Da quel giorno Marco rimase a dormire numerose volte a casa di Jean...dormire, bhe, parlare con lui fino a che il giovane Kirstein non crollava per la stanchezza.

E a volte non succedeva neanche questo. Era come diceva Jean: il suo cervello pensava troppo, anche mentre dormiva, e pensava solo cose che lo facevano piangere.

E la cosa che lo faceva piangere era lì al suo fianco che si dava da fare per farlo dormire.

<<Facciamoti rilassare!>> se ne uscì un giorno Marco, con le occhiaie grandi come quelle del giovane Kirstein.

"Non è lo stress il problema" pensò con occhi tristi.
Poi sorrise all'amico e gli diede il permesso di fare ciò che voleva.

La prima sera cercò di fargli un massaggio alle tempie e alla fine fu lui ad addormentarsi.

La seconda sera gli cantò una ninna nanna.

La terza sera decise di tornare ai bei vecchi metodi e gli ordinò solo di chiudere gli occhi e cercare di dormire.

La quarta chiese aiuto addirittura alla madre di Jean.

La quinta si buttò per terra e rinunciò:<<Prova a contare le pecore di nuovo>>

Jean lo guardò solo e non disse nulla.

<<Jean,>> lo chiamò preoccupato Marco:<<Vuoi dirmi cosa ti preoccupa davvero? Cosa sogni tutte le notti?>>

"Che tu non ci sei"<<Nulla, sono solo incubi>> sorrise con nervosismo.

<<Sicuro?>>

<<Perché?>>

<<Mi chiami nel sonno e...e lo fai piangendo ecco>>

Jean non disse nulla e guardò il pavimento. Il senso di nausea e vuoto tornarono a schiacciargli il petto.

<<Jean, vuoi che dorma con te? O che ti tenga la mano? Di solito quando ti accarezzo la testa riesci a dormire tranquillo>>

Gli occhi di Jean si illuminarono e Marco salì sul letto:<<Notte allora>> disse prendendogli la mano.

Marco chiuse gli occhi ma Jean no, tutto ciò su cui riusciva a concentrarsi il giovane Kirstein era la mano dell'amico farsi sempre più fredda e le lacrime salirgli agli occhi.

Prese a rigirarsi nel letto, muovendo le gambe, cercando di scappare e stringendo più forte la mano di Marco, fino a fargli male.

Marco, muovendosi per liberare la mano e non sbattere contro le gambe dell'amico, si tirò il viso di Jean al petto.

Ed eccola, eccola la prova che voleva, quella che gli assicurava, anche nel sonno, che Marco era lì, vivo, al suo fianco.

Bam.

Il battito del suo cuore.

Uno, due, tre, un ritmo così leggero e rilassante che lo cullava fino a fargli chiudere gli occhi.

E finalmente riuscì a dormire.

Mentre un gufo gli riempiva le orecchie con il suo verso odioso e la maggior parte dei ragazzi russava, Jean guardava le assi sconnesse del soffitto pregando di riuscire a dormire.

Come quando era piccolo prese a rigirarsi nel letto e a muovere le gambe nervosamente.

Aveva bisogno di Marco.

Poi sentì un rumore di coperte nell'oscurità e sbuffando si alzò, si diresse verso il letto di Marco e si accorse che lui si era fatto di lato apposta, scostando la coperta.

Jean si coricò e Marco se lo strinse al petto.

Bam.

Ed ecco, ora poteva dormire di nuovo.
Ora Marco era di nuovo al suo fianco.

Marco...io lo ricordo, ricordo il suono del tuo cuore battere allo stesso ritmo del mio.

**Spazio pazzoidi in libertà  (vigilata)**
Vorrei dire una cosa che con la Jeanmarco c'entra per metà.
Allora: io shippo eruri e c'è gente che se ne esce che non possono essere più canon perché uno dei due è morto.
Vorrei spendere due parole su questo perché la mia Jeanmarco si basa proprio su questo concetto.
Solo perché è finita non vuol dire che anche l'amore lo sia.
E solo perché uno dei due personaggi è morto non vuol dire che il canon non sia possibile.
E niente...ditemi se avete temi da suggerirmi XD