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Capitolo 49

Nella mia corta ma estenuante esistenza ho notato un particolare, anche quando cerchi la verità ciò che ti ritrovi davanti è tanto dolorosa, ridicola, diversa che fai qualsiasi cosa per non accettarla.
Alcune persone la trovano ma fingono il contrario, continuano ad indagare per il gusto di farlo, per trovare ciò che si erano prefissati.
Ma quando mai la realtà è stata all'altezza delle aspettative? Solo io ho dovuto provare ad essere abbastanza, abbastanza per il mondo magico del futuro e anche quello del passato.
Si aspettano tutti grandi cose, che io mi macchi di sangue al posto loro o che li salvi con il sorriso di un opuscolo.
Eppure io non sono un dépliant, la mia vita non si può riassumere per dare speranza, per terrorizzare o capire a cosa si va incontro quando ami qualcuno come me.
Nessuno ha delle avvertenze, come una notifica che ti arriva con scritto "Morirai per lei", "Soffrirai per lei", "Perderai tutto per lei".
Credo che se tutti leggessimo i segnali ci sarebbero molte meno ingiustizie al mondo, magari neanche sarei nata.
Essere all'altezza è uno schifo, è uno schiaffo alla moralità, al desiderio di autorealizzarsi. Solo Merlino sa quante volte mi sono rialzata solo perché gli altri lo volevano, preferivo essere il loro modello sacrificale che un mostro. Anche oggi è così, così ho permesso di mettere davanti a me stessa chiunque amassi, Sirius lo sa bene visto che si è messo davanti a me prima che l'anatema lo uccidesse.
Sono stanca di farlo, di parlare di una ricerca che in realtà non faccio, quando Sibila mi ha nominato quelle profezie avrei potuto andare a trovare una risposta ma ho scelto inconsapevolmente di non farlo. Sapevo che non erano le risposte che sognavo, sono scappata verso una guerra piuttosto che la pace di sapere chi sono.
Non posso più farlo, non posso usare gli altri come una scusa, non posso proteggere Harry e Newt, Hermione, Ron o Jacob se per una volta, non sono coraggiosa per me stessa. Credence ha fatto un arduo viaggio intorno al mondo per trovare quelle risposte, perché io no?
Arrivata a Hogwarts ho notato il tramonto, questo vuol dire che gli alunni sono nella Sala Grande. Chissà se loro si aspettano che quel luogo sarà il teatro di uno scontro, chissà se immaginano quanto quella luce calda si possa tramutare in buio ghiacciato.
Vado diretta verso l'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure, poiché è quello l'ufficio di papà per adesso.
E' strano sapere che Fanny non è ancora qui, mi sarebbe piaciuto vederla. Vado di fretta, ho fatto la promessa di tornare a Parigi velocemente e spero che il Ministero non sappia di questo viaggio internazionale, potrebbero localizzarmi.
La classe è vuota ma nel momento in cui la osservo ricordo cosa ho visto qui : ho visto Lupin insegnarci cos'è la diversità e come non temerla, ho visto Barty Jr invitarci ad usare la violenza pur di combattere, ho visto un bugiardo fingere di essere un eroe.
Ho visto tutte queste cose ma allora ero tre persone differenti, stavo crescendo ma stavo anche mentendo a me stessa su ciò che volevo.
Non parlo dell' amore, parlo del futuro. Tutto ciò che sapevo allora è che volevo la testa di Voldemort, non ero un'eroina ma credo di essere stata anch'io una bugiarda a mio modo.
Entro nell'ufficio ovale, dopo le scale, è ordinato con le stesse vetrina che papà aveva in presidenza. I quadri mi scorgono, ma fingo di non sentirli, meglio non parlare. Mi avvicino alla libreria e vedo anche il pensatoio di papà, lo stesso di sempre.
Cerco disperatamente il titolo prefissato, quel veggente si deve essere fatto parecchi nemici. So come mio padre ordina i libri, me lo ha mostrato, solo in ordine a quelli più importanti. Se deve nascondere qualcosa li avrebbe messi in alto, così prendo una sedia e mi arrampico.
C'è un volume sottile, rigido color prugna. E' l'unico senza nome sul lato, guardo la copertina meglio. Le rifiniture sono oro e in mezzo c'è il titolo che cerco : The Predictions of Tycho Dodonus.
Scendo dallo sgabello e poi vado verso la scrivania, accendo il lumino con la magia e lo apro. Non so esattamente cosa devo trovare, sono più di una cinquantina di profezie ma noto che sono datate, c'è il giorno in cui sono state create.
Deve essere un colpo di fortuna o forse di sfortuna, dipende dai punti di vista.
Secondo le ultime scoperte sono nata nel 1900, a Godric's Hallow. Ne trovo solo una dell'anno prima, la pagina è anche la più consumata, c'è il segno di una piegatura all'angolo, le mani mi tremavano.
La leggo ad alta voce, quasi questo mi permettesse di renderla reale.

