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Capitolo 47

Si dice che tutti fanno degli errori, implica una morale silenziosa questa citazione, è come se chiedesse dell'indulgenza, del perdono senza doverlo chiedere. Ed è semplice quando ipotizziamo di farli in futuro, quando li compiono altre persone ma se tocca a noi la patata bollente ci ustiona le mani, lascia il segno.
È vero che la vita richiede di provare, di fare esperienze, di capire cosa è giusto e cos'è sbagliato ma ci sono tante cose che è meglio non verificare, né avvicinarsi.
La tentazione è alta ma il costo che richiede lo è molto di più, questo me lo ha insegnato la vita. 
Volere qualcosa non è abbastanza, la immagini e la desideri, la provi ma è troppo tardi quando capisci di essere in errore. Quando comprendi che era meglio non scoprire come ci si sentisse, le conseguenze ti tormentano prima di addormentarti e anche dopo.
La tua mente non lascerà che tu fugga via, è un lupo affamato, che ha intenzione di stanarti come una preda insanguinata.
Quindi sì, è normale sbagliare, forse è giusto ma chiedere scusa per l'esito delle tue azioni non pare essere abbastanza.
Immagino che l'unico modo in cui puoi davvero scappare da quel lupo è dimenticare di star correndo, cercare di coprire le proprie tracce, imparare quanto il costo chieda cassa non solo a te ma anche a chi ti ha intorno.
Sul tema degli errori io sono una fuoriclasse, una specie di campionessa di come il karma torni per darti una bella padellata in faccia. Dovrei aver seminato quel lupo da parecchio tempo ma ho fatto un altro fallo, una svista, mi sono fermata per guardare negli occhi quel segugio. Ho abbassato la testa per definirlo il mio alpha con la speranza che prima o poi, quando rialzerò lo sguardo, potrò batterlo da pari a pari. Questo potrebbe uccidermi.
Io e Newt siamo in questi archivi da troppo, mi sembro braccata qui. L'incantesimo ha individuato la sezione ma ancora stiamo aspettando che trovi la famiglia, intanto ci siamo divisi tra le corsie per vedere meglio. Ci sono migliaia di famiglie magiche, chissà se una di queste potrebbe essere la mia, quella che mi ha lasciata a papà dopo avermi partorita a Godric's Hallow.

<<Lestrange!>>

Ad esclamare con vigore questo cognome non sono né io né Newt, è una voce femminile. Improvvisamente tutti gli scaffali color bronzo si sollevano dal pavimento di parecchi metri e si scambiano di posto in una danza pericolosa. Sento una mano prendermi un fianco e spostarmi di peso prima che uno di essi mi venga addosso, finisco appoggiata a Newt, che si guarda in giro allarmato. Corriamo tra inferiate per non essere beccati, lo seguo finché non vedo uno dei rettangoli alzarsi di più. E' quello della famiglia Lestrange. 
Prendo la mano libera dello zoologo e lo tiro con me finché non ci agganciamo ad esso, ci teniamo stretti per non cadere. La terra è distante, un salto potrebbe farci notare fin troppo. Chi altro cerca lo scrigno segreto? Se fosse Grindelwald credo che sarebbe partito l'allarme nell'intero Ministero ma sarei stata più felice io.
Ci fermiamo davanti alla ringhiera, o almeno, noi siamo dietro. Chiunque sia sta prendendo ciò che noi cerchiamo, la mia bacchetta è in tasca e non posso prenderla visto come mi tengo, Newt è in difficolta nel tenere anche la valigia. 
Per qualche secondo nessuno fiata, poi percepiamo un sussurro e lo scaffale ruota verso destra. Maledizione, siamo fregati. Newt mi stringe ancora di più la mano, facendomi cenno di non attaccare nessuno, non capisco perché. Solo quando ci fermiamo, dando le spalle alla ringhiera di metallo, me ne capacito.

