- ᴛʜᴇ ᴘʀᴏᴍɪsᴇ -
Se qualcuno nota degli errori grammaticali nella storia, avvertitemi tramite messaggio privato!Essi verranno aggiustati e revisionati a dovere!
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Masticando tra i denti con foga la penna nera, lasciai che il sapore della plastica investisse la mia bocca. Ero persa come al solito nella nube dei miei pensieri mentre tentavo di creare qualcosa sul mio blocchetto dei disegni.
Con gli occhi socchiusi osservai il foglio di carta con sguardo carico di nervosismo. Nonostante volevo con tutta me stessa iniziare a schizzare sulla carta un disegno, non c'era nessuna ispirazione che mi permetteva di poggiare la punta della penna sul sfondo cartaceo per imprimere con giocherellosità l'inchiostro.
Una ciocca di capelli mi cadde sulla guancia portandomi così a sbuffare e a brontolare infastidita. Mi riportai i capelli corvini dietro l'orecchio e osservai con occhi sognanti i fiocchi di neve fluttuare leggiadri nell'aria.
Compievano piroette su se stesse prima di cadere e di adagiarsi sul terreno fino a formare uno strato bianco, in grado di nascondere le impronte dei miei piccoli passi dai guardiani.
Per la bambina che ero in quel momento di pura fantasia, mi immaginai che quei fiocchi potessero essere delle minuscole fatine che danzavano nell'aria per portare alle nostre porte la stagione dell'inverno.
Sorrisi sognante.
Lasciai cadere la testa all'indietro in modo che quei fiocchi potessero bagnarmi il volto. Quando il primo scese lungo la guancia rabbrivì. Poi ne arrivò un secondo, un terzo e un quarto.
Un'ondata di gelo mi fece raggellare sul mio stesso posto scompigliandomi i capelli, come per dirmi che avrei dovuto interrompere la mia visita.
Mi soffiai un po' d'aria tra le mani e guardai la nuvola di condensa innalzarsi per dissolversi nell'aria.
" Io non voglio andarmene. Voglio stare qui con te... Te l'ho promesso."
Mugugnai infreddolita appicicando al mio petto il mio blocchetto degli schizzi.
Con rammarico porsi la mia attenzione alla bara di vetro che si trovava a pochi passi dal mio nascondiglio.
All'interno di essa vi era il ragazzo con le corna. O meglio ancora il principe oscuro della foresta incantata.
Attraverso il vetro impannato il suo viso di porcellana era davvero così affascinante come lo descrivevano, mentre i ciuffi scarlatti dei suoi capelli gli incorniciavano in maniera impeccabile la sua espressione colma di serenità.
Era così pacifico e tranquillo che scaturiva nel mio petto un calore malinconico in vista della sua figura addormentata.
D'un tratto udì dei passi pesanti calpestare la neve causando dell'irritabile rumore, interrompendo così il mio infantile e amichevole chiaccherio.
" Madyson non vorrai diventare un ghiacciolo spero."
Disse una voce con amorevolezza portandomi ad alzare il capo verso la sua direzione.
Il guardiano Richard si inginocchiò al mio fianco con un dolce e rassicurativo sorriso.
La sua divisa color pece che dovrebbe esprimere serietà e distichezza, non rifletteva per niente il suo carattere così simpatico e impacciato.
Lui anche se aveva il compito di portare via gli estranei fuori dalla dimora del mio 'Diavoletto' , in realtà aveva porso in me dell'innaspettata fiducia.
In questi mesi aveva scoperto che io non facevo altro che visitare il bosco infragendo le regole che ci aveva imposto Densville per evitare che capitassero di nuovo degli ' incidenti'.
Ma lui alla vista delle mie innocenti visite non proferì alcuna parola contro di me. Non mi riproverò, non mi gettò addosso alcune sgridate di rimprovero.
Al nostro primo incontro l'unica cosa che fece fu sorridermi divertito dalle mie conversazioni non contraccambiate.
All'inizio pensò soltanto che ero una strana bambina che parlava con se stessa o con i suoi amici immaginari nel bosco.
Non lo biasimo anch'io avrei pensato lo stesso...
Ma per fortuna il guardiano si era accorto in quel giorno che io rivolgevo le mie attenzioni e le mie parole unicamente alla bara maledetta. Oltretutto mi aveva confessato anche che si era intenerito alla vista di quella graziosa scena.
