Capitolo 6 - "Talk on the phone My baby"
"Talk on the phone
My baby"
6.
Riconobbe la sua voce e credette di sognare.
"Nina?" la richiamò di nuovo, il tono dolce e basso.
Non riusciva a trovar pace quella notte, furono fallimentari i suoi tentativi di addormentarsi. La mente lo riportava sempre a quello spazio vuoto, alla sua copertina non completa e inevitabilmente agli occhi tanto espressivi visti nei dipinti di quella ragazza. Nina. Avrebbe dovuto chiamarla, pensò.
Controllò l'ora e pregò che fosse sveglia. Egoisticamente sperò di essere lui la ragione della sua insonnia.
Il numero lo aveva già cercato e trovato il giorno prima, non gli fu affatto difficile ottenere ciò che desiderava. Come sempre il suo nome rendeva tutto più possibile quando si trattava di esaudire desideri e richieste, anche se al tempo stesso lo odiava e avrebbe voluto spogliarsene come di un vecchio jeans.
Con l'orecchio premuto contro il telefono si mordeva le labbra, scostando la tenda e lasciando modo alle stelle di rischiarare una fetta del suo mondo.
Il susseguirsi degli squilli terminò, trattenne il respiro e sentì di nuovo dopo giorni la sua voce. "Sì?"
Si strinse nelle spalle. "Nina.." la chiamò e quasi poté percepire i suoi occhi verdi sgranarsi e le sue labbra socchiudersi. Non rispose e la richiamò per distoglierla dai suoi pensieri.
"Sei davvero tu?"
Nina fece cenno agli amici di rimanere in silenzio.
Il suo respiro si sostituì al suono della risata dell'uomo.
Michael sbottonò i primi bottoni della camicia che aveva indosso, con fare svelto e rapido. Improvvisamente si sentiva soffocare.
"Sono Michael. Scusami se ti ho chiamato a quest'ora, in realtà ero convinto non avresti risposto"
"Se avessi chiamato ieri probabilmente non lo avrei fatto, ma oggi sto festeggiando il mio esame e quindi.. sono qui"
Lei era lì, glielo aveva confermato. Michael sorrise, premendo maggiormente il ricevitore contro i suoi zigomi. L'unica donna che in pochi giorni lo aveva fatto sentire spoglio della sua fama era lì, glielo aveva confermato.
Nick ed Helen guardavano la ragazza confusi, disorientati.
Lei lo sentì ridere nuovamente e le scaldò il cuore immaginarlo sorridere.
"Se stai festeggiando immagino che l'esame sia andato molto bene" Michael si umettò le labbra, socchiudendo gli occhi.
"Per chi mi hai preso? Sono una studentessa da 30"
"Complimenti Nina, sono davvero orgoglioso di te" abbassò il tono, voleva fargli capire quanto fosse sinceramente contento per i suoi successi.
Passò qualche secondo di silenzio, in cui lei sentì una fitta allo stomaco ed un leggero calore alle guance.
"Tu non dormi? Cosa ti tiene sveglio?"
Quanto avrebbe voluto spiegarle, permetterle di comprendere quel suo caotico mondo, la sua assurda insonnia e quei pensieri che gli ronzavano in testa. Le paure, le angosce, la morsa allo stomaco che al calare del sole pareva prendere quel controllo che durante il giorno veniva a mancare. Sospirò, non era giusto darle tormento e se fosse diventata una presenza sempre più attiva nella sua vita, ben presto se ne sarebbe accorta e le parole sarebbero state d'obbligo. Ma il momento non era quello adatto.
"La copertina dell'album e.. ho pensato tu mi potessi aiutare" infondo non era totalmente una bugia la sua, aveva bisogno del suo aiuto e il lavoro a metà contribuiva ad enfatizzare il suo tormento. La sentì trattenere il respiro e sorrise.
"Scusami un secondo.." susseguirono dei suoni ovattati e capì che probabilmente aveva coperto il telefono. Si protese ad ascoltare meglio.
