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Capitolo 50

I sogni sono molto potenti nel mondo magico, hanno duplici significati, non vengono sottovalutati e hanno quasi sempre un loro destino, il punto è dove si vuole arrivare per conoscere se stessi.
Le risposte possono essere più puntigliose di un ago, possono lacerarti e ricucire quelle ferite è fin troppo arduo.
Nessuno dovrebbe mai conoscersi totalmente, conosceresti anche cose che non è giusto che affronti. I babbani e i maghi sono allo stesso livello in fatto di cervello, conoscono solo una parte di esso e delle sue capacità, c'è ancora tanto di sconosciuto. 
Se arrivassimo ad un punto in cui potremmo controllare ciò che non si può, allora forse, l'autorealizzazione non avrebbe significato. Dobbiamo fallire, perdere, soffrire ogni tanto e farci domande che è meglio non abbiano una risposta. 
Se io avessi capito quanto era importante vivere in una menzogna non avrei cercato la verità, credevo di essere tanto forte da capirla, ora sono costretta ad andare fino in fondo ma non mi conosco abbastanza, perché la realtà è molto distante. Ora, la realtà è lontana.
Mi sono svegliata in una casa che conosco molto bene, quella di Bathilda, ancora calda e disordinata come l'ultima volta. Indosso una sottoveste bianca e le mie braccia sono graffiate, quasi avessi appena lottato intensamente con qualcuno. Sulla fronte porto un taglio profondo.
Appena provo ad alzarmi sento che il pavimento non ha la forza di reggermi, crollo a terra con tutto il mio peso. Come mai sono così debole? Cerco di ricordare come ci sono arrivata ma più tento e più intravedo delle imponenti fiamme blu. Sento di essere nel posto sbagliato.

<<Avery!>>

Riconoscerei questa voce tra miliardi, sollevo lo sguardo verso la porta e su essa, col fiatone, appare un viso che ho aspettato di vedere. <<Harry?>>

Si inginocchia, posa le mani sulla mia vita e con più vigore, di quanto credevo avesse, mette una mano sotto le ginocchia e sulla mia schiena, mi prende in braccio solo per riposarmi sul letto freddo. Non riesco a non guardarlo, i suoi capelli corvini, gli occhiali tondi ancora rotti sul naso, le labbra sottili e la pelle chiarissima, candida se non per qualche graffio e livido. Le sue mani sono l'unica fonte di calore.

<<Sei qui per davvero?>>sussurro.

Fa un sorriso confuso, si sede di fianco a me, al livello delle cosce. <<Dove dovrei essere?>>

<<Non ne sono sicura, come mai siamo qui? Non capisco...>>

<<Hai riposato per giorni, hai avuto degli incubi. Ho dormito con te la notte, al tuo fianco>>alza le spalle, mi manda uno sguardo divertito<<Non dirmi che sei ufficialmente impazzita>>

<<Sono sempre stata pazza>>sorrido, lasciando così che gli occhi mi riempiano di lacrime<<Non importa perché siamo qui, cos'è successo, siamo insieme. Ho aspettato così a lungo.>>

Allunga una mano, mi accarezza il mento<<Vorrei che fosse tanto semplice, Avy ma niente lo è. Deve essere stata dura per te, hai lottato valorosamente e poi..>>

Ora ricordo, Voldemort si è incenerito. Cos'è capitato dopo?<<Non sono arrabbiata con te, ci ha salvati. Lo hai sconfitto>>

<<L'ho ucciso così che tu non lo facessi.>>

Inclino il viso<<Cosa?>>

<<E' stata la cosa giusta. Ti ho vista diventare due persone diverse, ho visto come la vendetta ti aveva resa. Non lo avresti fermato per i motivi giusti, non volevo che questo spezzasse la tua anima maggiormente>>

Vorrei ribattere ma non ne ho la forza, non mi sono mai sentita così, ogni mio osso sembra cercare di spezzarsi. <<E se fosse troppo tardi per me?>>

<<Non ci credo, non può essere. Forse la nostra guerra contro Voldemort è finita ma la tua con te stessa è ancora pronta a scoppiare, devi prendere una dura decisione e non devi pensare a chi deluderai. Per una volta ti chiedo di pensare solo a te, io ne sarò fiero comunque>>

<<Non capisco, quale decisione?>>inarco le sopracciglia<<Voglio riposare>>

<<Non manca molto, amore.>>mi stringe una mano.<<So che tutto ciò che farai sarà per il motivo giusto, non dubito di te. Nessuno di noi, devi salvarci a qualsiasi costo>>

<<Da chi?>>mi metto dritta.

<<Da cosa, non da chi. Tu sei tutti noi, il nostro tempo insieme ci ha resi parte l'uno dell'altra. Noi siamo anime gemelle, ricordi? Hermione ti ha donato tanta conoscenza, Ron un po' di follia ed io... be', non lo so esattamente ma so che lo scoprirai.>>

Andrà tutto bene? Chiudo gli occhi, il fuoco blu diventa un drago, c'è un uomo dai capelli argentati che mi stringe saldamente, mi sento al sicuro ma in colpa, così addolorata. Rammento delle grida, una voce tanto preoccupata e buona, rammento un viso colmo di lentiggini. 