<<Due ragazzi nella notte dell'albore,
bianca esplode sull'ideatore.
Indomiti sono il legame e l'offerta,
la sua oscurità alla morte la porta.
Il ragazzo che tradisce avanti cammina nell'era,
la figlia del potere mieterà divenuta guerriera.
Dolore e menzogna porta l'altro alla memoria,
il patto per ella ancora resta la sua storia.>>

Improvvisamente il libro mi sfugge delle mani quando sento un rumore, la porta si spalanca e sulla soglia, affaticato per la corsa, c'è mio padre. Indossa un completo beige, senza giacca.
Mi guarda confuso finché non vede il volume ai miei piedi, ricambio lo sguardo.
I quadri devono averlo avvisato.

<<Non dovresti essere a Parigi?>>domanda chiudendo la porta, fa un passo in avanti ma io indietro, sbattendo così sul bordo della cattedra<<Stai bene, tesoro?>>

Mi piego a raccogliere il libro<<Sapevi che questa profezia potrebbe parlare di me?>>

<<Oh, Tycho non ha sempre ragione, dice molte sciocchezze fantasiose..>>

<<Ti ho fatto una domanda!>>esclamo, rimane pietrificato dalla mia reazione<<Per una volta sii onesto con me, dimmi tutto e non un pezzo di verità, non voglio comporre più puzzle>>

Sospira venendo verso la scrivania<<Sì, temo che tra tutte le fantasie di Tycho quella sia reale, non è un'ipotesi, Avery. Parla di te>>

<<Quindi ho due profezie>>

Scuote la testa<<Avevi, è il verbo corretto. Questa si è realizzata prima che tornassi in questa epoca, è una predilezione che inizia con la tua nascita ma non termina con il tuo futuro>>

<<Spiegamela>>

<<Non posso, Avery>>

Dal suo sguardo, per la prima volta in tutta la mia vita, mi ritrovo a non fidarmi di lui. Ricaccio via le lacrime che tentano di uscire, al loro posto esco io dalla porta. Mio padre mi corre dietro mentre scendo dalla scale, tornerò da Newt e troverò Grindelwald.

<<Maledizione, Avery, fermati!>>mi prende un polso.

Non ricordo che abbia mai avuto forza per fermarmi, non è mai stato il padre che ti prende in braccio ma era normale visto la sua età. Ora potrebbe farlo, ha l'eta giusta per avere una figlia come me. Mi divincolo fissandolo in mezzo alla stanza.

<<Perché dovrei? Non importa quanto io ci provi, anche se scelgo me o provo ad essere un poco egoista non cambia niente. Non merito neanche delle risposte da parte tua, pensavo le avessi tutte quando ero piccola, tranne quelle per cui mi hanno abbandonata ma forse mi sbagliavo. Hai sempre saputo tutto e hai scelto di nascondermelo, lo hai già fatto!>>

<<Tutto ciò che ho fatto e che farò è stato per te, per la tua salvaguardia. Non lo comprendi?>>

Faccio un sorriso amaro<<E tu non capisci che non sono solo parole sulla carta, quella profezia è mia, è il mio passato. Quella maledette parole sono la mia vita, come puoi essere degno tu di conoscerne il significato ma non io? Io merito la verità, ho sacrificato abbastanza>>

Non risponde ed è assurdo che io mi aspettassi il contrario, il mio cuore batte forte ma credo che sia così facile andare via perché ho paura che se mi ha nascosto la verità è perché farebbe troppo male. Quanto dolore devo ancora patire? Mi dirigo verso la porta.

