Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

✽0.6 ✽

Le ragazze erano già sveglie di prima mattina; tutte belle preparate per la loro prossima tappa.

«Hai preso tutto, Yun?» chiese Sun-Hi con molta accuratezza, mentre controllava il suo di zaino.

«Sí, tranquilla. Ho tutto.» affermò sicurissima con lo zaino già alle spalle.

«Allora andiamo.» sorrise chiudendo la cerniera dello ziano e se lo mise anch'essa alle spalle come la sua migliore amica.

Presero l'ascensore per arrivare alla Hall, nonché l'uscita e l'entrata dell'albergo.

Uscirono fuori dall'ascensore, che già la corvina si sentiva girare la testa per essere stata rinchiusa per tanto tempo in un posto abbastanza stretto, e videro ai loro occhi Jin-Ho, già vestito come cameriere che sorrideva gentilmente a ogni persona che gli passava davanti.

«Buon giorno, signorina Sun-Hi e signorina Yun.» salutò il giovane ragazzo con un piccolo inchino di cortesia.

«Buon giorno anche a te.» ricambiò il salutò Sun-Hi sorridendogli.

Il ragazzo arrossì di nuovo per quel gesto tanto quotidiano per la corvina.

«Buon giorno anche a te Jin-Ho.» e ricambiò anche Yun sbavando, ovviamente.

La dolce meringa roteó gli occhi e la trascinò via.

«Mi scusi, noi dovremo uscire. Ci vediamo dopo e grazie del vostro buon giorno.» era troppo gentile e allo stesso tempo elegante accompagnato con un delizioso sorriso, facendo quasi sciogliere il ragazzo come il gelato.

.

Erano già nell'immensa piazza Tieanmen a scattarsi tra di loro miliardi di foto per ricordarsi il loro bel viaggio.

«Fammi un'altra foto Sun-Hi!» urlò l'amica dando la macchina fotografica alla meringa che era già pronta, mentre Yun cercava una posa.

«Pronta?» urlò la fotografa.

Lei annuì e si fece scattare altre tante foto.

Ma per sbaglio spostandosi all'indietro di qualche passo mentre faceva le foto all'amica fece cadere una signora anziana e le fece cadere la macchina fotografica della signora rompendogliela.

Sun-Hi si girò e vendo ciò che aveva causato senza volere di dispiacque assai.

«Mi scusi tanto, signora.» aiutó la signora ad alzarsi.

«Vi ricomprerò la macchina fotografica. Mi scuso ancora, signora.» si scusò di nuovo assai mortificata per averla fatta cadere e per la macchina.

«Non fa niente, signorina. È tutto apposto.» rispose l'anziana esponendo un sorriso per tranquillizzare i sensi di colpa della corvina.

«Cos'è successo?» arrivò Yun avendo visto la scena da lontano.

«Ho fatto cadere la signora e la fotocamera si è rotta.» spiegò sentendosi in colpa.

«La prego, me lo faccia ripagare. Insisto.» insistette la ragazza.

La anziana vedeva molta gentilezza in lei che sul viso rugoso si formò un'altro sorriso.

«....se proprio insisti.» rispose la donna sorridendo.

La corvina sorrise per la risposta dell'anziana.

«Accettate anche la mia offerta per il pranzo. Insisto anche su questo.» insistette ancora la dolce ragazza.

La donna vedendo che insisteva, non aveva avuto altra scelta che accettare con educazione, anche se non voleva affatto approffitarne di nulla.

Pagarano i ripari per la fotocamera ed entrarono in un piccolo ristorante vicino alla piazza dove c'era poca gente; come promesso.

Ordinarono piatti tipici e del tè tradizionale.

«Grazie di tutto, mia cara. Sei stata molto gentile.» ringraziò la signora sorseggiando il te caldo.

«Era il minimo che potevo fare. Fortuna che non abbiamo perso le foto.» sospirò mentalmente per non aver causato ulteriori danni gravi.

«Voi non siete di questo paese vero?» disse l'anziana sorridendo alle due fanciulle mentre appena finito di sorseggiare un boccone dalla tazza.

«Come avete fatto ad capirlo?» chiese Sun-Hi.

