• Capitolo 14 •
"...allontanarci dalla città per un po'...per prevenire la sua distruzione..?"
Shiro sembrava piuttosto perplesso, insieme alla maggior parte dei presenti. L'unica che non sembrava affatto turbata dalla situazione era Ithilbor che, con le braccia incrociate al petto, aveva semplicemente annuito. Anche Akihito non aveva avuto una reazione troppo eclatante, ma un lieve cenno della testa aveva tradito un leggero stupore....mentre Madilin aveva sorriso. Finalmente avebbe avuto qualcosa da fare in quei noiosi pomeriggi estivi. Ayaka e Lucas, invece, sembravano giustamente turbati, mentre Alon aveva abbassato lo sguardo fermandosi a pensare a chissà cosa, accompagnato da Liw.
"Come dovremmo convincere i nostri genitori..?"
Chiese poi Jo, e l'Hachi annuì, posando subito sul maggiore i propri occhi dorati. Sibilla fece un sorriso tirato, provando a mostrarsi tranquilla.
"...ci riuscirete, state tranquilli"
Provò a rassicurare i due, ma le parole della donna non fecero altro se non preoccupare Alon. Se forse sarebbe riuscito a convincere suo padre con l'aiuto di sua madre....convincere suo fratello sarebbe stato a dir poco impossibile. Alice ed Abigail si erano unicamente scambiate uno sguardo d'intesta, mentre Rokuro....ehy, che fine aveva fatto? Quando le sorelle si accorsero della scomparsa del cugino, Nicole le richiamò.
"Rokuro è qui!"
Indicò il tritone che, nascosto dietro di lei, stringeva la povera Asagi al petto come se fosse un peluche.
"I-Io non...non voglio a-allontanarmi..!"
Squittì il minore, ancora nascosto dietro la donna.
"Andiamo, Rokuro! Ci saremo noi con te!"
Abigail gli si avvicinò con un sorriso dolce, ma l'Hikei scosse la testa.
"N-No! Ho paura..!"
Continuò il ragazzino, sotto gli sguardi di tutti i presenti.
"Sicuro di essere un pesce e non una sardina?"
Commentò sottovoce Lewis, ma Adrien lo sentì ugualmente.
"Oh, non chiamarli pesci"
Lo riprese, dandogli una gomitata. Il biondo lo fulminò con lo sguardo e fece per rispondere, ma Renè fu più veloce di lui.
"Infatti...è come se loro ci chiamassero scimmie...e tecnicamente, anche noi adesso siamo dei 'pesci'..."
Osservò il francese, indicando la propria coda e quella di Lewis, ed Adrien annuì soddisfatto.
"Ecco, visto?"
Lewis fece roteare gli occhi, decidendo di lasciar perdere quei due, abbassando poi lo sguardo. È vero, aveva anche lui una coda...ed era davvero strano. Ed il fatto che tutti erano, in teoria, nudi lo metteva terribilmente a disagio.
"Lewis, faresti meglio a non dargli dei pesci...." Iniziò Meryl, apparsa praticamente dal nulla "...che mi fai venire fame..."
"Meryl...no"
Niall parve quasi spaventato, e la minore scoppiò a ridere, agitando una mano.
"Okay, okay! Scusa..!"
Il rosso sorrise, ridacchiando a sua volta mentre Lewis, rimasto in silenzio per tutto il tempo, sbuffò.
"Daaaai...." Intanto, Abigail stava ancora cercando di convincere Rokuro ad unirsi al gruppo "....se non vieni con noi te ne pentirari, uhuh! Non fare il fifone, sarà divertente!"
Continuò ed il minore si era limitato ad uscire dal proprio nascondiglio. Aveva gonfiato le guance, e guardava male la maggiore, rimanendo in silenzio.
"Dai, ti proteggeremo io e Shiro!"
Nel sentire il nome del ragazzo, il minore sorrise involontariamente, illuminandosi in volto. L'Hizuki, invece, si strozzò con la propria saliva.