"Ragazzi, è una telefonata importante.. Potreste, non so, andarvene via?"
Michael sentì un calore improvviso al petto e soffocò una risata.
"Ma chi è?" una voce maschile raggiunse le sue orecchie e si eresse con la schiena. Di nuovo quella nota di gelosia, insensata e immotivata.
"E' un collega di mio padre, si tratta di lavoro. Diamine, vi sto chiedendo solo un po' di privacy, ci sentiamo domani, la strada la conoscete" una voce femminile e di nuovo Nina. "Abbiamo molto di cui parlare, non vorrei annoiarvi e vorrei, ripeto, un po' di privacy. Cosa vi prende, dai"
La donna lo nascondeva, come un segreto che voleva custodire tutto per sé.
"Cosa prende a te, non credo proprio sia un collega di tuo padre ma se vuoi ce la beviamo, ce ne andiamo e domani ci racconterai chi è il tuo uomo misterioso"
"Il tuo uomo.." Michael si lasciò sfuggire in un sussurro quanto aveva detto Nick ed eliminò dalla sua mente l'immagine del viso e del corpo della ragazza.
"Scusami tanto.. i miei amici sono pettegoli e insopportabili, ma se ne stanno andando. Non è vero?" Questa volta si rivolse a lui e non poté fare a meno di ridere. Attimi di silenzio, gli amici erano andati via. Ora erano completamente soli.
"Michael.. sei ancora lì?"
"Sì, sono qui... o cercavi il collega di tuo padre?" risero entrambi.
"Non so come potrebbero prenderla se raccontassi loro di essere al telefono con l'indiscusso Re del Pop"
"Oh,Nina.. non c'era bisogno di mandarli via, avrei potuto chiamarti domani" si morse il labbro, in attesa di una risposta che non mancò di arrivare nell'immediato lasciandolo senza fiato.
"No!" veloce cercò di rimediare alla sua risposta avventata. La ragazza rimase ad ascoltare i suoi respiri e il ritmo del suo cuore che inevitabilmente sbatteva forte contro il suo costato.
"Voglio dire, non ti preoccupare! Sarai sicuramente pieno di impegni e mi fa piacere che tu mi abbia chiamato. In effetti speravo di risentirti"
"Io speravo di poterti parlare al ristorante ma.. sei fuggita?"
Nina per poco non si strozzò.
"Non ero da sola.." "Lo so, eri con un ragazzo"
"Un amico" sottolineò lei. Michael rise per la sua correzione.
"Hai bisogno di me per la copertina? Come posso aiutarti?"
"Si, è quasi completa.. ma volevo chiederti se volessi completarla tu e aiutarmi."
"Spero di esserne in grado Jackson" "Sono sicuro di si" e lo era davvero sicuro.
"Quando?"
"Sarei indiscreto se..." fece una pausa, Nina poté immaginarlo mordersi il labbro, umettarselo come effettivamente stava facendo dall'altro capo del telefono.
"Se ti chiedessi di vederci domani?"
La donna sorrise. Non aspettava altro da giorni.
"Guardi signor Jackson, la sua richiesta mi spiazza e mi coglie impreparata. Controllerò immediatamente sull'agenda per confermarle la mia disponibilità" la ragazza si mise a ridere e lui la seguì.
"Si, la prego.. " sussurrò e la poté immaginare con le gote rosse.
"Dopo gli impegni universitari, sono a sua completa disposizione signor Jackson, è una star fortunata lei"
"Molto fortunata.. "
"Michael, ma dove ci vediamo?"
"Ti passo a prendere appena rientri a casa?"
"Perfetto.." la donna strinse la cornetta, richiamandolo. "Michael?" "Sì?" "Come stai?"
