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Erano passati due giorni "dall'incidente", che poi incidente non era stato, perchè sapeva che c'era sicuramente lo zampino di quella vipera di Samantha.
Aveva passato quei giorni in totale isolamento, più che altro era stato Ian a costringerla a stare in casa e riprendersi, come se gli importasse qualcosa di lei.
Quella mattina sarebbe dovuta tornare a scuola e non aveva dormito molto, pensando a quanto sarebbe stata felice, nel tirare un bel pugno in faccia a Samantha davanti a tutta la scuola.
Si era truccata velocemente e vestita con altrettanta fretta con dei jeans comodi, una maglia nera con delle scritte in bianco sopra e le sue adidas preferite.
I capelli erano un totale groviglio, che sistemò in fretta anche se era molto presto e non era per niente in ritardo, almeno non quella mattina. Voleva arrivare prima di tutti e aspettare la vipera davanti a scuola, così da poterla incontrare e vendicarsi per quello scherzo di cattivo gusto.
Suo fratello non sapeva di quella sua idea, non avrebbe approvato e sarebbe stato costretto a dire a Ian del suo intento per fermarla, oppure avrebbero discusso.
Infatti si era alzata due ore prima e aveva fatto tutto il più silenziosamente possibile. Non sarebbe uscita dalla porta di casa, perché Ian aveva istallato un allarme contro i ladri o i malintenzionati. Lei e Jackson non ne avevano ancora capito il motivo, quel quartiere era uno dei più tranquilli, ma lui sosteneva che non voleva correre rischi. Solo lui conosceva il codice per disattivarlo e se fosse passata quando era attivo, non avrebbe svegliato solo loro due, ma anche tutto il vicinato.
Aprii la finestra di camera sua e l'aria fredda del mattino la investì in pieno. Non era così fredda come a Dicembre, essendo a Marzo e avvicinandosi sempre di più alla primavera, era tutto più profumato e meno tenebroso.
Si slanciò aggrappandosi all'albero più vicino senza pensarci. Lo aveva già fatto altre volte, non aveva paura di cadere, anche se la sua camera era al secondo piano e era abbastanza alto.
Era sempre stata brava nell'arrampicarsi, suo fratello diceva, che in un'altra vita sarebbe stata sicuramente un gatto. Una volta arrivata nel ramo più basso dell'albero saltò, un salto preciso e aggraziato.
Guardò la finestra di suo fratello e di Ian, sicuramente l'avrebbero scoperta nel giro di poche ore. Ian sicuramente avrebbe sbattuto un pugno sul tavolo della cucina, che ormai da quante volte lo aveva fatto era diventato tutto buchi, e se ne sarebbe andato ripromettendosi che le avrebbe fatto una bella ramanzina la sera. Jackson avrebbe capito la sua intenzione e sarebbe corso a scuola, ma sarebbe stato troppo tardi e avrebbe trovato una Samantha con il naso rotto.
Si girò e stringendosi nel cappotto di pelle nera, che la faceva ancora più piccola e minuta, si incamminò verso la scuola. Erano ancora le 6:30 della mattina e Samantha sempre puntuale sarebbe arrivata un'oretta più tardi, seguita da quelle oche delle sue schiave o amiche di shopping. Si fermò al solito bar dove lei e Jackson andavano a fare colazione, almeno quando lei si decideva di alzarsi a un'ora decente la mattina.
<<Un latte macchiato e un bombolone alla crema>> disse in modo distratto al barista, che l'aveva riconosciuta e le aveva fatto un largo sorriso, contento di vederla.
<<Come mai da sola? Tuo fratello non va a scuola oggi?>> chiese quest'ultimo, mentre annotava su un foglio la sua ordinazione.
Il cartellino che aveva scritto al petto diceva che si chiamava Alex, era sempre stato carino con lei e le chiedeva spesso della sua vita. Lei dal canto suo non lo calcolava molto e dopo due parole gentili per farlo contento, la lasciava sola.
<<No, questa notte ha avuto la febbre, ma domani dovrebbe ritornare pieno di energia>> disse accavallando una gamba esile e picchiettando l'indice sul tavolo per fargli capire che aveva fretta, ma senza dirglielo direttamente. Di solito i baristi lo capivano, si scusavano e andavano a fare il loro lavoro senza troppe storie. Alex non fu da meno e dopo un breve inchino, che le sembrò un po' fuori luogo dato che non erano nell'800 e quella non era una reggia, se ne andò a preparare il suo ordine.
Non ebbe il tempo di gustarsi appieno la sua colazione, perchè stava facendo tardi e l'ansia e l'eccitazione di tornare a scuola e vedere la sua rivale, non le facevano capire niente.
Pagò velocemente quasi correndo fuori dal bar e a lunghe falcate percorse la strada per arrivare a scuola. Si fermò vicino ai gradini che conducevano all'entrata, tutto intorno c'era un enorme giardino pieno di fiori.
Si sedette e iniziò a guardare insistentemente i cancelli per vedere Samantha entrare. Alcuni ragazzi erano già entrati e altri erano a gruppetti divisi, che ridevano e urlavano già di prima mattina.
Jacksona quell'ora era già sveglio e lo stesso si poteva dire di Ian, provò a immaginare le loro facce, ma proprio in quel momento vide da lontano Ethan entrare con le mani nelle tasche dei jeans sbiaditi e coperte dai soliti guanti neri in pelle. Non l'aveva vista e sperava che non si girasse a guardarla perchè avrebbe rovinato tutto. Era il ragazzo della sua rivale e non poteva di certo dirgli, che di lì a poco avrebbe avuto il naso rotto per colpa sua.
Si strinse ancora di più nel suo cappotto per non farsi vedere, ma era l'unica seduta sui gradini e la gente come per magia si era diradata. I suoi occhi verdi si posarono su di lei e lui si inchiodò dov'era fermando la sua camminata verso i suoi amici, con un'espressione che andava dallo stupito al divertito.
Andò verso di lei con un sorriso sulle labbra, cosa che la fece irritare."Non poteva starsene buono per i fatti suoi invece di darmi fastidio?" si domandò portandosi una mano sulla fronte e sfregandola, per pensare a come riuscire a svignarsela e non rovinare i suoi piani.
<<Buongiorno Chloe, come mai così mattiniera? Di solito sei sempre l'ultima che arriva in classe, stai bene?>> disse in modo gentile e quasi divertito sedendosi vicino a lei, come se lei avesse acconsentito.
Non lo voleva tra i piedi e di sicuro non voleva degli amici o qualcuno con cui parlare la mattina, non ne aveva mai avuti e le andava bene Così.
<<Io sempre l'ultima? Semmai siete voi che arrivate troppo presto la mattina...>> disse alzando le spalle, per cercare di sviarlo dal motivo per cui era lì così presto. Sapeva che non gli importava realmente di come stava, per cui non rispose alla sua domanda e andò oltre.
<<Certo..ma non toglie il fatto che sei arrivata prima di Albert, nessuno arriva mai prima di lui>> disse ridendo leggermente, ma non volendolo fare notare.
"Mi sta prendendo in giro?"
<<Albert è il secchione della classe e preferisce passare la sua vita a scuola, prendendo bei voti e facendo bella figura con i professori. Per una volta sono arrivata in anticipo e anche prima di lui non vedo dove sta il problema>> disse alzandosi, perchè la stava distraendo dal suo piano e la stava facendo arrabbiare.
<<Hey calmati, sono solo sorpreso tutto qui...cambiando discorso dov'è tuo fratello?>> chiese alzando un sopracciglio, come se lei dovesse delle spiegazioni a qualcuno.
<<Arriverà tra poco come tutti gli altri, questa mattina ho voluto stare un po' da sola e riflettere>> disse quasi scocciata iniziando a scendere i gradini, perchè finalmente Samantha era arrivata con la sua auto di lusso. Stava scendendo con i suoi tachi vertiginosi e la sua scollatura del vestito provocante, aiutata dal suo autista.
<<Devo andare ora, ti do un consiglio entra in classe>> disse solo rivolta a Ethan, ma senza guardarlo e senza aspettare una sua risposta iniziò a camminare verso la vipera.
