✽0.7✽
Le luci di prima mattinata entrava appena appena nella cella di Taehyung, ancora incatenato, dove aveva ancora gli occhi chiusi per la stanchezza.
Sentì dei passi molto pesanti picchiettare contro le pietre che lo svegliò.
Vide due ombre e sapeva chiaramente il padrone di quei due riflessi.
«Buongiorno, Taehyung. Stai bene?» disse la donna con il Conte accanto disperata vedendolo così; lei voleva più di qualunque persona liberarlo.
Il biondo annuí educatamente alla governante per poi farsi serio appena vide il viso dell'uomo.
«Mi libererete adesso? O avete per caso cambiato idea?» disse riferendosi al Conte con tale freddezza.
«Io mantengo la parola, ma tu devi prommettermi che non farai proprio niente a mia figlia, se vuoi fare qualcosa vieni da me e risolviamo le cose.» disse l'uomo un po' nervoso e assai serio; non sapeva che conseguenze si faranno vive se libererà L'angelo nero, ma ormai aveva già promesso e se torna indietro sarebbe riconosciuto come un codardo e sua figlia potrebbe anche morire prima se non riceverà un aiuto da parte del biondo.
«Io, Kim Taehyung, prometto di non fare niente di male alla figlia del Grande Conte, Park Sun-Hi Va bene adesso?» promise il biondo un po' seccato dalla poca fiducia da parte dell'uomo, ma infondo si poteva capirlo.
«E io, Conte, prometto di promettere alle cose che ho promesso a Kim Taehyung» era come un gioco di parole questa frase, ma la sua serietà non era ancora crollato e ciò rendeva la tensione così stretta senza respiro.
Infatti la governante era tesa e non vedeva l'ora di togliere quelle catene tanto pesanti dal corpo alto dell'angelo.
Prese una chiave d'argento e uno a uno aprì tutti i lucchetti delle catene che tenevano il ragazzo priogioniero.
Aprì l'ultimo lucchetto che incatenavano le ali.
Taehyung si tolse tutti i pesi delle catene e mosse tutto il corpo per gustare di nuovo il corpo libero. Mosse anche le sue bellissime ali corvine per provare di nuovo quella sensazione che non provava da trecento anni.
Libertà....ecco come si sentiva dopo tutti questi lunghi anni di chiusura al buio.
«Posso uscire per fare qualche volo?» chiese indicando il cielo celeste.
Anni che non provava a sbattere le ali nell'azzurro.
«Vieni con me Taehyung caro» disse Margherita portando il ragazzo sul balcone.
Il vento era fresco e rilassante che fece sentire al biondo dei segni di vita in questo mondo pieno di incubi.
Aprì le braccia per sentire quell'ebbrezza di freschezza.
«Vado e torno. Non ti preoccupare Margherita, tornerò. Voglio solo provare di nuovo quella sensazione che avevo perso trecento anni fa.» rassicurò il biondino con un lieve sorriso di libertà e voló cavalcando i venti del cielo.
Fece delle capriole oltre le nuvole toccandole con le stesse mani nude; sentiva veramente vita.
«Erano da anni che non faccevo queste cose.» urló di felicità, mentre i venti forti gli scompigliava i capelli.
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In tanto Sun-Hi passó le sue vacanze in Cina e il tempo scorse velocemente. Mancavano ancora due giorni e sarebbe ritornata a casa con la sua amica.
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«Caro Taehyung, questo sarà la tua stanza d'ora in poi, é proprio affianco alla stanza della signorina Sun-Hi.» la governante mostrò la nuova stanza al ragazzo biondo.
La camera era grande, come da aspettarsi da una villa lussuosa come questa.
«Grazie Margherita.» ringraziò la donna ammirando i dettagli della stanza, ma era più curioso di conoscere la figlia del Conte che tanto si vantava.
«Ma com'è Sun-Hi? Ho sentito che il Grande Conte se ne vanta ogni giorno ed é una ragazza meravigliosa.» Taehyung era molto curioso di conoscere la figlia adottiva del Conte, da come gliene parlava era una ragazza affascinante, dal cuore d'oro e molto gentile.