Dall'altro capo del telefono calò il silenzio, spezzato a tratti dai suoi flebili sospiri. Tanto chiari da dare a Nina l'impressione di essere vicino a lei, nella stessa stanza. Era una domanda a cui faceva sempre tanta fatica a rispondere. Nessuno vuole sinceramente sapere il tuo reale stato d'animo quando in una conversazione ti viene chiesto come stai o se tutto sta andando bene. Ma quella domanda, in mezzo al nulla, era come se d'un tratto l'interesse fosse vivo e capì. Tutte le buone volontà della ragazza, le stava chiedendo se stesse davvero bene perché si augurava lo fosse.
"Un po' pensieroso e stanco"
"Immagino sia dovuto all'album" Quante cose piccola Nina non puoi immaginare, pensò, ma non osò ribattere.
"Ci stiamo lavorando davvero molto e non vedo l'ora di portarlo a termine"
"Be, se posso permettermi: con tutte le energie che ti starà prosciugando ne uscirà un capolavoro. Poi pensa che per completarlo manca solo la copertina e farò il mio possibile per darti una mano, finirlo in fretta e finalmente ti potrai rilassare e godere un altro straordinario successo"
Michael si sentì amato e leggero, come le era capitato alla cena. Sentiva che le sue non erano semplici parole di circostanza, sentiva la connessione, quel magnetismo mentale che gli permetteva di socchiudere gli occhi e sentirsi meglio.
"Lo pensi davvero Nina?"
"Ne sono fermamente convinta. Un giorno un uomo mi disse che i più grandi artisti non devono mai pensare che il successo appena raggiunto sarà il loro massimo e lavorano per superare sé stessi"
"Che uomo saggio" ridacchiò al ricordo delle sue parole.
"E' solo l'album a tenerti sveglio questa sera? Perché, vede, è abbastanza tardi Jackson"
Pareva in grado di comprendere il suo cuore turbato, se ne sorprese.
"Potrei definirmi un animale notturno, raramente mi addormento presto"
Passò qualche secondo in cui lei non rispose e lui si chiese se avesse detto qualcosa di male.
"Hai visto il cielo questa notte?" non aspettò la risposta.
La ragazza si era affacciata alla finestra, la luna piena le illuminava il viso.
"E' uno splendore" confermò lei.
"Sì, uno dei tanti motivi che mi tiene sveglio la notte è proprio la paura di perdermi notti come queste" confessò.
"Non potrei darti torto"
"Tu Nina, come stai?" la ragazza sorrise, stringendosi nelle spalle.
"Sto bene.. sai" fece una pausa per umettarsi il labbro "oggi ho sostenuto la prima parte dell'esame, domani sosterrò la seconda e sono sicura che andrà molto bene. Per il resto direi che è la solita vita di Nina quella che scorre"
Michael sorrise, alzando il viso verso le stelle, lasciandosi abbracciare.
"Sono felice di sentire che stai bene, mi spiace solo che domani sosterrai un altro esame e invece di riposare sei al telefono con me" "Michael, se non fossi al telefono con te sarei a festeggiare quindi non devi sentirti in colpa. Anzi, avresti dovuto usare i tuoi grandi poteri da VIP per potermi contattare prima."
Il suo tono pareva quasi offeso, come se l'aver aspettato le avesse dato fastidio, sorrise.
"Mi stai sgridando Nina?" "Sì" la sua sincerità lo spiazzava e lo elettrizzava.
Michael rise forte, scuotendola.
"Lo avrei fatto.. credimi"
"Ti credo.. Cosa manca alla copertina?"
Sospirò al ricordo.
"Mancherei io"
"Ti devo fare un ritratto signor Jackson?" all'improvviso si sentì imbarazzato all'idea di posare per lei.
"In realtà solo gli occhi.. Domani ti spiegherò tutto, sii paziente"
"Gli occhi.. " Nina si passò il dito sulle labbra, chiudendo i suoi e immaginandosi quelli dell'uomo.
"Qualcosa non va?" spezzò il silenzio "Li sto ricordando"
Per un po' i due rimasero immersi nei propri pensieri fino a che un sospiro forte da parte della ragazza risvegliò entrambi.
"Sarò orgogliosa di poterli dipingere"
"Grazie Nina"
"Grazie a te, Michael"
"Avevo paura a contattarti.." confessò lui tutto a un tratto.
"Paura? Perché?"
"Che potessi essere diversa dalla donna che ho conosciuto quella sera, così spontanea e sincera."
"Avevi paura potessi iniziare ad urlare al telefono, strapparmi i capelli e correre per strada urlando il tuo nome?"
"Qualcosa del genere, forse.." rise appena.
"Michael, se sono scappata dal ristorante quel giorno era semplicemente per evitare che il mio amico potesse farmi domande scomode a cui non volessi rispondere. Non voglio mettere in pericolo la tua privacy e neppure alimentare stupide dicerie. Fosse stato per me.." si morsicò la lingua, indecisa se continuare la frase.
A Michael brillarono gli occhi.
"Fosse stato per te?"
"Be, se fossi stata sola non ci avrei pensato e sarei venuta da te"
"Sei passata ed eri sola" puntualizzò, alzando un sopracciglio.
"Non lo eri tu, poi eri di spalle e ho pensato che non mi avessi visto o riconosciuto"
Michael al ricordo del suo corpo si imbarazzò appena. Era stato impossibile per lui non riconoscere le sue dolci curve sensuali.
"Mi sottovaluti"
"Forse avevo paura anche io.." confessò. "Di me?"
"Magari avresti fatto finta di non conoscermi e avrei solo fatto una gran figuraccia. Poi so di non essere molto elegante e composta quindi non volevo farti fare brutta figura"
"Non pensarlo mai, Nina, mai. Aver avuto la possibilità di conoscere una ragazza vera come te per me è solo una fortuna."
"Sono davvero contenta di averti risentito. So di essere una persona che prende molto velocemente confidenza ma con te è ancora più naturale. Forse avevo paura che questa sensazione potesse essere diversa"
"Ne avevo tanta anche io Nina, ma ora so che è stato solo un pensiero sciocco."
"Si, ora lo so anche io"
"Nina, ma sei da sola a casa?" il modo in cui pronunciava il suo nome le creava una piacevole morsa all'addome.
"S..sì, i miei genitori non ci sono"
"Ora mi spiego il perché il tuo tono sia così alto ed incurante dell'orario"
"Signor Jackson, mi sta dicendo che sto urlando?" sussurrò ridacchiando.
"Diciamo che sei.. squillante ed energica" risero.
Lo sguardo gli cadde sull'orologio, erano le due passate ma non aveva alcuna voglia di concludere la chiamata.
"Il libro che mi hai suggerito quel giorno.."
"Ti è piaciuto?"
"Lo stavo già leggendo prima di quella sera"
"E' un'ottima lettura, sono contento che la conoscessi già"
"Vorrei chiederti una cosa.."
Nina si portò il pollice alla bocca, mordicchiandosi appena le unghie mentre Michael corrucciò la fronte, curioso di quale potesse essere la sua domanda.
"Certo, chiedimi qualsiasi cosa"
"Domani potrò ascoltare il tuo album?"
"Solitamente è una cosa che non faccio mai fare a nessuno, se non a chi collabora direttamente con me al suono e alla creazione dello stesso."
"Oh.."
Poté quasi percepirla, quella nota di dispiacere che aveva espresso con aria innocente e bonaria.
"Però.. in un modo o nell'altro collaborerai anche tu all'album quindi.."
Lo interruppe.
"Oh Michael, grazie! Non vedo l'ora in realtà di sentirti cantare! Giusto l'altro giorno ho sentito una tua canzone alla radio"
"Quale canzone?" Sorrise appena.
"Human Nature.." "E ti è piaciuta, Nina?"
"E' tremendamente triste Michael, la tua voce.. io.. "
"Esprimiti in tutta libertà Nina, non ti imbarazzare"
Era sinceramente curioso del suo giudizio, di cosa avesse tratto da quel suo brano e non voleva potesse esprimersi con dei filtri in quanto l'autore.
