Capitolo 6
Stefan
So di star correndo un pericolo che non correvo da tanto. Ma adesso sono qui. A gareggiare per sconfiggere il suo ricordo.
Si avvicinò a me Chloe, con addosso un vestito nero attillato ed aderente che abbracciava ogni sua forma, i capelli che le coprivano le spalle, dei tacchi brillantinati e una piccola borsa tra le mani.
«Ehi, sei pronto a gareggiare?» Sussurrò prendendosi la mia mano e poggiando la schiena contro il mio petto.
«Nato pronto, tesoro» mormorai, lasciandole un bacio tra i capelli biondi.
Si ero pronto, ma ero lì solo per sentire l'adrenalina impossessarsi del mio sangue.
«Non sembra, sai?»
Si girò verso di me, poggiando il seno sul mio petto e alzandosi in punta di piedi per arrivare al mio viso.
Le concessi un bacio a stampo. Perchè i miei occhi avevano già catturato qualcosa dietro di lei. O meglio qualcuno.
Le strinsi con forza i fianchi tra le mani, mentre guardavo Hellen parlare con un ragazzo che doveva gareggiare contro di me.
Indossava un top nero aderente con al collo gioelli in argento, una giacca in pelle e una minigonna che non copriva molto. Mi faceva sentire vulnerabile.
Non potevo gareggiare con lei vestita così.
Vidi in lontananza un uomo familiare avvicinarsi dietro di lei e mollai Chloe lì per andare a fermarlo.
«Che cazzo stai facendo?» lo fermai, stringendogli il collo con una mano.
«Caro Harrison, sto solo andando a prendere ciò che deve subire una lezione.» mormorò a fatica. La mia mano stringeva troppo forte.
Quando si parlava di lei non riuscivo a contenere nè la rabbia nè la gelosia. Lo trascinai via di lì, spingendolo contro un muro lì vicino.
«Non ti è bastato ciò che ti ho fatto quando hai provato a toccarla in quel cazzo di vicolo di merda? Ne vuoi ancora?»
Lui scoppiò a ridere. Sembrava non importarli.
«Ne vuoi anche tu?» estrasse dalla tasca un coltello e lo puntò vicino alla mia gola.
«Andiamo, fallo se ne hai il coraggio» lo sfidai con gli occhi e spinse il coltello più vicino.
«Lo farei, ma poi la biondina piange e viene a strusciarsi su di me.» Parlava di Chloe.
Mi interessava? Assolutamente no.
«E quindi? Può anche farlo, non mi importa.»
Scoppiò a ridere come se ciò che avessi detto lo divertiva a tal punto da farmi un lieve taglio sulla gola.
«Spero ti sia di lezione, Harrison.»
Gli presi il coltello dalle mani e lo puntai alla sua gola.
«Non ti ammazzo adesso, per aver solo osato guardarla, perchè poi mi rimani sulla coscienza. Ma sai che ti dico? Non mi interesserebbe neanche» lanciai il coltello per terra e me ne andai.
Sentii uno sparo, segno che i motociclisti dovevano già essere alle proprio moto. Raggiunsi in fretta la mia.
«Ora che siete tutti qui, dovrete portare una donna con voi.» Urlò l'organizzatore della gara all'autoparlante.
Presi Chloe per mano e la portai con me.
La feci sistemare dietro di me, le sue gambe mi stringevano la vita e le sue mani mi toccavano l'addome.
Guardai i partecipanti e notai Hellen insieme a quel ragazzo dai capelli scuri. Mi pare ricordare che si chiamasse Andrea Anderson.
Che ragazzo di merda. Almeno mi sono fatto la sorella ed era pure carina.
Sentimmo due spari. Gara iniziata. Mi abbassai la visiera e spinsi la moto a tutta velocità. Chloe strinse tra le dita la mia maglia per la paura.
Non mi importava che avesse paura, la mia priorità era di battere quel coglione e fargli capire che la ragazza alle sue spalle era di qualcun'altro.
Aumentai la velocità e sentii l'adrenalina fare capolineo nel mio cervello. Nel mio essere.
Anche se la mia mente era altrove. Era nei ricordi di noi due. Scossi la testa per levare quei ricordi.
Dopo pochi secondi arrivai primo, fermai la moto e aiutai Chloe a scendere. Inutile dire che stava tremando.
Arrivò il mio gruppo e mi circondò iniziando a parlarmi.
«Ste, congratulazioni come al solito per aver vinto la gara»
Quel soprannome mi diede dei brividi lungo la schiena. Mi chiamava lei così.
