Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 3: Linguaggio dei fiori

Quella stessa sera, Eden si era precipitata nell'unico luogo in grado di colmare il vuoto lasciato dentro di sé come frutto degli incessanti incubi.

Si trattava di un giardino segreto che aveva casualmente scoperto sin dai tempi della tenera età—un'oasi dimenticata dagli eoni in questo sogno artificiale. Fronde e liane giacevano lungo le cortecce, congiungendosi in un unico tronco muschioso e antico, fungendo da cuore di questo luogo immacolato.

Ai piedi del vecchio albero vi era un prato fiorito, fornendo un vivace tocco di colori. L'albina era solita a giungere fin qui per prendersene cura malgrado nel Dreamscape fosse tutto fuorché necessario, essendo una finzione.

Nonostante ciò, insisteva nell'occuparsene come un modo per avere il minimo contatto con la realtà, essendo confinata nel Dreamscape per la maggior parte della sua vita da quando era diventata una nota ballerina a Penacony—come un uccellino in gabbia, sommersa di aspettative più grandi di lei all'interno della Famiglia Iris.

"È da tempo che non ci si vede, vecchio albero! Come stai?" Un delicato sorriso le arricciò le labbra, portando un palmo agguantato lungo la corteccia erosa dal tempo. Nell'oscurità della notte poteva intravedere delle piccole luci sotto forma di scie lungo le fessure, le quali emanavano una piacevole sensazione di calore al semplice contatto.

Eden chiuse gli occhi e prese una boccata d'aria. Il tempo parve arrestarsi per il più flebile dei momenti, prima di esaltare dolcemente.

"Sei davvero bello." Mormorò con un cenno in direzione del suddetto albero, il suo sorriso imperterrito. "Bene, è tempo di mettersi all'opera~"

Allineando i piedi in una posizione perpendicolare, la ballerina cominciò ad eseguire delle lente ed eleganti movenze. I fiocchi rosati che le pendevano dagli arti fluttuavano con altrettanta grazia con il più delicato dei movimenti, creando una piacevole armonia nella sua danza.

Sollevò le mani al cielo, come per afferrare la luna tra le mani, posizionandosi sulle punte dei piedi—per poi performare un'aggraziata giravolta, susseguita da un'altra e un'altra ancora. Successivamente, spiegò le braccia e tese una gamba a mezz'aria, come un passero in procinto di spiccare il volto.

Tra una movenze e l'altra, dei petali di ciliegio caddero dolcemente sulla sua testa, alcuni impigliandosi nelle spine della sua aureola. Un fenomeno floreale che nella realtà non sarebbe stato possibile, ma ci aveva fatto l'abitudine, e per questo aveva smesso di dar troppo peso alla questione.

Una danza priva di una determinata musica o coreografia a cui sottostare, ma malgrado ciò, si sentì sollevata da un grosso macigno. Una sensazione di beatitudine che soltanto questo piccolo paradiso poteva offrirle, accompagnata dalla fragranza dei fiori che la facevano sentire a casa.

Il tempo continuava a scorrere inesorabile. Da allora erano trascorsi minuti, forse ore, fino a quando la ballerina constatò che aveva danzato abbastanza. Si inginocchiò verso i fiori multicolore mentre l'altra mano, ii cui braccio era avvolto da fiocchi, si apprestò a sfiorarne i vari petali uno ad uno con meticolosa dolcezza tipica dell'haloviana.

"Vediamo, chi altro abbiamo qui... Primrose, Lily? Che ve ne pare?"

Sussurrò al gruppo di fiori, come se questi avessero vita propria—e di conseguenza, in grado di sentire le sue parole. Eden lo definiva come un linguaggio dei fiori comprensibile esclusivamente a sé stessa. Per qualche ragione a lei tutt'ora ignota, si sentiva in grado di stabilire un legame con la flora sin da bambina, e ciò l'aveva portata a parlarci frequentemente a discapito degli sguardi perplessi degli adulti.

