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↻Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 5

"Un attimo, sono sicura di averlo messo qui..."
Kate prese a rovistare nella propria borsa a tracolla, tirando fuori roba di ogni tipo. Delle caramelle, dei fazzoletti, un pezzo di carta stropicciato, altre caramelle, un paio di biglietti del bus, una matita mangiucchiata, ALTRE CARAMELLE e....oh, eccolo! Il suo taccuino rosa, pieno di stickers e disegnini, ma provvisto di davvero pochi appunti. Nastas'ya la guardava, quasi sconcertata, con una mano alla fronte.
'Questi...americani.....'
Pensò, osservando la giovane sfogliare il disordinato taccuino.
"Ecco!! 'Appunti su Carrie Smith'!"
La bionda mostrò, tutta fiera, la pagina piena di disegnini ed appunti scarabocchiati, che risalivano al giorno prima -data in cui erano iniziate le Investigazioni-, durante un colloquio che le due, insieme ad Alessandra ed Haneul, avevano avuto con Tucker ed Oscar.
"....sappiamo solo il suo indirizzo, la data della sua scomparsa ed il nome di suo marito, dovremo fare un bel pò di lavoro oggi"
Commentò Nastas'ya, osservando attentamente le note della propria matricola, mentre quest'ultima dondolava sui propri piedi con un ritmo preciso.
'Aaavanti....iiindietro....aaavanti....iiindietro....aaavan-'
"Và a cercare l'agente Scarlatti e la recluta Chang" Improvvisamente, la russa restituì all'altra il proprio taccuino "Inizieremo le indagini interrogando il marito"
"Beh si, mi sembra la cosa più ovvia da fare..."
Kate ripose tutti i suoi averi nella propria borsa, e se la sistemò a tracolla, ma se la tolse all'ultimo secondo.
"Devo andare prima in bagno..." Mormorò a sè stessa, per poi voltarsi verso Nastas'ya "..Poi andrò a cercare la detective Scarlatti ed Haneul! Promesso!"
Detto questo, la bionda corse via, senza chiudersi la porta dietro ed andando anche a sbattere contro un povero Matvey assonnato. L'esperta dai lisci capelli corvini sospirò e, scuotendo la testa, si alzò dalla poltrona su cui si era accomodata poco prima, facendo per chiudere la porta, ma la vista di Alessandra ed Haneul la fermò. Le due alzarono lo sguardo verso la russa nello stesso momento, e lei si spostò per permettere alle colleghe di entrare, chiudendosi dietro la porta, non preoccupandosi minimamente di andare ad avvertire Kate.
"Dov'è Kate?"
Chiese subito Alessandra, guardandosi attorno nello studio che l'Hunt Corporation le aveva messo a disposizione. Haneul l'imitò istintivamente, cercando con lo sguardo la matricola canadese.
"È andata a cercarvi. Tra poco tornerà..credo...." Nastas'ya sistemò le braccia dietro la schiena, e si diresse verso il centro della stanza, assumendo un'aria quasi grave "...ad ogni modo, non appena recupereremo la recluta Bernier, dovremo recarci a quest'indirizzo"
Tirò fuori un foglietto, mostrandolo alle giovani donne. Haneul annuì lentamente, rialzando lo sguardo verso la collega dopo poco.
"Se non erro, non dovrebbe essere troppo lontano.."
Iniziò a riflettere, e presto Nastas'ya convenne con lei.
"Si. È a soli dodici minuti e trenta secondi da qui"
Precisò, osservando il curioso orologio sul polso destro. Sembrava -pensò Alessandra- uno Smart Watch o qualcosa del genere....sicuramente roba di ultima generazione.
'Chissà quante radiazioni a tenerlo sempre al polso....'
Continuò l'inquieta donna, lanciando un'occhiata di sfuggita all'altra, che subito la ricambiò. Nell'istante in cui i propri occhi rossastri incontrarono quelli glaciali dell'agente Stalina, Alessandra avvertì un brivido. Quella donna...era strana. Sarà stata l'estrema rigidità...ma aveva qualcosa che disturbava non poco l'italiana...e lo stesso valeva per il resto degli investigatori russi. Ripensò a tutti, abbassando lo sguardo. Nastas'ya, Valery, Nazogi, Agap'ya, Dorian, Matvey...sembravano avere tutti qualcosa di particolare, che li distinguevano da un semplice Luka o da un Seojun...ma Alessandra non riusciva a capire cosa fosse. Ci stava pensando da un pò, in verità...cosa rendeva quei russi così....inusuali? Non erano troppo eccentrici -o almeno non tutti- e quasi nessuno aveva caratteristiche davvero particolari...eppure.......eppur-
"...nte Scarlatti?"
"Huh?"
Alessandra si voltò verso Nastas'ya, sbattendo velocemente le palpebre un paio di volte.