«Steven, non chiamarmi così»
Alzò gli occhi al cielo.
«Giusto, comunque ti sei tagliato?» indicò la mia gola.
Mi toccai la gola, sentii del sangue. Ma non mi importò più di tanto.
Chloe mi girò verso di lei e mi diede un bacio sulle labbra. La tirai verso di me e approfondii il bacio.
La mia lingua si scontrò con la sua in una danza che non mi fece impazzire più di tanto. Ma sapevo che la eccitava.
Sentii uno sguardo bruciarmi addosso, sollevai lo sguardo e la vidi guardarci da lontano.
I suoi occhi contenevano una scintilla, non riuscivo a decifrarla ma ero sicuro che era di odio.
Hellen
Sentii il cuore spezzarsi ancora di più. Quella vista mi stava frantumando.
Almeno vicino a me c'era Andrea che mi guardò con quei occhi marroni che si incastravano nei miei.
«Sei bellissima» sussurrò mentre mi accarezzò la guancia. Strappandomi un sorriso.
«Grazie, anche tu» mi alzai in punta di piedi e gli baciai la guancia. Facendolo arrossire.
Scoppiammo a ridere.
L'unica cosa che mi faceva sentire a disagio era il suo sguardo che mi bruciava addosso come fuoco ardente.
Stavo facendo la cosa giusta?
Lui mi attirò a sè, baciandomi la guancia e accarezzandomi le punte dei capelli.
«Lo conosci?» mi sussurrò all'orecchio indicando Stefan con il capo.
Se conosco Stefan Harrison? È serio?
«Si, solo di vista» mentii.
Mi strinse in un abbraccio, le sue braccia mi strinsero la vita attirando il mio bacino più vicino al suo.
«Andrea?» una voce femminile interruppe quell'abbraccio.
«Viola, non ora» mormorò sprofondando il viso nell'incavo del mio collo.
«Coglione, è seria come cosa» Sentii Andrea scrollarsi dall'abbraccio, strappandomi un lieve sospiro di sollievo.
Troppo affettuoso.
«Hel, torno subito» mi sorrise per poi andarsene via.
Rimasi lì confusa, finchè non sentii una mano tapparmi la bocca e sgranai gli occhi.
Era già successo..
Mi trascinò in un vicolo, sbattendomi con violenza al muro e provocandomi un dolore alla schiena.
«Ti prego, lasciami stare» riuscii a sussurrare a fatica dietro la sua mano.
«Devo darti quella lezione, ricordi?» mi sorrise malvagiamente.
Mi bendò gli occhi e sentii una punta metallica alla tempia. Una sensazione di paura mi attraversò.
I miei muscoli si irrigidirono a tal punto da non riuscire nè a muovermi nè a divicolarmi.
«Le tue ultime parole?» mi chiese con tono seccato.
Non risposi. Non riuscivo a formulare una frase. Avevo troppa paura.
«E le tue, Keller?» sentii la sua voce poi la punta metallica spostarsi dalla mia tempia.
«Vedo che proteggi sempre la tua ragazzina.» lo canzonò.
Alzai la benda e vidi la pistola puntata alla sua tempia. Cercai di ingoiare il groppo che mi si stava formando nella gola.
«Io non proteggo nessuno.» lo sfidò, ma non andò proprio come sperava.
Jason sorrise malvagiamente e puntò la pistola verso di me.
«Allora posso fare questo» sparò alla mia gamba.
Caddi atterra tenendomi il polpaccio, imprecando. Persi sangue velocemente.
Cercai di resistere ma le mie palpebre iniziavano a farsi pesanti fino a non vedere più nulla.
Prima di vedere del tutto buio, vidi il suo bellissimo viso chinato verso di me.
«No Harley Quinn, resisti, cazzo!» mi tenne il viso tra le mani cercando di tenermi sveglia.
Non riuscii a resistere e all'improvviso vidi completamente buio.
Spazio autrice📚:
Come state tesori? Vi è piaciuto?
Ammetto che la fine è un po' drammatica e ammetto anche di essere da ricovero, siete libere di insultarmi.
Ho deciso di farvi mezzo capitolo completamente dedicato a Stefan per farvi capire un po' le sue emozioni e la sua ""storia"" con Chloe.
Avete capito qualcosa di lui? Se si, cosa?
Dimenticavo, vi piace Andrea come personaggio per Hellen?
Grazie di tutto, ci vediamo presto tesori♡
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