Andai ad aprire.
Quasi svenni.
Davanti a me c'era niente popò di meno che John Richard Deacon (nato il 19 Agosto del 1951-COFFCOFF).
Mi salutò con un mezzo sorriso.
-Ciao (T/n)!
-C-ci conosciamo?
-In verità no, sono solo venuto qui per riportarti la giacca! Dopo la fine del concerto, l'hai dimenticata sulla transenna e ho deciso di venire a ridartela!
-M-ma come sai d-dove abito?
-C'era scritto nell'etichetta della giacca!
Detto questo me la mostrò. Ed effettivamente mi ero dimenticata di aver messo il mio nome, l'indirizzo e il numero di telefono, nel caso l'avessi persa.
Io sorrisi.
-G-grazie, a-apprezzo molto! Vuoi...venire dentro per un caffè? Qualcosa?
-No, no! Non voglio assolutamente disturbare, per carità! Magari hai il fidanzato in casa e non voglio passare per fedifrago!
-In verità sono single, ma...apprezzo l'interessamento.
Alla mia affermazione, sembrò davvero molto stupito.
-Sul serio? Non avrei mai immaginato!
-Come mai?
-Beh, insomma...
Abbassò la testa e cominciò a giochi chiare nervosamente con l'orlo di una manica della sua camicia.
Era la cosa più adorabile che avessi mai visto.
-...è che sei...c-carina, i-insomma...h-hai capito, no?
Inutile dire che ero diventata di un rosso quasi inquietante su metà della faccia.
-Oh...
-Senti, ti va se...non so...uno di questi giorni ci prendiamo un caffè o cose così?
Sorrisi.
-A me andrebbe benissimo!
Detto questo sorrise, mi salutò e se ne tornò fuori.
Mi lanciai sul divano e urlai dentro ad un cuscino con tutto il fiato che avevo in gola.
Avevo un'appuntamento!
CON JOHN R. DEACON!
L'UNICO E IL SOLO!
Ovviamente non avevamo ancora deciso nulla ed era tutto da vedere.
Ma una cosa era sicura: voleva incontrarmi. E questo mi bastava.
Verso sera, quando oramai stavo sbollendo l'entusiasmo, suonò il telefono, e andai a rispondere.
"Numero sconosciuto?", Pensai, "Mi domando chi sia".
-Pronto?
-Hey! Emmm...s-sono John! Quello della giacca...
Mi saltò un battito. Se ne era ricordato!
-Heeyyyyyyyy! N-non mi aspettavo...r-richiamassi! Come hai ottenuto il mio numero?
-Era scritto sulla targhetta, me lo sono imparato a memoria e me lo sono scritto su un foglio! Insomma, volevo sapere se 'sta sera sei libera! Sai...per uscire e fare due chiacchiere!
-E me lo chiedi anche? Ma certo!
Non sto neanche a dirvi che meravigliosa serata passammo insieme.
Continuammo ad uscire per due anni. Due anni che furono sufficenti a farmi perdere la testa per lui.
Era la sera del mio compleanno.
Stavamo tornando da una festa che i ragazzi insieme alla mia famiglia e i miei amici avevamo organizzato.
John aveva insistito per portarmi in un posto.
-Ti piacerà, ne sono sicuro!
-Non ne dubito!
Arrivammo al luogo designato.
Era una strada, affiancata da un immenso campo di grano.
Sotto il cielo notturno, quel panorama aveva un non so che di romantico e inquietante allo stesso tempo.
Uscimmo dalla macchina e ci sedemmo sul tettuccio.
Mi prese la mano.
-(T/n)...
-Dimmi tutto.
-Senti, devo dirti una cosa importante.
-Vai, dimmi pure! Sono tutt'orecchi!
-Allora...dove iniziare...ah sì! Ok. Quindi...ti ricordi quando ci siamo incontrati?
-Sì! Mi restituii la mia giacca!
-Esatto. E ti ricordi anche quello che ti dissi?
-Che non volevi fare la figura dell'"amante giunto nel momento sbagliato" perché avevi paura di una possibile reazione del mio eventuale fidanzato?
-Esatto! Ecco...sono mesi-anzi no. Oramai è un anno, che desidero ardentemente, con tutto me stesso essere quell'"eventuale fidanzato" di cui parli...ora so che posso sembrare avventato: due anni non sono abbastanza per conoscere una persona e tutto il resto, ma a me non importa. Per quel poco che sono riuscito a vedere, tu sei stata la ragazza più gentile, dolce, simpatica e attraente che abbia mai visto! Lo so che probabilmente non sarò alla tua altezza, ma io-
-NON OSARE DIRE MAI PIÙ UNA COSA DEL GENERE! SEMMAI È IL CONTRARIO! SONO IO CHE NON SONO ALLA TUA ALTEZZA!
-Q-quindi tu...tu ricambi?
-MA CHE RAZZA DI DOMANDA È QUESTA? CERTO!
Mi abbracció con un'affetto che raramente gli avevo visto emanare.
-Non sai per quanto tempo abbia desiderato sentirtelo dire!
-Baciami, imbecille!
-Non me lo faccio ripetere!

Ho dovuto, devo e dovrò per sempre tutto ciò a quella giacca di pelle taglia S dei Rolling Stones, persa su una transenna di un concerto di quella band che poi divenne la mia famiglia.

Ed eccoci qua! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Mi raccomando, continuate a consigliarmi! Per il momento è tutto! Al prossimo capitolo!

P.S.
La prossima vittima sarà una persona che è molto presente nel mio profilo...