«Bhe come sai, la signorina é stata adottata, ma non sa niente di tutto ciò, neanche della malattia. Sa solo che le viene qualche infarto al cuore, ma non sa che morirà a soli venti anni. Sì, la signorina é molto bella e tutto il resto, é l'unico tesoro che tiene in protezione il Conte.» al solo pensiero che la dolce ragazzina morirà a soli vent'anni le si spezza il cuore che lei tanto aveva mostrato a Sun-Hi per crescerla.
«Senti Taehyung, io so che non faresti del male a Sun-Hi, e saresti disposto a proteggerla? Sai é stato un vero trauma per lei perdere la madre.» il viso della donna era cupo e triste, emanava un'aria senza anima di vita.
Conosceva bene la moglie del Grande Conte e c'era da dire che era una meravigliosa donna.
Taehyung capiva ciò che provava la governante e sarebbe anche disposto infondo, dopotutto Margherita era come sua madre.
«Sarei disposto, ma come faccio a spiegarle chi sono, se non deve sapere niente di più?» c'era solo questo piccolo dettaglio che si accorse.
A quel punto un idea vagava nella mente della donna e lo mostra al biondo.
«Sei il figlio di un amica della madre di Sun-Hi e che é andata all'estero per lavoro, quindi dovrai restare per un bel po' di tempo con noi. Il signor Conte é già d'accordo. Però dovresti far sparire queste belle ali corvine Taehyung.» spiegò la governante.
«Per me va bene, e nessun problema con le ali. Posso farli sparire in un batter d'occhio.» e quest'ultimo lo fece.
Nessuna traccia delle sue ali corvine....non c'erano più, a parte una piuma che cadde proprio davanti a loro, ma che Margherita la afferró e lo mise nella taschina del grembiule.
«Miracomando.»
«Sarà tutto apposto.» annuì.
In quel momento Margherita si sentiva più sollevata.
«Adesso scusami Taehyung, ma devo contattare con la signorina per il suo ritorno, che é domani pomeriggio, e poi andremmo fuori a fare un po' di compere per il tuo guardaroba.» prese il telefono e lasciò il ragazzo, ma quest'ultimo la afferrò per il polso.
La donna si girò confusa e anche abbastanza di fretta.
«Grazie, Margherita. Sei sempre uguale. Sei sempre stata come una seconda madre per me.» disse il ragazzo sorridendole.
Sentendo quelle parole non poteva non sorridere e riscaldarle il cuore.
«E tu sei sempre stato come un figlio per me.» gli sorrise e gli accarezzò la guancia pallida.
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Sun-Hi era in un ristorante a gustare per l'ultima volta il cibo cinese.
«É un vero peccato che non mangieremmo più questi manicaretti» ammise Yun che mangiava un'altra coscia di pollo, mentre guarda un ultima volta alcuni piatti.
«La solita golosona.» commenta ridendo, mentre beve il suo tè nero.... ciò le ricorda il tè nero di Margherita.
Sentì il cellulare vibrare nelle tasche, che le fece smettere di pensare.
«Pronto Margherita?» rispose.
«Ciao cara Sun-Hi. Volevo dirti che domani verrò a prenderti all'aeroporto. Vostro padre é impegnato.»
«Sí, certo. Grazie, a domani Margherita.» la salutò con tanta gioia da vendere.
Rimise il telefono al suo posto e ricominciò a godersi la bevanda calda.
«Oh vero! Verrà anche Jin-Ho con noi. Tornerà anche lui in Corea, quindi ho pensato di invitarlo. Non ti dispiace vero?» disse Yun tutta rose e fiori.
«Non preoccuparti. É tutto ok.» sfoggiò un altro dei suoi magnifici sorrisi angelici.
«Vuol dire che posso invitarlo?!»
«Ovvio che si! Nessuno te lo vieta e poi è un nostro amico, no?» ne sfoggia un'altra.
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Taehyung era nella sua nuova stanza a guardarsi allo specchio per intero.
Si toccò più e più volte il suo volto, che sembrava quasi senza anima, ma c'era qualche raggio di luce nei suoi occhi che lo rendeva ancora una persona viva.