Era sola, segno che le sue schiavette stavano arrivando e questo poteva giocare a suo vantaggio, perchè sarebbero state solo loro due per l'ultima volta faccia a faccia. Voleva farle capire che contro di lei non si doveva mettere, più volte le aveva fatto scherzi di cattivo gusto, ma ci era sempre passata sopra o almeno quasi, perchè non valeva la pena abbassarsi al suo livello, ma dopo che era quasi morta aveva superato il limite.
Samantha non l'aveva vista subito, ma quando girò la testa sicuramente per vedere dove fosse il suo fidanzatino, cambiò espressione in un attimo. Non aveva paura, era come tutti sorpresa di vederla a scuola così presto e dopo tutto quello che le era capitato.
<<Non dici niente? La lingua da lucertola che ti ritrovi non funziona più?>> disse Chloe avvicinandosi a lei divertita incrociando le braccia al petto.
<<Chloe,ma chi si rivede, sei stata bene a casa in questi giorni? Sai che stai facendo troppe assenze e ho sentito dire da alcuni professori che ti bocceranno?>> disse tornando subito in se, sfoderando il suo sorriso diabolico e compiaciuto. Sapeva che non sarebbero mai state amiche e che non sarebbe finita lì la loro rivalità, ma almeno uno scusa sarebbe bastato per risparmiarla.
Non aveva mai capito il motivo dell'odio che aveva nei suoi confronti,non le aveva mai dato fastidio e era sempre stata tra le sue, ma aveva capito che aveva solo bisogno di farsi notare e così di renderla ridicola, per sembrare ancora più popolare e amata da tutti.
<<Se mi bocceranno non saranno affari tuoi e così non dovrò più vedere la tua faccia tutti i giorni in classe, da una parte spero che lo facciano>> disse sorridendo ancora di più, perché il fatidico momento si stava avvicinando e si sentiva prudere le mani. Aveva alzato le mani solo una volta a una ragazza, quando erano in orfanotrofio le dava continuamente fastidio, le aveva tirato uno schiaffo in pieno viso e da all'ora non si era più permessa neanche di guardarla dalla paura.
Samantha doveva fare lo stesso, perchè si era stancata di dover vivere così.
<<Ti eri ammalata? Quel bagno che ti sei decisa di fare a mezzanotte di sera a casa mia era un po' fuori luogo...secondo me hai confuso Marzo per Luglio sai?>>
Chloe stette in silenzio, perchè se avesse parlato avrebbe urlato talmente forte da far crollare e esplodere le finestre.
<<Cos'è hai paura di me? Ora la piccola paperella non parla più?>>disse guardandosi un'unghia laccata di rosso, come se niente fosse in modo strafottente.
Doveva ricordarsi di dire a Ethan, nonostante lui pensasse che Samantha le avrebbe fatto le sue scuse, che si sbagliava di grosso.
Intanto intorno a loro si erano avvicinati tutti i ragazzi, che erano nel cortile e stavano guardando la scena incuriositi e divertiti.
<<Paura di te? Mi fai solo ridere, ma ti toglierò dal volto quel sorrisetto tra qualche secondo>> disse caricando senza pensarci un pugno dritto alla sua faccia perfetta. Tra pochi secondi sarebbe stata meno perfetta e avrebbe urlato di dolore, così avrebbe capito contro chi si era messa e che doveva lasciarla in pace.
Sorrise perché stava succedendo quello che aspettava di fare da anni, stava per colpirla e così farla stare zitta una buona volta, ma qualcosa o meglio qualcuno bloccò il suo pugno con una tale velocità e forza,che la spiazzò.
Ethan era davanti a lei e le stava tenendo il pugno sulla sua mano guantata, che al tocco sembrava la pelle di un serpente.
Si ritrasse, guardando prima lui con gli occhi che stavano fiammeggiando dalla rabbia e poi lei, che si era portata una mano al volto, perché non si era aspettata quella mossa.
<<Stavi per picchiarmi? Lo dirò al preside che ti sospenderà per tutto l'anno>> disse Samantha, facendo la finta vittima della situazione.
<<Cosa credevi di fare?>> disse Ethan con un tono, che sembrava quello del preside della scuola, autoritario e arrabbiato.