<<Non sei stata abbandonata>>

Questa frase rimane indelebile nell'aula, quasi qualcuno l'avesse incisa nell'aria per costringermi ad udirla. Il mio corpo segue gli ordini del mio cuore, giro solo di lato la testa<<Cos'hai detto?>>

<<I tuoi genitori non ti hanno abbandonata, Avery e non sono tutti morti. La realtà è fin troppo lontana da quella che speravo per te. Le Predilezioni non sono state tolte dal mercato per volontà del Ministero ma per mia, ho fatto sì che accadesse. Non volevo che avessi delle prove nel futuro. Non volevo che ne fossi vicina>>

Sento qualcosa alla bocca dello stomaco, mi giro totalmente<<Vicina a cosa?>>

Il suo sguardo è colmo di delusione, vergogna e sofferenza. Non l'ho mai visto così, i miei genitori sono vivi? Perché mi hanno portata nel futuro?

<<Tu avevi una madre ed era straordinaria, ti amava anche quando eri solo un'idea. Prima che noi iniziassimo a capire come imbrigliare e sfruttare il potere, ti ha amata per prima>>

E' la prima volta che sento parlare di mia madre, mi tremano le gambe. Mi ha davvero amata? Perché per qualche ragione non ci ho mai creduto<<Non capisco>>

Si appoggia alla scrivania, il suo sguardo cade nel vuoto<<Ero giovane quando conobbi Gellert, il suo fascino era più nel modo in cui raccontava le sue ideologie piuttosto che in esse. Volevamo cambiare il mondo, volevamo smettere di nasconderci, volevamo essere invincibili. Ero tanto ingenuo da pensare che fossimo prescelti dalla magia e tanto arrabbiato da pensare di meritarlo. Un giorno ci venne un'idea, come si acquisisce potere che non nasce con noi? E' impossibile, non si può essere più di quello che si è. La magia sboccia nelle nelle persone in modi misteriosi e stupefacenti, dovevamo capire come si crea in quei soggetti, quali sono gli ingredienti che ci distinguono dai babbani. Lo capimmo, non potevamo creare un oggetto o diventare i padroni della Morte. Dovevamo far sì che qualcuno nascesse con già tale potere da poterli brandire. Dovevamo rendere una persona il potere stesso>>

Non riesco a metabolizzare le sue parole<<Tu e Grindelwald..>>

<<Noi siamo la causa della tua natura>>

Lo dice in un modo in cui appare sollevato, quasi fosse qualcosa che si teneva dentro da 27 anni ed è così. Metto una mano sul cuore, devo rimanere lucida<<Come avete fatto?>>

<<Non realizzammo subito quest'idea, avevamo diciassette anni, eravamo soli a modo nostro. Bathilda ci offrì casa sua per i nostri esperimenti, senza sapere cosa facevamo. Sapevamo che ci vuole una donna e un uomo per una gravidanza ma questo avrebbe reso il prescelto normale, dovevamo installare nel feto pura magia, una gravidanza con geni potenti ma senza una vera inseminazione. Eppure per fare qualcosa contro natura dovevamo usare la magia nera, l'oscurità più profonda. Doveva esserci un equilibrio e così ci intrufolammo nel Ministero britannico, facemmo una cosa mai fatta : Entrammo nella stanza dell'Amore, una magia così antica che ti avrebbe senza dubbio creata al posto di un rapporto.>>

<<No, non ha senso. Nessun genitore permetterebbe a qualcuno di toccare il suo bambino!>>

<<Sì se quel nascituro esiste solo per quella ragione>>

Mi aggrappo ad un banco, mi manca il respiro<<No, hai detto che mia madre mi amava!>>

<<Ti amava perché amava l'idea di cosa avresti fatto, ci avresti salvati e quello che le era capitato non sarebbe più accaduto. Era la più grande sostenitrice di Gellert, lo conobbe quando venne a casa nostra. Ho lasciato che ascoltasse, che scoprisse da sola le nostre intenzioni. Aveva solo 14 anni e ...>>

<<No, non è vero! Smettila!>>grido fermandolo, ho gli occhi lucidi.