<<Newt>>sussurro aprendoli.

Alza il mento<<Lo so>>

No, non può saperlo. Non è possibile. Guardo verso la finestra ma non riesco perfettamente ad intravedere il paesaggio, so solo che non è il posto in cui sono nata. Questa casa è dove sono stata partorita, da mia madre e mia madre era... zia... no, Ariana. 

Harry è qui, nel 1927?<<Perdonami per tutto ciò che ho fatto, ho cercato di essere una persona migliore, quella di cui avevano bisogno, volevo solo tornare a casa da te. Solo che ho conosciuto qualcuno e..>>

<<So anche questo, va tutto bene. So che avevi bisogno di ritrovarti, però non ti vedo più chiaramente, questa è solo una versione di te. Non dovresti reagire solo perché te l'ho chiesto io, perché le persone che ti amano lo vogliono. Ho fatto così tanti errori, mi sono aggrappato a te come tutti, hai dovuto sostenere un peso insostenibile. Mi dispiace ma ora sei libera, non lo vedi?>>

<<No, sono sola, di nuovo.>>

<<Sei sola perché scegli di vederti sola. Tu ami qualcuno con fin troppa fretta, desiderio, pensi che il tempo ti sfuggirà ma tu scegli il tuo tempo! Non vorresti cambiare le cose? E se fossi qui  non per sconfiggere qualcuno ma per cambiarlo? C'è sempre una scelta, una via diversa. Devi solo prenderla per te stessa.>>

Mi avvicino a lui, appoggio una mano sul suo collo, una lacrima mi solca la pelle<<Mi sei mancato così tanto>>

Si sistema gli occhiali, i suoi occhi splendono<<Lo ami come ami me?>>

<<Non amerò mai nessuno come amo te, lo sai. Però sì, io amo anche Newt. Non so come sia possibile, lui è ...>>

<<Diverso da quello che credi>>mi interrompe<<Non sceglierà te>>

<<Tu non lo conosci>>

Annuisce con calma<<Forse, dipende da te fargli la domanda giusta.>>

Improvvisamente Harry si alza, gli prendo la mano di scatto, mi sale un incredibile magone<<Dove stai andando? Portami con te>>

<<Gli altri attendono di vedere chi sei veramente>>mi fa l'occhiolino.<<Non preoccuparti, tra noi non esiste la parola addio>>

<<No>>mi aggrappo più saldamente<<Non sono pronta a lasciarti andare>>

Trovo inaspettatamente la forza per attrarlo a me, sollevo l'altra mano per prendergli il viso e baciarlo. Chiudendo gli occhi intravedo l'oscurità, quel contatto così caldo e familiare inizia a scomparire quasi fosse la sabbia a sfiorarmi le labbra
Il freddo mi investe quando riapro le palpebre, la luce risulta congelata sulla mia pelle e il respiro si fa più vivace di quanto meriti. Mi guardo intorno, non sono più a casa di Bathilda, sono in una camera completamente diversa, enorme a modo suo.
Sono sdraiata su un letto matrimoniale a baldacchino, le lenzuola di velluto sono di un blu petrolio. Il parquet è raffinato, le pareti hanno la carta da parati dello stesso colore, delineata da dei fiori eleganti, c'è un grande camino con dei divanetti lussuosi. Alla mia destra un portentoso armadio, una porta per un balcone, una scrivania bianca. Aspetta, perché c'è una vasca da bagno? Mi alzo barcollando appena, indosso la stessa veste del mio sogno.
Non riconosco affatto questo luogo, mi dirigo verso le alte finestre ma quando guardo fuori vedo la vastità di una valle nordica. E' di una bellezza potente, incantevole ma non è Hogwarts. Quando mi volto trovo uno specchio, il mio aspetto è distrutto, il mio corpo ha smesso di fingere di poter sentirsi meglio e come biasimarlo? 
Ricordo ciò che ho fatto e mi è dura rimanere in piedi mentre osservo le mie ciocche bianche, rivedo Harry e sento le sue parole, un sogno che mi chiedeva di vivere. Eppure l'ultimo ricordo che ho è quello della morte, del mio fuoco che consuma delle persone in cenere blu, Leta che scompare, Newt che grida, un drago deciso a spazzare via Parigi. Quella disperazione, riesco ancora a percepirla nella verità generale che mi è stata svelata da mio padre, da un uomo che credevo di amasse sopra ogni cosa.  Mi spingo verso il letto e vedo appoggiato sul mobile dinanzi ad esso dei vestiti puliti. Vestiti che appartengono sicuramente al gusto di Grindelwald.
Tutto ciò che possiedo in questa stanza sono i miei bracciali e la mia collana, nulla di più poiché non mi pare di possedere nemmeno me stessa. I miei demoni mi assalgono cercando di spingermi giù, con stracci di memorie infide. 
L'abito appoggiato è di un tessuto pregato, un azzurro pastello liscio al tocco. Lo sollevo per studiare i fiori appesi come spille e i lacci che alzano i seni sono sottili, ribelli mentre cadono oltre il fiocco. Lo indosso solo per la sua bellezza, mi ricorda quello che ho messo al Ballo del ceppo. Arriva sino al pavimento, con uno strascico delicato. 
A terra ci sono delle scarpe col tacco, hanno lo stesso colore ma delle ricamature bianche sui bordi. Infine vedo sul comodino un specie di tiara floreale. Uso la magia per legare i capelli con un cerchio di trecce e poi lo adagio sopra esse, all'indietro.

E quando mi riguardo lo specchio mi sento una principessa triste, so chi mi aspetta fuori da quella porta ma non so che cosa comporterà.
Grindelwald è il nemico, giusto?
Con il respiro più profondo della storia dei respiri profondi, decido di farla finita ed uscire. La porta si apre senza opporsi, sussurrandomi che qui non sono prigioniera, i tacchi fanno l'eco sul pavimento di marmo. Questo è un castello, le pareti hanno uno stile che non fa che ricordarmelo. Mi guardo intorno, le stanze hanno le porte aperte ma nessuno vi è all'interno. Cammino ancora e ancora, nella luce fredda del posto.
Finché non sento uno strano brivido dietro il collo e non seguo quella sensazione, finisco in una sala di pranzo contornata d'affreschi e dalla porta successiva sento dei bisbigli. Mi affretto ad occorrere ma finisco addosso ad una ringhiera di un balcone a forma di cavallo, in fondo c'è una scala.
Quando abbasso gli occhi nella biblioteca lucente vedo tre figure, esse guardano me. 
Credence, vestito con abiti puliti e costosi, fa un sorriso di sollievo che mi appare irreale ed è affiancato da Queenie, che veste con un abito rosato aderente. Ed eccolo, Gellert Grindelwald è di un fascino disarmante nel suo completo nero, è davanti ad una vertiginosa vetrata. I suoi capelli bianchi sono così simili ai miei, così come l'argento del suo occhio, come ho potuto pensare che fosse una circostanza?

<<Sei sveglia finalmente! Temevo non aprissi mai gli occhi!>>esulta la bionda.

Non riesco a rispondere, non finché non noto che mio padre ha qualcosa sulla sua spalla. Il mio respiro diventa irregolare, le mie iridi si inondano di lacrime.

<<Antonio!>>

Mi smaterializzo ancora prima di pensarlo, finendo davanti a lui. Egli mi guarda confuso ma quando allungo una mano il chupacabra ci salta sopra e mi fissa con i suoi enormi occhi neri. E' identico all'ultima volta in cui l'ho visto sul ponte, mi è mancato da morire.
Mi sta studiando ma sa che non sono una minaccia, se solo sapesse che nel futuro saremo inseparabili. <<Dunque, tu conosci Antonio>>

Esso sale sulla mia spalla stringendosi<<E' il mio migliore amico,  è stato con me da quando...>>mi fermo.

<<Sei arrivata nel futuro? Lo immagino bene, segue solo le linee di sangue ed essendo mia figlia è devoto anche a te>>spiega. Mi sono posta questa domanda centinaia di volte ed ora è così chiaro da farmi paura.

Credence viene alla mia destra<<Ti senti bene? Hai dormito tutta la settimana>>

Sospiro, sfuggendo allo sguardo di Grindelwald<<Voi due state bene?>>

<<Sì, cara. Stiamo bene ma non ignorare le nostre domande>>mi prende per mano la strega.

Alzo le spalle<<Devo aver scaricato i miei poteri, l'ultima cosa che ricordo era un drago blu>>

<<Rammenti il vero, il tuo potere ha preso vita trasformandosi in un enorme assetato drago. Stava per distruggere Parigi ma è stato fermato, rinchiuso nell'anfiteatro>>continua l'uomo alle mie spalle.

<<Da chi?>>

<<Deduco dai vostri amici, sono certo che siano vivi e vegeti, hanno fatto da poco visita ad Hogwarts. Alla vostra ricerca>>

Solo in quel momento mi rendo conto di quanto sia grave, stavo per uccidere tutti loro, stavo per uccidere Newt. Devo assicurarmi che stia bene e che capisca cos'è successo, non mi sto schierando, voglio solo...non lo so cosa voglio.
Vado verso il tavolo da lettura, mi siedo su una poltrona a peso morto, il mio corpo mi sta chiedendo venia ma ascoltarlo ferisce il mio orgoglio. Credence mi si avvicina, si inginocchia<<Non è colpa tua, non hai potuto controllarti. Ma ora tutto sarà diverso>>

<<In che modo?>>

<<Cambieremo il mondo, lo faremo a nostra immagine per renderlo giusto, migliore.>>

Il suo sguardo è serio, dipendente da ciò che dice e prova ad illudermi di questo. Quando guardo Queenie vedo lo stesso barlume di speranza, di grinta. Che diavolo sta succedendo?<<Cosa? Ma di che state parlando?>>