"Ci segue?"
Con un cenno della testa, la russa indicò la porta spalancata, con Kate ed Haneul che stavano aspettando le due esperte nel corridoio.
"A-Ah, si.."
Mormorò, leggermente rossa in volo, l'italiana, dirigendosi goffamente verso le due matricole. Nastas'ya sospirò, scuotendo leggermente la testa, chiudendosi dietro la porta dello studio, facendo poi attenzione a chiuderla a chiave.

Micheal Smith era un ometto che doveva aver superato da qualche anno la trentina, magro, bassino -Nastas'ya era di poco più alta di lui- e dotato di un paio di baffetti castani, che quasi coprivano interamente il sottile labbro superiore. Sembrava essere piuttosto teso: si tormentava le mani senza darsi un minuto di tregua, e continuava ad inumidirsi le labbra ed, ogni tanto, a degludire. Fece accomodare le quattro donne nel salotto della casa che, appena due anni prima, aveva acquistato insieme alla moglie. I due erano sposati da tre anni, e le pareti della casa erano letteralmente tappezzate da fotografie dei due. Da ciò, le investigatrici compresero che si dovevano conoscere da molto tempo, la foto più vecchia pareva avere dieci o quindic'anni. Dopo aver servito un tè annacquato alle nostre donzelle, il signor Smith si decise a parlare.
"Cosa...vorreste sapere, di preciso..?"
Domandò, con voce flebile e roca. Kate immaginò che si fosse preso un bel raffreddore, ed il naso leggermente arrossato suggeriva che la sua ipotesi doveva essere, molto probabilmente, corretta.
"Qualsiasi cosa che potrebbe esserci utile"
Iniziò Nastas'ya, incrociando le braccia al petto. Notando l'espressione persa dell'uomo, Alessandra allargò leggermente le braccia.
"Per esempio...quando è scomparsa sua moglie?"
Chiese, nonostante fossero già in possesso di quest'informazione.
"Oh, l'altro ieri...era uscita per fare compere verso le otto del mattino -è una donna mattiniera lei- ma non è più tornata, e mi sono iniziato a preoccupare molto..."
"Ma ha deciso di denunciare la sua scomparsa solo di sera, alle diciotto e quarantacinque..."
Osservò Nastas'ya, con tono quasi accusatorio. Micheal parve quasi sorpreso dalle parole dell'investigatrice, e rimase fermo ad osservarla per pochi secondi, per poi annuire.
"Si, si..." Si fermò, tirando su col naso "..è che certe volte faceva cose del genere....spariva per un'intera giornata e poi tornava verso il pomeriggio...inizialmente credevo che sarebbe andata così..."
"Capisco"
Rispose solamente Nastas'ya, dubbiosa.
"Quali negozi frequentava più assiduamente sua moglie?"
Chiese Haneul, guardandosi attorno. La stanza -e l'intera casa- erano in uno stile minimalista, e davano principalmente sul nero e sul bianco, con qualche tocco di colore dato da gingilli sistemati qui e là.
"Oh, come avrete potuto notare...le piaceva molto comprare decorazioni del genere..." Prese in mano una curiosa statuetta rappresentante una donnola bianca, che giaceva sul tavolino da caffè sul quale aveva servito poco prima il suo tè "...le comprava tutte in un negozietto, del quale mi sfugge il nome.."
"Non sarà mica lo Shop of Wonders?"
Domandò subito Alessandra, ma l'uomo scosse velocemente la testa.
"No, no...quel negozio non è sicuramente il suo genere..le statue vendute in quel negozio l'inquietavano...."
La castana, un pò delusa, annuì. Kate si lasciò cadere all'indietro nell'ampia poltrona che aveva occupato, facendo dondolare le gambe.
"Recluta Bernier...si contenga"
La riprese Nastas'ya, ma la bionda l'ignorò, con un sorrisetto.
"Io non conosco nessuna recluta Bernier.."
L'esperta lasciò perdere la minore, irritata, e preferì concentrarsi su Micheal.
"....perchè non ci parla un pò di sua moglie? Carrie?"
Propose, prima che la corvina potesse parlare, Alessandra. Il castano annuì debolmente, guardando verso il basso e tirando su col naso.
"Si, Carrie...ci siamo conosciuti all'università, lei aveva ventidue anni ed io venti...era una donna attiva, e non mento quando dico che sarebbe potuta arrivare a fare anche quattro cose contemporaneamente! Certe volte pareva quasi si teletrasportasse da un negozio all'altro del Westfield..." L'uomo s'illuminò in volto per qualche secondo "...ecco come si chiamava, il centro commerciale! Westfield! Ecco, non si trattava di un negozietto...ma è lì che passava praticamente intere giornate...in effetti, non è troppo lontano dallo Shop of Wonders, capisco perchè abbiano collegato i due casi.."
Spiegò, e subito Nastas'ya si alzò, porgendogli la mano fredda e sottile.
"Va bene, grazie per la sua disponibilità. Ora abbiamo un luogo dove investigare"
Micheal, sorpreso dal comportamento della donna, annuì velocemente, stringendole la mano.
"...vi accompagno alla porta, allora"
Si alzò a sua volta, ed Alessandra ed Haneul l'imitarono. Kate, invece, rimase nella sua poltrona, lanciando un'occhiata ai quattro.
"Devo alzarmi per fooooorza?"
Chiese, alzando pigramente un braccio.
"Secondo lei?"
Fece, con un tono vagamente acido, Nastas'ya.
"Qualcuno mi aiuti ad alzarmi allooooora" Alzò lo sguardo, notando che Haneul era la più vicina a lei "Haneuuuuuuuuul, aiutamii"
La coreana sospirò, porgendo una mano alla minore ed aiutandola ad alzarsi.
"Oplà!"
Fece Kate, subito dopo essersi rimessa in piedi. Haneul si allontanò velocemente, dirigendosi verso l'ingresso della casa, e la bionda la seguì a ruota.
"Certo che questa casa è proprio bella!"
Osservò, e la maggiore si limitò semplicemente ad annuire ed a commentare con un 'Mh, non è male..'.

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"Phew...questo era l'ultimo..."
Kate si stiracchiò, mentre Nastas'ya sembrava piuttosto frustrata. Nessuno dei negozianti era riuscito a darle informazioni utili, se non qualche inutile pettegolezzo o la lista degli oggetti solitamente comprati dalla donna...che si riducevano ad un mucchio di inutili cianfrusaglie! Quella Carrie Smith -pensò la donna- doveva essere davvero noiosa....e forse anche stupida.
"Dirigiamoci verso l'uscita...questo posto non ci porterà da nessuna parte"
Disse, irritata, la russa, iniziando a camminare senza nemmeno controllare che Kate la stesse seguendo. Infatti, la minore le corse subito dietro.
"Ehy! Perchè non mi aspetta?!"
"Non ho tempo da perdere con i suoi capricci"
Era incredibile come quella donna si ostinasse a darle del lei! Kate lo trovava quasi fastidioso...ma alla fine era piuttosto divertente. Una donna alta, seria ed a tratti spaventosa che le dava del lei! Pff-
"Scoperto nulla?"
Chiese Haneul non appena vide le due, e per sua sfortuna Kate scosse energicamente la testa. La matricola sospirò, alzando la testa.
"Nemmeno noi...abbiamo scoperto solo che qui c'è una specie di seconda sede dello Shop of Wonders, ma si occupa solamente di orologi..e non vende bene, affatto"
Spiegò la coreana, mentre Alessandra annuiva.
"Siamo quindi ad un vicolo cieco?"
Domandò Kate, inclinando la testa e con uno strano sorrisetto sul volto.
"Non credo...sospetto che il marito c'entri qualcosa, e che ci abbia fatte venire qui per farci perdere tempo"
Ipotizzò Haneul, e la più piccola del gruppo annuì.
"Lo credo anche io..."
"Ma non l'avete visto? È chiaramente devastato dalla perdita della moglie"
Provò a dire Alessandra, ma venne presto interrotta dalla propria matricola.
"Potrebbe star fingendo....."
Osservò infatti Haneul, e la maggiore si morse il labbro.
"Non credo..."
Sussurrò, distogliendo lo sguardo dalle colleghe, e posandolo per puro caso su Luka e Seojun, che si trovavano in un bar poco lontano, accompagnati da un adolescente dai capelli dorati ed il volto costellato di lentiggini.

"Ah, Gerard....litigava molto spesso con sua sorella, e le loro discussioni finivano sempre con lui che si chiudeva nella sua camera, per poi chiamare me o qualche nostro amico..." Il ragazzo si sistemò gli occhiali, e sospirò "..a dirla tutta sono piuttosto preoccupato per lui, non ha mai fatto qualcosa del genere"
Luka annuì, mentre Seojun scribacchiò qualcosa sulla propria agenda.
"'Qualcosa del genere'..? Nel senso.."
"Scomparire improvvisamente senza lasciar traccia. Sua sorella l'ha fatto diverse volte, in verità...ma in generale non ha mai passato più di dodic'ore fuori casa"
"Capisco. Tu e Gerard...eravate molto amici, giusto?"
Christian, questo era il nome del ragazzo, annuì velocemente.
"Si, Gerard era..il mio migliore amico.." Spiegò, giocherellando con il proprio bicchiere, sul cui fondo giacevano dei resuidui dell'aranciata che si era spazzolato poco prima in un solo sorso "...ci sono sempre piaciute le stesse cose, ha presente? Fumetti, cartoni animati, manga, anime, videogiochi, queste cose qui, insomma"
"Immagino...quindi..non aveva un bel rapporto con Gwen?"
