Capitolo 21
Gli incubi sanno essere una vera tortura, in effetti non puoi fuggire dalla tua testa, forse quando sei sveglio ma non quando hai gli occhi chiusi. Ne farei a meno di dormire ma ne ho bisogno, non posso essere troppo stanca se devo lottare, concentrarmi o comprendere.
Devo essere lucida, non posso permettermi il contrario e forse questo vuol dire anche non lasciarmi andare alle emozioni. Vedere Draco non è stato semplice, lo ammetto ma ora ci sono problemi più grandi, come il fatto che Voldemort ha quello che voleva, ha la bacchetta di mio padre.
Negli ultimi giorni faccio degli strani sogni, incubi direi alla fine. Vedo la tomba di papà, vedo il suo stato, poi Hogwarts su uno sfondo grigio, Piton che guarda gli studenti in riga.
Harry vede le stesse cose, è affranto per Dobby e quindi non ne abbiamo parlato a dovere. Villa Conchiglia è un bel posto, era di una zia Weasley e da quando siamo qui cerchiamo di riposare mentalmente, Herm è ancora scossa per la tortura subita da Bellatrix, non vedo l'ora di affrontarla.
Fleur stamani mi ha detto che il Folletto e Olivander paiono stare meglio, potremmo andare a parlarci e onestamente ne sono contenta, per quanto mi piaccia stare qui non ci riesco, è troppo difficile rimanere fermi mentre il mondo finisce all'inferno.
Indosso un maglione bianco con una gonna nera, tutto della mia amica francese e quando entro in cucina noto che, come al solito, tutti si zittiscono. Harry è seduto con una tazza fra le dita, vedendomi allunga il braccio sulla mia schiena.
<<Buongiorno>>dico.
Tutti annuiscono ed io mi siedo su bracciolo della sedia di Potter<<Dormito bene, Avy?>>
<<Si, certo. Antonio mi ha svegliata un paio di volte>>rispondo a Ron. Poi mi giro verso tutti gli altri<<Devo parlare con Unci>>
<<Ne sei sicura? Potresti aspettare ancora qualche giorno, è debole>>commenta Bill.
<<Balle, è più forte di voi messi insieme. Il fatto che non sia una sua fan non è un segreto, non mi piacciono i folletti della Gringott. Ma lui ha qualcosa di nascondere, dobbiamo sapere cosa c'era nella camera di Bellatrix e lui lo sa sicuramente. Non posso più aspettare o diventerò pazza>>
<<Ha ragione, è il momento>>mi spalleggia Harry e Luna mi sorride.
Fluer annuisce<<Va bene, andiamo>>
Solo io, Harry, Ron e Hermione gli parleremo, meglio non muoverci in branco. Una volta saliti Bill mi ha detto di essere cauta, è fin troppo gentile, ma ho compreso che in effetti non sono più come una volta, non ho più molto tatto come anni fa. Sono successe troppe cose.
Harry entra per primo, la stanza è fin troppo grande per lui, è seduto su una poltrona con gli occhi chiusi, le lunga dita ossute giunte. Ad avere quel tatto è il mio ragazzo<<Come stai?>>
Egli schiude gli occhi neri come la pece<<Sono vivo>>
<<Probabilmente tu non ricordi che...>>
<<Ti ho mostrato la tua camera blindata quando avevi 11 anni? Anche tra i folletti tu sei famoso, Harry Potter>>dice mentre avanziamo<<Così come ricordo tutte le visite della signorina Silente alle camere del padre, manchi da un po'>>
<<Non andavo certo a rubare ma a prendere insieme ad Hagrid ciò che mio padre voleva e non devo farti un resoconto>>mormoro, lo detesto. Tutti rimangono in silenzio, dovevo farlo anch'io.<<A cosa ti riferisci con il fatto che manco da un po'?>>
<<La tua eredità ti aspetta, ma non la vuoi e poi avete seppellito Dobby, infine mi avete salvato. Siete dei maghi davvero strani>>commenta, non sembra un complimento<<Come hai avuto la spada, Harry Potter?>>
<<E' complicato>>dico per lui<<Come mai Bellatrix pensava fosse nella sua camera blindata?>>
Egli mi fa un ghigno con i denti appuntiti<<E' complicato>>
<<La spada si è presentata a noi in un momento di necessità>>spiega Harry, non volevo che lo sapesse, non mi fido di lui, ho un brutto presentimento.
