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Capitolo 34

NEWT

Non ho mai visto nessuno avere tanta confidenza con le creature magiche come me, è questo che continuo a ripetermi, ed è per questo che Avery mi affascina tanto, perché ha una passione per la zoologia, non per altro.
Certo, lei è estremamente interessante ma anche questo deve essere perché viene dal futuro. Passare il tempo insieme mi pare emozionante, non perché ci troviamo sempre nei guai ma perché ha un desiderio vivo di tirarsene fuori e ci riesce o almeno ci prova mille volte.
Avery è intraprendente, deve averlo preso dal professor Silente ed è un altro motivo per cui sono felice della sua compagnia. Giusto? Lei mi piace per questo, non perché quando sorride mi pare di ammirare un tuono a ciel sereno.
Però Avery non sorride spesso, la sua ironia viene accompagnata da un sorriso ironico ma non di pura felicità, non come quando guarda le mie creature.
La sua estrema maturità mi ha davvero colpito, ha provato a nascondere la sua  sofferenza ma i suoi occhi gridavano il dolore che non vuole mostrare, in quelle pupille color oceano mi sembra di vedere una ragazza che chiede aiuto, che alza le mani e piange disperata ma Avery Silente non si scompone mai. E' piuttosto brava a fingere, le è naturale e mi chiedo come abbia imparato.
Camminiamo da una decina di minuti verso Central Park, non ci siamo smaterializzati lì perché nessuno dei due ci è mai stato e sa come arrivarci, Jacob ci fa da guida nella notte e New York pare deserta. 

<<Ti osservavo a cena, Jacob, piaci alle persone>>faccio un osservazione.

Noi uomini siamo indietro, mentre la ragazza guarda le vetrine davanti a noi, ogni tanto si gira a guardarci, quasi volesse essere sicura di non essere sola ed io non gli stacco gli occhi di dosso. Ovviamente perché non vorrei che sparisse nel bel mezzo della ricerca. Jacob fa un sorriso alzando le spalle<<Oh, sono sicuro che anche tu piaci>>

<<No, io no, le infastidisco>>ammetto.

<<E signorina Avery, piaci alle persone?>> alza di poco la voce.

La ragazza si gira per camminare all'indietro, stringe il cappotto chiaro<<Dipende. Le persone o mi odiano perché sono terrorizzati da me o, al contrario, mi seguono perché ammirano il mio potere e il mio modo d'agire>>

Lei mi guarda negli occhi ed io abbasso subito lo sguardo, fisso Jacob cambiando argomento<<E perché vuoi fare il pasticcere?>>

<<Oh, beh, perché ci muoio in quella fabbrica di scatolame. Tutti ci muoiono, ti risucchia la vita. Voi mangiate scatolame?>>

Sorprendentemente io e l'altra strega rispondiamo all'unisono<<No>>

<<E fate bene! Nemmeno io, per questo amo fare paste, così chi le mangia è felice!>>

Avery scuote la testa divertita dal babbano<<Le mangerei le tue paste, caro Jacob>>

<<Che onore, signorina Avery!>>

Credo che gli piaccia davvero, torna a guardare le vetrine in cerca di qualche vestito da prendere. Sospiro<<Ti hanno concesso il prestito?>>

<<Nah, non ho garanzie. Sono stato sotto le armi troppo tempo>>

Avery si ferma e lo guarda con uno sguardo diverso<<Hai fatto la guerra? Cioè la Prima Guerra Mondiale?>>

<<Sì, certo, come tutti. Che vuol dire prima?>>ribatte confuso, lei mi guarda e da come lo fa capisco che non può dirlo, che sta per mentire.