«D'altronde non siamo dopotutto così diverse.» per la prima volta in quel dialogo parlò Yun.

«Lo capito dai vostri occhi tipiche, ma questi sono dettagli.» sorrise la signora per poi accennare stranamente un espressione seria alla corvina. 

«Ragazza mia, tu hai qualcosa di speciale, ma anche un destino crudele.» parlò la signora come se fosse una veggente.

La corvina fu colta alla sopresa dalle parole dell'anziana che non sa come rielaborare.

«Io?» chiese incredula Sun-Hi indicandosi con il dito.

Ella annuì.

«Goditi il più possibile la tua favolosa vita. Goditela fino in fondo, mia cara.» quelle parole erano le stesse che la madre di Sun-Hi le disse, pensò la ragazza, mentre Yun aveva paura che scoprisse tutto.

La corvina per tutto il tempo pensava a quanto combaciassero quelle parole con queste di parole.
Poteva essere una coincidenza, ma qualcosa, cioè l'istinto, la portava a pensare il contrario. 

Uscirono fuori e salutarono la vecchia signora

«Grazie mille, ragazze. E buone giornate.» sorrise, soprattutto alla dolce meringa per poi scomparire tra la gente che usciva ed entrava dalla piazza.

Per il ritorno, Sun-Hi non fece altro che pensare nuovamente alle parole dell'anziana che d'altronde erano le stesse della madre che disse a lei, mentre Yun sudava fredda guardando la faccia seria che aveva la sua amica.

Sapeva cosa le stava frullando in testa e la sua migliore amica non era neanche troppo stupida se ci sono di mezzo dei piccoli indizi che portavano a tutta la verità.

Sarebbe solo una catastrofe.

Doveva intervenire e farla tranquillizzare, ma fu preceduta dalla corvina stessa.

«Tu ci hai capito il senso della frase di quell'anziana?» chiese riferendosi a Yun.

«I-io? Non so manco bene la grammatica, pensi che avrei potuto capire le sue parole?!» rispose accompagnata da una risata di nervosismo che irrealtà diceva combaciare di più a una risata ironica.

La corvina notò un po' di tensione sulla amica.

«Stai bene? Sei un po' tesa.» a queste parole la cara Yun provó a rassicurare la sua amica, che come sempre riuscì a convincerla in qualche modo.

Arrivarono e incontrarono di nuovo Jin-Ho alla hall che parlava con il receptionist.

«Siete tornate, signorine.» salutò il ragazzo con cortesia.

«Ci scusi, ma abbiamo da fare.» disse la meringa andandosene con Yun nella loro stanza.

«Hai fatto colpo con la signorina Sun-Hi eh?» commentò il receptionist alla cui Jin-Ho parlava poco fa.

«Ma che dici?!» rispose il ragazzo grattandosi la nuca in imbarazzo.

Sun-Hi era seduta sul divano di pelle della stanza, che guardava un punto indefinito.

Ma poi arrivò Yun a farla tornare alla realtà.

«Non starai ancora pensando alle parole di quell'anziana?» chiese ella, ma era inutile perché sapeva già perfettamente la risposta, e infatti la corvina annuisce con la testa.

Yun sospiró.

«Senti Sun-Hi, quelle parole sicuramente significa che hai un piccolo problemino che verrà presto risolto e poi vivrai felice come sempre. Credimi.» si sedette sul divano anch'essa e rassicurò la ragazza pensierosa.

«Forse hai ragione tu....Be comunque, ti ho raccontato del libro che ho letto "Angelo Corvino"?» disse Sun-Hi cambiando discorso che era meglio.

Yun pensava mentalmente che era stata una buona idea cambiare tutt'altro argomento...era decisamente meglio, perché ci metteva troppa fatica a mentire.

«Fammi pensare...almeno una trentina di volte.» rispose guardandola male ironicamente.

«La descrizione dell'Angelo Corvino era troppo bello; capelli biondi come i narcisi e degli occhi color argento. Dolce e...»venne interrotta da Yun.

«Amaro allo stesso tempo.» finì la frase che doveva dire la sua cara amica poetica.

«Esatto!» esclamó la meringa sognando ad occhi aperti.