<<Bene, c'è n'è una identica nella camera blindata di Madame Lestrange, è un falso ma lei non lo sa. E' stata messa lì l'estate scorsa>>
<<E lei non ha mai sospettato fosse un falso?>>chiede Ron.
<<La riproduzione è molto convincente, solo un folletto riconosce che quella non è la vera spada di Grifondoro>>
<<Chi l'ha depositata?>>domanda Herm.
<<Il nuovo preside di Hogwarts>>
Inclino la testa ed ignoro gli sguardi degli altri tre, avanzo verso di lui<<Piton ha messo una spada finta lì? Non può essere>>
<<Cosa te lo fa credere?>>mi fissa il folletto.
<<Piton riconoscerebbe la vera spada, ne è un esperto. Vorrebbe dire che l'ha fatto apposta e non può essere visto che è un mangiamorte>>
<<Ci sono molte cose curiose e strane al mondo, soprattutto alla Gringott>>
Harry si sposta dalla finestra e corruga la fronte<<E dentro la camera di Bellatrix?>>
<<Può darsi>>
Per un secondo sento come delle campane suonare o una lampadina accendersi, non mi capita da un bel po'<<Dobbiamo entrare alla Gringott, nella sua camera blindata>>
<<E' impossibile>>mi sfida.
<<Tante cose dovrebbero essere impossibili, io ne sono un esempio. Magari lo sembra ma con te>>
<<Perché dovrei aiutarvi?>>
<<Se lo torturassi?>>guardo gli altri, Herm spalanca gli occhi<<Scherzavo. Ti daremo dell'oro>>
<<Non m'interessa proprio l'oro>>
<<E allora cosa?>>si fa avanti Harry.
Sospira<<Voglio la spada>>
<<No, quella no>>Risponde categorico.
Perché vuole la spada? A cosa gli serve? Il punto non è quello, il punto è che non è un Grifondoro, appartiene ad Harry e quando ne avrà bisogno si mostrerà.<<Va bene>>
Tutti si voltano verso di me, Ron spalanca la bocca<<Cosa?!>>
<<Parliamo fuori, ragazzi>>
Una volta usciti chiudo la porta e tutti e tre mi fissano come se avessi fatto qualcosa di eretico.<<Che cosa pensi di fare?>>
<<Una cosa furba. Diamogliela e poi la spada tornerà da noi, come è già successo>>
<<E se non torna? Come facciamo a distruggere l'Horcrux nella camera di Bellatrix?>>mi domanda Herm.
<<Abbiate un po' di fede>>rispondo con tono sarcastico, rimangono comunque seri<<Troveremo il modo, lo facciamo sempre. Ora dobbiamo sapere di più sulla bacchetta da Olivander, perciò chiudiamo questo affare>>
Harry non pare contento ma sa che non abbiamo scelta, da soli non entreremo mai alla Gringott ed entrambi sentiamo che è il posto giusto in cui andare. <<Okay, diamogliela>>
Herm e Ron dicono di andare da Fleur per chiederle di vedere Olivander, perciò entro subito da sola e fingo di non essere compiaciuta nel sapere che tanto alla fine lo fregheremo. Questo mi rende cattiva? E allora perché mi piace? Unci mi guarda vittorioso ed io alzo il mento<<Avrai la spada, quando lo dirò io e solo dopo che avrò ciò che voglio.>>
Mi giro pronta ad uscire, Harry è fermo sulla porta ed è a lui che rivolge questa domanda <<Come ci si sente?>>
Rimango ferma, giro solo il viso. Potter fa una smorfia<<A fare cosa?>>
<<A camminare con il Diavolo>>
Non dico niente, io sarei il diavolo?
Figlio di un dissennatore. Avanzo sotto lo sguardo confuso di Harry ed esco senza guardarlo, cosa potrei dire per spiegargli che in qualche senso la magia ha un prezzo? Essere me ha un prezzo. Salgo le scale in silenzio e ci trovo già Herm con Ron, parlano insieme a Fleur del piano e quando ci vedono si fermano.