<<Salve, Newt>>

Ci voltiamo lentamente, quello che vedo non mi piace affatto. Per le mutande di Merlino come cazzo fa ad essere qui anche questa?!  Leta Lestrange nella sua bellezza fissa Newt come se non fosse troppo sorpresa, con un sorrisino compiaciuto quanto triste. Indossa un abito viola prugna, con tanto di cappellino francese, mi fa letteralmente cagare. Okay, prendi un bel respiro, Avery. Lei non è Cho Chang, Cho potevi facilmente superarla ma adesso? Dov'è Hermione quando ne ho bisogno?! Giusto, non è ancora nata.

<<Salve, Leta>>ricambia lui arrossendo. Perché, per i capelli sporchi di zio Severus, si sta emozionando? 

Solo un secondo dopo ella mi nota, cosa che mi scoccia ancora di più visto che non sono invisibile, almeno così credevo l'ultima volta che ho controllato. No, sono ancora visibile, niente mantello. La guardo dritta negli occhi, eccola qui : Leta, sono una stronza fidanzata ma che vuole avere l'esclusiva su tutti gli altri maschi degli anni 20, Lestrange. 

<<Tu devi essere la signorina Darkness, il tuo nome viene spesso ripetuto nei Ministeri dopo che hai distrutto una parete del Ministero di New York>>stringe una lettera fra le sue dita dandomi del tu, cosa strana.

Mi aggrappo alla ringhiera, mollando la mano di Newt e salto senza problemi, cosa che non si può dire dell'altro.
Mi pulisco la gonna<<Diciamo che mi piace lasciare il segno>>

Quando allunga la mano sono riluttante a stringerla ma, per fortuna o sfortuna, qualcosa ci interrompe.
È come un ringhio, ci giriamo verso i portoni azzurri e da lì scorgo prima la signora anziana dalla reception degli archivi, poi insieme a lei quattro creature nere, gli occhi celesti senza alcuna pupilla. Sono più brutti di tante creature che io abbia visto in vita mia, in più non mi sono mai andati a genio proprio come i dissennatori. 

<<Che razza di gatti sono?!>>domanda Leta, Tina avrebbe detto le stesse parole.

Newt fa una smorfia esausta<<Quelli non sono gatti, sono Matagot>>

<<Spiriti familiari>>finisco per lui<<Fanno la guardia al Ministero francese. Non ti fanno niente se non li...>>

Quando uno di loro si avvicina troppo Leta tira un gridolino, non facendomi finire la frase, e colpisce con un incantesimo uno dei matagot. Esso si moltiplica, ora ce ne sono tre in più.
Scamander guarda la sua ex<<Se non li attacchi>>

<<Ops, mi spiace>>indietreggia lei.

La rabbia e il senso di colpa per le mie azioni hanno la meglio, ho davvero bisogno di sfogarmi ed è da un anno che non combatto.
È una liberazione. <<Andate avanti, vi raggiungo>>

<<Non ci pensare neanche, non ti lascio qui!>> esclama Newt.

Mi giro a guardarlo, gli do la mia borsa che prende contrariato<<Io li tengo occupati, tu chiama Diana. Non ti libererai di me per una strega francese, vai!>>

Quando il primo salto per aggredire Leta muovo una mano facendolo sbattere contro una parete, ella mi fissa incredula ma Newt la prende per un braccio. Saltano dalla ringhiera e l'archivio torna a muoversi, scompaiono dalla mia visuale. Cosa positiva, non voglio che mi vedano così, nessuno dovrà.
La signora avanza nel suo vestito azzurro smorto, ha un espressione puramente disgustata. Faccio un mezzo sorriso, di quelli in cui alzo solo un angolo delle labbra.
Papà diceva che era il mio sorriso diabolico, sapeva sempre quando tremavo qualcosa, non era felice. 

<<Non sopravvivrai, Straniera>>sibila in francese.