"Non proprio...non aveva un bel rapporto con nessuno dei suoi parenti, e lo stesso valeva per Gwen. I loro genitori sono davvero...esigenti. Nessuno dei due è un genio a scuola...o almeno, questo è ciò che so...Gerard mi parlava davvero poco di Gwen, e non la conosco personalmente.."
Luka sorrise al minore, cercando di apparire il più accomodante possibile.
"Non preoccuparti, ci sei stato d'aiuto"
"Questo è il mio numero, nel caso volessi contattarci"
Seojun porse al ragazzo un foglietto di carta, che riportava il suo numero accompagnato dal suo nome.
"Va bene, grazie!" Christian gli sorrise, ma cambiò improvvisamente espressione, come se gli fosse venuta una cosa in mente "Un momento, vorrei farti una domanda.."
"Dimmi pure!"
"...non sei giovane per essere un investigatore? Cioè..non dovresti avere almeno ventidue...ventitrè anni?"
La povera matricola cadde a gambe all'aria, spiegando poi al ragazzo di avere ben ventiquattro anni...e non, come credeva l'adolescente, circa diciotto. Luka, nell'uscire dal bar, provò a confortare il minore, dandogli delle leggere pacche sulla spalla.

"Quindi? Com'è andata con quel Christian?"
Matvey si avvicinò ai due investigatori, con le braccia incrociate dietro la testa e con molta nonchalance. Subito dietro di lui c'erano Daksha ed Agap'ya, mentre Ester, essendo molto curiosa, si era avvicinata al russo.
"Ci ha dato qualche informazione su Gerard..." Iniziò a spiegare Seojun "..sembra fosse un suo buon amico"
Si voltò, con un sorrisetto, verso Luka, che ricambiò goffamente.
"Invece, i commessi? Sapevano nulla?"
Domandò poi il minore, ed Ester scosse la testa.
"Nada!"
Esclamò, allargando le braccia.
'Beh...ha senso, perchè mai dovrebbero ricordarsi di ogni singolo cliente..?'
Pensò Agap'ya, rigirandosi tra le mani un accendino nero, sul quale erano stilizzate delle ali di corvo dal fine contorno bianco. L'aveva trovato per caso in uno squallido negozio nel quale si era ritirata per pura noia dopo un allenamento di box pomeridiano e l'aveva comprato nonostante, all'epoca, non ne avesse veramente bisogno. Quelle ali, però, erano davvero fighe.
"Ed...ora che si fa?"
Matvey si voltò verso Daksha, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. L'uomo inclinò la testa di lato, alzando lo sguardo.
"Che si fa..?" Ripetè, sistemando le mani, riparate da soffici e caldi guanti bianchi, nelle tasche del proprio cappotto invernale, che, come aveva osservato Matvey, era fin troppo pesante per la stagione "Difficile da dire...non abbiamo una scena del delitto od un cadavere...e l'unica cosa su cui possiamo fare affidamento sono le testimonianze di qualche ragazzino..."
Riflettè ad alta voce il maggiore, mentre la matricola che gli era stata assegnata l'osservava.
"Le prove fisiche ed i cadaveri non sono tutto..." Iniziò dopo un minuto scarso il più alto "...gli interrogatori, le indagini sul campo, gli inseguimenti...non li trova eccitanti?"
Gli occhi di Matvey s'illuminarono, e Daksha rimase quasi sorpreso dalle sue parole.
"Mh, capisco il tuo punto di vista"...
Mormorò il canadese, che si grattò la tempia. Il minore gli rivolse un sorriso soddisfatto, mentre Ester chiamò i due.
"Si ritorna al Duble Face! Vi ricordate della cameriera dai capelli blu? Mi ha appena telefonata! Ha delle informazioni su Gwen!"
Mostrò il telefono dorato, ornato da un piccolo portachiavi a forma di gatto che Daksha trovò essere davvero carino, che riportava, su uno schermo interamente nero, la scritta 'CHIAMATA TERMINATA', che lasciò presto spazio ad una schermata che mostrava il contatto di una certa 'Shana Double Face'.
"Non ricordavo il suo cognome!"
Si giustificò, sulla strada verso il pub, la castana subito dopo che Matvey, divertito, le fece notare la cosa.

"Voi mi conoscete già" Shana, che portava i capelli blu legati in un codino, s'indicò "Mentre loro sono Agatha ed Emma, anche loro conoscevano Gwen"
Le due cameriere si erano sistemate ai lati della ragazza dagli occhi dorati. Emma, quella alla sua destra, doveva aver superato da poco i venticinque anni, ed i suoi capelli erano lunghi e mossi, interamente bianchi fatta eccezione per qualche ciocca, che dava sul grigiastro. Aveva degli occhi rotondi, di un rosso brillante, che veniva ripreso nella sua uniforme. Agatha, invece, sembrava essere l'esatto opposto dell'altra: doveva aver compiuto da poco i diciannove anni (o forse i venti?) ed i suoi lunghi capelli corvini erano estremamente lisci...praticamente simili a spaghetti, e la cosa non sfuggì a Matvey. Aveva gli occhi di un profondo azzurro, che, come per Emma, veniva ripreso nella sua uniforme. Shana, invece, ne indossava una classica, nera e bianca.