<<E' molto debole, non sforzatelo>>mi intima, quasi fossi da sola.
Ron apre la porta svelto ed entriamo, è la più luminosa della casa ed è ordinata, con dei colori chiari. L'uomo dai capelli bianchi è seduto, ancora l'espressione gentile quanto esausta, mi è sempre piaciuto e ricordo quanto si è impegnato per fabbricare la mia speciale bacchetta. Harry sembra quello più voglioso di parlare oggi tra di noi<<Signor Olivander, noi dovremmo farle qualche domanda>>
<<Certo, ragazzo mio.>>
Potter ha in mano delle bacchette, che aveva preso prima Hermione e gliele sistema sulle gambe, si siede sul letto mentre io avanzo piano. La prima bacchetta che prende è scura e lunga, curvata<<Legno di noce, corda di cuore di drago, rigida, dodici pollici e tre quarti. Questa appartiene a Bellatrix Lestrange>>
<<E quella?>>
Lui prende l'altra più dritta e nera<<Biancospino, crine di unicorno, dieci pollici e giustamente elastica. Essa era di Draco Malfoy>>
<<Era?>>chiedo<<Non è più sua?>>
<<Non se l'avete avuta disarmandolo>>mi guarda, in effetti sono stata io.<<Sento che la sua lealtà è cambiata>>
Gli altri rimangono zitti ma io uso quel poco di tatto che mi è rimasto, vado davanti alla sua sedia e mi inginocchio a terra, sorrido brevemente<<Quando ero piccola venivo spesso a fare compere, mio padre amava guardarmi impazzire per la magia e alla fine della giornata venivamo sempre al negozio di bacchette. Ricordo che avevo solo sei anni quando venni portata a fare dei test, me ne fece provare troppe, forse tutte quelle che lei aveva, signor Olivander. Ma solo due riuscivo più o meno a gestirle, c'era equilibrio. Quella di mio padre era una delle due, la bacchetta di Sambuco e non avevo mai pensato ad essa come l'arma più potente mai esistita. Lei sente le bacchette, come se parlassero o avessero sentimenti>>
<<Oh, Signorina Silente, è la bacchetta a scegliere il mago. Questo è sempre stato chiaro a chi di noi ha studiato l'arte delle bacchette>>sorride dolcemente.
<<Ed io ne sono consapevole, anche se non come lei. Perciò mi domando cosa lei sappia dei Doni della Morte e cosa c'entra Grindelwald con tutto questo>>
Il suo sorriso sparisce immediatamente e si siede meglio sulla sedia<<Si vocifera che siano tre. La bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'Invisibilità. Insieme creano un Padrone della Morte ma nessuno ci è mai riuscito, tanto meno il primo Signore Oscuro, così si dice almeno>>
Assottiglio il mio sguardo sul suo<<E sa che non è una leggenda, un antenato dei Lovegood ha visto qualcosa e per qualche motivo persino lei sa. Ma non l'ha detto a Riddle, perché?>>
<<Mi ha torturato e poi gli ho solo riferito delle voci, ma non della storia a Godric Hallow's, non potevo. Se mai fosse vero preferisco che egli non ne venga a conoscenza. Non si sa se riuscirà a trovarla>>
Harry inclina il capo e si alza, mi offre una mano ed io la prendo rialzandomi dal parquet<<L'ha già trovata, signore.>>
Herm sospira<<La lasciamo riposare>>
Mi volto, pronta ad andare<<Signorina Silente, mi dispiace per la sua perdita, avevo molta stima di suo padre. Vedevo il rapporto tra di voi, era un modello d'amore inimitabile e credo fortemente nel fatto che sia sempre in lei. E' così che lascia il suo segno, attraverso i suoi occhi ma se ciò che dite è vero, riguardo la bacchetta, non ci sono molte possibilità di fermarlo, neanche se lui fosse tra di noi. Forse abbiamo già perso>>
Mi appoggio alla porta e trattengo il fiato<<Si, magari è ciò che sembra guardando da fuori ma io ci sono dentro e fino a quando ci sarò farò tutto ciò che mio padre mi ha insegnato. Sarò forte e difenderò la libertà, anche se questo vorrà dire essere l'unica disposta a fare l'impossibile. Mi chiamano la signorina "Senza Luce", ho conosciuto la luce, signor Olivander e ogni volta mi è stata portata via e se il potere è ciò che fa illuminare il Signore Oscuro allora farò ciò che so fare meglio. E' personale, tocca a me togliergli tutto ciò che ha o che desidera>>
<<Lo vorrebbe uccidere, dico bene?>>
<<Ho già ucciso, la mia anima è già a pezzi e un pezzo in più non farà alcuna differenza>>
Esco per prima mentre Ron tiene aperta la porta, tiro indietro i capelli e scendo rapida per le scale. Riprendo fiato e incrocio Luna appoggiata alla porta di casa, mi sorride come sempre, come fa ad essere così ingenua? Così fiduciosa nel mondo? Come fa a non ad impazzire?