Zia Minerva mi ha fatto studiare appena questa lingua, ovviamente l'ho fatto di malavoglia ma qualcosina me la ricordo. Vorrei che al mondo parlassimo tutti la stessa lingua, non ci sarebbero problemi<<Tesoro, io sopravvivo sempre. Sono gli altri a non farlo>>

Lascio cadere il capotto a terra, mi è d'intralcio.
Alzo le mani, le fissa confusa, poi la colpisco in pieno con una fattura.
Ella cade all'indietro e così mi concentro sui suoi gattini bastardi.
Non posso farli avvicinare agli archivi, ma devo perlopiù non posso nuocergli, diventerebbero di più.
Quindi devo farlo alla vecchia scuola, stile Viktor, quindi con la forza fisica.
Forse è anche meglio. 
Un altro prova a saltarmi addosso ma allungo la gamba dandogli un calcio in petto, facendolo volare contro quello dopo, mi abbasso giusto per evitare di essere graffiata e poi tiro un bel gancio destro sul muso di un terzo.
Sono sorpresa di me stessa, io amo le creature magiche, non le toccherei mai ma queste mi hanno dato un fastidio pazzesco quando venni qui da ragazzina, mi ringhiarono contro. 

<<Oh, vi ricordavate di me!>>capisco.

Un gatto mi prende alla sprovvista facendomi cadere, me lo ritrovo sopra come se fosse un lupo che cerca di azzannarmi la gola. Tengo le braccia alzate sul suo collo, mi graffia in viso e questo mi provoca un vivido bruciore. L'adrenalina sale come una droga in me, non rammentavo quest'effetto, magari perché è da un anno che sono fuori dalla battaglia dopo esserci stata per diversi anni.
Mi vergogno di pensarlo ma credo mi mancasse tutto questo.
I miei occhi si tramutano dall'azzurro al bianco, così d'acquistare più forza. La mia presa sul collo aumenta tanto da sentire l'osso, per quanto vorrei fermarmi non ci riesco, lo spezzo. Il cadavere cade alla mia destra, mi rendo contro troppo tardi di quello che ho fatto.

<<No!>>urla la donna fissandomi con orrore.

Mi alzo guardando le creature fisse su di me, ringhiano piegandosi in avanti, pronte ad attaccarmi.
Poi, improvvisamente c'è un boato alle mie spalle, da sopra gli scaffali c'è Diana con in groppa Newt, Leta è nella valigia che tiene stretta in mano.<<Avery, salta!>>

I gatti smettono di puntarmi, guardano la nostra amica che ruggisce, alzo le spalle lasciando la giacca a terra.
Mi metto sopra la ringhiera, mi ricordo l'ultima volta che l'ho fatto : ad Hogwarts le scale si muovono e per trovare la Signora Grassa colpita da Sirius avevo dovuto appendermi, Harry mi aveva aiutata a scendere.
Cosa direbbe se mi vedesse ora?
Dubito che sarebbe fiero di me. 
Prima di essere presa salto sopra un rettangolo, essi si muovono in ogni direzione, salgono e scendono, è un suicidio. I matagot si lanciano all'inseguimento, Newt mi tende la mano mentre altri di questi spiriti arrivano da altre entrate, sono troppi e non c'è tempo. 

<<Voglio vedere se Merlino ha dovuto fare tutto questo per essere ricordato per sempre!>>sbotto.

Salto su altri tetti, cercando di non cadere di sotto.
Mi appendo per miracolo, mi alzo con le braccia e poi quando il mio è abbastanza vicino punto proprio a proiettarmi verso Newt.
Faccio una serie di respiri, i bastardelli stanno arrivando, sono dietro di me e così mi do lo slancio. Salto ad occhi chiusi, ma la mano di Newt afferra prontamente la mia.
Li riapro sorpresa, mi aiuta a salire meglio finché non gli sono dietro.
Mi aggancio alle sue spalle<<Reggiti!>>