«Quindi questo é il mio aspetto? Non me lo ricordavo più.»
Sentì bussare alla porta, interrompendo i suoi dialoghi e pensieri con se stesso.
«Posso entrare caro?» era Margherita.
«Sí.»
Aprì la porta e la vide energica...più del solito.
«Su Taehyung, andiamo al centro commerciale. E compra quello che vuoi.» disse la donna con in mano una borsa.
«Non sembro strano con questi capelli e questi occhi soprannaturali?» chiese il ragazzo biondo preoccupato per ciò che penseranno gli umani.
«Non preoccuparti per questo. La gente lo prendono per una tinta e delle semplici lenti a contatto. Sai vano molto di moda per i giovani.» rassicuró la donna prendendolo per mano e trascinandolo fuori con tanto di quel entusiasmo.
Fuori giaceva l'autista personale che li aspettavano.
«Sali in macchina.» disse Margherita aprendogli lo sportello.
L'autista aprì lo sportello alla donna e si mette alla guida con la cintura ben allacciata.
Taehyung doveva ancora abituarsi alla modernità d'oggi... dopotutto trecento anni non sono pochi e in tutti questi anni sono cambiate molte cose.
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Arrivarono in un centro enorme dove c'era qualsiasi cosa....dalla più e meno utile cosa.
«Adesso andiamo a comprati dei vestiti semplici.» disse la donna portandolo in un negozio pieno di jeans strappati, magliette colorate e qualche scarpa, insomma la moda adolescenziale che tanto andava di moda.
«Vai a provare questi.» disse Margherita obbligandolo ad entrare in un camerino con dei vestiti.
Spostò le tende e intanto che aspetta legge una rivista sedendosi in uno dei divanetti comodi del negozio.
Tante commesse del negozio parlavano di Taehyung con gli occhi a cuoricino e il cuore che batteva forte.
«Oh mio dio! Hai visto che figo!? Non ho mai visto un ragazzo più carino di così.» sussurrò una commessa a un'altra commessa con la bocca spalancata, che quasi le mosche ci entrerebbero.
Si aprirono le tende del camerino e uscì Taehyung con una giacca di pelle nera con sotto una T-shirt, dei pantaloni neri strappati e un paio di scarpe della GUCCI.
«Omo! CHE FIGO! Guardalo.» sussurrò di nuovo mettendo le mani davanti alla bocca che formava una perfetta O.
«Stai benissimo! Ma guardati. Sei un ragazzo bellissimo. Ho deciso, prenderemo questi, indossa questi per tutta la giornata, ok? Vado a pagare.» era fiera di lui...aveva cresciuto un ragazzino bellissimo da rendere fieri qualsiasi madre.
Margherita andò alla cassa per pagare con la sua carta, portando finalmente la cassiera alla realtà.
Taehyung si guardò allo specchio e si domandò se quello che vedeva era davvero lui.
In questo lasso di tempo sono cambiate tante cose e ancora doveva abituarsi, ma ben presto imparerà a convivere come ogni umano.
«Su Taehyung, non stare lì in palato. Ti compro altri vestiti e anche un po' di smoking. Sai non si sa mai.» gli sorrise a trentadue denti la dolce Margherita. Essa amava assai le giacche e cravatte che non poteva non comprarne per il biondo.
Andarono in altri negozi dove avevano comprato altre magliette, scarpe, pantaloni, felpe, pigiama, eccetera.
Avevano tutte le mani impegnate con sacchetti, che non c'era quasi più spazio per altri sacchetti.
La donna avvistò un negozio di smoking molto alla moda, che le si brillavano gli occhi.
«Entra su.» lo obbligò di nuovo trascinandolo a forze.
Ovviamente non era un negozietto qualsiasi, ma un negozio di una marca molto pregiata a costosa.
Prese un paio di smoking per il ragazzo e lo fece entrare in cabina nuovamente, ormai lui aveva capito come funzionava il cosiddetto “facciamo shopping”.
E di nuovo c'erano commesse a fissarlo e non solo loro, ma anche altri clienti.