Perciò visto che non avevo alcune cattive intenzioni a riguardo ci stringemmo tra di noi un accordo abbastanza pacifico.
Ovvero che avrei dovuto sempre informarlo delle mie visite, così che lui avrebbe potuto consertirmi l'accesso mentre vigilava intorno alla foresta per non farmi cacciare nei guai dagli altri guardiani.
Di questo gliene fui molto grata.
" Ti prego signor Richard! Altri cinque minuti e poi vado!"
Mi lamentai icrespando sulle labbra un piccolo broncio, guardandolo con occhi da cucciolo bastonato.
I suoi occhi color nocciola uguali ai miei furono pervasi dal dispiacere e con un sospiro di arresa mi accarezzò la guancia con la sua mano guantata.
Dal suo dolce gesto ricevetti almeno in quell'attimo di puro gelo del confortante calore.
" Ok, ok. Come potrei mai dire di no a queste paffute guanciotte, uh?"
Ammise addolcendo il tono mentre pizzicava leggermente il lato della mia guancia facendomi scappare un sorriso.
" B-Basta! "
Mugugnai sorridendo, spostando la sua mano per mettere fine alla bizzarra tortura.
Nonostante non eravamo imparentati da qualche legame di sangue, per me rappresentava la figura perfetta di uno zio.
Aveva la stessa età dei miei genitori ma in confronto a loro la sua simpatia era insuperabile.
" Mi mancherai molto piccola Maddy...Ora penso che sia arrivato il momento dei saluti, non credi?"
Annuì intristita e permisi a lui di alzarmi con le sue braccia da terra, nonostante avessi i vestiti coperti e bagnati un po' dalla neve.
" Vorrei soltanto salutarlo un ultima volta...appena finisco prometto di correre verso di te per avvisarti!"
Gli dissi voltandomi con fare frettoloso, come se ogni minuto che stavo perdendo nel parlargli fosse qualcosa di prezioso da mantenere per il mio 'Diavoletto'.
Il signor Richard guardò con affettuosità il mio volto e riposandomi a terra mi dedicò un sorriso di consenso.
" Basta che non tocchi la bara per me non ci sono problemi. Ti aspetterò come sempre al nostro solito posto, proprio qui vicino. Però cerca di non farmi attendere molto, d'accordo Maddy?"
Annuì vigorosamente con la testa e dandomi un ultima occhiata il premuroso guardiano si allontanò dalla bara per scomparire di nuovo tra gli alberi della foresta.
Per quanto immensa possa sembrare in realtà questa foresta non era così ampia come me la immaginavo, bastava che ricordavi i punti di riferimento del solito percorso e potevi rassicurarti la via di ritorno a casa.
Abituata a gironzolare tra i boschi con gli scout puo' servire dopotutto.
" Adesso dovrei salutarti... Dopo che mi sono affezionata a te non ti pare abbastanza ingiusto?"
Dissi con sofferenza mentre potevo percepire le lacrime pizzicarmi le palpebre.
Purtroppo rimase impassibile, non cercò di muovere le proprie labbra per rispondermi, non espresse alcun sentimento nel suo volto riguardo alle mie parole.
Ma cosa potevo aspettarmi da un ragazzo che doveva dormire ancora per il resto della sua vita?
Mi chiedevo spesso se riusciva a sentirmi almeno mentre parlavo, se nei suoi sogni la mia voce poteva accopagnare davvero come pensavo la sua solitudine.
" Devo trasferirmi in un'altra città. I miei genitori anche se non vanno molto d'accordo hanno deciso lo stesso di traferirsi insieme per questione di lavoro. Dicono che così in questo modo potremmo avere una casa ancora più grande, potranno permettersi di comprarmi molte più bambole rispetto a prima..."
D'improvviso non potei continuare più a parlare a causa del dolore che cominciavo a provare nel mio petto.
Una lacrima scese lungo la mia guancia e mi mordicchiai il labbro inferiore per soffocare i singhiozzi dei miei pianti. Mi asciugai la lacrima con il palmo della mano e tentai di pronuciare altre parole nonostante avessi la voce rotta dalla tristezza.