"Io ho sentito tutta la tua solitudine e la tua frustrazione. Non so se la tua fosse solo interpretazione o se fosse un brano autobiografico e sentito ma mi è parso di avere un nodo allo stomaco per tutta la durata della canzone. Mi sono sentita così fortunata di essere semplicemente me stessa, così uguale a tante altre persone e così sconosciuta al mondo. Al tempo stesso tanto sciocca.. Perché ho pensato a tutti quei gesti che faccio ogni giorno e a cui non do il valore che meritano di ricevere. Dimmi.. Ti senti così solo? Perché .. non vorrei fosse così."
"Nina.." la richiamai. Il tono di lui un sussurro, tant'è che la ragazza pensò di esserselo immaginata.
"Inevitabilmente penso che ogni artista si senta tanto solo nella sua fama e nella sua notorietà. Sembrerà forse stupido o sembrerà assurdo agli occhi di chi li vede, magari circondati da miliardi di fan da ogni parte del mondo, vedendoli esibirsi in ogni luogo possibile e donato da Dio, vedendoli sorridenti a chissà quale evento importante, di beneficenza o a qualche premier esclusiva. Circondati da immense troup, ballerini, un largo staff e tra i più celebri personaggi della televisione. Ma la realtà è a televisione spenta Nina. Quando rincasi la sera, dopo una giornata faticosa ed emotivamente difficile, nella tua grande casa dove il primo suono che sentì è l'eco dei tuoi passi sul parquet. In quel momento penso che se ci fosse qualcuno ad attendermi a casa quell'eco sarebbe meno fastidioso, i miei passi si sentirebbero appena, sostituiti da un abbraccio e magari da una voce che mi chiama assicurandosi sia io quello che varca la porta. Quella è la vera solitudine. E' difficile nel mio mondo circondarsi di amici che siano sinceri, è difficile capire chi si interessa al tuo personaggio e a cosa può ricavare dalla vicinanza con te, a chi invece è affascinato e curioso di conoscere di più di quell'uomo. Se mi sento solo Nina? Lo sono sempre stato. Mediaticamente no ma l'uomo, Michael, solo Michael, è sempre stato solo o abbandonato. Con questo non intendo dire che non ho assolutamente amici e conoscenze o che passo tutte le mie giornate in casa a guardare il mio riflesso sul muro ma è difficile tornare a casa e sentire sempre l'eco dei tuoi passi, a cui seguono inevitabilmente i pensieri e di riflesso le cattiverie che Michael Jackson subisce, Michael non le sopporta più. Ma quello è un altro discorso Nina e non voglio scaricare addosso a te i miei tormenti. Nonostante ciò non farei altrimenti nella mia vita e l'amore dei Fan, l'amore che posso dare con il mio contributo, l'amore che posso trasmettere attraverso le mie canzoni, l'amore che dono quando posso aiutare chi non può aiutarsi.. Ecco, quell'amore mi fa sentire meno solo perché penso sia quella la risposta ad ogni domanda. Non esiste uomo felice senza amore. Un uomo coraggioso è quello che ama perché se non si ha la forza di rendersi vulnerabili non si ha il coraggio di vivere e scoprire cosa significa davvero valerne la pena. Forse ti sembreranno discorsi da vecchio.. e non posso dartene torto Nina, sei così giovane e curiosa, avrei voluto potessi vivere in un mondo meno meschino, ma so che capirai e ti differenzierai da tutti gli altri. Perché siamo anime affini, io ho sentito questo quando ti ho sentito parlare Nina e adesso mi sento meno solo grazie a te che spendi il tuo tempo ad ascoltarmi."
