capitolo 9
Arrivati alla Magnolia srl scesero dall'auto, ed Hilary era rimasta incantata dal posto vedendo i silos. Era un posto molto grande, ed avviandosi dentro gli uffici, chiesero di poter parlare con la titolare.
“Piacere sono la titolare, Joanna Stevens in Gains. In cosa posso esservi utile?” porse loro la mano la donna che si presentò loro.
“Salve, mi chiamo Zac Gosselaar e lei è Hilary Word. La signorina avrebbe bisogno de vostri servizi.” Stringendole la mano.
“Signorina Word è un piacere conoscerla.” rispose la donna alla stretta.
“Signora Gains, io ho una casa qui a Waco che era di mia nonna. Non è messa bene perché da quando è morta nessuno è più andato ad occuparsene e quindi è in stato di abbandono. Vorrei che voi la ristrutturasse facendone un bed & breakfast, come era desiderio di mia nonna.”
Mentre parlavano, entrò negli uffici anche Chip Gains, il marito della titolare.
“Ciao tesoro. Ti presento la signorina Word e il signor Gosselaar. La signorina vorrebbe affidarci la ristrutturazione della casa di sua nonna per farla diventare un bed & breakfast.” disse Joanna.
“Salve signorina Word. Possiamo andare a vedere la casa così ci faremo un’idea?” Chiese Chip Gains.
“Certo signor Gains, anche subito possiamo andare a vederla.” rispose Hilary.
“Va benissimo, in questo momento non abbiamo nulla da fare.” Dissero all’unisono Joanna e Chip.
Uscirono dagli uffici della Magnolia srl Zac, e arrivati a destinazione scesero dalle macchine.
Non appena vide lo stato della casa fuori, Chip non seppe che dire riguardo lo stato degli esterni. Andarono a vedere anche l’interno della casa, dove Joanna disse come l’avrebbero ristrutturata per farla diventare un bed & breakfast. Hilary ne fu entusiasta, ed alla fine tornarono agli uffici della Magnolia srl.
“Allora vi siete fatti un’idea su come ristrutturarla? Mi piacciono le idee che ha avuto Joanna, per cui vi affido la ristrutturazione.” decretò Hilary.
“Grazie signorina Word, siamo onorati ed inizieremo domani mattina.” cinguettò Joanna.
“Scusate, Zac mi ha detto che avete anche un bed & breakfast. Non è che disponete di una stanza libera mentre ristrutturerete la casa? Non saprei dove andare.” chiese Hilary.
“Certo che abbiamo una stanza libera. Vi ci portiamo subito.”
Uscirono dalla casa e salirono in auto. Chip e Joanna portarono Zac e Hilary al B&B, e quando la ragazza lo vide rimase senza parole dallo stupore.
“È bellissimo! Non ho parole. Molto caratteristico e mi piace come lo avete sistemato ed arredato.”
Hilary era sempre più convinta di aver fatto bene ad affidare a Chip e Joanna la ristrutturazione della casa di sua nonna, e nel mentre le squillò il cellulare.
“Scusate devo rispondere, è mia madre.”
Hilary uscì dal bed & breakfast per rispondere.
“Ciao mamma, come va con la libreria? Spero tutto bene. Qua a Waco per ora va tutto bene e pensavo fosse messa peggio la casa, ma ho trovato una ditta locale che la ristrutturerà e finalmente il desiderio di nonna si avvererà sono felice.”
Sentendo la figlia più rilassata e contenta, la madre fu felice anche lei.
“Sono felice per te tesoro mio. Non pensavo che l’avresti mai superata la morte di nonna, ma sentendoti così felice capisco che ne stai uscendo, anche se poco alla volta, e mi fa piacere questo.”
Hilary e sua madre si salutarono e la ragazza rientrò dentro.
“Scusatemi ancora per l’interruzione, non capiterà più.”
Hilary pagò la stanza e Zac l’aiutò a portare la valigia in camera.
“Grazie, sei stato molto gentile per tutto. Non era un tuo problema aiutarmi.”
“Hilary, sono contento di averti aiutato. E non mi ha pesato affatto, lo avrei fatto per chiunque.”
Tommy era rimasto a bocca aperta nel vedere la stanza tanto bella, che salì sul letto e si mise a saltare.
“TOMMY, SCENDI IMMEDIATAMENTE DAL LETTO!! NON CI SI SALTA SOPRA CON LE SCARPE, SEI UNA PESTE.”
“Zac lascialo fare, non rimproverarlo Può saltare quanto gli pare sul mio letto, non ho problemi se vado in un letto sfatto.”
“Hilary è una questione di educazione! Non si è mai comportato così con persone che non conosceva. Scusalo.”
Zac andò vicino al letto e prese Tommy per la mano facendolo scendere .
“Tommy andiamo. Dobbiamo tornare a casa e poi papà deve andare via.”
Tommy era dispiaciuto di andarsene, e non voleva Hilary se ne accorse.
“Zac, scusa, io non ho niente da fare. Non è che potresti lasciarlo qua con me? Mi farebbe anche compagnia, così lo verresti a prendere dopo il lavoro mentre noi ci divertiremo insieme.”
Zac non sapeva se lasciarlo con lei o no, non voleva approfittare.
“Dai papà, lasciami con Hilary! Dopotutto è mia amica. Ti prego! Giuro che sarò buono e non la farò arrabbiare.” insistette il bambino.
Zac ci pensò su un po’.
“Va bene. Se si comporta come si deve e non ti dà fastidio, può rimanere qui.”
Tommy cominciò a saltare e battere le mani.
“Sì, sì! Mi comporterò bene, te lo prometto papino bello. Grazie. Grazie.”
Tommy abbracciò suo padre con un enorme sorriso stampato in faccia, Zac salutò entrambi ed uscì per andare a lavoro.
“Tommy, che ne dici se andiamo a fare una passeggiata?”
“Sì, andiamo.”
Hilary mise la giacca con cappello e sciarpa al bambino, e si vestì a sua volta, prese la borsa e uscirono. Tommy prese per mano Hilary e si incamminarono verso la piazza, dove c’era una piccola giostra, un teatrino dei burattini e dei carretti che vendevano zucchero filato e altre cose buone.
Hilary ci andava sempre con sua nonna.
“Hilary, mi compri lo zucchero filato?”
Si arruffianò Tommy.
“Ehi! Sei un piccolo ruffiano sai? Ma va bene, te lo compro.”
Tommy sorrise felicissimo e abbracciò contento una gamba di Hilary, poi riprese a trotterellare, sempre tenendola per mano. La ragazza, vedendolo si mise a ridere. Tommy era un vero toccasana per lei con la sua allegria, e forse lì a Waco, con meno pensieri e oppressioni, avrebbe finalmente iniziato a scrivere il suo secondo romanzo.
“Hilary, posso andare a vedere il teatrino dei burattini per favore?” Supplicò Tommy.
“Certo, ma non ti allontanare. Io sarò qua a sedere a questo tavolo, e quando sarà finito, andremo a comprare lo zucchero filato.”
Tommy annuì ed andò a sedersi sull’erba davanti al teatrino. Vedendolo felice, Hilary si mise a ridere. Non aveva mai visto un bambino più vivace di Tommy. Chiuse gli occhi, e mentre il sole le accarezzava il viso, pensò che quelle stesse cose le faceva lei con sua nonna ogni Natale che andava lì con suo padre e sua madre. Si ripromise di andare al cimitero a trovarla.
Lo spettacolo dei burattini finì e Tommy trotterellò da Hilary.
“Adesso mi compri lo zucchero filato come mi avevi promesso?”
“Certo piccolo, andiamo.”
Lo prese per mano e andarono ai camioncini che vendevano il cibo, fermandosi davanti a quello dello zucchero filato.
“Salve, mi dia un bastoncino di zucchero filato. Grazie.”
“Ciao Hilary. Non so se ti ricordi di me, ma sono passati anni l’ultima volta che ti ho visto eri una bambina. Sono Johnson Mitchell, ero diventato amico di tua nonna. Era molto gentile con me, e ogni volta che mi vedeva si fermava a fare due chiacchiere.”
Hilary lo osservò bene. Johnson era un uomo sulla settantina, con i capelli sale e pepe tagliati a spazzola. Indossava un paio di pantaloni beige e una maglietta bianca piena di macchie con un grembiule bianco, anch’esso macchiato in più punti.
“Certo che mi ricordo. E ricordo anche come facevi ridere me e la nonna con le tue battute divertenti.”
Johnson le diede lo zucchero filato e lei lo porse al piccolo Tommy, che quando lo vide sgranò gli occhi contento e felice di aver ottenuto il suo premio.
“Andiamo piccolo. Torniamo al bed & breakfast ad aspettare il tuo papà.”
Tommy prese la mano di Hilary e le trotterellò accanto mangiando lo zucchero filato. Arrivati destinazione salirono in camera, e il bambino si mise sul letto addormentandosi, distrutto. Hilary se ne accorse e si avvicinò al piccolo per togliergli le scarpe e coprirlo con una coperta, mentre lei si mise al tavolino davanti al PC per provare a scrivere.
Dopo un po’ squillò il suo cellulare.
“Mamma, ciao come va? Come vanno le cose? Mi ha fatto piacere la tua chiamata, e ti avrei contattato io più tardi.”
“Hilary, ciao figliola, va tutto bene. Sai, è venuta Sally ad aiutarmi per fare i volantini e i poster per le tue idee, ed ora dobbiamo solo sperare che qualcuno aderisca a queste iniziative. Ma piuttosto come te la passi a Waco? Spero tu sia più rilassata e abbia iniziato a scrivere.”
“Qua me la passo bene. Sono andata a vedere la casa di nonna, non è messa bene. Ma ho trovato un impresa locale che ristruttura case così da farla diventare un bed & breakfast. Domani inizieranno i lavori e chi conosce i ristrutturati mi ha detto che sono bravissimi.” disse Hilary.
“Mi fa piacere, tesoro. Non vedo l’ora di vedere il progetto finito, sarà sicuramente spettacolare.”
“Certo mamma. Appena sarà ristrutturata sarai la prima che la vedrai.”
Si salutarono, ed Hilary riprese a scrivere al PC, riuscendo a scrivere per circa una mezz’ora, quando senti bussare alla porta.
“Avanti! È aperto puoi entrare.”disse la ragazza senza alzare la testa dal PC.
“Ciao Hilary, come è andata la giornata con Tommy?”
Hilary alzò di scatto la testa sentendo la voce di Zac.
“Ciao, ben ritornato. lL giornata con Tommy è andata benissimo, si è comportato molto bene e siamo andati a vedere il teatro dei burattini in piazza. Mentre lui si godeva lo spettacolo, io mi sono rilassata su una panchina lasciandomi riscaldare il viso dai raggi di un pallido sole. Dopo siamo tornati in camera e Tommy, stanco come era, si è addormentato.”
Zac si voltò verso il letto, e solo allora si accorse di suo figlio che dormiva.
“Grazie Hilary, non so come ringraziarti per aver badato a Tommy. Ora però c’è ne torniamo a casa.”
“Ma figurati, non mi devi ringraziare Zac. L’ho fatto molto volentieri, è un bambino dolcissimo. Lascialo dormire ancora. Vieni, ti offro un caffè nella cucina al piano di sotto.”
“Grazie, accetto molto volentieri il caffè.”
Hilary chiuse il PC, si alzò e portò Zac al piano di sotto dove di trovava la cucina. Era un ambiente open space con i mobili disposti su entrambe le pareti ed un'isola nel centro. I pensili erano di colore chiaro, alcuni con le ante in vetro, e gli elettrodomestici d’acciaio.
Zac si sedette su una sedia dell’isola della cucina, mentre Hilary preparò il caffè, per poi sedersi anche lei su una sedia all’isola della cucina.
“Dimmi la verità Hilary, Tommy è stato una vera peste?
“No, Zac. Tommy è stato molto bravo invece, ed oggi mi ha fatto ricordare quando anche io guardavo il teatrino dei burattini insieme a mia nonna durante le vacanze di Natale quando venivano a trovarla. Solo un anno ci fece un'improvvisata. Eravamo pronti a partire, quando mio padre aprì la porta per uscire e si trovò sua madre davanti, rimanendo come una statua di sale, e mia nonna gli disse 'va bene che sei cresciuto, ma non si fa più entrare le persone in casa?'. Anche io rimasi a bocca aperta nel vederla, ma poi le corsi incontro e l’abbracciai. Fu l’unico natale che mia nonna ci venne a trovare a Laurel, e mi ricordo che fui felice di averla lì con noi a casa nostra. Mia nonna era matta come un cavallo, e se voleva fare una cosa la faceva senza dire niente a nessuno. Pensa che una volta disse 'Perché vi devo dire dove vado sono adulta, vaccinata e vecchia, e ancora devo dire dove vado ma scherziamo?'.”
Hilary si mise a ridere.
“Un bel peperino era tua nonna! Cavolo, non ne risparmiava una.”
Zac, sentendo ridere Hilary, pensò che aveva una risata magnifica e magnetica.
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