<<Della verità. Il mondo vuole restare indietro, io non posso sposare Jacob! Ma se aiuto questa causa, se faccio qualcosa di concreto avremo una possibilità. Le cose devono andare così>>

<<Devono davvero? Voi volete seguire cecamente...>>

La luce nei suoi occhi scompare<<Non cecamente! Tu mi hai detto che nel futuro non ci sono leggi contro i matrimoni con i no-mag! Non capisci? Vuol dire che è così che cambieremo questa cosa, è già scritto>>

Rimango ferma, a fissarla con stupore. Vorrei avere una risposta pronta ma alla fine mi rendo conto che non ha tutti i torti, non ho la minima idea di come il mondo cambierà idea sui legami babbani e se fosse così? Se Grindelwald ne fosse la causa? 
No, non può essere. Nel futuro so per certo che Albus Silente lo ha sconfitto, non so come, quando o dove ma so che è così. E' il primo Signore Oscuro, non posso fidarmi di lui ma allora perché voglio farlo? Perché ho una così insistente voglia che mi abbracci di nuovo?

<<Ci sono altre cose che devi conoscere, Avery>>mi accarezza le dita, Credence.

Si alza tirandomi con lui, leggo nel suo sguardo qualcosa di estraneo una settimana fa, come se avesse trovato qualcosa di perduto. <<Mi stai preoccupando>>

Molla la mia mano per andare verso la vetrata, lo sguardo di Grindelwald è serio nel suoi confronti, eppure percepisco come mi studia. <<Sono stato vittima di uno dei tradimenti peggiori che si può subire, inferto dal mio stesso sangue, da mio fratello. Lui festeggia il mio tormento, vuole distruggermi>>

Faccio un passo in avanti, egli allunga le mani a mezzaria ed indica qualcosa di appollaiato su un braciere d'argento. E' piccolo, familiare ma solo quando mi avvicino sento il mio cuore essere colpito nuovamente.

<<No..>>sussurro.

Il destino mi reca danno come a volersi prendere gioco di me, ciò che è piccolo diventa grande, infuocato, potente e mio. Credence parla con fierezza<<Nella mia famiglia c'è la leggenda di una fenice che occorre ai suoi discendenti solo nell'estremo bisogno. E' mio diritto di nascita come il mio nome, ora lo so, so chi sono! Il mio nome è Aurelius Silente.>>

Le mie mani iniziano a tremare, chiudo gli occhi ma riesco ancora sentire il calore del mio sangue. Stringo l'abito per calmarmi ma questo è impossibile da accettare.

<<Tesoro, che cosa c'è?>>mi chiede Queenie.

Scuoto la testa, per scacciare il viso di mio padre, i suoi occhi blu. Come ha potuto farmi questo? Farci questo? Non posso e non voglio crederci. Improvvisamente sento un esplosione, è la vetrata seguita qualche urlo e la fuga di Antonio dal mio corpo. Mi inginocchio a terra, tra i vetri e il caldo mi raggiunge.
Quando li apro c'è lei davanti a me appoggiata a terra, le ali aperte. Non è cambiata di una virgola<<Fanny, sei tu, sei tornata da me>>

<<Che significa?>>

E' Credence ad aver parlato, mi giro appena per guardarlo e scorgo una bacchetta nella sua tasca destra. Grindelwald si adopera per sistemare il mio disastro, perché mi è così facile perdere il controllo? Queenie mette una mano sulla mia spalla per confortarmi.

<<Ci sono delle cose che non ti ho detto, ragazzo. Aspettavo che Avery si destasse, così da affrontarle insieme, come la famiglia che siete. Vedi, Avery è una Silente di sangue come figlia di Albus e anche tu lo sei essendo suo fratello.>>

<<Sono suo zio?>>balbetta.

<<Non dite che sia impossibile, vi siete sentiti legati dal primo sguardo, non è così? In voi scorre la stessa oscurità e la stessa luce, seppur diverso potere>>

Punto gli occhi su di lui<<Basta. Smettila.>>

<<Non puoi negarlo, figliola>>

<<Non chiamarmi così!>>esclamo provando ad alzarmi<<Lasciateci soli, ora.>>

Credence prova ad obiettare ma il mio sguardo lo zittisce, non voglio essere crudele con lui ma non posso gestire anche questo, ha la mia età, non può essere mio zio. Queenie segue l'ordine senza respirare, l'obscuriale rimanere sorpreso quando Fanny non va da lui ma resta al mio fianco. Non sono mai stata possessiva ma Fanny è diversa, è mia come Antonio. Sono gli unici legami che ho di casa mia, del futuro e non posso lasciarli andare.
Ci ritroviamo da soli, Grindelwald tiene le braccia dietro la schiena<<Dovresti mangiare qualcosa, per rimettermi in forma>>

<<No, tu mi devi delle risposte.>>

Sospira, abbandonando le mura che lo tengono su come uomo politico<<Ne sono a conoscenza, solo che non so come o da dove iniziare. Non riesco neppure a pensare che tu sia reale>>