È come se io fossi divisa in due personalità, è come se una continuasse ad essere furiosa, disperata mentre l'altra cercasse ancora di avere speranza, di prendersi cura degli altri. Chi devo essere? E' sfiancante non saperlo e mentire, non capire mai cosa si prova o come reagire, sono la persona più confusa al mondo.
<<Tutto bene?>>esce dalla cucina Bill<<La tua faccia dice qualcosa di diverso>>
<<Sì, stavo solo pensando>>mento, scendo dall'ultimo scalino e cammino fino alla porta, guardo il mare e la sua bellezza<<Hermione, hai ancora il capello di Bellatrix? Quello che hai trovato sulla giacca?>>
<<Ho lasciato la giacca sulla poltrona, non l'ho toccata. Perché?>>
Mi volto<<Per entrare alla Gringott ci serve essere lei, una pozione invecchiante temporanea e il mantello dell'Invisibilità>>
<<Abbiamo delle scorte di pozione Polisucco in cantina>> riflette Fleur.
<<Bene, sarò io lei. Herm non mi sembra il caso dopo Villa Malfoy, perciò insieme a Ron prenderà la pozione invecchiante per sembrare dei normali Mangiamorte. Harry deve stare con Unci sotto il mantello, non ci beccheranno così>>
<<Sei una stratega nata>>ride Ron.
<<Di solito per niente ma ringraziate un po' zia Minerva per questo>>rispondo con tono sarcastico, giocando con il bracciale di Sam.
Fleur si sporge verso il mobiletto e tira fuori qualcosa, è una lettera<<A proposito, è arrivata questa per te da Hogwarts. Dalla professoressa McGranitt>>
Tutti rimangono zitti, per la milionesima volta oggi ed io la prendo fra le dita, sa sempre come trovarmi a quanto pare e non ci avrei giurato. Non la sento da mesi e mi manca moltissimo, è come una madre per me, in tutti i sensi.
Sorrido, devo stare da sola e devo risponderle<<Scusatemi>>
Harry è il primo ad annuire ed io esco di casa, dritta verso la tenda. Antonio non ama il sole ma esce e mi fissa, pronto a seguirmi. Prendo una pergamena e una penna, esco nuovamente ed insieme saliamo sino alla tomba di Dobby. Una volta arrivata mi siedo sulla sabbia incrociando le gambe, Antonio si accuccia sotto la pietra per l'ombra.
Mi tremano le mani mentre apro la lettera, tanto che non so per quanto tempo la fisso soltanto. Ora sono un'adulta per il mondo magico ma da quanto tempo devo già comportarmi come tale?
Cara Avery,
Ti ho scritto spesso ma non riuscivo mai a cogliere le giuste parole da pronunciare, sentivo di sbagliare e la sofferenza di non poterti essere d'aiuto mi è nuova.
Eri solo una bambina quando hai dovuto affrontare le peggior cose ed ora, per me, sei ancora quella dolce bambina, eppure devi lottare in una guerra. So che non hai vissuto a pieno la tua infanzia, ma ci abbiamo provato tutti e so che ci hai provato anche tu.