Papà torna parlare nitidamente quando velocemente<<Fingemmo la sua morte così che nessuno potesse trovarla ma aveva sedici anni quando abbiamo messo tutti gli ingredienti dentro di lei con un incantesimo oscuro! Non era localizzabile dalla magia perché la sua natura la rendeva perfetta per essere tua madre, la sua forza e il potere nero doveva essere la culla che ti scaldava. Lei scelse di avere entrambi, i nostri poteri tradotti in geni>>

<<Non ti credo!>>urlo, fuori dalle finestre appare un tuono con una cascata di pioggia in tutta la valle. Inizio a perdere il controllo.<<Basta! Bast->>

<<Tua madre si chiamava Ariana Silente ed era mia sorella!>>

La sua rivelazione esplode con un urlo, sento il sangue gelarmi e quando apro gli occhi capisco che sono bianchi. Lo fisso incredula, la vista si appanna dalle lacrime. E' un incubo, non capisco cosa sta succedendo, cos'ha detto. <<No, lei è morta quando aveva 14...>>

E' esattamente quello che ha spiegato prima. Fa un passo in avanti<<Due ragazzi nella notte dell'albore, il significato eravamo io e Gellert che nella notte del nuovo secolo ti vedemmo nascere. Bianca esplode sull'ideatore, ci fu un esplosione di luce quando piangesti, colpisti Gellert. Indomiti sono il legame e l'offerta, parla di come ti abbiamo creata e della tua collana>>

Tocco la catena da cui mai mi sono separata, mi gira la testa<<Cosa? No>>

<<La tua collana era ed è il patto di sangue che io e Gellert abbiamo fatto, ne abbiamo fatti due. Il primo serviva ad incatenare il nostro sangue al potere, lo facemmo bere ad Ariana così da riempirla di potere puro, del nostro, erano i nostri geni. L'altro patto riguarda il non combattere mai, lo facemmo per te. L'offerta sono i Doni della Morte, usammo essi come i primi ingredienti oscuri>>continua<<La sua oscurità alla morte la porta, non parla di te ma di Ariana! Di come è morta!>>

Scuoto la testa cercando di concentrarmi ma sento ogni cosa, percepisco la gente nella mensa, le risate, il vento, la pioggia, il Lago Nero. Percepisco me stessa, i miei ricordi e la sua voce influenza il resto. La testa potrebbe scoppiare.

<<No! Ti prego, ti prego>>mi tengo il capo.

<<Il ragazzo che tradisce avanti cammina nell'era, sono io, Avery. Io ti ho portata nel futuro dopo che è morta, ti ho portata via da Grindelwald per fargli credere che eri morta con Ariana! L'ho tradito per te. La figlia del potere mieterà divenuta guerriera, sei tu che affronti l'oscurità che hai ereditato da lei! >>

<<No, tu non sei...lei, lui...non può essere!>> esclamo, le finestre iniziamo a tremare con furia. Mentre lui parla la mia mente lo vede appena, vedo il quadro di Ariana, zio Aberforth, vedo zia Minerva che mi dice di essere come una madre per me. Vedo e sento le mille volte in cui sono andata davanti allo specchio di Ermab senza avere il coraggio di guardare.

<<Dolore e menzogna porta l'altro alla memoria, qui parla di Gellert! La tua morte non l' ha fermato come credevo, l'ha usata per diventare forte e farsi un nome, ha scelto di continuare il suo progetto per essere ricordato per sempre! Per vendicarti. Ed infine il patto per ella ancora resta la sua storia. La collana che indossi ti ha riportato qui perché sei attaccata a noi, alla magia che c'era dentro, a noi che siamo la tua storia! Ai nostri errori come padri e a tua madre che era un obscuriale!>>

<<Basta!>>urlo fuori di me.

Chiudo gli occhi e crollo sul pavimento, in quel momento, appena tocco terra rilascio dell'energia celeste. Ogni banco viene scaraventato dalla parte opposta, l'intero castello comincia a tremare e le finestre saltano in mille pezzi.

Sento l'eco del mio potere che richiama la mia natura completa, papà è volato contro le scale in modo violento. Ho freddo ma dentro brucio, mi sciolgo come lava e ogni parte di me sembra essere stata fatta di vetro come un oggetto.

<<Avery! Stai bene?!>>sento un urlo e quando sollevo gli occhi bianchi vedo mio padre in piedi, si tiene la fronte sporca di sangue.