Nina aveva trattenuto il fiato durante tutto il suo discorso, il suo sfogo. Si era lasciata cadere su una sedia, in cucina, con lo sguardo rivolto al cielo scuro che tanto le ricordava i suoi occhi, così magnetici e penetranti. Quello specchio così sincero e affascinante. Sentiva un freddo al cuore e allo stomaco sentendo e sfiorando la sua anima tormentata e triste. I suoi occhi verdi si imperlarono di lacrime e una, coraggiosa, solcò la sua guancia sinistra fermandosi tra la curva delle sue labbra carnose. Tutto il suo dolore lo sentiva come fosse il suo e dette la colpa alla sua empatia, si sentì così collegata a lui che quasi si spaventò di come volesse sentirlo ridere per scacciare quell'ombra scura dal suo cuore. Voleva davvero aiutarlo, come fosse tutto ciò che volesse fare, non pensò all'esame di domani, non pensò al suo futuro e neppure a che ore fossero. Pensava, ripercorrendo col dito il percorso della lacrima caduta poca fa, a come un'anima così buona e pura potesse soffrire così. Ingiusto e meschino il mondo, sì. Gli avrebbe donato la sua più devota amicizia se questo potesse darle modo di sentirlo ridere in maniera cristallina, fanciullesca.
Michael, inevitabilmente, si chiedeva che effetto avessero le sue parole sulla ragazza e attendeva, fiducioso che il suo silenzio sarebbe presto stato interrotto da una totale comprensione e sintonia di pensiero.
"Forse in cuor mio speravo in una risposta diversa, speravo quel brano non fosse affatto vicino a te, del tutto non autobiografico. Speravo non ti sentissi rispecchiato da quel dolore mai provato.. anche se la potenza delle tue parole non potevano far credere altro che la verità. Michael io.. " fece una breve pausa in cui trasse un respiro profondo, l'uomo paziente attendeva. "Io credo tu abbia un'anima splendida e non vedo l'ora di conoscere Michael, per ciò che è e per ciò che mi ha colpito da bambina e da donna. Vorrei tu sapessi che con me non devi indossare nessuna maschera, che puoi chiamarmi a tarda ora quando vuoi e confidarmi qualsiasi cosa. Vorrei potessi sentire nell'eco dei tuoi passi la mia amicizia che ti è vicina, il mio pensiero. Non ti permetterò di sentirti solo o sbagliato a causa del tuo nome, sappi che da adesso in poi hai trovato un'amica, una di quelle persone a cui poco importa chi tu sia o cosa tu faccia, ci sarò Michael. Non sentirti più così solo, permettimi di dimostrarti che non lo sei e non lo sarai più. Devi credere un po' più in te stesso, te lo dissi anche alla cena. Nei tuoi occhi vedo l'unicità di una persona speciale e se ti mostri per ciò che sei non sarai mai solo perché chi sarebbe così stupido da non volere nella propria vita una persona così? Sarebbe come trovare un lingotto d'oro per terra e lasciarlo lì, dove lo si è trovato senza dargliene considerazione. E' impossibile. Davvero impossibile."
Michael sorrise e, sebbene non potesse vederlo, abbassò il viso imbarazzato e grato di come quella piccola donna lo stesse dipingendo senza neppure conoscerlo a fondo.
"Il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero più persone come te, Nina. Purtroppo però, poche persone sono davvero buone come si vantano di essere e ancor meno sono quelle che guardano oltre le apparenze. Forse la tua considerazione su di me è così pura perché poco condizionata da Tabloid e dal mondo in cui vivo, ad ogni modo te ne sono grato. Grato della tua amicizia, la custodirò gelosamente come fosse il mio bene più prezioso. Grazie Nina. "
Un piccolo silenzio. Entrambi stringevano il telefono al viso e sorridevano, fu l'uomo a parlare di nuovo.
"E' questo uno dei motivi per cui amo i bambini con tutto il mio essere, loro sono tremendamente naturali e le loro azioni sono dettate dal cuore e dall'ingenuità. Sono esseri innocenti, non c'è cattiveria nei loro cuori e dovremmo non perdere mai la nostra fanciullezza. Mi circondo sempre del loro amore, il più sincero e forte che io abbia mai conosciuto. Come la piccola Nina di tanti anni fa. Tu, al contrario di molti, mi hai guardato con il cuore."