<<Siamo in due, perché io vorrei che non lo fosse. Mi andava bene vivere nelle mie menzogne, almeno riuscivo a dormire.>>

<<E' questo che credi? Che avermi come padre sia una disgrazia? Mi trovi tanto orribile come uomo?>>

Faccio un sorriso amaro<<Perché pensi che tutto giri intorno a te? Se si trattasse solo di te mi sentirei meglio di come sto ora. Ma non è così, dovrei odiarti quasi quanto odio Albus Silente per ciò che mi ha fatto. Per ciò che mi avete fatto>>

<<Che cosa ti ha detto con esattezza? Devi comprendere che l'ultima volta in cui ti ho riconosciuta eri in fasce, tra le braccia di tua madre>>

Provo ad immaginarmi tra le braccia di una donna ma rammento solo zia Minerva, l'unica madre che io abbia mai conosciuto. Sospiro<<Non sono io a dover spiegare, non sono qui perché mi fido di te. Non ti conosco e non voglio arruolarmi in qualcosa che non mi riguarda. Voglio sapere tutto della mia storia, me lo dovete>>

Mi si avvicina alzando il mento<<Posso darti più di questo>>

Apre il braccio, invitandomi a seguirlo e così faccio. Mi porta ad una libreria di legno, sposta un libro e uno spiffero raffredda l'ambiente sino a muovere l'intero mobile. Lo scenario che si mostra è un sala segreta, uno studio che ricorda quelli in cui si pianifica un conflitto mondiale. Ci sono moltissimi quadri, manufatti magici, persino un grande pensatoio.

<<Dimmi, cosa sai della negromanzia?>>

Mi guardo intorno<<Mi è stato insegnato che  è un ramo della magia che non ha mai funzionato>>

<<Queste sono le parole di Albus, non mentirmi>>

Non so come abbia fatto ma finisco per arrendermi, un po' compiaciuta. Incrocio le braccia nude<<Da bambina ho rubato da mio zio un edizione della Guida sulla Negromanzia, volevo sapere se potevo riportare vita una creatura del mio guardiacaccia. Non ha funzionato e ho giurato di non pensarci più. Perché?>>

<<Perché ora scoprirai che ti è stato insegnato qualcosa di sbagliato, qualcosa che nessuno dovrebbe sapere. Riportare qualcuno dalla morte rende il corpo diverso, non riporti la sua anima ma solo un frammento di essa e diventa un Inferno. Io ho fatto tutto il contrario. Avevo perso la cosa che amavo di più, te ma credendo che fossi morta non potevo risvegliarti. Avevo il corpo di Ariana, così usai la negromanzia solo per contattarla.>>

<<Per avere accesso alla sua anima. >>

<<Esatto. Conosci la Pietra Della Resurrezione?>> chiede. Mi paralizzo, rammento la gemma nella mia mano, la foresta e le anime di chi amo<<Vedo di sì, come?>>

Mi appoggio alla scrivania, sperando possa sostenermi<<Non so quanto io possa dire del futuro, in teoria la regole della GiraTempo sono quelle di non incontrarti mai, di non parlare troppo per non cambiare i fatti. Ma visto che so che hai posseduto tutti i Doni della Morte per crearmi non mentirò, li ho posseduti anch'io. Durante una guerra ho ereditato la bacchetta, mi sono nascosta sotto il mantello e ho usato la pietra prima di..di uno scontro. Ho rivisto tutti coloro che erano morti a causa mia, ho potuto dire addio.>>

<<E' un bene, perché sai come funziona. Io posseggo solo due dei tre, Albus ha dato a qualcuno il mantello per tenermelo lontano. Vorrei poterti dire ogni risposta ma so che non cambierebbe il modo in cui mi guardi, perciò...>>si inginocchia tirando fuori la bacchetta e un pezzo di marmo si solleva. Prende dal buco un cofanetto<<desidero darti qualcosa per cui credermi quando ti dico che sei l'unica che io abbia mai amato, poiché sei mia figlia e non un'arma>>

Si rialza avvicinandosi, apre il bauletto e su uno cuscino rosso sangue c'è la pietra nera, che mi richiama come una vecchia amica. Mi dice che siamo fatti della stessa sostanza, che mi possiede ed io sono tanto stata sciocca da non comprenderlo.

<<Hai detto di aver capito da solo come far funzionare la mente per la negromanzia, ma la pietra è diversa>>

<<Essa non ti permette di toccare chi hai perso, io posso farlo grazie ad essa e ad un incantesimo di magia nera. Sei disposta a questo per parlare con tua madre?>>

Ha detto quello che ho sentito? Faccio fatica a rispondere o a realizzare, lei è morta, come può sapere anche le cose di quanto non era viva? Però voglio farlo, voglio vedere se mi assomiglia, in aspetto e in carattere. Ho bisogno di sapere cosa si prova a stringere la mano della propria madre, di litigarci o di amarla almeno.