Mi guarda come si guarda qualcosa che si reputava impossibile, uno sguardo che conosco alla perfezione. Sa delle mie lacrime, sa cosa mi ha appena fatto ma resta lì, aspettando che io dimentichi.

<<No, non sto bene>>cerco di dire tra i singhiozzi<<Come hai potuto farmi questo? Come hai potuto creare un mostro?! Mi hai mentito, hai sempre saputo chi ero e hai lasciato che mi sentissi abbandonata!>>

Mi alzo notando che la mia gonna si è rotta da un lato con il vetro, metto una mano sullo stomaco per non vomitare.<<L'ho fatto per amore>>

<<Questo non è amore! Tu non mi hai mai amata! Volevi solo il potere! Come hai potuto lasciare morire Ariana? Lei era..era mia madre. Mi hai separato dalla mia vita, mi hai separata dal mio tempo e mi hai portata via da mio padre>>

<<No, io sono tuo padre! Tu avrai la sua magia e il suo sangue, come il mio, ma io ti ho cresciuta, sono io ad averti protetta>>ansima.

<<Protetta?!>>grido spingendolo indietro, lo spintono due volte. <<Non sono mai stata al sicuro, neanche una volta! Sapevi che sono un'arma e mi hai lasciato credere di poter sperare, amare per proteggere chi tu volevi! Tutto ciò che sono per te è un oggetto, non sono una persona ma un abominio. Per questo faccio male alle persone, perché sono il risultato di esperimento!>>

<<Non dire così, amore mio>>

<<Non chiamarmi così!>>singhiozzo<<Come hai potuto tradirmi in questo modo? Io ti ho amato, ti ho venerato, ho sempre fatto tutto ciò che volevi. Ho speso la mia vita a perdonarti, pensavo di dovertelo ma...questo, no. Io non ti perdono>>

E' la prima volta che lo vedo piangere, le lacrime gli scorrono il viso quasi da macchiarlo in modo indelebile. Ho sempre creduto che tra tutte le persone del mondo non avrei mai smesso di amare mio padre, ma credo di essermi sbagliata, posso smettere di farlo.

<<Avery, non ho mai voluto farti del male, volevo salvarti da lui e da questo mondo. Non erano pronti per te>>

Mi asciugo le lacrime, so cosa devo fare adesso, non ho mai avuto una risposta tanto chiara dinanzi a me.
Ho amato Hogwarts perché rappresentava lui, ma è morto sia nel futuro che ora, lo è per me. Basta essere all'altezza, basta avere delle aspettative e basta cercare risposte che non sono in grado di sopportare.
Basta essere Avery Silente.

<<Lo saranno>>

Indietreggia vedendo il mio sguardo duro, accompagnato da tono tutto a parte distrutto. Sento che urla il mio nome ma è troppo tardi, per qualsiasi cosa voglia da me.
Mi smaterializzo senza pensare ad un posto ma all'invito che ho ricevuto, agli occhi del suo proprietario e infine al suo potere. Quando li riapro non mi sento debole come una volta, ho ancora il mio aspetto bianco e il dolore lo sento insinuarsi maleficamente nelle mie capacità, guidarmi verso ciò che ho aspettato per tutta la vita.
Sono in corridoio, sento un caldo inaspettato dalla fine di esso ma non il genere confortante. Sento l'odore di quella magia, della Bacchetta di Sambuco, sento come mi invoca al suo cospetto, e la sensazione è più piacevole di come potevo immaginarmi.
Avanzo sino alla fine, come ho sempre fatto ma questa volta è per me, non per altri.
I passi che faccio mi portano al mio posto, alle risposte che non volevo accettare e mi allontanano da chi ero.