" M-Ma io non voglio una casa ampia e vuota. Io non voglio delle bambole con cui giocare... Io vorrei rimanere qui con te, avere la tua compagnia e mostrarti ogni giorno ciò che ho fatto a scuola. D'ora in poi a chi potrò raccontare senza alcun timore le mie giornate?"
Una bambina di dieci anni come me non era riuscita a trattenere il peso che si sentiva sulle proprie spalle. Stavo sfogando in quel momento tutto ciò che non ritenevo giusto per me.
Trasferirmi e non rividere più le facce dei miei amici o di alcuni miei parenti mi faceva stare male.
Ma l'unica cosa che mi teneva ferma nel partire era lui.
Nemmeno mi conosceva, non aveva aperto mai gli occhi per vedere la bambina che gli aveva dedicato un po' del suo tempo per lui.
Era considerato da tutti una maledizione.
Per me invece era una benedizione.
Avrei voluto almeno conoscere tanto il suo nome.
Mi accorsi all'ultimo momento improvvisamente che nel vetro della bara vi erano presenti delle piccole crepe.
" ...Ma perchè ci sono delle increspature sulla tua bara?"
Domandai avvicinandomi stupefatta, scrutando con interrogazione le imperfette crepe che si erano formate nel suo inscalfibile vetro.
Queste crepe non le ha mai avute.La bara dovrebbe essere intatta...
Quel che successe dopo mi fece raggelare il sangue. Il ragazzo con le corna aveva aggrottato le sopracciglia.
Il mio respiro si fermò in gola.
" S-Sbaglio o ti sei mosso?"
Sussurai dallo shock con gli occhi sbarrati non facendomi udire apposta dalle sue orecchie.
D'un tratto le crepe cominciarono ad aumentare e da lì il mio cuore iniziò a palpitare irrefrenabilmente dal mio petto come un tamburo impazzito.
Il vetro stava per sgretolarsi.
Il diavoletto stava per risvegliarsi.
Pietrificata sul posto udendo i pezzi di vetro incrinarsi a poco a poco come se fosse un uovo che stava per schiudersi da un momento all'altro, indietreggiai pian piano facendo scontrare la mia schiena contro il tronco dello stesso alberto in cui mi ero appoggiata.
Sfortunatamente inciampai in uno dei suoi rami ritrovandomi così con il sedere impresso sulla neve.
Ad ogni scricchiolio che udivo dalla bara la paura e il panico pervadevano pian piano il mio animo.
Il freddo della neve mi gelò le ossa e la mia minuta figura fu percossa da dei pungenti brividi.
Strinsi al mio petto il blocchetto e chiusi le palpebre in uno scatto, aspettandomi chissà quale esplosione o scossa che avrebbe posto fine alla mia vita come quella del Signor Thomas.
D'un tratto però udì il cessare dell'infragersi del vetro, lasciandomi assaporare per pochi minuti la quiete della foresta.
S-Sono morta?
Aprì inquieta soltanto una palpebra per sbirciare lo scenario che mi si stava manifestando davanti. Uno scenario abbastanza surreale e insolito.
La sagoma del vetro che imprigionava il ragazzo con le corna si era tramutata in briciole scintillanti di polvere. Una nube oscura e lugubre ricopriva il suo profilo disteso non facendomi scorgere alcun dettaglio di ciò che stava per accadere.
Basita e infreddolita ispezionai la zona circostante per assicurarmi che l'ambiente non fosse stato cambiato da qualche sua oscura arte magica. Intanto la nube che avvolgeva la sua bara continuava ad espandersi e delle scie di fumo che rassembravano a dei tentacoli vaporosi avvolgevano la base rocciosa fino a toccare la neve con le loro punte.
Il fumo che trasmetteva quella nube non era tossico e per fortuna sentivo ancora il mio cuore battere furiosamente nel petto.
' Devo chiedere aiuto a Richard!'
Con le labbra che tremavano e il corpo irrigidito dalla paura tentai di urlare con la mia flebile voce il suo nome per ricevere dell'aiuto o del soccorso per tranquillizzare le mille emozioni che provavo in quel momento.
" Rich-!?"
" Zitta."
Una profonda e fredda voce sussurrò improvvisamente al mio orecchio facendomi venire la pelle d'oca. Una voce che fece scattare in me una strana sensazione al mio cuore.