"Maberly Emma, al vostro servizio"
Salutò con un inchino Emma, ed Agatha, evidentemente a disagio, l'imitò goffamente.
"Christerson Agatha"
Mormorò solo, mentre Shana l'osservava con un sorrisetto.
"Cosa possiamo fare per voi?"
Chiese subito dopo Emma, squadrando uno ad uno i nostri investigatori.
"Vorremmo parlare con ciascuna di voi in privato...vi dispiacerebbe fornirci i vostri indirizzi ed un orario in cui non disturberemo?"
Azzardò Agap'ya, facendo un passo verso le tre. Shana battè le mani, con un gran sorriso.
"No, non è affatto un problema!"
Esclamò, e presto le altre due l'imitarono. Subito dopo le cameriere trascrissero degli indirizzi su un fazzoletto strappato in tre parti, ed ognuna la porse ad un detective diverso. La prima fu Shana, passando il proprio pezzo a Luka, con un sorriso che il maggiore ritenne quasi inquietante. Subito dopo, l'ex castana si voltò, ridacchiando, verso Seojun, posandogli una mano sulla testa.
"Che carino che sei~" Commentò, avviandosi verso l'entrata del locale "Mi raccomando, non tardate! Vi aspetto"
Detto questo, la ragazza lasciò il Double Face, essendo iniziata da un pò la pausa pomeridiana. La matricola coreana, leggermente rossa in volto, lanciò un'occhiata persa a Luka, che si strinse nelle spalle. Quella si che era una tipa...strana.
"Questo è il mio" Emma porse, senza fare troppe cerimonie, il proprio indirizzo ad Agap'ya "Ora, con permesso...vado a pranzare"
Si diresse verso la cucina facendo un mezzo inchino, ed Agatha si fermò a guardarla fino a quando non scomparì dalla sua vista. Fece un'espressione che suggeriva una leggera delusione, ma si ricompose subito, porgendo poi il proprio pezzo di fazzoletto a Daksha.
"Se non avete bisogno di altro...è meglio che vada anche io, allora..."
Mormorò la cameriera, non dando nemmeno il tempo all'investigatore di finire la propria risposta affermativa e scappando, letteralmente, nella cucina.
"...strana"
Commentò Matvey, incrociando le braccia dietro la testa, facendo per dirigersi verso l'uscita, quando notò che Daksha non si era mosso di un centimetro. Si era fermato ad esaminare un quadro sul muro, e presto Seojun aveva fatto lo stesso.
"È....interessante.."
Aveva commentato il più giovane, e Daksha annuì.
"Che cos'è? Voglio vedere!"
Esclamò Ester, sistemandosi tra i due. Il quadro, dotato di una cornice in legno scuro, era leggermente inclinato verso destra, e ritraeva una..chiave? Era una...semplicissima chiave, si. Per essere più precisi, era nera, e l'impugnatura pareva avere la forma di un rombo tridimensionale. L'asta, piuttosto lunga, aveva un'inusuale incisione a spirale, che l'attraversava interamente, non fermandosi nemmeno quando incontrava il pettine, dotato di diversi intagli, scalanature e dentini.
"Una chiave piuttosto particolare.."
Commentò Agap'ya e, come Daksha, ebbe subito l'idea di fotografare il quadro, mentre Seojun iniziò subito a disegnarla, facendo solo uno schizzo veloce e segnando con precisione il numero di intagli e dentini.

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Daksha controllò una seconda volta il cognome: si, era proprio quello. Matvey lanciò un'occhiata furtiva al pezzetto di carta ormai rovinato, per poi controllare l'orario sul proprio cellulare: le sedici in punto. I due si scambiarono uno sguardo d'intesa, ed il maggiore bussò alla porta del piccolo appartamento di Agatha Christerson. Subito, i due poterono udire dei passi, e la figura esile della giovane donna venne presto rivelata dalla spessa porta blindata, aperta dalla stessa.
"Oh, siete qui....davvero puntualissimi"
Commentò la corvina, accennando un mezzo sorriso, che subito Matvey ricambiò per cercare di mettere a suo agio la cameriera.
"Ovviamente, siamo dei gentiluomini noi. Non è vero, detective Mori-- Oh! Che maleducati, non ci siamo presentati per bene. Il mio nome è Matvey Yaropolk Putin..." Il russo si fermò, notando l'espressione dell'altra "...ma può chiamarmi semplicemente Matt"
Aggiunse con un occhiolino.