<<Resterai qui?>>

<<A pochi passi da te, non mi allontanerà più>>sorride dolcemente<<Solo chi ha stretto la pietra può vedere chi ha perso, farò l'incantesimo e vi lascerò sole. Quando sarai pronta parleremo, spero che mi darai un'occasione, amore mio>>

Non dico nulla, prendo la gemma fredda e lo guardo alzare la Bacchetta di Sambuco, quella di papà ma perché continuo a dimenticare che anche lui è mio padre? Non voglio sentirmi come una traditrice, è Albus Silente che dovrebbe sentirsi così.
Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi, di concentrarmi su quello che ho in mano ma così non sento la formula latina che invoca, percepisco il vento che mi dice che è sbagliato richiamare chi è in pace ma io quando mai sono stata in pace? E' giusto farmi patire per gli errori altrui?
Sento i passi di Grindelwald allontanarsi e poi il silenzio, ho paura di guardare come in un vecchio sogno che ho fatto su Cedric. Sento un tocco, è fresco, nuovo ma totalmente giusto, aderisce sulla mia guancia con delicatezza, abbasso il viso lasciando andare le lacrime.

<<La mia Avery, la mia dolce piccola?>>

E' una voce del tutto diversa da quella che immaginavo, eppure perfetta, morbida. Apro gli occhi lentamente, guardando per terra ed intravedo due ballerine bianche, così come una lunga gonna bianca. Mi ricorda la tunica che ho visto indossare da papà quando sono morta. 

Sollevo le mie pupille sempre di più, un vitino magro, braccia coperte di pizzo bianco  e due mani che mi sfiorano il viso, sono curate. Quando arrivo al viso mi immergo nei suoi occhi, nei lineamenti e nel mio dolore. E' lei, tutto di me me la ricorda, tutto di me le assomiglia.

<<Mamma>>

Ha gli occhi di due diamanti, identici a quelli di suo fratello e ai miei, le ciglia lunghe naturali, la pelle chiara è candida, non è arrossata, è come una bambola di porcellana immortale. Le labbra carnose, curvate in un sorriso amorevole e commosso, il naso piccolo e alto, ma ciò che più mi accomuna a lei sono i capelli. Le ciocche non sono come quelle del ritratto, castane ma sono argentate, più grigie rispetto ai miei ma comunque simili. Sono tirati indietro da una mezza coda. E' stupenda. Allora perché ha voluto creare un mostro?

<<Sei così bella e..Oh Merlino, pensavo che non ti avrei mai più rivista! Credevo fossi morta! Come può essere?!>>

Scuoto il capo, tirandomi su il naso<<Sono viva, ancora. Papà, cioè tuo fratello, mi ha portata nel futuro, lontana da voi>>

<<No, io ti ho vista morire. Perché avrebbe dovuto..>>

Questo mi riporta alla realtà, mi scosto a lei. Mi asciugo le lacrime, non voglio crollare. So che è mia madre ma è anche sconosciuta, e mi ha creata solo per avere il potere di vendicarsi. Mi segue con lo sguardo mentre mi siedo su un divanetto di camoscio<<Ha detto che il mondo non era ancora pronto per me all'epoca, così come non lo è ora. Ma non saprei se credergli, mentire è un talento per i Silente>>

Arriva sino a me, si siede dall'altro fianco, apprezzo che mi dia spazio<<Non ti mentirei mai, immagino che tu sia qui perché vuoi sapere cos'è successo prima della mia dipartita>>

<<Penso di meritarlo>>

Mi osserva con un mezzo sorriso<<Certo che è così. Che ti è successo per farti credere il contrario?>>

<<Vorrei dire che è la vita, ma non è così. Quello che avete fatto, crearmi, è stato un errore e non hai idea di quanti hanno trovato la morte per questo, di quante cose abominevoli ho fatto.>>

<<Non ti amerò meno perché hai compiuto degli errori, avuto degli insuccessi>>

Stringo la mia collana<<Amore? Guarda dove mi ha condotta il vostro amore>>

<<Da me>>sussurra.

<<Io non voglio stare con te, non posso. Ho bisogno di odiare qualcuno, non ricordo come ci sente a vivere senza lottare, uccidere, odiare. Sto tentando di odiare te, papà e Grindelwald ma sono sfinita. La verità, quello che ho cercato di capire, mi porta solo a desiderare di morire di nuovo>>

<<Di nuovo hai detto?>>inclina il viso, trattenendo la lacrime.