<<No, cosa credi di fare tu invece, ti ho detto di lasciarmi in pace e di stare alla larga da quella che è la mia vita, non mi importa se è la tua ragazza, deve pagare per avermi quasi uccisa>> disse stringendo i pugni, e tutti i ragazzi intorno a loro all'improvviso sussultarono. Alcuni la storia la sapevano, altri non ne erano stati al corrente e non sapevano di che cosa stesse parlando.
<<Non puoi andare in giro a picchiare le persone, ci sono metodi diversi per comunicare con qualcuno e non è di certo prenderlo a pugni>>disse lui sistemandosi il guanto e guardandola con uno sguardo di rimprovero, ma dentro lei ci aveva visto anche un po' di comprensione.
<<Ah si? Dillo a lei quando mi ha buttata in piscina, in quel momento stava comunicando in modo pacifico con me vero?>>
<<Samantha devi chiederle scusa e fare in modo, che non si ripeterà più una cosa del genere>> disse Ethan non staccando di dosso gli occhi da Chloe, che ora si stava sistemando le ciocche di capelli biondi dietro le orecchie, per cercare di stare calma e non saltare addosso anche a lui e tirargli un pugno per quanto era stupido.
<<Non lo farò mai e lo sai, te l'ho già detto anche ieri, non sono stata io a tirarla in piscina, perchè mai avrei dovuto farlo scusami?>>disse quasi sconvolta, che Ethan pensasse una cosa del genere.
<<Certo come no, allora un soffio di vento mi ha spinta, ma chi ti crede, tutti sanno che ci odiamo e che faresti di tutto, per rendermi in ridicolo>> disse avvicinandosi a lei ancora di più, ma c'era Ethan in mezzo a loro come un muro che le divideva.
<<Non sono stata io e non chiederò scusa per una cosa che non ho fatto, ti odio è vero, ma non ti avrei mai fatta affogare, pensaci bene io ero sul palco quando è successo tutto, come avrei potuto fare?>>disse in modo calmo adesso e riflessivo. Lei riflessiva? Aveva sicuramente picchiato la testa.
<<Se non sei stata tu allora sarà stato qualcuno del tuo gruppo, che hai incaricato di fare il lavoro sporco al posto tuo, nessuno ha visto niente? Non ci credo>>
<<Sappi solo che io ti ho vista cadere e che dietro di te non c'era nessuno di sospetto o qualcuno dei miei amici, non avrei mai chiesto una cosa del genere>> disse toccandosi ripetutamente i capelli perfetti e mettendo una mano attorno al braccio di Ethan, come per proteggersi.
<<Dì la verità, se è questa giuralo su di noi, perchè se vengo a sapere che hai mentito non potrò perdonarti>> disse ad un tratto Ethan guardando per la prima volta Samantha, dopo tutto quel tempo a guardare Chloe.
<<Giuro su di noi che non sono stata io e neanche i miei amici, eravamo tutti sconvolti mi sembra>>
Poco dopo arrivarono le amiche di Samantha non capendo che cosa era successo, quest'ultima se ne andò con loro, finendo così quella conversazione, dando un bacio sulla guancia a Ethan prima di andare via, tornando a essere la solita ragazza strafottente e piena di odio. Per un attimo le era sembrata sincera, ma non ci si poteva mai fidare di una vipera. Poteva fidarsi? Oppure era il suo solito trucco per depistarla e farle credere una cosa che non era? Chi mai avrebbe voluto farle del male, se non la ragazza che la odiava da cinque anni?
I ragazzi iniziarono a entrare parlando tra di loro increduli e di sottecchi di quanto era appena accaduto, Chloe era rimasta in silenzio e così anche Ethan. Quest'ultimo stava per dire qualcosa,quando in lontananza sentì una voce famigliare, che non era molto contenta.
<<Che cazzo ti è saltato in mente?>>
Era Jackson.
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Ogni cosa era di un bianco accecante. Era solo e in mezzo a quella landa desolata, che era il vuoto. Non sapeva dove si trovava e una paura sconosciuta iniziò a farsi strada nel suo cuore. Iniziò a camminare come sospeso nel vuoto, pensando che da qualche parte sarebbe dovuto pure andare. Sembrava tutto inutile, più si sforzava e più sembrava che non si stesse muovendo affatto. Ad un tratto quando tutto sembrava perduto, un grido di dolore squarciò l'aria e come al rallentatore sotto di lui vide Chloe incatenata e morente. Sentì ilsuo dolore come il proprio e le lacrime iniziarono a bagnargli il volto inesorabili. Iniziò ad urlare il suo nome correndo verso di lei, ma dalle sue labbra non uscì neanche un suono e cadde in una voragine oscura, piena di dolore e morte.