"Lui invece è il mio collega, il detective Morin...le assicuro che non morde"
Daksha notò come il minore si stesse davvero divertendo...e si limitò a rivolgere un sorriso leggermente imbarazzato alla donna, che si decise finalmente ad aprire la porta di casa per permettere ai due di accomodarsi. L'ingresso dell'appartamento di Agatha portava direttamente sul soggiorno-cucina, arredato con mobili semplici e che davano tutti sui colori chiari....aveva un aspetto davvero elegante.
"Prego, accomodatevi pure qui..."
La donna indicò un grosso divano grigio, che pareva essere tremendamente comodo. Infatti, Matvey non se lo fece ripetere due volte, e si fiondò -però con discrezione, eh- subito sul sofà, rivolgendo subito un complimento ai morbidi cuscini. Agatha ridacchiò, e ringraziò con un filo di voce il detective, mentre Daksha prese posto a sua volta.
"Quindi...cosa vorreste sapere, di preciso?"
Chiese, una volta sedutasi su una poltrona posta davanti al divano, Agatha, tradendo un vago nervosismo.
"Informazioni sulla signorina Gwen Harvey in generale...lei la conosceva personalmente, giusto?"
La minore annuì, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.
"Esattamente...da qualche anno, credo tre o quattro. Frequentava molto spesso il locale, spesso in compagnia dei suoi amici. Sono una combriccola di circa dieci persone...ma nessuno le era veramente vicino"
Spiegò, e subito Daksha annuì: ciò coincideva con quello che aveva detto Shana la sera precedente.
"Capisco. Quindi lei, Shana ed Emma siete le sue amiche più strette?"
Continuò, mentre Matvey -incredibilmente, pensò l'esperto- si limitava ad osservare. Agatha si morse il labbro inferiore, abbassando lo sguardo.
"Uhm...non saprei se metterla proprio così, ma...più o meno, siamo lì"
Mormorò, gesticolando con la mano destra ed alzando il volto, ma evitando comunque gli occhi di Daksha.
"Ha la più pallida idea di dove potrebbe trovarsi ora la signorina Gwen?"
Chiese Matvey, giocherellando con un piccolo cuscino mentre poneva la sua domanda. Agatha arrossì leggermente, per poi degludire.
"...io...uh, no....so che frequentava molto la discarica in periferia, ma....credo sarebbe troppo scontato..no?"
Inclinò la testa, studiando la reazione dei due.
"Potrebbe...ma spesso mi è capitato di ritrovarmi il calzino destro nella cassettiera dopo averlo cercato nei posti più improbabili per settimane..."
Osservò Matvey, accavallando le gambe e facendo dondolare la gamba destra, posta su quella sinistra. Daksha si voltò verso di lui, inizialmente confuso dallo strano esempio, ma del quale comprese comunque il significato.
"Ha ragione...vale la pena cercare lì"
Disse poi il canadese, spostando nuovamente la sua attenzione su Agatha, che annuì lentamente.
"Giusto...giusto" Ripetè, per poi alzarsi "Ora, con permesso....dovrei andare a fare delle commissioni.."
Matvey notò come fossero passati a malapena dieci minuti dalle quattro...orario che aveva indicato la stessa Emma. Sospetto.
"Oh, certamente...la contatteremo se avremo bisogno nuovamente del suo aiuto"
Daksha non parve affatto turbato dal comportamento della donna, e si alzò subito, facendo poi un cenno a Matvey di seguirlo. Lui ubbidì, rivolgendo un inchino alla donna che li aveva ospitati.
"Arrivederci, Miss Christerson"
Fece in modo teatrale prima di essere, letteralmente, trascinato via da Daksha. Una volta usciti dall'appartamento, i due rimasero nel più totale silenzio, iniziando a parlare solo una volta entrati nell'ascensore.
"Secondo me nasconde qualcosa...credo che, dopo aver confrontato tutte le testimonianze, ci convenga recarci alla discarica"
Matvey, che fino a quel momento si stava esaminando nello specchio dell'ascensore, si voltò verso l'esperto.
"Concordo"
Convenne subito lui, osservando con impazienza i numeri che apparivano sul display posto proprio sopra le porte dell'ascensore.
'Terzo.....secondo.....primo....piano terra'

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"È stato un piacere!" Emma chiuse la porta di casa, e subito dopo tirò un sospiro di sollievo "Vecchia racchia"
Disse poi a denti stretti.
"Brutta stronza.."
Sussurrò Agap'ya, irritata. Ester le rivolse un'occhiata un pò perplessa, per poi sospirare.
"Andiamo, era solo.."
Provò a dire, ma un'occhiata glaciale da parte dell'altra l'ammutolì.