"...no..." Rokuro scosse la testa, lasciando però andare Asagi, che parve osservarlo confusa insieme a Kóin, la carpa della cugina "...n-"
"Adesso iniziamo a recarci in città, forza"
Sibilla interruppe il ragazzino, che abbassò il capo, rimanendo in silenzio. Abigail lo guardò preoccupata, ma non gli disse nulla, avvicinandosi alla sorella. Invece, Ayaka si avvicinò timidamente all'amico, incuriosita dal suo strano comportamento.
"Dai, Rokuro..! Stà tranquillo, andrà tutto bene"
Disse con un sorriso, che venne ricambiato per poco dall'altro. Poi, l'azzurrino scosse la testa, cercando con lo sguardo Abigail e Shiro, per poi voltarsi anche Adrien e Niall.
"...lo spero..."
Mormorò unicamente l'Hikei, abbandonando ancora una volta il proprio sorriso caratteristico. La rosa lo guardò preoccupata, ed il minore forzò ancora una volta un sorriso.
"Tutto ok, Rokuro..?"
Chiese quindi la ragazza, e l'amico annuì più volte.
"Si, si!"
Esclamò con un largo sorriso, abbassando poi lo sguardo con un sospiro. Ayaka decise di lasciarlo in pace, non volendo risultare fastidiosa e, dopo avergli poggiato una mano sulla spalla, si allontanò. Rimasto solo, Rokuro si voltò verso Asagi, che ricambiò lo sguardo del padroncino.
"....non mi piace questa situazione, Asagi.."
Mormorò il ragazzino, voltandosi ancora una volta verso Shiro.
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A quanto pareva, vivevano nella stessa via...Alon si stava chiedendo come avesse fatto a non notare mai Jo. Non che avesse un aspetto tanto particolare...però gli pareva un tipo curioso. I due erano rimasti in silenzio per tutto il tempo, eppure la loro era stata una passeggiata 'piacevole', in un certo senso.
"Okay, sono arrivato"
Esordì ad un certo punto l'Hikei, avvicinandosi ad un palazzo. Gli edifici creati dalle sirene non erano troppo diversi rispetto a quello degli umani, anche se nessuna delle due specie ne era al corrente. Le case delle prime, però, erano sicuramente più spoglie e naturalmente prive della tecnologia di cui gli umani, invece, continuavano a circondarsi.
"Va bene"
Disse semplicemente Alon, salutando l'altro con un gesto per poi tornare a nuotare in compagnia di Liw. Il tritone aspettò che la porta della casa del ragazzo si chiudesse, per poi lanciare un'occhiata al numero civico. Oh, lui abitava dieci numeri precisi più avanti...di nuovo, come aveva fatto a non notarlo o, almeno, riconoscerlo? Decise di smetterla di farsi gli affari dell'Hikei, preferendo piuttosto pensare a come parlare della questione 'una strana sirena dice che devo salvare il mondo insieme a lei, altre sirene e degli umani' con Giona e suo padre. Era piuttosto difficile da credere e, se non fosse stato per i terremoti, probabilmente non l'avrebbe creduta nemmeno Alon...ma ormai si era incuriosito e voleva scoprire come sarebbe andata a finire quella faccenda. Arrivato davanti la porta di casa, si voltò verso Liw, degludendo.
'...forse potrei nascondere la parte degli umani..'
Pensò, per poi bussare più volte con un 'Sono io!'. Una sirena dai lunghi capelli bianchi aprì la porta, sorridendo poi al figlio.
"Sei tornato prima oggi"
Osservò, lasciando che il minore entrasse in casa, seguito dal pesce abissale.
"Già..."
Alon si grattò la nuca, osservando il pavimento in pietra.
"Devi forse dirmi qualcosa?" Domandó la donna, inclinando la testa. Alon guardò la madre, confuso, e lei ridacchiò "Stavi con lo sguardo fisso per terra...è strano. Ho solo tirato ad indovinare"
Spiegò quindi, e l'Hachi annuì.
"In verità..c'è qualcosa di cui volevo parlarvi"
"Assolutamente no"
'Ah, iniziamo...'
Il tritone incrociò le braccia al petto, subito imitato dal padre. Entrambi Hizuki, dalle code grigiastre ed i capelli scuri, se non fosse stata per la lunga chioma del minore ed il suo corpo visibilmente più allenato sarebbero apparsi praticamente identici. Darna, la madre di Alon, fece una smorfia, come per dire 'siamo alle solite', ed il figlio ebbe una reazione simile, facendo apparire la scena quasi 'comica'. Infatti, se Giona era la copia sputata del padre, Alon allora lo era della madre.
"Andiamo, sembra importante!"
Iniziò la donna, che credeva totalmente al racconto del figlio. Non che Vergel o Giona avessero dubbi...per quanto quella storia fosse assurda, non potevano negare che degli eventi davvero strani stessero accadendo negli ultimi due mesi, ma ritenevano che un'avventura probabilmente suicida per recuperare delle statue che forse erano state già distrutte fosse a dir poco un'idiozia.
"Non mi interessa, è troppo rischioso. Dovreste avvicinarvi alla superficie per recuperare quelle..."
"Statue"
Alon guardò il padre negli occhi, che agitò una mano.
"Si, ecco, statue...per me è no"
"...e lo stesso vale per me, Alon"
Padre e figlio erano assolutamente irremovibili. Il minore fece per replicare, ma il terreno riprese a tremare, per la seconda volta quel giorno. Quel terremoto, però, pareva essere più forte degli altri.
"Ah, un altro..!"
La famiglia uscì dalla propria abitazione e subito Alon, tra la folla, cercò con lo sguardo quello di Jo, che incontrò quasi subito. I due si scambiarono un cenno, e poi l'Hachi si voltò verso il proprio nucleo familiare.
"Visto?! È per questo che quella donna ha bisogno di noi"
Esclamò, allargando le braccia e noncurante dei propri vicini. Darna si limitò ad osservare marito e primogenito, che sospirarono.
"Sei sicuro che questo sia una causa delle azioni di quell'umana?"
Domandò Vergel -il padre- ed Alon annuì.
"Negli ultimi decenni ti sembra sia mai venuto un terremoto? No, mi sono informato. L'ultimo in questa zona risale a ben centotrent'anni fa. E questa è già la seconda scossa di oggi"
Conitinuò, abbassando gradualmente il tono di voce per evitare che le sue parole venissero sentite da altri. La maggior parte dei cittadini era ancora in strada, nonostante la scossa fosse già terminata. Padre e primogenito, quindi, si guardarono perplessi.
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Ayaka sospirò, guardando con la coda dell'occhio la propria casa. Lo stava davvero facendo? Non sapeva nemmeno perchè, in verità, avesse accettato di aiutare Sibilla, insomma...la questione sembrava importante, e molto più grande di lei. Strinse nella mano destra un piccolo ornamento legato alla grossa borsa a tracolla che si era portata dietro, nella quale teneva le proprie pozioni ed un piccolo oggetto magico, realizzato da lei. Ripensando ad Haruka, sua sorella minore e creatrice del piccolo ornamento, sospirò: sperava vivamente di rendersi almeno utile...
"Ooooh! Ayaka!"
Veloce come un fulmine, il tritone dalla coda bianca -le pareva si chiamasse Lucas- le si avvicinò, seguito dall'anguilla ed il delfino che si portava dietro. Confusa, la rosa inclinò la testa.
"Ah...Lucas..?"
Mormorò, ed il ragazzo annuì felice.