Dolore.
Si svegliò con un forte dolore alla testa e alla schiena e capì dopo il perchè. Si era svegliato per terra vicino al letto e con le guance bagnate, sicuramente dalle lacrime che aveva versato nel sonno. Si mise seduto mugugnando per il dolore e massaggiandosi la testa. Era stato il suo solito incubo, che ormai lo accompagnava spesso e altrettanto spesso si ritrovava per terra pieno di lividi, da tutte le cadute che faceva.
Andò in bagno a sciacquarsi la faccia per cercare di scacciare quel brutto presentimento, che in quei giorni lo stava accompagnando come un'ombra.
Tornò in camera e cercò il telefono con gli occhi semichiusi dal sonno, guardò l'ora e come in un incubo erano le 7:10 del mattino e doveva prepararsi per andare a scuola. Non si sarebbe riaddormentato comunque, non dopo quello che aveva sognato, per cui da un lato ringraziò l'ora per averlo salvato. Lui come sua sorella non ci andavano tanto volentieri, ma al contrario di lei almeno lui era puntuale e non faceva storie per uscire dal letto.
Si tirò due schiaffi sulle guance, per darsi la carica giusta e andare a svegliare sua sorella, che sicuramente era nel pieno del sonno. Mentre usciva nel corridoio in pigiama, doveva ricordarsi di non dirle nulla di quegli incubi sempre più ricorrenti negli ultimi mesi, perchè conoscendola si sarebbe messa a ridere non dandoci peso. Entrò nella sua stanza e la luce che filtrava dalla finestra aperta di camera sua, lo fece portare istintivamente una mano sopra gli occhi accecandolo. Il freddo che c'era in quella stanza lo fece raggelare e si strinse di più nel suo pigiama blu notte che tanto gli piaceva.
<<Chloe hai deciso per caso di morire di freddo, per non andare a scuola?>>chiese al nulla, perchè quando aprì gli occhi e questi ultimi si abituarono alla luce, notò che Chloe non c'era e che quella finestra aperta voleva dire solo una cosa. Se ne era andata già ore prima e per averlo fatto senza di lui e in modo così furtivo, significava che aveva un piano, che a lui non sarebbe piaciuto e che si stava per cacciare nei guai.
<<Cazzo Chloe!>> disse chiudendo al volo la finestra e la sua stanza per andarsi a vestire in fretta e furia. Si mise dei jeans strappati, una felpa bianca della Levi's e delle Nike bianche. Si sistemò i capelli con un po' di gel e prese lo zaino correndo giù per le scale, non notando Ian e sbattendo violentemente contro di lui. Aveva un succo d'arancia in mano, che gli andò a finire tutto addosso.
<<Cazzo Jackson, ma guardi dove vai?>> disse tuonando di rabbia e guardandosi i panni, che prima erano puliti ora tutti pieni di succo.
<<Scusami Ian, ma devo correre a scuola e sono di fretta>> disse aprendo la porta di casa non guardandolo neanche. Si sentì afferrare per un braccio e tirare indietro.
<<Dove credi di andare? E dov'è tua sorella?>> chiese stringendo la mano, che aveva attorno al bicchiere vuoto, sapendo già che non gli sarebbe piaciuta la risposta.
<<Voleva prendersi un momento da sola con se stessa e ora la sto raggiungendo>> disse nel tentativo disperato di parare il di dietro a sua sorella, ma senza risultato.
<<Jackson, ma chi vuoi prendere in giro? Chloe che vuole un momento da sola con se stessa? Bella questa! Che cos'ha combinato questa volta?>> chiese mentre appoggiava il bicchiere vuoto nel tavolo in salotto e con un fazzoletto cercava di asciugarsi, ma senza successo.