«Non dirmi che ti sei innamorata di questo personaggio immaginario? Mi sembri appena caduta dalle nuvole.» disse divertita.

Si unì anche la meringa.

«Leggere mi fa sognare e questo libro decisamente mi ha colpito.» affermò la corvina cogli occhi che luccicavano.

Poi sospiró come una sognatoretrice innamorata. 

«Questo personaggio sarebbe il ragazzo della mia vita. Peccato che non é esiste.» cominciò a stringere un cuscino preso dal divano tra le sue braccia.

Yun si rassegnò; la corvina amava assai sognare ad occhi aperti e sa quanto era difficile spegnere quei suoi occhi piene di stelle che brillano in esso.

«Ti lascio sognare, tesoro. Vado a farmi una bella doccia.» rassegnata prese il cappotto e entrò dentro il bagno per farsi una doccia; così lasciando da sola la piccola meringa.

Mentre sognava ancora ad occhi aperti, il cellulare le squillò.
Lo prese e vide che era il suo papà.

Sarà sicuramente preoccupato...come sempre.

Si preparò mentalmente.

«Ciao, papà.»

«Mia cara figliola, mi hai fatto molto preoccupare. É meglio che ritorni.»

L'ultima affermazione dell'uomo fece dilatare gli occhi della corvina.

«Dai papà! Sono grande ormai, posso accudirmi da sola e poi c'è Yun.» provò in tutti i modi per convincerlo.

«Mi hai già detto la stessa cosa due giorni fa e guarda cosa è successo! Domani pomeriggio ritorni a casa.»

«Ma...»

«Nessun ma Sun-Hi! È per il tuo bene.»

«Se mi obblighi a ritornare allora appena tornata non ti rivolgerò mai più la parola. E scordatelo che ti porterò del tè nel tuo ufficio e tutto il resto.»

«Non rinuncerò al tuo bene per queste cose.»

«Allora....non prenderò le pillole! Sai quanto sono testarda!» provocò.

«SUN-HI! Non ti permettere!»

«Lo sai che quando dico una cosa lo faccio veramente.» disse seria.

«Sei davvero intrattabile....e va bene, ti lascio fare la tua vacanza, ma prendi le pillole, sono stato chiaro?»

Istintivamente le si spuntó un sorriso vittorioso.

«Grazie papà, sei il migliore! Grazie grazie....a dopo papà.»

Come al solito riuscì a convincere il padre.

.

La porta del bagno si aprì e venne varcata da Yun con un accappatoio e i capelli tutti fradici.

«Chi ti aveva telefonata prima?» chiese l'amica, mentre su asciugava i capelli con un panno bianco.

«Mio padre. O chi? Dopo aver saputo che ero finita all'ospedale per la solita cosa, voleva che ritornassi a casa domani pomeriggio, ma-» non finì la spiegazione che Yun la interruppe.

«Ma come alla tua solita l'hai convinto......Spara! Che cos'hai detto di minaccioso a tuo padre per fargli cambiare idea?» si incuriosí la sua amica che si sedette nuovamente sul divano a tutte orecchie, ancora con i capelli fradici.

«Tu si che mi conosci.» disse Sun-Hi sorridendo imbarazzata.

«Lo so....Dai spara.» era pronta ad sentire ciò che aveva detto a suo padre....sapeva quanto era insistente la sua amica.

«Ho detto che se mi fa ritornare, io non prenderò più le pillole.» Yun si era completamente sbiancata per le parole che aveva appena pronunciato.

«CHE COSA?! Sei per caso impazzita, Sun-Hi!? Va bene tutto, ma non prendere per gioco la tua stessa vita!! So quanto sei testarda e so anche che lo faresti davvero! Ti sei per caso frullato il cervello, Sun-Hi!?» urlò Yun impazzendo a causa della corvina.

«Non avevo altra scelta. Ti chiedo scusa Yun, ti prometto che domani ti offro un bel gelato super gigante, ok?» gli occhi di Yun si illuminarono alla parola “gelato”.

«Che gusto?» chiese facendo notare un certo interesse verso il gelato.

«Al cioccolato e stracciatella. La tua preferita.» disse facendo un sorriso divertito.