Forse era qualcosa che volevo sentire da tanto tempo.
Qualcuno che desideravo di udire da tanto tempo.
La sua mano mi copriva la bocca e il suo respiro caldo sul mio collo mi impendiva di muovere un singolo muscolo.
" Tu non strilli e io cercherò di evitare che ti capiti qualcosa di brutto, chiaro colombina? "
Mormorò lui con freddezza non tralasciando alcuna emozione mentre annuì insicura lentamente la mia testa per non evitare di attendere troppo sulle mie scelte.
Il palmo della sua mano era stranamente calda e potevo percepire il suo sguardo fissarmi incuriosito.
Non si fidava molto di me ma come non comprenderlo, questo era il nostro primo e vero incontro.
Oltre al suono della sua voce che aveva tranquillizzato un po' i battiti del mio cuore, mi domandavo anche che colore fossero i suoi occhi.
" Brava bambina."
Cantonò soddisfatto dopo un po' allontanandosi dal mio corpo lasciando la presa sulla mia bocca.
Deglutì il groppo che sentivo in gola e feci uscire un sospiro di sollievo dalle mie labbra.
Le toccai con le dita e tastai il calore che aveva lasciato con il tocco della sua mano sulla mia bocca.
Lui era qui!
Era proprio di fronte alla mia presenza e parlava!
Con il capo ancora abbassato ero impaurita di alzare lo sguardo e di fissare finalmente le sue iridi, le espressioni del suo viso, la sua snella figura avvolta in quei vestiti di tonalità scure adatte al suo ruolo di principe oscuro.
Il suo giaccone nero era abbastanza lungo da toccare il terreno ricoperto dalla neve, se lo trascinava dietro come se fosse un mantello di nessun valore.
Scarpe lucide e nere calpestavano con non curanza la neve, alquanto infastidito da essa mentre lui borbottava delle imprecazioni infantili.
Mi scappò un piccolo sorriso divertita dai suoi atteggiamenti e prendendomi di coraggio alzai pian piano il viso per guardarlo.
Si era seduto dall'altra parte della bara girato di spalle mentre era occupato a spolverarsi con le braccia i vestiti impolverati.
" Dannazione a lei e al suo maleficio...Se la vedo farò in qualunque modo che lei ottenga la morte più dolorosa della sua vita! La brucerò al rogo...oppure potrei sempre decapitarla."
Brontolò infuriato scompigliandosi i capelli scarlatti mentre tentava con le dita di non toccare le sue affilate corna sul capo.
Non compresi molto bene a chi si stesse riferendo ma sicuramente le sue minacce di morte non erano rivolte ad una bambina come me.
Parole macabre e poco consueti davanti alla mia presenza.
Non si era forse accorto che io ero ancora lì a guardarlo come una ebete?
Di più i miei occhi non facevano altro che posarsi sul suo capo. Due bellissime corna spuntavano sporgenti tra i suoi ciuffi ribelli, erano affilate e si abbinavano perfettamente al colore del suo vestiario.
Che fosse veramente un diavoletto?
Prendendomi di coraggio mi alzai dal mio posto per avanzare cautamente verso di lui con passi silenziosi.
Volevo provare a parlargli e ricevere delle risposte sulla sua maledizione.
Quella sarebbe stata la prima volta che avrei potuto rivolgergli la parola come se non fossi una pazza uscita da qualche manicomio.
Lui per la prima volta avrebbe risposto alle mie domande!
A poca distanza dal suo corpo seduto,l indaffarato a controllarsi per accettarsi che non gli fossero accaduti altri danni, la mia mano era a pochi centimetri nel toccargli la spalla per avvisarlo della mia presenza.
Con il cuore che palpitava dall'entusiasmo iniziai a parlargli.
" Sc-Scusami se ti disturbo ma vorr-!"
Con gli occhi spalancati e la faccia che esprimeva del puro shock vidi il ragazzo con le corna darmi uno schiaffetto sulla mano.
" Ti chiederei di non toccarmi con così tanta leggerezza Umana."
Sibilò tra i denti il ragazzo con disgusto voltandosi completamente al mio cospetto.
C-Come..?
Intanto che mostravo del dispiacere dal suo inaspettato gesto osservai tramortita le sue iridi.