Il destino detta legge, è ciò a cui devi adempiere e resterò ferma come osservatrice se è il mio compito, ma ora non ti vedo più, ed è infinitamente più dura.
Non so come ti senti, dove ti trovi, com'è il tuo aspetto, sento solo voci, leggo i giornali. Ho letto di come hai affrontato quella donnaccia di Dolores e ne sono felice, spero che tu abbia preso ciò che volevi.
Pochi giorni fa ti ho sentita sul serio.
Hai rilasciato un'energia blu che è giunta sino ad Hogwarts, mi sono tanto preoccupata. Ho come percepito il tuo dolore, la tua solitudine.
So perché ti senti sola, perché lo sei.
Hai il mondo sulle tue spalle, così tante vite e questo deve essere sfiancante, soprattutto continuare a fingere che non sia così.
Ti senti sola da quando sei venuta fino qui, nelle nostre vite, perché ti sei sentita strappata via dalle tue origini, dai tuoi genitori. Ora ti senti di nuovo così, come ti fosse stato strappato tutto.
Crederai che sia folle, la tua mente non può ricordare quell'abbandono ma il tuo corpo sì, lo percepisce e lo esterna con la magia. Questo ti è successo quando sei esplosa e i tuoi occhi si sono fatti di un vivido blu.
Quando sei andata via non mi hai detto perché, cosa cercavi o perché avessi salutato solo me ed io non ho domandato alcunché ma ora mi chiedo se ho fatto bene.
Vorrei proteggerti ma so che non ne ne hai bisogno, sei una giovane coraggiosa donna che sa badare a se stessa e questo, non poco tempo fa, mi infastidiva. Volevo che avessi bisogno di me ma ciò non vuol dire che io non sia fiera di te. Lo sono, tesoro mio.
Tuo padre mi manca moltissimo, il mondo è ricolmo di oscurità e so che sei l'unica che è disposta ad immergersi ib essa, questo mi terrorizza, Avery.
Mi spaventa a tal punto che non comprendo se sia giusto o sbagliato, tu hai avuto sempre affinità con cose che nessuno ha mai capito, arrivi prima degli altri e te ne vai anche per ultima. Non hai mai abbandonato nessuno, ma molti ti hanno lasciata e anche la speranza sembra spesso sparire in te, ma io non ci voglio credere.
Così come Albus credeva in te.
Penserai che non posso capire e forse hai ragione, ma posso provare ad immaginare. Tu hai amato e hai perso, è successo così tante volte che alla fine ti sei abituata ma allo stesso tempo qualcosa si è come rotto.
Non la tua anima, non per chi hai tolto dalla tua strada ma il tuo cuore.
Hai donato il tuo enorme cuore e non lo hai mai avuto tutto indietro, perciò sei sempre stata pronta a fare un passo verso il buio.
Io non so cosa ti è capitato negli ultimi mesi, non so se sei fiera di ciò che hai fatto ma so che hai cercato di dare giustizia a Bathilda, questo vuol dire che non sei il nemico.
In ognuno di noi c'è una parte oscura ma se permetti ad essa di controllarti, di farti fare cose come uccidere, torturare ed odiare, non vincerai.
So che vuoi uccidere Tu Sai Chi e ti dirò l'impensabile, fallo. Uccidilo, cancellalo dal mondo ma non pensare che una volta fatto ti sentirai meglio.
Non pensare che una volta ucciso tutto sarà finito, il tuo viaggio è ancora lungo e io spero di essere con te anche allora.
Io sarò sempre con te.
Con infinito amore,
Zia Minerva.
ANGOLO AUTRICE
Ecco un nuovo capitolo!
Ci ho messo molto, scusate ma con la maturità alle porte ho sempre poco tempo per postare, cercherò di essere
puntuale.
Purtroppo in questa storia non avevo i capitoli già pronti, scusate ma tanto dopo l'esame tornerò a postare come sempre.
Non vedo l'ora di diplomarmi, dico davvero!
Perdonatemi ancora.
Commentate e ditemi cosa ne pensate delle parole di Zia Minerva.
Ha ragione?
Un bacione!
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