<<Niente, nel senso che nel futuro anche le guerre babbane le conosciamo>>

Ce ne sarà un'altra? E' questo che vorrebbe dire? Non lo so, torna a camminare dandoci le spalle. Non può svelare cose simile ma può farlo solo se è lei la protagonista del fatto, come la guerra magica da cui è arrivata. Scaccio via il pensiero<<Io non ho fatto la guerra, lavoravo con i draghi sul fronte orientale>>

<<E la tua guerra magica, com'è andata?>>

Jacob fa spesso domande scomode, lo guardo cercando di dargli un segnale ma lei rimane di spalle, lo vedo com'è a disagio<<Come tutte le guerre, è iniziata ed è finita, i buoni hanno vinto questa volta>>

<<È bello sapere che almeno si vincerà, è durata molto?>>

<<Troppo, sì. Avevo undici anni quando ho dovuto affrontare il nemico la prima volta>>

Spalanco gli occhi<<Aspetta, al tuo primo anno scolastico?!>>

<<Sì, ci ha attaccati per avere la pietra filosofale. Ma io e Harry lo abbiamo sconfitto, così credevamo. Però tornava sempre, ogni anno scolastico, si rialzava e diventava più forte>>

<<Mio Dio, che inferno andare a scuola nel futuro>>sdrammatizza Jacob.

<<Ti sei diplomata?>>chiedo curioso.

<<Nah, sono scappata con i miei amici dopo il penultimo anno. Non potevo stare più lì e dovevo combattere altrove. Ma poi sono tornata, si torna sempre a casa prima o poi>>

<<La battaglia sarà ad Hogwarts, dunque>>

<<Sì, seconda rivoluzione. Ci siamo ribellati come studenti e poi anche gli insegnanti, sono venuti molti maghi e molte creature per aiutarci, sai, per il fatto di essere la signorina Lightless, la più potente>>mormora sarcastica, nel dirlo pare sul serio triste. Perché?

<<Avevi un esercito, che cosa fenomenale! Io ero uno qualunque, lo sono sempre stato>>ritorna a parlare il Pasticcere.<<E perché seconda?>>

<<Oh, cercai di distruggere la preside che aveva rubato il posto a mio padre, una donna mostruosa e sadica. Tutti ci siamo ribellati, è stato un bello show. Ero così contenta in quel momento ma neanche quello è durato molto>>

Avery si volta e tira indietro i capelli corti, mi guarda come se stesse parlando soltanto con me.<<Immagino solo quanto sia più terribile di come puoi raccontare>>

<<Lo è stato, terribile. Ma per me è stato solo stamattina>>

Continuo a guardare la giovane donna che ad un tratto si ferma, muove una mano verso una vetrina e un vestito color perla, maniche fino ai gomiti e chiuso con dei bottoni argentati, oltrepassa il vetro finendo sul suo braccio. Lo fa con naturalezza, prende anche quello accanto di un rosso corallo con una scollatura dorata e una cintura di tessuto dello stesso coloro, non ha una gonna ma un pantalone. Rubare ai babbani non è esattamente legale, non lo è per niente.
Per almeno dieci minuti la guardo prendere ciò che vuole, Jacob ride e le consiglia le mode del momento, rimango stupefatto della loro complicità. Prende di tutto, vestiti, golfini, pantaloni, calze, biancheria femminile e ammetto di notare che ha una passione per le scarpe con il tacco.
Tutto questo viene gettato continuamente nella mia valigia, direi che ha più abiti di quanti ne avrà bisogno se intende stare qui poco. Solo quando vede una gioielleria attraversa la strada, Jacob urla qualcosa a proposito di prendere delle perle ma io noto altro, sul cemento c'è qualcosa. Mi inginocchio e vedo un brillante, direi una scia di brillanti. Più avanti c'è un bracciale, siamo nella via della moda, siamo dove ci sono le cose più costose di New York e solo una mia creatura verrebbe qui.
Il mio snaso.
Guardo in su, dove ci sono i due ed Avery cammina per poi tornare indietro in una vetrina, allunga il collo come se avesse visto qualcosa di folle. So esattamente cosa ha visto. La raggiungo senza pensarci ed inclino la testa, sgrano gli occhi come lei, parliamo dei genitori allibiti dal comportamento del figlio. Il piccoletto dal pelo nero è letteralmente immobile, finge di essere un oggetto da esposizione e la cosa è esilarante, direi che è il mio snaso più sveglio ma non per questo non posso non catturarlo.