Uscì fuori e tutti iniziarono a scattargli foto di nascosto, ma non si poteva non accorgersi dei loro sguardi...erano troppo evidenti.
Aveva addosso uno smoking tutto nero con un papillon nero e delle scarpe nere lucide.
«Stai a meraviglia.» ammise la donna guardandolo dalla testa ai piedi con la bocca aperta per lo stupore.
Tutte le ragazze del negozio erano tutte lì a fargli foto e avrebbero sicuramente mandato in giro le foto di Kim Taehyung.
«Vai a provare gli altri.» lo obbligó a rientrare nella solita cabina.
Ovviamente gli stavano alla perfezione, quindi Margherita comprò tutto e aspettarono che arrivasse l'autista di prima a riportarli alla villa del Conte.
«Grazie mille Margherita. Hai reso questa giornata più che mai. Grazie davvero tanto.» abbracciò la donna che era più bassa di lui.
«Su su Taehyung, lo sai che ti ho trattato per trecento anni come se fossi mio figlio e lo sarà per sempre.» gli accarezzò i capelli, ma furono interrotti dal clacson dell'autista.
«Dai che torniamo a casa e ti preparo qualcosa di buono.» disse Margherita.
Forse era l'unica persona che voleva tanto bene a Taehyung.
L'unica e l'ultima....
Entrarono a casa e subito appoggiarono le compere per poi avviarsi in cucina a preparare qualcosa di delizioso...cioè Margherita cucina.
«Adesso ti preparo del pollo piccante e riso cantonese.» gli fece l'occhiolino che ricambiò con un sorriso che era sparito trecento anni fa.
La donna si mise a tagliare le coscette di pollo.
Il biondo era solo afflitto da pensieri e altri pensieri.
«Saró davvero libero poi, Margherita?» chiese tristemente il ragazzo guardando le sue mani, come se le trovava assai interessanti quest'oggi.
«Ma tu sei già libero, proprio come un uccello.» rispose sorridendo come sempre, mentre cucina.
«Se lo dici tu io mi fido.» disse Taehyung sfoggiando un sorriso leggero.
«Puoi sempre contare su di me, Taehyung caro...e lo sai bene.» affermò essa facendo saltare il riso cantonese sulla padella.
Non tollerava vederlo con espressioni di tale tristezza...non glielo permetteva.
Dopo mezz'oretta all'incirca tutto era pronto e un profumo pervadeva tutta la cucina, soprattutto le narici di Taehyung.
«Su mangia.» gli diede un cucchiaio e dei bastoncini.
Guardò un attimo le posate e poi prese il cucchiaio e assaggiò il riso cantonese che. Ne rimase deliziato.
I suoi occhi si illuminavano, mentre il boccone già in bocca gli si accarezzava le papille gustative.
«É-É buonissimo!» ammise Taehyung e con questa sua affermazione riuscì far felice la governante.
Assaggiò una coscietta di pollo piccante. Era un po' piccante, ma lo trovava delizioso e anche di molto di gusto.
«Anche questo! Mi ero dimenticato delle delizie di questo mondo.» continuò a mangiare velocemente, come se non ci fosse più un domani.
«Mangia piano. Avrai tanta fame dopo questi anni.» gli diede qualche colpetto sulla schiena, perché infatti tossisce a causa della troppa velocità che ci metteva nel mangiare.
Il Conte sentì tutto e un po' era felice, ma non voleva ammetterlo per la sua reputazione da Grande Conte Delle Tenebre.
Quando sarebbe ritornata Sun-Hi avrebbero iniziato a cercare qualsiasi cosa pur di aiutarla a sopravvivere e Taehyung dovrebbe aiutarlo.
L'uomo si avviò al suo ufficio a passi lenti e si mise comodo sulla poltrona a pensare alla sua moglie.
Una donna di tale bellezza e gentilezza, che putroppo non era più nel mondo della realtà.
«Mi manchi così tanto, Sofia. Sun-Hi è sempre stata come tua figlia e io sono felice di averla come mia figlia. Il tuo sorriso rendeva felice la nostra piccola Sun-Hi, adesso è cresciuta.» sorrise leggermente pensandola profondamente.
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