"Si, si! Vedo che ricordi il mio nome~"
"Si, è...piuttosto semplice.." La ragazza notò che il proprio commento non fu interpretato benissimo dall'altro, e subito agitò le mani "..ma non è una cosa negativa! Anzi, mi piace..!"
L'Akayashi ridacchiò, per poi annuire.
"Già, non è male...ma sai cos'è ancora meglio?~ Il mio cognome! Ti piacerebbe prenderl-"
Qualcosa colpì il poverino in testa e Madilin, apparsa dal nulla, gli lanciò un'occhiata truce. Un'imbarazzata e confusa Ayaka guardò i due, mentre Lucas si riprese dall'impatto.
"Ignoralo, Ayaka.."
Disse unicamente la maggiore dei tre, ed il ragazzo non disse nulla, spaventato dall'altro Akayashi. Il curioso gruppo si avvió verso la periferia, con Lucas che ogni tanto provava ad attaccare bottone ed ottenendo in cambio unicamente occhiatacce da parte di Madilin. Intanto, anche Akihito, Abigail ed Alice avevano parlato con i propri genitori ed, in qualche modo, avevano avuto il permesso di 'partire'. I sei si incontrarono presto al centro della città, trovando ad aspettarli anche Jo ed Alon. All'appello mancavo unicamente Shiro, Ithilbor e Rokuro...e poi si sarebbero allontanati dalla città per chissà quanto. Tutti avevano avvertito la scossa, ma si riguardarono dal parlarne: non era altro se non un segno che il tempo a loro disposizione stava diminuendo, e tutti se n'erano resi conto. Ciò contribuiva a dare, nonostante tutto, un'aria piuttosto tesa all'atmosfera.
"Abigail, sai che fine hanno fatto Rokuro, Ithilbor e Shiro..?"
Domandò Alice alla sorella, sussurrando. La minore si strinse nelle spalle, scuotendo la testa.
"Conosci i fratelli di Rokuro, però...gli staranno dando del filo da torcere..."
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L'Hikei sbattè con violenza la porta di casa, ignorando la voce di sua madre che continuava a chiamarlo. Gonfiò le guance per cercare di trattenere le lacrime, e si allontanò velocemente dalla sua abitazione, ormai aveva deciso: sarebbe andato anche lui, alla faccia di quegli scemi..! Dopo essersi allontanato abbastanza, però, si fermò in un vicoletto, appoggiandosi con la schiena ad un muro. Ripensò alle risate dei suoi fratelli, ed alle loro parole.
'Tu?! Ma se faresti schifo perfino come carne da macello!'
'Non sei nemmeno capace di creare qualcosa di semplice come uno schifoso cubo per il teletrasporto!'
'Saresti solo inutile, risparmiaglielo'
'Li rallenteresti'
E poi, anche suo padre...
'Se proprio vuoi, và. Cerca di non essere un peso troppo grande'
Si portò una mano alla guancia livida, sulla quale Ichiro aveva lanciato il suo stupido e patetico cubo, iniziando a singhiozzare. Asagi si appoggiò alla spalla del tritone, che cercò di ricacciare indietro le proprie lacrime: odiava piangere.
"Okay...allora vado..."
Rokuro trasalì: quella voce...si voltò, notando in lontananza Shiro in compagnia di un tritone ed una sirena e subito cercò di nascondere frettolosamente le tracce delle proprie lacrime.
Shiro osservò Katsuo chiudere la porta di casa, aspettando poi di sentire il rumore della chiave che girava nella serratura...uno, due e tre. Con un sorriso tirato salutò dalla finestra la sorellina, per poi girarsi ed andarsene...si sentì malissimo, ma visti gli avvenimenti di quei giorni non avrebbe potuto fare altro....ironicamente, per tenere al sicuro i propri fratelli aveva dovuto lasciarli. Per fortuna, nella loro zona le scosse non erano state troppo forti...però era lo stesso agitato. Fece per girare l'angolo, quando-
"Buuh!"
Rokuro gli si parò davanti, sorridente come sempre, per poi scoppiare a ridere nel vedere l'espressione confusa del maggiore.
"R-Rokuro..? Che ci fai qui?" Domandò l'Hizuki, per poi notare quasi subito il livido sulla guancia del minore. Senza pensare portò una mano sul volto dell'altro, sfiorando con due dita la parte livida "Oh...ma che hai fatto..?"
Solo in quel momento Shiro si rese conto di cosa aveva fatto e, con un mezzo verso, ritirò il braccio. Rokuro ridacchiò, grattandosi la nuca.
"Ah, nulla...! Nulla d'importante, raggiungiamo gli altri?"
Propose, portandosi una mano al livido. Shiro tornò serio e si limitò ad annuire, provando a sorridere al minore senza.....esplodere...?
hElLo BbYs~
Questo è il mese dei capitoli filler, aiuto >^>
No ok lmao, nOn È cOsÌ fIlLeR qUeStO cApItOlO...
...cReDo...
Eh RiP- Abbiamo conosciuto la famiglia di Alon, eheh~ Volevo fare una cosa simile per tutti, ma mi sono resa conto che così facendo il capitolo sarebbe diventato un po' ripetitivo...so, eccoci qui~ E nulla adoro ancora di più Alon, non ha fatto tanto ma anche solo il suo essere è AAAAAAAAAAA-
Sigh non vedo l'ora di scrivere per benino su tutti, sperando di riuscire a rendere giustizia ai vostri bellissimi bimbi-- Parlando di bimbi, Rokuro è uN bImBo SaD hAHAHAHAHAHAH- Il mio piccolo cucciolo, sIGGHINI(?????), mi sento un botto in colpa anche se ho fatto di peggio...molto peggio...bEH- Spero che nessuno vi sia risultato troppo out of character :'>
Adesso vado a ripetere giapponese, domani potrebbe interrogarmi...ahh, che la buona sorte sia con me- Però saper dire ornitorinco in giapponese è un successo notevole, e dire che non so nemmeno dirlo in inglese :D Cioè, so come si dice...ma se me lo chiedeste non saprei dirvelo, non ricordo come scriverlo o pronunciarlo, ma c'è. Nel cuoricino c'è.
ENNNNNULLA, ho appena deciso che pubblicherò solo una volta finito perchè altrimenti coi commenti mi distraggo >->
Sooo, ci vediamo quando avrò finito di ripetere :D
~•~•~{un po' d'ore e sofferenze dopo}~•~•~
Okay, è passato un po'...tipo tanto >->
Quando ho finito di scrivere qui c'era ancora il sole, rIP-- Se ci penso mi manca (????) :c
Il sole mi arriva direttamente in casa solo all'alba ed al tramonto, oggi al tramonto stavo studiando quindi me lo son perso ;-; Rippini ;;-;;
Aaaanyway...non ho altro da dire!
Ora vado a scrivere fluff su un certo professore di scienze automobilistiche ed un certo professore di giapponese perchè mi rendono troppo s o f t
bAIIII~
「 Flame 」
'..sono un'idiota'
Ithilbor si guardò attorno, nella casa deserta. Si recò in camera da letto, poi nel bagno, poi nella cucina ed infine nella sua cameretta, per prendere carta e penna.
Ma lo stava facendo davvero? Oh, a quanto pareva...
'Non si sa mai'
Si ripeteva da anni...ormai erano quasi dieci? Non lo sapeva, aveva perso il conto...però...'non si sa mai'.
Lasciò il biglietto sul tavolo della cucina e, dopo un'ultima ispezione della casa, si richiuse dietro la porta, lasciando la chiave in una piccola rientranza segreta, com'era sempre stato solito fare suo padre. Si guardò attorno, nell'oscurità della periferia alla sera, per poi lasciar andare lentamente il pomello e sospirare, iniziando a nuotare verso il centro della città, dove gli altri la stavano aspettando.
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