<<Ma dai?! Non ci avevo pensato!>>

Gli scaffali scendono fino a scomparire nel marmo del pavimento, così Diana è obbligata a lottare con i denti. Stringo Newt maggiormente, saliamo al piano superiore distruggendo un portone di vetro, godo da morire nel distruggere questo Ministero. 
Purtroppo i maghi e le streghe non possono smaterializzarsi qui dentro ma le creature magiche non hanno problemi ad usare le proprie capacità. Diana può fare qualcosa di molto utile, viene graffiata dagli spiriti ma poi, con un salto, tutto il tempo rallenta. Trattengo il fiato, incredula di quello che sto vedendo. Siamo in un tunnel di un blu marino, muoversi è difficile, per tutti noi e poi improvvisamente tutto torna come prima. 
Finiamo da qualche parte, lontani dal Ministero francese e i matagot si sono trasformati in veri gatti neri. Per quanto mi faccia ridere ora non ci riesco. 
Newt salta giù aprendo la valigia, mentre io rimango in groppa ad accarezzare il manto di Diana,  è stata bravissima, non si può dire lo stesso di me. Vedo Leta uscire e mettersi ad osservarci, poi però la piccola prende Scamander per un braccio con la zampa, ha voglia di giocare o di coccole. Solo quando si ferma, Newt, mi porge le mani per scendere. Accetto l'aiuto, mi prende per i fianchi fino a farmi tornare a terra, siamo molto vicini.

<<Stai bene? Sei ferita?>>mi chiede.

Mi tocco lo zigomo destro<<Non è niente, sto bene>>

<<Hai lasciato il cappotto lì, ti do il mio...>>

Lo fermo<<Sto bene, Newt. Non ho freddo, tienilo>>

Mi sposto da lui andando verso la valigia, la apro di nuovo, prendo il suo gioco a sonagli e dopo averlo mosso catturo l'attenzione di Diana. Le faccio l'occhiolino per poi buttare dentro il bagaglio l'oggetto del suo desiderio,  si tuffa immediatamente dentro. Vorrei essere anch'io innocente e potente come lei, avrei una scusa per i miei errori.
Do la valigia al proprietario e poi uso Emendo per guarire il taglio, Leta mi fissa ancora senza dire una frase di senso compiuto.<<Devi dire qualcosa?>>

<<Come sei riuscita a fermarli per tutto quel tempo? Non sono raddoppiati>>farfuglia.

Sospiro<<Questo perché solo la magia ha un effetto simile su di loro, la forza fisica no. Non ho usato incantesimi>>

<<Ma come..>>

Newt la interrompe<<Che cos'è successo prima? Ci siamo divisi, pensavo che fossimo d'accordo di non farlo mai>>

Il suo tono è molto lontano dall'essere gentile, insicuro o dolce.
È serio, disapprova ciò che ho fatto o almeno ciò che crede che io abbia fatto, non penso sappia cos'è successo ad uno di quei gattini. Non voglio dirglielo.

<<Non ho bisogno del tuo permesso per salvarti la vita>>rispondo.

Mi guarda torvo, quasi avessi detto chissà quale cattiveria. Leta si schiarisce la voce per attirare l'attenzione.<<Siamo al cimitero di Parigi>>

Mi guardo intorno, il paesaggio è diverso da quello che dovrebbe essere normalmente. Siamo in mattinata ma pare essere il tramonto, questa è magia.
E il posto? Perché Newt ha scelto questo? Ci sono già stata, con papà e gli zii ma non ricordo il motivo. Avevano detto di voler fare una passeggiata, in una necropoli mi pareva da pazzi ma avevo visto l'imponenza delle famiglia di maghi francesi. All'epoca questo posto mi era stranamente piaciuto, come se ci fosse qualcosa di mio da qualche parte. Ora non sento la stessa cosa, sembra spoglio, vuoto e comune.

<<Faccio un giro del perimetro per vedere se ci hanno seguiti>>mormoro.

