Attenzione, attenzione.
Siore e siori, questo particolare racconto riguarda un AU che ho creato io, ovvero loro normali, ma versione Yandere (andatevi a cercare che significa, non c'ho voglia di spiegare).
Spero solo che la cosa non sia di troppo disturbo, solo mi sembrava anche bello aggiungere qualcosa di inusuale a questo fandom occidentale e buonista (lol).
Mettete la maschera e il boccaglio, signore e signori, perché saremo nella merda fin sopra i capelli.

Aprii la porta, e c'era Ben.
Io e Ben stavamo insieme da molti mesi, ormai ed era una bellissima relazione: lui era molto attento a ciò che provavo e ciò che volevo e io, come potevo, ricambiavo. Avrei fatto qualsiasi cosa, per quell'uomo. Qualsiasi.
Lui, nonostante fossimo insieme da un bel po', aveva sempre lo sguardo perso, quando mi guardava: un vero spettacolo.
Mi salutò, con sguardo sognante e un sorriso ebete.
"Ciao, (T/n)..."
"Hey Ben! Vieni dentro, su!"
Lui non se lo fece ripetere. Feci in tempi a chiudere la porta che mi si lanciò contro, baciandomi con una foga incredibile. Sembrava si trattenesse da mesi, anche se ci eravamo visti solo la mattina del giorno prima.
"W-wow! Non...non me l'aspettavo!"
"Lo so, (T/n), lo so!" E rise.
La sua risata fu contagiosa, e presto la nostra stanza si riempì delle nostre risate.
Si sedette sul divano, e mi invitò a sedermi vicino a lui.
Dopo essermi seduta, mi prese di peso e mi spostò a cavalcioni sopra le sue gambe, sorridendo.
Gli sorrisi, di rimando, ma a guardarlo bene, quello non era uno dei suoi soliti sorrisi. Era un sorriso più largo, più grande, mostrava più i denti e aveva gli occhi un po' spiritati.
"Ben? Stai bene? Hai uno sguardo strano."
"Mai stato meglio!"
Sarà solo la mia immaginazione, pensai. Non ci feci molto caso, e il pomeriggio passò in fretta, tra abbracci, serie TV, pop corn e tante coccole.
(Nota dell'autrice: se non vi strappo gli uwu qui non so proprio come fare)
Nel bel mezzo di una puntata di Black Mirror, però, mi addormentai.
Mi svegliai, circondata da una fortissima puzza di alcol e...oh, Dio...sangue?
Sentivo delle urla attutite, come se fossero delle bocche coperte da dei fazzoletti.
Aprii gli occhi: ero nella sua cantina, legata ad una sedia.
Mi guardai intorno, terrorizzata.
Non ero sola.
C'erano dei miei amici, alcuni amici di Ben e...i miei genitori?!
"MAMMA!" urlai.
Lei alzò di scatto la testa e mi vide, iniziando a piangere di gioia.
"MAMMA, CHE SUCCEDE?! DOVE SIAMO?!"
Ma mia madre ricevette una violenta botta sulla testa, che la frastornó, e ciondolò la testa da un lato, svenuta.
All'improvviso, dal buio dietro mia madre, spuntó l'ombra alta, inquietante e malata di Ben, con una mazza in mano, coperta di sangue.
Cominciai a piangere dalla paura.
"Buongiorno, tesoro. Dormito bene?" Disse, con un tono decisamente non conciliante.
"CHE STAI FACENDO? CHE HAI FATTO AGLI ALTRI?"
"Gli altri? Oh, nulla. Gli sto solo facendo capire chi possiede chi."
"Cosa?"
"Esatto, (T/n). Nessuno potrà portarti via da me. Nessuno. Io ti amo, e nessuno ti amerà mai quanto ti amo io. Nessuno ti porterà via da me. E se ciò vuol dire uccidere tutti coloro che amo, sono disposto a farlo. Non piangere, non gridare. Non sprecare fiato con le tue parole. Nessuno verrà a salvarti, perché tu mi appartieni, che tu lo voglia o no. Nessuno ci separerà mai. Nessuno. Nessuno.
Dette queste parole. Arrivò una mazzata in testa anche a me. E poi ci fu il buio più assoluto.

Continua...