Due splendide sfere rosso fuoco mi fissavano in malo modo mentre il mio corpo pareva bracersi dall'effetto del suo sguardo.
Si era incupidito in volto e le sue labbra rosee avevano increspato un sadico sorriso.
" Cosa? Non mi vorrai dire che ti sei imbambolata per così poco, colombina."
Disse ghignando perfidamente al mio viso sbigottito.
Per essere un diavoletto lo era in tutto e per tutto.
Annoiato dal mio silenzio inclinò la testa da un lato per massaggiarsi la nuca del collo e sbuffare sotto il suo respiro impazientito.
" Senti non ho tutta la giornata quindi ti chiederei di rispondermi almeno a qualche mia domanda. Come sei riuscita a spezzare il maleficio?"
Domandò intimandomi con un espressione divertita mentre si metteva comodo sulla bara distendendo mezzo busto appoggiandosi i gomiti sulla superficie rocciosa.
" I-Io?.. Non lo so."
Risposi sincera con qualche balbettio.
Il suo sorriso scomparì in fretta dal suo volto.
Non era rimasto per niente entusiasto della mia risposta.
" Non lo so? E secondo te quella sarebbe una risposta?"
Le sue domande mi mettevano in suggestione.
Davvero non sapevo in che modo avevo fatto per mandare così facilmente in frantumi il vetro della sua bara.
Ciò che avevo visto erano soltanto delle insolite crepe.
" N-Non lo so! Io ho visto soltanto il vetro della bara che si spezzava da sola!"
Ammisi impaurita con la mia piccola vocina per dirgli la verità.
" Ferma! Ferma! Ma di che cosa stai parlando? Hai sbattuto per caso la testa da qualche parte? Quello che mi stai raccontando non ha completamente senso! Svegliati prima che cominci a perdere la pazienza!"
Mi minacciò schioccandomi le dita davanti alla faccia come se fossi un imbeccille che non comprendeva la sua lingua.
Aggrottai le sopracciglia e mi sforzai di farmi venire in mente qualche idea.
" Ho...Ho toccato la tua bara e improvvisamente ha cominciato a rompersi!"
Mentì immaginando la scena mentre innalzavo le braccia davanti a lui mimando una specie di esplosione.
Innarcando un sopracciglio non abbastanza convinto si massaggiò il ponte del suo naso ispirando profondamente.
" Ah ah? Molto divertente...D'altronde che cosa dovevo aspettarmi dalle fantasie assurde di una bambina."
Commentò con irritazione facendomi formare un broncio sulla bocca.
Mi aspettavo che il suo carattere potesse essere meno scontroso. Mi immaginavo che io e lui saremmo potuti essere amici.
Ma a quanto pare come diceva lui era davvero tutto una mia assurda fantasia.
" Ma è vero..."
" Vero o no ho bisogno di andarmene al più presto da qui. Tanto non farà alcuna differenza se il desiderio lo esprimi tu."
Ammise sorridendo compiaciuto della sua scelta incrociando le braccia al petto, anche se nonostante la scelta continuava a squadrarmi con disaprovvazione dall'alto in basso con i suoi occhi scarlatti.
" D-Desiderio? "
Balbettai non comprendendo lo scopo della questione.
" Sì desiderio. È da tradizione da noi fare così, lunga storia da spiegare. Comunque tu ci liberi da una maledizione e noi per sdebitarci ti diamo il permesso di chiederci un desiderio. Allora cosa vorresti? Un gioccatolo?"
Spiegò non smettendo di sorridere con maliziosità mentre con mio grande stupore creava nella sua mano delle nubi vaporose.
Dei serpenti sottoforma di fumo avvolgevano con delicatezza le sue dita e lui ci giocherellava tranquillo con le mani senza alcun timore.
" No, io non voglio un giocattolo."
Risposi sicura trovando il coraggio di staccare lo sguardo dal suo ipnotizzante giochetto di magia.
" Ah no? Allora cosa vuoi, colombina?"
Chiese distraendosi con i suoi trucchetti magici.
" Prima di dirtelo vorrei che tu la smettessi di chiamarmi colombina, il mio nome è Madyson!"
Sbuffai sbattendo il piede furiosamente sulla neve causandogli una piccola risata di scherno.
" D'accordo, colombina."