<<Scusami, dovrò occuparmene e farà un po' di danni>>dico ad Avery per farla indietreggiare.

Pare divertita<<Fai pure>>

Prenderlo si rivela, come ogni volta, piuttosto difficile e pericoloso. Mi arrampico per un armadio, rompo chissà quanti specchi e anche il lampadario, mi appendo ma riesce a sfuggirmi saltellando da una parte all'altra. I due se ne stanno a guardarmi, la ragazza di occupa della valigia quando cado con una scala, su cui non mi rendo conto di esserci finito, fuori. Mi rialzo dal cemento mentre Jacob corre dietro allo snaso, alla fine vedo il piccolo fermarsi ed iniziare a levitare indietro e con lui tutto ciò che ha perso.
Mi volto e vedo Avery usare solo una mano per richiamarlo, la bacchetta le sta in tasca. Per aiutarla svio tutto i gioielli e lancio un incantesimo per fermarlo su una vetrina, come se fosse appiccicato. Tutti e tre riprendiamo fiato, è stato sicuramente divertente ma non lo rifarei.

<<Allora? Contento?>>mormoro prendendolo. 

Jacob apre la valigia, desideroso anche di chiuderla ed io lo spingo dentro con la forza. Meno una creatura magica. Sentiamo delle sirene, il primo è il babbano che ha la bocca spalancata. Con una velocità inaudita, quattro macchine e due moto si fermano davanti a noi. La polizia babbana ci punta addosso dei fucili, mi accorgo che siamo pieni di gioielli e l'aspirante pasticcere alza le mani arrendendosi totalmente. Avery non pare interessata a loro, sta guardando qualcos'altro alla sua destra.

<<Amo New York>>la sento dire.

Ma subito dopo udiamo un ruggito, mi sporgo con Jacob e lì si trova un leone, cammina tranquillo ma soprattutto fissa i poliziotti. E' maestoso e i fucili vengono subito direzionati a lui, per quanto ne sia dispiaciuto ne sono anche sollevato. Prendo entrambi per i polsi, è ora di andare.
Ci smaterializziamo a qualche isolato di distanza, cioè da dove veniva il leone. Entrambi si sistemano ed io alzo le spalle<<Però, trovo New York inaspettatamente interessante>>

A questo Avery ride, mi godo la sua risata e non sono sicuro che sia tutta dedicata alla mia frase, immagino sia stanca e forse sta solo dando i numeri, come darle torto?
Ci puliamo dai gioielli e mentre camminiamo verso l'entrata di un parco vedo la ragazza lanciare le collane di diamanti al clochard, questo mi sorprende a dire il vero. L'uomo urla sconvolto. 
Lo zoo si trova dentro il parco ed è lì che dobbiamo andare, la neve è alta nell'erba ma noi seguiamo la strada correndo più velocemente possibile. E' più vicino di quanto mi aspettassi, nessuno dei tre si ferma, anche se Jacob avverte di avere il fiatone ma non c'è tempo da perdere se voglio prendere tutte le mie creature. 

<<Jacob, meglio che metti una protezione>>mormoro agitando una bacchetta.

L'uomo improvvisamente indossa un completo che gli copre le parti in cui potrebbe farsi più male, Avery pare tutto a parte che indifesa e so che se  la può cavare, forse anche meglio di me. Corriamo fino all'entrata del posto, vedo uno scintillio di curiosità in ciò che sta per vedere.

<<Ora non dovete assolutamente preoccuparvi>>

<<Ti crede mai nessuno quando dici di non preoccuparti?>>mi domanda il babbano.