Il fuoco blu accerchia una figura, il mio cuore batte forte quando riconosce quanto quella magia sia la mia. La mia intenzione rimane fissa verso il mago di spalle, faccio un altro passo senza sentire nulla.
Non sto bruciando.
E lì che lui si gira, lo fa in modo lento, quasi scivolasse sulla pietra del terreno.
I capelli argentati, identici ai miei, l'occhio bianco come i miei, il suo aspetto e la sua forza mi sono stati familiari dal primo istante, ancora prima di vederlo sentivo che Graves era molto di più.
Gellert Grindelwald abbassa la bacchetta, le mani cadono sui fianchi e la sua espressione è di puro stupore, di commozione. Non mi ero mai immaginata che potesse apparire tanto umano, cammino sino ad entrare nel cerchio.
Scrolla il capo come a cercare di abbandonare un'idea, le sue labbra fremono mentre si schiudono, più mi avvicino e più noto il suo vivido sgomento.
Quando eravamo nella metro a New York ha detto che ha perso la persona che amava di più, riesco a creare il puzzle e questo mi fa odiare me stessa di più.
Sono io ad andare da lui, così come me ne sono andata ingiustamente anni fa.
Lascio andare le lacrime, ignorando dove siamo o se ci sono altri. Esistiamo solo noi. Egli abbassa gli occhi sulla mia collana, sulle mie ciocche ed allunga una mano lentamente.
Quando mi sfiora una guancia chiudo gli occhi, è calda e morbida. È la mano che ho sognato mi stringesse quando ero piccola, era lui che aspettavo.

<<Sei sempre stata tu. Oh, la mia Avery>>sussurra con voce spezzata.

Li riapro prendendogli il palmo, come sa che mi chiamo così se ero solo una neonata? C'è solo una risposta a questo, è stato lui a scegliere il primo nome<<Papà?>>

Annuisce ma questo momento non può durare in eterno, poiché niente può. Gli stringo ancora la mano, ora abbassata e il fuoco si alza, ci giriamo e ciò che vedo è Credence.
Cammina senza timore sino a noi, cosa ci fai qui? Non capisco, perché non si è bruciato? Gellert si sposta tanto da lasciare la mia mano, passa il suo sguardo da me a lui. Credence viene da me, più che da lui, mi fa un cenno<<Sei tornata>>

Cerco di fare un sorriso ma non ricordo affatto come fare, si avvicina fino ad appoggiare la fronte sulla mia.<<Te lo avevo promesso>>

Grindelwald mette una mano sulla spalla, quella che stringeva me, ed egli scompare risucchiato dalla cenere, è sparito. Dove lo ha mandato? Dove siamo?

<<Che cosa sta succedendo?>>sussurro.

<<Ritroviamo chi abbiamo perso>>risponde.<<E non ci perderemo nuovamente>>

Non suona solo come una promessa, mi dona qualcosa di sconosciuto.
Gli credo, credo in ciò che dice.
Eppure qualcosa mi impedisce di essere più forte, mi incatena oltre il fuoco e solo quando alzo lo sguardo capisco che siamo in un anfiteatro sotterraneo.
Ci sono degli auror, c'è Tina, Leta con il fidanzato, c'è Jacob e Queenie.

Queenie però sta urlando ma non per il dolore, è nel fuoco e soffre per il suo cuore spezzato, riesco a percepirlo.
Si avvicina a noi due, mi guarda persa nella sua disperazione e poi tocca Grindelwald, anche lei scompare.

<<Avery!>>

Questa voce mi risveglia totalmente, guardo sulle gradinate e finalmente noto Newt. I miei occhi tornano umani, che sta succedendo? La mia umanità e il mio potere lottano senza sosta per avere un vincitore, cosa vogliono che sia? Mio padre mi ha mentito, tutti mi hanno mentito, mi hanno voluta cambiare ma perché? Ero solo una bambina e Newt cosa vuole che io sia?

<<Amore mio, non devi temere te stessa>>mi prende per le spalle mio padre, riprendendo la mia attenzione<<Va bene crollare e stare a terra, va bene far uscire ogni emozione invece di tenerla rintanata dentro di te>>

<<Loro sono miei amici ma..>>

<<Ma vogliono che tu sia come desiderano? E' una tua scelta, Avery. Lo è sempre stata, non sei più la mia bambina. Ora sei una donna, quante volte questo mondo ti dovrà calpestare?>>

Sento Newt urlare a squarciagola il mio nome, sento che affronta il fuoco con la sua bacchetta ma anche come se fossi me che stesse combattendo.
Le lacrime tornano a punirmi, non mi sono mai lasciata andare per davvero, ogni volta mi sono rialzata, ho lottato, ho finto ma mai sono rimasta a terra. Perché non posso solo fermarmi? Voglio soffrire, voglio arrendermi a me stessa, voglio rinascere perché me lo merito e non per il dovere.