Continuò lui provocandomi con il nomignolo che oramai era rimasto irremovibile nella sua testa cocciuta.
Intanto cercai di elaborare qualche desiderio nella mia mente.
Che cosa potrei desiderare?
Forse se scelgo il giusto desiderio riuscirò a rimanere qui?
" Si puo' desiderare di far amare di nuovo due persone?"
Chiesi insicura nascondendo il tremorio nella mia voce.
Naturalmente il desiderio si riferiva ai miei genitori. Loro oramai non si amavano più come una volta e man mano che passano gli anni i loro litigi erano diventati più frequenti.
Di colpo il suo perfido sorriso venne sostituito da una linea rigida.
I suoi occhi da quel momento in poi mi scrutarono con piú curiosità.
" Mi dispiace deluderti ma come ben vedi non sono cupido e non mi occupo di problemi d'amore. Con i miei poteri mi è impossibile cambiare qualcosa in un rapporto, visto che il loro legame si è ormai spezzato...Ti posso dare gioccatoli, denaro, oggetti di qualche valore ma più di questo non è nelle mie capacità. Per Ora."
Spiegò incrociando le gambe sulla bara per poi appoggiare la guancia sul palmo della sua mano guardandomi con un pizzico di pena.
Della delusione provai dalle sue parole,ma anche se si era comportato prima in modo abbastanza arrogante per un secondo la sua acidità sembrava esssersi dissolta a causa della situazione che gli avevo appena raccontato.
"Posso chiederti qual'è il tuo nome?"
Chiesi abbracciando il mio blocchetto al petto, ammirando da vicino la sua rara bellezza demoniaca.
Il ragazzo con le corna alla mia domanda spalancò gli oocchi dalla sorpresa.
" Vuoi sapere il mio nome? Sei una bambina davvero strana... Ma visto che lo vuoi sapere così tanto perchè rifiutare questa innocente richiesta. Il mio nome è Derek."
Disse il diavoletto ritornando a sorridere con i suoi soliti ghigni.
Derek!
Avevo scoperto il suo nome e io ero l'unica a saperlo!
Sorrisi contenta della mia scoperta e con la coda nell'occhio notai che il diavoletto di nome Derek si stava allontanando dalla bara per andarsene nel bosco.
" A-Aspetta! Dove stai andando?"
Domandai avanzando nella sua direzione prendendo una piccola corsa per fermarlo.
Mettendomi di fronte a lui per ostacolarlo notai le sue iridi scarlate riosservarmi con disgusto e odio.
Mi guardava come se fossi un insulso moscerino che doveva scomparire dalla sua visuale.
" Ti ho già detto che ho fretta! Non hai nessun desiderio da realizzare quindi me ne posso andare! Adesso spostati e non farmi perdere altro tempo, umana!"
Brontolò ritornando ad assumere una delle sue tetre e serie espressioni.
Ma fino a poco fa sembrava che io e lui stessimo cominciando ad andare d'accordo!
Avevo ancora un sacco di domande da fargli, volevo ricevere da lui delle informazioni sulla sua storia!
" M-Ma questo non è assolutamente vero! Io in realtà ce l'ho un desiderio che vorrei tanto esaudire!"
Gli esclamai contro avvicinandomi a lui non mollando la speranza di poter farlo rimanere qui.
" Ah, sul serio? Che ne dici allora se mentre aspettiamo il tuo desiderio noi ci beviamo un po' di thè? "
Chiese con sarcasmo mostrandomi un falso sorriso.
D'improvviso con un schiocco delle sue dita mi ritrovai a fluttuare nell'aria con i piedi che non toccavano più terra.
Urlai dal terrore facendo cadere il blocchetto sulla neve e vidi il mio corpo essere sollevato da una invisibile forza sovrumana.
Scalciai le gambe in pre dal panico e mossi le braccia per liberami dalle sue arti magiche.
La mia figura era avvolta da un'insolita aura e potei ben vedere i suoi occhi scarlatti illuminarsi di un rosso fuoco divampante.
Bracevano di diverse fiamme e le sue iridi voleva trapassarmi l'anima con le loro lame di fuoco.
" D-Davvero! Te lo giuro non è mia intenzione farti perdere del tempo! So cosa voglio! Mettimi giù! Ti prego!"
Mi lamentai sofferente dimenandomi ricevendo da lui soltanto un sorriso cupo.