<<Beh, la mia filosofia è : preoccupati e soffrirai due volte.>>

Avery abbassa il viso sulle proprie mani e noto un certo sorriso alla mia frase, prendo l'occorrente che mi ero preparato ma spiego ai due il motivo di ciò<<E' in calore, una piccola dose di muschio di erumpent, ne va pazza>>

Ne spargo un poco sui polsi, meglio non esagerare<<Ed ora, insomma, che intendi fare per rimetterla tutta nella valigia?>>

<<Ehm, la danza di accoppiamento>>svelo. 

Avery spalanca gli occhi e mi guarda accigliata, si sposta più avanti per cercare di vedere la femmina ma da qui non ci si riesce.<<Sei fuori di testa? Non sai cosa potrebbe succedere>>

<<Tranquilla, posso farcela ma voi rimanete qui. Al sicuro e magari non guardatemi, è piuttosto imbarazzante>>

 Avanzo verso l'enorme buco addentrandomi da solo. Non sono, ovviamente, un fan degli zoo, nella mia valigia li curo solo per ridarli alla natura e così anche a casa. Con me rimangono solo quelli che ne hanno bisogno e onestamente non vedo l'ora di tornare a Londra da coloro che non sono qui.
Ed eccola lì, il bellissimo esemplare di erumpent è di spalle, ha combinato troppi guai. Mi piego in avanti e tiro un urlo, dopodiché essa si volta ed io inizio a fare movimenti inconsueti per far sì che si avvicini lentamente.
Tutto procede secondo i piani, è sul punto di entrare mentre è a pancia in su, finché qualcosa la distrae. Seguo il suo sguardo e vedo Jacob con in mano la boccetta mezza vuota ed Avery che fa un sorriso tirato e muove la mano indicando che la colpa non è sua.
E' troppo tardi.
Mi metto a correre nello stesso momento in cui essa si rialza puntando Jacob, gli urlo di correre via e lui obbedisce andando fino alla piscina ghiacciata delle foche. Avery si trova ancora sotto tiro ed io arrivo in tempo per saltarle addosso, entrambi cadiamo a terra e io la proteggo con il mio corpo.
Non ho mai fatto una cosa simile.
Siamo talvolta estremamente vicini, riesco a percepire il suo respiro calmo e ad affondare nei suoi occhi celesti, sono sinceri come quelli di una creatura magica, non sanno mentire come le sue parole. 

<<Stai bene?>>sussurro posando le mani sui suoi capelli.

Mi fissa annuendo lentamente<<Sto bene>>

Sentiamo un urlo, Jacob scappa come un folle ma non riesco a muovermi<<Com'è successo?>>

<<Una foca gli ha tirato un pesce in testa>>

La risposta mi sorprende ma neanche così tanto<<Dovremmo aiutarlo>>

<<Certo, prima che facciano piccoli incroci di erumpent e umani>>sorride divertita.

Mi accorgo solo all'ultimo di essere sopra di lei, perciò mi alzo imbarazzato, ritrovando la mia dignità. Allungo una mano per aiutarla, prendo la valigia e mi volto.
Jacob è nel parco ora ed è appeso ad un albero, vediamo una bolla rossa aprirsi nel tronco e la mia creatura guardarla. Per la barba di Merlino, che giornataccia.
Entrambi corriamo verso di loro, la quercia inizia a cadere e Jacob si lancia sulla neve gridando i nostri nomi. Arriviamo per vederli finire sul ghiaccio, la stabilità è poca visto il peso e così lascio la ragazza a riva. Apro la valigia e mi smaterializzo in tempo per mettermi davanti all'uomo, l'erumpent finisce, con molta difficoltà nel bagaglio. 
Riprendere fiato è un impresa, al prato Avery viene verso di noi come se non avesse paura di cadere. Scuote la testa<<E' stato epico, lo rifacciamo?!>>

<<Epico? Magari da fuori, ho avuto una paura folle!>>si toglie il casco Jacob. Ad un tratto però scoppia a ridere, ride in modo esaurito ed anche la ragazza si unisce a lui. Li fisso piuttosto confuso, l'adrenalina fa brutti scherzi alle persone e la stanchezza ancora di più.