Chiuse le palpebre per concentrare i sensi solo e soltanto sul delicato fruscio che la circondava, come se stesse cercando di ascoltarne la voce. Al tempo stesso, la sua mente divagò sugli eventi passati. Sospirò, ritirando delicatamente la sua mano con un sorriso malinconico.

Parte di lei si sentiva ancora in colpa per essere scappata nel bel mezzo della confessione, lasciandosi il Bronze Melodia alle spalle così di punto in bianco. Aveva agito d'impulso, e di questo ne andava tutto fuorché fiera.

Con un ultimo sospiro, decise di sdraiarsi sull'erba su un lato, un'espressione esausta sorvolando il suo viso in attesa di un attimo di tregua. "Io... credo di aver commesso un enorme sbaglio."

Ci fu una breve pausa, la sua figura aggraziata ora più esausta che mai. "Non posso fare a meno di domandarmi se, come Robin, sia davvero baciata da Xipe l'Armonia come dice la signora Grace. Questi sogni... non dovrebbero perseguitarmi se così fosse. Forse Siobhan ha ragione e stanno cercando di recepire un messaggio."

Scosse la testa nel tentativo di scacciare i pensieri che tutt'ora continuavano ad affliggerla. I suoi occhi violacei riflettevano contro la luce lunare mentre si perse a contare le stelle alte nel cielo irraggiungibile.

Distrattamente, Eden si ritrovò a sproloquiare ai fiori. "Credete che il cielo sia diverso in altri pianeti? O ognuno ha lo stesso motivo?"

Senza voltarsi in loro direzione, sentì un sorriso mesto farsi spazio sul volto. "Siete dei fiori, quindi suppongo che non avreste modo di saperlo. Vagare per altri pianeti è pressocché impossibile con le vostre radici piantate così in profondità."

Lasciò che le fronde sempreverdi le accarezzassero la guancia con ogni fruscio. "Non offendetevi, ma odierei essere voi. Intrappolati nello stesso posto per l'eternità. Non vedo l'ora di poter cambiare le cose per quanto mi riguarda."

Cullata nel prato fiorito sotto le brillanti costellazioni, l'albina si lasciò andare alla stanchezza. Malgrado questo luogo fosse situato nel cuore del Dreamscape, il peso che sentiva era altrettanto palpabile quanto nella realtà, così come l'esperienza di ogni singolo ospite all'interno del dolce sogno.

Socchiuse le palpebre stanche e appesantite, sentendo i muscoli rilassarsi agli artificiali suoni della natura, prima di perdersi tra le braccia di Morfeo una seconda volta.

⋆˚𝜗𝜚˚⋆

Confinato tra le opprimenti mura che costituivano il sacro confessionale, Sunday perseverò nel suo dovere di assolvere anime perdute bagnate dai propri peccati come ultimo Bronze Melodia.

Tra una confessione e l'altra, la sua mente divagò incessantemente sull'incontro con la giovane haloviana avvenuto quella stessa mattina. Le sue parole avevano scaturito un sentimento dentro di sé in un modo che non poteva esprimere.

L'Ordine è morto. Una parte di lui si disse che poteva trattarsi di una semplice coincidenza, ma infondo si rendeva perfettamente conto che quello non era il caso. Quelli come lei—tali parole non furono altro che un'ulteriore conferma alla sua tesi.

Una discendente di una fazione ormai andata perduta nel corso delle Amber Era, Beyond The Sky Choir, nonché un altro piccolo frammento appartenente all'Ordine. Come poteva esserne venuto a conoscenza solamente oggigiorno?

Sentiva l'impulso di ritrovare quella giovane fanciulla, ma il giovane Bronze Melodia era tutto fuorché uno sprovveduto. Tutto ciò che doveva fare era dare tempo al tempo, e prima o poi, la stessa ballerina sarebbe tornata da lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro