma se alla fine prendessimo ciò che vogliamo solo con la paura? Se diventassimo coloro che abbiamo combattuto per tutta la vita?>>
Avere una coscienza mi ha sempre disarmata, non posso permettere che accada ora, ho bisogno di armi per questa guerra, per il cambiamento. Io non sono Voldemort, è lui che cerco di sconfiggere adesso.
<<La paura è l'unica vera cosa che rivela chi siamo, non voglio essere seguita per timore ma mostrare ciò che verrà li farà impazzire. Mio padre ha ragione sul potere, dovranno inginocchiarsi, abbandonare il loro orgoglio per accogliere qualcosa che ancora non vedono e poi dargli una vera prova. Io sono quella prova>>
<<So che ci riusciremo insieme.>>
Sorrido ampiamente e lo tirò giù, Credence ha una risata strana, nuova e pulita, quasi come un bambino. Metto la testa sulla sua destra, opposte l'una all'altra.<<Insieme>>
Rimaniamo in silenzio per un po', è bello non essere torturata dalla propria mente, non fare incubi ma non sono certa che durerà per sempre, stavo meglio quando sono stata ad Hogwarts e credo di sapere perché. Gioco con le ciocche dei suoi capelli, ormai lunghi e neri come la pece bollente.
<<Non c'è nient'altro che devi confessare?>>gli domando guardando lo specchio.
Sospira lungamente prima di rispondere<<No, è tutto qui.>>
Mi rialzo, devo incontrare mio padre e vedere cos'ha lui da confessarmi. Credence non vuole mentirmi ma forse trova giusto farlo, il che mi dà la nausea. Non voglio tornare a dubitare di chiunque mi possa sfiorare la mano, se mi mentono ne subiranno le conseguenze al momento giusto.
<<Avy?>>mi chiama con voce flebile.
Rimano sulla porta mentre rimetto le scarpe<<Dimmi>>
<<Noi siamo anime affini, vogliamo la stessa cosa>>
<<E quale sarebbe?>>
<<Vogliamo che il mondo ci veda>>afferma.
Non c'è debolezza ora nel suo timbro, è determinato ma non per le mie stesse ragioni. Non voglio vendetta, voglio giustizia e eviterò più conseguenze possibili per le persone che devo salvare nel futuro. Ma il cambiamento deve essere viscerale, come un esplosione nella linea del tempo, devo spezzarla e devo costruire un continuo nuovo, proprio come un pittore. Il mio quadro sarà perfetto, sarà giusto.
<<E saresti pronto a farlo? Non sono sicura che il mondo amerà guardarci>>
Si sistema la camicia di lino<<Solo se tu mi tieni la mano>>
<<Io ti terrò sempre la mano, signor Silente. Sei la mia famiglia, ricordi?>>
Finalmente fa un sorriso ma uno dei suoi, uno tenue e gentile<< Sempre>>
Sempre, questa parola è la mia maledizione. Mi gela completamente e così gli faccio un cenno prima di uscire, quasi scappo. Non posso pensare o ricordare, devo rimanere lucida. Cammino nei corridoi più scuri, non so come un palazzo possa essere maestosamente bello e un attimo dopo terribilmente angosciante. Quando scendo verso il centro della magione i colori tornano, i quadri e il lusso dei Grindelwald mi circondano.
Dal nulla appare Queenie, che per poco non urla quando svolto. La guardo interrogativa, mette una mano sul cuore<<Avery, per tutte le streghe di Salem, mi hai spaventata!>>
<<Dovevo annunciarmi forse?>>le sorrido<<Perché ti comporti come un ladro in casa di qualcun altro?>>
<<Be', in effetti questa non è casa mia, è la tua. Tutto questo è tuo, dato che tu padre...>>
<<Lo so, ho una grande eredità. Non hai risposto alla domanda>>insisto.
Si sistema i capelli biondi<<Stavo ascoltando i pensieri di tuo padre, è difficile farlo ma sembra nervoso, in trepidazione come Credence.>>
<<Queenie Goldstein, grazie a Merlino sei capitata sulla mia strada! Devi fare una cosa per me, con le tue particolari abilità>>mormoro<<So che stai spiando mio padre e non gli dirò niente, a patto che tu continui a farlo per me e anche con Credence. Mi nascondono qualcosa e non è permesso farlo>>
Mi fissa senza respirare<<E' un ricatto?>>
<<Oh no. E' più un risarcimento, qualcosa che mi devi. Io qui sono quella che fa miracoli ma ancora non posso leggere nella mente, tu puoi farlo per me. Mi sembra equo>>
<<Lo farò, promesso>>annuisce rapidamente.
La osservo meglio, mi guarda con timore<<Tesoro, lo sai che non devi avere paura di me, vero? Mi dà la sensazione che tu lo faccia a volte. Anche tu puoi dirmi tutto>>
<<Ci siamo uniti a Grindelwald per un mondo migliore e ne sono ancora convinta ma ho saputo quello che hai fatto a Carson, il perché e lo capisco ma non sono certa di capire come. Hai assorbito la sua poca magia data da tua nonna e sei diventata...non lo so>>
<<Fai un tentativo>>
<<Sembri diversa, tutto qua, non più arrabbiata, né triste o preoccupata. So che sei ancora tu ma a volte non ti riconosco, è come se nulla potesse scalfirti. Io voglio un mondo in cui si è liberi di amare, mi chiedo se anche tu lo voglia>>
Sollevo il mento e una mano, le accarezzo una guancia, cosa che la fa irrigidire<<Anch'io ti ho fatto una promessa, ti avrei dato ciò che volevi e lo avrai con Jacob.>>
<<Ma una guerra con i babbani..>>
<<Mio padre vuole una guerra ma non è detto che sarà come si aspetta, non voglio uccidere innocenti, voglio solo che ci vedano. Una convivenza intrisa di verità, in cui potremmo essere noi stessi, nessuno vivrà più nelle bugie come ho fatto io. Concentrati su questa visione, sul tuo compito.>>annuisce quando sposto la mano<<E sì, ho ucciso Carson perché lo meritava e la magia che ho preso mi ha dato la forza di sopportare cose inimmaginabili, assorbire altro potere mi renderà ineluttabile secondo mio padre>>
<<E vuoi farlo? Prenderlo da altri maghi?>>
Scuoto il capo<<No, Merlino, certo che non voglio. Non posso rubare del potere senza uccidere l'ospite e non sono disposta a farlo. Hai le tue risposte, Queenie, le tue certezze su di me e solo su di me devi fare affidamento. Lo hai detto tu stessa, questo è tutto mio, così come la nostra causa e non fallirò. Non permetterò che il futuro sia come l'ho vissuto>>
Confortarla aiuta anche me, in qualche bizzarro modo. Ho bisogno di Queenie nei miei piani, devo sapere cosa pensano gli altri, come arrivare ai loro più profondi desideri e alle loro menzogne, è come giocare agli scacchi con Ron. Devo essere furba, non più violenta ma si sa, a volte non puoi evitare che altri si facciano male.
Se devo scegliere tra la mia famiglia e degli sconosciuti, io salverò sempre le persone che amo. E' inutile negarlo, ho smesso di fare la martire.
Queenie dice di essere stanca e di aver bisogno di pensare, spero che capisca cosa intendo quando le dico che non ammetto che menta o che dica di no. Continuo la mia strada sino alla biblioteca, adoro questa parte del castello, il profumo dei libri mi riporta ad Hogwarts.
So dove recarmi oltre la libreria più alta, nell'ufficio di mio padre, dove vi sono oggetti oscuri. Potrebbe essere il padrone dei Doni della Morte se avesse il mantello, ma avere me lo fa sentire molto più potente, quasi mi lusinga.
Mio padre è seduto alla scrivania, una mano sui capelli argentati e l'altra che gioca con la sua bacchetta di sambuco, quante volte ho visto questa scena quando ero piccola? Solo con Albus Silente, si assomigliano in stracci di vita come ora.
Mi appoggio allo stipite e rimango a guardarlo, non mi pento di essermi unita a lui, né di sapere che è sangue del mio sangue. Sembra notarmi, fa un piccolo sorriso e si gira lentamente.
<<Cos'hai da fissare, ragazza?>>
Scrollo le spalle<<Sto solo pensando che potremmo cambiarti nome in Atlante, sembra che tu tenga il mondo sulle tue spalle.>>
<<Mai parole più sagge furono dette>>ridacchia appena.<<Ma no, io e Atlante abbiamo una differenza eclissale. Non intendo dividere il cielo dalla terra quanto i babbani dai maghi>>
Annuisco ed entro guardandomi intorno<<Allora, quali omissioni intendi confessare? Sarò il tuo prete nel confessionale, solo che non avrai preghiere come punizione>>
Incrocia le braccia al petto e mi guarda, proprio come faccio io di solito, alzando il mento. Non sembra afflitto ma un poco nervoso, come ha detto Queenie. Deve essere qualcosa che gli costa ammettere, io sono stata sincera nel parlare del mio passato, tocca a lui.
<<Ho parlato con Albus>>
Non me lo aspettavo ma non sento nessun tipo di fastidio, solo curiosità<<Quando?>>
<<Stamani, mi ha contattato in un proiezione magica legata al medaglione del patto. Possiamo comunicare lì visto che sangue chiama sangue>>
<<Vuole arrendersi?>>chiedo con un pizzico di speranza.
Sospira scuotendo appena la testa<<No, quello mai. Vorrebbe che noi prendessimo coscienza che quello che perderemo sarà maggiore rispetto a ciò che guadagneremo, un mondo falso e giusto solo per pochi.>>
<<Tutto qui? Ha ripetuto il ritornello di sempre?>>
<<Non del tutto, abbiamo parlato di te. Di noi, di Ariana, del passato>>si alza lentamente<<E mi ha accusato di innumerevoli di cose, tra cui qualcosa che non ti ho mai detto. Temevo che non avresti compreso o forse speravo che lo avresti capito da sola>>
E' come se dovessi obbligarlo a parlare, fa fatica a dire ogni singola sillaba. Il suo sguardo è talmente perso che la mia lucidità sbiadisce su quel quadro, sento del dispiacere, della preoccupazione. E' strano, è come se la fiamma che brucia in me stesse venendo attaccata da un violento vento per spegnersi.
Cerco di addolcirlo facendo un sorriso tenue<<Papà, qualsiasi cosa sia, puoi dirmela.>>
<<E puoi giurarmi che nulla cambierà? Il modo in cui mi guardi, mi rimproveri, non cambierà niente di ciò?>>
<<No, niente cambierà, adoro sgridarti, avrò preso da mamma. >>prometto.
Sento qualcosa di familiare.<<Bene, siedi con me.>>
Entrambi ci sediamo sul divanetto centrale, lo stesso in cui ho incontrato Ariana, in cui le ho parlato e sono crollata. Sembrano passati migliaia di anni, così come ormai non rammento più la voce di Harry, la risata di Hermione e il russare di Ron. I ricordi si fanno meno vividi, cosa che mi aiuta a sentirmi lontana dal dolore.
<<Mi hai domandato cosa vedrei nello specchio di Ermab, non l'ho mai usato perché non mi serviva saperlo. Così come non mi servirebbe ora, l'ho sempre saputo. Tutto ciò che voglio, nel profondo del mio cuore, nell'intimità della mia mente, nella forza delle mie ossa è qualcosa che ho avuto per un solo istante prima che mi fosse strappata via>>
<<Cosa?>>
<<Una famiglia.>>sussurra sincero.<<Io e Albus, te e Ariana.>>
<<Non capisco, perché me lo stai dicendo? Ho sempre saputo che volevi riunirci ma...>>
<<No, Avery. Non lo sai. Non sai come vorrei che fossimo>>mi interrompe<<Tenevo a tua madre, mi ha dato te e gliene sono grato. Ma per me la nostra famiglia inizia con Albus, senza di lui non avrei mai fatto nulla di tutto questo, non avrei avuto te. Insieme dovevamo avere tutto, ma non abbiamo avuto nulla di ciò che desideravamo, a parte te>>
<<Cos'è che davvero vuoi dirmi?>>mi allungo, gli prendo una mano. Immergendomi nei suoi occhi tanto diversi<<Papà, che sta succedendo?>>
Stringe la mia presa<<Io e Albus eravamo innamorati>>
Rimango impietrita, quasi Neville si fosse vendicato per l'incantesimo che gli feci al primo anno. Non riesco a respirare o a dire qualcosa, so solo che la mia mente cerca quel dipinto ma la prospettiva inizia a vacillare, desidera riportarmi sotto, a patire per colori troppo vividi per il mio cuore. Non voglio sentire nulla.
Cerco di capire, di focalizzare la mia attenzione ma nella stanza in cui sono, mentre guardo quel quadro sento l'acqua giungermi alle caviglie. Non posso farlo, non posso annegare di nuovo.
Tolgo la sua mano dalla mia<<Perché?>>
<<Perché cosa?>>
Mi sollevo cercando aria, gli do le spalle <<Perché non me lo hai detto prima?>>
<<Questo mondo vuole essere libero, selvaggio e tu dovevi essere una leggenda, entrambi siamo stati incatenati ai nostri desideri e non ai nostri doveri! Se ti avessi detto dell'amore tra di noi tu avresti ceduto, avresti creduto a cose non vere!>>
<<Per esempio!?>>urlo.
<<Non volevo che pensassi che la mia fosse una vendetta, non volevo che avessi pena di me o di Albus. Come potrebbe aiutarti sapere che ci siamo amati moltissimo? Noi? Due uomini in un mondo di bigotti, di ignoranti?>>
<<Sei un'ipocrita>>realizzo.<<Mi parli di unicità, di come la diversità sia straordinaria ma ti nascondi terrorizzato dalla tua! Se lo fai tu sei giustificato ma se lo faccio io, allora sono una codarda. Indovina? Tu sei un codardo>>
<<Non ho mai detto di vergognarmi!>> tuona.