"Ci ha praticamente cacciate" Iniziò Agap'ya, sistemandosi le maniche della sua linda camicia, arrotolate fino ai gomiti "...però non credo che ci stia nascondendo qualcosa"
Ammise, quasi sconfitta. Ester inclinò la testa portandosi una mano al mento.
"Perchè mai? Era piuttosto sulla difensiva.."
Lasciatesi alle spalle il palazzo della giovane donna -viveva ad un piano terra, per fortuna della detective Novikov-, Agap'ya riprese a parlare, giocherellando con i propri anelli in ferro.
"No, non era sulla difensiva...era solo tremendamente irritata. Da cosa? Senza dubbio dalla nostra visita..." Si fermò, alzando lo sguardo al cielo "....ma non sembrava nervosa. Solo irritata...infastidita, ecco. Era infastidita...forse avevamo interrotto qualcosa? Effettivamente ci aveva chiesto di venire alle cinque e mezzo...e noi ci siamo presentate alle cinque e un quarto"
La detective fece un'altra paura, ed Ester ne approfittò per parlare.
"Quindi...secondo lei è innocente e non ha nulla a che fare con la scomparsa dei gemelli?"
"Esattamente.."
"E crede anche che non sappia nulla?"
A questa domanda, Agap'ya si fermò, sorridendo di sbieco alla minore.
"Tu che ne pensi?"
Ester degludì, e rimase probabilmente a pensare per due o tre minuti.
"Non saprei...sembrava volesse nascondere qualcosa, ma basandomi su quello che dice...ahh, sono confusa..."
Sconfitta, l'italiana sospirò.
"Si, sembrava volesse effettivamente nascondere qualcosa..." Riflettè la corvina, sfilandosi un anello e passandoselo tra le mani "...ma era quasi come se lo stesse rendendo fin troppo palese, come se volesse che noi ce ne accorgessimo...come se volesse..."
"...sviarci..?"
Ester trattenne il fiato, ed Agap'ya annuì, soddisfatta.
"Boom. Esatto. Lei è una semplice complice, ma sicuramente non è la nostra donna...il cerchio, quindi, si restringe intorno a sole due indiziate...ci conviene raggiungere gli altri agenti"
"Il detective Goutier e Seojun, però, dovevano recarsi da quella Shana alle diciotto, se lo ricorda? Dovremo aspettare un pò per incontrarli..."
Osservò la matricola, e l'esperta annuì subito.
"Giusto, giusto....dannazione.." Sussurrò a denti stretti "..vabbè, li aspetteremo nello studio"
Concluse dopo poco, prendendosi una sigaretta.
"Mica ti dispiace?"
"No, no"

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"Mi fa piacere che siate qui!"
Shana si sistemò sulla scrivania della sua stanza d'albergo, mentre Seojun e Luka si sistemarono sul grosso letto matrimoniale.
"Quindi..per quanto tempo avete detto che resterete qui..?"
Chiese il maggiore, cercando di non apparire troppo inquietato, alla ragazza, che prese a contare con le dita.
"Otto mesi, ma resterò in quest'albergo solo per una settimana. Otto mesi sono la durata del mio contratto al Double Face...credo che subito dopo tornerò in Corea del Sud, è un così bel posto..!"
Esclamò, mentre un lampo d'eccitazione le illuminò gli occhi. Seojun annuì, osservando meglio quella donna gli pareva quasi di averla già vista...o forse si trattava solamente di un'impressione. Si, doveva trattarsi di uno scherzetto della sua immaginazione...di occhi dorati del genere se ne sarebbe ricordato all'istante.
"Siete originaria della Corea del Sud?"
Domandò la matricola, ma la minore scosse la testa.
"Nope, sono americana...ma ho sempre vissuto in Corea. Mi sono trasferita qui per noia...il mio appartamento non è ancora pronto, i vecchi proprietari stanno ancora traslocando....per questo mi sono ritrovata in questo albergo da squattrinati"
Spiegò vivacemente la blu, senza mai smettere di sorridere.
"Capisco...conosceva già la signorina Harvey?"
"Si, la conoscevo da un paio d'anni"
"Eravate molto amiche?"
"Si, dai...sapete, Gwen amava i miei capelli..! Non ho la minima idea di dove potrebbe essere, sa....non lo so proprio..." Si portò un dito al mento, come per riflettere "...passava molto tempo in una certa discarica...molto spesso insieme ad Agatha! Però a sua madre non piaceva affatto la cosa...no no, sua madre ci odia! Ed odia anche il fatto che Gwen, in passato, abbia avuto una fidanzata...e, sapete, credo che sua madre abbia paura che anche Gerard, suo fratello, abbia gusti del genere...ma non è affatto così, nossignore! O almeno credo...cioè, dovreste vedere la sua camera, o quella buffa felpa che gli ha comprato un suo amico! Con tutte quelle ragazz-"
Luka si schiarì la voce, un pò a disagio.