<<Dovremmo entrare nella valigia. Ci cambiamo e cerchiamo chi manca ancora, così potremo fare tutti una bella dormita>>

Ridono entrambi ma almeno ascoltano, apro la valigia e la prima a tuffarsi, intepida, è Avery. Dopo Jacob, che aiuto ed infine io. Non so quanto vorrei dormire in questo momento ma non me la sento se non ho tutti i miei animali al sicuro e in più la missione che la ragazza dovrebbe avere non si è ancora presentata. Vorrei contattare il professor Silente, mi dà sempre incarichi imprudenti ed ora questo è il più grande di tutti. 
Esco dalla bottega e seguo con lo sguardo Avery che prende alcuni vestiti, si allontana per cambiarsi ed io rimango appoggiato ad una parete di legno, Frank la fissa fino a quando sparisce. Ha un debole per lei e credo che non sia l'unico.

<<Tutto bene, amico?>>domanda Jacob.

<<Oh, si, certo>>mi schiarisco la voce<<E' stata una giornata bizzarra>>

<<A chi lo dici, ho scoperto un mondo magico. Ma è una cosa buona o brutta per te? Tutto questo, intendo>>

Alzo le spalle<<Non lo so. Scoprire che il futuro non sarà migliore non pare preoccuparmi ma lei sì, ha un compito, sconfiggere qualcuno ma non c'è nessuno da sconfiggere>>

<<Sarà doloroso per lei scoprirlo>>

<<Sono fiducioso sul fatto che è una donna incredibilmente forte. E' solo che finché non adempia ad una strana profezia non potrà andarsene>>

<<E tu vuoi che lo faccia?>>

Lo guardo con le labbra socchiuse, è una domanda senza una risposta chiara. <<Allora, come sto? Ora sembro al 100% una di voi?>>

Avery compare ed io trattengo il fiato, questa ragazza non smetterà facilmente di sorprendermi. Al posto di un paio di lunghi pantaloni femminili, che credevo preferisse indossare visto quelli che vestiva quando ci siamo conosciuti, ora ha una gonna ampia di un marrone caldo. Essa è collegata, essendo di fatto un abito, ha una scollatura profonda ma coperta da una camicia bianca poco sbottonata e le maniche sono arrotolate. Ai piedi ha degli stivaletti di camoscio, simili ai miei, a parte per il poco tacco e delle calze color panna. E' perfetta. 

<<Sei perfetta!>>ridacchia il nostro nuovo amico.

Lei continua a guardarmi, aspettando un giudizio<<Come ha detto Jacob anche per i capelli, sei fantastica>>

<<Ho detto perfetta, non fantastica, quello era sottinteso>>

Le mie guance si tingono immediatamente, quasi fossi il quadro di un artista di strada. Poi però sentiamo un rumore, nitido e sonoro. Mi giro verso la capanna e come se un campanello d'allarme si accendesse all'improvviso, mi metto a correre. Salgo gli scalini ma quando faccio per aprire la porta della mia valigia essa rimane chiusa, le serrature magiche del mio incantesimo estensivo sono chiuse. 

<<Newt, che sta succedendo?>>

Abbasso gli occhi lentamente, la ragazza mi guarda accigliata e preoccupata. La mia rivelazione pare piuttosto vera e da come la scala trema sembra che ci stiamo muovendo piuttosto velocemente, in modo magico probabilmente.

<<Siamo intrappolati>>

ANGOLO AUTRICE.

Ne stanno capitando di tutti i colori e l'azione è quasi alle porte.
Spero che vi piaccia che scelga di far parlare Newt più spesso di come lo facevo con Harry, ma la cosa mi serve.
Commentate, votate e ditemi cosa ne pensate anche su Instagram, la pagina si chiama THE STORIES OF HOPE.
Un bacio!

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