"Tabloid o meno, io sono condizionata da quello che vivo. Non posso giudicare se non conosco, non posso credere a ciò che mi è così lontano. Devo essere io a costruire le mie idee e i miei giudizi. Ammetto la mia ignoranza sul tuo conto, ammetto di non conoscere molto la tua musica o di non sapere come possa essere un tuo concerto. Ammetto anche di non avere la più pallida idea di come tu possa essere dipinto ma sono un'artista, me lo hai detto tu, e permettimi di dipingerti per ciò che vedo. Domani i tuoi occhi saranno esattamente quello che voglio mostrarti, te lo prometto. Saranno esattamente lo specchio di ciò che ho visto io e che continuerò a vedere: innocenza, unicità, fascino e magnetismo."
"Fascino e magnetismo?" Michael rise appena, sentendo le guance scaldarsi. Nina si accorse di non aver permesso alla sua bocca un freno , imbarazzandosi.
"Dai, non mostrarti stupito, non penso io sia l'unica persona che ti abbia mai complimentato.. Su questo non ti posso credere"
Lo sentì ridere di nuovo e tossire appena.
"No ma hanno un effetto diverso quando chi te li fa è così sincero.. So per certo che ciò che dici è ciò che pensi. Grazie Nina.."
"Non ringraziarmi! Dovrei essere io a ringraziare te.."
"Domani non mi ringrazierai di certo" lo sentì ridacchiare e si sentì confusa.
"Domani? E' così severo sul lavoro signor Jackson? Devo prepararmi al peggio?"
"Oh be.. Non posso negare che sono piuttosto pretenzioso in ogni cosa che faccio.. Esigo e do il massimo, ma non è al lavoro ciò a cui sto pensando.."
Nina lo immaginò, perfezionista e maledettamente bravo. Si sentiva ancora più confusa.
"E.. a cosa ti stai riferendo?"
"Al tuo esame Nina! E' davvero tardi e domani sarai stanca, non mi ringrazierai affatto"
"Dio Michael, mi hai fatto prendere un colpo! Ti ricordo che ho un grosso serbatoio di energia a cui attingere, domani andrà alla grande e non ti devi preoccupare dell'ora.. Mi ha solo fatto piacere parlare con te"
"Nina.." lo sussurrò appena, la sua voce bassa e roca, una morsa al basso ventre la destabilizzò.
Nina si maledì per le proprie reazioni.
"Vai a riposare Nina, domani avremo molto tempo da passare insieme" glielo ordinò e non poté obiettare, il suo tono era autoritario ma al contempo estremamente dolce nelle sue preoccupazioni.
"Solo se non rimarrai alla finestra, ad osservare la luna insonne e tormentato. Ti prego, vai a riposare anche tu.. "
Michael si sorprese, si umettò le labbra e diede le spalle alla finestra, dirigendosi verso la sua stanza.
"Mi stai dando ordini?" lo disse ridacchiando.
"Forse"
"Attenta a ciò che fai Nina" sussurrò, chiudendosi la porta alle spalle. "Non amo ricevere ordini"
"Più che un ordine vedilo come uno scambio equo. Io andrò a riposare, permettendoti di non sentirti in colpa per l'ora e in cambio tu andrai a dormire, permettendomi di riposar ancor più serena e fare meglio al mio test"
"Mmm.. sei tremenda..." di nuovo si sentì avvampare, incapace di rimanere imparziale di fronte al suo tono caldo.
"Forse"
"Buonanotte Nina, a domani"
"Buonanotte Michael"
La conversazione si interruppe con un suono sordo.
Nina frettolosamente controllò l'ora e andò nella propria stanza. Indossò il pigiama e una volta sotto le lenzuola portò il telefono vicino al viso. Impostò la sveglia e memorizzò il numero in rubrica con la consapevolezza di ritenersi fortunata. L'idea di doversi sorbire il terzo grado dai suoi amici e di doversi inventare una menzogna la sfiorò ma si ordinò di pensarci al sorgere del sole. Adesso nella sua mente altri pensieri la cullavano dolcemente nelle braccia di Morfeo.
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