" Oh, beh! Potevi benissimo dirmelo prima, colombina."
Affermò ridendo con scherno facendomi volatilizzare sulla bara con un solo movimento delle sue dita.
Gemetti dalla sorpresa quando mi lasciò andare con non tanta curanza sulla superficie rocciosa della bara.
Accasciandomi su di essa indolenzita ringraziai il cielo per aver fatto cambiare idea al diavoletto bipolare.
Intanto Derek continuava a fissarmi con una certa ostilità nei miei confronti.
" Su forza sputa il rospo. Qual'è il tuo desiderio?"
Domandò abbassando il timbro della voce per intimidirmi mentre si infilava le mani nelle tasche del suo giaccone.
Mi alzai pian piano dal mio posto e osservandolo decisi di chiedergli una richiesta che avrei voluto che si fosse realizzata già da molto tempo.
Era un idea che si ripeteva spesso nella mia mente e credevo che lui sarebbe rimasto al mio fianco. Un amico con cui poter confidare le mie emozioni e che mi avrebbe dato del supporto per non abbandonare i miei sogni.
Avevo chiaccherato così tante volte attraverso la sua bara che non mi ero accorta invece che ero soltanto io ad aver coltivato dei sentimenti genuini verso di lui.
Non mi sarei dovuta abbandonare alle illusioni della mia infanzia.
Ma purtroppo in quel giorno dove speravo con tutto il mio cuore di iniziare una favola con lui feci l'esatto contrario.
" Desidero che se in futuro dovessi trovarmi in pericolo, tu mi protegerrai dal mio stesso destino. Soltanto questo..."
Ammisi con voce timida rigirando una ciocca dei miei capelli in un dito.
Le mie orecchie da quell'attimo in poi udirono solo un lungo e imbarazzante silenzio.
Avevo sbagliato a dirglielo?
" Tu vorresti ricevere la mia protezione? "
La sua domanda divertita mi portò a mordicchiarmi il labbro inferiore dal nervosismo.
Annuì con il capo imbarazzata e gli diedi un'occhiata per assicurarmi che lui non fosse sparito nel nulla a causa del mio desiderio.
" Solo questo? Ok, perchè no? Tanto cos'ho da perdere? Ma ad una condizione."
Disse continuando a sorridere compiaciuto mentre potei vedere l'eccitazione brillargli negli occhi.
" Condizione? Perch-?!"
Prima che potessi chiedere altre domande, il ragazzo con le corna si avvicinò al mio fianco per toccarmi il lato della fronte con una delle sue calde dita.
Percepì un leggero pizzico di dolore alla tempia quando percepì il tocco del suo dito farsi sempre più caldo e insistente contro la mia pelle.
La testa sembrava diventare quasi leggera al suo tatto, come se un piccolo peso all'interno della mia mente fosse stato assorbito via dalla sua magia.
" Dovrai dimenticare il mio nome."
Sussurrò ridacchiando staccando il suo dito dalla mia fronte.
Qualcosa di luminoso illuminava il palmo della sua mano.
Una piccola sfera dove rifletteva il momento in cui lui mi diceva per la prima volta il suo nome.
La sfera poco dopo si trasformò in una piccola farfalla. Le ali dell'insetto cominciarono a sbattere e da lì in poi osservai l'animaletto svolazzare in alto nel cielo per scomparire poco dopo completamente dalla mia vista.
" Ch-Che cos'hai fatto? Perchè devo dimenticare il tuo nome? Così non potrò chiamarti D-!...D..?"
Aggrottai le sopracciglia in confusione e mi tastai la gola con le mani per aiutarmi a pronunciare il suo nome.
Impallidì comprendendo le sue azioni.
Quello era un mio ricordo!
Avevo cancellato dalla mia memoria il suo nome!
Perché?
Non mi aveva promesso che mi avrebbe protetta quando lo avrei chiamato?
Continuavo a struggermi balbettando in ripetizione la sua iniziale sconvolta e intristita.
La tristezza pervase il mio cuore e delle lacrime cominciarono a pizzicarmi le palpebre.
" Perché? "
Domandai ancora con la voce rotta dal dolore.
L'aveva fatto apposta! Mi aveva presa in giro sin dall'inizio?