"Va bene...quindi i gemelli hanno un brutto rapporto con la madre?"
"Esattamente! E nemmeno con il padre sono in così buoni rapporti...credo che in quella famiglia si odino tutti quanti a vicenda, perfino i due genitori..!" La ragazza si avvicinò leggermente ai due uomini, incrociando le braccia "Sapete...credo che il loro matrimonio non durerà ancora per molto..."
Seojun si voltò verso Luka, perplesso: non erano lì per farsi gli affari di quei poverini...quella tipa gli stava fornendo fin troppe informazioni.
"...d'accordo...ha altro da dirci a proposito della signorina Harvey?"
Provò a dire il maggiore, e Shana inclinò la testa.
"Mh-"
La porta della stanza si aprì, rilevando un alto uomo -doveva sfiorare i due metri- dai capelli di un azzurrino chiaro, sistemati verso l'alto probabilmente grazie a quintali di gel. L'uomo aveva gli occhi sottili, di un colore che andava al castano scuro al nero, e la sua bocca era coperta da un fazzoletto rosso.
"Oh! Bentornato, c-" Shana si bloccò improvvisamente, sgranando gli occhi. Si ricompose subito dopo, mentre l'altro le rivolse un'occhiataccia "c-..caro! Sei..tornato prima...com'è andata al lavoro....?"
Il nuovo arrivato fece dondolare la testa un paio di volte, togliendosi poi il lungo cappotto marrone che indossava. Rilevò di essere in possesso di un fisico invidiabile, reso piuttosto evidente dalla...canotta che stava indossando, sistemata all'interno di due jeans larghi. Luka e Seojun gli lanciarono un'occhiata confusa, ma Shana e l'uomo l'ignorarono.
"Bene, quindi?" L'uomo annuì solamente, avvicinandosi alla fidanzata "Non è ancora giorno di scadenza...vero?"
Ancora una volta, l'azzurrino annuì, per poi dirigersi verso il bagno.
'Giorno di scadenza..? Ma se siamo solo al diciotto ottobre...'
"È....il suo fidanzato?"
Domandò, titubante, Luka, e Shana annuì subito.
"Si chiama Charles...è un tipo silenzioso, lui. In verità ha un problema alla bocca e-"
"La ringrazio per la disponibilità...se non ha altro da dirci sui gemelli.."
"...no, non c'è altro" Luka si alzò, e Seojun lo imitò all'istante "Ma prima che ve ne andiate...non vi dispiacerebbe chiacchierare un pò?"
I due rimasero in silenzio, quando il cellulare di Luka squillò.
"Desolato..! È una mia collega.."
"Dobbiamo scappare! Ancora tante grazie!!"

No, i capitoli di 5000 parole tonde tonde non mi piacciono proprio...vabè qwq
Cosa pensate di questo capitoluzzo e di questi nuovi personaggi?~ Potremmo aver scoperto qualcosa d'interessante...eheheh uwu
Non ho dei prestavolti per le 'new entry', solamente dei concept art per quelli davvero importanti...che vedrete più in là. Scrivere questo capitolo, comunque, è stato davvero divertente, e ne sono molto soddisfatta! Also, di recente mi sto ri-divorando "Due Mesi Dopo", di Agatha Christie, e mi ha fatto venire un vero e proprio sprint...quel libro m'ispira tantissimo, amo soprattutto la parte in cui Poirot ed Hastings vanno in giro ad investigare ...ahhh, adoro troppo...ma il mio preferito rimarrà per sempre Dieci Piccoli Indiani *^* (Nick approva, lol)
Anyway...vi confesso che, dopo aver pubblicato, potrei andare direttamente a scrivere il prossimo capitolo....questa storia mi sta prendendo troppo, scriverla è praticamente terapeutico-
Ora, comunque, vi faccio uno spoilerazzo: nel prossimo capitolo si andrà finalmente ad investigare allo Shop of Wonders uwu
Avverrà tutto in modo parallelo con questo capitolo....nel senso, durante la giornata del diciotto ottobre succede questo E la roba che avverrà nel prossimo capitolo èwé
UH, quasi me n'ero dimenticata, ma presto io ed una mia amica (che ha anche iniziato a leggere sta storia)  faremo uscire una storia ad Oc in collaborazione sul suo profilo...la trama è ancora da definirsi, ma probabilmente girerà attorno alla musica..nel caso potrebbe interessarvi ditemi se vorreste essere taggati :3
(In verità ho già una lista di gente che taggo a prescindere, poi se chiedete di essere taggati tanto di cappello oh)
E niente, me ne volo affanculo, spero abbiate apprezzato il capitolo e che nessun Oc vi sembri OOC (Out of character), nel caso fatemi un fischio ♡♡

×Flame×

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