Annuisco<<Sì, non dovresti essere sorpresa. Posso dirtelo visto che sei morta, io non sono un fantasma ma pare che sia dura per me rimanere morta, raggiungere la pace. Mi hanno uccisa, ma sono tornata in vita subito dopo. Non è questo che programmavate? Un immortale padrone dei Doni della Morte? Il padrone del potere?>>

E' ferita dalle mie parole ma non voglio provare pena per lei<<No, non è questo che abbiamo desiderato. Le risposte che cerchi non ti piaceranno ma io le rifarei, tu sei la ragione per cui sono vissuta, il mio scopo era crearti, amarti per quanto ho potuto.  Avevo quattordici anni quando sentì le loro idee, ne fui illuminata>>

<<Cosa dicevano?>>

<<Volevano cambiare il mondo, renderlo libero. I babbani avevano condannato la mia vita, non cercavo vendetta ma redenzione. Dei babbani mi avevano aggredita quando ero molto piccola, avevo fatto qualche tipo di magia e mio padre arrivò in tempo per salvarmi ma li uccise, non lo fece apposta, era solo spaventato e arrabbiato. Lo portarono ad Azkaban, mia madre conobbe una vicina stupenda che ci curò ogni tanto>>

<<Bathilda>>aggiungo.

Annuisce con un mezzo sorriso<<Era parente di Gellert, così si sono conosciuti lui e Albus. In quella casa mi nascosi ed ascoltai. Erano ossessionati dai Doni della Morte, io li trovavo una fiaba ma sono reali. Li cercarono, fu difficile ma non lo fecero per possederli. Per liberare i maghi dai loro segreti, così che potessimo vivere coi babbani, dovevamo avere qualcuno che sarebbe stato tanto potente da proteggerci e da mostrarsi come il nostro emblema. Tu dovevi essere tutti noi. Ma come fai a creare qualcuno che ha già la sua dose di potere? Deve nascere già potente.>>

Non pare tanto orribile come ideale<<E poi? Come li hai convinti?>>

<<Mi intromisi, Albus voleva tenermi fuori ma la mia idea era perfetta. Essere un obscuriale ti rende più potente di qualsiasi altro mago ma non ti dà controllo, manca un equilibro. Gellert vide il mio potenziale e iniziammo a collaborare, mi diede uno scopo, della forza e forse anche controllo. Il nostro piano doveva durare anni, ero troppo giovane per avere un figlio e organizzarsi era dura. Ideammo la mia morte e ci spostammo per un po', lontano da chi conoscevamo. Trovammo tutti i doni, e scoprimmo che per raggiungere quell'equilibrio ci voleva qualcosa che fosse indomito come me e i doni. Iniziammo con ciò che mi avrebbe inseminata, nella Stanza dell'Amore rubarono una fiala di magia. Poi i tuoi padri fecero due patti di sangue, contengono i geni della magia di ognuno. Il primo serviva a crearti e l'altro per non combattersi mai. Ero giovane ma più sicura che mai, non sapevo quanto sarei sopravvissuta visto che gli obscuariali hanno vita corta e rimasi incinta. In nove mesi cambiai, la mia magia era stabile, usavo senza problemi una bacchetta. Ma poi iniziarono le doglie. Eravamo spaventati e chiedemmo aiuto a Bathilda, a casa sua per il parto, le mie urla fecero tramare la terra per chilometri, così ella fuggì. I tuoi padri mi aiutarono, ma quando Gellert ti prese in braccio piangesti per respirare e ci fu un bagliore di luce. Lo colpisti di striscio  ma non fu grave, eravamo così felici da non preoccuparci delle conseguenze. Scegliemmo un nome ciascuno. Gellert scelse Avery, Albus il mio ed io scelsi Kendra per mia madre! Amarti era inevitabile.>>

Cerco di concentrarmi<<Allora come sei morta?>>

<<Dovevamo crescerti bene per renderti buona, potente e in grado di cambiare il futuro. Ed io non potevo più fingere di essere morta, non dopo il terremoto, eravamo pronti a fuggire lontani. Aberforth capì che erano stati Albus e Gellert a causare le scosse, li cercò per ore fino a trovarci ma quando entrò in casa trovò anche me. Ero stanca ma contenta, mi sentivo forte grazia a te.>>

Trattengo il respiro, è per questo che zio Aberforth mi odiava da bambina? Ha sempre saputo tutto e non me lo ha mai detto.<<Io sapevo che eri morta durante un esplosione di potere, non capisco>>

<<Amavo Aberforth ma le sue vedute sono sempre state ristrette, quando provammo a spiegargli cos'eri, cos'avevamo fatto, si infuriò. Eri nella culla e quando ti si avvicinò ebbi terrore, Gellert e Albus cercarono di fermarlo per proteggerti. Ma era fuori di testa, diceva che eri inumana, che eravamo traditori, folli e mostri quanto te. Voleva denunciarci. Hanno iniziato a combattere, gli incantesimi pioveva ovunque ed io sono andata nel panico, avevo paura che ti colpissero...Non potevo vivere senza di te.>>riflette, poi posa un dito sul mio mento. Mi trasmette un immagine, un ricordo.

Nel ricordo vedo un incantesimo balzare dentro la culla e subito dopo mia madre che vede del fumo salire da essa.
Persino io credo che il neonato sia morto, quel dolore, che paralizza i tre combattenti scatena tutto il dolore dell'obscuriale.
Mia madre urla disumana e i suoi capelli si tingono di bianco, come i miei.


<<No..>>

Mi sposto dal suo tocco per la sorpresa<<Credevo fossi morta. Un secondo dopo sono esplosa, non ero mai stata più ineluttabile e non potevo controllarlo. Perché quel potere non mi apparteneva, era solo tuo. Mi avevi cambiata, è lì che i miei capelli si sono tinti e tutta quella oscurità mi ha uccisa>>

Rimango catatonica, le mie labbra tremano lasciando un singhiozzo. Tutte queste persone hanno sofferto solo a causa mia, ed ero solo una neonata.<<Come ho fatto a non morire?>>

<<Non ne ho idea>>

<<Mi dispiace tanto se sei morta per colpa mia>>

Si avvicina e mi prende le mani<<Non dirlo neanche per sogno, non è stata colpa tua! Ciò che sei non è un abominio, non se scegli come usarlo, puoi cambiare il futuro, far sì che la mia morte non sia stata vana per un mondo migliore>>

<<Il mondo non sarà mai migliore, te lo assicuro>>

Di scatto mi abbraccia, rimango rigida finché quel dolore non scivola via. E' mia madre, la mia mamma e non voglio più respingerla. Non è un mostro, ha fatto solo quello in cui credeva. Non so come ma finisco per posare la testa sul suo grembo, mi bacia i capelli e mi studia le mani, i bracciali, la pelle e le cicatrici sottili. Anche quella lasciata da Voldemort.

Piango, non so per quanto ma piango fino a finire le lacrime, fino a non riuscire a respirare.<<Ti perdono, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno di essere perdonata. Riuscirai a perdonarmi per come sono?>>

Mi solleva il viso e mi guarda, mi fa un cenno che mi fa capire la sua richiesta. La esaudisco concentrami appena, i miei occhi cambiano e anche i miei capelli, apre la bocca per la sorpresa ma a forma di sorriso. Non ha paura di me. <<Io amo ciò che sei, come potrei non farlo? Sei straordinaria, Avery, sei bella quanto lo era Lucifero>>

L'angelo più bello del paradiso, che desiderò avere più potere di Dio. Essere me stessa, così, con lei mi dona più pace di quanta ne abbia mai conosciuta. Ma ho molto altro da sapere, da Grindelwald e da Newt. Devo capire cosa succederà.<<Non abbiamo molto tempo, vero?>>

<<La magia nera ha sempre un costo, tesoro. Gellert ha collegato l'incantesimo a sé, è molto pericoloso>>svela, non lo sapevo. Ha fatto questo per me?<<Ma non sa dirci di no, so che pare manipolatorio ma se lo conosci scoprirai che è un brav'uomo, disposto a tutto per quelli che ama, brucerebbe il mondo per te>>

Annuisco, ma io vorrei che lo facesse? Non lo so.<<E' l'ultima volta che ti vedrò?>>

Sorride <<No, certo che no.>>

<<Quante volte dovrò camminare in un mondo in cui non potrò toccarti?>>

<<Infinite ma va bene, perché io ti amerò in ogni caso, in ogni mondo, che sia il posto più oscuro che quello più luminoso. Ci ritroveremo, ma dovrai aspettare e sino ad allora non credere di essere sola, io sono con te anche se non mi vedi. Soprattutto ora che so che sei viva>>

Scuoto la testa, pensando anche al mio sogno su Harry<<Non ti ho già persa troppe volte?>>

<<Avery, non si tratta di perdere ma di poter cambiare la storia, di quello che guadagnerai. Hai l'occasione di sapere tutte le risposte, devi trovare nuove domande da porre. So che ora fa male ma è un bene>>

<<Come può il dolore essere giusto?>>

Si alza tirandomi su con lei<<Il dolore è la differenza tra me e te, io non posso più soffrire. Tu, bambina mia, sei viva e il dolore esiste solo per farci cambiare. Devi soffrire, per una volta, devi arrenderti a te stessa. Non hai mai pensato di lasciare sgorgare il sangue delle tue ferite?>>

<<L'emorragie uccidono>>

<<Guardami, piccola! Chi ha mai detto che la morte è sul serio la fine? Chi ha osato dire che un cerotto salva più vite di un corpo che impara a difendersi?>>mi dà un bacio sulla fronte<<Mia bellissima figlia, devi imparare a guarire da sola, col l'aiuto del tempo e solo allora potrai rialzarti. Potresti scoprire chi sei, senza l'aiuto di nessuno.>>

<<Non so come si fa>>singhiozzo.

Mi stringe più forte che può<<Smetti di pensare di essere viva per gli altri, per qualcuno che ha scelto il tuo percorso. Il tuo dolore è solo tuo, riguarda te e non chi hai perso, non vorresti cancellare quella sofferenza? Sei ancora in tempo, sei sulla strada giusta. Se devi lottare, fallo per te stessa>>

ANGOLO AUTRICE

Siamo al capitolo 50!
Non ci credo ancora, i miei libri sono sempre un po' lunghetti.
Cosa ne pensate?
Ho sempre desiderato conoscere Ariana e ho scelto lei per via dei capelli e degli occhi.
Cosa ne pensate di tutto questo?
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Un bacio, maghi e streghe di Hogwarts!

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