<<No ne ho idea Ian, sto uscendo ora per scoprirlo, dato che è uscita di nascosto e devo capire perchè>>
<<Vai a scuola e dille che quando torna se la vedrà con me la signorina, smetterà di scappare e di fare la ribelle da questa sera>> disse troppo tranquillamente e congedandolo con una mano.
Jackson se ne andò senza dire una parola, perchè sapeva che quando Ian era arrabbiato era meglio non obbiettare. Uscì di casa e corse come un forsennato verso la scuola, avrebbe potuto prendere il pullman, ma ci avrebbe messo troppo e sarebbe arrivato in ritardo a scuola. Sperava solo che sua sorella fosse lì, se lo sentiva in un certo senso, sapeva che il motivo era Samantha e per quello che le aveva fatto, ma non pensava che sarebbe arrivata addirittura a scappare di casa per vendicarsi, perchè la sua era vendetta.
Arrivò a scuola giusto in tempo e trovò poco lontano da lui Ethan e sua sorella in mezzo al cortile immobili e in silenzio. Appena la vide l'ansia e la paura andarono piano piano a scemare, per fortuna stava bene e non era in pericolo. Sapeva che era successo qualcosa, si vedeva dal volto di Chloe, ma la felicità di vederla ora era sparita dalla rabbia, per quello che aveva fatto e infatti andò con passo deciso verso di loro.
<<Che cazzo ti è saltato in mente?>> disse incavolato nero verso Chloe, che lo guardava senza espressione.
Non aveva minimamente calcolato Ethan, che dal canto suo non proferì parola.
<<Jackson non farla così tragica, ero venuta per fare due chiacchiere conSamantha, non l'ho uccisa se questo ti preoccupa>> disse alzando gli occhi al cielo indignata, perchè odiava quando suo fratello voleva fare la ramanzina a lei.
<<Non mi importa di quella stupida di Samantha, mi ero preoccupato per te Chloe, da quando te ne vai così nel cuore della notte e non mi dici niente? Saremmo potuti venire insieme>> disse rosso in volto dalla rabbia.
<<Ciao Jackson, posso capire come ti senti, ma Chloe sa badare a se stessa e poi non era sola, era con me>> disse Ethan che fino a quel momento era stato in silenzio vicino a loro. Notarono entrambi che non aveva detto nulla della frase di Jackson sulla sua ragazza.
<<Ah quindi dato che era con te dovrei sentirmi sollevato? Dovrei lasciare mia sorella a girovagare da sola di notte, per fare a scazzottate con Samantha? Dovrei lasciarla sola e soprattutto con te? Guardate lasciamo perdere>> disse alzando le mani sempre più incredulo.
Ethan era in silenzio, ma strinse leggermente un pugno dentro il suo guanto nero.
<<Jack dai non farla così tragica, ho capito il mio errore e mi dispiace,non ti ho detto nulla perchè sapevo che mi avresti fermata e io avevo bisogno di parlare con lei>> disse omettendo il fatto, che aveva bisogno di tirarle un pugno in faccia.
<<Avresti potuto farlo con me, comunque Ian lo ha scoperto e i miei tentativi di coprirti sono andati a vuoto, stasera ti aspetta una bella ramanzina anche da lui>> disse sistemandosi lo zaino ora un po'più tranquillo, ma era solo apparenza.
<<Mi dispiace..>> disse solo lei fregandosene di quello, che avrebbe potuto dirle Ian.
Suonò la campanella e Ethan alzando una mano in segno di saluto, entrò a scuola sempre con la sua aria spavalda e piena di se, come se nulla fosse successo.
<<Andiamo>> disse solo Jackson senza aspettare la risposta di Chloe e passò avanti non voltandosi a guardarla. Questa volta era davvero arrabbiato.
Le ore a scuola passarono in fretta e gli studenti uscirono tutti velocemente vogliosi di andare a casa. Anche Jackson e Chloe uscirono, ma non si rivolsero la parola per tutto il tragitto verso casa.
Una volta arrivati Jackson aprì la porta e con grande stupore di entrambi ci trovarono a casa Ian seduto nel divano del salotto, con il computer tra le gambe. Di solito il pomeriggio non c'era mai sempre via per lavoro, ma questa volta era lì e entrambi sapevano il motivo.