Newt fa un passo in avanti<<Av...Ariana, separarci adesso..>>

<<Mi pare una buona cosa>>finisco la frase per lui<<Resta con la signorina Lestrange, magari potrebbe dirti cosa nasconde. Oh, contatta anche Jacob e Tina. Io torno subito>>

Prima che io possa camminare lui avanza, riesco a sentirlo e poi mi prende per un polso. Mi volto appena, mi porge da una mano la mia borsa.<<Stai attenta, amore >>

Ha appena detto amore? Mi scappa un sorriso e quando guarda oltre la sua figura vedo che anche Leta ne fa uno ma lo definirei amaro.
Mi avvicino appena per posargli un casto bacio sulle labbra, gli accarezzo il volto<<Non ti accorgerai neanche che sono andata via>>

Mentre mi volto con la mia borsa però lo sento rispondere<<Lo sento già>>

Cammino da sola per un po', forse anche per schiarirmi le idee.
Quando sono con Newt riesco a sfuggire ai miei sensi di colpa ma ora come ora non è così facile. I flash nella mia testa sono troppi, mi è piaciuto lottare di nuovo, aggredire quella signora, quei matagot, mi è piaciuto ucciderne uno.
Vorrei solo Harry ora, lui è sempre riuscito a farmi ridere quando avevo voglia di piangere.
Eppure sono qui, innamorata di un altro ed incapace di smettere di amare anche lui. Sono innamorata di due ragazzi tanto diversi quanto di buon cuore nello stesso modo, la domanda è: chi amo di più?
Non vedo altri maghi nelle vicinanze, siamo al sicuro ma non voglio tornare indietro per guardare Leta fare gli occhi dolci a Newt.
Mi siedo su una panchina, giocando con la mia collana, ho una strana sensazione. Come se stanotte ogni cosa della mia vita cambierà per sempre, solo Merlino sa quanto detesti i cambiamenti.
Improvvisamente, dal nulla, arriva un gufo dal manto bianco.
Mi ricorda Edvige, si accovaccia sul ferro nero e dal pecco vedo una busta di pergamena.
Appena la lascia vola via, scomparendo nel cielo annerito.
Prendo la lettera, come mi ha trovata e chi è il fautore di ciò? Forse mio padre.
L'apro lentamente, con accuratezza. La scrittura a mano è familiare, ben fatta e ha un sigillo rosso sotto ma non è di papà. 

Signorina Ariana Darkness, 
Anche se non sono certo che questo sia il tuo vero nome, sei come un fantasma in questo mondo ed è molto ambiguo oggigiorno.
Ti sei rivelata una degna avversaria, lo ammetto ma a mia discolpa ho scoperto di non volerti combattere.
Non posso.
Desidero arduamente che tu possa abbracciare la mia causa, le mie azioni, ciò che faccio è per un futuro migliore.
E sono certo che anche tu ne brami uno simile, dove non saremo più costretti a sacrificare ciò e chi amiamo.
Lo intravedo nei tuoi occhi, nella tua forza, nella tua speranza tanto mal riposta.
Può darsi, che per una volta, potresti fare affidamento solo su di te.
Non siamo così discordi, siamo paralleli di fronte al dolore della perdita. 
So bene cos'hai fatto al Ministero francese, mi chiedo ancora perché tu finga di essere tanto diversa dalla tua natura, perché continui ad inginocchiarti sacrificando tutto?
Sei una combattente, una strega tanto potente quanto speciale.
Non è forse così? 
Credence verrà da me, non è l'unico e spero che sarai al loro fianco nel momento della scelta più ostica, funesta e veritiera della tua esistenza. 
Ti offro l'opportunità di ascoltarmi, se oltre ciò vorrai essere mia nemica allora lo accoglierò senza riserve.
Ma sino ad allora, voglio vederti. Vederti per davvero, nella tua essenza, senza misure, maschere, intrisa di verità e di vita. 
Ti aspetto al Cimitero di Père-Lachaise, mi troverai solo se lo vorrai realmente.

G.Grindelwald 


ANGOLO AUTRICE

Eccoci qui!
Stiamo per scoprire la verità su Avery, sono super emozionata!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, abbiamo un po' d'azione e anche parecchia oscurità.
Cosa ne pensate?
Commentate, votate e seguite la mia pagina INSTAGRAM thestoriesofhope.
Un bacio, mie streghe e maghi!

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