«Ok, ti perdono. Ma non fare più una cosa del genere, mi farai venire un attacco di crisi.» si massaggió la fronte per lo schock di prima.

Sun-Hi annuì e le sorrise.

Ogni volta che si arrabbiava bastava solo un gelata per farla felice come una bambina....é bello essere ancora dei bambini.

.

Intanto il Conte e Margherita erano nelle celle segrete a fare quattro chiacchiere con il povero Taehyung.

«O mi dai la tua energia o uso le manieri forti, sappi che sono dolorose.» disse il Conte per la millesima volta in modo minaccioso, ma tutto invano.

Mentre Margherita voleva convincere una collaborazione.

«Te lo già detto; non so come si agisca. Puoi prendere tranquillamente tutto quello che vuoi sul mio corpo, perché non ha più senso stare qua per ancora trecento anni. Meglio morire, quindi fai ció che vuoi, basta che mi lasci finalmente in pace. Non sopporto più questo peso.»

Solo morte voleva e solo esso voleva abbracciare a raggiungere.

«Non dire cosí, Taehyung. Sei giovane, hai ancora un'eternità da godertelo.» intervenne Margherita accarrezando la guancia del ragazzo.

Era stanca di tutto ciò!
Voleva il biondo fuori da lì! Adesso!

«Non ha senso vivere senza le due e uniche persone che amavo. Morti per colpa di una persona tanto egoista.
Conte, sai quanto è doloroso vedere le uniche persone che mi accettavano veramente morire? Te lo dico io: è doloroso quanto  la morte porterà via tua figlia.» urlò ancora contro l'uomo, mentre Margherita cercava di tranquillizzare il ragazzo biondo.

A quelle parole era ovvio che non poteva non alzare la voce contro il biondo; odiava quando egli nominava sua figlia e la sua morte.

«Sta zitto!!! Mia figlia non morirà, anzi la renderò come me: immortale.» rispose a sua volta ad alta voce contro il ragazzo biondo che non aveva la minima idea di che cosa sia aver paura.

«Stai solo rovinando la sua vita, signor Conte. Se vuoi ancora salvarla allora fallo, ma non pensare che ti aiuterei.» era poco ma sicuro; non ne aveva proprio l'intenzione di aiutare il suo nemico.

«Non lo mai pensato mio caro Taehyung.» a quella risposta il ragazzo si mise a ridere senza un motivo valido che quasi mise in confusione l'uomo e anche la governante.

«Due cose: non ti permettere più di chiamarmi "caro" anche se lo fai per ironia. E ultima cosa; ti potrei anche aiutare, ma solo se tu mi farai tre favori.» un sorrisino furbo si fece in largo tra le labbra dell'Angelo e forse questa volta troverà la chiave della libertà.

Il Conte, dall'ultima cosa che disse il ragazzo, sbuffò.

«E che cosa consistono questi tre favori?» chiese il Conte infastidito da questo cambio di commercio.

«Primo: mi devi liberare e ospitarmi più decentemente.
Secondo: devi promettere che manterai le proprie promesse e farmi questi tre favori al meglio.
E il terzo: mi ridai la libertà decentemente.» questa fu la risposta; più che ovvia.

«Tu...» prima che replicasse l'uomo, entró in scena la signora Margherita.

«Il Conte accetta!» disse la donna rivolgendosi a Taehyung.

Poi si girò verso il Conte.

«La prego, Conte. Lui è l'unico che sa di più su questa estrazione di energie; lui ci è nata e sicuramente sa un po' più di noi che sui libri. Lo faccia per il sorriso di Sun-Hi. È vostra figlia!» provò a convincere l'uomo che pensava intensamente alle parole della governante.

«Eh va bene. Accetto. Ma devi prommetermi che non farai del male a mia figlia e io in cambio ti concederò nuovamente la libertà dopo averla salvata.» concluse il Conte, poco felice della cosa.

«Accetto.» disse il ragazzo finalmente trovato la chiave per aprire la porta della sua libertà....solo trecento anni può di nuovo toccare il vento e la luce.

«Ti libererò domani.» disse nuovamente l'uomo, affatto felice, invece Margherita lo era assai che stava abbracciando il biondo.

«Per me va bene.»

Il dolce profumo della libertà era vicina.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro