Capitolo 15: Sopravvivenza del più adatto
L’odore di santità e lo stucchevole incenso permeavano l'olfatto del giovane Bronze Melodia, confinato nelle quattro mura che costituivano il confessionale. Ogni confessione da parte dei trasgressori si registrò nella sua mente, ripetendosi ancora e ancora come un mantra, percependone il dolore come se questo gli appartenesse.
“Il prossimo. Per favore, fatti avanti.” Sunday annunciò, il suo tono serafico e caloroso tramutandosi lentamente in estenuazione.
Dall'altra parte del velo giunse l'ennesimo peccatore, e l'haloviano socchiuse le palpebre, focalizzandosi unicamente sulla voce altrettanto addolorata. “La prego, stimato Avvocato di Xipe, mi assolvi dai miei peccati. Non potrò più guardare in faccia la Famiglia dopo tutto il dolore che ho causato.”
“Non c'è alcun motivo di preoccupazione. La Famiglia accoglie chiunque, ed è pronta a perdonare coloro che hanno peccato,” Susseguì prontamente la replica dell'haloviano. “Ho implorato la LORO presenza. Non avere timore, e apri il tuo cuore agli eoni.”
L'uomo, poco fa in preda alla disperazione, tirò un sospiro di sollievo, e Sunday si ritrovò ad ascoltare l'ennesima confessione. Tuttavia, i suoi occhi citrini sgranarono alle parole che udì: un padre in preda alla miseria che aveva venduto i propri figli come schiavi nella speranza di poterli un giorno riacquisire con la fortuna che sarebbe riuscito ad ottenere a Penacony, e pertanto la Famiglia Bloodhound era attualmente sulle sue tracce.
Momenti di puro silenzio tombale ne susseguirono, prima che il Bronze Melodia intervenne. “...Non c'è nulla da temere. Chiederò personalmente alla Famiglia Bloodhound di sospendere le ricerche.”
Tale affermazione incitò un sussulto dall’esterno del confessionale, seguito dall’immensa gratitudine del suddetto praticante. Una volta congedato, fu il turno del seguente trasgressore. “Il prossimo. Per favore, fatti avanti.”
Il processo fu ripetitivo e laborioso, impattante sia dal punto di vista fisico che mentale, senza un attimo di tregua. Peccatore dopo peccatore, una confessione dopo l’altra che contribuivano ad ingigantire il fardello che da come Bronze Melodia avrebbe dovuto sostenere sulle proprie spalle per l’eternità. Tali eraono le aspettative della Famiglia su di lui come futuro rappresentante.
Sin da quando aveva ottenuto accesso alla posizione, di cui era orgoglioso da uomo estremamente religioso sin dalla tenera età, era stato esposto ai problemi di ogni singola anima che varcasse la soglia di quel sacro luogo nonché dimora appartenente agli eoni stessi. Eppure, un forte senso di turbamento scuoteva ancora tutt’ora il suo animo smarrito al modo in cui Xipe l’Armonia, eone che da secoli or sono vegliava sul Pianeta delle Festività, chiudesse un occhio dinanzi a tanto conflitto e dolore.
Non poteva accettare un simile destino. Un mondo di atrocità dove i forti prevalevano sui deboli, lontano da ciò che rappresentava il Dreamscape. Tutto quello che desiderava era una sintetica utopia, un Eden, laddove eterna beatitudine sarebbe stata la sola a regnare e la sopravvivenza del più adatto avrebbe cessato di esistere, eppure il ciclo vizioso sembrava non avere fine—fin quando non sarebbe stato eletto come prossimo Capo della Famiglia Oak. Fu solamente questione di giorni prima che la cerimonia avvenisse, e il raggiungimento della posizione per cui tanto aveva sudato e lavorato da un'intera vita.
Prima che se ne rendesse conto, le sue dita erano intrecciate per formare una preghiera. “Oh, Anima dai Tre Volti, ascolta i miei dubbi…”
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Svariati giorni erano trascorsi dall’ultima volta che Eden e Sunday si erano incontrati faccia a faccia nel Gran Teatro di Penacony. Tra una prova di danza e l’altra, e malgrado l’agenda inondata di appuntamenti, la mente della ballerina non poté fare a meno di divagare su quanto accaduto.
Da allora, non aveva ricevuto alcun tipo di risposta ai suoi messaggi, e ciò scaturì un senso di irrequietudine in lei. “È sempre stato un uomo piuttosto impegnato. Non c'è da stupirsi.”
Mormorò a sé stessa nel tentativo di scacciare qualsiasi forma di pensiero negativo. Le sue labbra rosate si arricciarono in un piccolo sorriso, osservando le movenze dei bambini della Terra degli Esiliati a cui era solita impartire lezioni di danza, i loro sguardi rivolti su di lei per approvazione.
“Signorina Eden! Signorina Eden!” Una di loro esultò, eseguendo un'aggraziata piroetta più e più volte. “Guardi! Cosa gliene pare?”
Eden ridacchiò teneramente all'entusiasmo giovanile, rammentandole dei suoi giorni da studentessa. Da quando si era diplomata all’Accademia Charmony, aveva cominciato non soltanto a costruirsi la propria carriera da ballerina a Penacony, ma aveva ottenuto la facoltà di insegnare l'arte della danza ai giovani aspiranti.
“Una perfetta piroetta, i miei complimenti~ Abbiamo ancora da lavorare sulla postura, ma con impegno e dedizione, sono certa che riuscirai a padroneggiare la danza classica.” Fu il giudizio da insegnante ad allievo, la quale annuì energicamente prima di rimettersi all'opera, sottostando al suo consiglio.
L'espressione dell'albina si ammorbidì ulteriormente alla dedizione con la quale si addestravano, ricordandole che la speranza era l'ultima ad appassire, in particolare nei più giovani.
Fu di punto in bianco che una vibrazione emessa dal suo cellulare la riportò al presente dal suo sogno ad occhi aperti. Aveva il cuore in gola, presumendo di chi avrebbe potuto trattarsi, e ciò la spronò ad allontanarsi momentaneamente dal gruppo. Tra le varie notifiche vi furono, infatti, dei messaggi da parte di Sunday.
>Sono profondamente desolato per il ritardo, signorina Eden. La mia agenda è stata più impegnativa di quanto immaginassi
>La sua richiesta è tutt'altro che egoista, mi creda
>Incontriamoci nuovamente al teatro tra un paio d’ore di sistema, tempo permettendo
I suoi occhi ametista si socchiusero, soffermandosi per alcuni istanti sullo schermo, prima di replicare.
>Ne sono grata! Nessun problema, lo capisco perfettamente
>Sarò senz'altro presente per la fine delle lezioni di ballo ໒꒰ᵔ ᵕ ᵔ ꒱১ ♡
La breve conversazione giunse al termine, e la ballerina mise da parte il dispositivo per focalizzarsi sui suoi propri doveri.
Allo stesso tempo, il suo cuore non poteva fare a meno di battere all'impazzata, pervasa da repentina agitazione. Malgrado ciò, fece il possibile per non darlo a vedere ai bambini, ed il minuto sorriso stampato sul suo viso di porcellana cominciò inconsciamente ad allargarsi.
Nonostante gli svariati impegni che la trattenevano, si sentì come se quelle fossero le due ore più lunghe della propria vita.
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