" Perchè? Secondo te io ti avrei dato la possibilità di chiamarmi sempre in qualunque momento per ogni tuo capriccio? No, perchè mai avrei dovuto farlo... Non mi permetterei di proteggere un individuo della vostra specie! Vi detesto e l'odio che provo nei vostri confronti non potrá cambiare nemmeno con il trasccorrere degli anni!"
Sbottò infuriato permettendo così alle mie lacrime di rigarmi e di bagnarmi le guance sul mio viso.
La sua ostilità contro la razza umana era insensata. Che cosa gli avevamo fatto per ridurlo in questo modo?
In questi anni non avevamo fatto altro che ammirare il ragazzo che era rimasto prigioniero all'interno della sua bara a causa di una maledizione.
Io provavo lo stesso pena per lui dopo l'accaduto che era successo con il signor Thomas.
Avevo pure pensato che forse non era stato completamente colpa sua! Che quel signore avesse avuto già da prima le ore contate sulla sua vita e che forse il destino gli avesse riservato quella brutta fine in un altro modo.
Le mie immaginazioni che si erano create su di lui si stavano sgretolando pezzo dopo pezzo per mostrarmi la sua vera realtà.
" Ma tu hai detto che per sdebitarti avresti dovuto esaudire un mio desiderio.."
Gli risposi dandogli un ultima possibilità di cambiare i fatti.
Ti prego non mostrarmi questo aspetto di te. Dopo tutti questi anni davvero la mia voce non ti ha raggiunto?
Le domande che mi elaboravo in mente man mano che si andavano ad accumulare sembravano sul punto di scoppiare.
" Oh? Sì certo! Però non posso realizzare qualcosa che non rientra nei miei gusti! Oltretutto mi hai fatto perdere un sacco di tempo! Non mi importa se sto infrangendo qualche piccola regola della foresta! Sono sempre stato così e non è la mia prima volta che dò delle illusioni alle persone!"
Dichiarò ghignando di gusto al mio viso facendo scomparire ogni traccia di pena che si era creata pochi attimi fa con la mia domanda.
Digrignai i denti e seduta sulla sua bara stringendo in grembo le mie mani in dei pugni gli dissi le parole che speravo che non sarebbero mai uscite dalla mia bocca.
" Io ti odio."
Mormorai stringendo i denti facendo allargare così i contorni del suo sadico sorriso.
" Perchè non mi stupisco? Tanto è normale odiare una persona come me dopotutto. Addio colombina."
E annunciando il suo ultimo saluto dedicandomi un ultimo perfido sorriso, vidi la sua figura dissolversi nell'aria lasciandomi assaporare l'amaro in bocca.
L'ultima cosa che fissai mentre veniva avvolto dalla sua stessa tetra nube erano le sue sfere di fuoco trapassarmi l'anima con profondo odio.
La mia mano però si era protesa verso di lui per fermarlo e prima che scomparisse intravidi dello stupore nel suo sguardo.
Dopo la sua fuga il mio petto fu percosso da mille spine di dolore. La tristezza non smetteva di pulsare nel mio cuore e le lacrime continuavano ad irrigarmi il viso.
" Madyson!"
La voce del signor Richard mi portò a volgere il mio volto piangente su di lui.
Le sue pupille erano dilatate e un espressione di puro stupore era presente sulla sua faccia. La bocca era anch'essa spalancata e il suo corpo era rimasto fermo sul proprio posto dallo shock.
" Ch-Che cosa? L-Lui dov'è? "
Alle sue domande scoppiai a piangere apertamente davanti alla sua presenza. Dei singhiozzi uscirono dalle mie labbra sebbene tentavo con false speranze di non mostrarmi così patetica dopo ciò che era accaduto.
Io non lo odiavo.
Continuavo nonostante tutto a provare dei sentimenti per lui.
Qual'era il suo nome?
Il ragazzo con le corna che credevo mio amico se n'era andato.
" R-Richard... Lui non c'è più! L-Lui se n'è andato!"
Alla fine quella innocente promessa si era spezzata da sola.
ʟᴜʟʟᴀᴍɪᴇ:
Ook! Questa era soltanto un'anteprima! Più avanti cercherò di continuarla quando mi liberò dagli impegni dell'accademia! Poi fatemi sapere cosa ne pensate!
A più presto flowers!
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