Si sedettero davanti a lui sul divano, aspettando la ramanzina che avrebbe dovuto fare a Chloe.
Rimasero così per dieci minuti buoni, lui che continuava a battere le dita sulla tastiera, Chloe braccia conserte di fianco a Jackson che stava guardando il telefono alla ricerca di qualche brano da ascoltare, dato che aveva le cuffie alle orecchie.
<<La vuoi finire? Dimmi quello che mi devi dire e basta invece di fare il sostenuto e farci stare qui come due coglioni>> disse ad untratto Chloe fuori di se rivolta a Ian, che smise di scrivere all'improvviso.
<<Modera i toni con me ragazzina, faccio presto a rispedirvi da dove vi ho presi>> disse lui chiudendo il computer di scatto.
<<Infatti perché non ci riporti all'orfanotrofio, stavamo molto meglio allora senza di te>> disse quest'ultima scattando in piedi.
Jackson aveva già visto mille volte le loro litigate e aveva sempre preso le parti della sorella, ma questa volta rimase in silenzio guardando la scena.
<<Toglimi una curiosità, come mai ci hai presi con te se di noi non te ne importa niente?>> chiese ancora rincarando la dose.
Ian era rimasto comporto seduto sul divano e con un gesto l'aveva invitata di nuovo a sedersi. Lui era così, ti faceva innervosire solo a guardarlo, perchè non si scomponeva mai e era sempre fin troppo calmo, ma si sa la calma è sempre prima della tempesta.
<<Su una cosa hai ragione, non mi importa niente di voi, vi ho presi con me perchè mi sentivo in dovere di prendermi cura dei figli di mia sorella, punto>> disse con la voce che era affilata come un coltello a doppia lama.
Questo lo sapevano entrambi da una vita, ma sentirlo dire dalle sue labbra, per Jackson fu come un pugno nello stomaco.
Iniziò a giocare con i fili delle cuffie che aveva ancora alle orecchie, ma che erano silenziose, segno che si stava innervosendo.
Chloe era immobile ancora in piedi, i pugni lungo i fianchi serrati e era in silenzio, forse perchè anche lei non sapeva più che cosa dire per una volta.
<<D'ora in poi verrò io a lasciarvi a scuola e sarò io a venirvi a prendere, seguirò ogni vostro movimento e sarò la vostra ombra, non perché mi importa di voi, ma perchè ci sono cose più importanti di due ragazzini ribelli, che non rispettano le regole>> disse alzandosi come se la conversazione fosse finita così.
<<Cosa??>> disse per la prima volta Jackson ,che parlò per entrambi.
<<Avete sentito bene, niente più giochetti con me, d'ora in poi si gioca alle mie regole>>
<<Non ci sto! Cosa siamo in un carcere minorile per caso? Se volevamo essere controllati e rispettare le regole rimanevamo all'orfanotrofio>> disse Chloe ancora più indignata e rossa in volto.
<<Oh mia cara quanto vorrei rispedirvi là, ma non posso>> disse solo, per poi sparire dietro la porta della cucina finendo il discorso.
Perché li voleva controllare a ogni costo? Perchè non poteva lasciarli andare via se non gliene fregava nulla di loro? Che cosa nascondeva il misterioso Ian? Troppe domande senza risposta frullavano nella testa di Jackson e sicuramente anche in quella di Chloe.
Quest'ultima se ne andò in camera sua senza mangiare, sconvolta dalla piega che aveva preso la conversazione con Ian e Jackson fece lo stesso, ma questa volta nessuno dei due andò a cercare l'altro, troppo arrabbiati l'uno con l'altra per mettere da parte l'orgoglio e fare pace.
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Ciao a tutti! Sono tornata *saltella felice spargendo coriandoli ovunque* 🎉
Non ho più scritto niente perché ho avuto il "blocco dello scrittore", le idee scarseggiavano e la vita frenetica non mi ha aiutata molto.
Ora sono tornata piena di idee e carica per continuare questa storia, che per me è molto importante e che mi sta prendendo tantissimo! 💕
Spero che vi piaccia andando avanti con la storia, fatemi sapere che cosa ne pensate e datemi consigli se ne avete ❣️ *da bacini a tutti*
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