<<Sono stanca di morire ogni giorno.>>

Inclina dolcemente il viso<<Non dovrai più farlo, te lo prometto. Ma vederti soffrire mi tortura, posso portarti al sicuro, posso spiegarti le mie scelte e darti la pace...>>

<<Avery! E' lui il mostro!>>grida Tina.

Non riesco a rimanere concentrata, a scegliere.
Guardo Newt, provo a capire quale parte di me ama ma sono distrutta, sono miseramente a pezzi. Sono sola contro il mondo, tutte queste verità mi stanno facendo annegare, ho perso ogni cosa. Quando finirà?

<<Sei mia figlia, la mia erede! Non siamo mai stati davvero separati, sono sempre stato al tuo fianco perché non amo altri che te>>mi supplica.

Lui mi ama, mi ama per quello che sono?
Improvvisamente sento uno strano brivido intorno alla testa, è una sensazione familiare, che mi ricorda flash di come ho ucciso Barty Jr, sento il pericolo imminente e della furia che posso scatenare contro chiunque.
I miei occhi si tingono d'argento e mi basta voltarmi per vedere l'anatema che uccide verso di noi. Sto per reagire quando è mio padre che crea con il fuoco una barriera, la spinge oltre.
Nel farlo esso condanna il responsabile, parando la maledizione ed io mi metto dinanzi a lui per proteggerlo.
Mi ha appena salvato la vita.
Solo quando abbasso gli occhi su ciò che ha fatto ne capisco la natura, svanendo come cenere blu c'è l'ultima persona che mi aspettavo. Theseus e Newt urlano il nome di Leta, ormai scomparsa tra il potere.
Ha ucciso Leta ma lei ha tentato di uccidere noi, il mondo si sta capovolgendo.
Chi è buono e chi è malvagio?

"Fai uscire tutto", dice qualcosa dentro di me, "Per una volta lascia che il tuo potere e le tue emozioni esplodano insieme, sii solo quella che sei."

Chiudo gli occhi e mi permetto di essere debole, di lasciare che il potere ci protegga. Ho fatto la mia scelta, scelgo me o almeno di conoscermi.
Visualizzo il fuoco, la mia rabbia, la sofferenza, il lutto e aspetto che mi travolga.
Sto avendo un attacco di panico, potrei morire nuovamente ora.
Ma sono viva e tutti gli altri no, Fred è morto, zio Severus, Sirius, Cedric, i miei padri, zio Alastor è morto. Sono tutti morti.
Il respiro si fa corto tanto che mi pare di tornare nel Lago Nero mentre annego, urlo ma niente accade sott'acqua.
Solo libera dalle bugie, sono libera delle aspettative.
Spalanco le mani sui fianchi nello stesso modo dei miei occhi bianchi, urlo ma questa volta niente mi impedisce di respirare.
Urlo ancora e ancora, vedo il fuoco non solo sollevarsi in aria ma andare verso gli auror, verso tutti coloro da cui mi sento minacciata. Lo vedo oltrepassare, bruciare per uccidere, io uccido e al contrario mi fa sentire come se fossi giustificata per questo.
Poi, vedo una nuvolata avvolgerci, quel fuoco protegge me e mio padre ma non so cos'altro possa fare, non so fino a dove posso spingermi poiché non ho il controllo. So solo che devo lasciare che passi, devo tornare a respirare.
Più urlo e più avvolgo ogni cosa, continuo anche quando tutti si smaterializzano. Non è per loro, questo è per me. Non voglio più essere un Tuono Alato, voglio vivere e mai più morire. Voglio essere un drago, il mio potere lo riconosce.

Perché l'ultima cosa che vedo, dopo aver smesso di urlare, è un vero drago di fuoco che distrugge il tetto e vola in alto, al contrario io in basso. Due braccia mi afferrano con prontezza e tutto quel dolore brucia sino ad essere cenere in me.

ANGOLO AUTRICE

Lascio a voi tutto lo spazio di commentate, fatemi sapere cosa ne pensate.
Ovviamente le prossimo capitolo spiegherò ogni dettaglio con calma e chiarezza.
Ricorda di guardare il video con i sottotitoli!
Un bacione!

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