Alzo le mani<<Non serve che tu lo dica, lo vedo. L'amore non ha nulla che fare con la diversità, non dovrebbe essere altro che giusto e normale. Ma come puoi pensare che io potrei non volerti per questo?! >>
Rimane lì, a fissarmi e lo sento, ora lo sento, quella punta di sofferenza. Come può questo non essere importante? Non il fatto che siano due uomini ma che si siano amati, pensavo di essere stata creata per essere la loro arma, non qualcosa di più. Invece i miei genitori si sono amati e me lo hanno tenuto nascosto. Perché nessuno mi dice solo la verità?
<<Albus mi ha lasciato, mi ha abbandonato. E mi ha portato via te!>>ribatte mettendo una mano nei capelli.
<<So bene cos'ha fatto, non venirmi a dire che non conosco il peso delle sue cazzo azioni! Ne ho pagato io il prezzo !>>lo fermo<<Ci risiamo, penso di sapere tutto e ve ne uscite con un nuovo segreto!>>
<<Questo non ha che fare con la nostra guerra! Albus voleva che te lo dicessi, che sapessi e l'ho fatto, non sono come mi dipinge, un manipolatore senza cuore>>
Non ci posso credere<<Merlino, tu non l'hai fatto per me! Lo hai detto per dimostrare che sei migliore di lui! Sarò anche vostra figlia ma almeno sono diversa in questo, io ho imparato a prendermi la responsabilità delle mie azioni, voi due no! Siete due bambini>>
<<Quali responsabilità dovrei assumermi ?>>
<<Magari che tutto questo, io, il casino che siamo è anche colpa tua. Papà avrà fatto i suoi sbagli, ci avrà separato del tutto ma non è stato lui ad iniziare, sei stato tu con le tue idee, le tue battaglie. Solo perché ad un tratto avete iniziato a pensarla in modo diverso mamma è morta! L'amore non è la causa dei nostri problemi, sono i segreti.>>spiego affaticata.
I suoi occhi si fanno lucidi, non l'ho mai visto così vulnerabile e non mi piace, mi ferisce. Non mi sentivo così da mesi<<Non volevo deluderti, non volevo che te ne andassi>>
Non potrei mai giudicare un uomo o una donna da chi ama, un conto è Bellatrix e Voldemort, quello non era amore, era possessione e potere. Ma Albus Silente sa amare intensamente, lo so meglio di chiunque, ed era sincero nel suo amore e voglio credere che anche Gellert abbia fatto lo stesso. Ora so da chi ho preso, so perché le mie storie sentimentali non funzionano.
<<Non ho mai pensato che voi due aveste un passato del genere, non ho mai chiesto ma non cambia il fatto che siate i miei padri. Non cambia che siate la mia famiglia, nel male e nel bene e non m'importa se questo mondo non è pronto per un amore simile, ognuno è libero di tenere a chi vuole. Io lo so bene, il cuore va dove vuole, non puoi domarlo. Ma dovevi fidarti di me, dovevate entrambi>>
<<Mi dispiace, amore mio>>sibila.
Devo riprendere il controllo della fiamma, delle mie emozioni e capire cosa mi sta succedendo. E' come se il potere non riuscisse a placare ciò che provo, eppure non voglio allontanarmi da lui, non voglio pensare al futuro, voglio solo avere mio padre. Un padre con cui non ho avuto l'opportunità di crescere. Se mi avesse cresciuta lui sarei una persona più forte.
Mi avvicino e mi chino alle sue ginocchia, appoggiandoci le mani. Sospiro e lo guardo negli occhi, lui pare non credere alla mia reazione.
<<Lo ami ancora?>>chiedo in un sussurro.
Lui alza le dita per sfiorarmi i capelli, me li accarezza con incredibile dolcezza <<E' complesso, lui è stato l'unico a cui io mi sia mia abbandonato, a cui abbia tenuto più che alla mia vita. E tu, amore mio, sei il meglio di noi, ci hai tenuti insieme in qualche modo. Tutto ciò che amo di lui ora è dentro di te, capisci? Vive in te>>
<<Papà...>>
<<Quindi, alla fine, io non ho mai amato nulla nella mia vita prima di te.>>
ANGOLO AUTRICE
Lo so, ci vuole un sacco di pazienza ultimamente per aspettare i miei capitoli. Ho un sacco di esami all'università ma soprattutto sto passando un periodo di profondo blocco dello scrittore, mi sembra quasi che abbiano gettato la mia ispirazione da qualche parte, troppo lontano.
Ma non mi sono dimenticata di voi!
Commentate, votate e seguitemi su Instagram e Youtube per le anticipazioni!
Un bacio enorme, mie streghe e miei maghi!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro